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Autore: pinkjude    10/10/2013    1 recensioni
ciao a tutti..è la mia prima ff e spero vivamente che non sia un obbrobrio..amo terribilmente questo manga e spero di non aver snaturato troppo i personaggi. Ho deciso di inserire un personaggio femminile in quanto ce ne sono veramente pochi e sarà la protagonista. buona lettura ;)
Genere: Comico, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayako, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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-undici anni dopo.

“o mio dio!”
“o mio dio!”
Mi metto a correre dal salotto alla nostra camera saltando direttamente sul letto matrimoniale finendogli addosso con la chiara intenzione di svegliarlo.
“che c’è Ayame?” bofonchia con una leggera nota di disappunto nella voce, cavolo dormiva solo da otto ore!
“Ayako mi ha mandato una lettera..” urlo battendo le mani.
Si mette seduto stropicciandosi gli occhi “ ma è possibile che quella ragazza mandi ancora le lettere? Esistono i computer..le e-mail..”
“e che cavolo Hisashi taci! Io e lei ci mandiamo le lettere perché mi piace ricevere posta e poi così le posso conservare..! quando ci si metteva il suo maritino era proprio un orso.
“allora cosa dice?” chiese “notizie fresche di qualche settimana fa?”
“spiritoso..” sorrise accoccolandosi meglio vicino a lui “dobbiamo tornare in Giappone..Hana e la sua dolce Haruchina si sposano..”
“è necessario?”
“si stronzetto..non vuoi vedere il tuo ex capitano strapparsi i capelli dal nervoso?”
Sfodera il suo miglior ghigno facendole ricordare quanto lo amava “certo che si, e poi che dice?”
“non ho finito di leggere..ero solo contenta di andare ad un matrimonio tradizionale..il nostro non è stato molto normale..”
“direi proprio di no i nostri genitori ci volevano linciare se non fosse stata per la sorpresa..”
“e che sorpresa!” mugugno baciandolo sul naso.
“già..”
“comunque..” inizio scorrendo velocemente la lettera “quello scemo vuole anche Kaede..per cui dobbiamo andare a recuperarlo a Los Angeles..”
“odio quella città..e se ci vai da sola?”
Era per caso impazzito? Non era intenzionata ad andare fino la da sola..poi le venne un’idea malvagia “così vado a salutare Akira.. è diventato responsabile di quello stabilimento sai..”
“ma sei diventata pazza?” non era furioso ma poco ci mancava, aveva anche la sua venuzza sul collo che si era gonfiata.
“ma la pianti di urlare? Svegli Hime e la tua piccola copia rompiballe..” sibilo dandogli un pugno sulla sua spalla marmorea facendomi male da sola.
Ghigna risdraiandosi sul letto “una copia per uno..e comunque hai urlato prima tu..”
Quanto era noioso! “senti Hana è stato intelligente a volersi sposare durante il periodo in cui siete in pausa..”
“Hana?” bofonchia guardandomi confuso mentre apro l’armadio e inizio a fare la valigia.
Mi metto a ridere scotendo la testa “si hai ragione è stata Haruko a pensarci..figuriamoci..”
“perché metti il costume?”
“perché a Los Angeles c’è il mare e Kaede ha una casa sulla spiaggia?”
“e che cavolo allora vengo anche io..tu da sola in costume non ti ci lascio più..”
Lo guardo adorante “dopo sette anni di matrimonio e due figli sei ancora geloso di me?” colpito e affondato..sorrido internamente vedendolo rosso come un peperone mentre si seminasconde dietro al tablet.
“parla quella che per avermi sempre vicino all’ inizio della mia carriera da professionista è entrata nella squadra delle cheerleader..”
Ok, uno a uno palla al centro.
Sospiro “è successo solo per due anni e prima che ti prendessero nei New York Knicks..”
“si ma lo hai fatto..”
“sei ancora geloso di Sendo però!”
“quel tizio mi sta sulle palle a pelle..più lontano ti sta meglio è..”
“ok..stavo scherzando..”
“già me lo devo sorbire quando andiamo a trovare tuo padre a Miami.. “
“a papà è sempre stato simpatico..comunque puoi sempre sperare che mentre fanno pesca sportiva un coccodrillo delle Everglades se lo pappi!”
Questa svolta macabra non so da dove mi è uscita ma ha avuto il potere di farlo ridere, mio dio sono innamorata persa come la prima volta che l’ho visto.
“prenoto i biglietti?”
“ma va là..vuoi portarti Hime e mini te in aereo per due volte? Andiamo a Los Angeles in macchina e poi prendiamo l’aereo..” spiego il mio bellissimo piano trovando veramente poco entusiasmo.
“ma quante ore sono?”
“dai..facciamo un paio di tappe..”
“agli ordini capo!” mi risponde poco convinto infilandosi i pantaloncini “chiama Kaede prima..”
“lo sai che non crede nei cellulari..”
“allora sarà felicissimo quando gli piomberemo in casa con prole al seguito!” ghigna estraendo la valigia grande dalla cabina armadio “non freghi nessuno con quel piccolo trolley mogliettina mia..”
“sembra che tu mi conosca bene..” sorrido abbracciandolo.
“senti..” sussurra all’orecchio facendomi venire i brividi “ se i bambini non si sono ancora svegliati con tutto il trambusto che abbiamo fatto..”
“non si sveglieranno neanche se ci coccoliamo un po’..” concludo lasciandomi prendere in braccio e trasportare sul letto.
 
