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Autore: marrymezayn    09/10/2013    5 recensioni
Tratto dal terzo capitolo:
«Posso abbracciarti?»
«Non si chiedono gli abbracci al Free Hugs! Se vuoi darlo, lo dai. Punto!» La ribeccò Louis, rimanendo in mezzo a loro due.
[..]
«No, aspetta!» Bisbigliò al suo orecchio così piano che dubitò che l’avesse sentito con tutto quel casino intorno a loro. E lei tornò a stringere di nuovo le braccia intorno alla sua vita. «Ancora due secondi, ti prego!»
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Questa storia non è nient'altro che "The best is yet to come" ma dal punto di vista di Zayn. Enjoy! ♥
Genere: Fluff, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Sta arrivando Lucas con il suo compagno. Poi andremo insieme di fronte al museo.» Alzò gli occhi dal suo libro, guardando il suo compagno. E poi, come se nulla fosse, alzò le spalle in una mossa di noia.
Poi però si ricordò che Lucas era il compagno di Liam quindi fece un sorriso, felice di poter chiacchierare con quello che riteneva il suo migliore amico. Certo, voleva un gran bene a tutti e quattro i ragazzi, ma Liam era pur sempre Liam. Era la sua fatina delle azioni buone, che lo riportava sulla buona strada quando faceva casini. Era la sua spalla, quando aveva bisogno di sfogarsi. Anche se quelle erano rare come volte.
Tornò a leggere, aspettando impaziente l’arrivo del suo amico perché, sinceramente, in quella casa erano tutti dei folgorati e voleva parlare con qualcuno che aveva il retrogusto di ‘amico’.
Se non fosse stato per quel chiodo fisso sarebbe già andato all’aeroporto e sarebbe tornato a casa.
Qualcuno bussò alla porta e si tolse gli occhiali mentre acconsentiva a far entrare la persona. Liam fece capolinea tra la porta e lo stipite.
«Malik…» Disse a mo’ di saluto.
«Payne. E’ così bello vedere una faccia amica!»
Quello entrò e dopo aver chiuso la porta si diresse verso il suo letto, sedendosi poi successivamente. Lo scrutò e sorrise debolmente. Liam aveva un’espressione corrucciata, come se non capisse il vero significato di quelle parole. Delicatamente diede un pugno sul suo braccio, facendo fare una smorfia da cucciolo al castano.
«Che dici?» Domandò per chiacchierare un po’ con il ragazzo appena arrivato.
«Niente! Mi sta sul cazzo il mio compagno…» Ammise, portandosi poi una mano alla bocca quando si rese conto di aver detto una parolaccia. Guardò Zayn con sguardo dispiaciuto.
E non poté fare a meno di ridere dalla sua faccia. Certo, aveva sentito Liam usare parolacce, ma di solito le usava quando era incazzato. Per il resto usava termini come “accipigna” o “cavoletti di bruxelles”.
«Tranquillo Lee. Anche a me!»
Si alzò dal letto e si diresse all’armadio per trovare qualcosa da mettersi. Scrutò i suoi vestiti e poi prese un paio di Jeans e una maglietta a maniche lunghe, con sopra uno di quei giacchetti che lo caratterizzavano.
«Il mio o il tuo ti sta sul cavolo?» Chiese ad un tratto il castano, facendolo così girare a guardarlo. Sorrise sotto i baffi.
«Entrambi?» Si fecero una risata e si cambiò di fronte a Liam, tanto erano abituati. Poche volte si erano visti completamente nudi e nessuno di tutti e cinque provava più vergogna. Harry più di tutti.
«Perché Lucas ti sta sul cavolo?»
Sapeva dove voleva andare a parare Liam. Lo conosceva troppo bene e sapeva che quei giri di parole servivano solo ad arrivare al punto di arrivo. Ed era semplice: Keyra.
«Me la voglio scopare Liam. E non serve che fai tutti questi giri di parole.»
Si girò sulla spalla per guardarlo vedendolo arricciare le labbra. «Te la vuoi scopare? E l’altro giorno non andava bene?»
«Era ubriaca!»
Gli fece notare, togliendosi la felpa che indossava.
«Quindi…?»
Il tono che usò fece sorridere Zayn. Perché in fondo aveva ragione… Quindi?! Non si era fatto problemi in passato a scoparsi qualcuna sotto l’effetto dell’alcool.
