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Autore: YoursSincerelyLouis    10/10/2013    1 recensioni
DAL TESTO:
"Ciao!", esclamò qualcuno alle mie spalle e sobbalzai, colto di sorpresa.
Imprecai tra me e me, sottovoce, mi voltai e mi ritrovai a due spanne da un ragazzo sorridente. Il fiato mi mancò, indietreggiai immediatamente e mi accorsi di quanto bello fosse quel ragazzo. Sperai di non essere rosso in viso, anche se l'imbarazzo mi stava divorando dentro.
"Sono Louis.", sorrise ancora, porgendomi la mano, "Tu sei Harry, giusto?", chiese infine.
Rimasi piuttosto confuso da quel ragazzo piuttosto esuberante, ma sorrisi, divertito dal suo strano accento.
"Come fai a conoscermi?", gli strinsi la mano.
[Larry Stylinson as a romance.]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Love is blind.

Pov Harry.
 
Da qualche settimana la scuola era diventata davvero un inferno. I professori nutrivano una qualche forma di odio nei miei confronti, i miei voti erano decisamente scarsi e a causa di tutto ciò ero stato messo in punizione da mia madre per due settimane, durante le quali non potevo né uscire, né usare il PC. Ma ciò che rendeva il tutto peggiore aveva un nome ben preciso: Zayn Malik. Occhi scuri e capelli neri, alzati in una cresta, camminata da duro e voce profonda, calda e dannatamente sexy. Inutile dire che gli sbavavo dietro da ben due anni, cioè dalla prima superiore, ma lui era uno di quei ragazzi belli quanto bastardi. E lui era bello da morire. Purtroppo la mia cotta non era ricambiata, proprio per niente, siccome lui si divertiva a rendermi la vita ancora peggiore di quanto già non fosse.
"Styles!", sentii urlare dall'altro lato del cortile della scuola.
Un brivido percorse la mia spina dorsale e accelerai il passo verso l'ingresso della scuola. Sentii dei passi familiari sempre più vicini e il panico si fece spazio nel mio petto, facendomi addirittura male. Quasi mi misi a correre, pur di sfuggirli, ma una mano mi afferrò la spalla con forza e mi strattonò fino al retro della scuola.
"Lasciami!", dissi, dimenandomi per liberarmi, ma inutilmente.
"Caro Harry, perché non ti sei fermato quando ti ho chiamato?", chiese lui, spingendomi contro il muro e tenendomi saldamente dalle spalle.
"N-non ti avevo sentito, scusami.", sussurrai.
Lui strinse le mie spalle fino a farmi male ed io strinsi gli occhi, trattenendo quasi il respiro.
"Quando ti chiamo, devi venire subito da me.", disse a denti stretti, a pochi centimetri dal mio viso, "Chiaro?!", urlò infine ed io sussultai.
"Sì, Zayn, t-tutto chiaro.", sussurrai, con un filo di voce.
"Benissimo.", ghignò in un modo spaventoso, "Ora dammi i tuoi soldi e sparisci.", mi ordinò.
Lasciò la presa dalle mie spalle ed io ripresi a respirare, con parecchia fatica. Sfilai il mio portafoglio dalla tasca superiore del mio zaino e lo aprii, tremando esageratamente. Ero abituato a quei suoi modi violenti nei miei confronti, ma ogni volta mi spaventava sempre di più ed il tremore e la paura si impossessavano di me. Presi le uniche tre sterline che possedevo e gliele porsi, ma lui fece una smorfia ben poco rassicurante e le afferrò velocemente.
"Solo questi?", chiese ed io annuii.
"Non ho altro, mi dispiace.", abbassai il capo, sperando di fargli almeno un po' di tenerezza.
Zayn si infilò i soldi nella tasca dei suoi jeans e mi prese per un polso, con talmente tanta forza da farmi gemere di dolore, mentre con l'altra mano mi diede un pugno dritto nello stomaco. Mi piegai istintivamente per il male e lui mi lasciò andare, mentre io boccheggiai qualche istante, senza riuscire a respirare.
"Grazie dei soldi, riccio! Ma la prossima volta portane di più.", mi fece l'occhiolino e se ne andò, lasciandomi a terra dolorante.
Schifo. Mi facevo fottutamente schifo.
Aprii l'armadietto e ci posai i libri dentro, sospirando rumorosamente.
"Ciao!", esclamò qualcuno alle mie spalle e sobbalzai, colto di sorpresa.
Imprecai tra me e me, sottovoce, mi voltai e mi ritrovai a due spanne da un ragazzo sorridente. Il fiato mi mancò, indietreggiai immediatamente e mi accorsi di quanto bello fosse quel ragazzo. Sperai di non essere rosso in viso, anche se l'imbarazzo mi stava divorando dentro.
"Sono Louis.", sorrise ancora, porgendomi la mano, "Tu sei Harry, giusto?", chiese infine.
Rimasi piuttosto confuso da quel ragazzo piuttosto esuberante, ma sorrisi, divertito dal suo strano accento.
"Come fai a conoscermi?", gli strinsi la mano.
"Ho letto il nome sul quaderno che avevi prima in mano", rise ed io lo osservai.
La sua risata era stupenda e lui era davvero un bellissimo ragazzo. La sua mano stringeva ancora la mia e fui scosso da un brivido, ma mi ricomposi immediatamente, sperando che lui non se ne fosse accorto.
"Comunque sono nuovo in questa scuola, ho bisogno di ambientarmi, tu mi sembri sveglio e quindi perfetto per farmi da guida personale.", disse velocemente, lasciando la mia mano, mentre si osservava intorno curiosamente.
Quel ragazzo dannatamente bello stava chiedendo a me di farlo ambientare a scuola? Lo stava chiedendo proprio a me? Allora forse la fortuna esisteva e per una volta aveva deciso di girare a mio favore. 
"Harry?", mi richiamò.
"Conosco bene questa scuola, quindi potrei aiutarti volentieri.", sorrisi e lui esultò.
"Perfetto! Ora c'è lezione, quindi sarebbe meglio andare, ma quando inizia la pausa pranzo, mi vieni a prendere? Così mi fai fare un giro.", disse Louis, con entusiasmo e gesticolando in un modo comico, ma per niente impacciato.
"Certo, con piacere.", sussurrai, totalmente distratto dai suoi bei lineamenti, "In che aula sei?", chiesi e lui guardò un pezzo di carta stropicciato che stringeva tra le mani. 
Poi prese una penna, strinse il tappo tra i denti e lo tirò via, per poi afferrare una mia mano. Impugnò la penna, iniziò a scrivere sulla mia pelle ed era semplicemente bellissimo con quell'espressione concentrata.
"Cosa stai facendo?", chiesi, non staccandogli gli occhi di dosso.
"Ecco fatto!", richiuse la penna, "A dopo, Harry."
Mi regalò l'ennesimo sorriso mozzafiato, mentre si dirigeva verso la sua aula, ed il mio cuore perse un battito. Mi guardai la mano e ci lessi un "Aula #28. Appena suona la campanella. xx -L" scritto con una calligrafia quasi illeggibile e disordinata, ma allo stesso tempo così bella. Pensai che quel ragazzo strambo ed esuberante mi avesse scombussolato la giornata, ma quello che non sapevo era che mi avrebbe scombussolato la vita intera, portando una ventata di allegria e una buona dose di affetto, che decisamente mancava nella mia vita.

