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Autore: PinkyCCh    10/10/2013    4 recensioni
Cosa può accadere se un contratto stipulato anni prima da due nonni un po' pazzi, venisse fuori?
E se questo contratto implicasse un matrimonio combinato tra due ragazzi?
E se il ragazzo fosse uno stronzo cuore di ghiaccio ?
E se la ragazza invece fosse dolce e tranquilla, innamorata dello stereotipo del principe azzurro?
E se una fidanzata gelosa mettesse il proprio zampino?
Riusciranno Shin e Yamashita ad amarsi? O il destino vincerà?
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ice heart - cuore di ghiaccio'
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- Scontri e Scoperte -



Bene, le prime tre ore di università erano andate. Finalmente potevo godermi una meritata pausa post-studio.
Kaname, vivace ed irruente come suo solito, mi trascinò letteralmente alla mensa scolastica. A dire il vero più che mensa scolastica sembrava un ristorante di lusso.c’erano camerieri, tavole apparecchiate, chef che sembravano d’alta classe...ma in che razza di università ero capitata?

“Da voi non sono così vero?” Kaname sembrò percepire i miei pensieri.
“Uhm?” mugugnai.
“Le università.” Precisò la mia nuova amica.
“Ah…no no per niente. È già tanto se ci sono i professori “ ammisi, pensando a quanto fossero diversi i nostri mondi.
“Yama-chan andiamo! Sediamoci- disse, mostrandomi un tavolo ben imbandito- così i camerieri potranno venire a prendere le ordinazioni.”

Annuii. Ero troppo affascinata da quel dannato mondo. Era così strano. Sorrisi impercettibile, pensando a quante cose avevo ancora da scoprire.
Il cameriere si avvicinò come previsto al nostro tavolo, prese le ordinazioni e dopo poco tornò con esse.
Tra un boccone e una chiacchierata, finimmo il nostro pranzo.  Alle 14 in punto, le lezioni ripresero e noi, da brava studentesse, tornammo in classe.
Ad un tratto il mio sguardo si posò su un ragazzo seduto in fondo alla classe. Aveva l’aria stanca ed era strano. Era quasi assente, sembrava che la presenza di noi altri lo infastidisse.

“Si chiama Kyle Masahiro. E’ un tipo strano. Non parla con nessuno, sta sempre zitto e fa parte della Rosa.” Kaname, vedendomi così assolta nei miei pensieri m’informò di qualcosa che riguardava quel tipo strambo.
“La rosa?” che diamine era la Rosa?
“Massì!-sorrise, come se fosse del tutto normale- Sono 5 ragazzi, sono diciamo…uhm come dire? I più ricchi? Stronzi?Strafottenti? sì insomma sono i più gettonati!” concluse unendo le mani.
“Ah sì?” dissi con falso interesse, finché non iniziò a dire i loro nomi.
“Sì sì, si chiamano:Kyle Masahiro, come ti ho già detto, Shane Kyusho, Jess Doji , Mark Call e infine il più stronzo di tutti…- fece una breve pausa per poi pronunciare il nome del mio inferno- …Shin Seiki.”

Strabuzzai gli occhi e persi un battito al cuore.


Shin Seiki..Seiki. Seiki. Seiki. Seiki.


Ma cos’era? Voleva per caso farmi morire?

“Yamaaaaaaaaaaaaaa!”urlò Kaname risvegliandomi dai miei pensieri.
“Uhm? S-sì?” balbettai, spaventandomi per quell’urlo disumano.
“Sei diventata più bianca di un lenzuolo. Che ti prende?” domandò, preoccupata la mia amica.


Che mi prende? Mah nulla guarda. Solo che il mio pseudo-fidanzato fa parte di un gruppetto di rimbambiti che si credono fighi ed io devo pure fare finta di non conoscerlo. No niente di che.


“Eh? Nono niente tranquilla Kaname.”  Ennesima bugia. Ma che diamine c’era di sbagliato in me? Bah.
“Ehm kana-chan?” la chiamai sussurrando il suo nome.
“Sì?”
“Ma cosa combinano questi fantomatici “Rosa”?” volevo saperlo per davvero? Ma perché poi? Dannazione. Mi morsi il labbro con fare nervoso. Certo che volevo sapere.
“Uhm...-si mise un dito sulle labbra con fare pensieroso- come dire? Come posso descriverteli?-continuava ad agitarsi stile Cartoon- Si certo!- disse illuminando i suoi meravigliosi occhioni color ebano.- TEPPISTI!”

Teppisti? Un altro battito perso per il mio povero cuore malandato.