E allora perché con lei non ci era riuscito? Perché non era riuscito a portare a compiersi ciò che desiderava di più?
«Sono fidanzato…»
«Ritenta. A questa cavolata non ci credo.»

Non era l’unico a conoscere Liam. Anche il suo amico lo conosceva e sapeva che non si faceva problemi in nessun caso. Se voleva portarsi a letto qualcuno, lo faceva. Fidanzato o non.
Sospirando si sedette sul letto, di nuovo, al fianco di Liam che si girò a guardarlo preoccupato.
«Non me la sono sentita.»
«Ti piace?»
Gli chiese, monotono.
Quella domanda rimase ad alleggiare per la stanza fin troppo tempo per i suoi gusti. Ma in realtà non sapeva bene cosa rispondere. Gli piaceva Keyra?
«Può piacermi una persona che ho conosciuto da meno di una settimana?»
«Si.»
«Può piacermi una persona con cui praticamente non ho scambiato molte parole?»
«Si…»
Continuò tranquillo.
«Può piacermi una ragazza che basta che entri nella stanza e io divento stupido?»
«Mhm.. Si!»
«Allora sono fottuto!»
Rispose con uno strascico di depressione nella voce che fece avvicinare ancora di più Liam a lui. Lo sentì appoggiare un braccio sulle spalle, come se volesse consolarlo.
«Amico.. Non c’è niente di male a farti piacere una ragazza. Keyra è molto carina…» Provò a consolarlo mentre lui rimaneva con le mani nei capelli depresso. Perché per quanto si rendesse conto della situazione, per lui era impossibile come cosa. Era una settimana che la conosceva e già si ritrovava fottuto.
«Non è solo carina… Ha un qualcosa di caratteriale che mi attira. Dovevi vederla in stanza Lee..» Rialzò la testa e si girò a guardarlo, vedendolo sorridere. Forse da una parte Liam era anche felice che provasse qualcosa per Keyra. Ma nessuno dei due sapeva che cosa avrebbe comportato quella discussione.
«Cosa mi sono perso?» Chiese incitandolo a raccontargli.
Si lasciò andare ad un piccolo racconto, soffermandosi sulla dolcezza che aveva provato nel sapere che Keyra cercava il principe azzurro. Poteva anche darglielo un principe azzurro, ma la realtà era che mentre lì con Liam riusciva ad ammettere una cosa tanto delicata, con Keyra gli passava la voglia di fare il dolce e farle cucire quella bocca deliziosa a suon di frecciatine.
«E’ di una dolcezza unica.»
«Addirittura?»
Lo sfotté con tono dolce, facendolo sorridere.
«Fidati… Se superi quella barriera da stronza acida, troveresti un qualcosa di unico. Mi ha chiesto di amarla.. Ok, era ubriaca ma…» Si guardarono negli occhi, solcando l’anima dell’altro leggendovi cose che non avrebbero sicuramente detto a voce. Ma bastavano quegli sguardi. «..ma il vino veritas, vero?»
Lo vide annuire, delicatamente.
«Abbiamo un problema però..»
«Quale?»
«Sophie!»
Tornò a guardare il pavimento, sperando di trovarci una risposta a quello che si domandava da giorni. Come poteva lasciare Sophie, una certezza nella sua vita da quasi un anno, per un qualcosa che non era sicuro di provare? Ok, provava qualcosa per Keyra ma… Se era solo una cosa passeggera?
Per quante bastardate aveva fatto a Sophie, le voleva bene. Nel minimo di quel parolone, ma gliene voleva. E se non apriva quella bocca che aveva, era anche dannatamente carina come ragazza. Stupida come un caimano, ma o tutto o niente.
Poteva lasciarla per buttarsi su Keyra? No. Non aveva quel coraggio.
Non era pronto a fare un passo tanto azzardato e sconsiderato.
Ed evitando alla larga la situazione, decisa che doveva cambiare discorso. Liam era uno che ti permetteva di cambiare discorso, ma non dimenticava nulla. Prima o poi sarebbe tornato a chiederti di nuovo la stessa domanda. Ma lui aveva bisogno di tempo per capire cosa voleva e forse, nel profondo, Liam lo sapeva.
Non era di certo uno di quei ragazzi che si lancia dall'aereo con il paracadute chiuso. Lo apre direttamente dentro l'aereo, fregandosene della gente che gli sta dietro. Prima se stesso, poi gli altri. E quando sei egocentrico al massimo, beh.. L'unico tuo amico è il pensiero. Il poter decidere con la tua mente cosa fare. Lui ci rimuginava solo più degli altri, perché non gli piaceva sentirsi dire 'te l'avevo detto'. 
