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Autore: Beatrix82    04/04/2008    1 recensioni
Cosa è successo tra la partenza di Goku con Shenron e l'ultimo torneo di arti marziali tra Goku Jr e Vegeta Jr? Perchè le due famiglie non si sono unite come molti si aspettavano? In questa fanfiction sarà proprio Pan a raccontarcelo...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pan, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un'emozione per sempre 7

CAPITOLO 7 - Lacrime di cerbiatto

By Beatrix

Pan scartò con attenzione il fagotto di stoffa da cui proveniva un odore invitante e che sembrava conservare ancora il calore del contenuto.

"Dovrebbe essere buono" giudicò Bulma annusando l'aria.

"La nonna lo aveva appena cucinato... Senti, è ancora caldo" disse la ragazza porgendole un piccolo contenitore.

"Chichi non doveva disturbarsi così" commentò la donna sollevando il coperchio e trovando con piacere e delizia un succulento dolcetto appena sfornato. "Non è certo necessario che ogni volta che vieni a cena da noi debba portarci qualcosa!".

"Lo sai che alla nonna piace cucinare...per lei è più un hobby che un dovere!" rise Pan accompagnata dalla conferma di Bulma.

"Se solo Trunks non fosse così in ritardo, riusciremmo a gustarci il dessert prima che si raffreddi!" esclamò la donna con un pizzico di apprensione, girata verso la porta che sperava aprirsi da un momento all'altro.

Pan dette un'occhiata all'orologio. Erano già le otto, ormai, ed era strano che Trunks tardasse tanto da lavoro pur sapendo di avere lei a cena, quella sera.

Era ormai abitudine, già da qualche anno, che una volta al mese fosse invitata a cena dai Briefs...

Era cominciato tutto dopo che suo nonno se ne era andato, per dare modo a Pan di uscire, di distrarsi, di passare qualche ora piacevole in compagnia delle persone a cui, al di fuori della sua famiglia, era più legata. All'inizio era invitata anche a trascorrervi la notte, affascinata dalla quantità di camere e di comodità che offriva quell'enorme casa... Anche se poi, al calare dell'oscurità, era sempre nello stesso letto che scivolava furtiva, come un folletto che silenziosamente si rifugia al sicuro nella propria tana.

Non amava trascorrere la notte da sola in grandi e vuote stanze degli ospiti... E nemmeno pensava di elemosinare un posticino nel letto di Bra, fornito di uno scomodissimo materasso ad acqua, frutto di uno dei tanti capricci di una principessina con idee alquanto stravaganti.

Le piaceva invece tornare al calduccio di due braccia forti e protettive, che tante notti tristi l'avevano abbracciata, cullata, accarezzata con delicatezza, trasmettendole sensazioni così dolci e durature...

La porta finalmente si aprì, lasciando che Trunks facesse il suo ingresso in casa.

"Trunks, cominciavo a preoccuparmi" esclamò Bulma andando incontro al figlio.

"Mi dispiace, ho avuto degli affari da sbrigare" spiegò Trunks incrociando gli occhi dell'ospite.

"Ciao, Trunks" sorrise la ragazza.

"Ciao, Pan... Mi perdonerai mai per questo ritardo?".

"Non so... Ci devo pensare!" scherzò Pan ridendo poi allegramente e trascinando Trunks verso la tavola apparecchiata.

 

"Complimenti, Bulma, era tutto buonissimo" commentò Pan gustando con delizia l'ultimo boccone di una cena squisita.

"Bene, sono contenta che ti sia piaciuto tutto" sorrise Bulma soddisfatta, accingendosi a sparecchiare.

"Dimentichi che anche io sono una Sayan, ho un buon appetito!" esclamò la ragazza con naturalezza.

"Non preoccuparti, tanto in questa famiglia sono abituata a cucinare come per un intero reggimento, vero ragazzi?" rise, rivolgendosi al marito e al figlio.

Trunks si limitò ad annuire e a sorriderle debolmente.

