Nickname autore:
slytherin ele
Titolo: Ex
Novo… Eminatio
Rating: Giallo
Genere: Generale
Pairing: nessuno
NdA: Il titolo non
è una
citazione di nessuno (XD), ma forse l’espressione latina
più conosciuta al
mondo “Ex Novo” (Da capo) con una mia aggiunta, che
può creare un po’ di panico
o timore (Eminatio= Minaccia), ma non temete, non è
così terribile, altrimenti
il rating sarebbe più alto!
Spero piaccia! :)
Questa ff partecipa
a “Il contest
degli alter-ego” di TheHeartIsALonelyHunter.
Ex
Novo… Eminatio
Cosa
succede, quando la
felicità di tua madre non comprende anche te?
Eccomi
qui,
infine! Il castello di Hogwarts si presenta davanti a me in tutta la
sua
maestosità e antichità, capace di metterti in
soggezione, così come di
affascinarti.
Mi fermo
un
attimo, incantata. Qui è tutto così diverso
dalla mia vecchia scuola gallese, c’è
come un alone di mistero e magia. Niente a che vedere con
l’edificio in stile
“Ministero della Magia”, costruito in onore di
Caramell, più di trent’anni fa,
e per dovere di cronaca, con i suoi soldi. Si era pagato una
costruzione
intera, l’egocentrico!
Guardo
le
barche in cui salgono i primini e poi le carrozze. Vedo di sfuggita mio
fratello, Scorpius, salire su una di essa; sorride, o meglio, ghigna
nella
direzione di alcuni suoi compagni. Per tutto il viaggio non si
è degnato di
rivolgermi una sola parola, ma ci sono abituata ormai. Non possiamo
essere
legati, non è colpa sua. I nostri genitori si sono separati,
quando io avevo
sei anni e lui sette. Si sono divisi anche i figli come degli oggetti,
io mi
sono trasferita a Cardiff con mia madre, mio padre si è
tenuto mio fratello. Da
quel momento, ci siamo visti solamente durante le feste, più
per convenzione
che per vera necessità.
Che ci
faccio
qui? Bella domanda. Astoria Greengrass in Malfoy, poi tornata
Greengrass, ha
deciso di sposarsi nuovamente con un mago che conosceva da tempo
immemore.
Francamente, penso tradisse papà con quel tizio, ma sono
congetture mie. Questo
individuo, che gira in casa mia, ormai da quasi nove anni, le ha
chiesto di
sposarla, lei è andata in brodo di giuggiole, naturalmente,
ma io? Che posto
occupavo io nei suoi piani per la felicità? Nessuno! Mi
sembra logico. Quindi,
eccomi qui. Tornata alle origini, se si può dire.
Nell’altra scuola, avevo
degli amici, una vita; qui: nulla.
Spero
soltanto
che il mio rapporto con Scorpius non sia perduto, so che non lo
è del tutto: ci
scrivevamo ogni settimana anche quando ero a Cardiff, ma non
è lo stresso.
Sospiro, guardandolo ancora, il suo aspetto non è cambiato:
è sempre stato la
copia di Draco con i lineamenti più dolci, presi da nostra
madre.
Chissà
se
riuscirò a ricominciare a chiamarlo papà,
è da tanto che la mamma si rivolge a
me chiamandolo per nome. Solo quando è di buon umore,
naturalmente!
Immersa
nei
miei pensieri non mi accorgo di una persona che mi parla, un individuo
abbastanza
alto, trasandato e con un forte accento.
“Signorina,
devo far partire le barche! Su, su, si sieda!” Non mi
dà neanche il tempo di
replicare, che mi trovo catapultate sulla panca di legno
dell’imbarcazione,
quasi stesa su un primino, che diventa del tutto rosso.
Mi
scusò,
mettendomi a sedere composto, le gambe unite, le mani poggiate in
grembo, la
schiena diritta, come la Purosangue che sono; non che io sia fissata!
Se
t’insegnano a comportarti in un certo modo… Le
abitudini son dure a morire!
Sento i
bambini
parlottare intorno a me: c’è chi urla entusiasta,
chi vuole tornare a casa e
chi afferma che sarà smistato a Grifondoro.
Guardo
di
sottecchi, quest’ultimo: capelli rossi corti, occhi marrone
chiaro, lentiggini.
Mi sovviene alla mente l’ultima lettera di mio fratello, che
mi aveva inviato
poco dopo aver saputo del mio trasferimento.
Diceva
qualcosa
inerente ai capelli rossi, non ricordo… Ah, giusto! I
Weasley, quelli che nonno
Lucius detestava, con cui mio padre litigava un giorno sì e
l’altro anche,
persone da cui stare alla larga. Storco il naso e reprimo
l’istinto di
spostarmi sulla panca, in modo da allontanarmi. Non ho pregiudizi, se
gli
avessi a quest’ora quel deficiente del nuovo marito di mia
madre sarebbe
sepolto, però mi fido dei miei parenti, di Scorpius da
sempre e non voglio
mettermi nei guai.
