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Autore: ineedhoran    08/10/2013    25 recensioni
Niall e Emma si conoscono online e fra di loro si instaura un'insolita amicizia a distanza, destinata però a terminare nel momento in cui il ragazzo - grazie al grande successo dovuto a un talent show canoro - scopre la fama. Emma è delusa dal comportamento dell'ormai ex amico e decide di non avere più niente a che fare con lui. Ma non sa che dovrà affrontare ciò che il destino ha in serbo per lei.
-
Questa fanfiction è l'intreccio di cinque storie diverse, ma tuttavia legate fra loro. Liam, Zayn, Louis e Harry ne saranno protagonisti tanto quanto Niall.
Buona lettura!
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- 24 -
are we more?



Niall osservò Harry ed Emma a lungo. Tutto quello che i suoi muscoli gli suggerivano era di incamminarsi verso i due ragazzi e prendere a calci nel culo quello stronzo del suo amico, ma quel briciolo di buon senso che gli era rimasto gli impose di girare i tacchi e tornarsene a casa.
Per quanto bene volesse ad Emma, non poteva proteggerla da tutto e se la decisione della ragazza era quella di stare con il riccio - sebbene tutti le avessero ripetuto che lui non era affatto il tipo da storia d'amore con fiori e cioccolatini - Niall doveva farsene una ragione e lasciare che la sua migliore amica corresse il rischio di venire usata da Harry per i suoi soliti scopi.


Charlie aveva proposto di andare a cena fuori in un ristorante messicano e Liam aveva accettato senza obiezioni, decidendo però di invitare anche Louis e Macy.
Sentiva il bisogno di sapere cosa passasse per la mente di Charlie e per quale motivo interrompesse quei momenti così intimi sempre sul più bello, ma sapeva che se fossero usciti da soli e lui gliel'avesse chiesto senza peli sulla lingua, avrebbero finito mettendosi a discutere nel bel mezzo del ristorante, e non gli sembrava davvero il caso.
In quel momento la riccia si trovava affianco a lui e stava chiacchierando con Macy, seduta di fronte a lei, di qualcosa che Liam faceva fatica a seguire. La sua testa era da tutt'altra parte.
- Tutto bene, amico? - domandò Louis, vedendo che il ragazzo stava osservando con lo sguardo vuoto i tacos che si trovavano nel suo piatto.
- Mh? Sì, sto bene - rispose Liam, mettendo su un sorriso finto che non passò inosservato a Charlie.
- Sei sicuro? Ultimamente ti vedo un po'... strano - disse lei.
- Ma davvero? - borbottò lui ironicamente.
La riccia diede uno sguardo veloce a Louis e Macy e poi tornò ad osservare Liam, sebbene si sentisse leggermente a disagio per il tono che il suo ragazzo aveva appena usato.
- E' successo qualcosa? - gli chiese con fare premuroso, poggiando una mano sulla spalla del ragazzo.
Liam la guardò negli occhi profondamente prima di rispondere. - Forse dovresti porre questa domanda a te stessa.
Lei assunse un'espressione confusa. - Come?
Il ragazzo sbuffò. - Non mi piace questa storia. Il fatto che mi menti, mi nascondi le cose - ammise lui, e dallo sguardo di Charlie capì che lei aveva perfettamente inteso l'argomento a cui stava alludendo. - Siamo una coppia, non ci dovrebbero essere segreti. Non ha senso avere una relazione in cui non c'è sincerità.
Louis e Macy avevano ascoltato attentamente tutta la conversazione, e in quel momento videro Charlie abbassare lo sguardo e arrossire. Si sentiva palesemente in imbarazzo e dal suo atteggiamento sembrava tutt'altro che una ventiduenne. Piuttosto una bambina di nove anni colta con le mani nel barattolo della Nutella.
- Preferisci parlare in privato? - chiese Liam, vedendo che la sua ragazza non sembrava propensa a rispondere. - Andiamo.
La prese per mano ed entrambi si alzarono dalle loro sedie, dirigendosi verso le cucine del ristorante. Un cuoco di nome Fred, non troppo alto e neanche troppo magro, salutò Liam con una pacca sulla spalla e in men che non si dica la coppia si trovò sul retro del ristorante, assieme ai bidoni della spazzatura.
