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Autore: lapervincachescoppietta    08/10/2013    3 recensioni
E se Clary fosse rimasta a casa quando Jocelyn è stata rapita?
E se non avesse incontrato Jace?
La storia parla dell'eventualità che Jocelyn avesse messo in punizione Clary quando viene presa e di conseguenza anche Clary viene presa da Valentine.
Attenzione Spoiler Città di vetro quindi chi non vuole sapere non legga.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jocelyn Fray, Jonathan, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Un po' tutti, Valentine Morgenstern
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Niente da dire per questo capitolo, forse solo scusate per il ritardo e che per lunghezza io la paragono alla Divina Commedia, giusto per esagerare. Va bé vi lascio alla storia. Sofis_ Per un attimo Clary ebbe un tuffo al cuore, questo ragazzo che l’aveva rapita e la stava per mettere in una cella affermava di essere suo fratello. -Tu non sei mio fratello, io sono figlia unica! Mio padre si chiamava … - - Si certo, tutte storie che ti ha raccontato nostra madre per proteggerti, come dice lei, da me e da nostro padre. Non sei contenta di avere un fratellone? Anche io ho sempre sognato di avere qualcuno con cui stare nei momenti di solitudine. – Un sorriso perfido si formò sulle sue labbra, era davvero attraente, non era un bellezza comune, forse erano gli occhi oppure i capelli, ma Clary si sentiva molto attratta da Jonathan, ma se quanto diceva era vero forse era una cosa dannatamente sbagliata. - Io non ho mai voluto un fratello. – - Bé io si, quindi adesso da brava sorella minore entrerai qui dentro e risponderai alle mie di domande. – Le fece cenno di entrare. Lei obbedì ancora pensierosa e confusa. – Bene, hai mai visto tua madre maneggiare una coppa? – Clary era appena tornata in sé, si era resa conto di essere in una cella. - Se devi farmi solo qualche domanda perché sono in gabbia? Un fratello maggiore non dovrebbe proteggere la propria sorellina? – Clary si costrinse a fare un sorrisetto striminzito. - Mi dispiace, ma non posso farti uscire, sono ordini di mio padre, ma sappi che vorrei. – - Non credo che ti dirò niente allora, la tua domanda non avrà una risposta. – - Allora resterai qui invece di dormire in un lussuoso letto a baldacchino. Buonanotte. – -Aspetta! Devo vedere mia madre. – Non ci fu una risposta, forse non aveva sentito o probabilmente l’aveva ignorata. Tanto valeva provare a dormire, non poteva fare molto in quel momento, si maledì di aver lasciato il cellulare sul tavolo, proprio quando servono le cose non ci sono. Jonathan continuava a pensare a Clarissa, alle sue labbra carnose, ai suoi occhi verdi, ma soprattutto ai suoi capelli rossi come le fiamme dell’inferno. Voleva baciarla, voleva prendersi il possesso di quelle labbra da cui escono le sue parole, voleva che fosse solo sua, che non appartenesse a nessun altro - Jonathan, la pozione è pronta lo stregone è qui, vai a prendere Clarissa nei sotterranei. – - Ma non doveva essere pronta fino a domani.- “Stupido stregone, non poteva essere più lento.” Penso Jonathan. - Il nostro caro amico è stato più veloce, almeno Jocelyn sarà dalla nostra parte. – Valentine si dedicava a questo da ormai tre mesi, per lui era diventato il pensiero fisso, riprendersi sua moglie e portarla dalla sua parte; crede che suo figlio sia d’accordo con lui, ma lui non vuole sua madre con loro neanche se lei è consenziente. Sperava di poter restare così per sempre, senza donne inutili e deboli. – Muoviti, per farle bere la pozione bisogna che ci sia Clary. – - Vuoi farla bere anche a lei? – - Devo ancora decidere, ma forse il suo istinto di madre le impedirà di farla bere alla figlia e si sacrificherà lei; chissà che forse non sarà lei a svelarle chi è veramente. – - Non servirà, lo sa già. Mi ha chiesto chi era mia madre e io gli ho detto che è mia sorella, ti ho tolto la fatica di svelarglielo. – -Non lo doveva sapere subito, sei stato impulsivo, lo sai che verrai punito per questo. – Certo che lo sapeva, quante frustate? Cento? Duecento? Tanto ormai non servono più a niente, sono come delle sgradevoli compari che gli sono state accanto dall’infanzia. – Ora valla a prendere, non abbiamo tempo da perdere. – Annuì in silenzio e si diresse nei sotterranei. Clary sentiva le gocce scendere e incontrare il pavimento di pietra, quasi come un lento sonnifero. Pensò che forse fuori stava piovendo, chissà. Pensava a Simon, era preoccupata, forse aveva chiamato la polizia, non che servisse a molto, non sapeva neanche dove l’avevano portata, perché proprio a lei? Sentì dei rumori venire dalle scale da dove era venuta e si nascose sotto il letto. -Sorellina? Dove sei? Tua madre si sta cercando vuole vederti.