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Autore: MaryElizabethVictoria    10/10/2013    2 recensioni
In una nuova StoryBrook, ricca di vecchi e nuovi personaggi, una nuova regina cattiva decide di sfruttare la maledizione per pareggiare i conti con la sua antica rivale, la Principessa Aurora, separandola dal suo vero amore. Ravenna non immagina però che le sue macchianzioni finiranno col riportare alla luce il suo stesso passato e la sua tormentata storia con Rumpelstiltskin, il demone con cui strinse il patto che fece di lei la più bella del reame...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aurora, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"C’era una volta,in un regno molto molto lontano un re e una regina,benedetti dalla nascita di una bella bambina. La figlia però era vittima di un incantesimo che si impossessava di lei ogni notte. Disperati chiesero aiuto ad una fata madrina, che li convinse a rinchiudere la principessa in una torre,in attesa del bacio dell’affascinante principe azzurro. Lui avrebbe affrontato il cammino,tra il gelido freddo e il torrido deserto, mettendo a rischio la propria vita per raggiungere la fortezza del dragone , raggiungere la stanza più remota della torre più alta ed era destino che il suo bacio rompesse l’orrendo incantesimo."

-Madre...- la interruppe  con un po' di timore la piccola Aurora-...anche io quando sarò grande avrò un principe azzurro che verrà a liberarmi?

-Ma certo, cara- le  sorrise la regina posando il libro di fiabe sul comodino.

-Si, ma perchè proprio un principe?- insistette la bambina, guardando con sospetto l'immagine del bell'imbusto sulla copertina del volume-Non sarebbe meglio un esploratore? O un domatore di draghi? O un pirata...

-Aurora- la ammonì la regina- ora stai dando troppo spazio alla tua immaginazione. Tu sei una principessa, di conseguenza il bacio che potrà spezzare il tuo incantesimo deve essere quello di un principe.

-Quale incantesimo?- volle sapere la piccola.

-Oh, niente cara, niente...è ora di dormire adesso- concluse sbrigativa sua madre.

La bambina seppur riluttante dovette ubbidire, scivolò lentamente nel sonno fino a quando un rumore ovattato cominciò a insinuarsi nelle sue stanze.

Dapprima solo un lieve scalpiccio, poi una vocetta affettata ch continuava a ripetere le parole "E' tardi, è tardi!"

Aurora aprì gli occhi e vide un tenero batuffolo bianco andare su e giù per il pavimento della sua stanza, si trattava di un minuscolo coniglietto vestito con un panciotto di seta, che guardava nervosamente un grande orologio a cipolla che teneva nella zampina.

-E' davvero molto tardi!- esclamò in tono di rimprovero non appena si accorse che era sveglia- Non c'è tempo da perdere!!

-Tardi per cosa?- domandò Aurora, ancora assonnata e convinta che si trattasse di un sogno.

- Seguimi - rispose il coniglio senza aggiungere altro e con due serie di balzi si gettò all'interno di un cappello, lasciato con noncuranza sotto la sua finestra.

Si trattava di un vecchio cappello a cilindro tutto sgualcito e rattoppato, che di sicuro non poteva appartenere a lei nè a nessuno della famiglia reale. La bambina si alzò dal letto e prese ad  esaminarlo con sospetto. Allungò il braccio per sondare la cavità in cui era sparito il coniglio e fu allora che una serie di scintille rosse e  blu provenienti dal cappello  cominciarono a spruzzarla fino ad avvolgerla completamente.

In men che non si dica una sorta di strana magia la stava rimpicciolendo fino a farla entrare perfettamente nel cappello!

"Questo deve essere un sogno"pensò la bambina, muovendo i primi passi in quella che sembrava una verde radura, poco lontano c'era una graziosa casetta di legno colorato e davanti ad essa una lunga tavola coperta da numerose tovaglie e cosparsa di tazzine da the di diverse dimensioni, teiere, caffettiere, piattini e zuccheriere "un sogno molto strano".

