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Autore: AlexVause    08/10/2013    7 recensioni
Spesso, le situazioni in cui siamo immersi, ci portano a gesti che in altri casi mai avremo compiuto.
Ci sono giorni in cui, guardando negli occhi una persona, vedi solamente un ostacolo...altri giorni invece, in quegli occhi ti ci perderesti.
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Swan Queen
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amarsi e perdersi per poi ritrovarsi. Destino.'
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Capitolo 10

Gli alambicchi di Gold, situati su di un lungo tavolo da lettura, erano già riempiti di intrugli che bollivano.
Rumple era intento a dosare in modo preciso e attento, gli ingredienti che stavano accuratamente preparando Belle e Snow.
Regina ed Emma tornarono dall'archivio e incantarono la porta alle loro spalle.
- Henry tutto bene?
Chiese Regina al figlio.
Il ragazzino fece si con il capo, sorridendo alle madri.
- Bene.
- Andiamo a sistemare la porta sul retro.

Disse Emma ai presenti.
Nessuno rispose. Erano tutti intenti a fissare il trio che preparava l'intruglio magico.
- Massima concentrazione...magari, se lo dici ora a tua madre, ti levi un peso e nemmeno se ne accorge.
Emma si voltò verso Regina e le diede una leggera gomitata.
- Sei proprio perfida.
Disse ridendo, mentre si addentravano nella biblioteca.
Stavano arrivando alla porta.
- Tuo padre l'ha barricata bene...sa che non funziona vero?
- Neanche un pochino?
- Direi di no.

Una voce dietro le loro spalle, rispose alla bionda Swan.
Sembrava un'Odalisca.
Gonna di veli viola e neri. Catenine argentate in cintura e sul corpetto.
Volto coperto da un lieve velo nero.
Un serpente tatuato sulla sua pelle, partiva dalla mano destra con la testa, correva arrotolato lungo il braccio, passando dietro al collo e si intrecciava sul braccio sinistro, finendo con la coda sulla mano.
- Hai un tatuaggio notevole.
Ironizzò Emma.
Le due arretravano. Occhi negli occhi con la donna davanti a loro.
- Cosa vuoi?
- Uccidervi. Mi sembra ovvio.

L'animale disegnato sulla sua pelle, prese vita.
- Ehm...Regina...non è il caso di fare qualcosa?
Regina era come ipnotizzata.
- Regina!
Le due indietreggiando, accompagnate dall'incantatrice di serpenti, raggiunsero gli altri.
- Non guardatela negli occhi!
Gridò Gold.
La donna fece scivolare il serpente, lungo il braccio destro.
L'animale si aizzò contro Emma che si scostò velocemente.
Regina era immobile contro uno scaffale di libri.
- Gold fa qualcosa!
Urlò Snow.
Rumple alzò gli occhi al cielo annoiato e con un gesto della mano, trasformò la donna in una statua di pietra.
Regina tornò in se.
- Cosa...
Si sentiva confusa.
- Era un'incantatrice di serpenti, mia cara.
- Ho capito ma, perché non riuscivo a muovermi?
- Ho sempre creduto che in lei, Regina, ci fosse nascosta una serpe.

Gold tornò a mescolare la pozione.
L'espressione sul viso del Sindaco, fu impagabile.
Con bocca calata dallo sbigottimento per ciò che aveva udito, guardò Tremotino e successivamente Emma.
Si sentirono risatine a stento trattenute.
Gold alzò lo sguardo verso la Evil Queen.
- Prima che mi tramuti in carciofo, sappi che scherzavo. Humor inglese, sa cos'è?
Regina era ancora incredula.
- Uhm...a quanto pare no.
Detto ciò Rumple tornò nuovamente alla pozione.
Il Sindaco si voltò verso la statua dell'incantatrice e alzando una mano, la distrusse in pezzi che caddero sul pavimento.
- E se avessi voluto interrogarla?
Chiese James trattenendosi il più possibile dallo sghignazzare.
- Incollala!
La Evil Queen si addentrò nella biblioteca.
- Dai Regina...non sai stare agli scherzi.
Sorrise Emma facendo l'occhiolino al figlio.
- Ha. Ha. Ha.
Fu la lontana risposta del Sindaco, mentre tornava verso la porta nel retro.
- Miss Swan!
Gridò alla bionda.
Ridendo, Emma mimò un "Uuuuh" al padre per poi raggiungere la mora.

