Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Symphoniies    10/10/2013    2 recensioni
Mystic Fall, 1864. Katherine, in fuga da Klaus, trova riparo a Mystic Falls, a casa Salvatore dove si infatua dei due fratelli Damon e Stefan. Nessuno sa che è una vampira, tranne i due fratelli, la sua amica strega Emily, Pearl e sua figlia Anna. Un giorno, a casa Salvatore, arriverà una giovane ragazza, Vasilisa Smirnenska, vampira trasformata dal fratello di Klaus, Elijah, per salvarle la vita. Inizialmente le due giovani non si riconoscono, ma successivamente scopriranno la verità. Vasilisa, però, nasconde un passato composto da periodi felici e di periodi bui e tristi e nel vivere a casa Salvatore riuscirà ad aprire il suo cuore, a vivere l'adolescenza che non si è mai potuta permettere, e forse anche ad innamorarsi. In una storia fatta di balli, tradimenti, passione, sangue, uccisioni, riuscirà l'amore a sopravvivrete? O finirà tutto in un bagno di sangue?
Frase tratta da uno degli ultimi capitoli della storia:
- L'inferno è vuoto e tutti i diavoli sono qui.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Elijah, Katherine Pierce, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Katherine, Katherine/Stefan
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
COME LA CACCA E IL PANE
-Capitolo cinque-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Elijah?”
“Sì, tesoro?”
“Posso farti una domanda?”
“Dimmi tutto” rispose il ragazzo, prendendo la bambina di ormai otto anni in braccio e facendola sedere sulle sue ginocchia.
“Perché io cresco, il mio viso cambia, divento più alta, mentre tu, così come il resto della nostra famiglia, non cambi mai?”
“Lissa, te l’ho già spiegato” rispose paziente il fratello, sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Ma così, prima o poi, io diventerò più grande di te” disse dispiaciuta, “Non posso diventare anch’io come te?”
“Vasilisa, ascoltami, ora sei troppo piccola e non ti potresti godere il meglio dell’essere vampiri. Quando sarai più grande potrai decidere se diventarlo o no”
“Tranquillo, io ho già deciso! disse convinta Lissa, annuendo.
“Che ne dici se ne riparliamo fra qualche anno?”
“Però, se poi non vorrò più essere un vampiro, potrò decidere di rimanere come sono adesso, un’umana, giusto?”
“Lissa ti prometto che non ti priverò mai della scelta”
“Sei il miglior fratello del mondo!” esclamò la bambina, buttando le braccia al collo del vampiro per poi stampagli sulla guancia un sonoro bacio.
“Ma dimmi, chi ti ha messo in testa quelle cose?”
“Bè, prima Bekah me l’ha fatto notare”
“Tesoro, tu sei troppo intelligente per darle retta. Promettimi che se ti dirà ancora delle cose simili la ignorerai”
“Te lo prometto, fratellone”
 