Bulma aveva notato come fosse stato stranamente più silenzioso durante la cena. Praticamente per tutto il tempo avevano per lo più chiacchierato solo lei e Pan. Non si aspettava certo che Vegeta contribuisse a fare conversazione, al massimo aveva aperto bocca un paio di volte durante il pasto ed ora era ancora concentrato sugli ultimi avanzi nel suo piatto. Per l'appunto Bra quella sera era fuori città per uno stage, quindi dal momento che anche Trunks sembrava totalmente assorto nei suoi pensieri, si sentiva alquanto in imbarazzo ad essere l'unica a chiacchierare con la loro ospite.

"Purtroppo si è fatto veramente tardi" continuò Pan dando un'occhiata all'orologio. "E' meglio che vada, ho dimenticato anche le chiavi e non vorrei che i miei fossero già a letto lasciandomi fuori di casa!".

"Puoi restare a dormire qui, a questo punto" suggerì Trunks ritornato improvvisamente alla realtà.

"Giusto, è una magnifica idea! E' un'eternità che non passi più la notte qui da noi!" concordò Bulma eccitata.   

"Io...non so..." balbettò Pan indecisa, sfuggendole un'occhiata in direzione di Vegeta, sapendo che il Principe dei Sayan non gradiva eccessivamente la presenza di ospiti in casa.

"Avanti, per noi è un piacere averti qui! Vero tesoro?" chiese la donna al marito.

"Per me è indifferente" sbottò lui seccamente, addentando con violenza una mela.

"Benissimo, vado subito a prepararti la camera!" esclamò Bulma correndo di sopra.

"Si torna ai vecchi tempi" osservò Pan, seguita da un sincero sorriso dell'uomo tormentato al suo fianco.

 

Trunks accomodò gli abiti appena tolti sulla spalliera della sedia, indossando la sua comoda tenuta da note composta di un paio di comodi pantaloni di una tuta e da una semplice canotta.

Sentì bussare debolmente alla sua porta e una scura testolina fece capolino all'interno della camera.

"Posso?" chiese Pan sottovoce, affacciandosi.

"Pan... Certo, entra" rispose Trunks facendole segno con la mano. "Ti sei persa per i corridoi di casa Briefs?".

"No, credo a questo punto di averli imparati alla perfezione" lo smentì la ragazza sedendosi vicino a lei, sul bordo del letto. "Sono venuta per chiederti come stavi... Ti ho visto strano, stasera".

"Strano... Che vuoi dire?".

"Non hai fatto quasi parola, a cena... Mi sembravi così cupo, così pensieroso...".

"Solo qualche noia di lavoro, ecco tutto" rispose Trunks con leggerezza. "Ma non ho intenzione di continuare a pensarci".

"Allora non pensarci più" propose Pan togliendosi le scarpe e accomodandosi a sedere sul letto, a gambe incrociate.

Trunks la guardò di traverso, con espressione bonariamente sospettosa.

"Hai intenzione di dormire qui stanotte, per caso?".

"Chissà..." rispose vagamente la ragazza scrollando le spalle.

"Non ti sembra di essere un pò troppo cresciuta, signorina, per dormire con qualcuno di sesso opposto?" sorrise Trunks divertito.

"Già... Sarebbe moralmente scorretto..." annuì Pan con aria solenne. "Anche se non mi dispiacerebbe riprendere la vecchia abitudine!".

"Ah sì? E io dovrei subire di nuovo mille torture solo per il sacrificio di farti dormire con me?" scherzò Trunks riacquistato il buonumore.

"Torture? Quali torture avresti mai dovuto subire, sentiamo!".

"Primo, da sola finivi per occupare tre quarti del letto! Secondo, nel sonno ti divincolavi in ogni direzione con braccia e gambe che io cercavo inutilmente di schivare... Terzo, la mattina a lavoro ero praticamente uno zombi grazie alle tue performance notturne che mi toglievano diverse ore di sonno!".

"Ma poverino! Quali inumane torture ha dovuto subire...".

