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Autore: Violet2013    11/10/2013    13 recensioni
Ranma torna a Nerima due anni dopo il matrimonio mancato, deciso a far tornare tutto come prima, ma ogni cosa sembra essere cambiata: nessuna faccia è più la stessa e gli equilibri si sono stravolti.
Riuscirà a riconquistare la sua amata Akane?
ATTENZIONE: IN VIA DI REVISIONE (modificata fino al cap 6)
TRATTO DAL CAPITOLO 7:
''Nessuno avrebbe mai conosciuto l'inferno che i due ragazzi stavano passando, e che avevano passato per due lunghi anni lontani l'uno dall'altra, con la forte consapevolezza di essere legati da un filo invisibile, un filo elastico che si allungava, e si allungava tanto, ma quando tornava a stringersi faceva così male da soffocare.
Quei due potevano stare lontani per giorni, mesi, anni, ma non potevano stare vicini. Non senza sentire lo stomaco in subbuglio, il cuore correre come un treno, le gambe tremare, le braccia che fremevano per toccarsi''.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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''And hold me all night,
Or say "so long, baby, bye bye"
Pull me one for the road.
It's a long journey baby,
And where is gonna take me?
Just depends on the weight of my load.
Depends on the weight of my load''
Noel Gallagher- ''Stranded on the wrong beach''



Shampoo sorseggiava il suo caffè sovrappensiero mentre Ranma urlava come un ossesso al telefono camminando su e giù per la stanza.
Quello che aveva capito, lavorando con lui, era che il codinato non era molto propenso al dialogo pacifico.
La scrivania in vetro, ridotta in mille pezzi, era stata sostituita da un enorme tavolo in legno solido come una roccia, ma la cinesina sospettava che se il suo migliore amico le avesse tirato un altro di quei pugni avrebbero dovuto ricontattare la ditta di pulizie che aveva rimesso in sesto l'ufficio chiedendo loro di portarsi via un altro ''cadavere''.
Sul davanzale della finestra principale c'era un'enorme pila di fogli disordinati, ed il giovane ne stava nervosamente cercando uno mentre reggeva il cordless argentato in bilico tra l'orecchio e la spalla, con la testa leggermente china.
"Che cosa vuol dire Osaka sei mesi, Martin? What the fuck does it mean?... Cos...? MA CERTO che l' ho letto il contratto!''
Mentiva, Shampoo lo aveva capito da come gli si era incrinata la voce.
"Ok, ma...No, wait a minute! Passami Steven... Steve! Hi man. Non posso partire ora, ho troppe cos...I'm busy! Oh, senti, io mi licenzio! Co...Quale clausola? Due aperture? Oh shit!"
Riappese, buttando il telefono per terra insieme ad un piccolo plico di fogli che probabilmente non avrebbe mai più raccolto ed imprecando a voce bassa. Shampoo, il più possibile appiattita contro la parete, lo guardava sbattendo gli occhi sbigottita.
"Ti offrirei un sorso di caffè, ma magari è meglio una camomilla, Lanma!''
"Stamattina mi è arrivata una mail in cui mi si chiedeva se fossi pronto per Osaka. Ho chiesto se fosse uno scherzo e mi è stato risposto che c'era scritto tutto nel contratto che ho firmato a Parigi il mese scorso.''
"C'è chi dice che si debba sempre leggere prima di firmare''
"LO SO!''
"Dai, scemino, cosa vuoi che siano sei mesi?''
"Ti dico solo una parola: Akane''
"Beh puoi tornare a trovarla, no? Osaka è vicina!''
"Lavorerò sette giorni su sette per dodici ore al giorno, maledizione! Inoltre non mi posso licenziare prima di portare a termine almeno due aperture, vedi? C'è scritto qui'' -iniziò a leggere il contratto tenendo il filo delle parole con un dito- ''Il contraente dovrà occuparsi dell'apertura e dell'avvio della struttura nella città di Tokio per un minimo di giorni 30 e della struttura nella città di Osaka per un minimo di mesi 6 in occasione del festival del Fitness che si terrà dal 1 settembre al 1 marzo...Blablabla, mansioni d'ufficio, blablablabla...Possibilità di licenziamento previo avviso dopo il periodo minimo sovracitato...Blablabla...Pena pagamento di una penale di DUE MILIONI DI DOLLARI????''
"La-Lanma! Come hai potuto accettare? E se avessi avuto dei problemi personali? Dove...''
Il codinato la interruppe, ricominciando ad urlare.
"NON L'HO LETTO, DANNAZIONE! Ho firmato e basta, che strazio che sei!''
"Sei incredibile, Lanma! Non cambi proprio mai!"
"Come glielo dico? Come glielo dico? Che faccio? Che casino...''
"Sì sai Akane, ti ho detto che ti aspetterò per sempre ma in realtà scappo ad Osaka sei mesi. Adieu! Ahahah!"
"Non c'è niente da ridere!"
"Scusa. Mangiamo un dolcino?''
Gli aveva strappato il primo sorriso della giornata.
"E la dieta?''
La cinesina scrollò le spalle, divertita. Per una volta poteva anche sgarrare.

