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Autore: ary_gg    09/10/2013    1 recensioni
Storia che cercherò di rendere il più corale possibile con una trama sovrannaturale in sottofondo.
Sono stati inseriti due nuovi personaggi. Due sorelle Selene e Diana.
Le due arrivano in città all'inizio dell'anno scolastico, non sono però delle studentesse. La storia si svolge come nel telefilm, dopo quattro mesi dalla fine della seconda stagione. Ci saranno nuovi problemi oltre agli alfa e i problemi saranno causati proprio dalle due ragazze, che nascondono una natura sovrannaturale, oltre che un piano segreto. Probabili spoiler se non seguite la programmazione americana. Dateci un'occhiata se vi va -Ari
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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You Are My Wonderwall 

 

 

CAPITOLO SESTO

Selene non prese fiato sin da quando era uscita dal loft di Derek. Aveva corso attraversando praticamente tutta la città. La sua auto era rimasta nel parcheggio della scuola, ma non aveva nessuna intenzione di recuperarla. Il suo obiettivo era arrivare a casa il prima possibile. Diana era bloccata a scuola e quello era il momento perfetto per recuperare il libro. Purtroppo la ragazza non aveva calcolato i diversi ostacoli sul suo cammino. Da Liam a Derek. La ragazza scosse la testa e quando finalmente vide la sua casa, tirò un sospiro di sollievo. Una volta entrata e dopo aver chiuso la porta alle sue spalle, la sua gatta si strofinò contro le sue gambe in cerca di un po’ di coccole.
“Non ora Luna.”
Selene si precipitò nell’ufficio della sorella, rimosse senza troppa difficoltà l’asse mobile. Purtroppo quello che vide non era ciò che si aspettava o meglio ciò che avrebbe voluto vedere.
“Dove diamine è?”
Disse in preda al panico la ragazza. Selene infilò la mano nel vano sperando quasi che il libro si materializzasse all’improvviso. La ragazza sentì miagolare il suo gatto e si voltò.
“Selene? Sei tu?”
La ragazza sbarrò gli occhi riconoscendo la voce della sorella. Luna miagolò ancora. In quel momento Selene capì che il suo gatto non era alla ricerca di coccole, voleva solo avvertirla che non era sola in casa.
“Selene?”
Diana vide sua sorella chiudere la porta del suo ufficio con Luna tra le braccia.
“Perché eri di nuovo nello studio? Ancora carta?”
Selene scosse la testa.
“No. Luna si era infilata dentro. Dovresti chiudere la porta.”
“Già..”
“Diana, la lampada è apposto e..”
Selene corrucciò la fronte vedendo Liam sbucare all’improvviso.
“Liam..che..che ci fai qui?”
Prima che l’uomo potesse dire qualsiasi cosa Diana lo interruppe.
“Oh beh è una storia divertente! Liam era ritornato a scuola perché aveva dimenticato i compiti da correggere a casa e ci siamo incrociati. Gli ho chiesto che fine avessi fatto, dato che la tua auto era ancora nel parcheggio..”
Selene sospirò sapendo dove sarebbe andata a parare la sorella.
“Così Liam si è offerto di portarla qui dato che io avevo la mia. Ovviamente tutto dopo avermi detto che eri andata via con un ragazzo molto alto, moro, occhi verdi, un po’ imbronciato..sai il tipico ragazzo che ha l’aria da lupo solitario.”
Diana calcò le ultime due parole guardando fisso sua sorella.
“Credo che andrò”
Disse Liam cercando di sfuggire a quella situazione.
“Perché non resti a cena invece?”
Chiese Diana sorridente.
“Sei la tipica persona di cui mia sorella dovrebbe circondarsi.”
Dopo quella frase calò improvvisamente il silenzio, un po’ per tensione, un po’ per imbarazzo.
“Dai scherzavo! Ti devo un favore. Per aver riportato l’auto di Selene e per aver aggiustato la lampada nel salotto. Giuro che le mie lasagne sono ottime”
Diana guardò Liam gentilmente e poi guardò la sorella allo stesso modo.
“Diana ha ragione, dovresti restare.”
Disse Selene sorridendo e cercando di sembrare convincete.
“D’accordo”
Liam si trovò costretto ad accettare. Certo dopo aver buttato lì, poche ore prima, un invito andato a vuoto alla ragazza che aveva di fronte si sentiva un po’ confuso. Anche se tecnicamente erano stati interrotti prima che lei potesse dire qualsiasi cosa, anche un no. Diana prese a braccetto Liam trascinandolo in cucina, mentre Selene rimase lì qualche altro secondo. Sospirò e accarezzò Luna.
“La prossima volta sii più esplicita”
Disse alzandola all’altezza del suo viso.
“Vuoi togliermi dai guai, ma sei pur sempre un gatto. E io sto parlando con un gatto. Dovrei essere da ricovero.”
La ragazza lasciò andare la sua gatta che le fece le fusa e poi si allontanò prendendo a girovagare per la casa.