- So che non è il posto più romantico del mondo, ma penso anche io che questa sia una conversazione abbastanza privata e non mi sembra il caso che Macy, Louis o qualsiasi altro cliente del locale origli. Nemmeno tu, Fred! - urlò, avvicinandosi alla porta della cucina. Si sentì un gran trambusto causato probabilmente da pentole che cadevano e poi delle scuse farfugliate e dei passi allontanarsi.
Liam aspettò che la ragazza prendesse parola, ma non lo fece. Aveva uno sguardo colpevole, però non si decideva ad aprire bocca.
- Allora? Che problema c'è?
La riccia si toccò nervosamente i capelli. - Io... io non...
- "Tu non" cosa?
Lei sospirò e si sedette sul gradino della porta.
- Charlie - Lei alzò lo sguardo e vide che Liam si era accucciato di fronte a lei. - Sono preoccupato. Ho pensato a tutte le possibili opzioni per cui tu ti comporti in questo modo e alcune sono davvero tremende, quindi, ti prego, smettila di farmi stare così in angoscia e dimmi perché ogni volta che siamo sul punto di fare l'amore, tu ti tiri indietro.


Niall si voltò di spalle a Harry e Emma - che erano ancora avvinghiati uno all'altro - e si diresse verso la propria automobile. Stava pensando a quanto gli avrebbe fatto male vedere la sua amica in lacrime una volta giunta al capolinea di quella sorta di relazione che stava creando con Harry - e l'Irlandese era sicuro che non sarebbero passate più di due settimane - quando il biondo sentì proprio la dolce voce della ragazza chiamare il suo nome.
Imprecò a bassa voce prima di voltarsi e scorgere Emma avvicinarsi a lui camminando rapidamente. Dietro di lei il riccio aveva un'espressione non esattamente felice.
- Cosa ci fai qui? - tuonò la ragazza.
- Niente - mentì lui.
- E' venuto a controllarti - ghignò Harry, ricevendosi un'occhiata omicida da parte del biondo.
- Chiudi la bocca - disse Niall a denti stretti.
- Non puoi credere di potermi comandare, Niall - riprese la parola la ragazza.
- Io non voglio comandarti, voglio solo proteggerti.
- Proteggermi da cosa? E' la mia vita, Niall, e come hai detto tu io e te siamo solo amici, quindi di sicuro non hai voce in capitolo in questa situazione - sibilò lei, cercando di non far trasparire tutta la riluttanza che aveva provato pronunciando le parole "solo amici".
Non aveva voce in capitolo? Al diavolo il buon senso, non poteva permettere che Harry la usasse. Andava contro la sua volontà. - Io voglio proteggerti da lui! - esclamò indicando il riccio. - Come puoi volergli dare una possibilità? Sembra quasi che tu non sappia che il suo unico scopo è portarti a letto!
- Finiscila di dire cazzate - sputò Harry, cingendo i fianchi di Emma con un braccio. - Ti ho detto più volte che non ho quelle intenzioni, non con lei, e accusarmi in questo modo in sua presenza è davvero da bastardo - disse, voltandosi poi di spalle e portando con sé la bionda.
- Perché, vuoi dirmi che non vorresti scopartela?
Harry si fermò repentinamente e tornò a guardare il biondo. Gli si avvicinò fino ad arrivare esattamente di fronte a lui, mentre Emma rimase a qualche metro di distanza.
- Certo che voglio scoparmela, e ci riuscirò presto. Magari anche questa stessa sera - bisbigliò, in modo che la ragazza non potesse sentirli.
Harry non pensava sul serio quelle cose, o meglio, magari ci sperava, ma davvero portarsela a letto non era il suo unico pensiero. Quelle parole erano state pronunciate per il semplice gusto di provocare Niall, ed evidentemente ci era riuscito fin troppo bene.
Non fece neanche in tempo a rendersi conto che l'Irlandese aveva tirato indietro un braccio, che le nocche del biondo si scontrarono violentemente sulle labbra di Harry, provocandogli un dolore lancinante.
A causa dell'impatto il riccio fu costretto a voltare il viso destra e, dopo qualche secondo di sbigottimento, si rese conto che stava sanguinando.