 
La campanella suonò e sobbalzai dallo spavento. Durante la lezione non avevo ascoltato nulla e mi ero limitato ad osservare la scritta sulla mia mano, pensando ai suoi occhi grandi e azzurri, ai suoi capelli piuttosto lunghi, lisci e disordinati, e alle sue mani piccole e morbide. Come potevo sentire il cuore impazzire per un ragazzo che avevo visto solo per pochi minuti? 
Scattai in piedi e mi diressi verso l'aula numero ventotto e quando vidi il numero inciso sulla porta, il mio cuore perse un altro battito. La porta era ancora chiusa, perciò mi appoggiai al muro accanto e ripresi ad osservare la sua calligrafia. La porta si aprì ed un fiume di gente iniziò ad uscire, mentre con lo sguardo cercavo lui.
"Harry!"
Lui mi si parò di fronte, cogliendomi ancora di sorpresa e mi spaventai per l'ennesima volta. 
"Scusami, non volevo farti spaventare.", rise, appoggiandomi una mano sulla spalla e cercando il mio sguardo, che non tardò ad arrivare.
"Non fa niente.", risi insieme a lui, "Andiamo?"
Lui annuì e ci incamminammo verso la mensa.
Pranzammo insieme, ridemmo, scherzammo e fu tutto perfetto. Quel ragazzo era così simpatico, così intelligente e così bello che improvvisamente non mi importava più di nulla. La scuola sarebbe diventata piacevole, prenderle da Zayn Malik avrebbe fatto meno male e della punizione di mia madre ormai mi sarebbe importato poco o niente. La mia vita di lì a poco avrebbe iniziato a ruotare attorno ad un unico punto fisso: Louis Tomlinson.


 
Dopo circa sei mesi, lui si era ambientato a scuola, ma continuava a ronzarmi intorno. Non che mi dispiacesse, anzi, Louis era la cosa più bella che mi fosse mai capitata ed eravamo diventati inseparabili. Lui era il mio migliore amico ed io ero il suo. Passavamo tutti i giorni insieme, anche i pomeriggi e insieme a lui stavo davvero bene. Con lui ero davvero me stesso e trascorrevamo così tanto tempo insieme che le persone iniziarono a considerarci come un’unica persona, dotata di un’unica anima.
"Ciao, mio riccio sexy.", disse Louis ed io risi.
"Ciao, Lou.", ricambiai e lui mi scompigliò i capelli.
Oramai ero abituato ai suoi modi un po' troppo confidenziali, anche se io li interpretavo in un modo sicuramente diverso da quello che intendeva lui, ma poco importava. Ero io ad illudermi, ero io a starci male, e non mi importava.
"Stasera andiamo a farci un giro?", chiese ed io storsi il muso.
"Sono in punizione.", abbassai il capo e lui sbuffò.
"Di nuovo?! Ma quella donna non si stanca mai di metterti sempre in punizione?!", esclamò allargando le braccia teatralmente ed io gli risi in faccia.
"Lou, quella donna è mia madre.", alzai gli occhi al cielo e lui rise.
"Ma volevo vederti questa sera.", si avvicinò e iniziò a giocherellare con i miei capelli.
"Sarà per un'altra volta.", sorrisi tristemente.
"E se ti rapissi?", scherzò, afferrandomi una mano.
"Verrei con te."
"E staresti con me per sempre?", chiese, ridendo con entusiasmo.
"Se lo vorrai, sì, per sempre."
Il problema era che per Louis era tutto uno scherzo, ma io ero sincero. Sarei rimasto con lui finché avesse voluto, anche per sempre.
"Allora stasera vengo e ti rapisco, tieniti pronto per le venti e trenta.", rise, mi baciò una guancia e poi ritornò al suo armadietto per prendere i libri.
Mi sfiorai una guancia e sospirai, guardandolo andare via. Volevo Louis Tomlinson con tutto me stesso e lo avrei avuto, in un modo o nell'altro.


