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Autore: Melinda Pressywig    10/10/2013    10 recensioni
Eleonora ha deciso. Non importa più il passato, o ciò che sarà. La fine è alle porte e l'ha voluto lei. Nient'altro.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'Abbraccio della Morte






Eleonora aveva scelto di morire e farla finita una volta per tutte.  
Aveva scelto un giorno di pioggia: di quella fitta, sottile, rapida, obliqua, che offusca la vista.  
La notte sarebbe stata l'unica spettatrice silenziosa del suo gesto premeditato. 
Una strada buia, perennemente deserta, dove i mezzi di trasporto passavano di rado e correvano come forsennati, era il luogo ideale. 
Un modo perfetto per andarsene: impatto rapido e indolore, come voleva lei. 
Niente corde, lame, pistole o cascate di pasticche. 
Avrebbero potuto scambiarlo per un incidente, e non per un tentato suicidio. 
Lei sarebbe morta e il suo corpo disperso sull'asfalto. Non desiderava altro che scomparire dalla faccia della terra. 
Alle prime luci dell'alba, nessuno avrebbe riconosciuto il suo volto.  
La famiglia non l'avrebbe mai più rivista. Con lei o senza di lei non avrebbe fatto differenza. 
Era giunto il suo momento. 
Si sedette a gambe incrociate.  
I vestiti, rigorosamente colorati di nero, erano inzuppati d'acqua piovana. 
Ma non le importava, presto non sarebbe stato più un suo problema. 
Si sedette rivolta in senso opposto a quello di marcia, e teneva gli occhi chiusi, attendendo trepidante il suo passaggio a miglior vita.  
Presto avrebbe sentito il suono familiare delle ruote che solcano l'asfalto e lo scrosciare delle pozzanghere sparse lungo il tragitto. 
Mentre aspettava, alzò il volto al cielo, lasciandosi picchiettare senza sosta dalle gocce d'acqua gelide. Le scappò un ultimo sorriso, finalmente avrebbe assaporato quella splendida, unica e irripetibile sensazione.  
L'attimo dopo, sentì  sotto di sé una vibrazione profonda.
Quello che stava arrivando non era un'auto, bensì un camion. Ne riconobbe i suoni.  
Il pericolo imminente la percosse dal suo stato di inamovibilità.
Aprì gli occhi e intravide le luci dei grossi fari sferzare la pioggia invano. Nonostante battesse fitta, il camion andava veloce, e questo la fece star bene. 
Socchiuse gli occhi, cercando di contrastare il riflesso incondizionato di strizzare gli occhi a contatto con la pioggia.
Il momento  era propizio. 
La luce dei fari si faceva sempre più vicina, ancora e ancora. Inesorabile. 

Quella splendida luce diventò accecante, le sembrava l'entrata del paradiso. 
La ragazza spalancò le braccia e si lasciò andare. 
 
Eleonora abbracciò la morte come un bambino abbraccia sua madre. 
 
 
 




















 
Spazio Autrice

O allora? Che vi devo dire?  
Il mio mal di testa devastante mi ha portato a scrivere questa flashfic.
Incredibile come l'ora tarda e il malessere fisico messi insieme, portino ispirazione.
Comunque sì, è del suicidio che si parla. Qualunque scrittore, prima o poi ci scriverà su qualcosa.
Perché l'animo umano tende a farsi del male. Ecco. 
Non so quanta verità ci sia nell'introspezione del mio personaggio, ma ormai eccola qua.
Spero che alle anime più travagliate sia piaciuta.
Attendo pareri se ce ne sono.
Grazie per averla letta, compresa e apprezzata.

Tanti saluti - Melinda Pressywig 
  
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