Capitolo
1: Krystal
Una
figura avvolta in un pesante mantello nero
attendeva pazientemente l’arrivo dei soldati imperiali,
nascosta nell’ombra
della fitta chioma di un frassino con alcuni dei suoi compagni,
aspettando il
momento giusto per attaccare.
Appena
cominciò a sentire lo scalpiccio degli
zoccoli dei cavalli, avvisò con un cenno gli uomini che si
trovavano sui rami
poco distanti da lei di tenersi pronti, poi scese silenziosamente
dall’albero e
montò a cavallo.
Sotto
il cappuccio, il rivoltoso sorrise
scuotendo la testa: il duca di Hallon era un pessimo stratega,
l’unica cosa che
gli interessava era riuscire a catturare qualcuno degli insorti, non
gli
importava come. Aveva sparpagliato le sue squadre di ricognizione per
tutta la
foresta, isolandole le une dalle altre, senza pensare che in quel modo
sarebbero state più vulnerabili agli attacchi dei ribelli
che le avrebbero
annientate in poco tempo.
L’unica
truppa che avrebbe potuto creare
problemi era quella che l’incappucciato aveva osservato
personalmente, e che
ora si stava dirigendo nella trappola che aveva preparato con i suoi
compagni.
Sapeva che era rischioso far combattere i quindici ribelli che
l’accompagnavano
contro un equivalente di tre pattuglie imperiali, ma aveva assoluta
fiducia
nelle capacità degli uomini che aveva scelto per quella
missione.
Uscendo
allo scoperto dal suo nascondiglio tra
gli alberi si piazzò in mezzo al sentiero in groppa al suo
cavallo nero come
una notte senza stelle per bloccare i soldati che stavano arrivando e
avvisare
anche gli altri ribelli, che si trovavano dalla parte opposta della
strada, che
la battaglia stava per cominciare.
Finalmente
le guardie imperiali sbucarono
dalla nebbia, con le torce alzate per farsi luce, e si fermarono di
fronte alla
figura incappucciata che bloccava il passaggio.
Il
capitano della truppa si fece avanti <
Voi! Abbassate quel cappuccio e fatevi riconoscere! >
ordinò con un brusco
cenno della mano, indicando la figura che stava ferma in mezzo al
sentiero con
il mantello al vento e il viso completamente oscurato
dall’ombra del cappuccio.
Un soffio d’aria più forte dei precedenti
spostò leggermente il copricapo e la
luce di una fiaccola colpì il volto del ribelle
incappucciato, facendolo
scintillare di riflessi argentei.
Vedendo
che lo sconosciuto rimaneva immobile
nonostante l’ordine, il capitano sguainò la spada
< Prendetelo! Se non vuole
rispettare un ordine con le buone maniere, glielo faremo rispettare con
la
forza! Avanti attaccate! > ordinò lanciandosi
all’attacco contro lo
sconosciuto. Il ribelle, tuttavia, si era già scagliato al
galoppo contro il
capitano delle guardie imperiali, snudando le lunghe spade ricurve che
portava
legate dietro alla schiena e tranciandogli la testa di netto, poi si
lanciò
contro il resto della truppa prima che i soldati riuscissero a muoversi.
Dopo
quell’attacco improvviso, gli altri
ribelli nascosti tra i rami degli alberi attaccarono la pattuglia,
seguendo la
figura mascherata che aveva sfondato lo schieramento.
I
rivoltosi si battevano come demoni,
attaccando con foga i soldati che erano entrati nella foresta e
uccidendo
chiunque osasse sfidarli. Nonostante l’iniziale svantaggio
numerico, dopo pochi
minuti, i soldati cominciarono a ritirarsi, scappando alla rinfusa e
lasciando
una distesa di cadaveri lungo il sentiero.
