Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: slytherin ele    10/10/2013    2 recensioni
Dal testo:"Sospiro, guardandolo ancora, il suo aspetto non è cambiato: è sempre stato la copia di Draco con i lineamenti più dolci, presi da nostra madre.
Chissà se riuscirò a ricominciare a chiamarlo papà, è da tanto che la mamma si rivolge a me, chiamandolo per nome. Solo quando è di buon umore, naturalmente!
Immersa nei miei pensieri non mi accorgo di una persona che mi parla, un individuo abbastanza alto, trasandato e con un forte accento.
“Signorina, devo far partire le barche! Su, su, si sieda!” Non mi dà neanche il tempo di replicare, che mi trovo catapultate sulla panca di legno dell’imbarcazione, quasi stesa su un primino, che diventa del tutto rosso."
Storia classificatasi seconda al contest "Alter-ego contest" di TheHeartIsALonelyHunter.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da Epilogo alternativo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nickname autore: slytherin ele

Titolo: Ex Novo… Eminatio

Rating: Giallo

Genere: Generale

Pairing: nessuno

NdA: Il titolo non è una citazione di nessuno (XD), ma forse l’espressione latina più conosciuta al mondo “Ex Novo” (Da capo) con una mia aggiunta, che può creare un po’ di panico o timore (Eminatio= Minaccia), ma non temete, non è così terribile, altrimenti il rating sarebbe più alto!

Spero piaccia! :)

Questa ff partecipa a “Il contest degli alter-ego” di TheHeartIsALonelyHunter.

 

 

Ex Novo… Eminatio

 

Cosa succede, quando la felicità di tua madre non comprende anche te?

 

 

Eccomi qui, infine! Il castello di Hogwarts si presenta davanti a me in tutta la sua maestosità e antichità, capace di metterti in soggezione, così come di affascinarti.

Mi fermo un attimo, incantata. Qui è tutto così diverso dalla mia vecchia scuola gallese, c’è come un alone di mistero e magia. Niente a che vedere con l’edificio in stile “Ministero della Magia”, costruito in onore di Caramell, più di trent’anni fa, e per dovere di cronaca, con i suoi soldi. Si era pagato una costruzione intera, l’egocentrico!

Guardo le barche in cui salgono i primini e poi le carrozze. Vedo di sfuggita mio fratello, Scorpius, salire su una di essa; sorride, o meglio, ghigna nella direzione di alcuni suoi compagni. Per tutto il viaggio non si è degnato di rivolgermi una sola parola, ma ci sono abituata ormai. Non possiamo essere legati, non è colpa sua. I nostri genitori si sono separati, quando io avevo sei anni e lui sette. Si sono divisi anche i figli come degli oggetti, io mi sono trasferita a Cardiff con mia madre, mio padre si è tenuto mio fratello. Da quel momento, ci siamo visti solamente durante le feste, più per convenzione che per vera necessità.

Che ci faccio qui? Bella domanda. Astoria Greengrass in Malfoy, poi tornata Greengrass, ha deciso di sposarsi nuovamente con un mago che conosceva da tempo immemore. Francamente, penso tradisse papà con quel tizio, ma sono congetture mie. Questo individuo, che gira in casa mia, ormai da quasi nove anni, le ha chiesto di sposarla, lei è andata in brodo di giuggiole, naturalmente, ma io? Che posto occupavo io nei suoi piani per la felicità? Nessuno! Mi sembra logico. Quindi, eccomi qui. Tornata alle origini, se si può dire. Nell’altra scuola, avevo degli amici, una vita; qui: nulla.

Spero soltanto che il mio rapporto con Scorpius non sia perduto, so che non lo è del tutto: ci scrivevamo ogni settimana anche quando ero a Cardiff, ma non è lo stresso. Sospiro, guardandolo ancora, il suo aspetto non è cambiato: è sempre stato la copia di Draco con i lineamenti più dolci, presi da nostra madre.

Chissà se riuscirò a ricominciare a chiamarlo papà, è da tanto che la mamma si rivolge a me chiamandolo per nome. Solo quando è di buon umore, naturalmente!

Immersa nei miei pensieri non mi accorgo di una persona che mi parla, un individuo abbastanza alto, trasandato e con un forte accento.

“Signorina, devo far partire le barche! Su, su, si sieda!” Non mi dà neanche il tempo di replicare, che mi trovo catapultate sulla panca di legno dell’imbarcazione, quasi stesa su un primino, che diventa del tutto rosso.

Mi scusò, mettendomi a sedere composto, le gambe unite, le mani poggiate in grembo, la schiena diritta, come la Purosangue che sono; non che io sia fissata! Se t’insegnano a comportarti in un certo modo… Le abitudini son dure a morire!