Vasilisa si svegliò di colpo.
Qualcuno stava bussando alla sua porta.
“C - chi è?” chiese incerta, mettendosi a sedere.
“Lissa sono Wendy, sbrigati che dobbiamo andare a servire la colazione!” esclamò, dall’altra parte della porta.
“V - va bene. Mi vesto e arrivo subito”
“Ok, ma non fare tardi!”
Il vampiro sbadigliò, si stiracchiò e poi si alzò.
Ma perché non poteva sognare come tutte le persone normali?
Perché doveva sempre tuffarsi nei ricordi della sua vecchia vita?
Lissa si avvicinò alla finestra.
Il cielo era limpido e il sole era già sorto, illuminando villa Veritas e facendola quasi risplendere.
La ragazza si diresse verso la ciotola bianca posta sullo sgabello alto, prese la brocca contente l’acqua che poi ci versò dentro.
Dopo essersi lavata il viso, si tolse la camicia da notte e indossò il suo nuovo abito da lavoro composto da una camicia bianca dalle maniche larghe terminati con dei polsini stretti, un gilet di stoffa marrone aderente e una gonna lunga fino alle caviglie dello stesso colore del gilet.
Velocemente, si diresse verso lo specchietto mal concio appeso vicino alla finestra, si spazzolò i lunghi capelli e poi li sistemò in uno chimion alto.
Una volta uscita dalla sua stanza si diresse verso il retro di villa Veritas, nelle cucine.
“Buongiorno!” esclamò Vasilisa.
“Buongiorno” le disse Cordelia, sorridendole, “Sei arrivata giusto in tempo per andare a servire la colazione”
“Questo è per te” disse Wendy, passandole un grembiule.
In quel momento in cucina entrò un uomo, vestito in modo abbastanza elegante, “I signorini Salvatore, la signora Penelope con i figli sono pronti per ricevere la colazione”
“Chi è la signora Penelope?” chiese a bassa voce all’amica.
“E’...”
“E’ la sorella del signor Salvatore” rispose l’uomo, interrompendo Wendy, “Mi chiamo Alfred, sono il maggiordomo personale del signor Giuseppe, e tu mia cara?”
“Mi chiamo Vasilisa, signore, ma tutti mi chiamano Lissa”
“Oh, ti prego, non sono un signore. Alfred, va benissimo”
“D’accordo”
“Tieni” disse Alfred, porgendole un vassoio stracolmo di tortine, “Pronta?”
“Un po agitata, ma sì, sono pronta”
“Ricorda” disse lui, sistemandosi la camicia, “Cortese e sorridente”
Lissa annuì e quando le porte delle cucine si aprirono, un sorriso a trenta due denti si dipinse sul suo volto.
Con passo svelto la giovane seguì Alfred verso l’enorme tavolata.
“Buongiorno!” esclamò, tutta contenta, ricevendo però in cambio una serie di sguardi seri e altezzosi.
Ma che aveva fatto?
Aveva detto qualcosa di sbagliato forse?
Alfred la rimproverò con lo sguardo, tossendo per attirare l’attenzione su di lui.
Il vampiro prese un respiro profondo, poi iniziò a servire le tortine, iniziando da Stefan, che sedeva a sinistra della sedia posta a capotavola, destinata al signor Salvatore, probabilmente.
“Buongiorno, Lissa” disse lui, sotto voce, facendole un cenno con la testa.
“Buongiorno signorino” disse a sua volta, sorridendogli lievemente.
In quel momento, Giuseppe Salvatore entrò nella sala da pranzo.
Aveva un’aria severa, tutto il contrario del giorno precedente quando la madre di Lissa, Meredith, era andata a fargli visita.
“Buongiorno” esordì freddo.
“Buongiorno” risposero tutti i componenti della famiglia Salvatore presenti alla tavola, ricoperta da qualsiasi tipo di leccornia.
“Buongiorno, Lissa” disse poi, spostando lo sguardo sulla giovane che, sorpresa, si fermò con la pinza contenete la tortina alla crema di lamponi che stava per servire a una ragazzina seduta vicino a Stefan.
Ad essere stupita, però, non era la sola, in quanto tutti i presenti in sala, servi compresi, si girarono a fissarla.
“B - buongiorno, signore” disse il vampiro, un po impacciata.
“Hai dormito bene questa notte? La camera era di tuo gradimento?”
“Oh, sì, signore, il letto più comodo in cui abbia dormito in diciassette anni” rispose Vasilisa, servendo un’altra tortina al bambino che aveva incontrato il giorno prima, Claudio.
La stanza le era piaciuta veramente, ma per quanto riguardava il letto aveva leggermente mentito.
Lei non poteva sapere se questo era comodo o no, in quanto, essendo un vampiro, per lei era indifferente.
“Ah, quasi dimenticavo” disse l’uomo, sistemandosi il tovagliolo sulle ginocchia, “Famiglia, voglio presentarvi Vasilisa Johnson. Suo padre mi aiutò a costruire villa Veritas e fu anche un mio caro e grande amico, quindi, anche se lei è qui per servirci, vi chiedo di trattarla” Giuseppe spostò lo sguardo su suo figlio maggiore, Damon, “Con rispetto”
“Perché avete guardato me, padre?” chiese il ragazzo, con aria di sfida.
“Sono onorata” disse la giovane, anticipando il signor Salvatore, “Signore” aggiunse poi, quando tutti si girarono di nuovo a fissarla, “P - per essere stata accolta in questa casa, intendo”
“Finalmente qualcuno che ringrazia” disse l’uomo, buttando ancora un’occhiata al figlio, per poi mettersi a parlare con Stefan.
Lissa sospirò, senza però farsi vedere da nessuno.
Litigio scampato.
Già dal giorno precedente si era accorta che tra Damon e suo padre non correva buon sangue, ma non pensava che ci fosse così tanta tensione.
Forse perché non le era mai successo di vedere padre e figlio odiarsi così tanto.
Forse perché, anche se era stata adottata, Mikeal e Esther l’avevano sempre tratta come parte integrante della famiglia e non come una diversa, così come Meredith e Tobia.
La ragazza riprese a servire le tortine. Prima alla sorella di Giuseppe, Penelope, che non la degnò di uno sguardo e infine al più grande tra i fratelli Salvatore.
“Quale tortina preferisce, signorino?” chiese gentile.
“Preferirei un altro tipo di tortina” rispose lui, malizioso, squadrandola da capo a piedi.
Vasilisa lo guardò confusa, poi quando capì quello che in realtà voleva dire arrossì violentemente, un po per l’imbarazzo, un po per la vergogna.
Il suo istinto da vampiro le diceva di sbattere il vassoio per terra e sgozzare a morsi il ragazzo lì, in quel preciso momento, davanti a tutta la sua famiglia. La parte umana, invece, quella più razionale ed equilibrata, le impedì di farlo.
La giovane sorrise e avvicinò le labbra all’orecchio di Damon, “Scusi, la tortina che lei desidera non è in menù e mai lo sarà” disse, digrignando i denti.
“Peccato” commentò, alzando le spalle, “Allora credo che ne prenderò una al mirtillo”
Lissa prese il dolcetto e poi glielo servì.
Stava per allontanarsi, quando il ragazzo l’afferrò per il polso.
Si guardò in giro.
Nessuno sembrava aver notato il gesto di Damon.
Nessuno aveva notato nulla, come se fosse un comportamento normale.
Il vampiro si chinò di nuovo, “Desidera altro, signorino?”
“No, ma vorrei lamentarmi”
“Riguardo cosa?”
“Questa mattina mi aspettavo la colazione a letto, ma tu non sei arrivata”
Vasilisa sorrise.
Cordelia le aveva detto che Damon amava mettere in difficoltà le povere cameriere che di solito lo servivano e Wendy aveva confermato.
“La signora Cordelia mi ha detto quali sono i miei compiti e servirvi la colazione a letto non era tra questi signorino, ma, se la volete, la prossima volta potete dormire in cucina”
Il giovane stava per dire qualcosa, ma si fermò e lasciò la presa al polso, quando il padre si rivolse a Vasilisa, “Quando hai finito di servire la colazione, vorrei che venissi nel mio studio”
“C - certo signore”
Dopo essersi inchinata, uscì dalla stanza.
Oh ,mio Dio, che avesse sentito tutto?
Magari voleva rimproverarla per come aveva risposto a Damon e magari l’avrebbe anche cacciata!
No, non ci voleva pensare!
 