Nel Dojo Tendo l'atmosfera era altrettanto tesa. Un allenatore d'eccezione, Soun Tendo in persona, stava urlando ogni impropero possibile al povero Ryoga.
"Che vuol dire che non ci riesci?''
"Non ci riesco, scusi...''
"Stolto! Concentrati!"
"Guardi che non è così semplice!"
La sfida si sarebbe svolta 24 ore dopo e Soun aveva letteralmente preso in ostaggio i ragazzi della palestra, spremendoli come limoni e pretendendo da loro che si impegnassero al massimo.
In particolare, Soun puntava molto sull'arma segreta di Ryoga, il Colpo Del Leone. Era una tecnica rara e molto potente, forse l'unica che avrebbe potuto mettere in crisi un combattente come Jordan, ma il giovane Hibiki sembrava non essere in grado di eseguirlo.
''E' che sono felice...''
"Che significa?''
"Significa... Che sono troppo felice per farlo, ecco. Vede, il Colpo Del Leone è basato principalmente sulla frusrazione e sull'infelicità, è una sorta di sfogo. Io non ce la faccio Soun, è appena nato mio figlio, i-io...Sono felice. E' la prima volta in vita mia che posso dirlo e non ho alcuna intenzione di negarlo.''
Il giovane Hibiki si commosse pensando a tutti gli anni di solitudine ed umiliazioni che aveva passato, decisamente non era più quella persona. Forse non sarebbe riuscito ad eseguirlo mai più.
L'ultimo Colpo del Leone lo aveva lanciato proprio davanti ad Ukyo poco prima di buttarsi nella Sorgente del Ragazzo Affogato, come ultimo grido di rabbia per tutte le angherie subite a causa della sua maledizione. Prima fra tutte, il non poter essere amato da nessuna donna.
"Papà, e se ci provassi io?''
Tutti i presenti si girarono verso la piccola Akane, la cui figura esile era accentuata dalla sua posa, in piedi con le braccia timidamente incrociate dietro la schiena.
"Tu?''
"Sì, perchè no?''
"Akane, considerando che la sfida è domani, non credo tu sia in tempo. In ogni caso, datevi da fare. Mousse oggi è impegnato al ristorante, almeo voi due dovete essere al massimo delle forze.''.


''E'-E' permesso?''
Ranma varcò timidamente la soglia del Dojo, provando più di un brivido alla vista di quelle assi di legno che erano state testimoni di così tante cose. Il suo primo quasi-combattimento con Akane il giorno in cui era arrivato a Nerima, il loro primo quasi-bacio prima della sfida di pattinaggio con Mikado, il loro quasi-matrimonio.
I due anni passati in casa Tendo erano un'accozzaglia di espressioni che iniziavano con quella parola, quasi.
"Ranma! Vecchio mio!"
Ryoga corse ad abbracciarlo felice, mentre Soun lo guardava in cagnesco ed Akane taceva immobile.
Non aveva ancora preso una decisione. E se Ranma fosse andato lì per reclamare una risposta che non sapeva dargli?
''Ranma, mi pareva di essere stato chiaro, devi stare lontano da mia figlia e dalla mia palestra!''
''Oh andiamo papà, smettila! Una volta non facevi altro che cercare di avvicinarci ed ora non lo vuoi nemmeno più far entrare in casa?''
"Proprio così, inoltre sai bene che non è proprio il momento di distrarsi, questo...''