In fondo  alla tavola fastosamente imbandita si trovava un signore molto alto vestito di strati seta multicolore e aveva in testa uno sgargiante cappello, di forma molto simile a quello che l'aveva portata lì, ma coperto di piume e gemme luccicanti.

-Benvenuta Alice!- esclamò lo strano individuo facendole una strana riverenza- gradisci una tazza di the?


Alice...

Nonostante fosse ancora arrabbiato con lei per non avergli  detto subito la verità sull'intervento di Gold,  Drake non riusciva a smettere di pensarla. Sarebbe stato come smettere di pensare. In cuor suo sapeva, come aveva sempre saputo, che non appena se la sarebbe trovata davanti sarebbe stato capace di perdonarle tutto...

Eppure quando  fece ritorno all'appartamento quella che si trovò davanti non era la donna che sperava di incontrare.

- Milah?! Che diamine ci fai qui?- poi notò che non solo la donna che si era materializzata nel suo soggiorno era seminuda ma anche bagnata fradicia- E che cosa significa...

-Oh, questo?- lei si fine sorpresa- Ho semplicemente deciso di farmi una doccia mentre ti aspettavo...Ma come ,non sei felice di vedermi?- protestò facendo la finta offesa ,  mentre scivolava accanto a lui in un movimento fluido - Se ben ricordo noi due facevamo faville ai vecchi tempi... Dimmi, non ti sono mancata neanche un pochino?

Milah aveva sussurrato le ultime parole direttamente al suo orecchio, mentre con una mano bagnata gli accarezzava allusivamente  la guancia. Il ragazzo non reagì a quel tocco come si sarebbe aspettata, anzi la scansò malamente, arretrando di qualche passo.

-Che diamine, Milah! Vuoi spiegarmi che cosa ci fai qui?- ripetè Drake - E asciugati, non vedi che stai sgocciolando su tutto il pavimento di Isabelle?!

-Io non posso asciugarmi, idiota!Io appartengo al mare: è lì che hai gettato il mio corpo, non ricordi??!! - sbraitò la donna, per un istante era come se avesse perso il controllo su di sè, poi si calmò ed aggiunse in  maniera più soave- perdonami, amore mio,  so che non è colpa tua...probabilmente non te lo ricordi...ma c'è stato un tempo in cui avresti fatto qualsiasi cosa per me...avresti fatto qualsiasi cosa per vendicarmi. Certo, questo prima che arrivasse quella smorfiosetta a farti gli occhi dolci- aggiunse con una nota di stizza-  Allora ti sei dimenticato di me, di noi, e per me è stato come morire una seconda volta.

-Io non so di che diamine stai parlando...- confessò Drake.

-Già, non sei mai stato particolarmente acuto- osservò Milah con uno sbuffo contrariato- parlo della cara Aurora naturalmente...Alice se preferisci, ho sentito che è così che si fa chiamare. E' stata qui poco fa, ti cercava,  sai? Spero non ti dispiaccia se le ho detto di andare via...era giusto che sapesse quello che c'è tra di noi.

-Ormai non c'è più niente tra di noi- affermò lui.

Drake a mala pena riusciva  a immaginare quale menzogna Milah avesse potuto rifilarle  per giustificare la sua presenza  e a quanto probabilmente l'avesse fatta arrabbiare di proposito. E adesso sapeva che c'era un solo modo per sistemare le cose con Alice: doveva trovarla e chiarire tutto. E non solo questo.

Le avrebbe anche detto che l'amava dal primo momento che l'aveva vista, a scanso di equivoci. Ormai quell'attesa insensata durava da troppo tempo. Le avrebbe confessato tutto, decise, in modo che in futuro non potessero più esserci incomprensioni simili tra di loro.

-Oh, caro, non lo pensi sul serio...parli così a causa della maledizione... Ehi! Dove stai andando?

