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Autore: Oducchan    09/10/2013    0 recensioni
[You wanna know how to make me smile]Francia si solleva a sedere con estrema attenzione, cercando di non far troppo rumore e di non tirarsi dietro le coperte.
[Kiss me 'til you're drunk] Forse avrebbe dovuto togliere quella bottiglia dalle mani di Inghilterra, due ore fa.
[And if I share my secret you're gonna have to keep it] -Potresti smetterla di fare l’isterico e darti una calmata?-
[I swear I'll behave] -Adesso aggiungi il sale e continui a mescolare per un’altro paio di minuti-
[If you feel like can take me away, and make it okay ]-Ma visto che io sono l’eroe, e una superpotenza mondiale, la Corte Internazionale non può giudicarmi!-
[Francia/Inghilterra][raccolta? Chi vivrà, vedrà]
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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He’s got the moves like Jagger

 

 

 

 

[If you feel like can take me away, and make it okay ]



-Ma visto che io sono l’eroe, e una superpotenza mondiale, la Corte Internazionale non può giudicarmi!-

Francia sbuffa, infossando il mento dalle mani, e decide che per oggi ne ha avuto più che a sufficienza del ciacolare di America sulle sue inesistenti virtù e che può fare ameno di ascoltare il successivo monologo. I suoi neuroni lo ringraziano per il mal di testa mancato, stimolandolo verso più allegri pensieri: lascia scorrere lo sguardo sul gruppo di nazioni sedute in ascolto attento –cè chi dorme, chi sta per farlo, chi mangiucchia, chi scribacchia, chi guarda il telefono, c’è una valanga di origami che traballa dalla parte degli asiatici- ricercando qualcosa che lo attiri maggiormente, e la sua attenzione va a finire sull’individuo che da millenni lo tiene impegnato sotto ogni punto di vista.

Inghilterra ha l’aria corrucciata –fissa America con lo sguardo torvo, di tanto in tanto gli vibra il cercapersone e Francis sa che probabilmente è Galles che gli suggerisce caldamente di uccidere tutti e tornare a casa- , le folte sopracciglia increspano la fronte e pallida, e gli viene spontaneo indugiare in un abbozzo di sorriso.

Proprio in quel mentre, un assistente si fa largo tra le sedie, passando rasente i muri e cercando di non urtare nessuno, per arrivare fino alla nazione inglese. Richiama la sua attenzione con un gesto, gli comunica qualcosa che Francia non riesce a cogliere e gli lascia un bigliettino ripiegato, prima di guizzar via a rifare a ritroso il suo percorso verso la segreteria.

Inghilterra fissa perplesso il foglietto di carta. Il suo sguardo guizza un secondo verso America, forse per controllare che sia immerso nel suo soliloquio e che nessun altro abbia preso la parola, e poi lo apre con cautela, rigirando gli angoli uno a uno, prima di adocchiare il contenuto.

Un secondo, e Arthur scatta in piedi, facendo cadere per terra la sedia con un tonfo che catalizza su di lui l’attenzione di tutti gli altri, dormienti compresi, e fa tacere per un minuto buono Alfred. Sta’ lì, l’intera persona percorsa dal peggior brivido di rabbia che si sia mai visto, e diventa man mano di un bel colorito rosso acceso, le dita che si contraggono sul povero foglio di carta e lo accartocciano e lo stritolano e lo strappano fino a ridurlo a brandelli.

Quando pare che stia per esplodere, Alfred decide di salvare la giornata a modo suo.

-Inghilterra? Vuoi aggiungere qualcosa al mio discorso?-

Tra gli Stati seduti più in prossimità ai due interessati comincia un vero ping pong di rimbalzi di sguardi da uno all’altro, in attesa che lo scontro diventi fisico e la scazzottata segni la possibilità di una puntata alle macchinette del caffè; ma purtroppo Inghilterra non accontenta nessuno.

-Mi hai fatto venire l’emicrania! Vado a prendere una boccata d’aria-

Mentre Corea inizia a raccogliere le mazzette delle scommesse perse e Arthur si districa dalle gambe della sedia contenendosi a malapena dal distruggere anche lei, Francis è più che sicuro che l’occhiata di puro odio che viene scoccata verso la zona del tavolo in cui è seduto è diretta a lui e a lui soltanto.

Contro il palmo della mano, il sorriso si accentua, diventando un ghigno mefistofelico.

 

Inghilterra entra nella toilette maschile senza alcun riguardo, sbattendo la porta dietro di sé e turbinando le mani nell’aria.

-Bigliettini!- strilla –BIGLIETTINI! Nemmeno un’adolescente in crisi ormonale farebbe una cosa del genere durante una riunione ufficiale- ed è ancora rosso, mentre si allenta la cravatta, se la sfila dal collo e la getta per terra –Questa me la paghi-

Francis sbuffa, ma non smette mai di sorridere. Scalcia le scarpe insieme ai calzini, e mentre si sbottona frenetico la camicia, quasi si potrebbe sentirlo far le fusa.

-Quanto tempo abbiamo?- chiede,  tirandola giù dalle spalle. Inghilterra fa una smorfia, mentre si slaccia la cintura dei pantaloni.

-Dipende. Se Alfred è particolarmente inspirato, può andare avanti per ore senza accorgersi della nostra assenza-

Francia accenna un occhiolino, prima di afferrarlo per il colletto irrimediabilmente stropicciato e iniziare a sfilargli di dosso il gilet.

-Chi sarebbe l’adolescente in crisi ormonale- bisbiglia, spingendolo contro i lavandini, e al singulto dell’altro, non trattiene una risata terribilmente raggiante e felice.

 

 

Si parlava di diritto internazionale, oggi.

E se qualcuno se lo sta chiedendo, le porte dei bagni di casa ONU si chiudono a chiave anche nell’atrio dei lavandini ù.ù’’

 

   
 
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