Il
ribelle incappucciato, rimase a contemplare
la scena con sguardo freddo e distante, poi pulì le spade
imbrattate di sangue
e le rinfoderò < Coraggio, controlliamo se ci sono
dei feriti per dargli le
prime cure, altrimenti cominciamo a riportare i morti ai margini della
foresta
> ordinò, cominciando cercare dei sopravvissuti tra i
corpi senza vita.
<
Sei troppo buona Krystal, loro non
farebbero questo per noi > disse uno degli uomini, rinfoderando
la spada a
due mani che aveva appena pulito. Aveva i capelli di un castano scuro
simile al
colore dei tronchi di pino, la barba corta dello stesso colore e gli
occhi
verde opaco. Una cicatrice gli segnava la spalla, segno di una ferita
piuttosto
profonda,
<
È proprio questa la differenza tra loro e
noi, Larch > gli rispose la giovane togliendosi il cappuccio e
guardandolo
negli occhi attraverso la strana maschera d’oro bianco.
La
maschera era finemente intagliata e copriva
completamente i lineamenti del volto della giovane donna, lasciando
intravedere
solo gli insoliti occhi viola dalle striature verde acqua.
Larch
sostenne quello sguardo freddo e distaccato
per qualche secondo, poi si voltò verso gli altri compagni
< Non sto
mettendo in discussione i tuoi ordini, dico solo che nessuno di loro
avrebbe
fatto lo stesso con noi: sicuramente avrebbero esposto i nostri corpi
nella
piazza pubblica > spiegò.
<
Non ne dubito, ma come ho già detto noi
non siamo come loro, perciò concederemo alle famiglie di
questi soldati
l’opportunità di dargli una sepoltura dignitosa,
lasciando i loro corpi ai
margini della foresta. Il fatto che questi siano i nostri nemici, non
ci
autorizza a comportarci e, soprattutto, a diventare come loro. Non
è con l’odio
che si troverà la pace in questo paese, è questa
la lezione che dobbiamo per
prima cosa insegnare all’Imperatore >
<
Hai ragione, come al solito d'altronde…
Perdonami, la rabbia mi ha fatto parlare in modo azzardato > si
scusò l’uomo
abbassando il capo.
<
So cosa provi: questa guerra sta
distruggendo le vostre vite, ma se non facciamo qualcosa presto
l’Imperatore
annienterà tutto quello che abbiamo costruito con
così tanta fatica. Non
possiamo permetterglielo, per il nostro bene e quello di tutte le
persone che
ci sono care > si avvicinò e gli mise una mano sulla
spalla < Coraggio,
mettiamoci al lavoro, scommetto che non vedi l’ora di tornare
da tua moglie
> disse ridendo.
Lavorarono
con vigore per quasi un’ora, poi,
quando ormai stavano per finire, Krystal si bloccò.
Percepiva intorno a lei
un’enorme energia magica, ma non ne trovava la fonte:
sembrava provenire da
qualunque parte del bosco, fin dai confini più lontani. La
sentiva danzare
intorno al suo corpo, sfiorarle il viso, soffiarle tra i capelli come
la brezza
fresca e leggera del mattino.
Era
una sensazione strana che poche volte
aveva provato e che ancora non comprendeva bene, ma sapeva cosa fare:
chiuse
gli occhi e lasciò che i suoi pensieri vagassero,
trasportati da quella magia
naturale.
Dopo appena
un istante davanti ai suoi occhi comparve una
radura distante un paio di chilometri dal rifugio dei ribelli, vicino
al
sentiero che portava verso il villaggio di Kali, al confine nord del
regno,
dove un uomo stava combattendo contro una pattuglia di una decina di
soldati.
Sebbene fosse
in una situazione di netto svantaggio, lo
sconosciuto si batteva abilmente e riusciva a tener testa agli assalti
degli
avversari, attaccando a sua volta e provocando gravi perdite tra i
soldati.
