= L’ombra
delle catene =
« lo sai che ho perso il
conto dei giorni che sono passati
da quando siamo qui? »
Furono queste le parole di Zoisite la
mattina del sesto
giorno, appena dopo aver salutato l’inizio di una nuova
giornata facendo
l’amore con il suo compagno di viaggio. Non che fossero
andati troppo lontano,
erano andati a finire in una magnifica SPA all’altro capo del
pianeta proprio
come previsto, dove avevano potuto starsene tranquillamente per i fatti
loro e
allo stesso tempo Cooler aveva potuto monitorare la situazione riguardo
le
mosse di suo fratello. Pareva che li stesse facendo cercare in lungo e
in
largo, ma lui aveva profumatamente pagato per mantenere
l’incognito, e così
erano passati sei meravigliosi giorni che non avevano deluso le
aspettative di
nessuno dei due, tra i vari trattamenti offerti dalla struttura ed il
semplice
fatto di godersi la compagnia l’uno dell’altra in
un senso che andava oltre
quello fisico.
« dai due che dovevano
essere sono diventati sei! A questo
punto ci conviene tornare tra quattro giorni. Cifra tonda! »
osservò Cooler « ma
è meglio così, con tutti i trattamenti di questo
centro stai riprendendo le
forze molto rapidamente, e poi sei più tranquilla. Almeno
puoi stare sicura che
qui nessuno ti darà della puttana così, tanto per
gradire ».
Una delle cose da notare era che in
quei giorni i due non
avevano parlato praticamente mai di Freezer, il quale probabilmente era
ancora
furioso per l’ultimo scherzetto.
« davvero sono sei
giorni?...» si stupì la shadowjin.
« sono passati in un lampo,
vero? Vieni qui » le disse,
facendole cenno di avvicinarsi per poterla abbracciare.
Lei obbedì senza stare a
pensarci troppo. Era esattamente
quel che aveva fatto per tutto il tempo trascorso nella SPA: evitare di
pensare
troppo. Si era concentrata sui trattamenti, sulle lunghe chiacchierate
con
Cooler, e sulle belle notti trascorse
-
notti, mattine, pomeriggi, sere…ogni tanto era capitato
anche che si facessero
portare i pasti in camera!- disinteressandosi e disintossicandosi da
tutto il
resto. Tra le varie visite mediche, Zoisite si era anche fatta dare
degli
anticoncezionali, cosa che Cooler aveva approvato in pieno immaginando
che re
Cold desiderasse che il tanto agognato nipote non nascesse al di fuori
del matrimonio.
«
Cooler…»
« dimmi ».
« se scoprissimo che tuo
fratello in questi giorni ha
distrutto il mio anello ce ne andremo subito, va bene? ».
Le era venuto in mente guardando
l’anello che Cooler le
aveva regalato. Non quello della parure di Bulgari, un altro, se
possibile
ancora più prezioso. In quei giorni non aveva fatto che
viziarla con regali di
ogni sorta, comprandoli in via telematica ed incaricando il personale
della SPA
di ritirarli.
« è molto
probabile che l’abbia fatto, Zoisite ».
Stavolta Cooler parlava a vanvera, un
po’perché non sapeva
dell’enigma ancora irrisolto che quell’anello
celava, un po’perché stava
sottovalutando quanto suo fratello fosse effettivamente arrivato a
volerla.
« la cosa più
snervante è che continua a dispiacermi per lui
» ammise Zoisite « ogni volta che ci
penso…oggi è la prima volta che lo faccio
dopo giorni, ma ho cominciato a pensare che l’idea
è stata eccessiva, di nuovo
».
« se
l’è cercata. Forse imparerà a tenere la
bocca chiusa,
una volta tanto » la rassicurò, dandole un
delicato bacio sulla fronte « ah, la
mia shadowjin dal cuore tenero. Se vuoi faccio un blitz a palazzo, e se
l’anello è ancora integro gli stacco la mano
destra e te la porto ».
« dopo quel che abbiamo
combinato anche mutilarlo no ».
« e dai,
andiamo…» con un telecomando aprì il
frigo bar, dal
quale delle braccia meccaniche gli servirono dello Château
d’Yquem del quale
l’icejin viola invitò Zoisite ad osservare
l’etichetta.