Solo
l’unica a
non aver detto nulla ancora, quando raggiungiamo la porta di legno, che
ci
separa dalla Sala Grande, ma mi sembra normale. Sono l’unica
ad avere
quattordici anni qui! Quei bambinetti sembrano quasi temermi.
Qualunque
brusio ci fosse stato prima, termina nel momento in cui una signora
elegante di
cica trent’anni si pone di fronte a noi: ha i capelli ramati,
raccolti in uno
chignon, la carnagione chiara e un vestito lungo fino alle ginocchia di
colore
verde.
“Salve,
nuovi
studenti. Sono la professoressa di Pozioni, nonché la
direttrice della casata
Serpeverde. Il mio nome è Faithe Fary. Potete rivolgervi a
me con l’appellativo
di Professoressa, signorina Fary o Madame, non accetto abbreviazioni di
sorta.”
Si guarda per un attimo intorno, mentre io sento una ragazzina, vicino
a me,
tremare spaventata. Il ghigno tipico dei miei familiari compare sul mio
volto.
Non ci posso far nulla, è intrinseco nel mio DNA trarre
piacere dalla
sofferenza altrui.
“Molto
bene!”
dice l’insegnante di quella che è da sempre la
mia materia preferita, spero di
non dover cambiare idea per colpa sua. “La nostra scuola,
come saprete, è
divisa in quattro Case, fondate da quattro celebri maghi, di cui non
starò a
elencare i nomi or ora. Ognuno di voi, varcata questa soglia,
sarà chiamato da
me per nome e cognome e smistato dal Capello Parlante. Una volta saputa
la
vostra Casa di appartenenza, vi alzerete dallo sgabello e in silenzio, andrete a sedervi. La
Preside non gradisce il chiasso,
né le proteste, i vostri compagni già lo sanno.
Domande?” Ci squadra uno per
uno, fermando i suoi occhi su di me.
Il
silenzio che
segue, conferma che tutti hanno compreso, la donna si avvicina a me.
“Il tuo
caso è un po’ particolare. Sarai smistata per
prima…” Non ci trovo nulla di
male e dentro di me sospiro sollevata, finché non pronuncia
la frase seguente.
“Ti consiglio di non farti notare, di essere più
veloce degli altri a sedere e
di non accettare provocazioni di sorta. Spero, infine, che tuo fratello
non
crei scompiglio, dando adito alle parole poco garbate che seguiranno
alla
pronuncia del tuo nome.”
Rimango
impietrita per un secondo, poi abbasso il capo, mordendomi un labbro,
far parte
della mia famiglia comporta ancora dei problemi, lo so! In Galles,
molti
avevano storto il naso, ma poi si erano abituati alla mia presenza.
Avrei
dovuto riniziare tutto da capo, per di più nella scuola,
dove tutto era successo e dove
Scorpius
continua a ostentare la sua superiorità. Per un momento
avevo sperato di non
doverlo fare, mi ero illusa.
Sospiro,
mentre
sento alcuni ragazzini chiedere chi io sia, senza ricevere una
risposta, poi la
signorina Fary apre la porta.
Espiro,
facendo
il primo passo. Stranamente, migliaia di occhiate assassine e rancorose
non mi
fulminano, ma so il perché: ancora non comprendono. Di
lì a poco, mi additeranno
come i Babbani fanno con le streghe. Cerco di mostrarmi impassibile,
mentre i
miei occhi vagavano per la grande sala alla ricerca di quelli di
Scorpius. Mi
sorride, appena li incrocio, un sorriso vero e tranquillizzante; in
ogni caso,
lui sarà dalla mia parte, non ne ho mai dubitato.
Non mi
è
difficile individuare i Potter e i Weasley e mi stupisco di vederne uno
smistato a Serpeverde, dovrebbe essere il secondogenito di Harry
Potter e
Ginevra Weasley, se non sbaglio. Sembra una persona silenziosa, che
tende a
farsi gli affari suoi, ma anche affabile. Dovrebbe avere un anno in
più di me,
se non sbaglio! Ma non ne sono certa. Chissà
perché me li immaginavo tutti
esuberanti e chiacchieroni? Saranno i classici pregiudizi infondati.
Sorrido,
lievemente, pensando che potrei cambiare i dea su molte cose e persone,
durante
il mio soggiorno obbligato a Hogwarts, quando un tonfo e delle risate
alla mia
destra mi fanno voltare, insieme a tutti i primini, che sobbalzano
agitati e
spaventati.
Ritiro
tutto,
quel ragazzo è solo l’eccezione che conferma la
regola!
