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Autore: Lux_daisy    09/10/2013    4 recensioni
Dal capitolo 3:
-- Sei fastidioso, feccia. Ti conosco a malapena e già mi verrebbe voglia di massacrarti fino a farti urlare pietà, perciò ti avverto: non continuare a provocarmi --. La sua voce si era ridotta a un sussurro: si insinuò nella pelle di Squalo, strisciando come un serpente e scavò fino a raggiungere la carne e i muscoli e le ossa per poi incidersi nell’anima e mozzargli il respiro. Squalo sgranò gli occhi e per la prima volta in vita sua si accorse di provare paura di fronte a un avversario.
In una prestigiosa Accademia si incrociano le vite di due ragazzi dal passato difficile. Xanxus e Squalo si odiano e si scontrano, si respingono e si attraggono, come le falena di fronte alle fiamme, senza capire quant'è grande il pericolo di bruciarsi.
Genere: Azione, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Dino Cavallone, Superbi Squalo, Xanxus
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Villa con piscina




Quando i Varia vennero a liberare i due prigionieri, si ritrovarono davanti uno Xanxus circondato da una spaventosa aura omicida: si avventò sui primi due che comparvero sull’uscio dell’infermeria, ovvero Levi e Lussuria e li atterrò con un solo colpo. I due, terrorizzati, presero a scusarsi e ad implorare pietà.
Sotto la minaccia del Boss di passare il resto delle loro vite a dover utilizzare una cannuccia per mangiare, Lussuria confessò tutto: dato che era convinto che tra Bel e Viper ci fosse del tenero, ma che i due non volessero ammetterlo, aveva pensato di chiuderli da qualche parte così che avessero potuto chiarirsi e confessarsi. Lui e Levi avevano quindi usato una scusa per convincerli ad andare in infermeria, ma a quanto pareva i due piccioncini inconsapevoli, non avendo alcuna voglia di fare quanto gli era stato chiesto, avevano rigirato l’imbroglio a Xanxus e Squalo e quando questi ultimi erano entrati nella stanza predestinata, i due complottisti, convinti che là dentro ci fossero Bel e Viper, avevano bloccato la porta e se n’erano tornati alla festa.
Si erano resi conto dell’errore solo mezz’ora dopo, quando, nella confusione della palestra, avevano scorto i due compagni, che sarebbero dovuti essere a parlare dei loro sentimenti nascosti e che invece si divertivano a fare scherzi di Halloween agli altri studenti. In preda al panico, Levi e Lussuria erano corsi in infermeria per liberare i reclusi e avevano dovuto affrontare l’ira del loro Boss che si era decisamente sfogato prendendoli a calci.
Nell’osservare la scena, Squalo non aveva potuto impedire alle sue labbra di curvarsi in un sorriso: in fondo quei due meritavano una punizione per l’assurdo piano che avevano voluto mettere in atto.
“E poi come cavolo è venuta in mente a Lussuria l’idea che tra Viper e lo psicopatico ci sia del tenero?”
Una volta finito di punire i suoi sottoposti, Xanxus se ne tornò nella sua stanza e Squalo fece altrettanto: dopo tutto quello che era successo in infermeria non aveva nessun desiderio di ritrovarsi in mezzo a gente che si dimenava a ritmo di musica. Per di più, anche se era ancora presto, si sentiva incredibilmente stanco: voleva solo buttarsi sul letto e dimenticare l’ultima mezz’ora della sua vita.
 
 
 