Inaspettatamente,
l’uomo fu colpito alle gambe e al fianco
da alcune frecce, sbucate dai cespugli poco lontani dal sentiero, e si
piegò in
due per il dolore, cadendo in ginocchio. Dalla stradina sbucarono degli
arcieri
imperiali che si avvicinarono, tenendo sempre di mira lo sconosciuto e
permettendo ai soldati superstiti di ricominciare ad attaccarlo.
Con
uno scatto, Krystal, aprì gli occhi prima
che lo sforzo per mantenere la visione diventasse troppo grande. Era
una
lezione che aveva imparato tempo prima a sue spese: questa
capacità le costava
un dispendio di energia non indifferente, probabilmente
perché non aveva
capacità magiche.
Senza
perdere tempo la giovane balzò sul suo
stallone nero < Tornate al rifugio! È rimasto ancora
un gruppo di militari,
ma di quelli mi occupo io, voi pensate ad avvertire Traver che potrei
portare
un ferito grave! > ordinò rivolta agli uomini della
sua squadra “…Se riesce
a sopravvivere a un simile scontro…”
pensò poi, spronando il cavallo verso il
luogo della foresta che aveva visto, nonostante la stanchezza le
appesantisse
gli arti.
Non
sapeva come mai ogni tanto aveva quelle
strane visioni, se c’era un motivo preciso per il quale
riuscisse a superare la
barriera dello spazio, ne il perché proprio lei avesse
questa specie di dono,
ma in quel momento, la sua mente era rivolta a ben altri problemi.
Ripensò
all’immagine dell’uomo, costringendosi
a ricordare i dettagli della sua figura.
Aveva
i capelli neri e lisci, lunghi fino alle
larghe spalle, la vita sottile e le gambe muscolose. Era molto alto,
con un
fisico scolpito e i vestiti di pelle nera, sotto un mantello pesante da
viaggio, anch’esso scuro. Lo aveva visto di spalle, ma aveva
notato le mani
grandi e forti che stringevano la spada con sicurezza.
Sorrise,
rammentando che all’improvviso lo
sconosciuto si era voltato verso di lei permettendole di vedergli il
volto.
Aveva un viso abbastanza squadrato, con gli zigomi pronunciati e la
mascella
leggermente accentuata. La carnagione abbronzata faceva risaltare gli
occhi
grigio-verdi, glaciali come i ghiacciai sui monti del Tharnos. La
freddezza di
quello sguardo l’aveva colpita. Sembrava che non ci fossero
emozioni in lui: un
uomo dal cuore di ghiaccio, come i suoi occhi.
La
giovane continuò a correre per il bosco,
seguendo in parte il sentiero, altre volte tagliando per il cuore della
foresta. Era una fortuna che conoscesse quelle selve come la propria
casa ma
allo stesso tempo una questione la turbava: quel tipo aveva superato la
barriera di magia naturale che circondava il territorio dove era
nascosto il
rifugio dei ribelli come se niente fosse! Come diavolo ha fatto?
Nessuno poteva
superare quel limite, era la loro protezione più efficace
contro gli assalti
dell’imperatore!
“Dannazione!
Qualcosa non quadra…”
I
suoi ragionamenti furono interrotti quando
sbucò in un sentiero tra la vegetazione che portava alle
cascate, a qualche
miglio dalla radura. Sembrava che qualcosa fosse cambiato, anche li
l’aria era
intasata di magia, un magia quasi opprimente, che sembrava schiacciare
tutta la
vita intorno, o meglio risucchiarla.
Chiuse
gli occhi, obbedendo ad una sensazione,
e le parve di vedere l’energia prendere forma e diventare una
figura quasi
umana. Davanti a se scorse la forma di un volto, ma era indistinta come
le
figure formate dal fumo di una pipa e sembrava risplendere di una lieve
luce
argentata.