Quell’eccesso
d’ilarità
proviene da un gruppo di persone con i capelli rossi e le lentiggini.
Ce n’è
solo uno diverso, al centro, colui che deve aver scatenato il tutto: ha
i
capelli neri ricci e gli occhi azzurri. Ride, indicando un ragazzino,
due file
davanti a me: lo stesso che avevo già classificato come
Weasley, non mi sbagliavo!
Ride, anche lui, felice.
Scuoto
la
testa, Grifondoro. Posso metterci tutta la buona volontà del
mondo, ma non li
capirò mai.
Guardo,
di
nuovo, il ragazzo bruno, dagli occhi verdi, che ora ascolta il discorso
di un
suo compagno, senza intervenire. Deve essere triste! Tutti i suoi
famigliari
sono Grifoni e lui si trova lì; ormai si sarà
abituato, ma il Primo Anno
dev’essere stato duro!
Mi
accorgo di
essere rimasta incantata a fissarlo, quando un primino mi tira per la
manica.
Lo squadro truce, lui diventa piccolo piccolo, sotto il mio sguardo, ma
poi
indica, davanti a noi: la professoressa Fary sta parlando. Faccio
spallucce, le
cerimonie iniziali sono sempre le stesse, starà spiegando le
regole della
scuola e delle Casate, probabilmente ci dirà di fare
attenzione ad alcuni
luoghi e di non avvicinarsi proprio a degli altri.
Una noia
mortale! Vedo Scorpius parlare con un ragazzo scuro di pelle,
dev’essere il
figlio di Zabini, papà ci andava abbastanza
d’accordo. Mio fratello è una
persona un po’ strafottente, ma simpatica e gentile, se non
gli dai un motivo
per renderti l’esistenza impossibile; sono contenta che abbia
trovato degli
amici, se lo merita. Sorrido, ma poi la mia espressione cambia, quando
vedo due
ragazze avvicinarsi: ci provano spudoratamente con Scorp, sbattono le
ciglia e
fanno le ochette. Se avranno fortuna, non farò parte dei
Serpeverde, altrimenti
dovranno stargli alla larga; so essere piuttosto possessiva e gelosa
nei confronti di
mio fratello; non importa se non
abbiamo vissuto insieme per anni! Non è cambiato nulla:
è sempre Scorpius per
me!
Mi
risveglio di
colpo, quando la signorina Fary annuncia l’inizio dello
smistamento, dicendo:
“Quest’anno
tra
i nuovi allievi, c’è una persona che viene da
Cardiff, dall’istituto Caramell;
e frequenterà nella nostra scuola gli ultimi tre anni. Ora,
siete diventati
curiosi, alcuni sospettosi, probabilmente, ma vi avverto qualunque
imprecazione, insulto, commento di qualsivoglia natura verrà
punito! Due mesi
come aiutante del custode, al suo completo servizio: è
questa la punizione!” La
professoressa è seria e nessuno osa parlare, sento solo un
leggero mormorio
dalle parti dei Grifondoro. Qualcuno mi sta fissando, ne sono certa.
Girò il
volto di poco e incontrò gli occhi azzurri di una ragazza.
Mi guarda quasi
arrabbiata, deve aver capito chi sono! Sostengo il suo sguardo e quando
il
ghigno made in Malfoy spunta sulle mie labbra, lei mostra un
espressione
consapevole, ma non dice nulla, si limita a passarsi una mano fra i
capelli
rossi lunghi e mi indica a quello che deve essere il primogenito della
famiglia
Potter, lui mi squadra, ma non comprende, fino a che lei non gli
bisbiglia
qualcosa all’orecchio, lo vedo digrignare i denti. Leggo
sulle sue labbra un
“peccato” quasi stizzito. Sorrido, sarcastica.
Anche se
non
fossi stata una Malfoy, dubito che avrei accettato delle avance da te,
Bellimbusto!
“Spero
che sia
chiaro a tutti!” dice la direttrice di Serpeverde. Poi tira
fuori un rotolo di
pergamena; non lo apre, non ne ha bisogno: glielo leggo negli occhi che
il mio
nome le è rimasto impresso nella mente. “Kathleen
Antlia Malfoy.”
Il
silenzio
cala, persino i docenti hanno smesso di parlare. Mi impongo di essere
calma e
mi dirigo verso lo sgabello. In questi momenti la maschera fredda che
ci
insegnano a portare, serve eccome! Senza impazzirei, sotto lo sguardo
condannatore di molti, stupito di pochi, disgustato di alcuni.
Nessuno
tranne
quella Weasley e altri pochi aveva capito; complice di questo
è il mio aspetto:
occhi grigi a parte, ho presa tutto da mia madre, i suoi lineamenti
delicati, i
capelli, leggermente mossi, castano scuro, persino il naso,
leggermente,
all’insù è il suo. Per questo fa ancora
più effetto negli altri sapere chi
sono, o meglio a che famiglia appartengo, perché solo i
bravi osservatori ci
arrivano. Quelli che hanno notato i miei occhi, gli sguardi complici e
fraterni
con Scorpius e gli hanno collegati alla minaccia di Faithe Fary.