- E per mangiare come facciamo?
Henry sollevò un quesito interessante.
- Mamma?
Regina ed Emma raggiunsero il figlio.
- Si?
Chiese il Sindaco.
- Potresti fare qualche magia, creando del cibo.
- Oppure potrei andare nella cucina, dietro a quella porta e preparare qualcosa.

Si offrì Belle.
- Questa è una buona idea. Noi proseguiamo con le ultime due porte.
Emma si diresse verso l'entrata principale, seguita da Regina.
- Emma tutto ok?
Il Sindaco vedeva che la bionda iniziava ad essere stanca.
- Mi sta venendo mal di testa.
- Pazienta...ancora una, poi ti riposi.
- Ok.

Incantarono la porta.
Regina la guardò.
- Vieni ti mostro una cosa.
Il Sindaco portò lo Sceriffo dietro al bancone della reception, sotto lo sguardo attento di Gold.
Con entrambe le mani rivolte alla parete dietro al bancone, bisbigliò alcune parole facendo apparire un intera libreria a muro, dapprima inesistente.
Tutti alzarono lo sguardo verso di loro.
- Qui troveremo sicuramente qualche spiegazione inerente al libro e alle invocazioni che contiene.
Gold era allibito.
- Sicuramente anche informazioni sulla fiala.
Suppose James.
- Sono libri di magia?
Chiese Emma.
- Si.
Le rispose Regina.
Gold si avvicinò al Sindaco lentamente, senza togliere lo sguardo dalla libreria.
- Tutti i libri?
- Tutti.
Con uno scatto fulmineo, Rumple scaraventò a terra Emma e afferrò Regina, spingendola contro la parete di libri appena apparsa.
Bloccò i presenti in modo che nessuno potesse intervenire, per poi far apparire un pugnale e puntarlo alla gola della Evil Queen.
- Li ho cercati per tutto questo tempo. Potevo trovare mio figlio, con il loro aiuto. Lei me l'ha impedito!
- Poteva chiedere Gold.
- Presumevo fossero spariti.
- Non mi assumo alcuna responsabilità, su ciò che lei presume.
Sono sempre stata qui a Storybrook con lei. Poteva chiedere.

Gold si allontanò da Regina e liberò i presenti.
Snow aiutò la figlia ad alzarsi da terra.
- Come se fosse così facile. Avrebbe voluto qualcosa in cambio.
Regina stava per rispondere all'uomo, ma Gold alzò una mano per indicarle di tacere.
Ella a sua volta indicò bruscamente i libri.
- Legga tutto ciò che vuole.
Poi lo afferrò dal bavero della camicia tirandolo a se con forza. Il suo sguardo parve infuocato.
- Ma non si azzardi a toccarmi ancora.
- Altrimenti?

Regina lo lasciò e si diresse verso l'elevatore che portava, sia alla torre con l'orologio, sia alle caverne.
- Interessante. Deve fare uno sforzo immane per non essere più se stessa.
La donna non rispose. Dentro se ribolliva dalla rabbia.
- La smetta Gold!
Intervenne Emma.
- Non...
Regina alzò il dito indice verso lo Sceriffo, per poi abbassarlo sospirando.
Gold riprese a lavorare sulla pozione.
Il Sindaco controllò che l'elevatore sia apposto, prima di chiudere la porta.
- Vieni Emma...per favore. Finiamo il nostro lavoro.
Il suo tono era abbattuto.
Emma la raggiunse. Ultimarono la protezione della Biblioteca.

Passarono le ore.
Erano immersi nella tranquillità.
Il cielo si era oscurato. Era calata ormai la notte.
Regina sfogliava i libri di magia, alla ricerca di spiegazioni sul libro che dovevano rubare a Cora.
Emma le si avvicinò con due tazze di caffè fra le mani.
Una la porse al Sindaco.
- Tieni...prenditi una pausa.
Regina accettò il caffè.
- Trovato niente?
- No purtroppo.
- Dovremo fare dei turni di guardia stanotte, in modo da procedere con le ricerche sul libro e con la pozione.

Propose James.
- La pozione è praticamente finita. Bisogna solo controllare che il fuoco sia costante. Quando il liquido avrà il colore dell'acqua pura, potremo procedere con l'incantesimo.
Rispose Gold.
- Va bene. Primo turno Gold/Belle, secondo turno Regina/Emma, per ultimi Io e Snow. Accettate?
- Per noi va bene.

