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Autore: grangerous    11/10/2013    3 recensioni
Il professor Snape guarisce le ferite di Hermione dopo la battaglia all'Ufficio Misteri; la scoperta che ne consegue li lascia entrambi stupefatti. I due dovranno lavorare insieme per aiutare Harry a sconfiggere Lord Voldemort.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Phoenix Trilogy'
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Capitolo 24

NdT: siamo quasi alla fine. Grazie come sempre a silviabella per essere arrivata con me fin qui :)

Anne



Capitolo 24

Sectumsempra



Dopo che Hermione Granger lasciò il suo ufficio, quella sera, Severus era appena entrato nella solitudine delle sue stanze quando si lasciò andare. Si raggomitolò sul pavimento proprio all'interno della porta e pianse: pesanti, moccicose, ridicole lacrime. Pianse per dover uccidere Albus. Pianse per essersi unito ai Mangiamorte. Pianse per le atrocità a cui aveva assistito e quelle che aveva compiuto. Pianse immaginando Hooch, Minerva e Poppy che lo pensavano un traditore. Pianse per l'infelice spreco della sua infanzia e la terribile ansia negli anni tra le guerre. Pianse per il modo in cui il Signore Oscuro lo desiderava e pianse per essersi innamorato di una sua studentessa. Quando finì era esausto.

Troppo stanco per alzarsi rimase sdraiato sul pavimento a fissare il soffitto. Granger non finiva mai di sorprenderlo.

Severus si era arreso nel compararla a Lily nel momento in cui lei lo aveva perdonato per la sua ridicola sfuriata su Krum. Non c'era paragone: Granger era più brillante, tenace e infinitamente più generosa. Granger, rifletté, aveva combattuto una battaglia da adulti nel suo primo anno ad Hogwarts; Lily, d'altro canto, aveva condotto una vita incantata – fino al momento del tradimento di Pettigrew, cioè – riso di fronte al pericolo, giocato a combattere, prendendo alla leggera il fatto di riuscire a cavarsela per un pelo. Severus non poteva immaginare Granger rimanere incinta e farsi una famiglia nel bel mezzo di una guerra. Grugnì all'idea. Anche se lo facesse, farebbe in modo di controllare in qualche modo tutto, proteggere chiunque e, allo stesso tempo, fare a maglia un paio di scarpine di lana per ogni giorno della settimana. In nessuna circostanza si ritirerebbe ad una vita di “moglie e madre”,lasciando ogni decisione a chiunque avesse provveduto allo sperma; nessuno potrebbe mettere da parte Granger per la sua stessa sicurezza.

Ora che aveva compreso i dettagli del piano di Dumbledore, Hermione lo aveva sorpreso ancora una volta. Primo, era stupefatto da come aveva messo insieme i pezzi. Pluralitas non est ponenda sine necessitate per davvero. Secondo, e più importante, Severus era sopraffatto dalla sua reazione. Non era sembrata disgustata, o nauseata, o ripugnata. Al contrario, era sembrata... comprensiva, preoccupata per lui. E non aveva avuto dubbi sulle sue intenzioni. Non una volta. Sebbene la piega d'improbabilità che aveva scoperto, e il puzzle di logica che aveva risolto, puntassero entrambi verso due possibili risultati, Granger aveva infallibilmente scelto “spia” invece di “traditore”.

Era innervosito. In qualche modo, fin dalla prima seduta di Legilimanzia nell'Infermeria solo nove mesi e mezzo prima, lei lo aveva cambiato. Mentre prima Severus si sentiva compiaciuto della sua morale superiorità verso coloro intorno a lui, ora era preoccupato di non essere all'altezza delle aspettative di una particolare donna.

