CAPITOLO
10: QUANDO LA STORIA SI RIPETE
Quando le
guerriere raggiunsero Noa, si trovarono davanti agli occhi un macabro
spettacolo: piena di ferite sanguinanti, la ragazzina tentennava e si
muoveva
in modo confuso, reggendosi a malapena sulle gambe; Demise rideva di
gusto
mentre si divertiva a scaraventarla a terra con le sue sfere oscure,
mentre Noa
piangeva dalla frustrazione. Haruka, la quale arrivò per
prima, assistette a
quel triste teatrino e il cuore le salì in gola.
“Noa! Che diavolo fai
piccola?! Evita quegli attacchi!” Quando la piccola Sailor
sentì la voce della
guerriera di Urano, si girò freneticamente in tutte le
direzioni cercando di
capire dove fosse il genitore. “Papà?! Dove
sei?!” Pochi secondi dopo
arrivarono anche le altre compagne e, quando Demise le vide arrivare,
provò una
rabbia immonda degna solo del peggiore dei demoni. “COME
AVETE OSATO A
SOPRAVVIVERE?! L’UNICO DESTINO CHE VI ATTENDE E’ LA
MORTE!”
Haruka si
girò e guardò Michiru dritta negli occhi, quasi a
cercare una risposta allo
strano comportamento della figlia; la violinista vide Noa in condizioni
pietose
e la chiamò con voce rotta dallo sconforto, ma come con
Haruka, anche questa
volta non sapeva dove guardare. “E’
cieca.” Disse piano Ami alle compagne, le
quali rimasero tutte impietrite. Setsuna guardò la
figlioccia arrancare nel
buio dei suoi occhi e perse la sua solita calma di guerriera.
“Tu… tu,
MALEDETTO!” Serrò il Garnet Rod in una presa
ferrea e si scagliò furiosa contro
l’avversario; condividendo la stessa rabbia della sorella,
Haruka e Michiru si
lanciarono insieme a lei in un assalto dettato solo dalla furia che
solo dei
genitori ai quali hanno ferito un figlio possono provare.
“Ragazze ferme!”
Urlarono le Inner all’unisono, Sailor Saturn congelata al suo
posto,
traboccante di rabbia. “Non... NON TOCCARE MIA
SORELLA!” La bambina, che ormai
aveva soverchiato lo spirito di Saturn e aveva preso il controllo, si
lanciò a
falce spiegata contro l’avversario, il quale non diede nessun
segno di
preoccupazione.
“VI
FARO’
PENTIRE DI ESSERE SOPRAVVISSUTE.” Demise creò due
portali dai quali uscirono
altri demoni, le Outer lanciate in battaglia dovettero arrestare la
loro corsa
per occuparsi dei mostri; Outer e Inner si ritrovarono di nuovo fianco
a fianco
per combattere contro orde di demoni, ma il campione di Caos aveva
altro in
mente: una vendetta tanto crudele e meschina che le ragazze lo
avrebbero
implorato di morire. Noa sentiva il tumulto del combattimento ma non
riusciva
ad agire: le lacrime iniziarono a scendere copiose sul volto, quasi a
voler
lavare via la vergogna e il dolore di essere buona a far nulla, di
causare la
morte ovunque vada. Approfittando della confusione, Demise
creò una nube densa
e nera come una notte senza stelle, la quale si sparpagliò
sospesa a pochi
centimetri da terra, poi, con un rapido movimento della mano, ne
attivò il
potere: la nube inghiottì le gambe delle guerriere come una
marea nera e,
l’immensa forza di gravità al suo interno, le
bloccò a terra impedendo ogni
movimento. Colte si sorpresa, le ragazze si dimenavano con forza senza
ottenere
il minimo risultato; più passavano i secondi più
la paura e il terrore
salivano: erano alla mercé dei nemici. Ridendo come un
ossesso, Demise ordinò
ai demoni di fermarsi e si avvicinò alle guerriere.
“Vi avrei detto che vi
sareste pentite di essere sopravvissute. Ora guardate la vostra
speranza
morire!”
