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Autore: I_S_Acquamarine    07/10/2013    7 recensioni
sono ancora qui con un missing moment della mia storia "Il diavolo e l'acqua santa". si, lo so che scasso le scatole ma sopportatemi per favore.
allora, visto che sappiamo come la pensano Kakashi e Naruto, a nessuno di voi è venuto in mente cosa potrebbe aver pensato Minato della decisione del suo allievo?
se a qualcuno è venuto il dubbio ecco qui la risposta. spero sia di vostro gradimento.
ps: preparate i fazzoletti
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Minato Namikaze
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Il diavolo e l'acqua santa'
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Questa storia vorrebbe esprimere l'opinione di Minato sul fatto che Kakashi abbia deciso di crescere il piccolo, dolce e pestifero Naruto.

Naruto: scusa, ma questo tizio chi sarebbe?

Io: non te lo posso dire, anzi, tu non dovresti nemmeno leggere sta roba! Sparisci!

Naruto: ma perchè?

Io: chiedi a Kurama.

Naruto: a chi?

Io: Naruto, va a farti un giro. Ho sentito che la Papera ti vuole sfidare.

Naruto: SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

E se ne è andato finalmente.

Speriamo non legga mai sta roba o sarò in guai molto seri.

Vi auguro buona lettura e mi raccomando: RECENSITE!!!!

Iaele



PS: storia narrata dal punto di vista di Minato

PPS: preparate i fazzoletti per il finale. Non sono responsabile di allagamenti vari.





UNO SGUARDO DAL CIELO

 


E così sono morto.

Morto per proteggere quello a cui tenevo di più: la mia casa, il mio villaggio, la mia famiglia, mio figlio.

Già, mio figlio.

Mi sarebbe piaciuto vederlo crescere, vederlo imparare a camminare, insegnargli come ci si muove nella vita.

Invece, l'unica cosa che sono stato capace di fare, è stato renderlo una forza portante condannandolo alla solitudine.

Ti chiedo perdono figlio mio, spero che tu possa capire perchè l'ho fatto.

Non sai cosa darei per rivederti anche solo per un attimo.

Poter osservare il tuo piccolo viso innocente.

Darei qualsiasi cosa per un'opportunità del genere.

<< Sei sicuro di quello che chiedi? >> disse una voce profonda.

Era il dio della morte dentro il quale ero sigillato insieme a metà del chakra della Volpe a Nove Code. Non era proprio una bella compagnia.

Sì, in questo momento darei veramente qualsiasi cosa per rivedere mio figlio.

Kushina non potrò più vederla, ma almeno vorrei rivedere mio figlio un'ultima volta.

<< Allora, visto il tuo desiderio sincero, per le prossime ventiquattro ore potrai stare con tuo figlio come fantasma, ma nessuno, tanto meno lui, potrà vederti o sentirti. Inoltre, non potrai interagire in alcun modo con le persone e gli oggetti del mondo dei vivi. Accetti? >> continuò.

Si, si, sì! Accetto!

Voglio rivedere mio figlio!

Senza neanche un'altra parola venni scaraventato nel mondo dei vivi in una camera da letto a notte fonda.

Dalla finestra con le imposte chiuse filtrava un po' della luce della luna.

Non tanta, ma abbastanza per riuscire ad orientarmi più o meno.

Con un po' di fatica individuai la culla dove dormiva sereno mio figlio.

Era più grande di quanto mi ricordassi quindi doveva essere passato del tempo da quando ero morto.

Chissà chi si stava prendendo cura di lui.

Con molta probabilità l'avrei scoperto la mattina successiva a ora di colazione.

Provai a fargli una carezza per fargli capire che ero lì, ma la mia mano gli passò attraverso senza riuscire a toccarlo.

Mi si spezzò il cuore a non potergli dare un segnale della mia presenza.

Se avessi potuto piangere l'avrei fatto.

Rimasi a fissarlo tutta la notte beandomi del suo volto sereno e del suo respiro regolare.

Non mi accorsi neanche del tempo che passava tanto ero preso dall'osservarlo.

Verso l'alba il mio piccolino cominciò a svegliarsi e a lamentarsi perchè aveva fame.

All'inizio furono solo dei gorgoglii sommessi, che poi divennero dei potenti strilli che avrebbe sentito perfino un sordo.

Provai un po' di pietà per la povera anima che si è dovuta sorbire questi strilli in piena notte, ma provai anche molta invidia.

Avrei dato qualsiasi cosa per essere al suo posto insieme a Kushina.

<< Sempre puntuale tu eh? Perchè per una mattina non ritardi un po'? >> chiese una voce impastata dal sonno che identificai come quella di Kakashi.

Ok, ero a casa di Kakashi allora.