Nonostante Dumbledore avesse fiducia in lui, il vecchio era un bastardo manipolatore. Severus gli voleva bene, ma sapeva che il senso di colpa era attentamente calcolato, i sotterfugi deliberati. Sapeva che Dumbledore avrebbe sempre fatto lo stesso errore: alcuni ragazzi erano più importanti di altri e quasi sempre più importanti delle donne di qualunque età. Granger, invece, lasciava da parte ogni pretesa di manipolazione e semplicemente lo guardava. Lo guardava come se lui fosse reale. Come se fosse una persona reale, in una difficile situazione, che stava per fare la scelta giusta. “Innervosito” era un eufemismo.



Precisamente alle otto del giovedì sera, Hermione Granger bussò alla sua porta.

“Avanti,” disse.

Riconobbe subito la smorfia testarda della sua bocca: aveva una domanda e non aveva intenzione di lasciar correre. “Forza, Granger,” le disse con un sospiro rassegnato.

“Cosa?” Chiese lei cautamente.

“Poni la tua domanda, mi sembra tu stia per scoppiare.”

“Oh,” disse, presa alla sprovvista dal suo incoraggiamento. “Va bene, allora. C'è un modo per modificare la memoria di qualcuno e invertire il processo successivamente?”

Lui sollevò un sopracciglio. “Dovrai essere un po' più specifica.”

“Beh, so che un Oblivion rimuove un ricordo specifico, o un gruppo di ricordi, ma se si volesse convincere qualcuno di essere totalmente qualcun altro per uno specifico periodo di tempo?”

“Per quanto tempo?”

“Un anno, forse due.”

“Lo sai che quello che proponi è completamente illegale?”

Lei annuì, ansiosa. “Sto cercando qualcosa che possa far tornare la persona completamente sé stessa dopo.”

Severus sbatté le palpebre. Granger sembrava stanca. C'erano cerchi scuri sotto gli occhi e il viso era teso. Dove ci porta tutto ciò? “Prima di rispondere alla tua domanda, Granger, ho bisogno di sapere i ricordi di chi intendi modificare.”

Lo sguardo si spostò di lato prima di rispondere, non come se stesse mentendo, ma come se la risposta la facesse sentire a disagio. “I miei genitori,” disse alla fine.

Severus sembrava sorpreso. “Perché?”

Granger lasciò andare il respiro che stava trattenendo con un sospiro di preoccupazione. “Da martedì sera lavoro ai calcoli. Molti elementi sono chiarificanti in virtù delle nuove informazioni, ma aggiungono anche nuove sezioni. Una delle cose che ho aggiunto era un'equazione per i miei genitori e il loro futuro non sembrava particolarmente buono. Mi sono trastullata con diverse opzioni senza troppa fortuna, finché – quasi per disperazione – ho codificato per modificare i loro ricordi e mandarli in Australia. É stata l'unica cosa che ha dato veramente una buona proiezione. Preferirei non condannarli ad una vita che non hanno scelto, e ignorare la loro precedente esistenza, ma se diventa una scelta tra quello e morte certa, allora lo farò.”

Severus assorbì l'accenno di triste determinazione che c'era sotto le sue parole. “Cosa ne pensi del mandarli con Krum?”

“Ho fatto dei calcoli per quello, ovviamente. Non sembravano molto promettenti.”

“Mostrami i calcoli,” chiese, porgendo in avanti la mano. Granger li prese prontamente dalla borsa e li passò a lui. “Quali supposizioni hai fatto?”

“La morte di Dumbledore, la caduta del Ministero e io in fuga con Harry e Ron.”

Le cifre erano devastanti. Se Granger non faceva nulla c'era un 98.9% di possibilità di morte; se li mandava da Krum 76%; se li mandava in Australia con i ricordi modificati, 1.4%. Aveva provato un esagerato numero di altre opzioni – andare in Australia così com'erano, modificare la memoria e rimanere in Gran Bretagna, andare in Europa ecc – ma senza avere con nessuna lo stesso risultato. Severus si passò un dito lungo il labbro inferiore, considerando le opzioni.