Sento i bambini parlottare intorno a me: c’è chi urla entusiasta, chi vuole tornare a casa e chi afferma che sarà smistato a Grifondoro.

Guardo di sottecchi, quest’ultimo: capelli rossi corti, occhi marrone chiaro, lentiggini. Mi sovviene alla mente l’ultima lettera di mio fratello, che mi aveva inviato poco dopo aver saputo del mio trasferimento.

Diceva qualcosa inerente ai capelli rossi, non ricordo… Ah, giusto! I Weasley, quelli che nonno Lucius detestava, con cui mio padre litigava un giorno sì e l’altro anche, persone da cui stare alla larga. Storco il naso e reprimo l’istinto di spostarmi sulla panca, in modo da allontanarmi. Non ho pregiudizi, se gli avessi a quest’ora quel deficiente del nuovo marito di mia madre sarebbe sepolto, però mi fido dei miei parenti, di Scorpius da sempre e non voglio mettermi nei guai.

 

 

Solo l’unica a non aver detto nulla ancora, quando raggiungiamo la porta di legno, che ci separa dalla Sala Grande, ma mi sembra normale. Sono l’unica ad avere quattordici anni qui! Quei bambinetti sembrano quasi temermi.

Qualunque brusio ci fosse stato prima, termina nel momento in cui una signora elegante di cica trent’anni si pone di fronte a noi: ha i capelli ramati, raccolti in uno chignon, la carnagione chiara e un vestito lungo fino alle ginocchia di colore verde.

“Salve, nuovi studenti. Sono la professoressa di Pozioni, nonché la direttrice della casata Serpeverde. Il mio nome è Faithe Fary. Potete rivolgervi a me con l’appellativo di Professoressa, signorina Fary o Madame, non accetto abbreviazioni di sorta.” Si guarda per un attimo intorno, mentre io sento una ragazzina, vicino a me, tremare spaventata. Il ghigno tipico dei miei familiari compare sul mio volto. Non ci posso far nulla, è intrinseco nel mio DNA trarre piacere dalla sofferenza altrui.

“Molto bene!” dice l’insegnante di quella che è da sempre la mia materia preferita, spero di non dover cambiare idea per colpa sua. “La nostra scuola, come saprete, è divisa in quattro Case, fondate da quattro celebri maghi, di cui non starò a elencare i nomi or ora. Ognuno di voi, varcata questa soglia, sarà chiamato da me per nome e cognome e smistato dal Capello Parlante. Una volta saputa la vostra Casa di appartenenza, vi alzerete dallo sgabello e in silenzio, andrete a sedervi. La Preside non gradisce il chiasso, né le proteste, i vostri compagni già lo sanno. Domande?” Ci squadra uno per uno, fermando i suoi occhi su di me.

Il silenzio che segue, conferma che tutti hanno compreso, la donna si avvicina a me. “Il tuo caso è un po’ particolare. Sarai smistata per prima…” Non ci trovo nulla di male e dentro di me sospiro sollevata, finché non pronuncia la frase seguente. “Ti consiglio di non farti notare, di essere più veloce degli altri a sedere e di non accettare provocazioni di sorta. Spero, infine, che tuo fratello non crei scompiglio, dando adito alle parole poco garbate che seguiranno alla pronuncia del tuo nome.”

Rimango impietrita per un secondo, poi abbasso il capo, mordendomi un labbro, far parte della mia famiglia comporta ancora dei problemi, lo so! In Galles, molti avevano storto il naso, ma poi si erano abituati alla mia presenza. Avrei dovuto riniziare tutto da capo, per di più nella scuola, dove tutto era successo e dove Scorpius continua a ostentare la sua superiorità. Per un momento avevo sperato di non doverlo fare, mi ero illusa.

Sospiro, mentre sento alcuni ragazzini chiedere chi io sia, senza ricevere una risposta, poi la signorina Fary apre la porta.

Espiro, facendo il primo passo. Stranamente, migliaia di occhiate assassine e rancorose non mi fulminano, ma so il perché: ancora non comprendono. Di lì a poco, mi additeranno come i Babbani fanno con le streghe. Cerco di mostrarmi impassibile, mentre i miei occhi vagavano per la grande sala alla ricerca di quelli di Scorpius. Mi sorride, appena li incrocio, un sorriso vero e tranquillizzante; in ogni caso, lui sarà dalla mia parte, non ne ho mai dubitato.

Non mi è difficile individuare i Potter e i Weasley e mi stupisco di vederne uno smistato a Serpeverde, dovrebbe essere il secondogenito di Harry Potter e Ginevra Weasley, se non sbaglio. Sembra una persona silenziosa, che tende a farsi gli affari suoi, ma anche affabile. Dovrebbe avere un anno in più di me, se non sbaglio! Ma non ne sono certa. Chissà perché me li immaginavo tutti esuberanti e chiacchieroni? Saranno i classici pregiudizi infondati.

