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Autore: bik90    10/10/2013    7 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Si svegliò sentendo l’odore del caffè provenire dal piano inferiore. Si voltò verso il letto di Claudia scoprendolo vuoto e si alzò sbadigliando. Arricciò il naso mentre scendeva le scale, il caffè non le era mai piaciuto al contrario di Chiara che era capace di berne quattro tazzine solo durante la colazione. Guardò l’ora e si passò una mano tra i capelli sorridendo appena.
<< Grazie per avermi svegliato >> mormorò sulla soglia.
L’amica la guardò sorridendo.
<< Dormivi così bene! >> rispose facendole segno di sedersi << Mi sono presa la libertà di preparare la colazione >>.
<< Ma che brava ragazza >> ironizzò Eleonora girando la sua tazza e riempiendola di tè << La prepari anche a Ryan? >>.
<< Cretina >> disse Chiara prendendo una fetta biscottata << Questo è il ringraziamento per aver fatto una cosa carina? >>.
L’altra si sporse e le diede un bacio sulla guancia prima di dare un morso a ciò che aveva in mano.
<< Sei una stronza, Leo! >>.
Entrambe scoppiarono a ridere e ripresero a mangiare.
<< Devo fare una telefonata >> disse poi Eleonora alzandosi in piedi << Visto che sei così gentile e carina, sparecchia anche >>.
<< Ehi Leo! >> esclamò l’altra guardando l’orologio sopra il camino spento << Guarda che non è ancora suonata la campanella dell’intervallo! >>.
<< Non devo chiamare Martina! >> urlò l’amica prima di chiudersi in bagno.
<< Cosa? >> fece Chiara scattando in piedi e provando a rincorrerla ma senza riuscire nel suo intento. Cominciò a bussare sulla porta con insistenza << Leo! Esci immediatamente! Chi devi chiamare? >>.
Dall’altra parte, però, oltre alla risata di Eleonora, non si sentì altro.
 
L’intervallo era appena terminato quando Martina venne chiamata dalla bidella. Con aria interrogativa si avvicinò e notò un fattorino con un mazzo di rose rosse.
<< Questo ragazzo ha qualcosa per te >> disse la donna alzando le spalle e allontanandosi.
<< Martina Capasti? >> chiese l’altro, un giovane sulla ventina col nome del fioraio appuntato sul petto.
La ragazza annuì e ancor prima di accorgersene le venne messo in mano il fascio di fiori. Arrossì ancor più dei suoi capelli sapendo che molte persone la stessero osservando.
<< Queste sono per te, c’è un biglietto in mezzo >>.
Martina balbettò un ringraziamento e un saluto mentre lo cercava.
<< Oh! >> esclamò Simona avvicinandosi << Non dirmelo! È una cosa così romantica! >>.
<< Sono già abbastanza in imbarazzo >> mormorò l’amica cercando di allontanarsi dalla folla di ragazzi curiosi che si stava creando.
Afferrò il biglietto e, nel leggerlo, un sorriso le apparve sul viso. Immaginava già chi poteva averle mandate ma adesso ne aveva la conferma.
<< Che c’è scritto? >> domandò l’altra ragazza togliendoglielo dalle mani << “Sei il mio ponte tra due mondi”, ha un significato particolare? Perché letto così, non sembra tanto >>.
<< Sì, lo ha >> rispose Martina prendendo il cellulare dalla tasca del jeans.
Si allontanò leggermente dall’amica per avere un po’ di privacy e compose il numero della persona che desiderava sentire. Non dovette attendere a lungo prima di sentire la sua voce.
<< Ciao bimba >> disse Eleonora.
<< Sei pazza, completamente pazza! >> esclamò ridendo Martina << Come ti è venuto in mente? >>.
<< E’ solo un pensiero per farmi perdonare. Spero di poterne dedurnìre che ti sia piaciuto >>.
<< Moltissimo >> rispose l’altra arrossendo per l’ennesima volta mentre odorava una rosa << Ma lo sai che non si regalano mai pari? >>.
<< Oh, lo so. Ma il sei ha un significato particolare >>.
<< Quale? >>.
<< Il fidanzamento >>.
Il cuore di Martina fece le capriole nel petto a quelle parole.
<< Dove sei? Possiamo vederci? >>.
<< Sono a casa, stamattina mi sono svegliata tardi >>.
<< Quindi sei…con Chiara? >>.
Eleonora, dall’altra parte, scoppiò a ridere.
<< Non ora, è andata a casa a cambiarsi mentre io sono ancora in pigiama! >>.
<< Ha dormito con te? >> chiese Martina cercando di tenere a bada la sua gelosia.
Di nuovo si sentì la più grande ridere.
<< Sei davvero gelosa, eh? >> le disse divertita << Tranquilla, non abbiamo dormito nello stesso letto >>.
<< Ci mancherebbe altro! >>.
<< Visto che muori dalla voglia di conoscerla, perché stasera non vieni a cena da me? >>.
<< Mi stai invitando da te solo per questo? >>.
<< Per cos’altro potrei farlo? >> scherzò Eleonora.
<< Stronza! >>.
<< Lo prendo per un sì allora! Ci sentiamo più tardi >>.
<< A dopo >> salutò Martina << Amore >>.
 