- Io devo trovarla... devo spiegarle...- accennò appena Drake prima di guadagnare l'uscita alla ricerca di Allie, totalmente incurante dell'ospite ancora gocciolante.

-Ma non puoi andartene!- protestò la donna- Ascoltami bene tu un tempo promettesti di vendicarmi e oggi io sono qui per rammentarti quella promessa... Killian, aspetta!!

Ma lui se n'era già andato, senza voltarsi indietro e senza prestare ascolto alla voce del passato.

Alice era il suo futuro: era questo tutto ciò che gli occorreva sapere.

 

-Il mio nome non è Alice- protestò la piccola.

-Che sciocchezza.... - intervenne una lepre vestita anch'ella di tutto punto e seduta anch'ella alla tavola su una pila traballante di cuscini- .... tutte le bambine che vengono da fuori si chiamano Alice, lo sanno tutti- confermò la lepre agitando con vigore le lunghe orecchie e facendo ridere la bambina.

-Che mattacchione...

-Alice, Alice sei stata buona a venirci a trovare per prendere il the!- proseguì agitando anche il naso insieme alle orecchie.

-Allora vuoi del the Alice?- insistette il signore dal buffo cappello- Oggi dobbiamo festeggiare un'occasione molto particolare, è il tuo non-compleanno tesoro, non sei contenta?Non è un giorno che capita tutti i giorni, perchè vedi se fosse il tuo vero compleanno non potremmo organizzare per te una festa di non-compleanno, mi sembra ovvio... ma cosa stavo dicendo? Ah già, il the!! Il the!!- esclamò tutto agitato incominciando a versarne una copiosa quantità in una tazzina bucherellata.

-Questo non ha proprio il minimo senso...- osservò Aurora.

-Qualcuno ha detto... the?!-domandò in quel momento una vocina acuta, quella di un topolino spuntato da una delle numerose teiere sparse alla rinfusa sul tavolo.

-Ma certo che vuole del the- confermò il cappellaio - Alice beve sempre il suo the,prima di svegliarsi.

-Alice è una brava bambina- asserì il leprotto in tono solenne- Alice è una brava bambina anche se terribilmente curiosa... quello che ha fatto l'ultima Alice ad esempio.... ah, non bene non bene davvero!!!

-Smettila subito!- lo rimproverò il cappellaio lanciandogli non meno di un paio di tazzine ancora piene di the- Alice non vuole sentire parlare di queste tue sciocchezze...Alice è qui per prendere il the con noi!

-Che cosa è successo all'altra Alice?- domandò Aurora sottovoce al topino che viveva nella teiera.

-Lei non voleva tornare- squittì quello pianissimo- non voleva tornare dal posto dove era venuta...ha fatto un patto per restare qui... ed è diventata matta!!

-Matta!Matta!- ripetè il leprotto ridendo sguaiatamente- Fuori come un balcone! Ahhahahhah!!!

-Adesso mi avete proprio scocciato- intervenne il cappellaio usando un tono insolitamente serio, quel suo cipiglio durò solo pochi istanti perchè poi riprese a canticchiare tra sè, come se nulla fosse successo- Oh, cielo, adesso mi è proprio passata la voglia di prendere il the! Alice, mia cara, sarà per un'altra volta...

-Ma io...

-No no, non è possibile.

La piccola Aurora però puntò i piedi a terra, rifiutandosi di muoversi.

-Aspettate, vi prego  non mandatemi via... anche io non voglio tornare da dove sono venuta!La torre è buia  e solitaria e non c'è nessuno con cui possa prendere il the- spiegò la bambina- E se devo diventare matta per restare con voi mi va bene.

-Cosa? Hai detto niente the?!- il cappellaio sembrava confuso- Bè, immagino che questo cambi tutto.

-Niente the?!- ripeterono in coro il topo e il leprotto, scandalizzati- Neanche un ...goccettino??

-Esatto! E ci dovrò stare finchè uno stupido principe non verrà a liberarmi- continuò Aurora- A me neanche piacciono i principi...ma la mamma dice che devo sposarne uno.