"Ma anche tu, sai, ragazzina, eri costretta a subire una speciale tortura con la quale mi vendicavo efficacemente...".

"Ossia?" chiese piano Pan con un vago sospetto nella mente.

"...Una tortura che ho scoperto essere il punto debole dell'impavida Pan..." continuò Trunks avvicinandosi piano verso di lei.

"No, non starai parlando di..." balbettò Pan indietreggiando verso il centro del materasso.

"Esatto, proprio quello!" esclamò l'uomo alla fine lanciandosi verso di lei, che cercava disperatamente di fuggire con grida e calci da un inevitabile attacco di solletico.

"No, Trunks, ti prego!".

"Su, vediamo quanto resisti!".

La ragazza rise fino quasi a togliersi il respiro, urlando e divincolandosi in mezzo al letto, cercando infine di rifugiarsi sotto le lenzuola in un disperato tentativo di sfuggire a quella irresistibile tortura.

"Dove credi di scappare!" la minacciò Trunks infilandosi anch'egli sotto il leggero strato di cotone. "Non hai più via di scampo!".

Pan continuò a ridere e a gridare, mentre il sio aggressore la sovrastava con straordinaria rapidità e le bloccava i polsi con le mani a lato della testa, imprigionandola definitivamente sotto il proprio peso.

"Presa" sibilò Trunks con l'orgoglio di un cacciatore che ha appena catturato la sua preda più ambita.

"Non mi resta che arrendermi, allora" mormorò lei ansimante per la fatica.

Rimasero per alcuni istanti così, sotto quelle lenzuola che avevano creato intorno a loro un ambiente di oscurità assoluta e di inaspettata vicinanza.

Pochi centimetri dividevano ora i loro volti, e Trunks si trovò a sfiorare appena, nell'oscurità, le labbra delle ragazza...

Percepì un leggero sussulto in lei, come un lieve fremito che attraversava il corpo a quell'inaspettato contatto... Un contatto così intimo e delicato, un bacio proibito e rubato da due labbra morbide e calde...

Trunks cercò di incontrare ancora quelle labbra al buio, guidato dal caldo respiro ancora in parte affannato di lei.

Perchè provava una tale attrazione? Perchè ora, sotto quelle lenzuola che li separavano come una barriera protettiva da tutto il resto del mondo, riusciva a buttarsi alle spalle tutti i suoi problemi e tutti i suoi inevitabili doveri? Perchè si rifiutava di pensare al futuro e desiderava solo vivere l'intensità di quel momento?

Quasi senza accorgersene, si ritrovò a baciarla con passione, mentre le mani, come dotate di vita propria, le accarezzavano delicatamente la pelle del viso e la linea dei fianchi, e lei lo assecondava rispondendo al suo bacio e trattenendolo a se con un caldo abbraccio.

Si separarono lentamente, ma entrambi ben consapevoli di essersi lasciati trasportare un pò troppo.

Trunks tirò via le lenzuola da sopra di loro.

"Credo...che sia meglio che tu vada a dormire nella tua stanza..." balbettò sollevandosi da lei.

"Sì...penso sia la cosa migliore..." confermò lei con altrettanto imbarazzo.

"Starai più comoda in un letto tutto per te...".

"Già, senza dubbio...".

Pan si alzò goffamente dal letto, sentendosi le guance avvampare ardentemente.

"Allora...io vado" disse infine indicando la porta e allontanandosi lentamente da lui.

"Buonanotte".

"Buonanotte..." mormorò Pan lasciando la stanza.

Corse a piedi nudi verso la camera che aveva scelto per la notte, chiudendosi la porta alle spalle e gettandosi sul letto a faccia in su.

Fissò distrattamente il soffitto, ripercorrendo però con la mente gli ultimi minuti della sua vita.

Era successo veramente o era solo la sua immaginazione?

Lei e Trunks...si erano baciati...

Com'era capitato, poi? Quasi non se lo ricordava...

Si ricordava solo di cosa aveva provato, delle emozioni che l'avevano travolta...

