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Autore: _Cthylla_    09/10/2013    2 recensioni
Freezer si sente minacciato. Qualcosa, o qualcuno, lo osserva. Lo ascolta. Nella sua vita "perfetta" in cui è lui ad avere il controllo su tutto si è aggiunta una variabile imprevista...l'ultimo esponente di una razza ormai estinta.
Cosa vuole da lui? L'ombra è veramente lì per cercare di fargli del male?
O è solo una sfortunata creatura che è finita lì per caso?
A questo punto...non resta che leggere e scoprirlo.
- Avviso: qui non esistono Goku, Vegeta e nessun altro sayan. Niente "scimmioni", ragazzi, mi dispiace.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cooler, Freezer, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Ombre'
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= L’ombra delle catene =

 

 

 

 

 

« lo sai che ho perso il conto dei giorni che sono passati da quando siamo qui? »

Furono queste le parole di Zoisite la mattina del sesto giorno, appena dopo aver salutato l’inizio di una nuova giornata facendo l’amore con il suo compagno di viaggio. Non che fossero andati troppo lontano, erano andati a finire in una magnifica SPA all’altro capo del pianeta proprio come previsto, dove avevano potuto starsene tranquillamente per i fatti loro e allo stesso tempo Cooler aveva potuto monitorare la situazione riguardo le mosse di suo fratello. Pareva che li stesse facendo cercare in lungo e in largo, ma lui aveva profumatamente pagato per mantenere l’incognito, e così erano passati sei meravigliosi giorni che non avevano deluso le aspettative di nessuno dei due, tra i vari trattamenti offerti dalla struttura ed il semplice fatto di godersi la compagnia l’uno dell’altra in un senso che andava oltre quello fisico.

« dai due che dovevano essere sono diventati sei! A questo punto ci conviene tornare tra quattro giorni. Cifra tonda! » osservò Cooler « ma è meglio così, con tutti i trattamenti di questo centro stai riprendendo le forze molto rapidamente, e poi sei più tranquilla. Almeno puoi stare sicura che qui nessuno ti darà della puttana così, tanto per gradire ».

Una delle cose da notare era che in quei giorni i due non avevano parlato praticamente mai di Freezer, il quale probabilmente era ancora furioso per l’ultimo scherzetto.

« davvero sono sei giorni?...» si stupì la shadowjin.

« sono passati in un lampo, vero? Vieni qui » le disse, facendole cenno di avvicinarsi per poterla abbracciare.

Lei obbedì senza stare a pensarci troppo. Era esattamente quel che aveva fatto per tutto il tempo trascorso nella SPA: evitare di pensare troppo. Si era concentrata sui trattamenti, sulle lunghe chiacchierate con Cooler, e sulle belle notti  trascorse - notti, mattine, pomeriggi, sere…ogni tanto era capitato anche che si facessero portare i pasti in camera!- disinteressandosi e disintossicandosi da tutto il resto. Tra le varie visite mediche, Zoisite si era anche fatta dare degli anticoncezionali, cosa che Cooler aveva approvato in pieno immaginando che re Cold desiderasse che il tanto agognato nipote non nascesse al di fuori del matrimonio.

« Cooler…»

« dimmi ».

« se scoprissimo che tuo fratello in questi giorni ha distrutto il mio anello ce ne andremo subito, va bene? ».

Le era venuto in mente guardando l’anello che Cooler le aveva regalato. Non quello della parure di Bulgari, un altro, se possibile ancora più prezioso. In quei giorni non aveva fatto che viziarla con regali di ogni sorta, comprandoli in via telematica ed incaricando il personale della SPA di ritirarli.

« è molto probabile che l’abbia fatto, Zoisite ».

Stavolta Cooler parlava a vanvera, un po’perché non sapeva dell’enigma ancora irrisolto che quell’anello celava, un po’perché stava sottovalutando quanto suo fratello fosse effettivamente arrivato a volerla.

« la cosa più snervante è che continua a dispiacermi per lui » ammise Zoisite « ogni volta che ci penso…oggi è la prima volta che lo faccio dopo giorni, ma ho cominciato a pensare che l’idea è stata eccessiva, di nuovo ».