"Hem...Akane...''
Il giovane Saotome la guardava imbarazzato, supplicandola con lo sguardo di invitarlo a parlare in privato. La ragazza aveva capito subito il suo stato d'animo, per cui si avviò verso il giardino facendogli segno di seguirla, dicendo a suo padre che sarebbe tornata in cinque minuti.
Arrivata in giardino Akane, che precedeva Ranma in silenzio, si voltò. Il cuore del ragazzo mancò un battito.
''Mi fa sempre un certo effetto vederti così''
''Così come?'' chiese imbarazzata lei, mentre lui accarezzava dolcemente un lembo di stoffa del suo kimono.
''Così...Hem...Così. Mi sembra di avere ancora davanti il mio maschiaccio''
Akane sorrise. ''Beh sai come si dice, si può cambiare...''
"Ma si rimane sempre se stessi''
"Esatto.''
Per Ranma fu difficile spezzare quel lungo e dolce silenzio, ma sapeva di doverlo fare. Era andato lì per una ragione.
"Akane, io devo dirti una cosa ma non so come farlo...''
''Parti dall'inizio!", lo incoraggiò lei. La dolcezza nella sua voce lo spiazzò, Akane non sembrava isterica e prevenuta come una volta, nonostante il suo tono di voce non presagisse alcuna buona notizia.
"Mi hanno incastrato e...Hem...Credimi, non vorrei, ma...''
"Ranma, per favore, mi metti in ansia così!"
"Sappi solo che ti amo da morire e che tutto quello che ti ho detto a casa mia non è mai stato più vero di adesso, e...''
La mora sentì le ginocchia cederle nell'udire il suo primo amore pronunciare quelle parole con tale facilità. L'inguaribile timidezza di Ranma sembrava essersi sciolta definitivamente.
"Ranma...''
''Akane, devo partire. Devo andare a Osaka domani ed il contratto che ho firmato con quella dannata palestra non mi lascia via di scampo''
''Partire? E...E per quanto?''
Il ragazzo si rabbuiò e si avvicinò ulteriormente a lei, abbracciandola e posando la testa sulla spalla della ragazza, inalandone il buon profumo che sapeva di casa.
"Sei mesi. Sei-interminabili-mesi''
"S-sei mesi?''
''Lo so, sono tanti, ma sono obbligato, credimi. Akane...Se t-tu non volessi aspettarmi tu-tutto questo tempo i-io capirei...So che sei confusa e che c'è ancora luie...Q-quello che sto cercando di dirti è c-che io lo farò, e c-che ti amo. E' incredibile, non sono mai riuscito a dirtelo ed ora che ce l'ho fatta non riesco a smettere''
Le teneva il viso tra le mani e la guardava implorante, sperando che lei gli dicesse che lo amava e che lo avrebbe aspettato tutta la vita, se necessario. La ragazza, però, era spiazzata. Era la seconda volta che Ranma l'abbandonava ed il terrore di ricadere nella stessa spirale di autodistruzione di due anni prima la tormentava.
Lo baciò dolcemente sulle labbra, un bacio lieve, dopodichè si voltò e rientrò in palestra, salutando con la mano, mentre Ranma abbassava la testa sconfitto. Dopotutto non poteva pretendere nulla da lei, lo sapeva sin dall'inizio.

Dopo un allenamento estenuante si concesse una bella doccia fresca ed una limonata. Al suo ritorno in camera trovò una visita.
Ataru sorrideva amichevole come sempre, seduto sul suo letto, mentre in mano reggeva due enormi mazzi di rose rosse.
''Sono per me?''
"Sì, uno è mio...''
"E l'altro?''
"Dimentichi il nostro amico Kuno!"
Akane lesse ad alta voce il biglietto, già rassegnata all'idea di trovare una delle solite poesie melense che il Tuono Blu le mandava ogni due mesi circa, da quando era partito per le Hawaii.

''Il sole tramonta ed il mare lotta impetuoso col cielo. La decadenza ci opprime, la vita e le sue battaglie ci squarciano il cuore mentre i nostri avi colorano il cielo di un arcobaleno di sensazioni.
Dolcissima Akane Tendo, pazienta mia cara, la vita ci tiene lontani ma i nostri cuori danzano nel vento. So che fremi nell'impazienza di rivedermi, ma non temere. Presto o tardi potrai nuovamente ripararti nelle mie forti braccia di marmo.
Per sempre tuo, Tatewaki Aristocrat Kuno.''