« è una marca
ottima, ma che i terrestri fanno vini
eccezionali si sapeva » commentò lei.
« non guardare la marca.
Guarda l’annata ».
La shadowjin obbedì, per
poi sorridere. Cooler l’aveva
stupita ancora una volta, l’annata dello Château
d’Yquem corrispondeva al suo
anno di nascita, ossia diciannove anni prima.
« vale per questa come per
tutte le bottiglie di vino in
quel frigo, da me richieste espressamente di quest’annata
molto particolare ».
Un gesto che Zoisite trovò
molto elegante e di stile. Dopo
una vita passata a nascondersi, rubando per mantenersi, cercando di
sprecare il
meno possibile tutti i soldi che riusciva a ricavare dai suoi furti, le
sembrava di vivere in un sogno stando accanto a qualcuno che non solo
poteva
permettersi un vino del genere, ma addirittura sceglierne bottiglie con
l’annata che desiderava. « è un gesto
raffinato, che apprezzo molto ».
« facevi prima a dire
grazie » rise Cooler « non pretendo
nulla in cambio, ma ti invito solo a tenere in considerazione ogni
fattore,
incluso questo e gli altri simili, nella scelta che prima o poi
compierai. Non
che io abbia fretta, sia chiaro » aggiunse, accarezzandole la
schiena.
Zoisite si era messa a sedere, e
beveva il suo bicchiere di Château
d’Yquem con aria pensosa. Quanto avrebbe voluto togliersi
Freezer dalla testa,
sarebbe stato tutto molto più facile, e invece quando Cooler
le aveva ricordato
della scelta le era tornato in mente più chiaramente che
mai. Non che il
collare, ancora presente attorno alla sua gola, fosse d’aiuto
per dimenticarlo.
« non stare a pensare
all’Innominabile, che così ti rovini
la giornata…ah, accidenti a lui. Mi consolo pensando che
quando torneremo, se
dirà o farà qualcosa che non mi piace, ho
già predisposto tutto per lo scherzo
del secolo ».
Zoisite si voltò.
« di che si tratta? »
« segreto! Ma probabilmente
lo vedrai, scommetto che quando
ci rivedrà inizierà subito a sputare veleno.
Freezer non è il tipo che impara
la lezione, di solito ».
“ma dopo quel che ho in
mentre avrà un altro bel trauma da
gestire, oltre a quello per gli spaventapasseri assassini”.
Non volle parlare oltre a Zoisite di
quel che aveva in
mente, non era sicuro che avrebbe approvato, e lui stesso per quanto
l’avesse
definito lo scherzo del secolo lo trovava un gesto un
po’estremo. In fin dei
conti regina Ice era anche sua madre, e non aveva ancora capito come
gli fosse
venuto in mente di predisporre una cosa del genere, sapeva solo che
“ pensato, fatto”.
Era qualcosa che si spingeva oltre le solite bastardate, era LA
bastardata
definitiva, il Progetto Trauma per eccellenza, quello che avrebbe
abbattuto il
nano una volta per tutte -o così sperava.
Zoisite avrebbe capito, alla fine.
Forse non sarebbe stata
d’accordo, ma avrebbe capito, capiva sempre. Se riusciva a
dispiacersi per
Freezer, sarebbe riuscita a comprendere anche lui. In fin dei conti era
anche
per lei che lo faceva, per preservarla da “siffatto tragico
destin”. Non che
Cooler fosse sicuro che il “tragico destin” in
questione si sarebbe realizzato,
ma non gli importava nemmeno. « mi
è
venuta in mente un’altra cosa…»
« se è delle
stesso tipo delle ultime che ti sono venute in
mente, prima parliamone » disse subito la ragazza, facendolo
ridere ancora.
« no, è che
continuo a pensare che questo » picchettò sul
collare con un dito « sia un vero e proprio delitto. Zoisite,
ho bisogno che tu
sia completamente sincera…» le diede una lunga
occhiata « lo giuri? »
La shadowjin non capiva proprio dove
volesse andare a
parare. « giuro ».