« se l’è cercata. Forse imparerà a tenere la bocca chiusa, una volta tanto » la rassicurò, dandole un delicato bacio sulla fronte « ah, la mia shadowjin dal cuore tenero. Se vuoi faccio un blitz a palazzo, e se l’anello è ancora integro gli stacco la mano destra e te la porto ».

« dopo quel che abbiamo combinato anche mutilarlo no ».

« e dai, andiamo…» con un telecomando aprì il frigo bar, dal quale delle braccia meccaniche gli servirono dello Château d’Yquem del quale l’icejin viola invitò Zoisite ad osservare l’etichetta.

« è una marca ottima, ma che i terrestri fanno vini eccezionali si sapeva » commentò lei.

« non guardare la marca. Guarda l’annata ».

La shadowjin obbedì, per poi sorridere. Cooler l’aveva stupita ancora una volta, l’annata dello Château d’Yquem corrispondeva al suo anno di nascita, ossia diciannove anni prima.

« vale per questa come per tutte le bottiglie di vino in quel frigo, da me richieste espressamente di quest’annata molto particolare ».

Un gesto che Zoisite trovò molto elegante e di stile. Dopo una vita passata a nascondersi, rubando per mantenersi, cercando di sprecare il meno possibile tutti i soldi che riusciva a ricavare dai suoi furti, le sembrava di vivere in un sogno stando accanto a qualcuno che non solo poteva permettersi un vino del genere, ma addirittura sceglierne bottiglie con l’annata che desiderava. « è un gesto raffinato, che apprezzo molto ».

« facevi prima a dire grazie » rise Cooler « non pretendo nulla in cambio, ma ti invito solo a tenere in considerazione ogni fattore, incluso questo e gli altri simili, nella scelta che prima o poi compierai. Non che io abbia fretta, sia chiaro » aggiunse, accarezzandole la schiena.

Zoisite si era messa a sedere, e beveva il suo bicchiere di Château d’Yquem con aria pensosa. Quanto avrebbe voluto togliersi Freezer dalla testa, sarebbe stato tutto molto più facile, e invece quando Cooler le aveva ricordato della scelta le era tornato in mente più chiaramente che mai. Non che il collare, ancora presente attorno alla sua gola, fosse d’aiuto per dimenticarlo.

« non stare a pensare all’Innominabile, che così ti rovini la giornata…ah, accidenti a lui. Mi consolo pensando che quando torneremo, se dirà o farà qualcosa che non mi piace, ho già predisposto tutto per lo scherzo del secolo ».

Zoisite si voltò. « di che si tratta? »

« segreto! Ma probabilmente lo vedrai, scommetto che quando ci rivedrà inizierà subito a sputare veleno. Freezer non è il tipo che impara la lezione, di solito ».

“ma dopo quel che ho in mentre avrà un altro bel trauma da gestire, oltre a quello per gli spaventapasseri assassini”.

Non volle parlare oltre a Zoisite di quel che aveva in mente, non era sicuro che avrebbe approvato, e lui stesso per quanto l’avesse definito lo scherzo del secolo lo trovava un gesto un po’estremo. In fin dei conti regina Ice era anche sua madre, e non aveva ancora capito come gli fosse venuto in mente di predisporre una cosa del genere, sapeva solo che “ pensato, fatto”. Era qualcosa che si spingeva oltre le solite bastardate, era LA bastardata definitiva, il Progetto Trauma per eccellenza, quello che avrebbe abbattuto il nano una volta per tutte -o così sperava.

Zoisite avrebbe capito, alla fine. Forse non sarebbe stata d’accordo, ma avrebbe capito, capiva sempre. Se riusciva a dispiacersi per Freezer, sarebbe riuscita a comprendere anche lui. In fin dei conti era anche per lei che lo faceva, per preservarla da “siffatto tragico destin”. Non che Cooler fosse sicuro che il “tragico destin” in questione si sarebbe realizzato, ma non gli importava nemmeno. «  mi è venuta in mente un’altra cosa…»

« se è delle stesso tipo delle ultime che ti sono venute in mente, prima parliamone » disse subito la ragazza, facendolo ridere ancora.