Nei giorni seguenti a quella serata Squalo iniziò a sentirsi sempre più confuso e spaesato. Per quanto si sforzasse, non riusciva a togliersi dalla testa le parole di Xanxus, la verità sul suo passato e sulle sue cicatrici: continuavano a sembrargli incredibilmente assurde e terribilmente dolorose. Non si dava pace, soprattutto riguardo al fatto che il moro non avesse mostrato alcuna emozione nel rivivere quei ricordi traumatici. Quelle ultime parole poi – “ho giurato che non sarei più stato così debole da non riuscire a difendermi e da allora sono sempre stato io il più forte”- gli ricordavano in modo speculare i pensieri che lui stesso aveva avuto dopo la morte dei genitori. Nonostante il dolore, anche lui aveva promesso che avrebbe continuato ad essere forte e a vivere la sua vita senza avere paura.
Erano davvero così simili loro due?
“No! No, no e poi no! Io e quel bastardo non abbiamo niente in comune!” si ripeteva, pur sapendo ormai dentro di sé che non erano parole sincere. Che fine avevano fatto l’odio e il desiderio di vendetta che l’avevano spinto fin là? Dov’erano andati a finire la sua determinazione e il suo orgoglio? Potevano davvero essere spariti così? Poteva la sua considerazione di Xanxus essersi modificata fino al punto da rendergli impossibile odiarlo davvero?
“Cazzo! Non ci sto capendo più niente! Forse sono impazzito…”. Doveva odiarlo! Altrimenti che senso aveva tutto quello che aveva fatto nelle ultime settimane?
“Dannatissimo stronzo! Ti detesto perché non riesco ad odiarti abbastanza!”
 
 
 
*************
La mattina in cui Squalo si ritrovò per caso a sfogliare il giornale che era stato lasciato sul tavolo, non avrebbe mai creduto di leggerci sopra una notizia riguardante l’omicidio dei suoi genitori. I corpi dei tre assassini che quella sera di sei mesi fa avevano fatto irruzione nella pasticceria erano stati ritrovati in una discarica: secondo la ricostruzione, prima di essere stati uccisi da un colpo di pistola, avevano subito la recisione dei legamenti di caviglie e ginocchia. Date queste modalità, la polizia era convinta che si fosse trattato di un regolamento di conti tra mafiosi.
“N-non… non ci credo! Li hanno davvero uccisi?”
Dalla morte della sua famiglia non era passato un giorno in cui Squalo non avesse desiderato la morte di quegli uomini: aveva pregato perché morissero nel modo più lento e doloroso possibile, convinto che questo gli avrebbe dato un po’ di pace. Scoprì invece di sentirsi vuoto. Non provava nulla, se non sorpresa per il fatto che fosse stata la mafia stessa a farli fuori.
In quell’istante, mentre se ne stava seduto in mensa insieme ai Varia, il suo sguardo si posò su Xanxus e i loro occhi si incrociarono per lunghi secondi. Come sempre il moro lo fissava con intensità e Squalo se ne sentì subito intimidito.
“Che cavolo vuole?” si chiese a disagio, riportando l’attenzione al giornale.
Dalla sera in infermeria Squalo non era più sicuro di come doveva comportarsi con Xanxus: anche se questi continuava a trattarlo come sempre, lui non poteva fare a meno di considerare l’altro come una persona diversa. Come poteva restare indifferente dopo aver ascoltato una simile storia? Gli sembrava quasi di capire il perché di certi suoi atteggiamenti, ma allo stesso tempo non riusciva a tollerare e a comprendere come la situazione si fosse capovolta in quel modo.
Quando aveva smesso di odiarlo?
“Forse provo davvero pietà per quello che ha passato…” si diceva nel tentativo di fare chiarezza dentro di lui, ma senza riuscirci fino in fondo.
 
 
 
***********
Squalo gettò per l’ennesima volta un’occhiata al display del telefono, sbuffando: erano già trascorse cinque ore da quando era salito su quella limousine nera insieme agli altri Varia ed erano stati i trecento minuti più lunghi della sua vita.
Oltre al fatto che Lussuria aveva ciarlato per buona parte del tempo e che Levi e Belphegor avevano battibeccato come al solito, trascinando nella discussione persino Viper, Squalo si era ritrovato seduto accanto a Xanxus e, nonostante le loro spalle non si sfiorassero nemmeno, l’argenteo si era sentito a disagio per tutto il tempo;  il fatto di non capire il perché lo aveva fatto stare anche peggio. A un certo punto, cullato dal movimento della macchina, si era persino appisolato e, non volendo, era finito con la testa sulla spalla del moro per poi venire gentilmente svegliato da una spinta del Boss che l’aveva mandato a cozzare contro il finestrino.
<< Vooooooi! Brutto stronzo! Che bisogno c’era di colpirmi? >> aveva sbraitato, massaggiandosi la testa.
<< Non sono il tuo cuscino personale, feccia! >> aveva risposto l’altro col solito tono scazzato, incrociando le braccia e guardandolo con la coda dell’occhio.
<< Fanculo >> aveva borbottato Squalo. Tornato ad osservare il paesaggio che fuori saettava veloce, non si era accoro del sorrisetto apparso sulle labbra di Xanxus.
 