Sapeva di trovarlo immusonito ma la faccia da –adesso ti uccido devo solo decidere se usare la sega o un bisturi-  la trovava decisamente eccessiva, anche per il signor sguardo di ghiaccio.
“dai Kaede!” lo abbraccio appena sono certa che non mi staccherà a morsi un braccio.
“Ayame..il mio tormento ufficiale..” mi saluta affettuoso come sempre.
“marito di Ayame..”
“ciao anche a te Kaede!” lo saluta sorridendo, sono passati anni ma l’umore pessimo che l’accompagna quando qualcuno lo sveglia dal pisolino non è cambiato di una virgola.
“zio Kaede?” da dietro la gamba di suo padre sbuca una testolina nera con gli occhi verdi che lo guarda un po’ perplessa.
“ump?”
“Hime guarda che lo zio non ti mangia mica..” la prendo in braccio entrando in casa e prendo possesso del suo divano bianco.
“allora Kaede?”
“cosa?”
“novità?”
Lo vedo guardarmi confuso per alcuni secondi e poi indica il bambino che dorme placidamente sdraiato sul divano dove Hisashi l’ha adagiato “sul serio lo avete chiamato in quel modo?”
“certo il mio maritino ha perso la scommessa..” ghigno mentre mi guardo attorno; la casa non è cambiata di una virgola da quando anni fa gliela ho arredata. Vabbè che spesso è in trasferta e poi è un po’ schivo ma insomma, almeno un vaso o una pianta nuova se l’aspettava.
“la conosci da una vita e fai ancora le scommesse con lei?” chiede all’ex numero quattordici.
“sai com’è..ti confonde e poi zac..ti ritrovi a fare tutto quello che vuole..” ammette forse per la prima volta da quando lo conosco.
“quindi il tuo unico figlio maschio, colui che tramanderà il tuo cognome si chiama Kaede..Kaede Mitsui..” riassume guardandomi di sfuggita.
“si..” ammette scuotendo la testa.
“Hime tua mamma non è normale lo sai vero?” chiede tranquillo alla mia dolce bambina.
“si lo so..lo dice sempre anche papà..” risponde candita.
“la voce dell’innocenza..” sospira alzandosi dal divano e porgendo la mano alla sua nipotina “vieni che andiamo a prendere un gelato..”
“ma guarda te!” sbotto appena l’algido volpino esce dalla mia visuale.
“mi siete mancati vuoi due insieme a stuzzicarvi..è da parecchio che non vi vedete..”
“è vero..andiamo in spiaggia?” chiedo conscia di avere una mega voglia di salire su una tavola. L’unica cosa che odio di NY è che non c’è il mare e dover correre agli Hamptons ogni volta che si ha voglia di un’onda è fastidioso.
 
