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Autore: Sinnheim    10/10/2013    0 recensioni
Haruka ha ricordato la sua vita precedente, e ora è afflitta dalle domande: perchè ha potuto ricordare se non gli era concesso? Perchè solo lei e non anche Michiru? Troverà le sue risposte, e con quelle anche i guai. Le guerriere Sailor dovranno affrontare una nuova, terribile minaccia, ben più grande di quelle già affrontate. Tutte le speranze sono riposte nel'essenza del Bene. Sequel di "La Fine di una Vita, L'inizio di un Sogno"
Versione 2.0, revisionata ed arricchita.
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Nuovo personaggio | Coppie: Haruka/Michiru
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Song of Storm'
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CAPITOLO 10: QUANDO LA STORIA SI RIPETE

 

Quando le guerriere raggiunsero Noa, si trovarono davanti agli occhi un macabro spettacolo: piena di ferite sanguinanti, la ragazzina tentennava e si muoveva in modo confuso, reggendosi a malapena sulle gambe; Demise rideva di gusto mentre si divertiva a scaraventarla a terra con le sue sfere oscure, mentre Noa piangeva dalla frustrazione. Haruka, la quale arrivò per prima, assistette a quel triste teatrino e il cuore le salì in gola. “Noa! Che diavolo fai piccola?! Evita quegli attacchi!” Quando la piccola Sailor sentì la voce della guerriera di Urano, si girò freneticamente in tutte le direzioni cercando di capire dove fosse il genitore. “Papà?! Dove sei?!” Pochi secondi dopo arrivarono anche le altre compagne e, quando Demise le vide arrivare, provò una rabbia immonda degna solo del peggiore dei demoni. “COME AVETE OSATO A SOPRAVVIVERE?! L’UNICO DESTINO CHE VI ATTENDE E’ LA MORTE!”

Haruka si girò e guardò Michiru dritta negli occhi, quasi a cercare una risposta allo strano comportamento della figlia; la violinista vide Noa in condizioni pietose e la chiamò con voce rotta dallo sconforto, ma come con Haruka, anche questa volta non sapeva dove guardare. “E’ cieca.” Disse piano Ami alle compagne, le quali rimasero tutte impietrite. Setsuna guardò la figlioccia arrancare nel buio dei suoi occhi e perse la sua solita calma di guerriera. “Tu… tu, MALEDETTO!” Serrò il Garnet Rod in una presa ferrea e si scagliò furiosa contro l’avversario; condividendo la stessa rabbia della sorella, Haruka e Michiru si lanciarono insieme a lei in un assalto dettato solo dalla furia che solo dei genitori ai quali hanno ferito un figlio possono provare. “Ragazze ferme!” Urlarono le Inner all’unisono, Sailor Saturn congelata al suo posto, traboccante di rabbia. “Non... NON TOCCARE MIA SORELLA!” La bambina, che ormai aveva soverchiato lo spirito di Saturn e aveva preso il controllo, si lanciò a falce spiegata contro l’avversario, il quale non diede nessun segno di preoccupazione.

“VI FARO’ PENTIRE DI ESSERE SOPRAVVISSUTE.” Demise creò due portali dai quali uscirono altri demoni, le Outer lanciate in battaglia dovettero arrestare la loro corsa per occuparsi dei mostri; Outer e Inner si ritrovarono di nuovo fianco a fianco per combattere contro orde di demoni, ma il campione di Caos aveva altro in mente: una vendetta tanto crudele e meschina che le ragazze lo avrebbero implorato di morire. Noa sentiva il tumulto del combattimento ma non riusciva ad agire: le lacrime iniziarono a scendere copiose sul volto, quasi a voler lavare via la vergogna e il dolore di essere buona a far nulla, di causare la morte ovunque vada. Approfittando della confusione, Demise creò una nube densa e nera come una notte senza stelle, la quale si sparpagliò sospesa a pochi centimetri da terra, poi, con un rapido movimento della mano, ne attivò il potere: la nube inghiottì le gambe delle guerriere come una marea nera e, l’immensa forza di gravità al suo interno, le bloccò a terra impedendo ogni movimento. Colte si sorpresa, le ragazze si dimenavano con forza senza ottenere il minimo risultato; più passavano i secondi più la paura e il terrore salivano: erano alla mercé dei nemici. Ridendo come un ossesso, Demise ordinò ai demoni di fermarsi e si avvicinò alle guerriere. “Vi avrei detto che vi sareste pentite di essere sopravvissute. Ora guardate la vostra speranza morire!”