 
 
Dopo cinque ore abbondanti di macchina, giunsero finalmente a destinazione: Villa Vongola, dove erano attesi per festeggiare il 60esimo compleanno di Timoteo, Nono Boss della Famiglia.
Dato che Xanxus era costretto a partecipare, suo padre aveva deciso di estendere l’invito anche a quelli che considerava amici del figlio e così i Varia, compreso Squalo - che era stato più che altro trascinato – si erano ritrovati a fare i bagagli per trascorrere una notte nella lussuosa residenza di famiglia.
Ancor prima di scendere dalla limousine, Squalo aveva sgranato occhi e bocca, incredulo di fronte a tanta meraviglia: una villa bianca talmente grande da sembrare un castello occupava il centro di un giardino delle dimensioni di un parco. Per arrivarci, la macchina aveva percorso un lungo viale in mezzo agli alberi che arrivava fino ad una splendida e imponente fontana situata di fronte il portico d’ingresso.
Appena fuori dalla macchina, due uomini in uniforme da facchino avevano aperto il cofano e preso i bagagli, mentre il gruppo di ospiti si incamminava verso il portone. D’un tratto Xanxus si avvicinò a Squalo e con un movimento rapido della mano gli chiuse la bocca, dato che l’altro continuava a tenerla aperta, ancora perso in ammirazione.
<< Se non stai attento, feccia, ti ritroverai a mangiare insetti >> lo prese in giro il moro, le labbra piegate nel suo tipico ghigno.
Squalo si rabbuiò subito e il suo volto si contrasse in un’espressione irritata. << Va’ a farti fottere! >>.
L’altro lo superò e, mentre varcava l’uscio di casa, si portò una mano dietro la schiena e alzò il dito medio. Inconsciamente Squalo si ritrovò a sorridere divertito e nello stesso istante in cui se ne rese conto, il sorriso svanì dal suo volto.
“Che caz…! Ma che diavolo mi sta succedendo?”
 
 
 
All’interno Villa Vongola non era da meno rispetto all’esterno. Ovunque Squalo guardasse, l’eleganza e la raffinatezza dell’arredamento lo lasciavano senza parole.
“Certo che i mafiosi sanno come godersi la vita” pensava con un pizzico di invidia e di astio, osservando il lusso che trasudava da ogni angolo. L’idea di trovarsi nella casa di un boss lo faceva sentire decisamente strano, un po’ come un vampiro in una chiesa. Diverse sensazioni contrastanti albergavano nel suo cuore e non era ben sicuro a quale avrebbe dovuto priorità.
Le sue elucubrazioni vennero interrotte dall’arrivo di un sorridente signore anziano con baffi e capelli bianchi, che indossava un semplice pantalone beige e un dolcevita verde scuro.
<< Benvenuti >> li accolse, senza smettere di sorridere. Mise una mano sulla spalla di Xanxus e la sua espressione si addolcì ancor di più: sembrava un tenero nonnino che riceve la visita dei nipoti.
<< È un piacere rivederLa, Nono >> rispose Lussuria ricambiando il sorriso, << a nome di tutti Le auguriamo buon compleanno e La ringraziamo per averci invitato alla festa >>.
“Co-cosa? Questo vecchietto dall’aspetto gentile è il Boss dei Vongola?” si domandò Squalo incredulo. Aveva più volte provato ad immaginarsi che faccia potesse avere il padre di Xanxus, ma di certo non si sarebbe mai aspettato un tipo così. A differenza del figlio, non incuteva per niente paura, anzi, trasmetteva una sensazione di pace e serenità: i suoi occhi erano caldi e il suo sorriso rassicurante e Squalo si chiese come una persona del genere potesse essere a capo di un’organizzazione criminale.
“Immagino sia la prova concreta del detto le apparenze ingannano”.
 
 
 
Conclusi i convenevoli, il Nono si congedò e i Varia furono accompagnati nelle loro stanze, dato che avrebbero trascorso la notte alla Villa, mentre Xanxus si ritirò nella sua camera.
Una volta dentro, Squalo si perse ancora ad ammirarne il lusso, ma visto che mancavano ancora alcune ore alla festa, si buttò sul letto a baldacchino e si appisolò senza neanche togliersi le scarpe.
 
