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Autore: Ocean89    08/10/2013    0 recensioni
Henri Cartier-Bresson scrisse: Le fotografie possono raggiungere l'eternità attraverso il momento.
Mi chiamo Keroly Mannoli, ho 24 anni e cinque anni fa ho abbandonato la facoltà di giurisprudenza per intraprendere un corso di fotografia professionale per inseguire il mio sogno. Anche se la gavetta era stata lunga e in salita non mi sono lasciata intimorire e adesso finalmente era arrivato il mio momento.. Avevo vinto il concorso "Giovani fotografici italiani" e stavo per partire. Destinazione: Londra. Avrei avuto la possibilità di seguire in tournee una band internazionale per un servizio fotografico dei loro concerti in tutto il mondo e il manager della band avrebbe scelto infine quale delle mie fotografie sarebbe stata la copertina del nuovo album. Questo voleva dire notorietà per me. Ma non avrei mai osato immaginare che tra uno scatto e l'altro avrei conosciuto l'amore. Quel genere d'amore che, anche se lo immortali, ti riuscirà inspiegabile da descrivere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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< Hai preso tutto Keroly ? Non vorrei che ti scordassi qualcosa che magari a Londra puo' servirti. Hai preso qualche felpa ? So che li fa' molto freddo ! > Mia madre e le sue preoccupazioni. Credo che non fosse abituata a lasciarmi andare. Avevamo passato tutta la vita insieme, mio padre se ne era andato quando avevo cinque anni e da allora non ci siamo mai allontanate. Siamo sempre rimaste l'una accanto all'altra, sostenendoci a vicenda nel bene e nel male. Mi aveva cresciuta bene, avevo sani principi, non ero affatto egoista verso il prossimo. Avevo avuto una educazione religiosa come tutte le ragazze del mio paesino .E non avevo mai avuto colpi di testa così eclatanti; a parte quando al primo anno di università decisi di abbandonare giurisprudenza per inseguire il mio più grande sogno .. Diventare una fotografa ! Mia madre nonostante non approvasse in pieno la mia decisione quando vide la mia ostinazione decise di arrendersi e a malincuore accetto il fatto che non sarei mai diventata un avvocato penalista come avrebbe voluto, ma una fotografa. Da piccola mi rammentava sempre di inseguire i miei sogni a discapito di tutto e che, anche se avessi avuto tutto il mondo contro mi sarei dovuta ostinare ad inseguirlo fino allo sfinimento. Il mio mito era Hanry Cartier-Besson soprannominato occhio del secolo perchè era considerato un pioniere del foto-giornalismo. Ricordo ancora adesso quando al secondo anno del corso mia madre mi regalò questo libro. Sapeva che adoravo quel l'uomo e me lo regalò come buono auspicio per la mia futura carriera.Me lo portavo dappertutto. Era diventato un portafortuna per me. E quando la mia amica Vanessa, una delle migliori che avevo, mi disse che era stato messo in rete il bando del concorso per giovani talenti, non esitai a partecipare. La fotografia che mandai ritraevano una ragazza e un ragazzo che correvano al corso principale del mio paesino, mano nella mano, mentre rincorrevano un autobus che evidentemente avevano perso. Era una delle più belle che avessi scattato. Probabilmente se si lasciavano le mani per un'attimo sarebbero riusciti a prendere in tempo l'autobus ma avevano preferito perderlo insieme anzichè lasciarsi la mano. Era una visione dell'amore adolescenziale più bella che avessi mai visto.Quando arrivò la lettera a casa urlai come una matta c'era scritto che mi sarei dovuta presentare l'indomani alla sede centrale di Palermo in viale Strasburgo per un colloquio. Il giorno dopo portai con me il mio libro portafortuna e il colloquio andò benissimo. Mi spiegarono in cosa consisteva il lavoro che avrei svolto e non era per niente male. Avrei seguito in tournee una band internazionale, avrei fatto un servizio fotografico dei loro concerti e infine il loro maneger avrebbe scelto fra le centinaie di foto la copertura del prossimo album. Ero eccitatissima. Era un occasione d'oro per una ragazza come me; mi sarei giocata tutto con questa chance e se fosse andata bene, il mio nome sarebbe diventato internazionale, se fosse andata male avrei trascorso i quattro mesi più belli della mia vita in giro per il mondo. In un modo o in un'altro quella sarebbe stata l'esperienza più incredibile della mia vita. < Mi ascolti ? > La voce di mia madre mi riportò al presente. < Sì. E non vorrei ricordarti che stò a Londra solo un paio di giorni quindi non mi serviranno molti indumenti pesanti. La maggior parte del tempo lo passerò in posti caldi mamma > < Mi preoccupo per te. Non voglio che ti prendi un malanno mentre sei a lavoro e poi .. > La sua voce sembrò spezzarsi. Era come se ad un tratto avesse realizzato che per quattro mesi saremo state lontani. Ad un tratto vidi una lacrima sul suo viso e a quel punto mi si spezzò il cuore. < Mamma ! Non piangere ! Questi mesi passeranno in fretta e poi con tutti i mezzi di comunicazione che ci sono adesso abbiamo molte possibilità. Ti ho fatto vedere come usare la webcame, no ? E poi con la tariffa speciale che ho fatto sul cellulare ti basterà farmi uno squillo ed io ti chiamerò subito. Le chiamate all'estero con questa tariffa non mi costerà nulla. > Era il momento di abbracciarla. Gli sorrisi e cercai di fargli sentire il mio affetto in quel abbraccio che sembrò durare troppo poco. < Mi mancherai tesoro mio. > Riuscì a dire solo questo mentre si asciugava le lacrime. < Anche tu. E vedrai, quando tornerò, sarai fiera di me ! > < Sono già fiera di te. Sei quella che sei solo grazie alle tue forze. E mi hai riempito d'orgoglio dal giorno in cui, alla tua nascita, ti misero tra le mie braccia > Oh mamma ! Adesso ero io che stavo piangendo. In tutti questi anni non avevo mai sentito pronunciare quelle parole da mia madre; da quando mio padre se ne era andato, anche se mi aveva cresciuto bene, non aveva mai esternato i suoi sentimenti. Credo che gli risultasse difficile farlo dopo la brutta delusione che gli era stata afflitta dall'uomo che aveva amato da sempre.< Mamma, grazie. Queste parole valgono molto per me. Mi mancherai anche tu e ti voglio bene. > Furono le uniche parole che riuscì a dire prima di prendere le ultime cose, infilarle nella valigia e chiuderla, nell'attesa del taxi che mi avrebbe portato all'aeroporto della città. Erano quasi le 14.45 quando suonarono al citofono e prendendo le ultime cose salutai mia madre con un caldo abbraccio. Scesi le scale e aprendo il portone un omone grosso prese le mie valigie e li mise nel portabagagli. Salendo in macchina detti un ultima occhiata al mio palazzo, al mio quartiere e provai una strana sensazione. Avevo l'impressione che quel posto mi sarebbe mancato. Ma la mia nuova vita stava per avere inizio. Quando salì sul taxi e partimmo alla volta del l'aeroporto non avrei mai immaginato che la mia vita sarebbe cambiata in modo radicale. Non solo professionalmente ma anche in un'altro campo, che non avrei mai pensato !
  
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