-Perchè mai or dunque...- parve riflettere il cappellaio con aria da filosofo- ... se non vuoi mangiare carciofi a colazione o suonare il flauto al contrario o  sposare un principe credo proprio che non dovresti farlo.

-Ma, mia madre, lei non ne sarebbe affatto contenta...

Il cappellaio le sorrise comprensivo.

-Non si vive per accontentare gli altri, Alice- le disse con pazienza- qui hai la possibilità di fare quello che vuoi ed essere chi decidi di essere.... Se è davvero ciò che desideri puoi diventare matta quanto vuoi e rimanere con noi... però io credo che mancheresti molto alla tua mamma.

- Lo credo anch'io....- rifletté la bambina, mentre con aria rassegnata si avviava verso il cappello  a cilindro dimenticato sull'erba del prato con lo stesso passo di un condannato- ...o forse sono già diventata matta.

-Temo di sì- confermò il cappellaio-  sei assolutamente svitata, fuori controllo. Ma ti rivelerò un segreto: tutti i migliori sono matti- aggiunse facendole l'occhiolino prima che Aurora fosse nuovamente risucchiata dal cappello.

 

Alice Stone  aveva sempre diffidato del signor Gold come del Maligno. Salire in macchina con lui, per di più in quelle bizzarre circostanze,  le richiese ogni grammo di fede e insieme di disperazione che possedeva.

-Insomma, ha intenzione di dirmi almeno dove stiamo andando?- chiese , senza nascondere un certo nervosismo.

Il signor Gold non si scompose minimamente a quella domanda.

- Stiamo andando a far visita ad una persona che può fare molto per aiutarci- rispose con calma- Purtroppo il nostro amico non parla con molte persone...ma di sicuro vorrà parlare lei.

-Perchè proprio con me?- chiese la ragazza.

- Perchè so per certo che non rifiuterebbe mai nulla alla sua Alice- rispose il signor Gold, enigmatico.

La ragazza anche se non aveva capito dove volesse andare a parare decise che era meglio lasciar correre.

-Siamo diretti... a una casa di cura?- esclamò ad un certo punto non appena si trovarono di fronte ad un imponente edificio abbastanza mal tenuto, appena fuori dal centro abitato- non capisco come questo ci possa essere d'aiuto.

- Come forse non sa , mia cara, non c'è modo per noi di lasciare questa città... ciò vuol dire che Raven è ancora qui, da qualche parte. Lei non è morta, questo lo posso percepire chiaramente, ma lo sarà presto se non riusciamo ad individuare la sua esatta posizione - specificò lui, come se ciò valesse come spiegazione- Al Briarcliff troveremo la risposta o quanto meno chi può fornircela.

Si trattava dell'ospedale psichiatrico di Storybrook, un luogo tetro e minaccioso gestito da un ordine religioso, dove Alice non si sarebbe mai sognata di mettere piede.

 Nonostante la struttura fosse vecchia e fatiscente l'istituto poteva fregiarsi di un'amministrazione ferrea e le visite non erano ammesse se non in occasioni di straordinaria importanza e solo ai parenti stretti dei pazienti. Il permesso speciale che tirò fuori con noncuranza il signor Gold doveva essere frutto delle sue conoscenze.

-Stiamo scherzando?Ci mettono i matti qui!- protestò la ragazza.

-E' giusto il posto che fa ala caso nostro- ripetè lui categorico.

- Come le pare...Allora, vogliamo andare...- lo sollecitò Alice, nervosamente.

-Deve avermi frainteso, mia cara. Il permesso è solo per lei - cinguettò il signor Gold - Anche con le mie conoscenze non ho potuto fare di più.. ma ho piena fiducia che lei riuscirà ad ottenere le informazioni che le servono dal signor Jefferson.

-Cosa? Dovrei entrare in quel posto...da sola?