Mi siedo
sullo
sgabello, guardo fisso davanti ame, dove ci sono i primini, che sono
più
stupiti o spaventati che altro. Non devo perdere la concentrazione, se
mostro
la mia paura anche solo per un attimo, è la fine!
“Hm…
Hm…. Hm…”
Il Capello Parlante emette alcuni mormorii, dopo essere stato poggiato
sulla
mia testa. Cerco di non pensare a nulla che non sia Scorpius, desidero
davvero
finire
Nella
sua
stessa Casa, che è anche quella dei miei genitori, dei miei
avi. Sembra strano,
ma più le persone tendono a denigrarmi per qualcosa,
più il mio orgoglio me lo
fa sentire necessario, indispensabile.
“Beh,
la scelta
più ovvia sarebbe la Casata di Salazar, non è
così signorina?” Chiede il
Cappello, più rivolto a se stesso che a me.
I brusii
nella
Sala Grande aumentano, sento un distinto ed esclamato “ti
pareva” provenire da
uno dei Tassorosso, strano da parte loro, considerando che di solito
sono
abbastanza miti. Vedo Scorpius lanciare uno sguardo inceneritore al
ragazzo che
ha parlato: un tipo dai capelli scuri e gli occhi neri, che sembra
volermi
mangiare con gli occhi.
Ecco!
Scoperto
il motivo! Se conosco mio fratello come dovrei, quello lì
non avrà vita facile.
Per un momento mi sento in colpa, ma passa subito e un ghigno
denigratorio
compare sul mio volto; nello stesso momento nella mia mente compare
l’immagine
di un corpo buttato nel Lago Nero, contornato dalle urla del
malcapitato.
“Oh…”
sospira
il copricapo magico. “Pensavo di poterci provare…
Un volta, almeno…” Ha l’aria
sconsolata, come se fosse triste, come se i suoi propositi fossero
stati
infranti. “Volevo vedere che succedeva a mettere un Malfoy
tra i Grifondoro…”
Sussultò a quelle parole, Scorpius sta per alzarsi e dire
qualcosa; vedo che
vorrebbe distruggere quello oggetto infernale, che potrebbe condannarmi
a tre anni
di sofferenze, inganni e scherzi crudeli, ma si ferma.
“Non
sei
adatta, mio malgrado… Hai uno spirito di sopravvivenza quasi
intrinseco e…
Anche un certo livello di astuzia… So che sei anche,
fondamentalmente buona, ma
tendi a nasconderlo… Ti piace di più la tua
parte, non cattiva… Provocatoria,
forse…” Sospira ancora una volta, cominciando a
darmi sui nervi, stringo due
dita fra loro per farmi passare la voglia di scagliarlo contro una
parete.
Gli
rivolgo un
pensiero, che è tutto per lui dalla prima
all’ultima sillaba, intimandogli di
muoversi. Non appare spaventato, anzi ride sommessamente, facendomi
irritare di
più.
La mia
maschera
di freddezza sta svanendo poco a poco, ma non mi importa: non vedranno
più la
paura, ma la mia voglia di fare a piccoli pezzettini quel
pezzo di stoffa vecchio e malconcio.
Deve
capire,
che non è tutto uno scherzo, che potrei mettere in atto il
mio ultimo pensiero,
perché dopo aver sospirato, nuovamente, dice:
“Sono riuscito a smistare un
Potter tra i Serpeverde… Verrà un giorno in cui
anche uno dei tuoi discendenti
o quelli di tuo fratello sarà adatto… Quel giorno
lo farò diventare un
Grifondoro… Purtroppo non è oggi: tu sei una
Serpeverde, Kate, e questo lo devo
accettare.”
Mi alzo
dalla
sedia come scottata. Se il buon giorno si
vede dal mattino…
Il mio
soggiorno
in questa scuola non sarà dei migliori.
Mi
dirigo verso
Scorpius, mentre un sottofondo di brusii mi accompagna.
Ha fatto
spostare uno dei nostri compagni, quindi posso sedermi vicino a lui. Ci
guardiamo e lui mi stringe una mano sotto il tavolo. L’ultima
frase detta dal
Capello Parlante è sembrata a entrambi una minaccia, anche
se non sappiamo
perché…
Incrocio
lo
sguardo con il secondo genito Potter, che mi sorride… Se
c’è, l’ha fatta lui,
forse, potrà riuscirci anche uno della nostra famiglia.
Sospiro.
Potrò
sembrale crudele, ma sono felice di non aver dovuto provare
l’esperienza…