Disse Belle seguita da Regina.
- E io, e io?
- Tu Henry devi riposarti un po’.

Disse Emma al figlio.
- Che noia. Dai voglio aiutarvi!
- Aiuta noi Henry.

Propose Belle.
- Puoi guardare il fuoco assieme a me.
Henry esultò, facendo una linguaccia ad Emma che rise.
- Noi riposeremo su questo divano. Per qualsiasi cosa chiamateci.
- Non esiteremo nel farlo.

Fu la risposta di Gold a James.
I Charming andarono a riposare.
Regina si massaggiò le tempie e chiuse gli occhi.
- Riposati un po’ Regina.
- Sto bene.
- Sei stanca.
- Sto bene.

Li riaprì, trovandosi faccia a faccia con Emma.
La guardò, quasi volesse scrutarle l'anima.
- Adoro i tuoi occhi.
- Uhm...un sincero complimento.

Sorrise la bionda dolcemente.
- Credo sia la prima volta.
- Che ti faccio un complimento?
- Si.

Si guardavano in silenzio, sedute una di fronte all'altra.
- Vorrei sapere a cosa stai pensando, Regina.
- Non te lo dirò mai.

Rispose sorridendo.
Emma le si avvicinò ancor di più, accarezzandole le ginocchia, le cosce.
Regina indossava dei Jeans attillati neri.
I loro nasi potevano quasi sfiorarsi.
Occhi negli occhi.
- Come posso fare per scoprirlo?
Regina le fece un ghigno sfidandola.
- Non lo so....hai la magia. Usala.
Emma le prese delicatamente il viso fra le mani.
Regina rimase immobile. Chiuse gli occhi imitata dallo Sceriffo.
La sentiva così vicina.
Il sindaco poggiò le mani sui polsi della bionda davanti a se, per poi accarezzare le sue braccia, lentamente, fino alle spalle.
Ad Emma venne un brivido.
Finalmente riusciva a sentirla...Regina...così diversa.
Le mani di Regina scesero lente fino alla vita, sui fianchi.
I loro cuori vibravano all'unisono.
- Mamma?
Le due aprirono gli occhi tornando alla realtà.
- Cosa stavate facendo?
Si sentivano come due adolescenti, scoperte dai genitori.
- Stavo insegnando a tua madre, come sentire la magia che ha dentro se.
Rispose al ragazzo Regina, nella speranza che se la bevesse.
Nemmeno lei credette a ciò che aveva detto al figlio.
Gli occhi di Henry divennero due fessure che scrutarono entrambe le madri.
- Finché non litigate è ok.
Fece un sorrisone di gioia.
- Ho sonno.
- Vieni ragazzino, ti portiamo sul divano.
- Poi continuate a studiare la magia?
- Riposeremo anche noi, altrimenti saremo stanche quando arriva il nostro turno di guardia.
- Ok. Mi piace.

Disse Henry sorridendo.
- Che cosa?
Chiese Regina incuriosita.
- Che siate felici.
Entrambe le donne accennarono un sorriso.
- Buonanotte Henry.
- Buonanotte.

Rimboccarono le coperte al figlio che si mise a dormire.
Regina si diresse verso il muro, vicino ad uno scaffale, in un a zona un po’ appartata.
Vi si poggiò con la schiena e poi sospirando, si sedette a terra.
I Charming dormivano semi sdraiati, su di un altro divano, vicino ai tavoli da lettura.
Belle e Tremotino bevevano un thè, vicino al tavolo con gli alambicchi.
Emma si avvicinò a Regina sedendosi a fianco.
- Finirà tutto presto vedrai.
Il Sindaco poggiò la testa, sulla spalla della ragazza accanto a se.
- Ho sempre desiderato una vita semplice...normale. Solo io, la persona che amo ed eventuali figli. Basta.
Emma ascoltava silenziosa.
- Dimentica tutto...sto diventando ridondante.
- Pensi a Daniel?