Alice non aveva vergogna ad ammettere che in quel momento anche la compagnia di qualcuno di cui non si fidava per niente come Gold le avrebbe dato maggiore sicurezza, ma oramai erano lì, non poteva certo tirarsi indietro.

- Oh, d'accordo! Spero almeno che questo tizio abbia davvero intenzione di aiutarci...- esclamò scocciata.

-Oh, lo farà- disse il signor Gold tra sè,  non appena Alice fu entrata - dopo quello che è successo  deve sentirsi terribilmente in colpa...non potrà rifiutarsi.

 

Aurora, col cuore infranto a causa di quello stupido pirata,  stava attraversando l'oscura foresta quando si trovò di fronte a una  casetta piccola e malandata, probabilmente un capanno di caccia o la modesta abitazione di un taglialegna. Forse, si disse la principessa, chiunque la abitasse avrebbe potuto aiutarla a trovare una via d'uscita da quel labirinto di rovi...

-E' permesso ?- mormorò la fanciulla, aprendo cautamente la porta di legno e facendone cigolare gli arrugginiti cardini.

Nessuno rispose , eppure la casa non era disabitata. Aurora ricordava di aver già visto  parte del mobilio che si trovava lì, in tempi di ben maggior splendore... la grande  tavola dipinta era coperta da una tovaglia sporca e lacera su cui  si trovavano solo cocci di porcellana alla rifusa,  senza neanche una goccia del prezioso the che vi era un tempo.

Il Cappellaio occupava il suo solito posto a capotavola, ma era anche lui incredibilmente cambiato come tutto ciò che lo circondava. Aveva un muso lungo che Aurora non gli aveva mai visto... come se  neanche una traccia di allegria gli fosse rimasta.

Al posto di uno dei suoi sgargianti completi indossava semplici abiti scuri e dimessi, però aveva ancora  il suo cappello, unico segno distintivo di quello che era stato in passato.

-Cappellaio...tu sei qui!Credevo che fossi un sogno ,  che non ti avrei rivisto mai più...ma che cosa ti è successo?- domandò la fanciulla.

Lui alzò appena il capo regalandole un sorriso triste.

-Sei cresciuta piccola Alice. Dovevo immaginarmelo..alla fin crescono tutte. Anche lei  lo ha fatto- spiegò lui con un triste sospiro - Ha distrutto tutto...sai? Ha distrutto Wonderland e tutti i suoi abitanti...solo in pochi sono riusciti a scappare, e io tra questi. da allora vago per questo triste mondo...un'ombra di quello che sono stato...che ero...ecco , io...

-Adesso calmati- disse Aurora prendendogli le mani che avevano preso a tremare- Per favore, raccontami tutto dall'inizio.

Il Cappellaio trasse un lungo sospiro spezzato.

-Si chiamava Alice. La prima Alice, l'unica Alice. Era venuta a prendere il the- cominciò a raccontare lui, con l'evidente sforzo di raccontare i fatti consequenzialmente  a  come si erano svolti-  veniva da un posto  orribile, un posto senza magia. Per questo le ho permesso di restare ... anno dopo anno...e lei è cresciuta. Ma il cappello , il cappello ha delle regole... le persone che entrano nel nostro mondo, non possono assolutamente rimanere a Wonderland più del tempo di un the! Eppure lei lo ha fatto... lei non voleva andare via e così io l'ho lasciata restare infischiandomene delle regole... Da allora il nostro mondo ha cominciato a morire.

-Tu ti eri...innamorato di lei?- suggerì Aurora.

- Era diventata una donna bellissima e io ne ero innamorato... anche per questo a un certo punto non riuscivo a mandarla via. Si, fu per questo motivo. Ma più il tempo passava più le cose andavano peggio... Wonderland si stava sgretolando a causa del divieto violato... così alla fine dovetti chiederle di andarsene, le confessai il mio amore, ma anche che non potevamo stare insieme.

Il Cappellaio, affranto, fece a quel punto una lunga pausa.