Ataru conosceva bene il passato di Akane e sapeva tutta la storia di Kuno: i racconti su quel giovane così folle lo avevano sempre fatto tanto ridere, per cui non provò alcuna gelosia per lui. I ragazzi si fecero una sonora risata, dopodichè Akane lo invitò a seguirla in cucina per cena.
Mangiarono tranquillamente insieme a tutta la famiglia. Nabiki era parecchio triste per via di Mousse che non si faceva più sentire e di un concorso di fotografia che non aveva vinto ed Ataru la consolò come solo il migliore degli amici potesse fare. Akane doveva ammetterlo, nessuno al mondo era dolce e sensibile come lui.
Dopo cena tornarono in camera su consiglio di Soun, per avere un po' di privacy, aveva detto, come se gli fosse mai importato di rispettare le scelte amorose della figlia.
Suo padre non aveva mai amatro troppo Ataru perchè non era un artista marziale e non avrebbe potuto prendere le redini della Palestra dopo la sua morte. Col tempo aveva imparato ad accettare quel ragazzo così gentile, educato ed affabile, ma da quando era tornato Ranma sembrava essere diventato il suo più grande fan. Lo copriva di attenzioni e di regali, ed ogni volta in cui lo vedeva gli offriva un'accoglienza più che calorosa e lo incentivava a stare da solo con Akane in camera sua, cosa che non avrebbe mai fatto in condizioni normali, soprattutto perchè sua figlia non era ancora sposata.
''Non ti ho ringraziato per i fiori...''
''Non devi farlo. E' il minimo che possa fare per essere sparito così''
"A-Ataru...''
Doveva dirglielo, doveva dirgli del bacio con Ranma, del pomeriggio a casa sua, della sua dichiarazione d'amore.
Doveva dirglielo ma non ce la faceva, sapeva quanto quel ragazzo fosse buono e fragile. Inoltre non aveva ancora scelto. Quando vedeva Ranma voleva solo stare con lui, per sempre, ma quando vedeva Ataru...
''Akane, non dire niente per favore. Devo parlarti.''
"Credo che il tuo silenzio degli ultimi giorni sia stato più che eloquente...'' le tremò la voce- ''Vuoi lasciarmi...''
"Scemina, è l'ultima cosa che voglio. Prima mentre Nabiki parlava mi sono sentito un mostro. Ricordi il concorso di fotografia a cui avevamo partecipato a maggio?''
"Certo, quello con in premio il semestre a Roma...''
"Esattamente. Vedi, c'erano solo due posti disponibili. Uno è andato a Sasuke, un ragazzo molto, molto preparato, e l'altro...''
Ad Akane si sgranarono gli occhi: due su due.
"L'altro è andato a...A te?''
''Ho ricevuto la loro lettera oggi. Non credevo che Nabiki ci tenesse così tanto, sembra sempre così fredda e cinica! In ogni caso, parto domani notte, avrei dovuto prendere il primo volo domattina ma per nulla al mondo perderei la tua grande sfida''
Aveva le lacrime agli occhi.
"A...Ataru...Non sentirti in colpa per Nabiki, è solo un po' giù perchè ha dei problemi con Mousse...E poi sappiamo tutti che tu sei il più bravo...''
"E' tutto questo quello che sai dirmi?''
"Che intendi dire?''
"Intendo dire che non ci metto niente a telefonare e disdire, se vuoi che ti stia accanto. Lo avrei fatto automaticamente senza dirti nulla, se tra noi fosse andato tutto bene, ma so che siamo in pausa di riflessione e...Beh...Scusami se ti posso sembrare egoista, ma per me è un'occasione d'oro. Se mi vuoi a fianco mi fai il regalo più grande che io possa desiderare e ti assicuro che non rimpiangerei niente...E lo fai anche a tua sorella visto che cederei il posto a lei...Ma se non mi vuoi, beh, in quel caso...Credo che mi farebbe più che bene cambiare aria. Quindi ti prego, Akane, dimmelo''.
In quel momento ricordò il perchè Ataru l'avesse fatta innamorare, perchè si fosse concessa a lui, perchè fosse riuscito a farla aprire al mondo maschile.
Ataru era la persona più buona e generosa dell'universo, lui avrebbe mollato tutto per lei.
Lui sarebbe rimasto.
Lui aveva posticipato il volo per assistere alla sua sfida.
In cuor suo sapeva che l'occasione era troppo grande perchè il ragazzo buttasse tutto al vento, che lei fosse decisa o meno. Tutto il suo corpo le urlava di dirgli di restare, di rimanere almeno lui. Magari avrebbero potuto aggiustare le cose, ora che Ranma sarebbe partito.
Ma Akane non era una stupida e sapeva quanto facesse male avere il cuore spezzato. Non l'avrebbe augurato a nessuno, tanto meno a quel ragazzo che l'aveva sempre protetta da tutti i suoi demoni (ed il peggiore, la ragazza lo sapeva bene, era proprio se stessa).
Ataru e Ranma sarebbero pariti e lei sarebbe stata sola. Avrebbe finalmente avuto un po' di tempo per se stessa, per pensare, per far pace col cervello.
La lontananza le avrebbe fatto capire chi fosse l'uomo per cui batteva il suo cuore e, se fosse stata fortunata, la primavera successiva avrebbe potuto finalmente vivere il suo grande amore con uno dei due.
Prese coraggio e gli comunicò la sua decisione.
"Ataru. Io solo so quanto ti ho amato e quanto forse ti amo ancora. Ranma, lo sai, è sbucato nella mia vita dal nulla e l'ha rivoluzionata contro il volere di tutti noi.
Non posso ignorare i miei sentimenti per lui nè quelli per te e non posso essere così egoista da chiedere a entrambi di stare qui ad aspettare che io prenda una decisione.
Domani lui partirà per Osaka, starà via sei mesi...''
Ataru emise un sospiro di sollievo. Il suo terrore più grande era che, una volta partito, Ranma avrebbe monopolizzato l'attenzione della ragazza, facendola ri-innamorare approfittando della sua assenza, giocando sporco.
''Parti anche tu, vai a seguire il corso e a goderti Roma. Hai lavorato sodo, te lo meriti...Congeliamo tutto al vostro ritorno, giuro che per allora, se voi ci sarete ancora, io sarò decisa''.
"Akane, non posso lasciarti sola...Sei mesi sono lunghi, e...''
"Non preoccuparti, mi farà bene. Tra una cosa e un'altra sono fidanzata da quando avevo sedici anni, mi serve un po' di tempo da sola...''
"Ne sei certa?''
"Assolutamente. Voglio pensare un po' a me!"
Ataru la strinse, fiero della maturità che la ragazza aveva raggiunto col tempo. Era incredibile come Akane fosse cresciuta da quando l'aveva conosciuta. Era inciampata, era vero, ma si sarebbe rialzata come ogni volta.
''Posso avere un bacio d'addio?''
"Solo se mi giuri che non è un addio''
La baciò dolcemente, per poi porgerle un biglietto.
"Questo va coi fiori, te l'avrei dato solo se mi avessi detto di partire. Ti prego, leggilo solo quando sarò andato via''
"A domani, allora''
"Buona notte, amore mio"
Indossò il pigiama e si buttò sul letto, stanca.
I minuti passavano inesorabili ma non riusciva a prendere sonno, per cui decise di leggere il biglietto di Ataru.