(20:18)
DA: Lou<3 
Curly, sei pronto per stasera? xx


Sorrisi, dopo aver letto il messaggio, il mio cuore scalpitava e faceva le capriole, senza smettere un istante.

(20:19)
A: Lou<3
Pronto per annoiarmi a morte a casa? Sì, direi di sì...


Mi buttai sul mio letto e fissai il soffitto, attendendo la risposta di Louis. Avevo davvero voglia di vederlo e mi mancava davvero tanto, nonostante lo avessi visto solo poche ore prima.

(20:22)
DA: Lou<3
Allora sei pronto ad annoiarti a morte INSIEME A ME? <3


Quella scritta maiuscola affiancata dal cuoricino mi fecero mancare il respiro e sorrisi, mordicchiandomi il labbro inferiore. Pensai a cosa rispondere, quando lo schermo si illuminò nuovamente.

(20:24)
DA: Lou<3
Hey, Hazza, hai intenzione di lasciarmi fuori e continuare a sorridere come un ebete o vuoi aprirmi? Fa freddo qua fuori :(


Spalancai gli occhi e rilessi il messaggio diverse volte, cercando di capirne il senso. Non avevo sentito suonare il campanello e poi come faceva a sapere che stavo sorridendo? Mi guardai intorno e notai qualcuno sul balcone della mia stanza. Era Louis. Risi forte e mi alzai dal letto, dirigendomi verso di lui. Gli aprii la porta e lui si fiondò dentro, strofinandosi le braccia e tremando parecchio.
"Si muore di freddo!", quasi urlò ed io mi affrettai a tappargli la bocca con una mano.
"Zitto! Se ti sente mia madre, ti manda fuori a calci in culo e non penso sia il caso, non credi?", lui rise forte ed io lo seguii immediatamente.
"Abbracciami, che ho freddo", sussurrò al mio orecchio ed eseguii subito.
Lo avvolsi tra le mie braccia e lo strinsi forte, beandomi delle sue carezze e del suo profumo. Lui nascose il viso tra il mio collo e la mia spalla e ci lasciò qualche bacio. Lo pregai mentalmente di smetterla, altrimenti avrei perso totalmente la testa e l'avrei sbattuto sul letto, facendogli solo Dio sa cosa
"Bellino il tuo pigiama a pois.", sussurrò al mio orecchio, ridendo.
Mi guardai e mi resi conto solo in quel momento di essere in pigiama. Mi maledii mentalmente, ma poi risi, stringendolo ancora tra le mie braccia.
"Allora vado a cambiarmi, ci metto un attimo."
Mi staccai, ma lui fece un verso di disapprovazione e mi riafferrò per un fianco. 
"No, torna qua.", mi riabbracciò, "Ho ancora freddo e tu sei bello sempre, anche con il pigiama.", sussurrò tra le mie braccia ed io arrossii violentemente.
Per Louis ero bello sempre. Louis mi trovava bello. Sempre. Non ci credevo. Il mio cuore stava totalmente impazzendo ed io ero felice, anzi, molto più che felice. 
"Perché il tuo cuore batte così veloce?", chiese Louis improvvisamente.
Spalancai gli occhi e mi allontanai subito, guadagnandomi un'occhiataccia da parte sua.
"Era solo una domanda, non ti ho detto di lasciarmi andare.", piagnucolò, riavvicinandosi.
Lo evitai sedendomi sul letto e ignorandolo, sperando che lui si fosse dimenticato di quella domanda a cui non avrei saputo rispondere.
"Guardiamo un film?", domandai, sorridendogli e facendogli spazio accanto a me.
Lui si sedette vicino a me e appoggiò la testa sulla mia spalla, stringendosi a me. In un certo senso odiavo questi suoi modi di fare, perché mi illudevano davvero tanto, ma allo stesso tempo li amavo, perché mi facevano sentire davvero bene e desiderato. Accesi la TV e misi il primo film che trovai, senza badare troppo a quale fosse stato.
"Anche il mio cuore batte forte quanto il tuo, quando sono con te.", sussurrò lui, guardandomi.
Quell'affermazione mi mandò in confusione totale. Non volevo sentirmi dire frasi del genere se lui le intendeva in un modo differente. Rimasi in silenzio a guardare la televisione senza neanche ricambiare il suo sguardo, ancora fisso su di me.
"Harry?", domandò.
"Che c'è?"
"Sei arrabbiato con me?", si sdraiò sul letto.
Rimasi seduto, osservandolo. Poi lui mi prese per una mano e mi fece sdraiare accanto a lui. Quel letto ad una piazza era decisamente troppo piccolo per due persone, ma stringendosi ci si poteva stare piuttosto bene. Mi voltai verso di lui, stringendolo a mia volta e guardandolo negli occhi. Eravamo decisamente troppo vicini e quel silenzio si stava prolungando per troppo tempo, ma non era imbarazzante.
"Non sono arrabbiato con te.", gli sorrisi e lui ricambiò.
Infilò una gamba tra le mie e strinse i miei fianchi ancora di più, mentre io gli accarezzavo il viso, ignorando completamente la televisione. Noi eravamo sempre intimi, ma non in quel modo.
"Allora mi dai un bacio?", mi chiese, avvicinandosi pericolosamente ed io mi tirai indietro.
"Non saprei dartelo.", sussurrai ad occhi chiusi e lui si ritrasse.
"Che vuol dire?", chiese, corrugando la fronte ed io arrossii, distogliendo lo sguardo.
"Non ho mai baciato qualcuno.", abbassai lo sguardo.
Lui sorrise e strofinò dolcemente il naso contro il mio. 
"Potrei essere il primo, sempre se te la senti.", si avvicinò ancora ed io annuii.
Chiuse gli occhi ed io lo imitai, finché non sentii una leggera pressione sulle labbra e mi resi conto che erano le sue premute sulle mie. Mi strinse forte tra le sue braccia e rimanemmo con le labbra incollate per qualche istante. Il mio cuore batteva all'impazzata ed il mio stomaco era sottosopra. Mi sentivo nel posto giusto e con la persona giusta. Per la prima volta nella mia vita mi sentivo completo e realizzato. Ma poi lui si staccò ed io emisi involontariamente un verso contrariato, accompagnato da una smorfia. Quel bacio era durato decisamente troppo poco e ne volevo un altro, altri dieci, altri cento, altri mille.
"Rimani qui stanotte?", sussurrai, senza pensare alle conseguenze e all'assurdità di quella richiesta.
"E avvisi tu i nostri genitori?", rispose, ridacchiando ed io morii dall'imbarazzo.
"Non devono saperlo per forza.", sussurrai e lui rise.
"Rimarrei volentieri, ma facciamo un'altra volta, okay?", mi diede un bacio sulla guancia e si alzò dal letto, districandosi dal nostro abbraccio.
"Promesso?", lo seguii e lui mi prese una mano, avvicinandosi.
"Promesso, honey.", mi baciò sulla guancia.
“Ora devo tornare tardi, che se no mia madre mi uccide.”, ridacchiò ed io continuai a guardarlo negli occhi.
"Buonanotte, Lou.", gli sorrisi.
"Buonanotte, riccio sexy."
Appoggiai una mano sul suo fianco e premetti dolcemente le mie labbra sulle sue, chiudendo gli occhi, e fortunatamente lui non si ritrasse, ma strinse la presa tra i miei capelli. Sarei rimasto ore e ore a baciarlo, ma arrivò il momento di staccarsi e lui uscì sul balcone, per poi scavalcare la ringhiera e scendere giù, arrampicandosi tra i rami di un albero.
Ma tutto ciò cosa significava per lui? Eravamo ancora migliori amici o qualcosa di più intimo? In quel momento non mi importava. Portai le dita a sfiorarmi le labbra, ripensando a quei baci e mi sdraiai sul letto, aspettando di cadere in un sonno profondo.
 