Cooler continuava ad accarezzarle la
schiena con aria
assente. « adesso come adesso, senti l’impulso di
andartene? Anche solo un po’?
»
« eh? No,
macché! Mi sembra di star sognando, sinceramente »
disse subito Zoisite « insomma, saune, massaggi, trattamenti
rinforzanti, cene
extralusso abbondanti servite in camera, bottiglie di vino con
l’annata che
corrisponde al mio anno di nascita, tutti questi regali…
tu!» aggiunse alla
fine, con un sorriso « da quando siamo qui non solo non ho
pensato praticamente
mai a Penny, ma non ho pensato di fuggire nemmeno una volta ».
« sul serio? » le
domandò ancora Cooler.
« sul serio,
ma non capisco…»
Trasalì quando Cooler
all’improvviso le fu addosso, e mentre
la baciava ruppe il collare che l’aveva tenuta fuori dalle
ombre per tanto
tempo.
L’icejin si
staccò all’improvviso. « adesso
l’unica cosa
materiale che può trattenerti qui è
l’anello che ha mio fratello, se non l’ha
distrutto. Nulla ti impedisce di scomparire nelle ombre, potresti farlo
quando
vuoi: non ti sto bloccando le braccia, né trattenendo in
alcun modo. Questo per
dimostrarti che io mi fido davvero di te, che non penso a te come ad un
oggetto
che mi appartiene, né come ad una specie di concubina da
straviziare, ma come
ad un’amica e alleata che ha il mio pieno rispetto. Per
questo motivo non
voglio vederti in catene ».
Zoisite lo guardava attonita, mentre
si toccava il collo. Lo
aveva fatto davvero, l’aveva liberata! Poteva di nuovo
diventare un’ombra,
poteva di nuovo utilizzare i suoi poteri…e sarebbe stata
veramente libera di
andare via, se avesse voluto.
Era senza parole. Non
riuscì a pronunciare una sola sillaba,
ma Cooler capì tutto benissimo quando lei lo
abbracciò forte, commossa.
Ancora una volta, Cooler era stato
più furbo di Freezer.
Pensava davvero tutto quel che le aveva detto, ma anche così
la shadowjin non
era veramente libera; fisicamente sì, d’accordo, e
da parte di Cooler non c’era
mai stata alcuna costrizione, ma l’aveva incatenata facendo
leva sulla loro
intesa, l’aveva incatenata trattandola come una principessa,
e con la
gratitudine che lei ora provava nei suoi confronti per averle tolto
quel
congegno.
“mi ha liberata, sono
libera, posso tornare nelle ombre,
posso diventare un’ombra, sono libera, libera!...”
pensò Zoisite, che di gratitudine ne provava veramente
tanta. Era così felice!
« ehi…stai
cercando di assassinarmi stritolandomi? » le
domandò Cooler scherzosamente.
Lei si staccò subito.
« n-no, scusami, è che…»
« stavo
scherzando» le appoggiò le mani sulle spalle
« e pur
di vederti così contenta uno stritolamento è un
piccolo prezzo da pag… mmmh…»
accolse felicemente il bacio che
lei gli diede «eh sì, proprio un piccolo prezzo
».
« grazie. Grazie, grazie e
grazie » gli sussurrò lei.
« la sai una cosa? Questo
periodo in tua compagnia, e la tua
reazione adesso, probabilmente sono il miglior regalo di compleanno che
potessi
avere! »
Zoisite lo guardò
sorpresa. « è il tuo compleanno? »
« Sì! »
« e quanti anni compi?
»
Cooler stavolta esitò a
rispondere. « trenta ».
« ti facevo più
giovane » disse Zoisite « pensavo che tu ne
avessi tipo…venticinque, ventiquattro…»
« ah,
no…ventiquattro ne ha Penny ».
« giura! Pensavo che avesse
da poco raggiunto la forma
completa, più di venti non gliene
davo…» commentò la shadowjin
« sarà che si
comporta ancora come un bambino capriccioso ».
« quello lo farà
anche tra cinquant’anni, se ci arriverà
»
replicò Cooler.