-Non deve averla presa bene- commentò Aurora, pensando anche a sè stessa e alla sua condizione miserevole - Era una donna innamorata.

-No infatti, lei non si arrese , non lo avrebbe mai fatto...- confermò il Cappellaio-  Per poter rimanere a Wonderland fece un patto segreto con la Strega del Mare,una donna perfida che si dice faccia collezione dei cuori di giovani fanciulle disperate...e questo perchè ella stessa non ne possiede uno. Anche Alice  le diede il suo cuore, cioè tutto quello che io amavo di più in lei, in cambio della promessa di poter restare a Wonderland... così divenne la Regina Rossa che ci potrò definitivamente alla rovina.

-E' una storia davvero triste- constatò la principessa- Sai, anche io ho perso la persona che amo, ho finito per innamorarmi di qualcuno ...che  non mi ama a sua volta.

Il povero cappellaio non sapeva come confortarla se non offrendole l'abbraccio di un vecchio amico che la fanciulla ricambiò con tutto il trasporto della disperazione. Fu allora che lo notò: un lungo spillone d'argento che fermava la falda del buffo cappello che l'uomo indossava.

Inspiegabilmente quel minuscolo oggetto attirò al sua attenzione come se una sorta di magia stesse operando per attrarla : la maledizione che si portava dietro fin da bambina si era appena attivata in tutta la sua potenza.

-Aurora, no!- gridò il cappellaio non appena si rese conto delle sue intenzioni, ma la fanciulla gli aveva già strappato dal cappello il fuso lucente.

- Forse è un segno del destino...forse questo vuol dire che io non merito un lieto fine- disse lei tristemente, prima che una forza misteriosa la costringesse a posare il dito sula punta acuminata.

 

-Vuoi del the bella bambina? Vuoi del the?- le si avvicinò uno dei pazienti in camicia di forza con gli occhi stralunati e i denti sporgenti da leprotto.

Scoppiò in una fragorosa risata prima che gli infermieri lo trascinassero via.

-Ma in che razza di posto mi sono cacciata...-mormorò Alice, avviandosi verso la camera che le avevano indicato.

Trovò l'uomo chiamato Jefferson seduto di fronte alla finestra della sua stanza, non aveva l'aspetto di un pazzo come gli altri, anzi era ben curato e ben vestito...inoltre  sembrava incredibilmente tranquillo e inoffensivo.

-Accomodati Alice... volevo dire Aurora, dimentico sempre di chiamarti con il tuo vero nome - le disse gentilmente  indicando una seconda sedia di fronte a lui- Orsù dimmi mia cara, mi hai portato una tazza di the?

-Ehm no...mi dispiace- accennò la ragazza,sedendosi con molta circospezione.

-Tu sai perchè un corvo assomiglia a una scrivania? Ma sto divagando naturalmente.... dimmi che cosa posso fare per te. Suppongo che sia qualcosa che ha a che fare con la maledizione, non è vero?- la incalzò.

"Ecco perchè l'hanno messo nella suite... questo qui è più fuori di testa di tutti gli altri" pensò la ragazza mentre allontanava la sedia di un altro po', giusto per sicurezza.

-Mi è stato detto che tu potevi aiutarmi..- cominciò lievemente a disagio- ... ehm... il signor Gold pensa che tu possa aiutarci a ritrovare Raven.

- Rumpelstiltskin!- esclamò Jefferson con una risata-  Rumpelstiltskin si è perso la fidanzata e adesso manda te per ottenere il mio aiuto... quell'uomo è davvero senza scrupoli!!

-Su questo mi trovi d'accordo- osservò Alice, trovandosi inaspettatamente  in accordo col folle- ma vedi anche io sono preoccupata per Raven.

-E' naturale- confermò Jefferson - Ravenna  è pur sempre la madre del tuo principe. Anche se mi era sembrato di capire che il tuo interesse fosse più rivolto verso il pirata... - aggiunse maliziosamente.