- Brutta testa di cazzo, mi hai spaccato il labbro! - inveì fiondandosi poi sull'Irlandese e spingendolo contro una macchina.


Zayn si stava rivestendo, mentre Heather era ancora sdraiata sul letto e stava osservando dalla testa ai piedi il corpo perfetto del moro.
- Non vuoi uscire? - domandò il Pakistano, siccome la ragazza non sembrava dell'idea di alzarsi.
Infatti lei sorrise e scosse la testa. - Cosa vuoi fare? Un secondo round? - ghignò lui.
Heather assunse un'espressione maliziosa e fece cenno di sì.
Zayn si gettò nuovamente sul letto e riprese a baciare la ragazza fino a toglierle il respiro. Aveva notato che negli ultimi giorni sembrava essere diventata molto più esigente, trascorrevano assieme la maggior parte delle giornate e la metà le passavano a fare sesso. Non che a lui dispiacesse, ovvio, sebbene non riuscisse a togliersi Victoria dalla testa era pur sempre un ragazzo di venti anni e come tale aveva dei bisogni e dei desideri da soddisfare.
- Ora andiamo? - chiese dopo più o meno un'ora, mentre era a pancia un su sul letto e stava ancora cercando di riprendere fiato.
Heather si mise a cavalcioni su di lui e sfiorò il naso del ragazzo con il proprio. - Come vuoi - bisbigliò, iniziando poi a baciargli languidamente la mascella.
Lui la lasciò fare per un po', ma poi fu costretto a fermarla. - Se continui così saremo obbligati anche a fare un terzo round - ridacchiò.
In tutta risposta lei scese sul busto del ragazzo e prese a baciagli i pettorali.
- Come mai sei così allupata ultimamente? - rise Zayn, attirandola a sé e baciandola in modo tutt'altro che casto.
Lei si strinse nelle spalle e poi, dopo aver ricevuto una leggera sculacciata da parte del ragazzo, si alzò dal letto svogliatamente per raggiungere i propri vestiti e andare nel bagno della sua stanza. Quando fu pronta, Zayn si trovava già sulla soglia di casa.
- Ciao mamma, io esco! - esclamò la ragazza prima di chiudersi la porta alle spalle, ricevendo un semplice "ciao tesoro" come risposta.
Zayn la guardò con un'espressione scioccata. - Tua mamma era in casa? Ma avrà sentito tutto!
- Lo so. Ma se non fossi venuto qua non avremmo fatto niente, e non volevo rinunciare a questo - disse, toccandogli il pacco e guardandolo più che maliziosamente.
- Smettila di provocarmi, ho fame e se andiamo avanti di questo passo mangeremo domani mattina - la ammonì.
- Dai, facciamo una cosa veloce - cantilenò lei.
- No, Heather! - scoppiò a ridere il moro, mentre i due salivano in macchina.
- Okay - borbottò. - Solo perché sono affamata anche io.
Dopo neanche dieci minuti i due si trovavano seduti al tavolino di un ristorante kebab. Ordinarono panini e patatine e, fra una chiacchiera e l'altra, li divorarono in un baleno. Nonostante ciò si trattennero lì a lungo, parlando di qualsiasi cosa venisse loro in mente. Era questa una delle cose di Heather che più piacevano a Zayn: il fatto di poter intavolare qualsiasi tipo di argomento con lei. In sua compagnia si trovava davvero bene, non si annoiava mai e per giunta a letto non era niente male. Inoltre non poteva negare di essercisi affezionato almeno un po', ed era principalmente quello il motivo per cui, sebbene fosse sicuro di essere innamorato di Victoria, non riusciva a decidersi a lasciarla.
Quando Heather informò il ragazzo di dover andare in bagno, lui decise che mentre l'aspettava avrebbe seguito qualche fan su Twitter, siccome lo faceva davvero poco spesso.
Non fece nemmeno in tempo a sfilare il proprio cellulare dalla tasca, però, che una voce fin troppo familiare attirò la sua attenzione.
- Chi non muore si rivede - disse Victoria, in piedi di fronte al tavolo del ragazzo. Lui rimase a bocca aperta, senza riuscire a formulare una qualsiasi frase di senso compiuto. - Posso sedermi? - domandò lei, indicando la sedia che fino a qualche minuto prima era appartenuta a Heather.
