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Autore: Peppermint93    10/10/2013    1 recensioni
"Hai avuto una marea di occasioni e di opportunità per manifestare i sentimenti che provi per lui. Non cercare scuse. Tu provavi qualcosa per lui già da prima che conoscesse Kalel. Non mentire a te stesso”
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Anthony Padilla, Ian Hecox
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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3. Agony

3. Agony

 

 

Il contachilometri sfiorava i 90 km all’ora. Nella radio c’era una canzone rock che sembrava adatta al momento. Anthony era furioso e il suo piede era incollato sull’acceleratore. Le case di periferia si drizzavano ai lati della strada, gli correvano accanto e il panorama se li inghiottiva.

“Ma vedi tu che stronzo.” Pensò Anthony mentre era fermo ad un semaforo “Parlare in quel modo di Kalel.” abbassò il finestrino ed appoggiò il gomito fuori. “Io non ho parlato male di Melanie a quel figlio di puttana. Nemmeno quando si erano lasciati. Non mi sono mai azzardato a parlar male di lei in quei toni. Ma adesso con me ha chiuso.” Il semaforo diventò verde e la macchina ritornò a sfrecciare per le strade di Sacramento.

 

--------

 

- Sei l’amore della mia vita. Ti amo, Ti amo da impazzire. Il tuo amore è quell’essenziale di cui non posso fare a meno neanche per un istante - disse Anthony stringendo le mani della sua cara Kalel vestita con uno splendido abito bianco avorio a sirena  – Non ti lascerei per nessuna persona al mondo, per nessuna. Te lo giuro davanti a Dio e davanti a tutte le persone qui presenti –

Ian era in piedi vicino a loro. Era il testimone, accennava solo un falso sorriso.

- Io, Anthony Padilla, prendo te Kalel Cullen come mia legittima sposa. Prometto di esserti fedele sempre, nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia, nella ricchezza e nella povertà e di amarti ed onorarti tutti i giorni della mia vita. Finché morte non ci separi. –

Anthony era visibilmente emozionato. Kalel sorrise, era sul punto di commuoversi, tant’è vero che una damigella gli stava portando dei fazzoletti. Il prete osservava la scena, era felice di vedere un’altra coppia affrontare un passo simile.

- Con il potere da Dio conferitomi vi dichiaro maritò e moglie. Puoi baciare la sposa – disse il prete sorridendo.

Anthony spostò delicatamente una ciocca di capelli di Kalel e la baciò teneramente. Lei arrossì. Tutti gli invitati si alzarono in piedi, vi fu un applauso generale. Ian applaudiva delicatamente, era totalmente assente. Mentre gli sposi e tutti gli ospiti incominciavano ad andare fuori la chiesa in direzione del luogo del ricevimento, Ian rimase lì fermo e si sedette a terra. Ad un certo punto vide come tutti andarono verso una luce bianca e candida mentre all’improvviso dal suo cuore si formò una nube tetra ed oscura che prima si spostò e si estese verso l’esterno e poi lo avviluppò lentamente al suo interno. Più si stringeva la nube e più lo opprimeva provocandogli dolore ma Ian non emise nessun suono e rimase impassibile. Era come un morto che camminava, non provava più nulla. Si udivano rumori di risate e di macchinette fotografiche che scattavano fotografie. Sembrava che a nessuno gli importasse quello che stava capitando ad Ian. Era come se fosse invisibile. Lentamente l’oscurità lo aveva avvolto del tutto. Fu in quel momento in cui la nube incominciò a prendere il sopravvento. Entrò dentro di lui , dentro la sua bocca, dentro i suoi polmoni. Non era più in grado di emettere suoni. La nube gli fece rivivere alcune scene del matrimonio.

Vide nuovamente Anthony che stringeva la mano a Kalel.

“Ti amo, Ti amo da impazzire.” Le parole di Anthony gli rimbombavo in testa. Ian cominciò a tremare.

Rivide gli sguardi innamorati che si lanciavano l’un altro mentre Anthony leggeva la promessa. Nel frattempo si iniziò a sentire degli schiocchi sordi ed inquietanti. Era il rumore delle ossa di Ian che si stavano spezzando a causa della crescente pressione esercitata da questa nube.

“Il tuo amore è quell’essenziale di cui non posso fare a meno neanche per un istante” Ian stava letteralmente impazzendo. Mentre la nube gli faceva rivivere tutto questo, lui piangeva a dirotto.

