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Autore: _Starbucks_    07/10/2013    0 recensioni
Mi chiamo Madison, Madison Corwell.
Ho 16 anni e vivo in un piccolo paesino del Brasile. Ho gli occhi azzurri che cambiano in base al tempo a al mio umore, i capelli neri come la pece colorati alle punte fucsia e un ciuffo sbarazzino del medesimo colore. La mia pelle è leggermente scura e ho un fisico normale, cioè, ho un bel fisico.
Fin qui va tutto bene, sono una ragazza al di fuori del normale, una di quelle strambe, ma al giorno d’oggi chi non lo è? ‘Meglio essere pazzi che essere noiosi’ continuava a ripetere mia nonna.
Il problema non era questo, ma una ragazza. Vi rendete conto? Io, Madison Corwell, cacciatrice di uomini, che cado nelle grinfie di una ragazza. Non riuscivo a crederci! Fu dal quel momento che la Madison Corwell, cacciatrice di uomini, si trasformò in ‘Madison Corwell, cacciatrice di Leya Benítez’.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1
 
-SONO IL RE DEL MONDO!- la voce di Juan rimbombava quasi in tutta Rio. Riuscivo a sentirlo nonostante fossi a più di 1000 km di distanza. Risi scuotendo la testa e cacciando fuori uno sbuffo di fumo aspirato poco tempo prima dalla mia canna.
-Quello è letteralmente pazzo- affermò Renée con il suo delicato accento francese. Risi per poi gettare la mia ‘sigaretta’ e afferrarla per un polso.
-Vieni con me Ren- dissi ridendo per poi trascinarla fino alla linea ferroviaria e pagare i biglietti per accedere alla costruzione. La ragazza dal nasino all’insù e dai capelli biondi alzò un sopracciglio e si fermò di colpo.
-Lo sai che soffro di vertigini- disse guardandomi con i suoi occhi color del cielo. Ridacchiai al solo pensiero della ‘mitica’ Renée spaventata.
-Non mi importa. Sei qui da solo un settimana e non hai ancora visto il Cristo Redentore. Ti sembra normale?- le chiesi leggermente  irritata. So che è un comportamento eccessivo, ma questa è la mia Rio e tutti hanno il diritto di visitare almeno il Cristo Redentore, anche solo per una volta.
-Ovvio che mi sembra normale! Soffro di vertigini, cogliona!- rispose lei gesticolando. Sbuffai.
-Devi venirci! Come si dice … ‘Dio creo la terra in 7 giorni, 1 giorno solo per Rio’- la guardai con occhi speranzosi. Non poteva rifiutare tutto questo, le stavo offrendo il paradiso su un piatto d’argento. –Non è neanche molto affollato!- continuai guardandola. Renée poggiò una mano sulla fronte e cominciò a massaggiarsela. Con uno sbuffo fece fuoriuscire tutta l’aria che aveva trattenuto per quei pochi secondi per poi dire –E va bene-. Sorrisi per poi abbracciarle forte e stamparle un bacio in guancia.
-Non te ne pentirai- dissi io sorridendo.
 Entrammo con molta velocità nel piccolo trenino, Renée cercava di fare respiri profondi e di non guadare fuori dal finestrino. Quando il mezzo si fermò le afferrai un polso e la trascinai con me al di fuori di esso. Percorremmo un piccolo tratto a piedi per scostarci dagli alberi che ci bloccavano a vista. Renée aveva gli occhi chiusi dal terrore.
 Juan era girato di spalle e aveva le braccia aperte come il Cristo che si trovava proprio dietro di lui. Risi guardandolo.
-Ren, apri gli occhi- dissi ridacchiando per poi darle un piccolo schiaffetto sul gomito.
-Non ci riesco Mad- rispose deglutendo. Sospirai.
-Allora devo ricorrere alle maniere forti- borbottai per poi afferrare le sue mani e toglierle dal suo viso. –Cazzo Ren, apri quei fottuti occhi e guarda davanti a te! Guarda la mia Rio, guardala, amala, sognala, ricordala, scrivila, disegnala …- feci una pausa per poi riprendere a parlare più eccitata che mai. - … vivila- sussurrai. Perché Rio è questo. Rio è un miscuglio di emozioni, di piaceri, di sentimenti, di divertimenti … Rio è vita, la mia vita e la vita di chiunque, è il sogno di ognuno di noi, il più bel paradiso terrestre, Rio è casa mia.
Ren cominciò a rilassarsi e a distendere le palpebre degli occhi. La incoraggiavo con il mio sguardo, non poteva non farlo. Sospirò per un’ultima volta per poi aprire gli occhi e guardare fisso davanti a se. Sorrisi.
-Finalmente!- esclamai –Guardala Ren, guardala!- continuavo a ripetere girando su me stessa con le braccia aperte. La trascinai da Juan che era appoggiato ad una ringhiera che si trovava a un bel po’ di metri dal Cristo. Da lì si riusciva a vedere tutta Rio. Il Pan di Zucchero si innalzava davanti a noi e la sua forma particolare ti lasciava praticamente senza fiato e a completare la perfezione di quel paesaggio c’erano: la Baia di Guanabara e Niteròi, le spiagge di Copacabana, di Ipanema e la Laguna Rodrigo de Freitas. Tutte delle spiagge fantastiche e affollate. Il mare brillava sotto di noi e le barche sembravano solo dei piccoli puntini bianchi come, d’altronde gli ombrelloni, che, da quell’altezza, sembravano tutti attaccati e più piccoli di quanto qualcuno possa immaginare. La città di Rio era alla nostra sinistra e si mostrava in tutta la sua bellezza e la sua perfezione. I grattacieli erano quasi tutti allineati e il fatto che si estendevano dietro la lunga spiaggia bianca rendeva il paesaggio un qualcosa di sovrannaturale.
Esiste davvero questa città? Rio esiste sul serio è tutto il frutto di una mia immaginazione? Queste domande mi tormentavano. Nessuna città era perfetta quanto questa, nessuna città era perfetta come la mia. Questo è il paradiso, non esiste la vita dopo la morte, esiste solo Rio, solo e soltanto Rio. Credetemi quando dico che la perfezione esiste, c’è davvero, e la sto guardando io da qui sopra, da un piccolo rilievo chiamato Corcovado. Guardai Juan sorridendo e lui poggiò un braccio attorno alle mie spalle per poi stringermi. Quel ragazzo era il mio migliore amico, il mio tutto. Ci conoscevamo da quando eravamo piccoli, eravamo già dei piccoli delinquenti. Condividevamo tutto assieme e le rare volte che litigavamo era per cose stupide. Juan è il tipo ragazzo bello e impossibile che cerca di conquistare il cuore e la patata di tutte le donzelle della città e non. E’ il solito ragazzo coglione che non conosce la parola ‘calma’ e non riesce a stare più di cinque minuti senza fare una cazzata.
Tirai Ren accanto a me per poi cominciare ad urlare assieme a Juan –NOI GOVERNIAMO QUESTO MONDO, CAZZO!-
Scoppiammo tutti e tre in una sonora risata.
Quale vita è migliore di questa?

 
Angolo autrice
Ecco a voi il mio primo capitolo! Layla arriverà dopo, tra qualche capitolo ...
Spero davvero tanto che vi piaccia, recensite!
  
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