La sagoma si
avvicinò fino a sfiorare le labbra della
giovane con le proprie. All’improvviso una fitta di dolore le
attraversò il
corpo e lei sentì che “quella cosa” le assorbiva
velocemente le energie. Si allontanò in fretta dalla figura,
più incredula che
spaventata, mentre questa pareva consolidarsi lievemente, tanto da
diventare
visibile anche tenendo gli occhi aperti, per poi allontanarsi verso il
folto
del bosco.
Per
poco la ragazza non cadde da cavallo,
mentre la stanchezza la sopraffaceva. Si tenne forte alle redini dello
stallone, i pensieri che si accavallavano, cercando di dare un senso a
tutti
quegli strani avvenimenti che si stavano succedendo a ritmo forsennato,
gli
arti che cedevano.
<
Coraggio amico mio, riprendi quella
creatura prima che ci allontani troppo da chi ha bisogno di
noi… > sussurrò
appena all’orecchio dell’animale, rifiutando
l’idea di abbandonare lo sconosciuto.
Era un comportamento irragionevole, lo sapeva, ma non avrebbe
più permesso che
l’Imperatore versasse altro sangue.
Quelle
poche parole furono sufficienti per spronare Black Fire al galoppo
attraverso
gli alberi ma, nonostante Krystal non dovesse più guidare il
destriero, era
difficile per lei reggersi in groppa dell’animale.
Svoltarono
bruscamente, seguendo una via di caccia tortuosa e appena visibile, e
addentrandosi sempre più nella foresta, finché,
all'improvviso, il cavallo di
Krystal aumentò notevolmente l’andatura
distinguendo la sagoma argentea, fin
quasi a raggiungerla.
Improvvisamente
quell’essere si bloccò,
cambiando repentinamente direzione, e ,andandole incontro,
attraversò la sua
pelle. La giovane si sentì come se la sua mente fosse stata
avvolta da una
fitta nube mentre l’energia magica la circondava. Poi
sentì un rumore, come
quello di un tamburo che batteva con una cadenza forte e chiara e si
spaziava
da quella del suo cuore. Istintivamente capì che il rumore
che sentiva era
quello del battito di un altro cuore che, a poco a poco, si portava a
ritmo con
il suo.
Le
forze la cominciarono a tornarle mentre la
nebbia svaniva dalla sua mente e i suoi sensi si risvegliavano.
Davanti
ai suoi occhi comparve ancora la
radura dove combatteva lo sconosciuto. A terra erano disseminati i
cadaveri di
quasi tutti i soldati e l’erba era completamente impregnata
di sangue. Vide le
mani forti dell’uomo come se fossero le sue, e lo spiazzo
come se si trovasse
lì al posto del guerriero. Stringeva una meravigliosa spada
di metallo nero con
degli strani segni in argento incisi sulla lama. Sull’elsa
era incastonato un
rubino, circondato da due tigri che sembravano inseguirsi intorno alla
gemma.
Solo
allora Krystal capì: vedeva attraverso
gli occhi dell’uomo!
Lo
sconosciuto stava ancora combattendo, con
le ferite grondanti di sangue e il sudore che gli imperlava la fronte
per lo
sforzo. I soldati rimasti continuavano ad attaccare, ma sempre con meno
convinzione, vedendo che l’uomo non voleva cedere.
La
giovane sentiva il dolore come se le
lesioni fossero le sue, il sudore gocciolare come se fosse sulla sua
fronte.
Ad
un certo punto vide con la coda dell’occhio
un movimento improvviso. Senza pensarci fece roteare la spada in modo
da
pararlo, tranciando di netto la lama dell’uomo che la stava
attaccando da
dietro, poi si voltò di nuovo su se stessa per continuare ad
affrontare i
soldati che le stavano davanti.
Krystal
rimase stupita dopo essersi resa conto
di quello che era successo: involontariamente aveva reagito ad un
attacco e il
corpo dello sconosciuto si era mosso come se fosse il proprio.
Tuttavia
l’individuo si scagliò contro i
superstiti e in pochi secondi li sbaragliò con una serie di
attacchi veloci e
incredibilmente pesanti, poi crollò in ginocchio, sfinito,
con il sudore che
gli bagnava la fronte e il sangue che gli impregnava gli abiti.