 
La mattina successiva fremevo dalla voglia di vedere Louis e di stare con lui, baciarlo, abbracciarlo ed ogni cosa possibile ed immaginabile. Perciò una volta a scuola, mi aggiustai i ricci leggermente appiattiti e presi un profondo respiro, per poi andare a cercarlo. Neanche il tempo di voltarmi, che me lo trovai a pochi metri di distanza ed il mio cuore perse un battito. Ma la presenza di un ragazzo al suo fianco mi fece bloccare il respiro in gola. 
"Hazza!", esclamò, scuotendo una mano per salutarmi e venendomi in contro, seguito da quel ragazzo.
Rimasi immobile, fissandoli e aspettando delle spiegazioni. 
"Ciao.", sussurrai.
Lui mi sorrise e mi avvolse tra le sue braccia, per poi sussurrarmi all'orecchio un "Sei bellissimo.
Mi sciolsi istantaneamente e quasi mi dimenticai della presenza di quel ragazzo.
"Lui è Liam!", esclamò, staccandosi da me e indicandolo con entusiasmo.
"Sono Harry.", dissi, stringendogli la mano e osservandolo.
Era alto come me, ma più muscoloso e possente. Aveva gli occhi color nocciola e i capelli cortissimi ai lati, ma più lunghi sopra. Il suo sorriso era di quelli da farti mancare il fiato e il suo modo di vestire mi piaceva parecchio. Era davvero un bellissimo ragazzo e la paura si impossessò di me. Perché Louis lo conosceva? Perché erano insieme? E se Liam fosse stato interessato a Louis? Al mio Louis.
"Mi piace un sacco il nome Harry!", esclamò Liam, sfoggiando il suo sorriso smagliante.
Sorrisi falsamente, mentre dentro stavo morendo dalla gelosia e dai dubbi. Grazie a qualche forza suprema, la campanella suonò e Liam se ne andò, non prima di aver dato un bacio sulla guancia a Louis. Un bacio sulla guancia?!
"Anche tu hai storia ora, giusto?", mi chiese Louis, avvolgendomi un braccio intorno alla vita.
Annuii, cercando inutilmente di scacciare via la scena di poco prima dalla mia testa. Infine ci staccammo, entrammo in classe e ci mettemmo ai soliti posti in fondo a destra. La lezione cominciò, ma la gelosia continuava ad attanagliare il mio stomaco.
"Lou?", sussurrai e lui mi guardò, incitandomi a continuare.
"Chi era?", domandai e lui ridacchiò.
"Era Liam. Ti sei già dimenticato il suo nome? Sei un disastro.", rise ancora.
"Louis! Hai capito cosa intendo.", risposi duramente e lui si fece serio.
"Era un mio compagno di classe nella mia vecchia scuola e siccome anche lui ora viene qua, ci siamo fermati a parlare un po'.", mi spiegò ed io annuii, poco convinto.
"È un bel ragazzo...", constatai e lui aggrottò la fronte.
"Non c'è dubbio, ma anche se fosse gay, tu con lui non ci staresti.", disse a denti stretti, guadagnandosi un'occhiataccia dalla professoressa, che entrambi ignorammo.
"Perché?", lo stuzzicai, sorridendo furbamente e lui si avvicinò pericolosamente a me.
In quel momento ringraziai di essere seduti in un angolo della classe, ma comunque non potevamo superare un certo limite.
"Perché sei mio, Harry Styles.", sussurrò, guardando le mie labbra e passando la lingua tra le sue, lentamente.
"E tu?", chiesi, appoggiandogli una mano sulla coscia e lui sussultò leggermente.
"Io cosa?", appoggiò una mano sopra la mia.
"E tu sei mio?", lo guardai negli occhi e li vidi luccicare.
"Avete finito voi due di chiacchierare?!", sbottò la professoressa e ci allontanammo di scatto.
"Sì, ci scusi.", rispose Louis, posando lo sguardo sul banco ed io lo imitai.
Giocherellai con una gomma per qualche minuto, senza ascoltare una parola della lezione e pensando solamente ad una possibile risposta alla mia domanda. Ogni tanto lanciavo un'occhiata a Louis, ma lui era troppo occupato a tenere lo sguardo puntato sul libro, anche se ero sicuro che anche lui, come me, non stesse ascoltando. 
Appena la campanella suonò, Louis approfittò del chiasso generale per darmi un bacio sulla guancia ed io sorrisi come un ebete.
"Ci vediamo nella pausa pranzo, ci sarà anche Liam.", disse, alzandosi e raccogliendo tutti i suoi libri.
"E comunque non ti devi preoccupare, lui è fidanzato.", mi fece l'occhiolino e mi lasciò un bigliettino sul banco.
"A dopo, Lou.", ricambiai il suo sorriso e lui uscì.
Presi il bigliettino, lo aprii e rimasi senza fiato, con il cuore che sembrava galoppare nel mio petto.
Sono tuo da quando ti ho visto per la prima volta, Harry, e sarò tuo per sempre x. –Louis