“C'è un modo,” disse alla fine, “ma non hai le capacità per farlo.” La speranza che le era sbocciata sul viso s'incrinò. “Richiede tecniche di Legilimanzia molto più complesse di quelle che abbiamo studiato e anche solo insegnartele sarebbe illegale.”

L'espressione di Granger era vuota, le sue emozioni nascoste. “Ma lei sa come farlo?” Chiese con voce neutrale.

“Sì,” confermò.

Le labbra di lei diventarono sottili mentre le stringeva l'una contro l'altra, prima che Granger abbassasse lo sguardo verso il grembo. Sapeva che non avrebbe chiesto.

Severus sentì la sua stessa voce come se arrivasse da lontano. “Posso farlo per te, se vuoi.” La gratitudine sul suo viso, mentre guardava verso di lui, era come un amo piantato nel petto che inesorabilmente lo portava nei piani di lei. “Avrò bisogno del tuo aiuto. La procedura è estremamente complessa: serve un Legilimante per nascondere la memoria originale, da qualche parte nel cervello del soggetto, e un altro per inventare una nuova storia per coprire le crepe. La memoria nascosta può essere attivata con un segnale – una frase o situazione – che la rilascerà dal luogo in cui è nascosta.”

Granger gli sorrise. “Grazie!” Oh, professor Snape, grazie tante!” Si morse il labbro inferiore brevemente. “Dovremmo darci un appuntamento? Pensavo, magari il primo fine settimana delle vacanze estive?”

“In teoria dovrebbe andar bene. Non posso essere certo dei miei movimenti una volta che l'anno scolastico sarà finito.” Non aveva bisogno di spiegarle perché.

“Mmm.” Sembrava pensierosa. “Cosa dovremmo fare allora?”

“Facciamo alle 11 del mattino del primo sabato.”

“E se non dovesse farcela per qualche ragione?” Chiese Granger.

“La stessa ora il giorno dopo.”

“Grazie signore,” disse Granger, abbastanza sicura e sorridendogli. La gola di lui si strinse e gli sembrò di non poter parlare. Quindi annuì.

Dopo che... succederà quella cosa, pensò, quante persone potrebbero esserci a fidarsi di me, per non parlare di chiedermi di modificare la memoria dei loro genitori? Non poteva sopportare di pensarci.

“Bene,” disse con voce leggermente stridula, “se hai finito forse potremmo passare alla lezione di oggi?”

Granger fece un largo sorriso. “Sì signore,” disse obbediente.



Con la finale della partita di Quidditch che si avvicinava, Severus tenne alla Granger tante lezioni quante le volte che la squadra di Grifondoro faceva allenamento. Una volta che la stagione fosse finita sarebbe diventato molto più difficile organizzarsi senza attirare l'attenzione dei suoi amici idioti.

Lei prese l'impegno di pianificare l'anno in fuga seriamente, come faceva con ogni altro progetto, compilando liste e immaginando possibili scenari. Visto che i suoi compiti non avevano sofferto come conseguenza, Severus sapeva che doveva lavorarci per un'infinità di ore.

Con ogni nervo che finiva per essere sull'attenti in sua presenza, o alla semplice menzione del suo nome, Granger sembrava comparire come una virtuale costante nei pettegolezzi della sala insegnanti, ognuno dei docenti che regolarmente si profondeva in panegirici sui suoi risultati e intelligenza. Non Severus, ovviamente, lui teneva la bocca chiusa, anche se in più di un'occasione era stato tentato di menzionare la profondità e la genialità dei suoi compiti di DCAO e l'impegno che ci metteva lui nel commentarli adeguatamente.

Era tentato di dirlo alla Vector: era stranamente affascinato da lei dalla notte in cui l'aveva vista lavorare insieme alla Granger. Nelle poche occasioni in cui si faceva vedere nella sala insegnanti osservava lei e il suo perenne sorriso. Lei e la Granger erano così a loro agio insieme. Ricordava il modo in cui la Granger la toccava, una mano sul braccio, e come le aveva sorriso. La Vector faceva libero e frequente uso del nome della Granger; non che per lei ci fosse bisogno di tenere la ragazza a dovuta distanza, di rifiutare persino di pensare al suo nome nella solitudine della sua testa. Severus era geloso, ma anche affascinato.