“Non ti lascerei per nessuna persona al mondo, per nessuna.” Ian incominciò, tutto dolorante, a divincolarsi ma era tutto inutile. Stava perdendo la testa.  Era una tortura.

Rivide l’immagine di Anthony e Kalel che si baciarono teneramente.

 “Non ti lascerei per nessuna persona al mondo”  Voleva gridare ma non ci riusciva e la nube lo aveva stretto con la sua morsa al punto di non permettergli più nessun movimento

“Per nessuna persona al mondo” riecheggiavano continuamente queste parole. Ian era arrivato al limite. Non aveva nemmeno più la forza di piangere. Comprese che era tutto inutile quindi smise di opporre resistenza e lasciò che la nube lo annientasse.

Ian si svegliò di soprassalto. Era sudato, agitato e in un evidente stato confusionale. Si guardò intorno era nella vasca, zuppo d’acqua mista a sangue. Si guardò i polsi e vide le ferite che si era procurato. Le sfiorò in silenzio. Tremava come una foglia, tremava ancora per l’ incubo.

Passarono giorni e giorni. La casa era un letamaio. Era tutta sporca e piena di bottiglie vuote qua e là. Le tende erano serrate, nella casa non entrava quasi più un filo di luce e le linee telefoniche erano sempre staccate. Viveva in una casa che sembrava abbandonata, come lui stesso d’altronde. Ian non usciva più di casa. Mangiava raramente e perdeva sempre più peso. Era deperito. Si stava letteralmente lasciando andare. Beveva sempre e continuava a tagliarsi, aveva entrambi i polsi pieni di tagli alcuni erano anche molto profondi.

 

*Passarono i giorni*

 

Era l’una di notte e da qualche giorno Ian aveva rimesso la sim al telefono però aveva settato il dispositivo di modo tale che non potesse ricevere ne chiamate e ne messaggi. Non desiderava alcun tipo di contatto umano e sociale. Attivò internet. Era sempre su Youtube a guardare l’ultimo lunchtime. Ne era ossessionato. L'ultimo lunchtime assieme ad Anthony pochi minuti prima che scoppiasse il macello. Ogni volta che il video finiva lo rimetteva da capo.

Quanto avrebbe desiderato un tasto rewind nella vita reale. Tornare indietro e non dire quelle cose. Si sentiva un’idiota, un mostro.

Aveva perso l’amico e l’amore della sua vita. Lui aveva amato Anthony da sempre, sarebbe stato un ipocrita se avesse affermato il contrario. Era per questo che aveva rotto con Melanie. Lei era una delle ragazze più formidabili e straordinarie al mondo ma nel suo cuore c’era sempre stato lui, anche se all’inizio lui lo negava ad oltranza. Ci volle del tempo prima che lui prendesse realmente coscienza dei sentimenti che provava per Anthony. All’epoca si sentiva uno stronzo, odiava il fatto che la stava prendendo in giro. Così cercò di inventarsi delle scuse per coprire la situazione reale, perché per quanto gli voleva bene non aveva il coraggio di dirle la verità.

- Io so che non c’è un'altra Ian. Ti conosco troppo bene ormai, è inutile che tu vuoi farmi credere questo. Sappi che io non ti odio, però se vuoi un consiglio spassionato è meglio che ti muovi. Non dare mai per scontato la presenza delle persone. Un giorno potrebbero andarsene via per sempre. -  Queste furono le ultime parole di Melanie che in seguito lo abbracciò forte, gli diede un bacio sulla guancia e con i suoi bagagli andò via.

Melanie era una persona molto saggia e questa era una delle qualità che aveva sempre apprezzato. Molte volte il suo intuito non sbagliava mai e questo traspariva anche nelle sue ultime parole rivolte ad Ian. Lei aveva capito tutto e nonostante tutto lei con estrema saggezza, delicatezza e sensibilità era riuscita ad affrontare l’argomento con lui senza scendere in sceneggiate come avrebbero potuto fare moltissime altre ragazze. Era un angelo e Ian pregava ogni giorno che lei potesse trovare un uomo che la sapesse amare realmente per come lei meritava. Desiderava per lei il meglio. Gli voleva davvero bene.