 
Quasi corsi per arrivare in tempo nella mensa della scuola, ma quando arrivai non trovai né Liam né Louis e ci rimasi male. Sbuffai sonoramente e ne approfittai per andare in bagno.
Stavo per tirare lo sciacquone, quando sentii distintamente la voce di Louis farsi sempre più vicina e realizzai che si trovava nell'entrata del bagno.
"Siamo in ritardo.", disse Louis, aprendo il rubinetto.
"Harry sarà già in mensa?", chiese quello che mi sembrava Liam.
Decisi di rimanere in silenzio ad origliare la conversazione tra i due, per scoprire qualcosa sul loro legame.
Nonostante Louis mi avesse chiarito ogni dubbio, era sempre meglio verificare.
"Penso di sì, è sempre puntuale.", ridacchiò Louis e mi sentii quasi preso in giro.
"Come va tra voi due?", chiese Liam, dopo che le risate cessarono.
"Bene.", rispose Louis, freddamente e ci rimasi male.
Perché limitarsi ad un 'bene'? Perché usare quel tono freddo e distaccato? Per fortuna Liam parlò al posto mio.
"Solo bene? Non hai altro da dirmi?", lo spronò e Louis ridacchiò ancora.
"Sai, Liam", chiuse il getto d'acqua, "Penso di amarlo.", ed il mio cuore si fermò.
Avevo sicuramente sentito male, lui non poteva amarmi ed io non potevo averlo scoperto in quel modo.
"Chi?", chiese Liam e Louis sbuffò.
"Liam, svegliati! Penso di amare Harry.", ribadì ed io quasi scoppiai dalla gioia.
"Perché pensi? Lo ami o no?", domandò Liam.
Rimasero entrambi in silenzio per qualche istante e l’ansia mi stava distruggendo, finché non sentii Louis sospirare.
"Lo amo.", rispose l'altro.
Sorrisi ed il mio cuore scalpitava di felicità.
Ma io? Io lo amavo? 
L'unica cosa certa era che non sarei riuscito a guardarlo in faccia almeno fino al giorno dopo, così appena i due ragazzi uscirono dal bagno, mi fiondai in classe e rimasi lì fino alla fine della pausa pranzo.
 
(13:04)
DA: Lou<3
Hey, dove sei? Ti aspettiamo al nostro solito tavolo xx

(13:06)
A: Lou<3
Devo finire di studiare delle cose, scusami ma non riesco proprio a venire... Ci vediamo domani ;)

(13:07)
DA: Lou<3
Domani? Non torniamo a casa insieme? :(

(13:09)
A: Lou<3
Viene mia madre a prendermi... Ci vediamo domani, un bacio x

(13:11)
DA: Lou<3
Va bene... Ti voglio bene, un bacione xx


Mentire a Louis mi era risultato difficile, ma davvero non sarei riuscito a guardarlo in faccia dopo quello che avevo scoperto. Avevo intenzione di rimanere a casa tutto il pomeriggio a pensare a qualunque cosa ci fosse stata tra me e Louis. Lo amavo? Volevo davvero stare insieme a lui? Era lui che volevo nella mia vita? Smisi di pensarci e decisi che ne avrei parlato con l'unica persona che mi avrebbe potuto aiutare: mia sorella Gemma.