« no, è che continuo a pensare che questo » picchettò sul collare con un dito « sia un vero e proprio delitto. Zoisite, ho bisogno che tu sia completamente sincera…» le diede una lunga occhiata « lo giuri? »

La shadowjin non capiva proprio dove volesse andare a parare. « giuro ».

Cooler continuava ad accarezzarle la schiena con aria assente. « adesso come adesso, senti l’impulso di andartene? Anche solo un po’? »

« eh? No, macché! Mi sembra di star sognando, sinceramente » disse subito Zoisite « insomma, saune, massaggi, trattamenti rinforzanti, cene extralusso abbondanti servite in camera, bottiglie di vino con l’annata che corrisponde al mio anno di nascita, tutti questi regali… tu!» aggiunse alla fine, con un sorriso « da quando siamo qui non solo non ho pensato praticamente mai a Penny, ma non ho pensato di fuggire nemmeno una volta ».

« sul serio? » le domandò ancora Cooler.

« sul serio, ma non capisco…»

Trasalì quando Cooler all’improvviso le fu addosso, e mentre la baciava ruppe il collare che l’aveva tenuta fuori dalle ombre per tanto tempo.

L’icejin si staccò all’improvviso. « adesso l’unica cosa materiale che può trattenerti qui è l’anello che ha mio fratello, se non l’ha distrutto. Nulla ti impedisce di scomparire nelle ombre, potresti farlo quando vuoi: non ti sto bloccando le braccia, né trattenendo in alcun modo. Questo per dimostrarti che io mi fido davvero di te, che non penso a te come ad un oggetto che mi appartiene, né come ad una specie di concubina da straviziare, ma come ad un’amica e alleata che ha il mio pieno rispetto. Per questo motivo non voglio vederti in catene ».

Zoisite lo guardava attonita, mentre si toccava il collo. Lo aveva fatto davvero, l’aveva liberata! Poteva di nuovo diventare un’ombra, poteva di nuovo utilizzare i suoi poteri…e sarebbe stata veramente libera di andare via, se avesse voluto.

Era senza parole. Non riuscì a pronunciare una sola sillaba, ma Cooler capì tutto benissimo quando lei lo abbracciò forte, commossa.

Ancora una volta, Cooler era stato più furbo di Freezer. Pensava davvero tutto quel che le aveva detto, ma anche così la shadowjin non era veramente libera; fisicamente sì, d’accordo, e da parte di Cooler non c’era mai stata alcuna costrizione, ma l’aveva incatenata facendo leva sulla loro intesa, l’aveva incatenata trattandola come una principessa, e con la gratitudine che lei ora provava nei suoi confronti per averle tolto quel congegno.

“mi ha liberata, sono libera, posso tornare nelle ombre, posso diventare un’ombra, sono libera, libera!...” pensò Zoisite, che di gratitudine ne provava veramente tanta. Era così felice!

« ehi…stai cercando di assassinarmi stritolandomi? » le domandò Cooler scherzosamente.

Lei si staccò subito. « n-no, scusami, è che…»

« stavo scherzando» le appoggiò le mani sulle spalle « e pur di vederti così contenta uno stritolamento è un piccolo prezzo da pag… mmmh…» accolse felicemente il bacio che lei gli diede «eh sì, proprio un piccolo prezzo ».

« grazie. Grazie, grazie e grazie » gli sussurrò lei.

« la sai una cosa? Questo periodo in tua compagnia, e la tua reazione adesso, probabilmente sono il miglior regalo di compleanno che potessi avere! »

Zoisite lo guardò sorpresa. « è il tuo compleanno? »

« Sì! »

« e quanti anni compi? »

Cooler stavolta esitò a rispondere. « trenta ».

« ti facevo più giovane » disse Zoisite « pensavo che tu ne avessi tipo…venticinque, ventiquattro…»

« ah, no…ventiquattro ne ha Penny ».