Kakashi si stava prendendo cura di mio figlio.

Kakashi si stava prendendo cura di mio figlio.

Kakashi si stava... COSA?!

Ok, non ci sto capendo più nulla.

Kakashi si stava prendendo cura di mio figlio.

Ok, nessuna obbiezione, solo non me lo sarei mai aspettato.

Credevo che il Terzo lo avrebbe affidato ad una famiglia.

Però devo dire che vedere Kakashi alzarsi presto la mattina non mi dispiace. Che impari cosa sia la puntualità?

Lo osservai mentre prendeva in braccio Naruto cercando di calmarlo mentre si dirigeva verso la cucina.

Lo sistemò sul seggiolone e il piccolo smise istantaneamente di piangere.

Questa cosa mi sa da tanto da presa in giro.

Naruto, non si fanno certe cose.

Non si fanno, no no.

Però, devo ammetterlo pure io, è stato divertente vedere Kakashi svegliarsi praticamente all'alba.

Ti faccio i miei complimenti figliolo, sei riuscito in un'impresa impossibile.

Osservo Kakashi prepararsi un caffè forte nel tentativo di svegliarsi.

Anche se fa effetto io non noto la differenza tra prima e dopo il caffè.

Dopo essersi svegliato, se così possiamo dire, lo guardo dare la colazione al mio bambino che fa anche un po' capricci sporcando l'adorata maschera del mio allievo con le pappe per bambini.

Che sia la volta buona che riesca a vederlo senza maschera?

No, neanche sta volta mi è andata bene. Pazienza.

Passai tutta la mattina a osservarli mentre Kakashi cercava di stare dietro alla piccola peste che, evidentemente, si divertiva a combinarne di tutti i colori.

Mi ricordava Kushina quando faceva così.

Povero Kakashi!

Per una persona calma e tranquilla come lui non deve essere facile badare a una peste come questa.

Chissà, magari con l'influenza di Naruto si sarebbe aperto un po'.

Intanto mi diverto a vederlo sudare per stare dietro a un pargolo di qualche mese.

Contro un esercito di ninja nessun problema, ma contro un lattante....

Non ho parole.

Se si sapesse in giro la sua reputazione crollerebbe nel giro di un secondo!

Oh, è ora di pranzo.

Vediamo se stavolta va meglio della colazione.

Si, va un po' meglio. Almeno stavolta Naruto non ha sporcato i vestiti a Kakashi ma solo i capelli.

È già qualcosa.

Nel pomeriggio Naruto fa un pisolino e così anche Kakashi ne approfitta per recuperare un paio d'ore di sonno.

Indovinate chi si sveglia prima con degli strilli degni di un film horror?

Ovviamente il mio piccolo e dolce Naruto!

Kushina, sicura che non lo stai influenzando da lassù?

È pestifero come te!

Kakashi si alza un po' di malavoglia, mi chiedo cosa stesse sognando, e si diresse da Naruto che, non appena lo vide, smise di piangere e lo guardò sorridente stendendo le sue manine per indicare che voleva essere preso in braccio.

Com'era dolce il mio cucciolotto!

Nemmeno Kakashi resistette a tanta dolcezza e non si fece pregare per prenderlo in braccio.

Potrei giurare che sta sorridendo anche lui da sotto la maschera.

Ed ecco che ritorna la punta di invidia di stamattina.

Invidia e gelosia.

Gelosia per il fatto che non potrò mai stare con mio figlio come invece può Kakashi.

Che brutta bestia la gelosia. Quasi quanto quella dannatissima Volpe, anzi, forse è anche peggio perchè non la puoi scacciare.

Ripresi a osservarli e mi accorsi che Kakashi stava preparando Naruto per uscire.

Chissà dove sarebbero andati.

<< Naruto, adesso usciamo che devo fare un po' di spesa. Fai il bravo, ok? >> disse al pargolo che sicuramente non stava neanche ascoltando la raccomandazione.

Dopo un sospiro di rassegnazione prese Naruto in bracciò e uscì di casa.

Li seguii verso il piccolo supermercato che ricordavo essere lì vicino.

Quello che non notai subito, e che avrei preferito non notare, furono gli sguardi degli abitanti del villaggio.

Astio e odio vi lessi.

Tutti e due verso mio figlio.

Rimasi sotto shock.

Non era quella la reazione che mi aspettavo nei confronti di mio figlio.

Non volevo tutto questo odio per lui.

Certo, sapevo che come forza portante non avrebbe avuto vita facile, ma vedere tutto quell'odio e quel disprezzo mi fece più male di mille kunai conficcati nel petto.

Il mio cuore si riempì di rabbia.

Come potevano giudicare così mio figlio?!

Come si permettevano?!