Regina rise nervosa.
Ogni volta che udiva quel nome, le mancava il respiro.
- No.
Il turno di Belle e Rumple era finito. Decisero di andare a dormire, ma per accomodarsi, avrebbero dovuto passare davanti alle due sedute a terra.
Mr. Gold prese Belle da un braccio fermandola. Voleva ascoltare.
- Non si origlia...non è corretto.
Bisbigliò la bibliotecaria riprendendo Rumple, che le sorrise.
Le due non si accorsero di nulla.
- Pensavo...
Regina alzò la testa dalla spalla di Emma per poterla guardare negli occhi.
- ...a noi.
Lo Sceriffo accarezzò le mani che la mora teneva in grembo, per poi intrecciare le sue dita con quelle dell'altra.
Gold e Belle si guardarono incuriositi.
Belle si sporse un po’ di più per poter vedere e sentire meglio.
- Non era corretto vero Belle?
Rumple rise a bassa voce. Lei rispose con una linguaccia.
Emma si avvicinò a Regina.
Voleva baciarla, farle sentire come il suo cuore batte per lei, ma il rumore di un libro che cadde a terra le interruppe bruscamente.
- Oh accidenti!
Disse la bibliotecaria risistemando il libro sullo scaffale.
- Io...non volevo disturbare.
Il Sindaco le fece un gesto di stizza, per dire alla donna che non disturbi oltre.
- Vai a riposare Belle, io do un'ultima occhiata alla pozione. Ti raggiungo a momenti.
Gold diede una carezza sul viso dell'amata, prima di dirigersi nuovamente a scrutare gli alambicchi.
Regina aspettò che i due si allontanassero, poi distese le gambe sul pavimento.
Si sorrisero dolcemente.
Emma voleva stringerla a se.
Si avvicinò a Regina per accarezzarle il viso.
I loro occhi non persero mai il contatto.
Il Sindaco con una mano la scostò per poi alzarsi in piedi.
Emma smise di respirare.
Regina le tese la mano che venne afferrata dallo Sceriffo.
Che stava succedendo? Si chiese la bionda.
Il Sindaco si diresse verso gli scaffali sul fondo della biblioteca, lontano dagli occhi e dalle orecchie dei presenti.
- Dove stiamo...
Regina mise il dito indice sulle labbra di Emma, spingendola delicatamente contro il muro.
La baciò.
Si lasciò guidare da quei sentimenti, offuscati dal tempo, immergendosi in quella passione dimenticata.
La mano di Regina accarezzò i suoi bellissimi capelli, color del grano.
Emma la teneva stretta a se afferrandola alla vita.
Dio quanto la voleva.
In quella situazione di allerta costante, stare in intimità era l'ultimo dei loro pensieri, ma l'attrazione, l'alchimia fra loro era senza controllo, e cresceva giorno dopo giorno.
Ad ogni suo bacio, ad ogni suo tocco ne voleva sempre di più.
Emma sbottonò la camicia bianca di Regina.
Voleva toccare la sua pelle...accarezzarla, sentirne il suo calore.
Quant'era bella...
Regina mise le mani sotto la maglia di Emma.
I loro respiri così veloci.
- Ti voglio.
Sussurrò all'orecchio di Regina lo Sceriffo, che la afferrò capovolgendo la situazione.
Ora la mora era spalle al muro.
- Io...non credo...sia il momento.
Le loro bocche si cercavano affamate di baci.
Il loro desiderio era al limite.
- E' pronto! Possiamo procedere!
Gridò Gold, facendole rinsavire.
Le due si sistemarono per raggiungere l'uomo, che in quell'istante odiavano più di ogni cosa al mondo.
- Che c'è mia cara...vi ho disturbate?
Emma gli lanciò uno sguardo infuocato.
- Stia zitto.
I Charming li raggiunsero svegliati da Belle.
- Come dobbiamo procedere?
- Belle, tesoro. Hai una carta geografica, di questo delizioso paese?

Chiese con ironia.
La bibliotecaria la mise subito sul tavolo dopo essere andata a recuperarla.
Dalla tasca Gold estratte un cristallo appeso ad un legaccio in cuoio.
Lo immerse nella pozione e poi lo fece roteare sopra la mappa.
- Riesci a vedere dove si trova il libro?
Chiese Henry incuriosito.
- La calma è la virtù dei forti, ragazzo mio.
Appena il cristallo si fermò su di un punto della mappa, un rumore forte all'esterno dell'edificio in cui si trovavano, li fece sobbalzare.
- E' qui. Il Libro è fuori di qui!





Note di Alex: Eccomi con un pò di azione...in tutti i sensi :D
Vi ringrazio un sacco per i commenti che sono aprezzatissimi! Fatemi sapere che ne pensate.
Ciao alla prox :)
  
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