« giura! Pensavo che avesse da poco raggiunto la forma completa, più di venti non gliene davo…» commentò la shadowjin « sarà che si comporta ancora come un bambino capriccioso ».

« quello lo farà anche tra cinquant’anni, se ci arriverà » replicò Cooler.

Zoisite assunse un’aria pensierosa, per poi scrollare le spalle. « già. Ok, basta pensare a Freezer » concluse « abbiamo di meglio da fare. Adesso che posso stare in piedi, e posso far comparire le cose dalle ombre…»  gli rivolse un sorriso malizioso « penso di poterti fare un regalino per i tuoi trent’anni » disse.

Cooler fece un sorrisetto, le cose sembravano mettersi molto bene. « pensavo che me l’avessi già fatto poco fa, quando ci siamo svegliati » osservò, guardandola alzarsi dal letto e dirigersi verso lo stereo.

« pensavi male. Puoi voltarti un attimo? »

« cos’hai in mente? » le domandò l’icejin viola, obbedendo.

« tra poco lo vedrai ».

Dalle casse partì una musica orientaleggiante. Cooler non poteva vedere nulla, ma sentì un tintinnio come di tanti piccoli campanelli, o qualcosa di simile.

« puoi voltarti di nuovo ».

Cooler obbedì ancora, trovandosi davanti la shadowjin con una sorta di “pareo” rosso legato sui fianchi, pieno di lustrini e con dei piccoli dischetti metallici che ad ogni mossa provocavano il rumore che aveva sentito prima. La ragazza cominciò a muoversi ed ondeggiare sensualmente, a tempo di musica.

« …altro souvenir dalla Terra? » le domandò debolmente Cooler.

“ se Freezer lo sapesse gli prenderebbe un colpo! Crepa di invidia, caro fratellino” pensò.

« ah-ah » annuì Zoisite « danza del ventre la chiamano, giusto? »

Cooler aveva l’impressione che sarebbe stato il più bel compleanno della sua vita.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Mentre Cooler e Zoisite si davano alla pazza gioia nel festeggiare il compleanno di lui e la rinnovata “libertà” di lei, c’era qualcun altro che invece di tutto aveva voglia meno che di una festa.

Freezer li aveva fatti cercare in lungo e in largo per il pianeta, ma non c’era stato verso di trovarli: i soldi di Cooler avrebbero permesso ad un elefante di nascondersi dietro un filo d’erba e di non essere visto.

A quel punto li aveva fatti cercare nei pianeti vicini, senza ottenere niente, e aveva saputo che non era nemmeno tornato a Pianeta Cooler n.1. C’era da domandarsi dove fossero andati a finire, e cosa diavolo stessero facendo!

“su quello non ci sono molti dubbi!” pensò, rompendo il bicchiere che aveva in mano senza curarsi delle schegge di vetro che gli si erano infilate nella pelle. Tanta era la rabbia, tanta la gelosia, che non sentiva nemmeno il dolore.

In quei giorni diversi pianeti avevano pagato il prezzo dell’ultimo scherzo di Zoisite e Cooler, e della frustrazione del tiranno che non si era mai sentito così in vita sua. Era tormentato dal pensiero di lei con lui, era tormentato dal fatto che se anche li avesse trovati…che avrebbe potuto fare? Ed era tormentato perché non riusciva a dare un taglio a tutta quella storia.

Anche solo guardare l’anello che aveva al dito lo faceva impazzire. Sapeva che, finché lo avesse tenuto, lei prima o poi sarebbe tornata… ma perché diamine avrebbe dovuto volere che Zoisite tornasse? Per farsi umiliare ancora?! No, assolutamente no.

Nei momenti in cui gli venivano certi pensieri si toglieva l’anello ed era pronto a distruggerlo, al diavolo l’enigma, al diavolo il tesoro, al diavolo lei, Cooler, e tutto il resto dello stramaledetto Universo; ma quando era sul punto di distruggerlo ecco che qualcosa lo bloccava, e lo spingeva a rimetterselo al dito con un gesto nervoso.