- Clary stava per uscire dal nascondiglio, ma si fermò un attimo a pensare, forse era una trappola. – Dai vieni fuori Clarissa, tanto lo sai che ti trovo comunque, la cella non è molto grande, non ci sono molti luoghi in cui nascondersi. – Clary sentì la cella aprirsi e dei passi avvicinarsi alla panca e fermarsi. – Non sei sotto la panca. – Passi si diressero verso il lavandino. – Mi pare che è leggermente impossibile che tu sia nascosta sotto il lavandino quindi …. – Clary non sentì neanche i passi che si avvicinavano quando si sentì afferrare le caviglie e tirare indietro. Due braccia la presero per le spalle e la girarono, si ritrovò a fissare due pozzi neri molto vicini ai suoi. – Cucù. – -Allontanati! Preferisco rimanere qui piuttosto di venire con te! – Lui si fece ancora più vicino. - Te l’ho detto, tua madre vuole vederti, non vorrai mica disubbidire alla mamma? – -No, ma io non ci credo che lei ha chiesto di vedermi. – -Allora credici, non ti mentirei mai. – Si avvicinò ancora un po’ e le lasciò un piccolo e veloce bacio a stampo. – Vieni con me quindi? – Clary era ancora sconvolta da quel gesto e non riusciva a muoversi così Jonathan la sollevò e la portò al piano di sopra dove la aspettava una sorpresa … Valentine guadava Jocelyn, lui non lo aveva mai ammesso, ma gli mancava molto, da lei si sentiva accettato e sostenuto, anche se lei non lo ha mai fatto veramente. -Finalmente ti riavrò con me Jocelyn, finalmente saremo una famiglia vera, ti avrò con me e staremo insieme. – Si accorse che dei rumori provenivano dalle scale, aprì la porta e ritrovò Jonathan con Clarissa stesa ai suoi piedi, i capelli rossi sulle scarpe del ragazzo. – Che le hai fatto? – -E’ sveglia, sta solo giocando. Vero, Clary? – Lei emise un mugugno dalla sua bocca che era nascosta dai capelli. -Tirala su e portala di là. Non ho voglia di aspettarla. – Jonathan la tirò su e lei cerco di scostarsi da lui, ma evidentemente il biondo era molto più forte, la prese da dietro e se la spinse sul petto; lei ormai non poteva più muoversi e quindi dovette arrendersi. Appena Jonathan la spinse nella camera lei spalancò gli occhi vedendo sua madre inerme su quel letto con polsi e caviglie legati. Con una forza che lei non aveva mai pensato di avere si liberò dalla presa di Jonathan e corse verso sua madre proprio mentre Valentine stava svegliando Jocelyn con un farmaco. La donna aprì gli occhi lentamente e si ritrovò la figlia affianco con uno sguardo preoccupato. -Mamma! Stai bene?- Clary sembrava sconvolta, capelli erano più disordinati del solito e negli occhi si vedevano già le prime lacrime. -Sì, sto bene e tu? Cosa ti hanno fatto? – A quella domanda Jonathan sbuffò e rivolse lo sguardo da un’altra parte, interessandosi alla pioggia che scendeva dietro alla finestra. -Noi non le abbiamo fatto niente e per quanto mi commuova questa dolcissima scena abbiamo molte cose da fare. – Staccò la figlia dalla madre in un modo non esattamente gentile e la lasciò a Jonathan mentre lui sorrideva compiaciuto. Prese dal cassetto una boccetta con del liquido nero e la porse al ragazzo mentre lui ne prendeva un’altra con lo stesso contenuto. -Che cos’è. – Chiese Jocelyn con tono di diffidenza. -Sai, ho molti amici stregoni e uno di loro mi ha preparato questo. – Facendo oscillare il liquido nella boccetta. – Serve a far emergere il lato diciamo “oscuro” di una persona e visto che non vuoi collaborare ho pensato che questo poteva funzionare, ma se non la vuoi prendere tua figlia sarà più che contenta. – Il biondo stappò la boccetta e la avvicinò alle labbra di Clary che lei serrò all’istante. -No! Ti prego, ti dirò quello che vuoi, ma non farlo. – -Ma io non voglio informazioni, almeno non solo, io ti voglio con me in questa guerra, voglio che tu combatta al mio fianco.- -Io non voglio, hai trasformato mio figlio in un mostro e se non fossi andata via avresti fatto lo stesso con Clary! – Valentine fece un cenno a Jonathan che inclinò un po’ la boccetta facendo avvicinando il liquido alla bocca di Clary. –Aspetta! D’accordo, la berrò io, ma sappi che anche se mi trasformerai io non crederò mai davvero in quello che tu pensi sia giusto. – - Commovente. Ora non cercare di opporti per favore. – Si avvicinò al letto con un sorriso soddisfatto e tirò su la testa di Jocelyn e facendo scorrere quel liquido nero lungo la sua gola. All’inizio sembrava non funzionare, ma poi la donna fu colta da degli spasmi; Clary cercò di dimenarsi per andare ad aiutare la madre, ma le braccia di Jonathan la tenevano ben salda. Quando gli spasmi finirono Jocelyn aprì gli occhi e subito Valentine la slegò dalle cinghie che la tenevano stretta. Si guardò intorno fino a fermarsi su Jonathan e Clary. Lei era sconvolta e guardava sua madre in attesa di una reazione, invece lui la guardava con indifferenza. Valentine la guardava compiaciuto del suo lavoro, ora finalmente poteva riavere la donna che amava e la coppa mortale, finalmente aveva riunito la famiglia. - Buonasera mia cara famiglia; Jonathan, mi potresti fare il favore di lasciare tua sorella? – Piaciuta? Alla prossima settimana!
  
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