La
ragazza si riscosse dalla visione e rimase
immobile per qualche istante, senza riuscire a capire cosa le fosse
successo.
L’ombra aveva attraversato il suo cavallo senza subire nessun
danno mentre
quando aveva toccato lei si era dissolta, come venendo assorbita dalla
sua
pelle. Sentiva ancora quello strano contatto sulla sua pelle, mentre
l’energia
di cui era composto l’essere diventava parte integrante di
lei.
Ripensò
al battito di quel cuore e alla
visione che aveva avuto subito dopo, anche se ormai non era
più sicura che lo
fosse davvero. Il modo in cui quel corpo aveva seguito il suo pensiero
era
stato istantaneo, proprio come se fosse effettivamente il suo corpo,
però
subito dopo era tornata ad essere una spettatrice, anche se vedeva
dagli occhi
dell’uomo.
La
sua confusione cresceva e le domande si
moltiplicavano ma sapeva che non era quello ne il momento ne i luogo
per le
risposte. Incitò nuovamente lo stallone nero, poi si
abbassò il cappuccio sul
volto e risalì velocemente il fiume per arrivare al piccolo
spiazzo da sud,
abbreviando la strada.
Finalmente,
la giovane, arrivò al sentiero che
portava alla piccola radura. Sentiva il rumore delle spade che si
cozzavano,
segno che qualcuno stava ancore combattendo.
La
ragazza sbucò dagli alberi mentre lo
sconosciuto parava alcuni fendenti del maggiore dei militari,
contrattaccando,
poi, con un unico colpo veloce e sicuro recise la testa del soldato,
facendolo
stramazzare a terra.
Il
sopravvissuto guardò per alcuni istanti la
figura incappucciata che si stava dirigendo verso di lui, poi cadde in
ginocchio, reggendosi a malapena sulla spada infilata nel terreno.
Krystal
smontò da cavallo e gli si avvicinò ma
quando cercò di aiutarlo a rialzarsi, questo
l’allontanò sgarbatamente. <
Non ho bisogno del tuo aiuto > le disse in un sussurro gelido,
guardandola
negli occhi e cercando di rialzarsi. Si allontanò a fatica,
zoppicando e
sorreggendosi con la spada. La ragazza rimase a guardarlo incamminarsi
verso il
sentiero per qualche secondo; poi si avviò verso il suo
cavallo, seguendo lo
scontroso sconosciuto.
Superata
la prima curva, l’uomo cadde mentre
dalla bocca gli usciva un rivolo di sangue. Krystal gli si
avvicinò e,
strappato un lembo del mantello, gli fasciò le ferite come
meglio poté sopra i
vestiti di pelle. Poi gli prese un braccio con sicurezza, evitando che
lui
facesse altre storie, se lo passò intorno al collo e lo
aiutò a rialzarsi,
accompagnandolo all’albero dove aveva lasciato il suo
stallone.
<
Non voglio il tuo aiuto, dannazione! >
imprecò con foga, allontanandosi da lei e stupendola con
quello scatto di
energia. Quello sfogo, però, prosciugò quasi
completamente le sue forze e lo
fece accasciare sulla spada che teneva ancora stretta in mano.
Con
delicata fermezza, lei lo aiutò a
rinfoderare la spada e ad issarsi in sella, ignorando le sue deboli
proteste, e
saltò in groppa davanti a lui orinandogli di reggersi.
Ormai
le forze lo stavano abbandonando e le
ferite continuavano a sanguinare impregnando la stoffa con cui erano
bendate:
se non raggiungeva presto il rifugio, sarebbe morto dissanguato, ne era
certa.
L’uomo
rimase stupito nel sentire il corpo
magro e snello di una donna sotto la sua stretta. Ne era sicuro:
nonostante
avesse il fisico più muscoloso delle altre e portasse una
leggera armatura di
cuoio, quello era sicuramente il fisico di una donna.