Lui annuì, pensando a una scusa plausibile da poter dire alla sua morosa una volta tornata dal bagno, quando lo avrebbe trovato in compagnia di Victoria.
Poi realizzò che la ragazza di cui era innamorato - che non vedeva da quasi un mese ormai - in quel momento si trovava di fronte a lui, e smise di pensare a qualsiasi cosa non riguardasse lei.
La mora lo stava osservando attentamente da dietro gli occhiali da vista, probabilmente aspettando che dicesse qualcosa. Ma cosa avrebbe potuto dire? L'ultima volta che si erano visti lei gli aveva praticamente confessato di amarlo, e lui l'aveva cacciata via.
Zayn si schiarì la voce e le pose la prima domanda che gli passò per la testa. - Come mai qua?
Lei alzò le spalle. - Ci lavoro - disse, indicando il blocchetto per le ordinazioni appoggiato sul tavolo, di cui a Zayn non si era nemmeno accorto. - Assurdo, vero? Con tutti i lavori che ci sono al mondo, ne ho trovato proprio uno che mi ricorda te.
Il pakistano accennò un sorriso, ricordandosi di quella volta in cui le aveva fatto una serenata, portandole anche del cibo giapponese takeaway. E lei, tra una cosa e l'altra, l'aveva etichettato come kebbabaro. Ne era passato di tempo da quel giorno.
- E come se non bastasse, con tutti i ristoranti kebab che ci sono a Londra, tu vieni proprio in questo qua. - notò Victoria. - Hai per caso deciso di farmi da stalker, Malik? - rise poi, anche se Zayn riuscì a notare quel velo di tristezza nel suo tono di voce.
- No, no... - mugugnò lui, quasi in difficoltà, facendo poi piombare un silenzio imbarazzante.
- Ogni volta che i clienti ordinano un kebab senza cipolla mi viene in mente la frase che aveva detto quella ragazza a casa tua - disse lei di punto in bianco, evitando di proposito lo sguardo del ragazzo. - Quella che aveva detto che io volevo essere la cipolla del tuo kebab, o una cosa del genere - farfugliò, arrossendo leggermente.
Zayn capì che stava parlando di Macy, il giorno in cui si erano riuniti nell'appartamento suo e dei ragazzi per giocare a Twister.
- Capita davvero raramente che la gente non voglia la cipolla nel kebab, ma ogni volta che succede penso: "possibile che Malik sia proprio il kebab di uno dei pochissimi clienti che non vuole la cipolla?" - raccontò, alzando finalmente lo sguardo. - Oddio, ma cosa sto dicendo? - ridacchiò dopo, coprendosi il viso con una mano.
Lui sorrise e le sfiorò l'altra mano, quella appoggiata al tavolo. - Se può farti stare meglio, io il kebab l'ho preso con la cipolla.
Vicki sorrise tristemente e si alzò in modo goffo dalla sedia, facendo quasi rovesciare le due lattine di coca-cola.
- Mi piacerebbe avere con te una conversazione che non rasenti il ridicolo, Malik. Però ti guardo e l'unica cosa che riesco a vedere è tutto ciò che ho perso, quindi mi limito a dire cose assurde per smorzare l'atmosfera e cercare di non insultarmi da sola per essere stata così stupida. - Asciugò repentinamente una lacrima traditrice sfuggita al suo controllo e poi riprese a parlare. - Ad ogni modo sono davvero felice che tu abbia trovato una brava ragazza come lei - disse, alludendo ad Heather. - Certo, preferirei esserci io al suo posto, ma ormai ho perso tutte le occasioni. Lei è stata più intelligente di me, ha saputo apprezzati fin dal primo momento, cosa che io non sono riuscita a fare - sospirò. - E' davvero una ragazza fortunata - detto questo si voltò di spalle e camminò velocemente verso una porta sopra la quale c'era scritto "PERSONALE".
- Vicki, aspetta! - la chiamò Zayn, ma lei ormai era sparita, lasciando sul tavolino il blocchetto per prendere le ordinazioni e nel petto del Pakistano una voragine incolmabile.


