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Autore: percabeth2000    09/10/2013    2 recensioni
Terzo racconto che inizia con la storia Mari e Teschi possono convivere?
I nostri amici devono riportare alla normalità Ginevra ma per farlo dovranno affrontare molti ostacoli mentre alla ragazza iniziano a venire dubbi e preoccupazioni.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le nuove avventure'
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PRIGIONIERI
POV. GINEVRA
 
“Ma che diavolo …” ho appena il tempo di dire prima che l’allenamento mattutino venga interrotto dalla mazzata di un ciclope sulla testa.
Mi alzai verso le due del pomeriggio, mi issai seduta sul letto e mi massaggiai le tempie. L’ultima cosa che ricordo sono delle urla e dei gridi poi il buio.

“Ti sei presa una bella mazzata semidea” mi disse Lucius porgendomi una benda fresca.

“Che è successo? Ricordo delle grida, mi sono distratta un attimo e poi …” non riuscii a finire  la frase, diavolo se mi faceva male la testa.

“I guardiani, hanno trovato dei semidei fuori dal castello” mi rispose “Non dovresti fare …”

Ma io ero già in piedi, pronta per vedere i nuovi arrivati e sinceramente anche per mettere qualcosa sotto i denti visto che non avevo pranzato.

“Sforzi” finì Lucius.

“Eddai, non fare il fratello iperprotettivo. Pensa a fare il fratello che appoggia sempre la sorella in qualunque cosa decida di fare” gli dissi sentendomi già meglio.

“Svegliata di buon umore vero? Comunque non esiste un fratello che appoggia sempre la sorella” disse lui.

“Va bene, va bene. Ora però andiamo”

“E dove?” chiese lui curioso.

“A vedere i semidei. Però devi aiutarmi, li vorrei incontrare da sola” gli risposi.

“E allora io che ci vengo a fare?” chiese un po’ arrabbiato.

“Non intendo senza di te, intendo senza di Eris. Devo verificare una cosa.” Gli risposi sbuffando e dirigendomi verso la porta.

“Va bene, arrivo, a quest’ora Eris deve essere nella sua camere abbiamo via libera per un po’, ma non sono sicuro” mi disse seguendomi.

“Niente è mai sicuro Lucius, niente”

Detto questo uscimmo in silenzio stando attenti perfino al rumore dei nostri passi, ripassammo le solite scale ma una volta arrivata lì mi venne una stretta al cuore, non sapevo dove fossero.

“Seguimi so dove sono le prigioni” sussurò Lucius scortandomi in corridoi mai percorsi.

Mi dispiaceva non dirglielo, non dirgli che io sapevo chi erano e non dirgli che cosa volevo sapere da loro, insomma era pur sempre l’unico amico che avevo.

“Come mai sai dove sono?” gli chiesi invece.

“Eris mi teneva laggiù all’inizio insieme ad alcuni dei miei simili, prima di decidere di farmi suo collaboratore, prima di uccidere gli altri.”mi rispose con tono freddo e arrabbiato fermandosi poi davanti ad una porta di
legno pitturata di nero.

“Eccoci” disse aprendola.

Eris doveva essere davvero nella sua camera e la prigione risuonava di un silenzio inquietante.
Le due file di celle si estendevano lungo i miei fianchi dando vita ad un corridoio di sbarre e spazi vuoti, percorrendolo ti sembrava di passare in una dimensione diversa, fino a quanto non trovai la cella che cercavo.
Chiara e Mattia se ne stavano a destra appoggiati al muro mentre Nico era sul fondo con sguardo arrabbiato ma triste. La prima a notarmi fu Chiara.

“Ginevra … “ disse “Chi è lui?” chiese subito dopo.

“Li conosci?” mi chiese Lucius.

Ma in quel momento ero troppo impegnata ad osservare Nico, ora aveva alzato lo sguardo e mi scrutava attentamente mentre cercava di leggermi dentro. Nella mia mente passavano tantissime immagini sconnesse io, lui, io e Chiara che ridevamo, io che parlo con Mattia, un drago, Persefone, Percy, Chirone, troppe immagini per la mia mente già confusa e in più l’emicrania non aiutava.

“Stai bene?” mi chiese Lucius mentre io annuivo tenendomi la testa.

“Che le è successo?” chiese invece Mattia, riconoscevo la sua voce.

“La mazzata di un ciclope, l’ha presa in pieno”

“Perché sei venuta?” mi sentii sussurrare e alzando il mento mi ritrovai Nico davanti, solo la grata a dividerci.

“Voglio delle risposte, non mi fido di Eris ma non posso neanche fidarmi di voi per ora. Non so se quello che
penso sia vero o falso.” Risposi più ad alta voce.

“Non sarà un problema, ma vi conviene mettervi comodo sarà una storia lunga” mi disse Chiara iniziando a raccontare.

In quanto a descrizioni quella ragazza ci va giù pesante, mi ha raccontato tutto o meglio tutto quello che ha visto anche lei. Mi ha raccontato delle nostre missioni, della nostra amicizia e delle nostre … relazioni.

“Ok, ho finito. Ora ti fidi? Non mi piace questa cella, preferirei mi facessi uscire, se vuoi più lasciare dentro loro due” mi chiese impaziente.

“Mi fido, ma non posso farvi uscire ora, sarebbe un suicidio per tutti” gli risposi sincera, perché era vero, mi fidavo. Mentre raccontava alla mente mi erano tornate delle immagini, immagini che raccontava, immagini che non possono essere impiantate così di punto in bianco, devi averle viste e poi, quel senso di rabbia e vendetta non c’era più se n’era andato.

“Non possiamo andarcene così, ci seguirà e ci metterà in prigione tutti anche se partiamo tra due settimane” disse Mattia.

Sentii un mano accarezzarmi la guancia sinistra, all’inizio mi spaventai ma poi capii chi era stato. Nico aveva allungato il braccio attraverso la sbarra e stava per dirmi qualcosa quando Lucius disse:”Dovete fare un piano”

“Dobbiamo?” chiesi scostandomi un po’ di malavoglia dal tocco di Nico “Tu vieni con noi, ti perseguiterebbe e poi qui non hai niente per cui valga la pena restare”

“Darò fastidio e basta”

“Potrebbe servire invece” gli dissi.

“E come?” chiese.

“ Con questi” dissi alzandogli il labbro e mostrando i canini.

Gli altri restarono un po’ scioccati ma si ripresero quando si sentì un rumore in lontananza, forse una porta.

“ Eris … Domani, ci vediamo domani. Muoviti Lucius, se ci vede ci uccide” dissi salutandoli.

Mentre me ne andavo l’ultima immagine che scorsi furono gli occhi neri di Nico scuriti maggiormente dal buio della prigione.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Scusate l'enorme ritardo ma non riesco mai ad aggiornare, il capitolo ad essere sinceri era già pronto da un pò. Bando alle scuse, in questo caso d'obbligo, e pensiamo positivo: il capitolo.
Spero vi sia piaciuto e che mi facciate sapere. A presto.
percabeth2000

 
  
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