Sorrido, lievemente, pensando che potrei cambiare i dea su molte cose e persone, durante il mio soggiorno obbligato a Hogwarts, quando un tonfo e delle risate alla mia destra mi fanno voltare, insieme a tutti i primini, che sobbalzano agitati e spaventati.

Ritiro tutto, quel ragazzo è solo l’eccezione che conferma la regola!

Quell’eccesso d’ilarità proviene da un gruppo di persone con i capelli rossi e le lentiggini. Ce n’è solo uno diverso, al centro, colui che deve aver scatenato il tutto: ha i capelli neri ricci e gli occhi azzurri. Ride, indicando un ragazzino, due file davanti a me: lo stesso che avevo già classificato come Weasley, non mi sbagliavo! Ride, anche lui, felice.

Scuoto la testa, Grifondoro. Posso metterci tutta la buona volontà del mondo, ma non li capirò mai.

Guardo, di nuovo, il ragazzo bruno, dagli occhi verdi, che ora ascolta il discorso di un suo compagno, senza intervenire. Deve essere triste! Tutti i suoi famigliari sono Grifoni e lui si trova lì; ormai si sarà abituato, ma il Primo Anno dev’essere stato duro!

Mi accorgo di essere rimasta incantata a fissarlo, quando un primino mi tira per la manica. Lo squadro truce, lui diventa piccolo piccolo, sotto il mio sguardo, ma poi indica, davanti a noi: la professoressa Fary sta parlando. Faccio spallucce, le cerimonie iniziali sono sempre le stesse, starà spiegando le regole della scuola e delle Casate, probabilmente ci dirà di fare attenzione ad alcuni luoghi e di non avvicinarsi proprio a degli altri.

Una noia mortale! Vedo Scorpius parlare con un ragazzo scuro di pelle, dev’essere il figlio di Zabini, papà ci andava abbastanza d’accordo. Mio fratello è una persona un po’ strafottente, ma simpatica e gentile, se non gli dai un motivo per renderti l’esistenza impossibile; sono contenta che abbia trovato degli amici, se lo merita. Sorrido, ma poi la mia espressione cambia, quando vedo due ragazze avvicinarsi: ci provano spudoratamente con Scorp, sbattono le ciglia e fanno le ochette. Se avranno fortuna, non farò parte dei Serpeverde, altrimenti dovranno stargli alla larga; so essere piuttosto possessiva e gelosa nei  confronti di mio fratello; non importa se non abbiamo vissuto insieme per anni! Non è cambiato nulla: è sempre Scorpius per me!

 

Mi risveglio di colpo, quando la signorina Fary annuncia l’inizio dello smistamento, dicendo:

“Quest’anno tra i nuovi allievi, c’è una persona che viene da Cardiff, dall’istituto Caramell; e frequenterà nella nostra scuola gli ultimi tre anni. Ora, siete diventati curiosi, alcuni sospettosi, probabilmente, ma vi avverto qualunque imprecazione, insulto, commento di qualsivoglia natura verrà punito! Due mesi come aiutante del custode, al suo completo servizio: è questa la punizione!” La professoressa è seria e nessuno osa parlare, sento solo un leggero mormorio dalle parti dei Grifondoro. Qualcuno mi sta fissando, ne sono certa. Girò il volto di poco e incontrò gli occhi azzurri di una ragazza. Mi guarda quasi arrabbiata, deve aver capito chi sono! Sostengo il suo sguardo e quando il ghigno made in Malfoy spunta sulle mie labbra, lei mostra un espressione consapevole, ma non dice nulla, si limita a passarsi una mano fra i capelli rossi lunghi e mi indica a quello che deve essere il primogenito della famiglia Potter, lui mi squadra, ma non comprende, fino a che lei non gli bisbiglia qualcosa all’orecchio, lo vedo digrignare i denti. Leggo sulle sue labbra un “peccato” quasi stizzito. Sorrido, sarcastica.

Anche se non fossi stata una Malfoy, dubito che avrei accettato delle avance da te, Bellimbusto!

 

“Spero che sia chiaro a tutti!” dice la direttrice di Serpeverde. Poi tira fuori un rotolo di pergamena; non lo apre, non ne ha bisogno: glielo leggo negli occhi che il mio nome le è rimasto impresso nella mente. “Kathleen Antlia Malfoy.”

Il silenzio cala, persino i docenti hanno smesso di parlare. Mi impongo di essere calma e mi dirigo verso lo sgabello. In questi momenti la maschera fredda che ci insegnano a portare, serve eccome! Senza impazzirei, sotto lo sguardo condannatore di molti, stupito di pochi, disgustato di alcuni.