 


“Abbiamo bisogno di qualcuno che sappia cosa diavolo sta succedendo”
Disse Scott esasperato


“Abbiamo bisogno di qualcuno che sappia cosa fare”
Derek era davanti alla grande finestra del suo loft che guardava nell’oscurità che ormai era calata sulla città dato l’orario. Il sole aveva lasciato il posto ad una brillante, seppur in modo moderato, mezza luna.
La luna piena era vicina e sapeva che non era un buon segno. Non quando un branco di Alfa ti rivendica al loro fianco e ad ogni luna piena acquista forza.
Cora appoggiata al davanzale accanto a Derek, lanciò un’occhiata al fratello. Sapeva che era confuso quanto loro e per quanto gli altri lo vedevano come un Alfa sbruffone e un po’ egocentrico a momenti, e debole e inesperto in altri, lei sapeva quanto lui stesso era preoccupato per quella situazione e quanto era preoccupato per tutti loro.
“Cosa consigli di fare?”
Disse poi rompendo il suo silenzio forzato rivolgendosi a Scott.
“Dobbiamo parlare con qualcuno che ne sappia più di noi”
“Intendi il tuo capo?”
“Si”
Derek alzò gli occhi al cielo un momento. Poi guardò Cora che ricambiò il suo sguardo.
“Che c’è?”
Disse Stiles dando voce alla domanda che chiunque lì avrebbe voluto fare, dato che tutti avevano notato quelli sguardi.
“Niente”
Disse Cora staccandosi dalla finestra e avanzando per potersi muovere insieme agli altri.
“Bè ci sarebbe un problema..”
Tutti fissarono Scott. Tranne Stiles che sembrava preso da tutt’altro, sembrava preso dai suoi pensieri.
“Deaton non è città al momento”
Cora alzò gli occhi al cielo.


“E’ serio?”
Sussurrò la ragazza guardando il fratello scocciata.
“Va bene Scott, cercherò di scoprire qualcosa.”
Disse poi Derek lasciando perdere il commento sarcastico e acido della sorella.
“Scusate..”
Il gruppo si voltò verso la porta d’ingresso dove si erano palesate Lydia e Allison.
“Che ci fanno ora loro qui?”
Chiese Derek a Scott che lo guardò sorpreso e innocente.
“Non preoccuparti, avrei fatto volentieri a meno di trovarmi in una casa, se così possiamo definirla, che non sa nemmeno cosa sia il buongusto, ma ehi non farò la schizzinosa, dato che sono qui solo per portare questo”
Disse Lydia indicando un libro che aveva in mano.
“A lui”
Disse indicano poi Stiles che sembrò improvvisamente riprendersi e tornare nel mondo reale, mentre tutti lo guardavano.
“Si, già..”
Il ragazzo avanzò prendendo il libro dalle mani della ragazza e lo aprì velocemente.
“Dove lo hai trovato?”
Chiese Scott non riconoscendolo tra quelli che avevano consultato.
“In biblioteca.”
“In realtà io l’ho trovato in biblioteca”
Sottolineò Lydia che strappò il libro dalle mani di Stiles.
“Era qui”
Disse poi indicandogli la pagina.
“Che succede?”
Disse Allison verso i due che sembravano parlare di qualcosa che solo loro potevano conoscere. E bè era così.

 


“Così ho capito che quella non era assolutamente la mia strada e ho deciso che l’insegnamento era decisamente più per me”
Diana e Selene risero al racconto di Liam. Ormai avevano finito di cenare, ma una chiacchiera aveva tirato l’altra e avevano continuato a rimanere a tavola comunque.
“Non pensavo avessi un passato così avvincente”
Disse Diana sorseggiando un po’ di vino.
“Questo rivede la mia posizione di candidato perfetto per girare intorno a tua sorella?”
“Ehi, sono qui. Non parlate di me come se non ci fossi”
Disse Selene scuotendo la testa. Non sapeva se essere imbarazzata, divertita o lusingata da tutte quelle attenzioni.
“No, c’è di peggio. Mia sorella in passato non era molto brava a scegliersi gli amici.”
Disse Diana calcando l’ultima parola.
“E’ migliorata quando ci siamo trasferite a New York”
Aggiunse poi.
“Eri l’unica alla quale le mie compagnie non piacevano.”
Disse scontrosa Selene, dopo di che bevve un po’ dal suo bicchiere per ingoiare il rospo e non litigare di nuovo con sua sorella davanti a Liam.