''Ciò che conta è che tu ci sia per me.
Ti prego di essere egoista, per una volta. Segui il tuo cuore, nessuno merita la felicità più di te.
Con tutto l'amore che posso, -A.
Ps: Sorridi, sei bellissima! :-)''


Quella notte nessuno dei personaggi di questa storia riuscì a chiudere occhio. Il primo giorno di settembre era arrivato e sarebbe stato un giorno decisivo per tutti.
Ataru sfidava il vento insieme alla sua fedele moto, cercando di correre più veloce di lui, scacciando i pensieri negativi e provando a godersi la felicità per il suo imminente viaggio, benchè, lo sapeva, gli sarebbe costata molto cara.
Nabiki, seduta per terra in camera sua, con una scatola di cartone appoggiata sulle sue gambe nude, guardava le foto che aveva scattato nell'ultimo anno. Il soggetto principale era Mousse, il suo Mousse. Quello che la stava lentamente abbandonando, quello che era assente e misterioso, che si faceva sentire e vedere il meno possibile.
Pianse silenziosamente vergognandosi delle sue lacrime. Quella scema di Akane aveva trasformato anche lei in una pappamolle.
Ukyo cullava il piccolo Peter sperando di farlo smettere di piangere, mentre Ryoga, nel patio di casa sua, continuava ad allenarsi senza sosta.
Mousse armeggiava con la calcolatrice: il ristotante aveva chiuso più tardi del previsto ed aveva ancora un sacco di fatture da sistemare. Shampoo, fuori dalla porta del locale, guardando la luce stranamente ancora accesa, cercava, invano, di trovare il coraggio per entrare.