Nessuno tranne quella Weasley e altri pochi aveva capito; complice di questo è il mio aspetto: occhi grigi a parte, ho presa tutto da mia madre, i suoi lineamenti delicati, i capelli, leggermente mossi, castano scuro, persino il naso, leggermente, all’insù è il suo. Per questo fa ancora più effetto negli altri sapere chi sono, o meglio a che famiglia appartengo, perché solo i bravi osservatori ci arrivano. Quelli che hanno notato i miei occhi, gli sguardi complici e fraterni con Scorpius e gli hanno collegati alla minaccia di Faithe Fary.

Mi siedo sullo sgabello, guardo fisso davanti ame, dove ci sono i primini, che sono più stupiti o spaventati che altro. Non devo perdere la concentrazione, se mostro la mia paura anche solo per un attimo, è la fine!

“Hm… Hm…. Hm…” Il Capello Parlante emette alcuni mormorii, dopo essere stato poggiato sulla mia testa. Cerco di non pensare a nulla che non sia Scorpius, desidero davvero finire

Nella sua stessa Casa, che è anche quella dei miei genitori, dei miei avi. Sembra strano, ma più le persone tendono a denigrarmi per qualcosa, più il mio orgoglio me lo fa sentire necessario, indispensabile.

“Beh, la scelta più ovvia sarebbe la Casata di Salazar, non è così signorina?” Chiede il Cappello, più rivolto a se stesso che a me.

I brusii nella Sala Grande aumentano, sento un distinto ed esclamato “ti pareva” provenire da uno dei Tassorosso, strano da parte loro, considerando che di solito sono abbastanza miti. Vedo Scorpius lanciare uno sguardo inceneritore al ragazzo che ha parlato: un tipo dai capelli scuri e gli occhi neri, che sembra volermi mangiare con gli occhi.

Ecco! Scoperto il motivo! Se conosco mio fratello come dovrei, quello lì non avrà vita facile. Per un momento mi sento in colpa, ma passa subito e un ghigno denigratorio compare sul mio volto; nello stesso momento nella mia mente compare l’immagine di un corpo buttato nel Lago Nero, contornato dalle urla del malcapitato.

“Oh…” sospira il copricapo magico. “Pensavo di poterci provare… Un volta, almeno…” Ha l’aria sconsolata, come se fosse triste, come se i suoi propositi fossero stati infranti. “Volevo vedere che succedeva a mettere un Malfoy tra i Grifondoro…” Sussultò a quelle parole, Scorpius sta per alzarsi e dire qualcosa; vedo che vorrebbe distruggere quello oggetto infernale, che potrebbe condannarmi a tre anni di sofferenze, inganni e scherzi crudeli, ma si ferma.

“Non sei adatta, mio malgrado… Hai uno spirito di sopravvivenza quasi intrinseco e… Anche un certo livello di astuzia… So che sei anche, fondamentalmente buona, ma tendi a nasconderlo… Ti piace di più la tua parte, non cattiva… Provocatoria, forse…” Sospira ancora una volta, cominciando a darmi sui nervi, stringo due dita fra loro per farmi passare la voglia di scagliarlo contro una parete.

Gli rivolgo un pensiero, che è tutto per lui dalla prima all’ultima sillaba, intimandogli di muoversi. Non appare spaventato, anzi ride sommessamente, facendomi irritare di più.

La mia maschera di freddezza sta svanendo poco a poco, ma non mi importa: non vedranno più la paura, ma la mia voglia di fare a piccoli pezzettini quel pezzo di stoffa vecchio e malconcio.

Deve capire, che non è tutto uno scherzo, che potrei mettere in atto il mio ultimo pensiero, perché dopo aver sospirato, nuovamente, dice: “Sono riuscito a smistare un Potter tra i Serpeverde… Verrà un giorno in cui anche uno dei tuoi discendenti o quelli di tuo fratello sarà adatto… Quel giorno lo farò diventare un Grifondoro… Purtroppo non è oggi: tu sei una Serpeverde, Kate, e questo lo devo accettare.”

Mi alzo dalla sedia come scottata. Se il buon giorno si vede dal mattino…

Il mio soggiorno in questa scuola non sarà dei migliori.

Mi dirigo verso Scorpius, mentre un sottofondo di brusii mi accompagna.

Ha fatto spostare uno dei nostri compagni, quindi posso sedermi vicino a lui. Ci guardiamo e lui mi stringe una mano sotto il tavolo. L’ultima frase detta dal Capello Parlante è sembrata a entrambi una minaccia, anche se non sappiamo perché…

Incrocio lo sguardo con il secondo genito Potter, che mi sorride… Se c’è, l’ha fatta lui, forse, potrà riuscirci anche uno della nostra famiglia.

Sospiro. Potrò sembrale crudele, ma sono felice di non aver dovuto provare l’esperienza…

 

 

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: slytherin ele