«Hai detto “abbiamo!”»Fece notare all’amico che sorrise.
«Quello che tocca te, Zayn, tocca anche me. Quindi si.. Abbiamo!»
Come avrebbe potuto fare senza quel ragazzo? Non ne aveva la più pallida idea.
 
Era incazzato. E non poco. Perché quella stronza neanche l’aveva guardato in faccia quando era arrivata. Si era messa a scherzare con Louis e Harry, senza calcolarlo minimamente. La cosa lo fece alquanto incazzare, visto che stava lì a bramare attenzioni da lei come se fosse un ragazzino di due anni.
Voleva le attenzioni da lei, come mai e poi mai aveva chiesto ad una ragazza. E lei, anche se lui stava lì a bramare di chiacchierare un po’ con lei, Keyra faceva tutt’altra cosa senza incularselo di striscio.
Voi non sareste incazzati? Beh lui lo era. Così disse una cosa a Sophie, dicendole che tornava subito ma quella se ne fregò altamente, chiacchierando con la sua amichetta.
Fece due passi e si affiancò a Keyra, che si girò a guardarlo con quello sguardo dubbioso.
«Oh ti si è staccata da dosso. Un bel passo avanti!» Esordì con un sorriso, scherzando. Scherzava. Si permetteva di scherzare quando era lei, brutta stronza, che non si ricordava un cazzo di quella sera.
«Che c’è.. Sei gelosa per caso?» Domandò, alzando un sopracciglio, deciso a vedere fino a che punto si poteva spingere. E lei rimase a bocca aperta, incredula di quella frase. Ma ci mise ben poco a tornare sul mondo dei vivi e rizzando la schiena ridacchiò.
«Ti piacerebbe!» Sbottò, facendolo sorridere. Eccola lì la tipetta dura su cui si aspettava di sbattere da un momento all’altro. Il carattere fintamente forte di Keyra. Doveva lottarci e ci sarebbe riuscito.
Tornò a camminare, con le mani nelle tasche dei jeans, scrutandola con la coda dell’occhio. Stava tutta corrucciata a pensare a chissà che cosa, per poi sentirla sospirare. Pure quando sospirava era decisamente carina. Maledetta.
«A cosa pensi?» Si ritrovò a domandare, non rendendosene neanche conto. In fondo si, era furioso con lei, ma da una parte ancora voleva conoscerla per quella che era, non per quella che appariva.
«A nulla!» Rispose secca.
Niall, poco distante da loro, si girò e guardandoli fece un ok con la mano. Alzò un sopracciglio e sospirò. Conosceva abbastanza Niall da sapere che tra loro due c’era qualcosa di più.
Voleva giocare, farle capire chi comandava in quel gioco. Perché se lei credeva che si fosse fatto mettere i piedi in testa, non aveva proprio capito un cazzo.
«Ti sei ripresa dall’altro giorno?» Chiese con finto interesse. Nel suo cervello aveva già la vittoria in mano.
La vide annuire con un leggero rosso sulle guance che non fece altro che mandare il suo cuore in subbuglio. Sorrise, intenerito dal fatto che fosse arrossita. Era sicuro che lei sapeva che stavano per prendere quel discorso.
Ridacchiò.
«Che cazzo hai da sorridere?» Alzò le spalle e si girò a guardarla. Il rosso sulle sue guance era aumentato, forse per il fastidio che stava provando.
«Mhm.. Niente pensavo!» Ammise, sempre guardandola. Voleva catturare ogni sua espressione.
«A cosa?»
«A quando ti ho accompagnato a dormire.»
Continuò.
«Facevo tanto ridere?» “Oh Keyra!” La guardò e sentì la voglia di abbracciarla per consolarla dentro di sé, ma non lo fece. Pensava seriamente che fosse stata 'comica'? Ok, lei era sicura che lo fosse stato. Ma il racconto di un'amica non era di certo la verità. E l'idea che lei si vergognasse di essere apparsa ai suoi occhi come una persona comica lo fece sorridere mentalmente. Era dolcissima come cosa. O no?
Era comunque ancora incazzato con lei.
«Beh per uno serio come me.. Si!» Tornò a guardarla con la coda dell’occhio e la vide corrucciare la fronte. Deliziosa. Stava cercando di trovare un modo per farsi dire di più.