Harry assestò un pugno nello stomaco a Niall, facendolo piegare in due dal dolore. In men che non si dica, però, il biondo afferrò l'altro per il colletto della camicia e gli tirò un'altro pugno, questa volta sull'occhio.
Emma, che fino a quel momento era rimasta ad osservare la scena paralizzata, si avvicinò ai due e spintonò l'Irlandese, sperando che quel gesto gli avrebbe fatto allentare la presa su Harry.
- Lascialo! - esclamò. - Niall, lascialo immediatamente!
Quell'attimo di distrazione costò caro al biondo, che ricevette un calcio negli stinchi da parte di Harry.
Emma approfittò di quella poca distanza che si era creata fra i due per mettersi in mezzo, sperando che non l'avrebbero coinvolta nella rissa. - Basta, smettetela! - gridò, allungando le braccia per cercare di tenerli lontani.
- Mi fai schifo - sputò l'Irlandese, rivolgendosi ovviamente all'altro.
- Niall, piantala! - abbaiò Emma. - Non è possibile che vi siate ridotti a prendervi a botte per... per cosa, poi? - domandò retoricamente. - Harry, sto uscendo con te, okay? Quindi finiscila di provocarlo! E tu - disse, puntando il dito contro il petto di Niall - devi capire che non puoi decidere per me. E tantomeno prendertela con Harry, perché sono stata io a lasciare che mi baciasse ieri sera, io ad aver accettato di dormire con lui e io ad aver acconsentito ad uscirci assieme oggi. Invece di arrabbiarti, non potresti semplicemente essere contento per me, come farebbe un amico normale? - lo implorò, quasi al limite dell'esasperazione. Poi si avvicinò a Harry premurosamente per controllare i danni che aveva riportato il suo viso.
Emma era di spalle a Niall, ma Harry lo vide. Vide l'Irlandese guardarli con l'odio e la rabbia che traboccavano dagli occhi, e poi scuotere la testa.
- No - si limitò a dire, facendo voltare la bionda nella sua direzione.
- "No" cosa? - chiese lei, visibilmente irritata all'idea che l'amico credesse ancora di poter avere voce in capitolo.
- No, non voglio fingere di essere felice per te. Perché so già come finirà, con te distrutta e io a cercare di tirarti su il morale, come se non ti avessi detto miliardi di volte che Harry, sebbene dica il contrario, si stuferà presto di te e non ci penserà due volte a rimpiazzarti.
Il riccio si sentì tradito. Con lei non aveva quelle intenzioni, perché nessuno, nemmeno i suoi migliori amici, sembrava volergli credere?
- Ma io non voglio arrivare a quel punto, okay? - continuò Niall. - A differenza sua, io tengo davvero a te e non ce la farei a vederti piangere per lui. Perciò, se ora vuoi uscire con Harry, fallo, ma non devi più cercarmi.
- Come? - domandò la bionda, sperando di aver inteso male le parole del suo migliore amico.
- Devi scegliere, Em. O lui, o me.
La ragazza si sentì sprofondare. Aveva inteso benissimo.
- Se vuoi che continuiamo ad essere amici, questa cazzata fra te e lui deve finire immediatamente. Se invece preferisci stare con lui, sei libera di farlo. Ma per me non esisti più.
Il cuore di Emma cominciò a scalpitare a raffica e la testa le si affollò di pensieri.
- Come puoi costringerla a fare una scelta? - sbraitò Harry, avvicinandosi alla bionda. - Non pensavo che fossi così miserabile, così... egoista. Fai passare me per quello cattivo, però non ci pensi due volte quando imponi a lei di dover rinunciare a una persona a cui tiene. Gli amici non fanno così. E se deve scegliere fra un amico come te, e me, credo che non ci debba neanche pensare molto.
- Non deve per forza rinunciare a te. Se scegliesse me, voi potreste rimanere amici, mica le vieterei di parlarti. Non voglio semplicemente che lei esca con te come potenziale fidanzata, e, caro Harry, mi pare anche normale un atteggiamento come il mio, dopo tutte le ragazze con cui hai trascorso una notte e delle quali non sapevi nemmeno il nome.