Colpì violentemente Noa con una sfera oscura particolarmente potente, tanto che fece volare la povera guerriera a molti metri di distanza: non un suono uscì dalla sua bocca. “Me lo merito.” Pensò la ragazzina mentre stramazzava al suolo. “NON LA TOCCARE!” Urlò disperata Michiru: provò a caricare un Deep Submerge ma fu colpita al ventre da un demone, facendole perdere il potere accumulato e strozzando il suo urlo. Sentendo la voce interrotta della madre, Noa iniziò a disperarsi. “Lasciale stare! Sono io il tuo avversario!” Continuò ad urlare in tutte le direzioni sperando di farsi sentire; Demise la guardò estremamente divertito e gli venne da pensare. “Sapete una cosa? Ho cambiato idea. Prima di farti fuori, voglio farti sentire le grida di coloro che ami e che hai portato a morire qui, oggi!” Fece un cenno col capo ai demoni, i quali iniziarono a colpire violentemente le guerriere, causando grida strazianti e fiumi di dolore. Noa iniziò a perdere la lucidità e il controllo. “…basta…” Implorò la ragazzina, ma le urla non cessavano. “Basta…” Demise, vedendo il suo odiatissimo avversario supplicare, provò una goduria immensa. Il corpo di Noa iniziò a brillare di luce e faceva fatica a respirare.

“HO DETTO BASTA!” La luce esplose dal suo corpo irradiando tutti i presenti e sciogliendo la nube nera come neve al sole, allo stesso tempo tutti i demoni divennero di cristallo e caddero in mille pezzi. Le guerriere stramazzarono al suolo ferite e Demise rimase fermo al suo posto meditando vendetta. Noa ansimava visibilmente e perse tutte le sue energie. “E così questo è il canto del cigno! Hai perso, ora ti distruggerò!” La forza di volontà di Haruka le impediva di arrendersi, così strisciò a terra cercando di fermare l’avversario come poteva. “…Fermati bastardo…” La piccola Sailor aspettava esausta la morte. “VISTE LE CIRCOSTANZE, ADESSO INTERVENGO IO.” Una voce potente e autoritaria penetrò nelle menti di tutte le guerriere. 

NOA. NON HAI AVUTO IL TEMPO DI PREPARARTI A DOVERE E QUESTO E’ IL MASSIMO A CUI POTEVI ASPIRARE. QUESTA E’ L’UNICA SOLUZIONE CHE POSSO OFFRIRTI: AUMENTERO’ LA PORTATA DEL MIO POTERE IN MODO TALE DA RENDERTI PIU’ FORTE, MA IL TUO CORPO NON REGGERA’. QUESTA E’ L’ULTIMA SPIAGGIA.” Noa respirò forte e non parlò; le ragazze rimasero spiazzate dall’intervento del drago e Haruka si raggelò: le sembrò di vivere un deja vù e con la mente tornò a mille anni prima, quando lei stessa usò quella tattica per sconfiggere i demoni che minacciavano il regno. La storia stava per ripetersi. “NOA TI PREGO NON LO FARE!” Urlò la bionda con tutta la disperazione che aveva in corpo, ma la bambina aveva ormai preso la sua decisione. Lentamente si alzò in piedi tremolante e si rivolse a Demise. “Se… se devo morire, non lo farò da sola. Tu verrai con me!” Il demone guardò la piccola Sailor e, sentendo quella minaccia così assurda alle sue orecchie, scoppiò in una fragorosa risata. “AHAHAHAHA, MA SI CERTO! E COME VORRESTI FARE?”

“Così. Drago, fallo.” Un ruggito nella testa scosse gli animi di tutte le presenti: Noa iniziò a caricarsi di energia positiva, tanto che il peso la schiacciava a terra; iniziò a tremare per lo sforzo e i suoi occhi divennero luminosi. Ogni cosa intorno a lei si trasformò in cristallo e, intorno al suo corpo, piccoli frammenti di cristallo fluttuavano nell’aria. “NOA TI PREGO FERMATI! TROVEREMO UNA SOLUZIONE, TI PREGO BASTA!” Le urla di Haruka vennero ignorate e la piccola Sailor rimase immobile: avendo ereditato i poteri dei genitori, Noa pensò che l’unico modo per sopperire alla momentanea cecità che l’affliggeva era quello di seguire le indicazioni del vento; con quel potere immenso che si ritrovò improvvisamente a gestire, riusciva a percepire anche le singole molecole d’aria che si spostavano. “E COSI’ VUOI COMBATTERE? SEI FINITA!” 