Krystal
afferrò saldamente le redini e spronò
l’impetuoso destriero al galoppo. Decise di seguire il
sentiero per evitare che
l’uomo venisse sballottato troppo, ma questo glielo
impedì, allungando una mano
e, tirando le redini, fece in modo che l’animale entrasse
nella foresta.
<
Sei l’uomo più arrogante e orgoglioso che
abbia mai visto > dichiarò la giovane sorridendo
sotto la maschera d’oro
bianco, ma senza lasciare che la sua voce esprimesse il minimo
sentimento.
Lo
sconosciuto non rispose e continuò a
guardare gli alberi davanti a sé per cercare di snebbiarsi
la vista che si
appannava sempre di più, mentre si sentiva cadere in uno
stato d’incoscienza.
Improvvisamente,
uno scintillio metallico
attirò l’attenzione di Krystal. Da un gruppo di
cespugli comparvero cinque
cavalieri armati di alabarde seguiti da un piccolo gruppo di arcieri.
Troppe
volte quella notte si era scontrata con
gruppi simili, troppe volte la sua spada si era macchiata di
sangue… Eppure era
necessario farlo ancora una volta… A che prezzo avrebbe
continuato a salvarsi?
Krystal
fermò il cavallo e lo fece girare
lentamente per fronteggiare i nuovi nemici. Rimase immobile mentre gli
uomini
si avvicinavano con le spade sguainate, finché quelli non le
furono vicinissimi.
L’uomo
sentì il corpo della giovane
irrigidirsi, mentre si preparava alla lotta. Contemporaneamente
l’adrenalina
entrava in circolo anche nel suo organismo, affinandogli i sensi,
velocizzandogli i riflessi. La nebbia nella sua testa cominciava a
diradarsi
come il dolore al fianco e alle gambe. Era pronto per lottare, non
sarebbe
morto, non oggi.
La
ragazza davanti a lui era già entrata in
azione, decapitando con sorprendente facilità i due
cavalieri.
Lo
sconosciuto estrasse da uno stivale un
pugnale d’argento finemente rifinito e lo scagliò
contro uno degli arcieri, che
cadde all’indietro colpito al petto.
Krystal,
invece, si diresse verso gli altri
cavalieri parando i colpi che gli rivolgevano con le lance. Con un
profondo
affondo tranciò di netto la mano ad uno e tagliò
in due il manico dell’alabarda
del secondo soldato a cavallo, poi gli trafisse il costato. Con
l’altra spada,
invece parò il fendente dell’ultimo rimasto per
poi infilargli la lama nel
collo. Non provava più nulla, le emozioni erano state
cancellate, sostituite da
una fredda ed efficiente mentalità, dal lato del suo
carattere calcolatore e
senza scrupoli.
<
Non dimenticarti degli arcieri! > le
disse l’uomo dietro di lei, sguainando la spada.
La
giovane poteva quasi percepire
l’eccitazione della lotta che si risvegliava nello
sconosciuto, l’adrenalina
che gli scorreva nel corpo e lo ridestava dallo stato di torpore.
Guidò
il cavallo nella foresta, sottraendosi
agli occhi dei nemici e alle loro frecce che continuavano a fischiare a
pochi
centimetri da lei, galoppando in circolo per confonderli
finché non sbucò
improvvisamente dai cespugli, prendendo i soldati imperiali di
sorpresa, e
scagliandosi su di loro con impeto.
Durante
la lotta, l’uomo si sporse da dietro
la ragazza, chinandosi sugli arcieri e recidendogli gli arti o
mozzandogli di
netto a testa.
Con
uno scatto, la giovane balzò giù dallo
stallone, atterrando davanti a due arcieri che stavano prendendo la
mira contro
l’uomo dietro di lei e tranciando le balestre.