“Assisterei volentieri ad un’altra scenetta di casa White, ma dovrei proprio andare. Domani ho la prima ora.”
“Ti accompagno fuori”
Selene si alzò dopo l’uomo di fronte a sé e, dopo aver indossato una giacca, lo seguì fuori. Diana intanto si fece seria d’improvviso.

 

 


“Ecco. Non ho nemici, non ho alleati.”
Stiles sfogliò le altre pagine fino ad arrivare ad un’altra con una nota scritta a fondo della pagina con una calligrafia fine ed elegante.
Ho solo un padrone, l’equilibrio. Ho solo un’ancella, la luna.
Il ragazzo proseguì in quel modo e ad ogni pagina scritta trovava una frase di quello che Selene aveva detto.
“Sembra quasi una descrizione ricorrente”


Osservò Allison che ormai si era unita agli altri.
“A me sembra quasi una sorta di giuramento e un rompicapo”
Disse Lydia dopo essere stata in silenzio per troppo tempo.
“Che intendi?”
Disse Derek incuriosito dalla teoria della ragazza che si meravigliò del semplice fatto che lui stesse prestando attenzione a quello che dicevano.


“Non è una descrizione che tutti darebbero. Sembra quasi come se fosse un’antica filastrocca. Andiamo voi licantropi per descrivervi usereste tutte queste parole?”
“Magari è solo un po’ fanatica”
Si intromise Isaac.
“Sono d’accordo con Lydia”
Disse Stiles sfogliando per l’ennesima volta il libro.
“Un momento”
Il ragazzo si avvicinò a Lydia facendole leggere il contenuto delle varie pagine in cui c’erano le scritte.
“Pronto? Potreste coinvolgerci nei vostri macchinosi pensieri?”
Disse Cora esasperata. Stiles chiuse il libro.
“Credo che il concetto di ibrido non sia così lontano dal concetto di Guardiana.”
Disse il ragazzo passando il libro a Scott che cominciò a sfogliarlo insieme ad Allison e Isaac.
“Non ha nemici e non ha alleati perché lavora per l’equilibrio appunto. Immagino tra il mondo sovrannaturale il non sovrannaturale.”
Disse poi Lydia.
“La questione della luna non è chiara. Probabilmente prende forza dalla luna o non saprei. In questo somiglia un po’ ai licantropi”
Aggiunse Stiles.
“E tutta la storia le streghe mi temono, la natura mi serve eccetera eccetera?”
Chiese Cora curiosa. Stiles e Lydia si guardarono.
“Credo che stia a simboleggiare il fatto che abbia parecchie capacità. Come se prendesse qualcosa da ognuno di loro. Per quanto riguarda la morale e il resto non ci sono indizi sul libro che possano ricondurre a qualcosa di preciso. Alla fine propriamente sulle Guardiane non c’è nulla. Sono solo supposizioni e collegamenti”
Scott chiuse il libro.
“E’ meglio di niente”
“Si, ma non ci aiuta molto.”


Disse poi Derek palesando la sensazione di tutti.

 