Il riccio questa volta si rivolse a Emma. Le prese il viso fra le mani e la guardò negli occhi neri come la pece. - Ti prego, credimi. E' vero, in passato ho avuto tante ragazze, ma con te è diverso. Io non ti sto chiedendo di scegliere, solo di darmi una possibilità.
Emma osservò a lungo lo sguardo apparentemente sincero di Harry, poi si voltò verso Niall. Guardò di nuovo Harry, poi Niall, e infine un'altra volta Harry.
Nella sua mente continuava a recitare la supplica quasi disperata del riccio e le parole del suo migliore amico, che l'aveva meschinamente posta davanti a un bivio.
- Un giorno mi ringrazierai, Em - disse infine il biondo.
Dopo qualche secondo, Emma finalmente aprì bocca. - Gli amici non fanno così - ripeté ad alta voce le parole di Harry, osservando lo sguardo duro di Niall, che si trovava a pochi metri da lei. Poi si voltò verso il riccio e, malgrado il labbro gonfio, lo baciò dolcemente, accarezzandogli i capelli morbidi e lasciandosi cingere i fianchi dal ragazzo che, felice che la bionda avesse scelto lui, le sussurrò un leggero "grazie" e poi riprese a baciarla.
Niall osservò la scena attentamente e in quel preciso momento si senti l'uomo più povero del mondo. Quella era una chiara dimostrazione del fatto che la sua Emma avesse preferito Harry a lui. E senza di lei, a Niall sembrava di non possedere più nulla.
Si incamminò con la testa bassa e la coda fra le gambe verso la propria macchina. Privo di forze aprì lo sportello, si sedette sul sedile del guidatore e fissò lo sguardo di fronte a sé, fermo, con le mani che stringevano il volante e una marea di insulti rivolti a sé stesso che gli frullavano per la mente.
Sapeva che c'era la possibilità che Emma avrebbe scelto Harry, ma pensava che se fosse accaduto lui si sarebbe sentito più libero, con un peso sullo stomaco in meno, insomma.
Invece tutto quello che provava era dolore. Fisico, emotivo, psicologico.
Sembrava assurdo ma il solo pensiero che non sarebbe più stato la causa del bellissimo sorriso della bionda, gli faceva del male. E la cosa più ridicola era che non si era nemmeno accorto che fosse così dipendente da lei, dalla sua risata, dalla sua voce, dal suo tocco.
Non poté fare a meno di pensare a come fosse la sua vita prima che Emma si trasferisse nel suo palazzo: vuota, noiosa, senza alcun tipo di pensieri eccetto il lavoro e i fan.
Quindi da quel momento sarebbe tornato a trascorrere la maggior parte dei suoi pomeriggi e delle sue serate a casa in solitudine? Senza che nessuno arrostisse con lui i marshmallow, gli mettesse la crema anti-brufoli o giocasse assieme a lui con la neve? Che lo facesse stare bene con ogni singolo gesto e che lo rendesse felice con ogni parola?
Niall si accorse che si era messo a piangere solo quando qualcuno bussò sul finestrino del passeggero, facendolo spaventare. Passò una mano sulle guance bagnate e poi si voltò verso la figura che si trovava dietro il finestrino appannato. Impiegò qualche secondo a mettere a fuoco la ragazza bionda che era lì in piedi affianco alla sua macchina, e appena si rese conto che si trattava di Emma, si allungò per aprire la portiera e farla entrare.
Lei non disse nulla, ma si sedette sul sedile affianco al suo e si sporse verso di lui, per poi stringerlo in un abbraccio che fu in grado di trasmettere molto più di quanto delle semplici parole avrebbero potuto fare.

Si tennero per mano lungo tutto il viaggio in macchina verso casa, e anche mentre entrarono nel palazzo, mentre salirono sull'ascensore e perfino quando Niall aprì la porta del suo appartamento, che scoprì essere ancora vuoto.
Il biondo non sapeva perché alla fine Emma avesse scelto lui, e non voleva nemmeno saperlo. Ciò che gli importava era che in quel momento lei era lì con lui. Che aveva preferito la sua amicizia a una relazione con Harry.
E non poteva sentirsi più lusingato.