Non si era ancora alzato dal letto quella mattina, ed aveva dato espressamente ordine di non essere disturbato. Lo aveva fatto quando, ancora mezzo addormentato, si era stretto al cuscino con la sciocca convinzione che fosse lei.

Lo aveva disintegrato, quel cuscino.

Gli erano venute in mente cose strane in quei giorni, cose come “forse non dovevo darle della puttana, forse me la sono andata a cercare, lei è stata bastarda, maligna, ma io me la sono andata a cercare”, ulteriore prova del fatto che ci fosse qualcosa che non andava.

La logica gli diceva di lasciarla a Cooler, ancora. Gli diceva “ lascia che se la veda lui con quella lì, e torna alla vita di prima”.

La voglia di vendetta invece diceva “ non ti azzardare ad arrenderti, deve pagarla per quel che ti ha fatto!”.

L’istinto gli urlava “ ma sei scemo, lasciarla a Cooler?! Non hai sentito che sensazioni che ti dà? Non l’hai sentita quella vibrazione, quell’attrazione, quella chimica che c’è tra voi due? Non ricordi più quanto è bella? E vorresti che Cooler la portasse via?”

E infine, la stessa parte di lui che aveva originato quel “forse me la sono andata a cercare”, una parte che rifiutava categoricamente di ascoltare e che fino all’arrivo di Zoisite non era mai venuta fuori, gli sussurrava altre cose ancora. Lo faceva nei momenti di stanchezza, o nel dormiveglia, nei momenti in cui tutte le altre parti erano temporaneamente sedate.

“ti immagini come sarebbe svegliarti e abbracciare lei invece che il cuscino, e questo tutti i giorni? Ti immagini le lotte, e le riappacificazioni a modo vostro? Poterle parlare di quello che vuoi, quando vuoi, senza paura e senza inibizioni? Non immagini come sarebbe veder crescere -con lei al tuo fianco- una miriade di piccoli icejin bianchi o neri? No, non uno soltanto, ma di più! E come sarebbe vederla sorridere, sorridere proprio a te, e molto più spesso? Sapere che rimarrebbe con te anche senza quel collare, anche se le restituissi l’anello?”

« sciocchezze! » sibilò l’icejin.

Intanto però non sapeva come comportarsi, e poteva solo aspettare.

Peraltro quel giorno era il compleanno di Cooler…immaginò che avesse voluto da lei un qualche regalo speciale, e non nel senso “ti compro qualcosa e te lo do”. A dire il vero si trattava sempre di “dare” qualcosa, ma non era certo una bottiglia di buon vino… e al pensiero sentiva nuovamente la voglia di distruggere qualche pianeta!

Era entrato in un circolo vizioso dal quale rifiutava orgogliosamente di uscire. Testardo, ostinato, e ventiquattro volte zuccone.

Si sfilò l’anello, cercò di concentrarsi sul rebus, ma niente. “IV abc - I abc   . + . + .”, ma che senso aveva?!

Poi notò che i nomi e la data e quei simboli sembravano corrispondere, viste le posizioni in cui erano messi. IV abc corrispondeva al nome Morgan, I abc al nome Axenite, i “.” corrispondevano ai numeri che formavano la data, e i “+” ai puntini che dividevano giorno, mese ed anno.

Un passo in più verso la risoluzione, forse, ma continuava a non capire il significato di quella roba. Forse con l’aiuto di qualcuno sarebbe riuscito a venirne a capo, forse se Zoisite lo avesse visto avrebbe saputo interpretarlo…

Ma Zoisite era chissà dove.

Cominciò a togliersi le schegge di vetro dalla mano. Avrebbe dovuto chiamare la schiava delle pulizie, alla fine, a riordinare tutto, a rifare il letto e per farsi portare un nuovo cuscino.

« Zarbon » disse in un apparecchio « di’ alla schiava delle pulizie che deve venire a rimettere in ordine la mia stanza, e solo quella ».

« sissignore ».

Lui intanto si sarebbe fatto un bagno, cercando di non pensare che era in quella vasca che lui e la piccola shadowjin…

« al diavolo! » esclamò, andando in bagno e sbattendo la porta.

   
 
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