 

*Passarono i giorni*

 

Anthony era a cena fuori con Kalel. Stavano scegliendo il luogo del ricevimento, era arrivato il momento di girare per i ristoranti alla ricerca di quello perfertto per il loro matrimonio.

Il locale era raffinato e di classe. Al centro della sala c'era un pianista che suonava dei pezzi di musica classica. I ragazzi erano seduti in un tavolo riservato da tutto il resto della sala, vicino una grande vetrata che mostrava una bella vista del paesaggio circostante. Il tavolo era ben apparecchiato con tovaglie dal color pesca, illuminato da un paio di candele bianche. Al centro vi era una piccola composizione floreale dai color pastello. Entrambi erano immersi nella lettura del menù.

- Ummmh.. Questi piatti sembrano così invitanti! – disse Kalel

- Già! – rispose Anthony

Dopo pochi minuti un giovane cameriere, con taccuino alla mano, si avvicina alla coppia.

- I signori desiderano ordinare?- chiese con tono galante

- Si certo, allora io vorrei… - il telefonino di Anthony cominciò a squillare. Kalel distolse lo sguardo dal menù e guardò stranita.

– Mi scusi solo un istante- disse Anthony allontanandosi per rispondere.

Uscì fuori al locale e cercò di rispondere ma ormai era tardi. Vide il numero che lo stava contattando: era la madre di Ian.

Anthony sbuffò, alzò gli occhi verso al cielo pensando a tutta la vicenda di Ian.

“Vabbè se era una cosa importante mi richiamerà...”

Tornò all’interno del ristorante e Kalel lo guardò preoccupata.

- Amore è successo qualcosa? – gli disse guardandolo negli occhi, intanto lui si sedette nuovamente.

- No, figurati – rispose sfiorandole la mano. Kalel arrossì mentre Anthony sorrise.

- Allora che dici ordiniamo?-

- Certo! – rispose allegra Kalel mentre Anthony fece cenno al cameriere di ritornare.

La cena si svolse nel migliore dei modi. Il cibo era squisito, fresco e di prima qualità. I piatti erano stati cucinati con grande maestria. Nessuno lo aveva richiamato o disturbato più quella sera. Si stavano godendo la serata.

Dopo un paio d’ore a cena ultimata si rimisero in macchina per tornare a casa. Anthony guidava nel buio della notte e Kalel assonnata poggiò la testa sulla sua spalla. Nella radio c’era una lenta canzone di Sinatra. Formavano un quadretto perfetto.

“Fra pochi mesi mi sposo” pensò Anthony sorridendo “Ancora non riesco a crederci! Sembrava ieri che l’avevo conosciuta. Certo che il tempo vola…”

Tutto d’un tratto gli venne un nodo in gola. Ripensò alla chiamata persa di qualche ora fa e i suoi pensieri scivolarono sulla discussione con Ian.

“Cazzo ma non te ne accorgi della sua influenza in merito alla nostra amicizia? Sei forse cieco o ti fai abbindolare da quei quattro sorrisi e false moine che lei fa?” Ripensò alle parole di Ian. 

Diede un occhiata fugace a Kalel che riposava beatamente. Gli salì la rabbia. Strinse con più forza lo sterzo. Dopo però si calmò ed incominciò a riflettere meglio su tutto l’accaduto.

“Perché ha parlato di lei in questo modo? Cioè lo so che Ian è un tipo impulsivo e avvolte spara affermazioni che potrebbe risparmiarsi, ormai lo conosco da una vita..  Però poteva riflettere su quello che ha detto! Cazzo ha quasi 26 anni, deve imparare a pensare prima di parlare. In poche parole ha praticamente dato a Kalel della manipolatrice ed è sempre stato indisponente quando si parlava di lei o del matrimonio..”

Erano 00:30 ed erano arrivati a destinazione. Kalel entrò a casa distrutta e si diresse in bagno per struccarsi, era esausta e non ce la faceva più. Anthony era ancora fuori, stava chiudendo la macchina. Il cellulare squilla nuovamente. Era di nuovo la madre di Ian.

“La madre di Ian? A quest’ora?” pensò Anthony però smise di perdere tempo e abbastanza preoccupato rispose al telefono.

- Pronto? – disse Anthony appoggiandosi alla macchina.