Colpì
violentemente Noa con una sfera oscura particolarmente potente, tanto
che fece
volare la povera guerriera a molti metri di distanza: non un suono
uscì dalla
sua bocca. “Me lo merito.” Pensò la
ragazzina mentre stramazzava al suolo. “NON
LA TOCCARE!” Urlò disperata Michiru:
provò a caricare un Deep Submerge ma fu
colpita al ventre da un demone, facendole perdere il potere accumulato
e
strozzando il suo urlo. Sentendo la voce interrotta della madre, Noa
iniziò a
disperarsi. “Lasciale stare! Sono io il tuo
avversario!” Continuò ad urlare in
tutte le direzioni sperando di farsi sentire; Demise la
guardò estremamente
divertito e gli venne da pensare. “Sapete una cosa? Ho
cambiato idea. Prima di
farti fuori, voglio farti sentire le grida di coloro che ami e che hai
portato
a morire qui, oggi!” Fece un cenno col capo ai demoni, i
quali iniziarono a
colpire violentemente le guerriere, causando grida strazianti e fiumi
di
dolore. Noa iniziò a perdere la lucidità e il
controllo. “…basta…”
Implorò la
ragazzina, ma le urla non cessavano.
“Basta…” Demise, vedendo il suo
odiatissimo avversario supplicare, provò una goduria
immensa. Il corpo di Noa
iniziò a brillare di luce e faceva fatica a respirare.
“HO DETTO BASTA!” La luce esplose dal suo corpo irradiando tutti i presenti e sciogliendo la nube nera come neve al sole, allo stesso tempo tutti i demoni divennero di cristallo e caddero in mille pezzi. Le guerriere stramazzarono al suolo ferite e Demise rimase fermo al suo posto meditando vendetta. Noa ansimava visibilmente e perse tutte le sue energie. “E così questo è il canto del cigno! Hai perso, ora ti distruggerò!” La forza di volontà di Haruka le impediva di arrendersi, così strisciò a terra cercando di fermare l’avversario come poteva. “…Fermati bastardo…” La piccola Sailor aspettava esausta la morte. “VISTE LE CIRCOSTANZE, ADESSO INTERVENGO IO.” Una voce potente e autoritaria penetrò nelle menti di tutte le guerriere.
“NOA.
NON HAI AVUTO IL TEMPO DI PREPARARTI
A DOVERE E QUESTO E’ IL MASSIMO A CUI POTEVI ASPIRARE. QUESTA
E’ L’UNICA
SOLUZIONE CHE POSSO OFFRIRTI: AUMENTERO’ LA PORTATA DEL MIO
POTERE IN MODO TALE
DA RENDERTI PIU’ FORTE, MA IL TUO CORPO NON
REGGERA’. QUESTA E’ L’ULTIMA
SPIAGGIA.” Noa respirò forte e non
parlò; le ragazze rimasero spiazzate
dall’intervento del drago e Haruka si raggelò: le
sembrò di vivere un deja vù e
con la mente tornò a mille anni prima, quando lei stessa
usò quella tattica per
sconfiggere i demoni che minacciavano il regno. La storia stava per
ripetersi.
“NOA TI PREGO NON LO FARE!” Urlò la
bionda con tutta la disperazione che aveva
in corpo, ma la bambina aveva ormai preso la sua decisione. Lentamente
si alzò
in piedi tremolante e si rivolse a Demise. “Se… se
devo morire, non lo farò da
sola. Tu verrai con me!” Il demone guardò la
piccola Sailor e, sentendo quella
minaccia così assurda alle sue orecchie, scoppiò
in una fragorosa risata.
“AHAHAHAHA, MA SI CERTO! E COME VORRESTI FARE?”
“Così. Drago, fallo.” Un ruggito nella testa scosse gli animi di tutte le presenti: Noa iniziò a caricarsi di energia positiva, tanto che il peso la schiacciava a terra; iniziò a tremare per lo sforzo e i suoi occhi divennero luminosi. Ogni cosa intorno a lei si trasformò in cristallo e, intorno al suo corpo, piccoli frammenti di cristallo fluttuavano nell’aria. “NOA TI PREGO FERMATI! TROVEREMO UNA SOLUZIONE, TI PREGO BASTA!” Le urla di Haruka vennero ignorate e la piccola Sailor rimase immobile: avendo ereditato i poteri dei genitori, Noa pensò che l’unico modo per sopperire alla momentanea cecità che l’affliggeva era quello di seguire le indicazioni del vento; con quel potere immenso che si ritrovò improvvisamente a gestire, riusciva a percepire anche le singole molecole d’aria che si spostavano. “E COSI’ VUOI COMBATTERE? SEI FINITA!”