«Ma che ho fatto di strano? Insomma ho fatto a cuscinate con te e saltato sul letto. Queste cose le faccio anche da sobria!»
Eccola lì la sua vendetta. Sorrise e la guardò. «Ho tenuto per me le altre cose. Era meglio non raccontarle a nessuno.» La scrutò e seppe di averla fatta arrossire. Perché per lei, quella era un si grosso quanto una capanna. Per i restanti minuti rimase a battibeccare con lei, facendole capire che mai la verità sarebbe uscita dalle sue labbra. E quando si ritrovò a salire le scale, girandosi a guardarla, capì una cosa.
«Fottiti!» Gli urlò dietro, incazzata.
«Dai, forse stasera trovo un po’ di tempo anche per te!»
E ridendo da solo si ritrovò a pensare che si sentiva leggero come una piuma. Stava bene, si era divertito in meno di venti minuti. Per un attimo aveva scollegato il cervello e si era fatto un film lungo quanto una quaresima, su loro due. Loro due da vecchi, che bisticciavano su cosa dare da mangiare ai figli.
Scosse la testa cancellando quel pensiero ed entrò nel museo, cercandola con lo sguardo. Era incazzata seriamente. Aveva fatto incazzare Keyra ma, sinceramente, non gli mise paura. Anzi.. Lo emozionò sapere che l’aveva scossa e le aveva fatto capire chi era a tenere le redini. Lui sapeva cos’era successo e di certo, dopo quella reazione, non avrebbe detto mai cosa era successo in quella stanza.
Vi immaginate a dire di nuovo tutte quelle cose su di lei? Che vergogna.
Nei minuti successivi tornò al fianco di Sophie, che guardava come lui le statue di cere mano nella mano. Ma era stato uno stupido credendo di aver sistemato la cosa con Keyra. Perché quella tornò e attaccò l’unica cosa dove vacillava.
«Il tuo ragazzo se la fa con le altre mentre tu magari stai facendo altro.» La sua voce tuonò nella stanza mezza vuota. Era seria e c’erano delle sfumature di bastardaggine in quella voce.
Rimase lì a guardarla parlare come una perfetta stronza di fronte a Sophie, che, poverina, non capiva neanche una frase di quelle dette da Keyra. Sembrava idiota, mentre Keyra sembrava una guerriera. Un leone, che ruggiva per far capire che con lei non si scherzava.
Sophie si girò verso di lui, come per chiedergli spiegazioni. E sempre guardando Keyra, parlò. «Non crederle baby! Non lo farei mai.»
La sua ragazza tornò a sorridere, fidandosi di lui e sbagliando. Lui sorrise in direzione di Keyra che però non demorse.
«Oltre che puttaniere anche bugiardo. Bell’affare che ti sei presa!» Aveva osato dargli del puttaniere e del bugiardo? Ma tu guarda che testa di cazzo! Un brivido di puro odio gli passò sulla spina dorsale, mentre stringeva i denti.
«Torno subito.» E fottendosene di Sophie raggiunse Keyra, che guardava la statua della regina.
«Mi vuoi per caso morto?» Si girò a guardarlo, non stranita dal fatto che fosse lì. Sorrise del tutto tranquilla. Cosa che lo snervò. Possibile che quella stronza avesse davvero deciso di giocare con lui?
«Chi io? No, non mi permetterei mai.» Continuava a sorridere, sicura di ciò che stava facendo. Però sbagliava, perché quando Zayn voleva, poteva essere uno stronzo. E lo sarebbe stato con lei, ve l’assicuro.
Fece un profondo respiro. «E il pezzo di poco fa?»
Non rispose subito ma fece una cosa che lo mandò al patibolo. Sbatté le ciglia, come una cerbiatta, incantandolo del tutto. E per un nano secondo si dimenticò anche di respirare, sentendo una parte di lui svegliarsi e di lì a due minuti non fece altro che immaginarsi a scoparsela con violenza. Porca. Puttana!
Non poteva sbattergli così in faccia quegli occhioni, cazzo.
«Se ti aspettavi che non giocavo anche io.. Beh, Malik.. Hai sbagliato proprio persona con cui fare i tuoi giochetti.»
Si guardarono attentamente, mentre la voglia di scoparsela passava in secondo piano e la rabbia in primo. Ma tu guarda quella pezza di merda! Ora voleva anche giocare. Ok. Voleva giocare? E allora avrebbero giocato.