Demise non fece in tempo a spostare una gamba che Noa percepì il suo movimento e gli scagliò addosso una vera e propria bomba d’acqua; il demone, colto di sorpresa, fu colpito in pieno ma si rialzò subito. “Noa! NOA! RAGAZZE, VI PREGO, ALZATEVI! NON PUO’ FINIRE COSI’! HO VISTO COSA SUCCEDE SE SI USA TUTTO QUEL POTERE, LA MIA BAMBINA MORIRA’! AIUTATELA!” Haruka urlò con voce così rotta che alle presenti suonò quasi irreale: la guerriera di Urano non si era mai trovata nelle condizioni di supplicare, di logorarsi le corde vocali per elemosinare aiuto, ma lei sapeva, lei aveva visto, doveva impedirlo a tutti i costi, ma le sue compagne facevano fatica a comprendere la gravità del gesto che aveva deciso di fare Noa.  

“TUTTO QUI? PRENDI QUESTO!” Delle sfere oscure sfrecciarono a enorme velocità contro la piccola Sailor, la quale le schivò con estrema facilità, nel frattempo il corpo di Noa si stava consumando in fretta. “PICCOLO DRAGO, DEVI SBRIGARTI.” Noa si concentrò a fondo e ricoprì il suo corpo interamente di cristallo duro come il diamante, poi, in un battito di ciglia, era davanti a Demise che non l’aveva vista neanche muoversi. La ragazzina gli mollò un gancio dritto in faccia all’avversario, il quale accusò pesantemente il colpo visto che la mano di Noa era ricoperta di cristallo; nel momento in cui il demone provò ad contrattaccare, la piccola Sailor sparì di nuovo per apparire dietro di lui colpendolo con un calcio violentissimo: questa danza di colpi invisibili andò avanti per molti secondi, portando Demise allo stremo delle forze, poi Noa si fermò per riprendere fiato e il rivestimento di cristallo sparì. “NOA BASTA! FERMATI O MORIRAI!” Stavolta erano tutte le ragazze ad implorarla di fermarsi, avendo finalmente capito a cosa stava andando incontro la giovane Sailor, ma la ragazzina non ne voleva sapere: non c’erano altre alternative né soluzioni, c’èra solo la morte e lei lo sapeva bene. “Vendicherò tutte le vite che hai spezzato!” Improvvisamente Noa fu presa da un attacco violento di tosse e si accorse che stava tossendo sangue. “Mi rimane poco tempo…” Demise, che nel frattempo si era rialzato a fatica, non accettava di arrendersi.

“IO… IO TI UCCIDERO’! DISTRUGGERO’ TE E TUTTO CIO’ CHE AMI!” Urlò in modo agghiacciante e spese tutte le energie rimaste per creare un buco nero enorme che iniziò ad attirare tutto quello che c’era al suo interno. “SPARISCI!” Noa unì vento e acqua nelle sue mani, creando una vera e propria tempesta in miniatura. “Io sono figlia della tempesta!” La sfera così creata crebbe di dimensioni, fino a diventare grande quasi come la guerriera stessa e si trasformò in cristallo allo stato semi-liquido, quasi come il plasma; con tutta la forza che aveva la scagliò nel buco nero e ne provocò l’implosione scatenando un’onda d’urto devastante che investì il demone: “CRYSTAL SPEAR!” Capendo che era la sua occasione, Noa creò due lance di cristallo e trapassò da parte a parte il corpo martoriato di Demise, per poi venire a sua volta travolta dalla potenza dell’implosione.

Dopo che l’onda d’urto cessò, le guerriere lentamente cercarono di rimettersi in piedi e il paesaggio apparve desolato: i palazzi erano del tutto scomparsi, così come le macerie; a molti metri di distanza c’era Demise privo di vita inchiodato a terra dalle lance di cristallo e, in piedi vicino a lui, c’era Noa, immobile. Le ragazze si guardarono, incredule di aver vinto, e corsero, per quanto le era possibile, incontro alla ragazzina, la quale girò il capo e riuscì a vederle, poiché la cecità è morta insieme a colui che l’aveva causata, sfoderando un luminoso sorriso.

Guardò i suoi genitori, la sua sorellona e le sue compagne piangendo lacrime di sangue, poi chiuse gli occhi e stramazzò al suolo.

  
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