Mentre
lottava il cappuccio le cadde,
mostrando la maschera finemente intagliata e lasciando che una cascata
di capelli
rossi come il sangue le scivolassero sulle spalle. Non erano molto
lunghi, anzi
aveva una pettinatura decisamente mascolina: davanti i capelli erano
più corti
e le arrivavano appena sotto il mento per incorniciare il viso
nascosto, mentre
dietro la nuca erano poco più lunghi delle spalle. Chiunque
l’avesse vista
avrebbe potuto scambiarla per un uomo, soprattutto per la maschera che
gli
copriva il volto e rendeva la sua voce dura e metallica.
A
quella vista molti soldati rimasero
impietriti < L’Angelo della Morte! Il capo dei
ribelli! > urlarono
alcuni, tentando di fuggire, ma lo sconosciuto glielo impedì
parandosi davanti
a loro e uccidendoli prima che avessero il tempo di difendersi, mentre
con un
fischio, Krystal richiamava l’attenzione del cavallo che si
diresse
immediatamente verso di lei, senza curarsi degli ordini dello
sconosciuto che
lo cavalcava.
<
Non prendertela per Black Fire, non si
lascia comandare da nessuno > gli disse la ragazza appena
salì in groppa al
destriero. L’uomo rimase impassibile, apparentemente non
aveva neanche
ascoltato le parole della giovane donna.
Krystal
lo lasciò ai suoi pensieri mentre
spronava lo stallone contro l’ultimo manipolo di soldati,
disperdendoli, lo
sconosciuto, invece, balzò addosso agli arcieri che
correvano a poca distanza
dal fianco dell’animale, mietendo ancora vittime: presto
anche gli ultimi
superstiti si diedero alla fuga.
La
ragazza rimase immobile sulla groppa del
suo cavallo con le lunghe spade in mano, abbassate lungo i fianchi del
possente
animale, dalle quali gocciolava il sangue dei nemici uccisi. Gli occhi
le
brillavano gelidi, mentre passavano in rassegna con lo sguardo gli
arcieri che
fuggivano alla rinfusa.
Si
voltò verso l’uomo che era in piedi a poca
distanza da lei e puliva la propria spada con un lembo del mantello. I
loro
sguardi s’incrociarono ma nessuno dei due riuscì a
leggere l’espressione nel
volto e negli occhi dell’altro.
L’uomo
sostenne lo sguardo inespressivo della
donna senza battere ciglio, poi la sfidò apertamente,
studiandola con
attenzione.
I
capelli erano mossi e sembravano morbidi
come nuvole mentre catturavano i bagliori della luce del sole che li
faceva
sembrare fatti di fuoco fuso, gli occhi viola con le sfumature verde
acqua
vicino alla pupilla brillavano dietro la maschera, quasi divertiti. Il
lungo
mantello corvino le svolazzava dietro la schiena mostrando una leggera
armatura
di pelle nera con le rifiniture del corpetto, della cintura e dei
pantaloni in
argento. Gli stivali di cuoio erano dello stesso colore del resto
dell’abbigliamento e anch’essi avevano il bordo
argentato. Alla coscia sinistra
portava legata la fodera di un pugnale e un altro spuntava dallo
stivale
destro. Allacciata alla cintura, infine, c’era una katana
lunga circa cinquanta
centimetri.
Lo
sconosciuto indugiò sfacciatamente sul seno
sodo e florido, in contrasto con quel corpo atletico, sperando di
provocarla
abbastanza da costringerla a lasciarlo in mezzo alla foresta.
La
ragazza, tuttavia, ricambiò il suo sguardo
con un sorriso e ripose con sicura noncuranza le due spade leggermente
ricurve,
ormai pulite, nelle fodere che teneva dietro alla schiena, poi
guardò verso il
cielo che stava schiarendo ad est.
<
È ora di andare, prima che sorga il sole
dobbiamo abbandonare la foresta > disse, mentre Black Fire
scalciava
impaziente il terreno.