 
 
 
La festa si svolse nel salone più grande della Villa: le luci brillavano calde, i camerieri in frac si spostavano rapidi ed eleganti tra gli invitati che sfoggiavano smoking e raffinati abiti da cerimonia, mentre una piccola orchestra allietava l’atmosfera con la sua musica. La gente chiacchierava e rideva e dovunque si respirava un’aria rilassata e divertita.
Quando i Varia entrarono nella sala, molti occhi si puntarono su di loro e Squalo si sentì subito sotto giudizio: nonostante fossero vestiti di tutto punto, erano gli invitati più giovani presenti e attirarono subito l’attenzione. Attenzione che venne però presto concentrata su Xanxus quando questi, raggiunto suo padre, iniziò a muoversi tra gli ospiti, costretto a dare loro il benvenuto. Osservandolo, Squalo capì subito che il moro, dietro la sua faccia impassibile, stesse facendo uno sforzo per non mandare tutti verso altri lidi poco puliti: a pensare che fosse costretto a fare qualcosa contro la sua volontà, Squalo non poté impedirsi di sorridere.  Di sicuro in quel momento Xanxus stava imprecando contro tutto e tutti.
 
 
 
La prima ora della festa trascorse lenta e noiosa e gli sbadigli di Squalo si fecero così frequenti che iniziò a dolergli la mascella. D’un tratto però notò dei movimenti sospetti tra Xanxus, Levi e Lussuria e li vide lasciare il salone. Pochi minuti dopo Belphegor gli si avvicinò con il suo solito ghigno stampato in volto. << È ora di dare inizio alla vera festa! >> annunciò allegro e fece all’altro segno di seguirlo.
Uscirono anche loro dalla sala e, dopo aver attraversato alcuni corridoi deserti, entrarono in una grande stanza sulla cui destra si apriva un arco nudo, senza né porte, tende o altro, che dava su un altro corridoio.
Varcata la soglia, Squalo vide Lussuria intento ad armeggiare con uno stereo, Levi che sistemava su un tavolo una quantità impressionante di alcolici sgraffignati da chissà dove e Xanxus che, comodamente seduto su una poltrona di pelle, sorseggiava da un bicchiere colmo di liquido ambrato.
Appena il suono di chitarre elettriche proruppe dalle casse e la stanza si riempì delle note di un pezzo rock, Squalo pensò che quella serata stava finalmente per prendere una piega interessante.
Belphegor intanto si era buttato sul divano, sedendosi accanto a Viper e aveva afferrato una delle bottiglie dal tavolinetto di fronte.
In pochi minuti tutti i Varia stavano bevendo, lasciandosi trasportare dalla musica: le risate e le chiacchiere si fecero sempre più rumorose, mentre il livello d’alcol nei bicchieri calava vistosamente.  Persino Squalo non si tirò indietro, deciso a divertirsi: non voleva pensare a niente e a nessuno.
Voleva solo spegnere la sua mente e provare ad essere felice, anche se solo per una serata, anche se solo in modo effimero e privo di valore.
 
 
 