-Come scusa?

-Il pirata che ha spezzato la maledizione naturalmente- ripetè lui con impazienza, come se stesse spiegando qualcosa di estremamente elementare a qualcuno che si ostinava a non capire- ma ovviamente tu di questo non ricordi nulla...come potresti? Anche tu sei sotto l'effetto della maledizione di Regina.... e non credi ad una parola di quello che ti sto dicendo. Pensi solo che io sia pazzo come tutti in questo posto.

- Temo di sì - confermò Alice-  sei assolutamente svitato, un caso assolutamente senza speranza- ma poi dopo un istante aggiunse-  Ma un giorno qualcuno ... a dire il vero non ricordo più chi... mi ha rivelato un segreto : tutti i migliori sono matti- concluse la ragazza, che tuttavia non sapeva da dove le erano venute quelle parole.

Jefferson le sorrise apertamente.

-Molto bene allora-disse con una spaventosa determinazione- se vogliamo andare a prendere la tua amica ci conviene tirare fuori il cappello!!

Fu allora che Alice cominciò davvero a preoccuparsi.

 

La principessa Aurora era così bella, anche da morta, che il Cappellaio non ebbe cuore di seppellirla. Dispose invece il suo corpo su di un letto di rose, proprio al centro della radura.

Lì egli rimase a piangerla a lungo.

-Addio, mia dolce Alice...no anzi, Aurora...- mormorò tra le lacrime.

Prima di andarsene, in un ultimo segno di rispetto verso la sua più cara amica, lasciò ai piedi del giaciglio il proprio cappello.  da quell'oggetto magico cominciarono a sprizzare scintille colorate e fu così che il cappello appartenuto all' ultimo superstite del mondo perduto di Wonderland operò il suo ultimo incantesimo.

Dalla foresta si levarono una miriade di rovi che ricoprirono il sepolcro della principessa in modo che nessuno potesse venire a disturbare il suo riposo eterno.

Quello fu per tutti un giorno di lutto e di cordoglio, per tutti tranne che per la Strega del Mare, la quale una volta che il Cappellaio se ne fu andato comparve su un'ondata di spuma dal vicino ruscello.

-Che ti serva di lezione Aurora...- rantolò la strega, acqua salata le sgorgava dalla bocca mentre parlava ,riversandosi sugli stracci putridi misti ad alghe che la ricoprivano -... non avresti dovuto posare le tue belle labbra su qualcuno che non ti appartiene...Killian sarà per sempre  solo mio... non riuscirà mai a liberarsi della mia ossessione. Tu invece sarai presto dimenticata. Addio, principessina- concluse scomparendo in mille getti d'acqua marina.

 

Raven si risvegliò con una strana sensazione di vuoto al centro del petto. Istintivamente si portò una mano all'altezza del torace, dove un tempo aveva albergato il suo cuore.

Nessun battito. E allora come ami era ancora in vita?

-Come ti senti?- le domandò preoccupata Rapunzel, che ancora la sorreggeva- Non fa più male , non è vero? E' come ti avevo detto... ora finalmente hai smesso di soffrire per quell'individuo che non ti merita...

- Rapunzel... che cosa mi hai fatto?- domandò la donna, ancora parzialmente stordita- Credevo che sarei morta... perchè sono ancora qui? E come mai tu sei ancora così? Pensavo avresti usato il mio cuore per tornare quella che eri...

-Mi dispiace- mormorò lei- Ho dovuto mentirti ... per il tuo bene, cara.

- Dov'è il mio cuore? Che cosa ne hai fatto?

-L'ho dato a lei- rispose  soavemente Rapunzel, indicando la figura di una donna vestita solo di stracci bagnati, i lunghi capelli neri intrisi d'acqua e di alghe ricadevano sul suo volto cadaverico.

Sul petto all'altezza del cuore aveva un enorme squarcio rosso dal quale continuava a sgorgare sangue misto ad acqua.