- Sai, questa sera sei davvero bellissima - disse l'Irlandese, rompendo quel silenzio che non era stato interrotto fin dalla discussione con Harry. Non appena si rese conto delle parole che gli erano appena sfuggite, però, diventò rosso fino alla punta delle orecchie. - Voglio dire - continuò, senza darle il tempo di rispondere - ti eri messa tutta in tiro, mi dispiace averti rovinato la serata - mugugnò.
- Non preoccuparti, avrò altre occasioni per andare a ballare - sospirò. Continuava a chiedersi si avesse fatto la scelta giusta. Insomma, lei si fidava di Niall, e c'era un motivo se aveva deciso di credere a lui piuttosto che al riccio. Però non poteva negare che in quel brevissimo lasso di tempo in cui lei e Harry si erano frequentati, la bionda si era sentita davvero bene, e sul serio aveva sperato che potesse nascere qualcosa.
Ma ormai era tutto finito. Aveva rinunciato ad una potenziale relazione con uno dei ragazzi più belli che avesse mai conosciuto in vita sua, solo ed unicamente per Niall.
D'altra parte, in quel preciso momento, mentre Emma veniva tormentata dai suoi stessi pensieri, l'Irlandese stava ribollendo di rabbia al solo pensiero dei corpi della sua amica e Harry che si strusciavano l'un l'altro a ritmo di una di quelle canzoni da discoteca che non facevano altro che aumentare l'eccitazione nella pista da ballo. E all'idea che Emma avrebbe voluto andare in un locale del genere, anche se non con Harry, al biondo venne immediatamente l'istinto di stare tutte le sere in sua compagnia a studiare, piuttosto che farla uscire.
Né Harry né nessun altro avrebbe approfittato di lei.
- Puoi sempre ballare qui con me - propose l'Irlandese, incamminandosi verso una vecchia radio da collezione che era appoggiata su un mobile del salotto.
Dopo averla accesa, dovette girare più volte una piccola rotellina prima di riuscire a trovare una stazione che si sentisse in modo decente.
Niall iniziò a muoversi come un matto sulle note di "Candy Man" di Christina Aguilera, prendendo Emma per le mani e saltellando per tutta la stanza, facendola divertire probabilmente molto più di quanto avrebbe fatto al Mahiki con Harry.
I due ridevano come pazzi mentre il biondo faceva piroettare Emma su se stessa, improvvisando mosse di jive jazz che a dirla tutta non erano nemmeno niente male.
Quando il pezzo terminò, la ragazza si accasciò sul divano, sfinita, sotto gli occhi divertiti dell'amico. - Già stanca? - le domandò, mentre le prime note di un'altra canzone iniziarono a fuoriuscire dalle piccole casse. - Ma è "Sway" di Michael Bublè! - esclamò Niall, correndo verso la radio per alzare il volume. Subito dopo tornò da Emma che, con qualche lamentela dovuta ai piedi doloranti, si alzò svogliatamente dal divano e lasciò che Niall avvicinasse pericolosamente il proprio corpo al suo. Iniziarono a fare dei passi di tango che, eseguiti da un biondino abituato ai balli irlandesi e da una ragazza i cui piedi imploravano pietà, risultarono alquanto ridicoli. Senza contare le risate sguaiate che entrambi facevano di loro stessi.
La situazione degenerò quando Niall afferrò una rosa da un vaso posto al centro del tavolo del salotto e se la mise fra i denti, cercando di risultare sexy ma pungendosi invece con una delle spine, facendo piegare letteralmente Emma in due, che a furia di ridere ormai stentava a respirare.
Quando la canzone fu giunta al termine e i due ballerini si furono calmati, Niall si rese conto che probabilmente era il caso di andare a sciacquarsi e disinfettarsi il labbro ferito dalla rosa.
Una volta tornato dal bagno, trovò Emma - che finalmente si era liberata di quei tacchi assassini - smaneggiare con la radio, probabilmente alla ricerca di un'altra stazione che trasmettesse in modo accettabile.
Dopo svariati tentativi, ne trovò una che stava mandando in onda una canzone tutt'altro che vivace, sulla quale più che saltare e ridere avrebbero potuto ballare un lento.
Ed è proprio quello che fecero. Niall attirò a sé la bionda e le cinse la vita mentre l'autore cantava: "...in my dreams I kissed your lips a thousand times".