 
“certo che Ayame se ti veniva in mente a NY che potevamo noleggiare un aereo privato invece che LA non sarebbe stato male..”
“sei noioso..cosa hai contro la macchina? E poi poteva venirti in mente pure a te..” sbotto guardando Kaede rapire entrambi i miei figli per filare in un uno dei tanti negozi di dolciumi dell’aeroporto di Tokio.
Per fortuna siamo atterrati a notte fonda e non c’è nessuno altrimenti quei due individui sarebbero sommersi  da una marea di ragazzine urlanti; sono felice che per qualche oscuro motivo Kaede sia considerato più bello di mio marito perché altrimenti sarei già finita dentro per omicidio di sgualdrina.
“non sapevo che alla Kitsune piacessero i bambini..” mi dice osservando con quanta pazienza riempie il sacchetto di vermi gommosi.
“non credo che gli piacciano i bambini..credo che gli piacciano i nostri..”
“si. Ha già più senso..”
“beh, comunque adesso andiamo dai tuoi vero?”chiedo speranzosa.
“si, li ho avvisati..mia madre non vede l’ora di fare la nonna a tempo pieno..”
“adoro nonna Mitsui..e adoro lasciarle i nostri bellissimi bambini e andare a trovare i nostri amici scemi..c’è l’addio al nubilato e al celibato da fare..e poi dobbiamo comprare i vestiti e poi..”
Mi zittisce con un bacio lunghissimo, o almeno abbastanza lungo da sentire un “che schifo!” borbottato da Hime e da un Kaede che annuisce “pensa che durante tutto il loro terzo anno me li sono dovuti sopportare fare queste smancerie..”
“davvero?” sbarra gli occhi verdi “dai racconta..”
Ridacchio al pensiero che si, è tanto bella e carismatica ma se io riuscivo a cavargli solo qualche parola al giorno di sicuro lei non riuscirà a estorcergli un intero racconto.
“da dove vuoi che inizi?” chiede facendomi cadere la mascella.
“tesoro, respira..” mi prende in giro Hisashi passandomi un braccio attorno alla vita.
“..dall’inizio..”
Trovato la macchina più grande che il tizio del noleggio avesse e stipato tutte le valige mi metto al volante continuando ad ascoltare il folle racconto della mia vita tramite un estremamente logorroico amico d’infanzia.
“..e poi l’ultima sera del ritiro hanno deciso di smetterla di rompere le scatole a tutti e si sono finalmente messi insieme..”
“e poi?”
“e poi niente..hanno continuato a stare appiccicati come carte moschicide da quella sera fino ad oggi..”
“wow..”
“già..comunque è una storia così avvincente che tuo figlio ha aperto gli occhi una mezza volta e li ha richiusi subito dopo..” mi comunica  guardandolo dormire nell’apposito seggiolino.
“già Kitsune..forse è la tua voce monotona..” sbotto facendo ridere mio marito.
“cane e gatto..” ridacchia.
“perché ogni tanto la mamma ti chiama kitsune?”
“perché la mamma adora farmi arrabbiare!” sibila nella mia direzione.
“Hime tesoro..prossimamente vedrai il soggetto che ha dato questo soprannome allo zio..”
“si chiama do’hao..chiamalo così Hime..ti assicuro che risponde..”
 