“T-teppisti?” chiesi sempre più sbalordita.
“Sì, non fanno altro che fare casini di qua e di là. Sfottono tutti i ragazzi. Non fanno altro che fare a botte e provocare. Eppure boh, non gli manca nulla, appartengono a famiglie benestanti.” Sospirò, chiudendo gli occhi e portando la testa all’indietro.
“Non hanno nulla da fare. – la interruppi- siamo tutti dei giocattoli per loro.”

Ad un tratto un brivido freddo percorse la mia schiena ed un ricordo si fece largo in me.
Quel bacio, tanto dannato quanto bello. E poi le sue parole: Sei solo un oggetto vecchio.
Mi alzai di scatto, facendo girare tutti i miei compagni di classe e urlai: “BASTARDO.”
Subito dopo mi resi conto che gli occhi di tutti erano puntati su di me e con fare imbarazzato, mi rimisi a sedere.

“Yama ma che diavolo ti è preso?” Kaname era sbigottita, come darle torto? Avevo avuto una reazione inspiegabile.
“Niente Kaname, tranquilla.” Dissi tirando un sorriso forzato.


Bugiarda.
 
 
 
 
 
Ricapitolando: primo giorno di scuola, avevo trovato un’amica, Kaname, avevo scoperto che quella sottospecie di fidanzato faceva parte di un gruppetto di sfigati bulletti chiamati “La Rosa”, avevo fatto una gran figuraccia in classe, mettendomi ad urlare”BASTARDO” ed infine avevo visto un altro componente della Rosa… Kyle Masahiro. Bah, che giornata del cavolo.
Le lezioni erano finite e come Shin mi aveva già detto, per tornare a casa mi sarei dovuta arrangiare, visto che aveva un appuntamento con la strega stile mago di Oz, meglio conosciuta come Ayumi.
Quella strega mi urtava i nervi. La sua voce da gallina, il suo corpo gnocco, i suoi capelli lindi e profumati, i suoi occhioni da cerbiatta color del cioccolato. Per quanto me ne importasse, lui e quella strega, potevano beatamente andare a farsi un giro…nel paese delle meraviglie. Meglio non sbilanciarsi con le parole.
Ma torniamo a noi. Uscii da quell’edificio e mi incamminai lungo il vialone.
Continuavo a crogiolarmi nei miei pensieri quando fui bruscamente interrotta da una risatina alquanto stizzosa. Ma perché non la smettevano di rompere?

“Oh! Guarda chi c’è! L’amichetta di Seiki!” un sogghigno. Sogghigno freddo ed inquietante. Il sogghigno che riconobbi appartenere ad uno di quei ragazzi che la mattina si erano scontrati con Shin.
“Che volete?” cercai di non farmi vedere spaventata. Non potevo permettermelo.
“Oh, ma niente - disse avvicinandosi paurosamente- volevamo solo salutarti come si deve.”
“C-cioè?” deglutii faticosamente. Ok, ora sì che iniziavo a cagarmi sotto.
“Sei molto carina- un altro sogghigno malefico -Seiki le sceglie sempre carine le sue vittime. “
“V-vittime?“ il mio sguardo oscillava tra l’incredulo e l’impaurito.

Si avvicinò ulteriormente, prendendomi dal mento, e alzandolo, affinché potessi guardarlo meglio.
Ma perché non ero tornata con Kaname? Accidenti a me! Tutto perché non volevo farmi vedere da nessuno.

“Tranquilla gattina, non ti faremo male, vogliamo solo mandare un messaggio a Seiki, usando te."

Non ebbi il tempo di rispondere, la sua mano dal mento, scese alla gola, stringendola con una violenza inaudita. Non respiravo più, avevo paura. Ogni singolo muscolo del mio corpo era pietrificato.
Ad un tratto sentii un dolore allucinante all’altezza dell’addome. Un pugno. Mi aveva tirato un pugno, dannazione!
No, non era più solo un pugno. Erano uno, due, tre...iniziavo a perderne il conto.
Chiusi gli occhi, pregando che qualcuno venisse ad aiutarmi. Cosa volevano da me? Neanche li conoscevo.
Odiavo Shin, era tutta colpa sua!
Mentre iniziavo a perdere speranze e sensi, sentii l’altro ragazzo, che fino a quel momento era rimasto appoggiato ad un muretto, gridare “SHOOTER ANDIAMO. STA ARRIVANDO QUALCUNO.”
Shooter? Ma  non si chiamava Micheal? Bah che strano. Poco me ne importava, sentivo troppo dolore. Senza rendermene conto iniziai a piangere. Volevo tornarmene a casa. Nel mio piccolo paesino dove tutti mi conoscevano e mi volevano bene, odiavo quel posto.
Ad un tratto una mano si avvicinò verso di me. Alzai lo sguardo intimorita e lo vidi. Hiroshi. La mia salvezza.