Del calore del suo corpo, dei movimenti delicati ma sensuali delle sue mani, dei suoi baci così dolci e passionali...

Arrossì scoprendosi immersa in tali fantasie. Fantasie che riempivano i suoi sogni di ragazzina, e che ora si concretizzavano in una realtà a cui ancora stentava a credere.

L'aveva baciato, e il suo cuore batteva martellante nel suo petto.

Perchè ora era sicura che Trunks non era solo una sorta di secondo zio, il suo appiglio, il suo più caro amico...

Trunks era tutto questo e molto di più.

E sapeva anche di amarlo.

 

Si svegliò alla tenue luce del mattino che entrava dalla trasparenza della tenda e le riscaldava piacevolmente il volto.

Aprì piano gli occhi, sorridendo tra se appena i ricordi della sera precedente le tornavano alla mente.

Si stirò a lungo in quel morbido letto, in cui aveva dormito un sonno tranquillo e ricco di sogni dolcissimi, per poi balzare giù, vestirsi e lavarsi velocemente e correre in un'altra camera che ben conosceva.

Aveva voglia di gettargli le braccia al collo, di abbracciarlo forte, di baciarlo come aveva fatto la sera prima e di confondere di nuovo il calore dei loro corpi...

Le sembrava ancora così strana tuta questa situazione, questa inaspettata ma tanto sperata evoluzione del loro rapporto. Ma le piaceva... Le piaceva terribilmente...

Bussò alla porta della camera di Trunks, senza ricevere risposta. L'aprì leggermente, affacciandosi nella stanza. Non c'era nessuno, evidentemente era già sceso per la colazione.

Corse giù per le scale, sentendo già con piacere la sua voce provenire dalla cucina, dove probabilmente stava parlando con sua madre.

"Come hai detto che si chiama, questa donna?" chiese Bulma tra il rumore delle stoviglie che stava utilizzando per preparare la colazione.

Pan si fermò di scatto dietro l'angolo della porta, prima di rivelare la sua presenza.

"Dora. E' la figlia di Smith, nonché sua assistente ed erede" rispose Trunks.

"Ha cercato di convincerti a vendere la società?".

"No, a dir la verità lei si è dimostrata molto più comprensiva e disponibile del padre... Ha anche promesso che mi aiuterà a trovare una soluzione".

"Una soluzione? Trunks, personalmente non vedo quante altre soluzioni ci sarebbero per salvare l'azienda...".

"Non lo so, mamma. Ma mi fido di lei, è una brava persona e un'ottima imprenditrice... Lei saprebbe come riportare in alto la Capsule Corporation".

"Ma allora pensi di vendergliela sul serio?".

"No, io voglio che l'azienda rimanga alla famiglia Briefs... Ma non è detto che Dora non possa farne parte...".

"Mio Dio Trunks... Non starai pensando ad un matrimonio!" esclamò Bulma sconvolta.

Pan si morse con forza le labbra, trattenendo il respiro.

"No..." mormorò Trunks dopo un pò. "Ma non è neppure da escludere...".

"Trunks, ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Non ci si sposa semplicemente per motivi economici!".

"Non sarebbe solo per quello... Dora è una bella donna, intelligente, perfino simpatica...".

"Ma la conosci appena!".

"Abbiamo già deciso di rivederci fuori lavoro!".

"Trunks, ti prego, non voglio che ti senta in dovere di salvare la nostra azienda sacrificando te stesso!".

"Non è un sacrificio, mamma... Io voglio farlo".

Pan strinse gli occhi, cercando di fermare il flusso di lacrime che avevano cominciato a percorrerle le guance con la loro scia salata. Deglutì pesantemente, quasi si sentisse il cuore in gola.

Non voleva sentire più niente, aveva capito anche troppo...

Corse veloce verso la porta principale e volò via nell'aria tiepida del mattino.

Trunks si interruppe come per ascoltare.

"Cosa c'è?" gli chiese Bulma.