Una volta tornata in cucina, la trovò completamente vuota.
Meglio, pensò.
Sicuramente le avrebbero chiesto come fosse andata e non ne voleva proprio parlare.
Si guardò un po in giro e, accorgendosi che il lavandino era stracolmo di piatti e pentole sporche, decise di mettersi a pulirle.
Distrarsi l’avrebbe aiutata a non pensare a cosa avrebbe detto a sua madre una volta che l’avrebbe vista tornare a casa dopo un solo giorno di lavoro.
“Cordelia?” chiamò una voce maschile, proveniente dal cortile, “Zio Alfred?”
Lissa alzò lo sguardo da una pentola incrostata, “Non sono qui!” urlò per poi tornare a grattare.
“Sai per caso dopo posso trovarli?” chiese un ragazzo, affacciandosi alla porta della cucina.
La giovane alzò di nuovo lo sguardo e il respiro le si fermò in gola.
Era proprio bello.
“No, mi spiace” rispose, sorridendogli.
“Grazie comunque…” lui non completò la frase, facendole intendere che doveva dire il suo nome.
“Lissa”
“Angelo” disse il ragazzo, sorridendole a sua volta.
Il giovane aveva i capelli lunghi fino alle spalle, leggermente arricciati e dello stesso colore del grano, gli occhi costano/dorati e un sorriso favoloso.
“Tu sei la nuova cameriera, giusto?” chiese lui, entrando nella stanza, sedendosi su una sedia.
“Si nota così tanto?” chiese Lissa, lasciando perdere la pentola.
“No, è solo che Wendy è un po pettegola ,ma devo dire che su una cosa ha avuto ragione”
“Ovvero?” chiese, asciugandosi le mani nel grembiule.
“Sei davvero carina”
“Oh, grazie” disse, arrossendo.
Non era abituata a ricevere complimenti, soprattutto dai ragazzi.
I due si guardarono intensamente negli occhi.
“Lissa!” esclamò Wendy, entrando improvvisamente nella stanza, “Il signor Salvatore ti sta cercando” disse, cercando di prendere fiato, “Buongiorno Angelo!” esclamò poi, “Vi siete già conosciuti?”
Il vampiro annuì.
“Hai per caso visto mio zio o Cordelia?” chiese Angelo, rivolgendosi alla rossa.
“Sì, stanno parlando con Robert”
“Grazie mille, Wendy” disse lui, gentile, “Spero di vederti a pranzo Lissa. Buona giornata”
E così dicendo, il giovane se ne andò.
“Oddio!” esclamò Wendy.
“Cosa c’è?”
“Gli piaci!”
“Eh?! Non credo proprio!” disse Vasilisa, togliendosi il grembiule.
“Ma allora sei proprio cieca! Ci mancava poco che si metteva a sbavare!”
“Non esagerare Wendy”
“Almeno…almeno ammetti che è bellissimo, naturalmente dopo il signorino Damon” disse, con gli occhi lucidi per l’emozione.
“E’ carino”
E così dicendo, anche lei se ne andò, diretta verso lo studio del signor Salvatore.
Ora doveva solo incrociare le dita implorare di avere un’altra possibilità.
Passò davanti a una finestra e vide Angelo intento a parlare con Alfred e proprio in quel momento, dallo studio di Giuseppe uscì Damon.
“Mio padre ti aspetta” disse lui, con uno strano ghigno sulla faccia.
Oh, no, chissà quali menzogne gli avrà raccontato per farmi passare per cattiva.
Buttò ancora un’occhiata al ragazzo aldilà dell’enorme vetrata e poi al figlio del suo padrone.
Erano completante diversi.
Erano come la cacca e il pane.
 
 
 
 
Angolo autore:
Buona sera a tutti!
Scusate se è da tanto che non aggiorno, non ho scusanti.
Avete iniziato la scuola? Io purtroppo sì D:
Anyway, vi è piaciuto il capitolo?
Chissà se Lissa donerà il suo cuore a Angelo…

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Symphoniies