-La Strega del Mare suppongo...- mormorò Raven con sufficienza.

-Puoi chiamarmi Milah - rispose lei avvicinandosi in uno strascico d'acqua- è davvero un piacere conoscerti Ravenna.

- Non certo per me- ribattè questa facendo un notevole sforzo per reggersi finalmente in piedi da sola- Adesso capisco... così, sei tu ad avere il cuore di Rapunzel...e ad averla manipolata per tutto questo tempo?!

-E adesso possiedo anche il tuo- cinguettò lei, mostrandole il cuore che stringeva nella mano destra- ma non preoccuparti, potrai riaverlo se vorrai... dopo che mi avrai aiutata a portare a termine la mia vendetta contro l'uomo che mi ha ridotta così. Sai , non sono sempre stata così... morta.

-Chiunque sia stato avrà avuto i suoi motivi- commentò Raven - e puoi anche scordarti il mio aiuto, megera. Casomai troverò io il modo di vendicarmi per come hai ridotto la mia amica...

Alla Strega del Mare però non piacque quella risposta infatti strinse nella mano ossuta il cuore di Raven, provocandole una intensa fitta di dolore al petto.

-Non sei nelle condizioni di minacciare nessuno , ragazzina... sta sicura che prima o poi verrà anche il tuo turno! Ma prima di tutto devo vendicarmi di quella persona...Tu lo conosci molto bene Ravenna e che ti piaccia o no mi aiuterai a distruggerlo- affermò Milah con notevole sicurezza-  Per prima cosa dimmi, dove si trova il pugnale?

 

 

 

Dear Lady Andromeda: Allora, scommetto che dopo aver visto le carte in tavola odi Milah ancora di più!^^ Per carità, è cosa buona e giusta... nella versione che ho voluto dare nella storia ( ma credo che alla fine sia così anche nel telefilm) è una donna fredda e opportunista che non ha mai meritato nè Hook nè tanto meno Rumpel...ma si sa l'amore rende i maschietti ciechi e pure stupidi!XD Altro che vedere Alice come una potenziale rivale, la vuole eliminare proprio!! Rapunzel, poveretta, è sempre stata una sua impotente pedina... la controlla utilizzando il cuore che le ha preso ( prossimamente su questi schermi spiegherò anche come è andata, non temere), il fatto che fosse sotto il controllo di qualcuno Rumpel lo aveva intuito ma quello che non sa è che a breve si ritroverà a fronteggiare una decisamente vendicativa ex moglie!!Cercherò di aggiornare quanto prima considerando che sarò prima impegnata e poi via per il week-end, come al solito ti ringrazio per il tuo sostegno, un bacione cara!!^^


Dear Julie: ho fatto il prima possibile ad aggiornare, sapendo che invece nel weekend sarò molto impegnata!^^ Allora il personaggio di Philip credo sia quello più controverso di tutti, infatti la sua psicologia cambia molto: nel suo mondo è un ragazzo combattuto perchè nonostante abbia capito che la magia oscura è un male non riesce a disapprovare del tutto la madre, che è la persona alla quale è più legato, tanto che per salvarla da sè stessa è disposto a sacrificare persino il suo vero amore ( prossimamente su questi schermi!) ; a Storybrook la maggior parte delle sue azioni sono influenzate dalla maledizione che è preordinata a separare coloro che dovrebbero stare insieme, per questo lo vediamo nella sua versione più bastardella...XD comunque è di per sè un ragazzo complicato...Sono contenta che ti sia piaciuto il pezzo dedicato alle fate!!A Hook è piaciuto decisamente meno, ma dobbiamo capirlo, è ancora traumatizzato da Neverland dove praticamente le fate facevano a gara per giocargli brutti scherzi...;) Intanto almeno a Storybrook è riuscito a realizzare quello che prova per Alice e oserei dire che ci sono ottime prospettive per il futuro... Come al solito  ti ringrazio immensamente, un bacione grande!!!!^^

 

  
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