Demise non
fece in tempo a spostare una gamba che Noa percepì il suo
movimento e gli
scagliò addosso una vera e propria bomba d’acqua;
il demone, colto di sorpresa,
fu colpito in pieno ma si rialzò subito. “Noa!
NOA! RAGAZZE, VI PREGO,
ALZATEVI! NON PUO’ FINIRE COSI’! HO VISTO COSA
SUCCEDE SE SI USA TUTTO QUEL
POTERE, LA MIA BAMBINA MORIRA’! AIUTATELA!” Haruka
urlò con voce così rotta che
alle presenti suonò quasi irreale: la guerriera di Urano non
si era mai trovata
nelle condizioni di supplicare, di logorarsi le corde vocali per
elemosinare
aiuto, ma lei sapeva, lei aveva visto, doveva impedirlo a tutti i
costi, ma le
sue compagne facevano fatica a comprendere la gravità del
gesto che aveva
deciso di fare Noa.
“TUTTO
QUI?
PRENDI QUESTO!” Delle sfere oscure sfrecciarono a enorme
velocità contro la
piccola Sailor, la quale le schivò con estrema
facilità, nel frattempo il corpo
di Noa si stava consumando in fretta. “PICCOLO
DRAGO, DEVI SBRIGARTI.” Noa
si concentrò a fondo e ricoprì il suo corpo
interamente di cristallo duro come
il diamante, poi, in un battito di ciglia, era davanti a Demise che non
l’aveva
vista neanche muoversi. La ragazzina gli mollò un gancio
dritto in faccia
all’avversario, il quale accusò pesantemente il
colpo visto che la mano di Noa
era ricoperta di cristallo; nel momento in cui il demone
provò ad
contrattaccare, la piccola Sailor sparì di nuovo per
apparire dietro di lui
colpendolo con un calcio violentissimo: questa danza di colpi
invisibili andò
avanti per molti secondi, portando Demise allo stremo delle forze, poi
Noa si
fermò per riprendere fiato e il rivestimento di cristallo
sparì. “NOA BASTA!
FERMATI O MORIRAI!” Stavolta erano tutte le ragazze ad
implorarla di fermarsi,
avendo finalmente capito a cosa stava andando incontro la giovane
Sailor, ma la
ragazzina non ne voleva sapere: non c’erano altre alternative
né soluzioni,
c’èra solo la morte e lei lo sapeva bene.
“Vendicherò tutte le vite che hai
spezzato!” Improvvisamente Noa fu presa da un attacco
violento di tosse e si
accorse che stava tossendo sangue. “Mi rimane poco
tempo…” Demise, che nel
frattempo si era rialzato a fatica, non accettava di arrendersi.
“IO…
IO TI
UCCIDERO’! DISTRUGGERO’ TE E TUTTO CIO’
CHE AMI!” Urlò in modo agghiacciante e
spese tutte le energie rimaste per creare un buco nero enorme che
iniziò ad
attirare tutto quello che c’era al suo interno.
“SPARISCI!” Noa unì vento e
acqua nelle sue mani, creando una vera e propria tempesta in miniatura.
“Io
sono figlia della tempesta!” La sfera così creata
crebbe di dimensioni, fino a
diventare grande quasi come la guerriera stessa e si
trasformò in cristallo
allo stato semi-liquido, quasi come il plasma; con tutta la forza che
aveva la
scagliò nel buco nero e ne provocò
l’implosione scatenando un’onda d’urto
devastante che investì il demone: “CRYSTAL
SPEAR!” Capendo che era la sua
occasione, Noa creò due lance di cristallo e
trapassò da parte a parte il corpo
martoriato di Demise, per poi venire a sua volta travolta dalla potenza
dell’implosione.
Dopo che
l’onda d’urto cessò, le guerriere
lentamente cercarono di rimettersi in piedi e
il paesaggio apparve desolato: i palazzi erano del tutto scomparsi,
così come
le macerie; a molti metri di distanza c’era Demise privo di
vita inchiodato a
terra dalle lance di cristallo e, in piedi vicino a lui,
c’era Noa, immobile.
Le ragazze si guardarono, incredule di aver vinto, e corsero, per
quanto le era
possibile, incontro alla ragazzina, la quale girò il capo e
riuscì a vederle,
poiché la cecità è morta insieme a
colui che l’aveva causata, sfoderando un
luminoso sorriso.
Guardò
i
suoi genitori, la sua sorellona e le sue compagne piangendo lacrime di
sangue,
poi chiuse gli occhi e stramazzò al suolo.