Un martedì pomeriggio, la settimana prima della partita Grifondoro-Corvonero, la Vector fece una delle sue rare apparizioni nella sala insegnanti. Severus era seduto vicino al fuoco, bevendo del tè. Con sua sorpresa, la Vector camminò direttamente verso di lui e si sedette in un'altra poltrona.

“Buon pomeriggio, Severus,” lo salutò lei allegramente.

“Septima,” replicò lui.

La Vector fece un'espressione sarcastica. “Non è veramente il mio nome, sai,” commentò lei, “puoi chiamarmi Ana o anche Anastasia – non sembri il tipo a cui piacciono i diminutivi.”

Severus sogghignò, quasi d'abitudine. “Bene, Anastasia, a cosa devo l'insolito piacere della tua compagnia?”

La Vector sorrise e si sporse in avanti in modo cospiratorio. “Ho sempre pensato che tu fossi qualcosa come uno scontroso bastardo, con cui non valeva la pena approfondire l'amicizia. Ma poi arriva Hermione Granger che pensa molto bene di te e io penso molto bene di lei. Mi fa pensare che forse dovrei ripensarci.”

“Mi perdonerai se tengo le mie lacrime di gioia per quando sarò da solo, vero?”

Gli occhi della Vector s'incresparono in risposta al suo amaro sarcasmo. “Ah, sì, ha fatto cenno al fatto che il tuo senso dell'umorismo è ben sviluppato.”

“Spettegoli abitualmente sugli altri insegnanti con gli studenti?” Chiese freddamente lui.

“Non più di quanto gl'insegnanti spettegolino sugli studenti, Severus.” Il suo sguardo si spostò sulla sinistra. “Filius, come stai?”

“Ana! Che piacere vederti! Cosa ti porta nella sala insegnanti?” Squittì Flitwick da dietro di lui.

“Niente di particolare, discutevo solo della signorina Granger qui con Severus.”

“Ah, l'incomparabile signorina Granger! Ma guarda, proprio oggi mi ha presentato il più meraviglioso incantesimo impercettibile prolungato: non è neanche nel programma fino al prossimo anno! Non so dove trovi il tempo!”

Severus pose tazza e piattino nel tavolino basso e si alzò con agilità in piedi. Fece ai suoi compagni un inchino rigido e scappò dalla conversazione. C'era solo un'altra mezz'ora prima di cena – tempo che poteva essere produttivamente trascorso a controllare i corridoi e togliere punti casa, tempo che non aveva bisogno di passare pensando a cosa la Vector stava combinando o riflettendo infruttuosamente su Hermione Granger.

Perciò fu così che Severus non si trovò lontano dalla scena quando sentì le inconfondibili urla del deprimente giovane fantasma Corvonero, Mirtilla, riecheggiare dal bagno dei ragazzi del sesto piano.

ASSASSINIO! ASSASSINIO NEL BAGNO! ASSASSINIO!

La vista di Draco, con il petto attraversato da una lunga e netta ferita, e che rapidamente moriva dissanguato, gli fece sentire il cuore in gola e inizialmente, la presenza di Harry Potter, venne registrata in modo solo marginale. Severus aveva la sua bacchetta pronta prima di aver pensato di prenderla, cantando il contro incantesimo tre volte prima di far guarire la ferita completamente, asciugando il peggio del sangue di Draco dal suo viso. Dov'è che Potter ha imparato il Sectumsempra? Rifletté nel momento in cui fu capace di pensare coerentemente.

Devi andare in infermeria,” disse a Draco, aiutando il ragazzo ad alzarsi in piedi e avvolgendo un braccio intorno al corpo per tenerlo dritto. “Potrebbero esserci delle cicatrici, ma se prendi subito del dittamo potremmo riuscire ad evitarlo...Vieni...