Che diritto avevano di farlo?!

Assolutamente nessuno!

Non avevano nessun diritto di giudicare. Nessuno.

Dovetti allontanarmi per sbollire la rabbia cieca che mi era salita.

Non riuscivo a capire.

Non volevo capire.

Ci misi un bel po' a sbollire.

Forse anche un po' troppo.

Era già calata la sera.

Era ora di cena.

Decisi di fare un giro per il villaggio per vedere come andavano le cose.

Infondo era sempre il villaggio per che amavo.

Avevo fiducia nei suoi abitanti ed ero sicuro che un giorno avrebbero accettato mio figlio per quello che era.

O almeno lo speravo.

Vagai per un po'.

Passai dalla famiglia Uchiha per vedere come se la passavano.

Itachi era proprio cresciuto e anche il piccolo Sasuke. Se non mi sbaglio lui e Naruto dovrebbero avere la stessa età.

Spero diventino amici.

Passai anche dagli Hyuga e trovai sempre la stessa atmosfera rigida e formale.

Non doveva essere facile crescere in quella famiglia.

Da quello che sapevo Hiashi aveva una bambina. Ne approfittai per darci un'occhiata. Era veramente carina. Così dolce!

Sarebbe stata bene con Naruto.

Devo dire che vagare per il villaggio senza che nessuno ti veda non è poi così male.

Però in tempo a mia disposizione era ancora poco e stava per scadere.

Mi diressi verso la casa di Kakashi.

Prima di andarmene volevo vederli per un'ultima volta.

Kakashi mi aveva sorpreso. Si stava dimostrando un ottimo papà.

Spero che continui così.

Arrivai sotto la finestra della camera da letto e mi fermai per un attimo a fissarla.

Sapere che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei visto faceva male e volevo ritardare la cosa il più possibile, ma ormai avevo veramente poco tempo.

Dovevo andare a dargli l'ultimo saluto.

Con un balzo arrivai sul balcone della finestra e la scena che mi si presentò di fronte mi fece commuovere.

Kakashi e Naruto che dormivano abbracciati con Kakashi che abbracciava il mio piccolino come a volerlo proteggere da tutto quello che poteva fargli del male.

Non mi sono mai sentito più orgoglioso del mio allievo come in questo momento.

Mi avvicinai per guardarli un'ultima volta e fare loro l'ultimo saluto.

<< Sono molto orgoglioso di voi. Di te Kakashi perché io stesso non avrei potuto trovare persona migliore a cui affidare mio figlio. Sono convinto che ti dimostrerai un padre forse anche migliore di me. Sono orgoglioso anche di te mio piccolo Naruto perché, benché tu non lo sappia, stai facendo qualcosa di meraviglioso per qualcun altro. Sorridi sempre e ricorda: prenditi cura del mio allievo >> dissi cercando di fare una carezza a mio figlio prima di andarmene ben sapendo che era impossibile.

Invece, forse avevo fatto un po' di pietà al dio della morte in fondo, riuscii a toccarlo.

Subito ne approfittai per dargli un bacio sulla fronte con le lacrime agli occhi.

Addio Kakashi.

Addio Naruto, addio figlio mio.

Per quanto voglia rivederti spero che sia il più tardi possibile e che tu possa essere felice.

<< Addio >> sussurrai prima di dissolvermi del tutto.

Era scoccata la mezzanotte.

Il mio tempo era finito.

È stato bello rivederti Naruto.

Non lo dimenticherò mai.

Lo prometto.



La mattina successiva, quando Kakashi si svegliò, Naruto stava ancora dormendo beato.

L'uomo si chiese come mai non si fosse ancora svegliato quando notò che aveva i capelli bagnati.

Cosa poteva essere successo?

Guardò meglio e notò che erano lacrime.

<< Sensei, è stato qui per caso? >> si chiese l'uomo prima di darsi dello stupido.

Il suo maestro era morto e non poteva tornare, però era bello pensare che, per una notte, lui potesse essere stato lì.

Nel frattempo, da qualche parte, Minato sorrideva felice che suo figlio avesse trovato qualcuno che si sarebbe preso cura di lui come avrebbe fatto lui.

Forse, nonostante tutto, suo figlio poteva essere felice.

Sì, lo sarebbe stato.







Spero per voi che i fazzoletti siano bastati. Io ho ancora il magone.

Spero che vi sia piaciuta e di essere riuscita a rendere bene quello che prova Minato in questa storia.

Prometto che la prossima volta che mi vedrete sarà per il capitolo della storia principale.

Odio dover scrivere la morte del Terzo. Preferirei ammazzare Orochimaru piuttosto, ma no cipolle come direbbe mia nonna.

Pazienza.

Alla prossima!

Iaele


   
 
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