"Pan... Ho sentito la sua aura allontanarsi bruscamente..." mormorò mentre il pensiero di cosa poteva aver sentito penetrava nel suo cuore come una pugnalata.

Senza dire parola, si congedò dalla cucina, uscì dalla porta ancora spalancata e seguì in volo l'aura della ragazza.

"Oh mio Dio..." mormorò Bulma tra se, abbandonandosi su una sedia e prendendosi la fronte tra le mani.

 

Si era fermata sul tetto di un grattacielo, seduta in posizione rannicchiata con le braccia intorno alle gambe ed il mento sulle ginocchia. Singhiozzava, e gli occhi le bruciavano per il gonfiore.

"Pan..." la chiamò Trunks atterrando dietro di lei. "Che ci fai qui?".

La ragazza sussultò nell'accorgersi della sua presenza, ma rimase immobile nella sua posizione.

"Io...avevo voglia di stare un pò da sola" rispose, cercando di mascherare la sua voce strozzata dal pianto.

"Pan...tu stai piangendo" osservò Trunks mentre si sedeva di fianco a lei.

"Non è vero" mentì voltandosi dall'altra parte.

"Avanti, non prendermi in giro, dimmi che ti prende" esclamò lui seriamente, prendendole il mento con la mano e costringendola a voltarsi verso di lui.

"Lasciami stare!" replicò Pan con durezza.

"Hai sentito tutto, non è vero?" chiese Trunks.

La ragazza abbassò lo sguardo, cercando di celare l'imbarazzo.

"Anche se fosse... Cosa vuoi che me ne importi?" sbottò con orgoglio.

Trunks sospirò, cingendole le spalle con un braccio.

"Immagino che ci sei rimasta male...".

Pan non rispose, continuando a fissare con sguardo vuoto la metropoli davanti ai suoi occhi.

"Capisco cosa provi, ma non voglio che tu ti senta così... Tra noi non cambierà niente...".

Pan si ricordò di un episodio di qualche anno prima, quando lei era stata colpita da un attacco di infantile gelosia nei confronti di Trunks e lui l'aveva tranquillizzata più o meno allo stesso modo.

Le aveva assicurato che tra loro non sarebbe cambiato niente, che i suoi rapporti con altre donne non avrebbero assolutamente influito sul loro affetto reciproco...

E la promessa era stata mantenuta. La forte amicizia con Trunks era rimasta salda e viva nonostante tutto, e lei avrebbe sempre potuto contare su di lui e sulla sua presenza nella sua vita.

Quindi perchè, adesso, non avrebbe dovuto fidarsi delle sue parole e del fatto che tra loro sarebbe rimasto tutto come prima?

Forse perchè ora era proprio il fatto che non sarebbe cambiato niente che la spaventava.

"Lo so questo" rispose mentre si girava piano verso di lui. "Lo so che tra noi rimarrà tutto uguale...".

"E allora perchè piangi?".

Pan restò un momento in silenzio, mentre un lago di lacrime le riempiva gli occhi nerissimi.

"Perchè io invece speravo che tra noi sarebbe cambiato qualcosa...".

Trunks la guardò abbandonarsi al pianto, mentre si rendeva conto di che stupidaggine aveva combinato baciandola la sera prima. Era stato un vero idiota a lasciarsi andare in quel modo, senza pensare alle conseguenze che avrebbe provocato su di lei, creandole quelle stesse illusioni che anche lui aveva provato reprimere, senza farcela del tutto, dalla sua mente.

Le prese il volto tra le mani, mentre singhiozzava tristemente.

"Quello che accadrà in futuro non potrà influenzare quello che provo per te..." le assicurò.

Pan alzò gli occhi arrossati verso di lui, mentre le lacrime continuavano a scenderle sul viso come piccoli rivoli.

"E cos'è che provi veramente per me, Trunks?" chiese tra i singhiozzi.

Trunks la guardò dolcemente, senza risponderle, limitandosi ad abbracciarla e a farle sfogare il suo pianto sulla spalla.

 

    Continua...

  
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