«Ok puoi fare quello che vuoi, ma tanto non mi lascerà.»
«Vedremo.»
Era sicura che quella gallina l’avesse lasciato? Ah! Era proprio simpatica. Non lo avrebbe permesso, soprattutto perché non voleva perdere quella bocca. E così, la guardò, sorridendo.
«E comunque qualunque cosa tu faccia, io non ti dirò mai se siamo stati a letto insieme o no! Puoi anche chiamare il papa ma ti assicuro che niente uscirà dalle mie labbra.» La ragazza ghignò facendogli un attimino tremare le gambe. Perché una parte di lui gli stava dicendo di andarsene a gambe levate, non prima di averle detto tutta la verità e finire di giocare lì?
Perché sentiva che si stava fottendo con le sue stesse mani?
«Sei tu che pensi che mi interessi quella risposta!! Ok, pensalo ma io lo sto facendo solo per rovinarti la vita. È così divertente, non te lo puoi manco immaginare!» Non riuscì a rispondere altro, e ghignando se ne andò, tornando al fianco di Sophie che lo acclamò con un bacio. Per tutto il museo rimase a pensare a quella cosa, sentendosi le viscere contorte dall’ansia. Per un motivo o per l’altro si sentiva che Keyra l’avrebbe fottuto. In tutti i sensi.
E che i giochi abbiano inizio!
 
Entrò nella stanza e guardò la ragazza ferma di fronte al lavandino, mettendosi una pasticca in bocca.
Quella sera era a casa dinonsochi e avevano cenato tutti insieme. Da quel pomeriggio, quando avevano discusso, lui e Keyra non si erano scambiati poi così tante parole. Si erano guardati male ma per il resto niente di che.
In quel momento stavano guardando un film e Keyra si era alzata andando chissà dove, sussurrando chissà cosa alla sua amica. Mary aveva annuito, seduta al fianco di Niall a guardare la televisione, incuriosita dal film.
E lui dicendo a Sophie che andava al bagno aveva preso la palla al balzo per cercare la ragazza. La trovò, per l’appunto, in cucina.
«Ti fai di anfetamine?»
La vide saltare sul posto e tossire. La fissò avvicinandosi, vedendola colpirsi lo sterno per far scendere l’acqua. Si era quasi strozzata bevendo.
«Ma sei matto ad entrare così? Quasi non mi facevi prendere un accidente!» Domandò la ragazza posando il bicchiere sul lavabo, per poi sciacquarsi le mani. Dopo aver strappato un pezzo di carta lo guardò da testa a piedi.
«Chi ti dice che non era quello il mio intento?»
«Beh, in quel caso mi dispiace, Malik!»
Sorrise debolmente.
«Ti fai di anfetamine?» Richiese.
«E se anche fosse?»
«Potevi offrire!»
Alla faccia di lei si ritrovò a ridacchiare, visto che lo stava guardando con gli occhi sbarrati. Quando capì che la stava prendendo per il culo assunse un’aria del tutto inviperita, forse offesa dall’essere stata presa in giro.
«Non sei simpatico per niente Malik!»
«Mi ferisci così!» Le rispose, portandosi una mano al cuore. Keyra arricciò le labbra e mise su un broncio da far invidia ad un bambino. Era deliziosa in quella posa e lui sentì il cuore sciogliersi a quella vista. Come poteva apparire così stronza quando in realtà sotto sotto era di una dolcezza impressionante?
Poteva sembrare una stronza, ma lui sapeva e sospettava che quel caratteraccio nascondeva qualcosa di più. Un qualcosa che non era possibile scoprire se non era lei stessa a permettertelo.
«Stai male?»
«Eh?»
«La pillola che hai appena preso, Keyra!»
Sussurrò, vedendola crollare dal suo mondo fantastico.
«Oh no.. No, era solo la pillola anticoncezionale.»
Quale donna non si vergognava di dire che prendeva la pillola anticoncezionale? E poi… Ma Keyra era fidanzata? Aveva capito da giorni che Keyra non era vergine. Uno: per le battutine che faceva alludendo al sesso. Due: perché se ne usciva con certi doppi sensi da paura. E tre: perché si muoveva fin troppo sicura a confronto di una persona che, magari non ha fatto sesso.
«Non sei contento?»
«Per quale motivo, scusa?»
«Se mai avessimo fatto sesso, non avrai pargoli in giro per casa.»