- Pronto Anthony?- rispose la madre di Ian abbastanza agitata

- E' successo qualcosa? Sa, la sento agitata poi non è da lei chiamare a quest’ora della notte..-

- Si tratta di Ian.-

- Mi dica – rispose Anthony un po’ seccato

- E’ da tre settimane che non ho più notizie di mio figlio-

Anthony trasalì. Loro avevano litigato esattamente tre settimane fa.

- Non riesco a rintracciarlo, le linee sembrano tutte staccate… Che poi lui non ha ci ha nemmeno fatto un cenno a dire “sai sto bene”… -

Anthony rimase in silenzio.

- All’inizio ho pensato possono esserci stati dei problemi di linea, magari stavano facendo dei lavori lì in zona..-  Anthony sente dei singhiozzi -ma sono passati giorni e giorni, lui non si fa ne vedere e ne sentire.. Tu sai che fine ha fatto? Se sta bene? – la madre scoppiò a piangere

Anthony era sconvolto, non sapeva realmente come reagire.

- Non lo sento nemmeno io da tre settimane però andrò ora stesso a vedere che succede. Lei si calmi. Ci penserò io! – rispose prontamente Anthony

- Grazie, Anthony. Te ne sono grata. – disse la madre piangendo

Anthony chiuse la chiamata e corse subito a casa da Kalel ad informarla di quello che era successo. Gli raccontò tutto.

- Proprio ora devi andare? – disse Kalel un po’ seccata

- Si, sono tutti preoccupati. E’ il minimo che possa fare! –

- Scusa ma vacci domani mattina, no? – Anthony rimase di stucco dinnanzi a ciò

- Sua madre è scoppiata a piangere durante la chiamata. Ti rendi conto? Si, ce l’ho con lui non lo nego però la madre era estremamente preoccupata. Io non riesco ad andare a dormire sereno se so che c’è questa situazione… - sottolineò a Kalel irritato

- E allora va! Basta che mi fai sapere..- replicò seccata

Anthony si cambiò, mettendosi qualcosa di decisamente più comodo, poi prese la macchina andando a tutta velocità verso la casa di Ian. Non gli importava se gli avessero fatto la multa ma voleva risolvere la faccenda. Come disse a Kalel non sarebbe riuscito a dormire serenamente con questo peso addosso.

Arrivò nel quartiere dove abitava Ian ed arrivò davanti casa sua, parcheggiò la macchina lì davanti.

Anthony scese. Notò che il giardino non era in ordine però sorvolò su questo dettaglio, infondo Ian non era un tipo attento al dettaglio. Le tende erano tutte chiuse, quindi doveva per forza entrare per vedere qualcosa. Si avvicinò alla porta e bussò. Nessuna risposta. Bussò un’altra volta. Nessuna risposta. Allora provò a suonare il campanello e fu un ennesimo tentativo fallito. Osservò con attenzione la porta e notò che era aperta. Iniziò seriamente a preoccuparsi, questo non era un buon segno.

Aprì la porta ed entrò dentro la casa. 

- Ian? Ian ci sei? - domandò Anthony ma non ricevette risposta.

Osservò lo stato generale dell’abitazione. Rimase pietrificato. Notò un quadernino rosso tutto sgualcito al centro della stanza

Si avvicinò ad esso, lo raccolse e lo aprì. Lesse l’ultima pagina e ne rimase agghiacciato. Tremò e gli cadde il quadernino dalle mani.

- Oh buon Dio.. Che è successo qui! - Disse Anthony indietreggiando passandosi una mano nei capelli. – Cosa cazzo è successo qui! – bisbigliò

 

“Non riesco a reggere più quest’agonia. Non ho più la forza e niente ha più senso adesso.” queste furono le ultime parole che Ian scrisse in quel quadernino.

 

Si udì il rumore di un tuono.

Dopo qualche secondo cominciò a scendere la pioggia.

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! Finalmente ho finito gli esami di questa maledetta sessione di settembre, quindi, salvo altri problemi, gli aggiornamenti saranno più frequenti. :) Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Ringrazio chi mi segue e per il sostegno che mi date. Ringrazio anche il gruppo su Tumblr che sta leggendo la fan fiction e mi sta dando un sostegno non indifferente. Grazie veramente di cuore. Come al solito vi voglio esortare a recensire il capitolo. Fatemi sapere se vi è piaciuto, se fa schifo, le perplessità, i punti che non avete capito. Io rispondo tranquillamente.

Un mega abbraccio a tutti voi.

Peppermint93

   
 
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