“o mio dio sei gigante” appena apro bocca vorrei rimangiarmi tutto aspettandomi una sventagliata in testa ma contro tutte le mie previsioni mi sorride.
La maternità l’ha fatta diventare più dolce..cosa che a me invece non è successa proprio per niente.
“sono due gemelli Ayame..” mi informa mentre Hisashi si complimenta a modo suo con il –tappo- come si ostina ancora a chiamare.
“beh era anche ora che procreassi..” le sorrido sedendomi vicino alla mia amica “avevo voglia di vederti sul serio..skipe fa quello che può ma insomma..niente è come casa..”
“tornate?” mi chiede mentre versa una tazza di te e me la porge.
“non ne abbiamo mai parlato..lui ha ancora un anno di contratto poi non so..se può ancora giocare e lo vuole fare vorrei che continuasse..” le spiego mentre dalla finestra della loro casa vedo i nostri mariti che fanno i loro –quattro tiri-.
“Ayame, niente rimpianti me lo avevi promesso..”
Sorrido guardando quanto si è fatta seria “si, non ti preoccupare..racconta quindi quando la nostra vergine di ghiaccio ha ceduto al fascino del Sakuragi?”
Si nasconde dietro la tazzina ridacchiando “di preciso non lo so..sai lui per un po’ è uscito con Urumi..”
Rischio di sbruffare un po’ di te in giro ma per fortuna mi trattengo, ho quasi trent’anni ma spesso rischio di sporcarmi più dei miei bambini messi insieme “Urumi?”
“già..dopo che il nostro volpino è capitolato dietro la rossa, Urumi ha deciso che il nostro ex numero dieci fosse un sostituto accettabile..”
“davvero?” chiedo scettica “mi ricordo di proclami e statuti del club Rukawa e sinceramente un calo di fede di questo tipo non me lo aspettavo..”
Alza le spalle sorridendo, anche lei di sicuro si ricordava delle transenne che gli addetti alla sicurezza del palazzetto avevano dovuto mettere in vista dei nazionali del nostro terzo anno. Orde di folli con le divise della squadra..era un delirio.
“vabbe, comunque la storia in parole povere è che Haruko è diventata un’infermiera e ha incontrato Hanamichi in ospedale per una delle sue solite visite e niente è scoccata la scintilla..”
“bene..” sospiro “e Hana come sta? Si, per quella cosa..”
“per quella cosa..” ripete scuotendo la testa “niente, l’ha presa con filosofia..quando si inizia con gli infortuni..beh lo sai che non ci sono molte opzioni e visto che non aveva voglia di passare la sua vita su una sedia a rotelle ha deciso di lasciar perdere definitivamente però..”
“però?” chiedo curiosa, lo speravo che avesse lasciato perdere ma puntualmente ogni tanto se ne usciva con –voglio riprovare- e robe simili che mi faceva venire i sudori freddi.
“però si è messo a fare l’insegnante di ginnastica allo Shohoku..è bravo..ha detto che ci vogliono delle persone che non siano dei completi coglioni a tenere in riga i ragazzi..”
“è proprio cresciuto..”
“lavora con me..è una seccatura a volte..”
“se se se..” la prendo in giro “sei contenta invece..ti diverti cara la mia prof di lettere..”
“hi hi..touchè”
 
Il taxi mi lascia davanti la casa dei genitori di Hisashi e con le scarpe in mano cerco di aprire la pochette senza far cadere tutto e cercare le chiavi del portone. Non mi sembra il caso di suonare..sono le cinque di mattina e non ho voglio di sentire schiamazzi di bambino mentre sono in fase post sbronza.
“perso le chiavi sventola?”
“abbiamo fatto tardi vedo..” lo prendo in giro vedendolo arrivare con passo mal fermo e la giacca buttata in una qualche maniera sulla spalla.
“già..mi hanno incastrato ad una gara di bevute..” sorride buttandomi la giacca sulle spalle e prendendomi la borsa.
“vinto almeno?” chiedo sperando che con quella mano gigantesca che si ritrova non mi butti per terra il cellulare.
“certo..trovate!” esclama poi vittorioso dandomi un bacio a fior di labbra “però quegli scemi potevano fare gli addii  qualche giorno prima del matrimonio..avremmo delle occhiaie da paura..”
Sospiro pensando in che condizioni abbiamo lasciato la sposa..” già invece abbiamo solo poche ore per dormire e renderci presentabili..” gli do ragione entrando per prima nel vialetto.
“..suppongo che quindi un po’ di sesso sia escluso vero?”
Mi giro guardandolo negli occhi “no, non credo che sia escluso..” non mi fa finire la frase che mi carica su una spalla e mi porta in garage “Hisashi dove cavolo..”
“non l’abbiamo mai fatto in macchina..”
“davvero?”
“già..” sorride levandosi velocemente la camicia.
“meglio rimediare allora..”
 