“Stai bene piccola? Che è successo?” il suo tono era misto tra preoccupazione e rabbia.

Tirati su col naso e gli spiegai tutto l’accaduto. Dall’incontro al pestaggio senza senso e del messaggio che volevano che riferissi a Shin.

“Che bastardi.Non sai chi sono?” chiese digrignando i denti.

Annuii.

“Sono dei tipi con cui Shin ha fatto a botte stamattina. Solo che stamattina si chiamava Micheal, mentre ora, il suo amico l’ha chiamato “SHOOTER”.”gli dissi imitando quel bastardo.
 “Andiamo a casa Yama.” Hiroshi mi guardò perplesso e preoccupato. Il suo tono era diventato freddo e duro, proprio come il sguardo. Che diavolo stava succedendo?

Cercai di farmelo spiegare, ma non volle sentire ragioni.
Arrivammo alla Tenuta Seiki e mi rinchiusi in camera a piangere.
Ad un certo punto qualcuno bussò. Mugugnai un “avanti” e vidi entrare uno Shin furioso.
Mi alzò con violenza dal letto e mi sbatté contro il muro.

“Stupida! Perché sei tornata da sola a casa?!” gridò. Sembrava un pazzo furioso.


Perché sono tornata da sola? Ma se è stato proprio lui a dirmi di non dare nell’occhio!


“Shin…”non riuscii a finire la frase che affondai la mia testa sul suo petto e iniziai nuovamente a piangere.

Lo sentii irrigidirsi sotto il mio tocco.

“Shin ho avuto paura. Non faceva altro che dirmi che mi stavano usando per portarti un messaggio, ma io non li conosco. Non mi hanno detto nulla, mi hanno solo picchiata. SHIN- urlai disperata- voglio tornare a casa, ti prego!” la mia voce era divenuta un suono stridente e parlavo ad intervalli tra un singhiozzo e l’altro. Iniziai a darli piccoli pugnetti sul petto. Ero disperata, sola ed impaurtita.

Ad un tratto Shin fece un gesto inaspettato. Mi abbracciò con fare protettivo.

“Sta tranquilla. So io cosa fare.” Sussurrò mentre mi lasciava un bacio tra i capelli.

Mi staccai da quell’abbraccio incredula e lo guardai negli occhi. Aveva gli occhi freddi. La sua voce era fredda. Il suo cuore era freddo.
Lui era un CUORE DI GHIACCIO.
Gli feci un sorriso flebile, susseguito da un altro singhiozzo rinchiuso troppo a lungo nella mia gola.

 “Shh testolina, mettiti a letto e riposa.” Mi accarezzò la testa, mentre pronunciava quelle parole che erano in netto contrasto con la sua espressione fredda.

Mi lasciò sola come un’ebete in quella stanza. Che diavolo gli era preso?
Cercai di non  pensarci troppo, altrimenti il mal di testa sarebbe solo aumentato. Mi misi sotto le coperte e mi addormentai con una lacrima ed un sorriso.

Shin…” quella fu la prima volta che pensai a lui con un sorriso sulle labbra.
 
 


 
 
Bene, dal giorno dell’aggressione passarono due settimane. Due settimane d’inferno.
Shin non faceva altro che ignorarmi sia all’università che a casa. Era come se io non ci fossi, come se fossi trasparente. Per fortuna c’erano Hiroshi e Kaname a tenermi un po’ di compagnia.
Già, Kaname. Ancora non le avevo detto la verità su di me.  Non le avevo detto ne dove abitavo e soprattutto con chi abitavo. Era davvero stressante, doverle raccontare bugie su bugie. Già, perché lei aveva espresso il desiderio di vedere dove abitavo.

“Uffa, devo inventare ancora una bugia da dire a Kana-chan. “ sospirai. Era davvero stancante tessere quell’enorme ragnatela di bugie.
“Che c’è Yama-chan?” Sussultai. Hiroshi arrivò come una fresca brezza marina, alle mie spalle.
“O-oh niente Hiroshi tranquillo! “ sventolai le mani davanti al mio viso, cercando di convincerlo.

Non ci riuscii.

“Dimmi scema, che succede?” sorrise. Come solo lui sapeva fare.

Decisi di vuotare il sacco.