Dopo diverse discussioni senza senso e molte bottiglie svuotate, la situazione era degenerata: Viper e Bel erano talmente impegnati a pomiciare sul divano da ignorare il resto del gruppo, Lussuria ballava e beveva allo stesso tempo cercando di trascinarsi dietro un recalcitrante Levi e Squalo se ne stava seduto per terra con un bicchiere in mano, borbottando frasi sconnesse. Solo Xanxus sembrava non aver risentito di tutta la tequila che si era scolato. Ormai nessuno faceva più caso alla musica, nemmeno Lussuria che si muoveva fuori tempo e in modo scoordinato.
D’un tratto Squalo si alzò in piedi e si diresse verso l’arco. Si sentiva pericolosamente vicino al punto di non ritorno, ma era ancora in grado di camminare, parlare e produrre pensieri elementari. Seppur con passo incerto, prese a dirigersi verso il corridoio oltre l’arco, curioso di sapere cosa ci fosse alla fine. Appena lo ebbe attraversato, si ritrovò in una grande sala chiusa, illuminata da calde lampade posizionate lungo la parete a giro, decorata da mosaici e piante di varie dimensioni. Una piscina dall’acqua cristallina occupava buona parte del locale, mentre un piccolo ponte di legno lucido conduceva ad uno spazio dove vi erano posizionate alcune sdraio. La forma della piscina non era regolare, ma si piegava in morbide curve e il soffitto raffigurava un cielo azzurro sul quale tante piccole luci simboleggiavano le stelle. [ http://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/01/7f/26/1c/piscina-coperta.jpg ]
<< Wow >> soffiò Squalo, lasciando che i suoi occhi vagassero per quel luogo che sembrava magico. Attraversò il ponte e si avvicinò al bordo della piscina. Poco dopo sentì dei passi in avvicinamento e si ritrovò ad osservare Xanxus.
Ridacchiò e si sedette sui talloni. << Avevi paura che mi perdessi e mi hai seguito? >> gli domandò con tono sarcastico.
Il moro sbuffò. << Non volevo che combinassi casini a casa mia, visto che sei ubriaco >>.
Squalo rise ancora, la mente ormai in preda ai fumi dell’alcol. << Ti rendi conto che hai una piscina dentro casa? >> esclamò, indicandola con entrambe le mani.
L’altro bevve un sorso dal bicchiere che teneva ancora in mano. << Ce n’è una anche in giardino >> rispose con tono impassibile.
Fattosi improvvisamente serio, Squalo lanciò un’occhiata al moro che se ne stava ancora dall’altra parte del ponte. << Questo mondo fa davvero schifo >>.
Xanxus attraversò il ponte e lo raggiunse. Gli si fermò accanto e lo osservò dall’alto in basso, dato che Squalo se ne stava ancora seduto sui talloni. << Non è che adesso ti metti a frignare di nuovo per i tuoi genitori? >>.
L’argenteo rise di nuovo: perse l’equilibrio e si ritrovò col sedere per terra. << Sei davvero un coglione >> lo insultò, continuando a ridacchiare. Non sapeva neanche cosa ci trovasse di tanto divertente in quella situazione, ma non riusciva a calmarsi. Si rialzò in piedi, barcollando e finì addosso all’altro, le labbra ancora aperte in una risata che sembrava non volerle abbandonare. Per alcuni istanti Xanxus rimase immobile ad osservare il volto arrossato e sorridente di Squalo, così vicino al suo da poter sentire l’odore di alcol del suo respiro. Lo fissò intensamente, ma l’altro non ci fese caso, preso com’era a sghignazzare.
Fattosi però d’un tratto irritato, il moro lo spinse via. Qualcosa nella vicinanza con Squalo lo metteva a disagio, facendolo sentire strano, ma non era in grado di dargli un nome. L’argenteo lo fissò serio per un attimo, ma non disse niente. Si sentiva euforico, con la mente leggera e non aveva voglia di discutere con l’altro.
Nonostante la frescura del locale, il suo corpo era surriscaldato a causa dell’alcol ingerito: all’improvviso il desiderio di tuffarsi in quello specchio d’acqua si fece irrefrenabile e il ragazzo prese a spogliarsi rapidamente. La giacca e la cravatta erano già state abbandonate nell’altra stanza, perciò si tolse le scarpe e iniziò a sbottonare la camicia.
<< Che stai facendo? >> gli domandò Xanxus, aggrottando le sopracciglia.
Squalo rise, lasciando cadere la camicia a terra e passò ai pantaloni. << Voglio farmi un bagno! >> rispose allegro.
Il moro osservò i suoi gesti goffi e frettolosi, seguendo i movimenti delle sue dita affusolate e le linee dei muscoli ancora non molto accentuati, ma comunque ben visibili. Le luci calde creavano dei giochi d’ombra sulla sua pelle chiara e liscia, quasi priva di peluria.
Dopo esseri spogliato completamente ed essere rimasto nudo, Squalo si lasciò cadere in acqua, dato che il fondale era troppo basso per tuffarsi. Scivolò sotto la superficie e quando vi riemerse urlò di gioia; scosse la testa, scompigliandosi i capelli e si avvicinò al bordo della piscina.
<< L’acqua è calda: buttati! >> esclamò ridendo.
Xanxus si avvicinò a sua volta al bordo e si abbassò sui talloni, fissando Squalo con sguardo infastidito. << Esci di là, feccia, sei ubriaco. Ti avverto che se svieni e affoghi, non verrò di certo a salvarti il culo >>.