Davide si alzò quasi di scatto dalla sedia quando suonò l’intervallo e si passò una mano tra i ricci. Guardò per un attimo Lavinia che lo stava osservando e fece scivolare le dita sulla mandibola e infine sul mento prima di fare un respiro profondo. Eleonora non era andata a scuola e lui aveva un maledetto bisogno di lei. Vide la ragazza avvicinarsi con un piccolo sorriso sulle labbra ma lui si spostò di qualche passo per afferrare il cellulare lasciato sotto il banco. Non sapeva spiegare nemmeno a stesso cosa avesse, l’unica certezza era che l’amica gli mancava. E non si riferiva solo al sesso. Gli mancava ridere con lei, scherzare con lei, studiare insieme, giocare a tennis; qualunque cosa, insomma. Non pensava che sarebbe accaduto, non credeva che avrebbe sentito la mancanza di ciò che gli era sempre parso banale e scontato.
<< Ehi, che hai? >> chiese Lavinia.
<< Devo…devo fare una chiamata… >> mormorò Davide guardando la porta dell’aula.
Non ci fu bisogno di dirlo per capire a chi si stesse riferendo e una profonda gelosia s’insinuò nella ragazza. Aveva fatto l’amore con lei eppure i suoi pensieri erano sempre rivolti ad Eleonora, quello strano rapporto sarebbe mai terminato? Perché non riusciva a scacciare quella figura dalla sua mente divenuta ormai ingombrante? Era così difficile?
<< Pensi sempre a lei? >>.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo per un secondo prima di provare ad allontanarsi. Lavinia prontamente lo prese per un braccio trascinandolo in disparte.
<< Noi cosa siamo? >>.
Davide la guardò leggermente sorpreso da quella domanda e il suo primo impulso fu quello di rispondere “amici” alla domanda ma non lo fece.
<< Hai fatto l’amore con me, Davide! Con me! Perché non riesci a capire questo? È stato importante per me! >>.
<< Mi manca, cazzo! >> sbottò l’amico allargando le braccia << Mi manca! >>.
<< Forse la cosa non è reciproca >> disse Lavinia con aria di sfida incrociando le braccia sul petto e ricordando ciò che aveva visto.
Involontariamente Davide serrò la mascella.
<< Smettila >> rispose a denti stretti.
<< Perché? Vuoi capire che ha altro per la testa? >>.
<< Non ha niente di quello che stai insinuando tu, solo qualche problema col fratellastro! >>.
La ragazza lo fissò a lungo in silenzio prima di sgranare gli occhi colpita da una considerazione. Come aveva fatto a non pensarci prima?
<< Oh mio Dio! >> esclamò sorpresa << E’ Eleonora la ragazza con cui l’hai fatto la prima volta, vero? >>.
Aveva capito che l’amico non era alla sua prima esperienza come lei ma non avrebbe mai immaginato che si trattasse proprio della sua compagna di banco. Si diede della sciocca per aver pensato che il loro fosse solo un rapporto di amicizia e adesso comprendeva perché per Davide fosse così difficile staccarsi. Anche quando l’altra stava visibilmente pensando ad un’altra persona.
E non solo quello, pensò.
<< Ma che stai dicendo? >> provò a difendersi l’altro a disagio.
Eleonora lo avrebbe ammazzato se avesse sentito quella conversazione, ne era convinto.
<< E’ così, Davide. Io…io pensavo di essere importante per te… >>.
Lavinia si voltò sentendo le lacrime formarsi agli angoli degli occhi.
<< Ti giuro che lo sei >> rispose il ragazzo posandole una mano sulla spalla << Solo… >> non trovò altre parole oltre a quelle che aveva già detto << …mi manca… >>.
Si scansò in modo brusco dall’amica e si allontanò mentre cercava il numero di Eleonora tra i preferiti.
<< Ciao Davide >> disse la ragazza dai capelli chiari attivando la conversazione.
<< Ehi… >> fece lui improvvisamente a disagio << …ciao…oggi…oggi non sei venuta… >>.
<< Sì, stamattina non ho sentito la sveglia. Mi sono persa qualcosa? >>.
<< No, niente di che. Tutto okay? >>.
Vorrei avere il coraggio di dirti la verità, pensò Eleonora a quella domanda, Mi piacerebbe così tanto.
<< Sì >> si limitò invece a rispondere << Tu? >>.
<< Be…bene, anche a me >>.
<< Okay, allora ci vediamo domani a scuola >>.
<< Certo >> disse Davide provando a trovare un senso a quella conversazione che stavano avendo << Ah, Ele >>.
<< Dimmi >>.
Il ragazzo voleva esprimergli i suoi dubbi, chiederle se era vero che c’era qualcun altro come aveva insinuato Lavinia, dirle che voleva solo che le cose tra loro tornassero come prima.
<< No, niente >> rispose infine << A domani >>.
 