“Ti chiedo scusa a nome di mia sorella.”
Disse Selene una volta uscita da casa. Liam rise appena e si diresse verso la macchina affiancato dalla ragazza.
“Non preoccuparti. E’ un po’ iperprotettiva.”
“E’ solo prevenuta”
“Nei confronti del ragazzo di stamattina?”
Selene abbassò lo sguardo non rispondendo alla domanda.
“Non ne vuoi parlare. Capisco”
“E’ solo che..è una storia lunga e complicata. Ci conosciamo da anni e Diana non lo ha mai visto di buon occhio. E per nessuna ragione plausibile.”
“Proprio nessuna?”
Selene lo guardò perplessa e divertita.
“Da che parte stai?”
Disse sarcastica.
“Dalla mia”
Selene lo guardò più perplessa di prima e più seria.
“Che intendi?”
“Che cerco di eliminare la concorrenza anche se probabilmente non è corretto”
“No non lo è. Da uomo adulto non mi aspetto un atteggiamento del genere”
Disse sarcastica la ragazza appoggiando la schiena contro la monovolume dell’uomo.
“Mi fai sentire vecchio”
Selene rise scuotendo la testa.
“Scherzavo”
Disse con fare innocente lei.
“Derek non è il mio fidanzato o qualsiasi cosa del genere, né lo è mai stato. E’..qualcosa di diverso.”
“Abbiamo un nome”
Disse lui per alleggerire la tensione.
“Non credo esista realmente l’amicizia tra due persone di sesso opposto”
Aggiunse poi.
“Siamo cresciuti insieme. Tutto qui. Dovrei proprio rientrare”
Disse Selene per troncare la discussione.
“Non volevo insinuare nulla e non volevo infastidirti sul serio, mi dispiace”
“E’ tutto ok. Ma devo comunque rientrare. A domani.”
Selene avanzò spedita verso la porta della sua casa. Una volta all’internò sentì sua sorella parlare vivacemente al telefono.
“A Selene ci penso io..no. Ho detto che va tutto bene ok?”
Selene si avvicinò circospetta per poter sentire meglio.
“La luna rossa è vicina. Possiamo farcela. Ti richiamo io.”
Diana chiuse la chiamata e Selene, nascosta dietro una delle colonne dell’ingresso sospirò. Poi si avviò velocemente verso le scale per salire al piano di sopra e andare in camera sua.
“Ehi!”
La ragazza fu bloccata a metà del suo percorso dalla sorella.
“Perché sei andata via con Derek?”
“Diana, seriamente, smettila.”
Diana prese prepotentemente per un braccio Selene.
“E’ un licantropo. Hai presente si? Non me ne frega niente del passato. Il presente è ciò che conta. E noi ora siamo quello che siamo e loro non possono avvicinarsi a noi.”
Selene strattonò la presa della sorella liberandosene.
“Non è esattamente così e lo sai bene”
“Dio Selene non farti coinvolgere. Non puoi. E’ esattamente il tuo tipo io lo so. Bello, tenebroso, scontroso, avete un passato da far invidia ai Promessi Sposi, ma NO. Non puoi. La storia di Isabelle dovrebbe ricordarti perché le Guardiane non possono avere relazioni con uomini che non siano solo e soltanto esseri umani”
Selene rise sarcasticamente.
“Stai davvero rivangando una storia di 800 anni fa? Perché poi esattamente? Non c’è niente fra me e lui, vorrei solo poter ritrovare la persona a cui volevo bene e che mi ha supportato quando papà se ne è andato di casa, quando mi sono fatta male durante le gare di ginnastica artistica, quando avevo uno stupido concorso di scrittura o i test provinciali di matematica. Quella persona che mi è stata vicina durante la malattia di Sarah e che il giorno del suo funerale mi ha tenuto la mano. Di sicuro quella persona non eri tu nonostante tu sia mia sorella.”
Detto ciò la ragazza riprese a salire le scale.
“E per la cronaca, la storia di Isabelle non è il motivo per cui noi non possiamo stare con altri esseri sovrannaturali. Quella regola c’era già allora. Quella storia insegna tutt’altro.”