Muovendosi più rapidamente di quanto ci si sarebbe aspettato da uno che rasentava l’essere sbronzo, Squalo afferrò il moro per il colletto della camicia e tirò con forza, facendolo finire in acqua con un sonoro splash. La risata divertita di Squalo risuonò per tutto il locale, rimbombando tra le pareti, mentre il Boss, con i capelli incollati al volto, fissava l’altro con sguardo di fuoco.
<< Ahahah, dovresti vederti! >> sghignazzò l’argenteo, puntandogli contro l’indice.
Furioso, Xanxus si tolse la camicia, divenuta ormai pesante e fastidiosa e si avventò su Squalo. << Mi hai fatto incazzare, feccia! Ora ti faccio passare io la voglia di ridere! >>.
Senza smettere di ridere sonoramente, l’altro si allontanò, un po’ nuotando e un po’ camminando, ma dopo neanche due metri venne fermato dal moro che, afferratolo per le spalle, cercò di affogarlo. Nonostante Squalo, a causa dell’alcol, non si rendesse conto delle vere intenzioni del moro, riuscì a fare forza coi piedi sul fondale, impedendo così all’altro di portare a termine la sua vendetta.
Dopo pochi secondi di quella che a malapena si sarebbe potuta definire una lotta, i due finirono contro una colonna azzurra che univa la piscina al soffitto dipinto dello stesso colore, ritrovandosi avvinghiati e con i visi a pochi centimetri di distanza. Squalo aveva la schiena poggiata alla colonna e Xanxus gli stava di fronte, le mani tenute ai lati della sua testa. Rimasero a fissarsi per un po’, ma mentre l’espressione del moro era seria e intensa, l’argenteo aveva il volto arrossato, le labbra piegate in un sorriso e gli occhi lucidi e leggermente sgranati.
<< Conciato così non fai per niente paura >> lo canzonò, arruffandogli i capelli bagnati. Da sobrio ovviamente non avrebbe mai neanche pensato di compiere un gesto simile, ma l’euforia procurata dall’alcol gli aveva del tutto azzerato la ragione e il senso del pericolo.
Un lampo di irritazione attraversò gli occhi rossi di Xanxus e senza riflettere, lo strinse per le spalle e lo voltò con assoluta mancanza di delicatezza. Squalo si ritrovò così a dare la schiena all’altro e con una guancia poggiata sul marmo della colonna.
<< Ah, davvero? >> sussurrò il moro al suo orecchio, mettendogli un braccio attorno ai fianchi. Fece scendere la bocca lungo il collo e la spalla, fermandosi per lasciare piccoli morsi che fecero grugnire Squalo. << E così? >> gli domandò retoricamente; senza attendere una risposta, riprese a baciare, mordere e leccare la schiena dell’altro. Confuso e spaventato, Squalo provò a divincolarsi, ma il Boss strinse la presa sui fianchi e usò il peso del suo stesso corpo per tenerlo fermo. Non potendo vedere chiaramente Xanxus, Squalo ebbe l’impressione che le sue sensazioni si amplificassero: ogni istante in cui percepiva i denti, le labbra e la lingua dell’altro sulla pelle, decine di scariche elettriche lo attraversavano dalla testa ai piedi, provocandogli dei piccoli tremori.
“Che diavolo….” Non riusciva a credere a quello che stava succedendo e per diversi istanti pensò di trovarsi in un sogno, ma quando l’altro gli morse con più forza un pezzo di pelle, un verso strozzato di dolore gli uscì dalla bocca e capì che tutto quello che lo circondava era reale.
Com’era reale l’acqua che scivolava ancora sui loro corpi, rendendoli umidi e scivolosi. Com’era reale il caldo talmente intenso che Squalo stava provando e che gli dava la sensazione di andare a fuoco.
Com’era reale il respiro di Xanxus su di lui, dentro di lui, in ogni angolo del suo io.
La mente di Squalo si stava svuotando di ogni cosa, riempiendosi solo delle emozioni che l’altro gli stava causando. Si sentì come se stesse galleggiando, mentre le sue orecchie riuscivano a percepire il dolce rumore dell’acqua che lambiva i loro corpi all’altezza della vita e il suono della bocca del Boss che marchiava la sua pelle con i segni del possesso.
Dopo un tempo che nessuno dei due seppe quantificare, il moro iniziò ad accarezzare il petto di Squalo, seguendo le linee dei muscoli con i polpastrelli e soffermandosi più volte sui capezzoli. Avvicinò la bocca al suo orecchio e si divertì a stuzzicarlo, mentre l’argenteo stringeva gli occhi e si mordeva le labbra, impedendosi di emettere alcun verso.
Ma quando sentì una mano di Xanxus muoversi lungo il suo addome, scendere sott’acqua e afferrare la sua intimità, spalancò gli occhi e i suoi muscoli si contrassero, per poi irrigidirsi e rilassarsi di nuovo. In pochi secondi il cuore prese a ringhiargli nel petto, il respiro si fece corto e ansante e una grande quantità di sangue affluì rapida al basso ventre, mentre il suo sistema nervoso continuava a invaderlo di scariche elettriche.
<< E adesso? Hai paura? >> gli chiese il moro in un sensuale sussurro, mentre con una mano toccava un suo capezzolo turgido e con l’altra massaggiava la sua erezione.