Potter era ancora accovacciato sul pavimento nel punto in cui Severus lo aveva spinto nella fretta di raggiungere Draco. Era coperto di sangue e acqua, il viso pallido quasi quanto quello di Draco. Idiota di un ragazzo, pensò Severus, il sollievo per la ripresa di Draco che cedeva alla rabbia. Prima di accompagnare Draco fuori dalla porta si voltò verso Potter. “E tu, Potter,” sbraitò furioso. “Tu mi aspetti qui.” Il ragazzo annuì obbediente, troppo sconvolto dalle conseguenze delle sue azioni persino per discutere.

Imparerà mai a pensare prima di agire?

Ci vollero solo pochi minuti per semi-trasportare, semi-scortare Draco in Infermeria e, con sollievo di Severus, Poppy emerse dal suo ufficio nel momento in cui arrivarono.

Dittamo,disse, portando Draco verso il letto più vicino. Poppy chiamò a sé immediatamente una fiala e diede una dose al ragazzo prima di metterlo a letto. Severus sospirò di sollievo.

“Tornerò,” disse, indirizzando il commento ad entrambi, Draco e Poppy. “Adesso ho da fare con il colpevole.” Girò sui tacchi con il viso lugubre e si diresse verso il bagno.



Severus rimase senza parole quando scoprì che Potter aveva il suo libro di pozioni del sesto anno, anche se la rivelazione spiegava molto: le calorose lodi di Slughorn sul talento dell'idiota per la materia, la domanda della Granger sul perché i libri erano sbagliati, dove Potter aveva imparato la maledizione nota solo ad una manciata di Mangiamorte. Potter lo aveva nascosto da qualche parte piuttosto che mostrarglielo, ovviamente, ma a Severus non importava di forzare una spiegazione. Una serie di punizioni di sabato sarebbero state sufficienti. Il pensiero dell'avvicinarsi della partita di Quidditch e l'incombente disappunto di Minerva portarono un ghigno sul volto di Severus. Che serva a Potter di lezione. E come si permette di usare le mie stesse maledizioni contro Draco? Severus strinse gli occhi al pensiero mentre pianificava un'adeguata punizione per quella zucca vuota.

Quella sera tardi, Severus tornò al capezzale di Draco. Il viso normalmente pallido del ragazzo sembrava quasi spettrale contro il bianco delle lenzuola. Poppy si agitava intorno a lui quando Severus arrivò e lei lo accolse con un sorriso.

“Bene, guarda chi c'è,” disse allegramente a Draco, “il tuo salvatore in persona. Sono sicura di poterti lasciare in mani più che capaci.” Con una pacca sul braccio mentre passava, Poppy sparì nel suo ufficio.

Draco, tuttavia, non sembrava affatto felice di vederlo, con il viso risolutamente voltato verso la direzione opposta, mentre Severus si sedeva nella sedia di fianco al letto. “Non ho niente da dirti,” puntualizzò con voce petulante.

“Tuo padre ti ha insegnato a mostrare delle maniere migliori di così, Draco,” replicò Severus con voce pacata.

“Beh, mio padre non è qui, no?”

Severus alzò gli occhi al cielo in una silenziosa preghiera per richiamare la pazienza. “Draco, sto cercando di aiutarti. Oggi ti ho salvato la vita. Il minimo che tu possa fare è ripagarmi con un po' di fiducia. Perché non parli con me? Perché non mi dici i tuoi piani?”

“Non ho bisogno di aiuto. Solo, va' via e lasciami in pace.”

“Molto bene.” Severus si alzò di nuovo in piedi. “Se cambiassi idea, sai dove trovarmi.”



Verso la fine di maggio, Granger riuscì a sgattaiolar via dalle sue ombre usando il gruppo di studio di Aritmanzia come scusa. Dal modo in cui il mento sporgeva, mentre sedeva dall'altra parte della scrivania rispetto a lui, sapeva che era pronta a fare un'altra domanda.