“Hime ti ricordi quello che devi fare vero?” richiedo per la centesima volta a mia figlia vedendola sbuffare per la novantanovesima volta e aggiungendo anche uno sguardo che ho visto fare solo ad un’altra persona.
Beh quella persona ha un effetto deleterio sulla mia figlioletta.
“si mamma..non ci vuole un genio a spargere quattro petali lungo la navata..”
“e sorridi mi raccomando..” aggiungo tirandole gli angoli della bocca con le due dita.
Sistemata la dolce creatura e lasciata a giocare con gli altri bambini corro dove lo sposo si sta preparando, tra una cosa e l’altra non l’ho neanche salutato come si deve.
Busso e non sentendo risposta decido di autoinvitarmi “Hana?”
“oh una donna grazie al cielo!”
“lieta di essere così importante!” entro nella stanza popolata dallo sposo e dall’armata e non capisco cosa sta succedendo per renderlo prossimo all’esaurimento..cioè a parte sposarsi!
“il papillon..non so come si fa il nodo..”
“e io dovrei saperlo perché?” chiedo guardando il testimone sorridere cavandosi il cravattino a clip.
“sei una donna..il baciapiselli non lo usa?”
“no..è già tanto se riesco a fargli mettere ogni tanto la cravatta..” sospiro tirando fuori il cellulare “cerco su internet magari c’è un tutorial..”
“hai visto la Kitsune?” mi chiede poi rimanendo impettito mentre inizio ad annodare quel brandello di stoffa attorno al muscoloso collo.
“starà sicuramente plagiando mia figlia con qualche storiellina cretina..” sbuffo.
“c’è però? “
“si l’ho visto..perchè?”chiedo sovrappensiero “Mito stoppalo che ho perso un pezzo..”
“ieri sera è scomparso dietro una ballerina di lap dance..” spiega Toma.
“siete andati in un locale di spogliarello?” sibilo tirando troppo il nodo.
“noi..tuo marito e il futuro sposo sono rimasti a bere al bancone..” mi rassicura sorridendo.
“ah ecco..” mi rilasso immediatamente facendo recuperare un po’ di ossigeno alla testa rossa, guardo un altro po’ il filmato poi finalmente soddisfatta dell’operato lo lascio andare “sei perfetto..vai e colpisci!” lo saluto con una pacca sulla spalla e mi incammino verso la chiesa..tra un po’ la cerimonia dovrebbe iniziare.
 
 
Sto per prendere posto vicino alla mia famiglia ed ad Ayako quando un braccio mi tira verso l’esterno, mi scappa un gridolino che fa girare un  paio di persone ma sorrido per tranquillizzarle “ma si può sapere che ti prende? Razza di kitsune bipolare..” sbraito prima di vederlo sconvolto. Certo ad una sguardo superficiale non lo si direbbe ma il soggetto in questione è veramente agitato..ha persino qualche gocciolina che gli scivola dispettosa bagnando la camicia immacolata.
“ho un figlio..”
“mi sembra strano che sia uno solo..” sibilo acida, non è la prima volta che mi trattengo dal fargli notare la via del libertinaggio che ha intrapreso da parecchi anni a questa parte.
“stronza..”
“come lo hai scoperto?” chiedo curiosa..o mio dio sono zia! È l’unica cosa che riesco a pensare mentre Kaede mi guarda nella speranza che la smetta di fare l’idiota.
“l’ho visto..sono io..piccolo..” spiega scandendo le parole.
“un mini te..carino..” sorrido “e quando l’hai visto? Prima o dopo essere andato via con la ballerina?”
“ballerina?” inarca un sopracciglio “no era la barista..” mi corregge.
“arriviamo al sodo? Vorrei vedere mia figlia che sparge i petali per terra..”
“era Yumi..è lei la madre..” lo vedo sollevare un angolo della bocca in un accenno di sorriso.
“quindi se devo tentare ad indovinare.. quando vi siete lasciati lei non sapeva di essere in cinta, ma tu l’avevi già lasciata per cui lei non te l’ha detto e adesso che l’hai scoperto magari la vuoi sposare..”
So di esser partita per la tangente ma Yumi è stata la sua prima ragazza..sono stati insieme tanto tempo e dopo di lei ha solo avuto una serie di squinzie neanche degne di nota. E poi diciamocelo lei mi piace.
“beh si..è l’unica donna che abbia mai sopportato..a parte te..”
Annuisco concentrata sulle sue parole prima di illuminarmi esaltata “ha l’età di Hime allora.. vi siete lasciati quando io e Hisashi ci siamo sposati a Las Vegas perché avevo scoperto di essere in cinta.”
“si..” bofonchia perdendosi nel fare un paio di semplici calcoli.
“come si chiama?”
“Renji..”
“beh..” inizio sfilandomi uno degli anelli che ho “vai e chiedile di sposarti..poi vieni qui con tuo figlio al matrimonio del tuo amico..io vado a rallentare la sposa finchè non torni..”
“sicura?” chiede guardando l’anello con zaffiro che gli ho messo in mano.
 “si..sicura..mi aspetto un bel regalo di compleanno però..” sorrido prima di fargli scio scio con le mani.
 