Ranma ed Akane non erano insieme in quella notte così importante, benchè fossero più vicini di quanto pensassero.
Lui era, come sempre, sdraiato sul tetto di casa Tendo, sopra la stanza di Akane, guardando le stelle mentre la notte di fine agosto iniziava a farsi più fresca,dando i primi segni della fine di un'estate tra le più difficili della sua vita.
La giovane, invece, era dall'altra parte della casa, anche lei sul tetto, sopra la stanza vuota di sua sorella Kasumi, anche lei meravigliandosi della bellezza di quella notte stellata, anche lei sentendo freddo e pensando a quante cose fossero cambiate, in così poco tempo.
Non ce la faceva a salire dalla sua parte.
No, quello era il posto di qualcun altro.
Se qualcuno con un aereo avesse sorvolato casa Tendo avrebbe visto due rette perfettamente parallele, una simmetria totale tra i due lati del tetto, le quali mattonelle sarebbero crollate miseramente se solo il peso dell'anima dei due giovani fosse stato fisico, tangibile.
Il giorno dopo Ranma sarebbe partito ed Akane avrebbe dovuto difendere la palestra da quel ragazzino, Jordan.
E non sarebbero stati insieme.
Akane aveva paura che Ranma non sarebbe tornato mai più, aveva paura che avrebbe ripreso la sua vita libertina o, peggio, che si sarebbe innamorato di un'altra. Aveva paura di perdere la palestra, aveva paura di aver lasciato andare Ataru con troppa facilità, aveva paura di tutto.
Ranma, dal canto suo, aveva paura che Akane lo odiasse. Sapeva di meritarlo, ma allo stesso  tempo non poteva che sentirsi vittima di quella situazione paradossale. Aveva paura di averla persa, aveva paura che quel minuscolo seppur vitale posticino che era riuscito ad occupare nel suo cuore sarebbe stato ri-occupato dal suo legittimo proprietario che aveva visto uscire dalla casa della sua amata poco prima, quel giovane così dannatamente perfetto di cui si rifiutava persino di pronunciare il nome ad alta voce.
Sentì il cellulare vibrargli nella tasca e lesse svogliatamente il messaggio, credendo che fosse Shampoo preoccupata per non averlo visto rientrare.
''Quello che non ti ho detto è che mi mancherai da morire. Buon viaggio. -A.''
Akane guardava il cellulare, il cui orologio sul display luminoso indicava che era già passata la mezzanotte. Era già un nuovo giorno, era già quel giorno.
Sussultò quando vide la notifica di un nuovo sms ricevuto, e sorrise nel vedere con quanta velocità Ranma le avesse risposto.
''Guarda il cielo, stanotte è bello quasi quanto te. -R.''
Mentre Ranma, senza voltarsi indietro, lasciò la sua postazione ed iniziò a saltellare di tetto in tetto per tornare a casa, Akane decise di concedersi una piccola trasgressione ed andò a sedersi immediatamente sopra la sua finestra, al suo posto. Proprio dove, la ragazza non poteva saperlo, pochi secondi prima era seduto lui. Alzò gli occhi al cielo e non potè che dargli ragione, quella notte era veramente bellissimo.






Eccomi tornata, sono stata sveglia fino alle 3 e mezza per postare, ho fatto nottata come i nostri beniamini!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, dovevo sistemare un po' di cose prima della sfida! =)
Non mi sgridate se ho voluto incasinare tutto all'ultimo, vi prego!
Il prossimo capitolo sarà diviso in due parti e sarà (sigh!) l'ultimo!
Penultimo, se contiamo l'epilogo finale =)
Grazie a chi legge e commenta, lo scorso capitolo ha avuto delle recensioni bellissime che mi hanno realmente aperto il cuore e non so come ringraziarvi!
Un grazie in più a chi ha letto il mio ultimo esperimento, la crossoverina con DragonBall, ''Ospiti in casa Tendo'' (pubblicità XD).
EDIT: so che ci sono stati dei problemi con l'html, ma credo di aver risolto!

Un bacione! =)
  
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