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Autore: Sarah Carry Herondale    09/10/2013    2 recensioni
Questa Fan fiction l'ha scritta una mia amica e andava assolutamente pubblicata perchè è fantastica!
Il Signore Oscuro è stato sconfitto e gli studenti sono tornati a Hogwarts per completare il loro settimo anno.
La guerra li ha cambiati profondamente, ha tirato fuori da loro aspetti che prima non conoscevamo, in particolare Draco. Che cosa c'è dietro quel ghigno? Chi è in realtà il Principe di Serpeverde? Lui può innamorarsi ed essere amato?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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DRACO

 
Stava peggiorando.
Lo sentivo.
Lentamente, gradualmente, ma stava peggiorando.
Inesorabilmente.
E come se non bastasse mi avevano fatto mettere vicino a lei, come se la cosa non fosse già abbastanza schifosa da sola.
Ma per i miei compagni l’equazione era stata ovvia: Principe delle Serpi = Regina dei Grifoni.
Mi faceva sentire inferiore con uno sguardo; probabilmente non se ne accorgeva neanche. In fondo come potrebbe?
Il mio viso era una maschera di pietra inespressiva in classe.
Fuori…bè, ero il Principe di Serpeverde, il ragazzo che tutte volevano farsi. Tutte tranne una.
E quell’unica ragazza era seduta al mio fianco a solleticarsi il labbro superiore con la penna d’aquila.
 
 

HERMIONE

 
Un dio greco.
Ecco chi mi stava accanto in questo momento.
Un dio greco assonnato e impassibile alla lezione di Storia della Magia.
Un dio greco verde e argento.
Nessuno, tra Grifondoro e Serpeverde,aveva perdonato Silente per questa storia del mescolamento.
Ma, alla fine, ce l’eravamo cercata.
La rivalità era troppa, soprattutto dopo lo scontro finale con Voldemort.
E tutto era esploso nella partita di Quidditch, la prima, Grifondoro contro Serpeverde.
Rosso contro verde.
Godric contro Salazar.
Harry contro Malfoy.
E quando Serpeverde aveva vinto, giocando un po’ sporco ma meno del solito, c’era stata una guerra di incantesimi.
Nessun ferito grave ma molti erano finiti in infermeria per degli Schiantesimi.
E così, eccoci qui a dividere il banco con persone che odiavamo profondamente.
Le coppie erano state scelte dalla McGranitt e da Lumacorno ( il quale probabilmente aveva chiesto ai suoi con chi volessero stare), e a me era toccato il Principino.
Era la seconda ora e lui non mi aveva rivolto nemmeno un insulto. Strano.
Nei suoi occhi c’era una luce diversa. Preoccupazione forse?
Negli ultimi otto mesi la mi popolarità a Hogwarts era lievitata in maniera esorbitante.
Avevo diciassette anni ed ero Caposcuola.
Ero la studentessa più brillante di tutto il castello.
Ero diventata la Regina di Grifondoro.
Ero diventata una bomba sexy.
Era stata la mia rottura con Ron che mi aveva fatto emergere, in qualche modo dovevo ringraziarlo, dopo Febbraio uno stuolo di ragazzi mi veniva dietro.
Chissà, forse perché i miei denti non erano più quelli di un castoro o perché i miei capelli non assomigliavano più a una massa aggrovigliata e in districabile, bensì una fluente chioma  di boccoli castani; o magari perché non avevo più paura di mostrare il mio corpo (senza troppe parti scoperte, ovviamente).
Insomma, ero cambiata.
Pensandoci ero la ragazza più potente , intelligente, bella brillante, Caposcuola.
Ero la Regina indiscussa di Grifondoro e ti tutta Hogwarts.
Avevo ricevuto lettere così melense che sembravano appiccicose; lungo i corridoi mi fischiavano dietro, a San Valentino una pioggia di regali era arrivata con la pioggia mattutina.
Poi c’era stato il concorso.
In segreto i ragazzi si erano riuniti nel loro dormitorio e avevano votato la più bella delle ragazze della casa. Calì e Lavanda non parlavano d’altro.
Poi una sera avevano scelto di comunicare chi era la prescelta, la Regina.
Mentre io stavo finendo pacificamente una relazione per Artimanzia.
Dean aveva letto il verdetto: Hermione Jane Granger.
Tutte erano rimaste di sasso, me compresa. Ero sprofondata ancora di più nella poltrona.
E da li era nato tutto.
La campanella suonò la fine dell’ora, il professo Rüf attraversò semplicemente la lavagna mentre tutti si fiondavano fuori dalla classe.
Mi alzai dolcemente dalla sedia e sistemai lentamente la mie cose nella borsa, non avevo alcuna fretta di attraversare i corridoi gremiti di studenti urlanti.

  
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