L’avvocato di Fulvia aveva preparato una domanda di affidamento temporaneo che fu consegnata ai servizi sociali che si stavano occupando del caso di Federico. In questo modo vennero fermati eventuali provvedimenti che sarebbero scattati. Stavano camminando diretti verso casa, l’indomani sarebbero ripartiti, quando passarono di fronte al liceo scientifico. Il ragazzo alzò involontariamente lo sguardo verso le finestre dell’edificio nel sentire suonare la campanella.
<< Era la tua scuola? >> chiese Fulvia notando l’esitazione negli occhi dell’altro.
Federico annuì abbassando la testa e l’attimo dopo venne travolto da una ragazza che stava correndo gettandolo per terra.
<< Lo sapevo che eri tu! >> esclamò la nuova arrivata ridendo << Ti ho visto dalla finestra dell’aula di chimica! >>.
<< Però >> rispose il ragazzo lieto di vederla << Che vista! Complimenti Flavia >>.
<< Francesco! Te l’ho detto che era Fede! >>.
Un altro ragazzo si avvicinò ai due aiutandoli a rimettersi in piedi.
<< La tua amica non sbaglia mai >> disse Francesco dopo aver abbracciato Federico << Quando sei arrivato? >>.
<< Ieri sera >>.
<< Stronzo, perché non ci hai avvisato? >> esclamò Flavia spintonandolo << Siamo o no i tuoi migliori amici? >>.
Il ragazzo coi capelli chiari scoppiò a ridere ricordando che loro tre erano sempre stati inseparabili fin dall’asilo.
Come cambiano le cose, si ritrovò a pensare mentre li osservava.
<< Federico >> lo richiamò la voce di Fulvia.
Solo in quel momento il ragazzo si ricordò che c’era anche lei. Sollevò gli occhi azzurri verso la donna e sorrise leggermente imbarazzato.
<< Scusami Fulvia, loro sono due miei amici Francesco e Flavia. Ragazzi, lei è Fulvia. È la madre delle mie sorelle >>.
I due amici si scambiarono una breve occhiata prima di allungare la mano in segno di saluto.
<< Ti va di vederci un po’ dopo pranzo oppure… >> propose Francesco titubante e messo in soggezione dalla figura autoritaria della donna.
<< Sì, mi farebbe molto piacere ragazzi. Noi ripartiamo domani mattina, venite da me? Sarò abbastanza incasinato con le cose da portare via e…beh… >>.
<< Certo >> lo interruppe Flavia notando che si stava incartando << A dopo, Fede >>.
<< Fratello, prendo Flavia e veniamo >> disse l’altro ragazzo muovendosi verso il suo motorino.
 