Zoisite assunse un’aria
pensierosa, per poi scrollare le
spalle. « già. Ok, basta pensare a Freezer
» concluse « abbiamo di meglio da
fare. Adesso che posso stare in piedi, e posso far comparire le cose
dalle
ombre…» gli
rivolse un sorriso malizioso
« penso di poterti fare un regalino per i tuoi
trent’anni » disse.
Cooler fece un sorrisetto, le cose
sembravano mettersi molto
bene. « pensavo che me l’avessi già
fatto poco fa, quando ci siamo svegliati »
osservò, guardandola alzarsi dal letto e dirigersi verso lo
stereo.
« pensavi male. Puoi
voltarti un attimo? »
« cos’hai in
mente? » le domandò l’icejin viola,
obbedendo.
« tra poco lo vedrai
».
Dalle casse partì una
musica orientaleggiante. Cooler non
poteva vedere nulla, ma sentì un tintinnio come di tanti
piccoli campanelli, o
qualcosa di simile.
« puoi voltarti di nuovo
».
Cooler obbedì ancora,
trovandosi davanti la shadowjin con
una sorta di “pareo” rosso legato sui fianchi,
pieno di lustrini e con dei
piccoli dischetti metallici che ad ogni mossa provocavano il rumore che
aveva
sentito prima. La ragazza cominciò a muoversi ed ondeggiare
sensualmente, a
tempo di musica.
« …altro
souvenir dalla Terra? » le domandò debolmente
Cooler.
“ se Freezer lo sapesse gli
prenderebbe un colpo! Crepa di
invidia, caro fratellino” pensò.
« ah-ah »
annuì Zoisite « danza del ventre la chiamano,
giusto? »
Cooler aveva l’impressione
che sarebbe stato il più bel
compleanno della sua vita.
@@@
Mentre Cooler e Zoisite si davano
alla pazza gioia nel
festeggiare il compleanno di lui e la rinnovata
“libertà” di lei, c’era
qualcun
altro che invece di tutto aveva voglia meno che di una festa.
Freezer li aveva fatti cercare in
lungo e in largo per il
pianeta, ma non c’era stato verso di trovarli: i soldi di
Cooler avrebbero
permesso ad un elefante di nascondersi dietro un filo d’erba
e di non essere
visto.
A quel punto li aveva fatti cercare
nei pianeti vicini,
senza ottenere niente, e aveva saputo che non era nemmeno tornato a
Pianeta
Cooler n.1. C’era da domandarsi dove fossero andati a finire,
e cosa diavolo
stessero facendo!
“su quello non ci sono
molti dubbi!” pensò, rompendo il
bicchiere che aveva in mano senza curarsi delle schegge di vetro che
gli si
erano infilate nella pelle. Tanta era la rabbia, tanta la gelosia, che
non
sentiva nemmeno il dolore.
In quei giorni diversi pianeti
avevano pagato il prezzo
dell’ultimo scherzo di Zoisite e Cooler, e della frustrazione
del tiranno che
non si era mai sentito così in vita sua. Era tormentato dal
pensiero di lei con
lui, era tormentato dal fatto che se anche li avesse
trovati…che avrebbe potuto
fare? Ed era tormentato perché non riusciva a dare un taglio
a tutta quella
storia.
Anche solo guardare
l’anello che aveva al dito lo faceva
impazzire. Sapeva che, finché lo avesse tenuto, lei prima o
poi sarebbe tornata…
ma perché diamine avrebbe dovuto volere che Zoisite
tornasse? Per farsi
umiliare ancora?! No, assolutamente no.
Nei momenti in cui gli venivano certi
pensieri si toglieva
l’anello ed era pronto a distruggerlo, al diavolo
l’enigma, al diavolo il
tesoro, al diavolo lei, Cooler, e tutto il resto dello stramaledetto
Universo;
ma quando era sul punto di distruggerlo ecco che qualcosa lo bloccava,
e lo
spingeva a rimetterselo al dito con un gesto nervoso.
Non si era ancora alzato dal letto
quella mattina, ed aveva
dato espressamente ordine di non essere disturbato. Lo aveva fatto
quando,
ancora mezzo addormentato, si era stretto al cuscino con la sciocca
convinzione
che fosse lei.