“Signore,” iniziò con un profondo respiro.

“Vai avanti, Granger,” sospirò in modo melodrammatico e si sistemò i capelli dietro le orecchie. “Sapevo che l'assenza di domande era troppo bella per durare.”

“Il fatto è che stavo pensando all'informazione che lei dovrebbe darmi.”

“Pensavo avessimo sviscerato abbastanza la faccenda,” disse con un sopracciglio alzato.

“Bene, il fatto è che in pratica ho capito quell'informazione da sola. Non mi ha realmente detto niente. Non ne abbiamo realmente discusso. Mi fa pensare che ci sia qualcos'altro che ha bisogno di farmi sapere.” Fece una pausa e aggiunse in modo sinistro, “Prima che sia troppo tardi.”

Severus sollevò il secondo sopracciglio. Poteva esserci qualcosa sotto. “Hai qualcosa di specifico in mente?” Chiese.

Dallo sguardo sapeva che l'aveva. “So che è ridondante,” disse in imbarazzo, “perché non lo direbbe a nessuno, ma mi promette che la cosa non uscirà da qui?”

Severus arricciò il labbro superiore magistralmente, ma prese la bacchetta senza protestare. Sollevandola disse, “Hai la mia parola.” La bacchetta s'illuminò di oro.

“La sua parola da sola era sufficiente, sa.” Lo criticò aspramente anche se sembrava sollevata. “Non so perché si senta sempre obbligato a fare un giuramento alla minima occasione.” Si morse il labbro e sembrò un po' nel panico non appena ebbe finito di parlare, chiaramente realizzando quanto fosse andata vicina a rimproverarlo per essere diventato in primo luogo un Mangiamorte.

Era una giusta domanda. Ogni volta che pensava di aver superato l'urgenza di fare giuramenti infrangibili si trovava impulsivamente a farlo di nuovo.

Hermione fece un profondo respiro prima di continuare. “Mi chiedo che cosa potrebbe dirmi a proposito degli Horcrux, signore.”

Gli Horcrux. Potter. Gli Horcrux. Plurale. Le parole di Dumbledore gli tornarono alla mente: Se lo conosco bene, farà in modo che quando si prefiggerà d'incontrare la morte significherà veramente la fine per Voldemort.

“È sicuro presumere che sei interessata a distruggerli, Granger, e non a farne uno?”

Assolutamente.

Severus sembrava valutare la giovane donna di fronte a sé, l'impaziente linea del suo corpo e il determinato atteggiamento della sua bocca. “Ho dei libri che potrebbero aiutare,” disse. “Non qui, ma a casa, a Spinner's End. Te li porterò,” aggiunse, “prima che sia troppo tardi.”

Il grazie della Granger era evidente nella larghezza del suo sorriso.

*



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Mitsuki91: Bentornata :). In effetti forse un abbraccio in questo momento sarebbe stato un po' troppo presto, mi sa che anche Severus non l'avrebbe presa troppo bene ;).

Vanny_Winchester: grazie per i complimenti da parte di tutte, spero che anche questo venerdì sia stato di tuo gradimento :)

Fink1987: anche a me piace molto la parte tra Snape ed Hermione, soprattutto ho apprezzato l'analisi razionale di lei, cosa che avrei proprio voluto leggere un po' di più nei romanzi originali.

chi_lamed: leggendo il sesto libro avevo capito che il principe fosse Severus, così come non ho mai avuto dubbi sul fatto che lui e Dumbledore fossero d'accordo, ma in effetti leggerlo spiegato così bene fa un altro effetto (soprattutto con qualcuno che finalmente si rende conto di cosa succede).

Spotless_Mind: Puoi cambiare idea quando vuoi :-D. Io l'ho sempre detto che Dumbledore era un vecchio bastardo manipolatore, fa una cosa veramente orribile...ogni volta che penso a come finisce tutta la storia originale mi viene il nervoso ò_ò!

Anne


  
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