 
Tornato a casa, corsi in camera e buttai lo zaino sul letto, per poi cambiarmi e darmi una rinfrescata. Mangiai qualcosa alla veloce e mi diressi verso la camera di Gemma, per poi bussare.
"Avanti!", esclamò lei.
Aprii la porta e lei era sul letto, a gambe incrociate, con il PC in grembo e un sorriso stampato in viso.
"Ciao, Gem.", sussurrai e lei sorrise ancora.
"Ciao, che succede?", mi scrutò ed io mi accomodai accanto a lei.
Era mia sorella ed era normale che riuscisse a capirmi con una sola occhiata, ma a volte mi spaventava seriamente.
"Devo parlarti di una cosa...", accennai.
"Dimmi pure.", affermò ed io sospirai.
"Non so da dove iniziare.", ridacchiai nervosamente e lei alzò gli occhi al cielo.
"Inizia dicendomi chi o cosa riguarda.", consigliò ed io annuii.
"Riguarda un amico.", iniziai.
Lei conosceva Louis, sapeva quanto eravamo legati e quanto fosse importante la nostra amicizia, ma non le avevo parlato dei nostri baci e di tutto ciò che andava oltre all'amicizia, nonostante fosse consapevole della mia omosessualità.
"Chi?", chiese ed io scossi la testa.
"Non ha importanza.", ma la verità era che non volevo fare il nome di Louis.
Lei stravedeva per lui e probabilmente mi avrebbe dato consigli poco oggettivi se avesse saputo che si trattava di lui. Perciò optai per un semplice 'amico'.
"Dai, racconta.", mi sorrise dolcemente.
"In pratica tra me e questo amico sta iniziando ad esserci qualcosa...", sussurrai, con lo sguardo puntato sul materasso, ma fui interrotto da un gridolino di Gemma.
"Davvero?! Chi è? Mio fratello ha un ragazzo e devo sapere chi è!", esclamò lei, scuotendomi dal braccio con fin troppo entusiasmo.
"Gemma, fammi finire, mi dai un consiglio, poi ti dico chi è ed infine esulterai quanto vorrai.", affermai, serio e lei annuì.
"Va bene, vai avanti.", sorrise, mantenendo la presa sul mio braccio.
"Dicevo, questo mio amico mi piace parecchio e stiamo andando con calma, ma ho origliato una sua conversazione con un ragazzo e ho scoperto che mi ama.", dissi, tutto d'un fiato e lei mi fissò per qualche istante.
"E qual è il problema?", chiese.
"Il problema è che siamo agli inizi, io non so se ricambio allo stesso modo ed infine nessuno è mai stato innamorato di me e ciò mi spaventa.", sospirai e mi resi conto di quanto stupido fossi a farmi problemi del genere.
"Harry, rilassati.", mi diede una carezza sulla guancia ed io mi calmai leggermente, "Se ti ama, allora non gli costerà nulla aspettare che tu sia sicuro di amarlo a tua volta. Se ti ama davvero non avrà fretta e ti darà tutto il tempo che ti serve. Harry, è una cosa stupenda il fatto che Louis ti ami e non devi esserne spaventato, perché sono sicura che lui non te l'abbia detto per non metterti pressione.", continuò ed io sorrisi, sia per il suo discorso che per essere stato scoperto così facilmente.
"Come fai a sapere che sto parlando di Louis?", chiesi e lei si rese conto di essersi fatta scappare una parola di troppo.
"Piccolo Harold, io non sono stupida e vi ho sentiti l'altra sera. E invitare qualcuno a rimanere a dormire con te, nello stesso letto, per farvi le coccole, non è esattamente da amici.", rispose lei, con ovvietà ed io arrossii violentemente.
"Non lo dirai a mamma, vero?", chiesi, spaventato e lei mi scompigliò i capelli, scuotendo la testa.
"Comunque tu e Louis siete perfetti insieme e sapevo che un giorno vi sareste messi insieme.", mi sorrise ed io ricambiai.
"Grazie, Gem, davvero.", l'abbracciai e lei mi strinse forte, lasciandomi un bacio tra i capelli.
Forse aveva ragione: Louis avrebbe rispettato i miei tempi e non mi avrebbe fatto pressione.
Ma in quel momento mi resi conto che lui non era un passo avanti a me, ma eravamo esattamente sulla stessa lunghezza d'onda.
Anche io lo amavo e questa verità mi colpì in pieno petto, facendomi male, ma anche bene allo stesso tempo.
 