“Ma niente, solo che Kaname vorrebbe vedere dove abito, passare un po’ di tempo con me…e...-mi interruppi un attimo- come ben sai, non posso dirle nulla. Shin mi ammazzerebbe.”Abbassai lo sguardo con fare sconfitto. Mi sentivo a disagio, fin troppo per i miei gusti. Mi sentivo un oggetto per davvero. Non ero libera di fare nulla.
“Sai Hiroshi, forse dovrei trovarmi un appartamento e andarmene da quella casa. Almeno sino al matrimonio. Quando Ayumi viene a casa, devo nascondermi e non fare rumore. E’ davvero umiliante, cavolo!” esordii alzando lo sguardo ed inchiodandolo a quello di Hiroshi.
“Uhm.. credi sia la soluzione giusta?” domandò portandomi una mano sotto il mento con fare pensieroso.
“Sì. Shin, così sarebbe anche più libero di…- feci una pausa e sospirai - di..frequentare Ayumi, senza paura che lei possa scoprire tutta questa storia.”

Sorrisi. Un sorriso forzato. Ma perché mi dava così fastidio pensare a lei e a Shin insieme?
Sentivo gli occhi pizzicare e la voglia di piangere incombere su di me. Dovevo resistere ed essere forte.
Vidi Hiroshi guardarmi in modo serio e sospirare.

“Se credi che sia una scelta giusta ed adatta alla situazione e ti farà stare meglio…fallo.” Disse solenne mentre si avvicinava.

D’istinto mi gettai tra le braccia di Hiroshi, e lo ringraziai infinte volte per avermi dato la sua benedizione.
Andando via da quel posto, forse, avrei potuto costruire per davvero dei ricordi felici del Giappone.

“Yama-chan, che ne dici di tornare a casa ora?” sussurrò vicino al mio orecchio mentre mi accarezzava la testa.
“Sì, è meglio. Così inizio a cercare un po’ su internet  qualche occasione!”Ero felice, mi ero ritagliata un po’ di felicità finalmente.

Ma presto quella felicità sarebbe scomparsa, portando al suo posto tristezza e malinconia. Si sa, ogni cosa bella, porta con se qualcosa di brutto.
Io e Hiroshi arrivammo davanti la Tenuta Seiki.

“E pensare che fra un po’ dirò arrivederci a questo castello” dissi con occhi sognanti e speranzosi.
“Yama-chan, così però mi farai venire malinconia.” Controbatté Hiroshi con tono scherzoso.

Decidemmo che era giunto il momento di entrare in casa, quando ad un tratto una voce familiare, ci agghiacciò.

“Che schifo.“

Ci girammo e la ciò che vedemmo, ci fece gelare il sangue nelle vene.

“A-Ayumi…” balbettò Hiroshi, incredulo.
“Taci Hiroshi.” Sputò velenosa la ragazza.

Ayumi si avvicinò pericolosamente verso di me e con aria minacciosa, puntandomi un dito contro disse:

“Lurida..sgualdrina? Sì Sì è il nome che ti si addice-sogghignò- sapevo che c’era qualcosa che non andava. Shin odia tutti gli amici di famiglia.“

Mi prese per un braccio ed iniziò a strattonarmi con violenza. Guardavo quella scena, come se fossi una normale spettatrice e non l’attrice.

“Vivi con Shin?!” Domandò, urlando.

Silenzio.

“Rispondi!” urlò ancora.

Ancora una volta rimasi in silenzio, fissandola sbalordita. La sua reazione non si fece attendere, però, difatti mi arrivò uno schiaffo in pieno vlto.
Quella strega mi aveva tirato uno schiaffo!

“Brutta stronza ma come ti sei permessa?” gridai, spingendola all’indietro.

Ora aveva superato ogni limite!

“Vivi col MIO ragazzo.” Rispose gelidamente la ragazza.

Boom. Battito perso.
Dannazione, aveva ragione ad essere incazzata. Ero io ad essermi intromessa tra loro due. A vivere con Shin. Aveva perfettamente ragione quella strega.
 
“Hai ragione, ma stai tranquilla. A breve mi trasferirò in un appartamento. Ma ti prego di non dire a nessuno dove vivo. Shin non ne sarebbe molto contento.” Abbassai lo sguardo e con fare sconfitto le risposi con più calma.

Hiroshi che fino a quel momento era rimasto pietrificato dinnanzi a quella scena, mi si avvicinò prendendomi per un braccio e con un “ciao” rivolto ad Ayumi, ci dileguammo.
Cos’era successo? Mi sentivo vuota. Persa. Dannazione e se Shin avesse scoperto di quel battibecco?
Avevo una fottuta paura.

“Piccola stai bene?” mi chiese gentilmente Hiroshi, cercando di sorridermi.
“Sì Hiroshi, scusami vorrei andare a riposare se non ti dispiace.” Mi congedai con un misero sorriso e salii le scale che portavano alla mia stanza.


Paura.
Avevo paura non di Ayumi, ma di Shin e della sua possibile reazione se fosse venuto a sapere tutto.
 
 


 
   
 
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