Incapace di controllarsi, Squalo prese ad ansimare più forte e il suo intero corpo venne attraversato da continui fremiti: l’unica cosa su cui riusciva a concentrarsi era il piacere che lo stava invadendo e che gli indeboliva le gambe. Era tutto così dannatamente piacevole che la paura che fosse l’altro a fargli provare simili sensazioni scomparve in un angolino microscopico della sua mente. Avvertì il petto di Xanxus incollarsi alla sua schiena e riuscì a sentire il battito veloce del suo cuore attraverso le costole. Il calore dei corpi aumentò sempre di più, nonostante la loro pelle fosse bagnata e umida, mentre i respiri pesanti riempivano le loro orecchie, mandando Squalo in estasi.
Inconsciamente aveva già iniziato a muovere piano il bacino, assecondando il tocco della mano del moro che si spostava lasciva e vogliosa, mentre il Boss sentiva l’eccitazione crescere anche nei suoi pantaloni. In un modo del tutto assurdo e privo di senso, avere quel corpo avido e tremante in suo potere lo stava portando a perdere del tutto il controllo, rendendolo schiavo solo dei suoi impulsi.
<< Ba-basta… >> farfugliò però Squalo con un fil di voce, quando capì di essere vicino a raggiungere l’orgasmo. Sapeva che avrebbe resistito ancora per poco e per una frazione di secondo desiderò davvero che l’altro si fermasse, ma Xanxus, quasi a raccogliere una sfida immaginaria, iniziò a muovere la mano più rapidamente, soffermandosi in quei punti che, una volta sollecitati, facevano gemere l’altro con più intensità.
L’apice del piacere lo travolse impetuoso, togliendogli il respiro e facendogli inarcare ancora di più la schiena. In quell’istante le sue gambe cedettero del tutto: scivolò sul fondale della piscina e sentì l’acqua bagnarlo fino alle spalle, mentre l’altro ne accompagnò il movimento, ritrovandosi in ginocchio di fronte a lui. Squalo respirava affannosamente e per lunghi secondi non si sentì in grado di fare nulla che non fosse cercare di calmarsi. Voltatosi, appoggiò la schiena e la testa alla colonna e quando riaprì gli occhi, vide Xanxus che lo fissava con quello sguardo che fin dalla prima volta l’aveva spaventato e attirato allo stesso tempo. Quello sguardo che sembrava volergli scavargli dentro fino ad annullarlo.
Forse fu a causa dell’alcol che continuava ad annebbiargli la mente o forse dell’orgasmo che l’aveva scosso, lasciandogli addosso un senso di appagamento e sensuale torpore, fatto sta che afferrò il volto di Xanxus con entrambe le mani e fece unire le loro labbra in un bacio goffo e rude. Il moro si sedette e allargò le gambe, lasciando che l’altro vi si posizionasse in mezzo; lo strinse per i fianchi e rispose al bacio in modo ancora più selvaggio, succhiando e mordendo.
A un certo punto sentì le mani dell’altro sbottonargli i pantaloni, zuppi e pesanti, e infilarne una dentro, stringendo la sua erezione che ormai pulsava dolorosamente. Un grugnito gli sfuggì dalla gola, ma venne soffocato nel continuo e instancabile contatto delle loro labbra, interrotto solo per permettere ad entrambi di riprendere fiato e al Boss di avventarsi sul collo di Squalo. Quando le scosse di piacere gli attraversavano i nervi, i succhiotti che lasciava sulla pelle dell’altro si trasformavano in morsi che facevano mugugnare Squalo di dolore, ma questi non interruppe il movimento della mano. D’un tratto Xanxus si riappropriò con ferocia della sua bocca e, quando l’orgasmo lo investì, morse con troppa foga il labbro inferiore dell’altro, provocandogli una ferita da cui fuoriuscirono alcune gocce di liquido scarlatto.
Squalo si leccò le labbra e il sapore ferroso del sangue lo invase, ma non ebbe il tempo di fare o dire niente, perché il moro lo tirò di nuovo a sé in un abbraccio che somigliava più ad una morsa e riprese a baciarlo con la stessa intensità di prima, ignorando del tutto i lamenti dell’altro che non poté fare altro che rispondere a quel contatto.
Nonostante fossero entrambi immersi nell’acqua fino alle spalle, sentivano i loro corpi bruciare come se fossero stati immersi nelle fiamme e per un attimo ne furono spaventati, ma ne furono anche talmente sopraffatti che non poterono fermarsi. Xanxus fece scendere una mano lungo la schiena dell’altro e lasciò scivolare un dito tra i glutei, ma proprio in quell’istante una voce riecheggiò tra le pareti e lo costrinse a fermarsi.
<< Boss, dove sei? >> gridò il proprietario che, a giudicare dall’intensità, doveva trovarsi nel corridoio.
“Quel rompipalle di Levi” pensò il moro furioso, staccandosi rapido da Squalo. Attraversò la piscina a grandi falcate e nel momento in cui ne uscì fuori, vide Levi comparire all’ingresso del locale.
<< Boss, che succede? >> gli chiese il sottoposto, guardandolo con espressione confusa. Anche se molto brillo, lanciò un’occhiata in giro e notò prima gli abiti sparsi per terra e poi Squalo seduto sul fondo della piscina con l’acqua che gli arrivava al collo e uno sguardo turbato e imbarazzato.
Fradicio e grondante e con solo i pantaloni addosso, Xanxus attraversò il piccolo ponte di legno, superò Levi che era rimasto fermo dall’altra parte e uscì fuori dal locale, senza degnare gli altri due di uno sguardo o una parola.