Ero sul mio letto, sdraiato a fissare il soffitto, pensando a Louis, che non si faceva sentire dalla mattina e sospirai. Poi mi voltai e vidi Gemma ferma sulla porta che sorrideva e le feci cenno di avvicinarsi.
"Ti serve qualcosa?", domandai e lei sorrise ancora di più, se possibile.
"Ha appena chiamato Louis.", esultò ed io mi alzai di scatto.
"Perché non me l'hai passato?!", esclamai e lei rise.
"Mi ha detto di dirti che passa dopo cena per salutarti.", ignorò la mia domanda, "Ma con 'salutarti' cosa intendeva?", rise ed io mi coprii il volto dall'imbarazzo.
"Gemma, non pensare male, ti prego.", piagnucolai e lei rise ancora più forte.
"Va bene, non voglio sapere cosa farete quando passerà a salutarti, ma fate piano perché le pareti sono sottili e non vorrei mai che la mamma ti sentisse ansimare senza controllo.", rise di gusto ed io rimasi sconvolto.
"Gem!", esclamai, "Louis ed io non facciamo queste cose!"
"Non ancora.", mi corresse ed io sbuffai scherzosamente, pur di non rispondere a quell'affermazione.
"Ora vattene, che devo cambiarmi.", la spinsi fuori dalla stanza, ridendo insieme a lei.
Quella ragazza era quasi più fastidiosa di me, ma non avrei saputo come fare senza di lei a darmi consigli. Le volevo un bene immenso ed ero felice di averla come confidente.
Mi cambiai velocemente, togliendomi la tuta e infilandomi la mia t-shirt preferita e un paio di jeans neri attillati. Mi aggiustai i capelli e sperai con tutto me stesso di piacere a Louis, nonostante non fossi proprio presentabile. 
Scesi al piano di sotto, sedendomi sul divano, accanto a Gemma, che ridacchiava e mi osservava.
"Rilassati, è solo Louis.", sussurrò lei, cercando di non farsi sentire da nostra madre.
"Ma mamma lo sa che viene?", e lei annuì.
"A quanto pare per lei è normale che un ragazzo venga a trovare il suo migliore amico a quest'ora", disse con una nota di divertimento nella sua voce.
Non ebbi il tempo di replicare, che qualcuno suonò al campanello e io scattai in piedi, asciugandomi i palmi sudati sui jeans.
Aprii la porta e "Ciao Lou.", sorrisi e lui entrò in casa.
"Buonasera.", sorrise a mia madre e mia sorella, che ricambiarono il saluto.
"Vuoi qualcosa da bere o da mangiare? Se volete vi faccio una cioccolata calda.", offrì mia madre a Louis.
Sbuffai perché l'unica cosa che avrei voluto in quel momento era Louis in camera mia a baciarmi, solo noi due, senza nessun’altro.
"Se non disturbo, una cioccolata va benissimo.", si accomodò accanto a mia madre e le regalò uno di quei sorrisi che avrebbe dovuto rivolgere a me.
"Tesoro, la vuoi anche tu?", chiese, rivolgendosi a me ed io annuii, scocciato, mentre lei spariva in cucina.
"Avete circa cinque minuti per salutarvi come si deve, prima che torni mamma", disse Gemma, divertita, mentre tornava in camera sua.
Louis rise e, dopo che mia sorella se ne era andata, mi fece cenno di avvicinarmi a lui, sorridendo. Mi avvicinai e feci per sedermi sulla sedia accanto a lui, ma mi afferrò per una mano e mi accomodai sulle sue gambe, facendomi sentire il ragazzo più felice del pianeta.
"Mi sei mancato oggi.", sussurrò, appoggiandomi una mano sulla coscia e sentii un brivido percorrere la mia spina dorsale.
"Anche tu.", risposi, appoggiando le mie labbra sulle sue, dolcemente.
Lui ricambiò il bacio, cercando di approfondirlo, ma lo interruppi subito.
"Mia madre potrebbe arrivare a momenti e non mi sembra il caso di farglielo scoprire in questo modo.", ridacchiai e lui con me.
"Prima o poi dovrà saperlo.", mi ribaciò velocemente.
Chiusi gli occhi e mi abbandonai tra le sue braccia, lasciandomi cullare dal suo profumo e dal calore del suo corpo, mentre lui mi lasciava baci qua e là. 
"Dormi con me.", sussurrai, mantenendo gli occhi chiusi. 
Non era una domanda, una richiesta, ma era un'affermazione, una necessità. Volevo dormire con lui, ne sentivo il bisogno, sarebbe stato un passo avanti che ero pronto a fare e che desideravo fare con tutto il mio cuore. Ma lui non ebbe il tempo di rispondere.
"Ho sentito dei passi.", affermò, lasciandomi andare e mi alzai, mettendomi seduto sulla sedia accanto alla sua.
Infatti mia madre arrivò dopo pochi secondi e posò delicatamente le tazze fumanti di cioccolata calda sul tavolo.
"Ecco a voi.", ci sorrise maternamente.
"Grazie, Anne.", rispose Louis ed io non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.
Era bellissimo, come sempre, ma le labbra arrossate per i baci lo rendevano ancora più bello. 
Mia madre prese posto di fronte a me, vicino a Louis, che era a capotavola, e la odiai in quel momento. Louis e mia madre parlavano tranquillamente, mentre io sorseggiavo la cioccolata e tenevo gli occhi fissi su di lui, osservando le sue labbra e sentendole ancora sulle mie. 
"Dimmi un po', Louis, ce l'hai la ragazza?", domandò mia madre.
La cioccolata mi andò di traverso e tossii forte, stupito dalla domanda diretta di mia madre e incuriosito dalla risposta che avrebbe dato Louis.
"Ehm, sì, qualcosa del genere.", rispose lui, lanciandomi un'occhiata e sorridendomi.
Mia madre non capì, mentre io mi nascondevo il viso in qualunque modo possibile, siccome ero arrossito e sicuramente non poco.
"E chi è la fortunata?", chiese entusiasta ed io risi.
"Non posso dirlo.", rispose lui ridacchiando.
"Harry non mi parla mai della sua vita sentimentale.", disse lei con una smorfia di disapprovazione.
"Perché non c'è nulla da dire!", mi difesi e lei alzò gli occhi al cielo.
"Sei un bellissimo ragazzo e non ci credo che non hai qualcuno di speciale.", affermò lei e Louis annuì.
"Già, Harold, secondo me ci nascondi qualcosa!", Louis le resse il gioco e in quel momento l'avrei ucciso con le mie stesse mani.
"Lou, smettila!", esclamai e lui mi pizzicò la guancia.
"Sei arrossito! Quindi io e tua madre abbiamo ragione! Ci nascondi qualcuno.", ridacchio e mia madre era d'accordo.
"Harry, a noi puoi dire tutto. Chi è?", sorrise, dando una gomitata complice a Louis ed io sbuffai sonoramente.
"Se c'era qualcuno di speciale, dopo questa non ci sarà più.", lanciai un'occhiataccia a Louis, che rise, mimando un "Scusa".
"Va bene, la smettiamo.", disse mia madre, alzandosi e prendendo le tazze sporche per lavarle.
"Noi andiamo in camera, mamma.", affermai, alzandomi e facendo cenno a Louis di seguirmi.
 