Emma cercò di ignorare le parole del cantante e si concentrò sullo sguardo di Niall piuttosto che sulle sue labbra. Cosa che in realtà non fu molto d'aiuto, perché mentre dalla radio fuoriuscivano le parole: "Hello? Is it me you're looking for?", gli occhi azzurri del biondo sembrarono dire la stessa cosa, ed Emma non poté fare altro che sentirsi tremendamente a disagio e deglutire vistosamente.
Al contrario, lui sembrava essere indifferente a quella vicinanza che stava facendo impazzire Emma, anzi, quando poi giunse una strofa che diceva: "You're all I ever wanted, my arms are open wide", il ragazzo allontanò le proprie mani dai fianchi della bionda solo per prendere le sue braccia e farle attorcigliare al proprio collo, in modo che i loro corpi fossero ancora più vicini rispetto a prima.
Ma fu nel momento in cui quell'uomo dalla voce profonda, autore di quella canzone che Emma era convinta sarebbe diventata una delle sue preferite, disse: "I want to tell you so much 'I love you'", che la bionda inciampò nei piedi del biondo, cadendogli addosso e facendolo capitombolare sul divano.
Si trovò esattamente sopra di lui, con i suoi occhi, il suo naso e soprattutto la sua bocca a pochi centimetri di distanza. E la cosa assurda è che proprio quando pensò che il suo cuore sarebbe scoppiato, quel cantante sconosciuto recitò le parole: "Sometimes I feel my heart will overflow".
Si alzò goffamente da sopra il ragazzo e raccolse le sue scarpe e la sua borsa.
- Forse è m-meglio che vada - balbettò, mentre "Tell me how to win your heart, for I haven't got a clue" continuava a cantare quell'uomo.
- Sicura?
- Sì, sono... sono davvero stanca - mentì.
Gli posò un leggero bacio sulla guancia e si incamminò verso la porta, ripromettendosi di non voltarsi. Perché sentiva all'altezza del cuore una sensazione strana, e una voce dentro di sé le disse che se in quel momento avrebbe di nuovo incrociato quegli occhi del colore del cielo, non sarebbe più riuscita ad andarsene.
Si chiuse le porte alle spalle nel momento in cui l'ultima strofa della canzone, "But let me start by saying 'I love you'", veniva cantata. E se qualche ora prima aveva dubitato che Niall fosse suo amico, a cause del bivio fra lui e Harry di fronte a cui l'aveva messa, in quel preciso istante si trovò di nuovo nella stessa situazione, sebbene le circostanze fossero diverse.
Non era sicura se Niall fosse un suo semplice amico. Oppure molto di più.




Never felt like this before,
are we friends or are we more?
As I’m walking towards the door
I’m not sure.
- change my mind





















????????????????????????
Sono mortificata.
Non scherzo, l'ultima volta che ho aggiornato è stato quasi un mese fa. E' che io avrei tanto voluto postare prima il capitolo 24, ma non avevo nemmeno il tempo di scriverlo. çç
Ad ogni modo ora sono qua, e spero davvero che l'attesa sia servita a qualcosa e che ciò che ho scritto sia di vostro gradimento. :)
Sono successe un po' di cose in questo capitolo: Liam ha messo Charlie alle strette, Zayn ha incontrato Vicki, e Niall... lui ha fatto una bastardata, imponendo a Emma di scegliere fra lui e Harry. Secondo voi cos'è che le ha fatto prendere questa decisione? E come reagirà Harry? Lotterà ancora per la biondina per cui ha perso la testa?
Come avete visto non ho inserito nulla sulla coppia Loucy, ma non temete, ci sarà una bella parte dedicata a loro due nel 25. ;)
Non so quando aggiornerò, bisogna vedere se i miei professori mi permettono di avere qualche ora di tempo per mettere giù il capitolo.
Vi ringrazio infinitamente TUTTI poiché leggete la mia umile storia, ma soprattutto le 27 persone che hanno recensito il 23. Non ero mai arrivata a una quota così alta! :')
Ci sentiamo presto, ricordate che vi amo alla follia!

Un bacio,
Teddy

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