 
-Dieci anni dopo.
“Hime vedi di muoverti che sei già in ritardo!” sbraito verso mia figlia che con un’indolenza tutta made in Hisashi si sta mettendo le scarpe.
“mi viene a prendere Renji..se lui è in ritardo non posso farci niente..” sbadiglia seduta ancora sul bordo delle scale mentre il fratello cerca di scavalcarla.
“abita di fianco a noi..come fa ad essere in ritardo!” sospiro guardando fuori nel giardino vedendo la stessa identica scena.. Yumi che insegue suo figlio con lo zaino dei compiti mentre questo è già sulla bicicletta.
Hisashi con una fetta biscottata in bocca mi arriva alle spalle appoggiando il mento sulla mia spalla “ringrazia che non ha la moto..” sussurra.
“o ringrazia che non ce l’abbia lei..” ridacchio.
“ma’ pa’ noi andiamo ciauuu” urla prima di uscire dalla porta sbattendola.
“bene” sospiro “occupiamoci dell’altra canaglia che deve andare a scuola..”
“lo porti tu?” mi chiede il capofamiglia con ancora le briciole della colazione attorno alla bocca.
“no adesso devo correre  in ufficio tesoro bello, io lo vado a prendere sta sera finiti gli allenamenti di basket..” gli do un veloce bacio sulla guancia e mi infilo la giacca.
Essere la manager del gruppo industriale fondato da mio padre è una cosa che mi piace molto e in più essere il capo mi da dei vantaggi indiscussi in termini di orario che mi piace tanto.
“ok..tanto il tappo sarà grato di partire tardi..credo che l’ultima nata lo stia facendo uscire di testa..”
“parla l’uomo vissuto..e per favore mettiti la cravatta..non puoi andare in giro a fare il reclutatore sportivo vestito come un barbone..anche l’occhio vuole la sua parte..”
“ma se dici sempre che selvaggio ti piace..”
“a me tesoro..a me piace..” lo prendo in giro mandandogli un bacio volante prima di afferrare le chiavi della macchina e uscire.
 
Passo davanti al mio vecchio liceo sospirando, quanto mi sono piaciuti gli anni passati qui.. sorrido fino a che non vedo una coppia che si sta dando da fare seduta sul sellino della bicicletta.
Una bicicletta che conosco bene.
Suono il claxon tirando giù in contemporanea il finestrino “filate dentro vuoi due!”
Lo so, mi sono giocata l’amore di mia figlia in poche semplici mosse..mi chiedo che fascino esercitino i giocatori di basket sui miei geni..o il fascino dello Shohoku..
 
 

 
 
Ciao a tutti..in ritardo ma..no, niente ma..li ho fatti mettere insieme e poi non sapevo come fare a continuare a meno che di non far saltar fuori una vecchia fiamma per il bel tenebroso ma non ne avevo voglia..per cui ecco il salto temporale..
Non era quello che avevo in mente all’inizio e forse neanche adesso ma non volevo lasciarla incompleta per il rispetto nei confronti dei lettori.
Vi ringrazio per aver letto, preferito, seguito, ricordato e recensito.
Bacioni pink.
  
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