Inghilterra 1213

Isabelle era nel giardino della sua grande casa. Il sole era una rarità a Londra e quel giorno sembrava aver graziato la popolazione con la sua presenza. La giovane fanciulla lisciò nervosamente con le mani il suo bel vestito di seta azzurro pallido. Aveva dei lineamenti fini e dolci. Il suo viso era perfettamente equilibrato. Aveva grandi occhi color nocciola espressivi e vivaci. I lunghi boccoli biondi cadevano sulle spalle, solo alcuni erano tenuti insieme dietro alla nuca e incastrati perfettamente in una coroncina di nastri e stoffe pregiate tanto quanto il suo vestito. La sua era una famiglia facoltosa. Erano per la maggioranza donne e se prima le sembrava una cosa buffa, da un paio di anni aveva compreso il perché, aveva compreso la vera ragione.
Persa com’era nei suoi pensieri, nel momento in cui un sassolino cadde nella fontana accanto a lei, quasi sussultò. Ma quello era il segnale. Era il loro segnale.
La ragazza corse per quanto il lungo vestito le permetteva verso il cancello sul retro del giardino che si affacciava nel bosco. Isabelle lo lasciò leggermente aperto per quando sarebbe tornata indietro, anche se il suo desiderio era quello di non voler tornare. Desiderava solo poter scappare con lui, magari da qualche parte lontano da Londra, lontano da tutti.
“William? Siete voi?”
“Sono qui”
Isabelle si voltò vedendo poco distante il ragazzo più bello che i suoi occhi avessero mai visto. Alto, capelli color miele e occhi azzurri. Animo gentile e cortese, amava le attenzioni che le riservava.
“Siete in ritardo, Milady”
Disse lui porgendole una margherita di campo.
“Smettetela di chiamarmi così. Sarò pure di nobili origini, ma preferirei che voi mi chiamaste Isabelle. Non appartenete anche voi a una famiglia di alti ranghi?”
“E’ una questione di rispetto, Milady. Lei è comunque una nobildonna, più di me e della mia famiglia. E’ questo che la mia educazione mi impone e ho tutta l’intenzione di continuare in questo modo, finchè non vi convincerete che potrò chiedere la vostra mano a vostro padre.”
Isabelle scosse la testa sorridendo.
“William, sapete che mio padre non è il problema.”
“La chiederò a vostra madre allora”
Isabelle scosse la testa.
“E’ la nostra natura che ce lo vieta.”
Il ragazzo le accarezzò dolcemente il viso per poi posare delicatamente le sue labbra su quelle della ragazza.
“E’ ridicolo. Non riesco a comprendere il senso di questo divieto.”
“Nemmeno io. Ma è così. E’ sempre stato cosi William. Chi siamo noi per decidere che una Guardiana e un Licantropo possono stare insieme?”
“E chi sono loro per decidere che non possono?”
“William, noi non possiamo stare con nessun essere sovrannaturale, non è una cosa contro la vostra razza. Questo lo comprendete vero?”
Il ragazzo prese le mani di Isabelle e annuì.
“Si lo comprendo, Milady. Ma vorrei che voi poteste darmi fiducia. Fatemi provare. Non possiamo continuare in questo modo vedendoci di nascosto”
“Se rifiutassero?”
“Scapperemo. Ve lo prometto”
Isabelle guardò speranzosa William, poi lui udì un rumore proveniente dai boschi.
“Sta arrivando qualcuno”
“Ne siete certo? Io non ho sentito nulla”
“Fidatevi di me. Tornate a casa.”
Isabelle scosse la testa.
“Andate voi. Siete più veloce. Io sarò al sicuro. Nessuno può toccarci, ricordate?”
Il ragazzo annuì.
“Come preferite. State attenta. Ci vedremo questa sera come al solito”
La ragazza si guardò intorno attendendo che qualcuno si facesse avanti. Isabelle riuscì ad intravedere un paio di occhi rossi che si avvicinavano sempre più. Con un po’ di timore, ma con un’apparente decisione tese il braccio con la mano aperta e disegnò un confine. La striscia di fuoco viola in breve si trasformò in sorbo. Il giovane uomo si fermò e con lui il resto del branco; tutti avevano ripreso le loro sembianze.
Lui chinò il capo in segno di rispetto.
“Non volevo invadere il vostro territorio, Milady.”
“Non l’avete fatto. Ma capirete che non conoscendovi devo preservare la mia sicurezza.”
Disse con decisione la ragazza. Lui sorrise appena. Lei era certa che lui non sapesse chi fosse. Isabelle sapeva perfettamente che quello era il suo branco. Quello che non sapeva era che anche lui sapeva chi era lei.
“Abbiamo perso uno dei nostri. Probabilmente sarà qui intorno. Per caso lo avete visto”
“Se un licantropo mi avesse importunato o avesse provato a farmi del male, lo sapreste.”
“Lo saprei?”
“Si. Perché a quest’ora sareste già morto e non staremmo avendo questa discussione. Se non vi dispiace tornerei a casa.”
Il giovane uomo di fronte a lei mantenne fisso lo sguardo su di lei. Dopo poco però lo abbassò e chinò di poco il capo. Quelle erano le regole e doveva sottostarvi..almeno per il momento. Le Guardiane erano intoccabili. Nessuna creatura sovrannaturale poteva anche solo pensare di attaccarle. Loro erano al di sopra di ogni cosa. Isabelle si incamminò verso il sentiero che portava a casa quando fu fermata ancora una volta.
“Se mai doveste vederlo, spero siate così saggia e onorevole delle regole come lo siete stata con me.”
Isabelle aveva fermato il suo cammino, ma non si voltò verso di lui. Semplicemente corrucciò la fronte preoccupata, dopo qualche secondo riprese a camminare sotto lo sguardo del branco che si era lasciata alle spalle.

   
 
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