Lo aveva disintegrato, quel cuscino.
Gli erano venute in mente cose strane
in quei giorni, cose
come “forse non dovevo darle della puttana, forse me la sono
andata a cercare,
lei è stata bastarda, maligna, ma io me la sono andata a
cercare”, ulteriore
prova del fatto che ci fosse qualcosa che non andava.
La logica gli diceva di lasciarla a
Cooler, ancora. Gli
diceva “ lascia che se la veda lui con quella lì,
e torna alla vita di prima”.
La voglia di vendetta invece diceva
“ non ti azzardare ad
arrenderti, deve pagarla per quel che ti ha fatto!”.
L’istinto gli urlava
“ ma sei scemo, lasciarla a Cooler?!
Non hai sentito che sensazioni che ti dà? Non
l’hai sentita quella vibrazione,
quell’attrazione, quella chimica che c’è
tra voi due? Non ricordi più quanto è
bella? E vorresti che Cooler la portasse via?”
E infine, la stessa parte di lui che
aveva originato quel
“forse me la sono andata a cercare”, una parte che
rifiutava categoricamente di
ascoltare e che fino all’arrivo di Zoisite non era mai venuta
fuori, gli
sussurrava altre cose ancora. Lo faceva nei momenti di stanchezza, o
nel dormiveglia,
nei momenti in cui tutte le altre parti erano temporaneamente sedate.
“ti immagini come sarebbe
svegliarti e abbracciare lei
invece che il cuscino, e questo tutti i giorni? Ti immagini le lotte, e
le
riappacificazioni a modo vostro? Poterle parlare di quello che vuoi,
quando
vuoi, senza paura e senza inibizioni? Non immagini come sarebbe veder
crescere
-con lei al tuo fianco- una miriade di piccoli icejin bianchi o neri?
No, non
uno soltanto, ma di più! E come sarebbe vederla sorridere,
sorridere proprio a
te, e molto più spesso? Sapere che rimarrebbe con te anche
senza quel collare,
anche se le restituissi l’anello?”
« sciocchezze!
»
sibilò l’icejin.
Intanto però non sapeva
come comportarsi, e poteva solo
aspettare.
Peraltro quel giorno era il
compleanno di Cooler…immaginò
che avesse voluto da lei un qualche regalo speciale, e non nel senso
“ti compro
qualcosa e te lo do”. A dire il vero si trattava sempre di
“dare” qualcosa, ma
non era certo una bottiglia di buon vino… e al pensiero
sentiva nuovamente la
voglia di distruggere qualche pianeta!
Era entrato in un circolo vizioso dal
quale rifiutava
orgogliosamente di uscire. Testardo, ostinato, e ventiquattro volte
zuccone.
Si sfilò
l’anello, cercò di concentrarsi sul rebus, ma
niente. “IV abc - I abc
. + . +
.”, ma che senso aveva?!
Poi notò che i nomi e la
data e quei simboli sembravano
corrispondere, viste le posizioni in cui erano messi. IV abc
corrispondeva al
nome Morgan, I abc al nome Axenite, i “.”
corrispondevano ai numeri che
formavano la data, e i “+” ai puntini che
dividevano giorno, mese ed anno.
Un passo in più verso la
risoluzione, forse, ma continuava a
non capire il significato di quella roba. Forse con l’aiuto
di qualcuno sarebbe
riuscito a venirne a capo, forse se Zoisite lo avesse visto avrebbe
saputo
interpretarlo…
Ma Zoisite era chissà dove.
Cominciò a togliersi le
schegge di vetro dalla mano. Avrebbe
dovuto chiamare la schiava delle pulizie, alla fine, a riordinare
tutto, a
rifare il letto e per farsi portare un nuovo cuscino.
« Zarbon » disse
in un apparecchio « di’ alla schiava delle
pulizie che deve venire a rimettere in ordine la mia stanza, e solo
quella ».
« sissignore ».
Lui intanto si sarebbe fatto un
bagno, cercando di non
pensare che era in quella vasca che lui e la piccola
shadowjin…
« al
diavolo! »
esclamò, andando in bagno e sbattendo la porta.