Fulvia stava riponendo alcune cose nella valigia lieta di tornare a casa mentre dalla camera del ragazzo provenivano grida giocose sia di Federico che dei suoi due amici. Dovevano essere un trio davvero molto affiatato e Letizia aveva fatto un buon lavoro col figlio. Cosa che lei non era mai riuscita a fare. Con le sue figlie aveva sempre avuto un atteggiamento distaccato senza lasciarsi andare a frasi dolci o attenzioni particolari. Eleonora era quella che aveva avuto di meno da lei ma al contempo era la nipote che aveva avuto di più da Ennio. Mai il signor Domenghi si era affezionato tanto a un nipote. Ripensò poi a quando aveva scoperto di essere incinta di Claudia. Augusto l’aveva già tradita con Letizia e Federico aveva due anni, aveva pensato che quello fosse il segno per ricominciare nuovamente con l’uomo che aveva sposato. Ilaria e Serena poi erano nate nel tentativo di dare anche lei un maschio a suo marito, nell’essere all’altezza di quella ragazza che senza impegno aveva dato alla luce un erede che avrebbe continuato il cognome dei Domenghi. Nel rifletterci a mente fredda, era assurdo ma in quei momenti aveva creduto che fosse l’unico modo per tenersi stretto al fianco Augusto. Ora si rendeva conto che non sarebbe cambiato niente. Quei pensieri le fecero venire il desiderio di sentire le sue ragazze, così prese il cellulare lasciato sul tavolo e compose velocemente il numero di Ilaria. Sua figlia le rispose immediatamente.
<< Ciao mamma! >> esclamò la ragazza << Quando torni? >>.
Fulvia sorrise nel sentire la sua voce allegra. Ilaria era così, pareva che nulla potesse abbatterla.
<< Domani >> rispose << Come state? Avete pranzato? >> aggiunse riferendosi anche a Serena.
<< Sì, mamma. Zia Angela ha fatto la carne impanata per tutti! >>.
<< Che compiti hai per domani? >>.
<< Matematica, geografia e scienze >>.
<< Credo che sia ora di iniziare signorinella allora! Passami Serena >>.
<< Okay, mamma. Ti faccio sapere se vengo interrogata! Ti voglio bene >>.
Ci furono diversi secondo di pausa prima che Fulvia potesse sentire l’altra sua figlia.
<< Ciao Sere >> salutò << Com’è andata a scuola? >>.
<< Bene, mamma >>.
<< E’ successo qualcosa? Stai male? >>.
<< Mi fa male la testa >> mormorò la bambina.
La donna si ricordò di alcuni accertamenti che aveva fatto fare alla figlia su consiglio del medico e di cui ancora non aveva ricevuto i referti. Sperò che portassero buone notizie.
<< Prova a dormire un po’, piccola >> disse desiderando come non mai essere con la figlia in quel momento.
Serena aveva appena due anni quando si era separata dal marito e l’aveva cresciuta praticamente da sola. Si sentiva molto legata a lei.
<< Va bene. C’è zia qui, te la passo >>.
Si salutarono e questa volta Fulvia non dovette attendere molto prima di ascoltare la voce della sorella.
<< Ciao Angela, come va lì? >>.
<< Tutto bene, non preoccuparti. Ilaria è una baby-sitter fantastica con Aurora e Cristiano, questa estate la porterò tutti i giorni al mare con me >>.
Entrambe risero sapendo che la tredicenne adorava i cuginetti più piccoli.
<< Hai fatto fare quegli esami a Serena? >> chiese poi Angela.
<< Sì ma non ho ancora i risultati >> rispose l’altra.
<< Vedrai che non sarà nulla >> la rassicurò prontamente la sorella << Solo che… >> ci fu un attimo di esitazione nella voce << …prevenire è meglio che curare >>.
 
<< Così lei è la madre…delle tue sorelle >> fece Francesco lanciando all’amico una pallina da tennis con la quale stava palleggiando.
Federico la afferrò al volo e annuì lanciandola subito dopo a Flavia. Era uno stupido gioco di passaggi che facevano sempre mentre chiacchieravano, lo usavano per rilassarsi.
<< Lo sai che non è proprio una frase normale da sentire? >>.
<< Hai la delicatezza di un elefante in un negozio di cristalli! >> esclamò l’unica ragazza facendo passare la pallina sulla scrivania prima di arrivare nuovamente a Francesco.
Tutti e tre scoppiarono a ridere.
<< Ormai per me è una cosa normale >> rispose il padrone di casa << Non ci faccio quasi più caso >>.
<< Ed è giusto che sia così, Fede >> disse Flavia posandogli una mano sulla spalla.
Il ragazzo le sorrise. Dei tre lei era quella calma e riflessiva del gruppo, la loro coscienza.
<< Sicuro che vuoi andare a vivere con loro? Sai perfettamente che potresti venire a stare da me tranquillamente. Mia madre ti adora già >>.
<< Non è che mi salti addosso sotto la doccia? >> scherzò Federico riferendosi all’omosessualità dell’amico pienamente accettata sia tra loro che in famiglia.
<< Probabile, ho un debole per quegli addominali >> rispose stando al gioco l’altro lanciandogli la pallina.
Risero di nuovo.
<< Sul serio, ne sei sicuro? Quella >> Francesco indicò la porta riferendosi a Fulvia << La conosci appena >>.
<< Sì, sono sicuro. Fulvia può sembrare fredda e distaccata ma…non so spiegartelo. E poi ci sono le mie sorelle >>.
<< Tra cui quella che è una stronza >> commentò Flavia.
<< Chi? Quella che ha sempre dei meravigliosi vestiti? >> domandò l’altro ragazzo.
<< Sei gay fino alla punta dei capelli tu >> commentò Federico tirandogli contro la solita pallina con una certa forza << Si chiama Eleonora >>.
<< Si veste sempre in modo impeccabile, puoi farle i complimenti da parte mia >>.
<< Sapete, non credo che sia molto stronza come vuol far credere >>.
<< Perché tu sei troppo buono >> fece la ragazza.
Federico scosse il capo.
<< Credo che gliene siano capitate tante e che sia solo un modo per difendersi. Ma sono altrettanto convinto che le sia successa qualcosa che la farà cambiare >>.
 
 
 
 
  
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