Ciaossu a tutti! ^^ spero di non avervi fatto aspettare troppo per questo aggiornamento, ma l'università purtroppo mi tiene molto impegnata.... T.T è molto probabile infatti che tra un capitolo e l'altro dovrete aspettare un pò di più, ma prometto di fare del mio meglio per non ritardare eccessivamente ;D  *l'autrice ignora il fatto di avere pronto solo il cap 9 e di non sapere come continuare la storia, ma la speranza e le buone intenzioni ci sono tutte* dettagli tecnici a parte, spero che questo capitolo vi sia piaciuto :3 io mi sono divertita molto a scriverlo: finalmente è arrivata la parte yaoi! yeah! *lancia cuoricini a destra e a manca* so che quello dell'essere ubriachi è un clichè degli yaoi, ma quei due da sobri non avrebbero concluso mai niente, perciò eccoci qua! X) in compenso, ho scelto la location della piscina - e vi ho messo pure l'immagine *_* - che spero abbiate apprezzato u.u personalmente l'ho trovata molto sensuale <3 e sì so che avete sempre odiato Levi e sono sicura che adesso lo odierete ancora di più XD ma non volevo farli arrivare di già fino a fondo: povero Squalo, il suo sedere è ancora vergine, va XD
concludo ringraziando tutti voi che commentate, seguite e leggete ^^ <3 e come sempre ricordo che anche due righe, giusto per sapere che ne pensate, sono sempre molto gradite :D baci-baci e alla prossima!
  
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