Una volta arrivati in camera mia, lo presi per un braccio e lo strattonai, facendolo appoggiare al muro.
"Sei pazzo?!"
"Perché?", chiese, ridacchiando e strofinando il naso sulla mia guancia, "Allora mi dici chi è questa persona così speciale?", continuò, lasciandomi qualche bacio e qualche morso sulla guancia.
"Lo sai.", addolcii la mia presa.
"Mhm", mugugnò, "No, non lo so.", mi baciò ancora.
"Sei tu, sciocco.", gli presi il viso tra le mani, per far incontrare i nostri sguardi.
"Immaginavo.", sorrise, baciandomi la punta del naso.
"Sei stupido.", feci aderire il mio corpo al suo, mentre lui ridacchiava.
Mi strinse i fianchi e fece scontrare i nostri bacini, mentre una miriade di brividi si impossessavano di me. Finalmente appoggiò le sue labbra sulle mie ed entrambi chiudemmo gli occhi, concentrandoci esclusivamente uno sull'altro. Ci baciammo più profondamente, per poi far incontrare le nostre lingue e una strana sensazione attanagliò il mio stomaco. Stavo baciando quello che era il mio migliore amico da mesi e che mi piaceva da altrettanto tempo. Non l'avrei mai creduto possibile, non avrei mai pensato che lui avesse potuto ricambiare ciò che provavo per lui e tutto quello mi faceva scoppiare il cuore di gioia. 
Lo spinsi delicatamente sul letto e mi sdraiai sopra di lui, mentre continuavamo a baciarci e a far scorrere le nostre mani sui nostri corpi.
"Rimani qua stanotte.", sussurrai sulle sue labbra e lui mi osservò per qualche istante.
"Va bene.", sorrise e passò una mano tra i miei capelli, "Harry, noi cosa siamo?", chiese ed io lo guardai confuso.
"Voglio dire", si schiarì la voce, "Se ti chiedessi di essere il mio ragazzo, cosa risponderesti?", ed io sorrisi.
"Prova a chiedermelo."
"Harry, vuoi essere il mio ragazzo?", arrossì ed il mio cuore perse un battito.
"Assolutamente sì.", lo baciai.
"Ma non dobbiamo dirlo a nessuno.", abbassai lo sguardo e lui corrugò la fronte.
"Perché?", chiese ed io sospirai.
"Zayn potrebbe prendersela anche con te.", sussurrai e lui spalancò gli occhi.
"Mi avevi detto che non ti aveva più toccato!", esclamò ed io annuii.
"Sì, ma se scoprisse che sono gay e pure fidanzato, pensi che non tornerebbe a darmele? E le darà anche a te...", chiusi gli occhi e lui mi passò una mano sulla schiena per calmarmi.
"Se prova a toccarti, lo uccido a mani nude.", sorrise.
"E i suoi scagnozzi ucciderebbero te.", sospirai e lui scosse la testa.
"Harry, finché starai con me, nessuno ti torcerà un capello, intesi?", lo guardai negli occhi e mi resi conto di quanto lo amassi.
"Grazie, Lou.", appoggiai il mio viso sul suo petto.
"Siamo passati da estranei a migliori amici ed infine ad amanti in neanche un anno. Non è strano?", domandai e lui scosse la testa.
"No, perché io avevo in mente questo fin da subito. Ricordi quando ti ho rivolto la parola per la prima volta?", domandò ed io annuii.
"Ti avevo parlato perché ti trovavo bello.", la sua risata riecheggiò nel mio orecchio e sentivo il suo cuore battere veloce.
Lo amavo con tutto me stesso e sapevo che lui amava me, ma nessuno dei due lo disse. Forse perché eravamo ancora spaventati, forse perché non eravamo pronti o forse perché era così palese che non era necessario dirlo ad alta voce. No, a noi bastava guardarci negli occhi per capire quanto ci amassimo e probabilmente un giorno saremmo stati pronti a confessarcelo ad alta voce.
"Mi hai salvato, Lou.", dissi ad occhi chiusi ed era vero.
Qualche anno dopo realizzai quanto quella frase, detta in preda alla felicità, fosse stata vera. Louis mi aveva salvato, in ogni modo possibile.
Lui era stato la mia ancora di salvezza nei momenti difficili.
Lui mi era stato accanto nei momenti bui.
Lui aveva curato ogni mia ferita.
Lui era il mio punto di riferimento.
Lui era l’amore della mia vita.
Lui era la mia anima gemella.
Lui era Louis Tomlinson e non avrei mai potuto chiedere di meglio, perché anche se a volte era fastidioso, esuberante o troppo lunatico, per me era stato facile innamorarmi di lui.
Forse perché, si sa, l’amore è cieco.
 

Angolo autrice:
Salve <3
So che mi pensavate morta, magari qualcuno ci sperava anche, ma eccomi ancora qua <3
Questa OS.. Bo non so perché ma mi andava di scriverla ahah
Spero vi piaccia e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate <3
Grazie mille a tutti, a chi ha letto, a chi recensirà e a chi magari chiuderà la pagina dopo la prima riga ahah
Grazie di cuore, un bacione .x
P.s. Ringrazio di cuore la mia Babe, che mi sostiene sempre e che troverete qua: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=233391 <3
Se volete contattarmi, scrivetemi pure su Facebook, per qualsiasi cosa <3  
   
 
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