La vide sorridere e per un secondo si dimenticò tutto. Perché dio donava sorrisi del genere alle ragazze, dando poco autocontrollo a loro maschi? Poteva morire per un semplice sorriso? Era deliziosa e avrebbe voluto baciare quelle labbra per il resto dei suoi giorni. Perché fin dentro se stesso desiderava solamente tornare a baciare quelle labbra che, in quella stanza, lo avevano fatto arrivare al patibolo e al tempo stesso toccare il cielo con un dito.
«Chi ti dice che non voglio pargoli?» “Da te soprattutto?”
La vide alzare un sopracciglio. Pensava di fargliela, ma l’aveva stupita e la cosa lo fece sorridere. Lei lo guardò e per un secondo non rispose, poi sospirò.
«Non procreerei con te neanche se fossi l’ultimo uomo rimasto sulla terra Zayn! Vuoi dei piccoli egocentrici? Chiedi alla bionda ossigenata di darteli.» Si fermò per un secondo, teatralmente. Lui invece non faceva altro che pensare ‘ora la bacio così chiude quella bocca deliziosa’ e più lo pensava e più voleva farlo. E dire che neanche gli piacevano i baci a lui. Ma quando si parlava di quel paio di labbra, allora le cose cambiavano. Se fosse stato per lui ci si sarebbe cucito le labbra su quelle di Keyra.
«Egocentrici e senza cervello. Un mix distruttivo!»
Focalizzò il suo volto e sorrise. «Ma almeno lei mi ha per sé…»
Si, forse era stato azzardato come passo. Infatti lei lo guardò come se fosse feccia, poi ridacchiò. E teatralmente si avvicinò a lui, posando una mano sul suo braccio e facendogli sentire – ancora – quella mini scossa sotto al suo tocco.
“Calmati Zayn. Puoi resisterle. Puoi farlo e..”
“Posso?”
“Si!”
“No! Dio, come faccio? Non ce l’ho la forza. Guardala… Mi capisci?”

«Ti ho appena detto che non ti prenderei neanche se fossi l’ultimo uomo su questa terra, Malik!» Ghignò e lui non fece altro che pensare a quanto volesse baciarla. A quanto gli sarebbe piaciuto accarezzare ancora la lingua di lei con la sua, lentamente, in un gioco di intreccio, saliva e voglia. «Lavati le orecchie la mattina, ok?»
Detto questo lo lasciò lì da solo, come un allocco e Zayn non poté fare nient’altro che appoggiarsi al tavolo, stringendo il bordo con tanta di quella forza da sentire il sangue in circolazione nella mano, diminuire. Lui non era abituato a quelle sensazioni. Non era abituato ad essere impotente di fronte ad una ragazza. Era abituato ad essere lui il burattinaio. Ma in quella situazione era solo un lurido burattino che si faceva guidare dai suoi ormoni. Pensò che forse doveva solo portarsela a letto e tutto sarebbe terminato.
Ma in fondo a se stesso sapeva che non era così. Che se solo avrebbe giocato troppo vicino al fuoco, si sarebbe scottato. E il fuoco era il sesso con lei. Poteva ritenersi pronto di bruciarsi?


Note dell'autrice:
Si, lo so. dovevo aggiornare tipo un mese fa. Lo so, non serve che mi odiate per questo. Ma non avevo ispirazione per questo capitolo. Infatti si vede, perché è uscito una merda. Purtroppo non sto passando un bel periodo. Non voglio parlarne assolutamente, ma capitemi. Più in là dirò anche che succede, ma sinceramente per adesso preferisco starmene in silenzio.
Dico solo che una persona a me cara sta molto, molto male. Non ho il cervello di aggiornare due storie. In quanto questa è solo la storia ricreata dal punto di vista di Zayn, l'ho lasciata lì a marcire. In fondo sapete come va a finire. Le cose non cambiano. Io sto scrivendo questa storia perché mi fa piacere dirvi anche cosa passa nel cervello di Zayn. Di tutte le sue frustrazioni e altro, ma la storia è sempre quella lol.
Scusate per il capitolo minuscolo. Scusate per il ritardo.
E dovrete scusarmi ancora, perché dubito che riuscirò ad aggiornare presto al prossimo capitolo. Chi vuole parlare con me, può contattarmi su:
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Tanto amore a tutte ♥ Scusatemi davvero regà per l'immenso ritardo.
   
 
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