L’uomo
osservò il cielo ammirando la giovane
per il suo sangue freddo, ma intento a non andare con lei.
All’improvviso
sentì un fischio, seguito da un
dolore acuto al petto che lo fecero piegare in due. Con un gemito si
accasciò a
terra e Krystal lo raggiunse velocemente. Solo allora vide la freccia
che lo
aveva colpito alla schiena, proprio all’altezza del cuore e i
suoi sensi
tornarono all’erta.
La
giovane si guardò intorno cercando di
capire chi avesse scoccato il dardo e notò, dopo un
luccichio di metallo, una
sagoma acquattata tra i cespugli. Cominciò a correre in
quella direzione,
estraendo il pugnale per lanciarlo contro l’aggressore ma una
freccia la colpì
alla spalla impedendole di sferrare il colpo.
<
Maledetto vigliacco! Come puoi attaccare
una persona alle spalle, stando nascosto mentre i tuoi compagni
muoiono? Che
razza di uomo sei? > gli sibilò la ragazza mentre si
slanciava su di lui
senza frenare la sua rapida corsa.
La
spalla le bruciava, ma non esitò a
infilzare il pugnale nel collo dell’arciere che cadde
all’indietro,
contorcendosi dal dolore. Tuttavia l’arma non gli
sfuggì di mano e, con un
ultimo sforzo, scocco una freccia che colpì la giovane alla
gamba, facendola
quasi cadere.
Il
gemito della ragazza si perse tra gli
spasmi dell’uomo, mentre questa si rialzava cocciutamente per
raggiungere lo
sconosciuto con cui aveva combattuto. Lo girò lentamente,
cercando di non
toccare la freccia e controllò il suo respiro con un sospiro
di sollievo. L’uomo
respirava ancora anche se debolmente: era vivo.
Senza
badare alla sofferenza che le
procuravano le sue ferite e al peso dell’uomo, la ribelle
caricò con
delicatezza il corpo privo di conoscenza sul cavallo e, dopo aver
recuperato il
suo pugnale, salì in groppa e partì al galoppo
verso il rifugio.
La
strada le sembrava interminabile e il
dolore alle aumentava sempre di più. Con un gesto seccato si
strappò le frecce
delle ferite, poi controllò nuovamente il battito del
guerriero. Sembrava che
stesse diminuendo d’intensità.
Senza
pensare ad altro se non alla salvezza di
quello strano individuo, spronò nuovamente Black Fire,
procurandosi una fitta
di dolore alla gamba. Non lo avrebbe lasciato morire.
Finalmente
giunse in vista della grotta che si
ergeva sul fianco di un’alta rupe. Era nascosta dietro un
fitto boschetto di
pini e coperta di muschio. Dall’esterno era impossibile
notarla ma, appena
superati gli alberi, compariva un’ampia apertura nella
roccia, alta e spaziosa,
quasi troppo perfetta per sembrare artificiale.
La
giovane entrò senza controllare che ci
fossero intrusi nei paraggi data la barriera che circondava il luogo e
percorse
velocemente l’ingresso fino ad arrivare ad un enorme arco
intagliato nella
pietra con numerose incisioni, dove due ribelli dall’aria
truce stavano di
guardia.
La
ragazza rallentò appena in vista delle
guardie, poi si scoprì il capo per farsi riconoscere. I due
uomini le fecero un
saluto militare e si scostarono velocemente dall’entrata
prima di essere
travolti.
Krystal
non perse tempo e si diresse subito
verso l’imponente edificio di granito bianco che fungeva da
ospedale.
Appena
arrivata scese da cavallo, vedendo
Traver, un uomo massiccio, dai capelli castani striati di grigio e gli
occhi
neri come il carbone che la stava aspettando. La faccia bonaria
dell’uomo, quel
giorno, era tesa e stanca, ma vedendola le sorrise. Solo quando si
accorse
dell’uomo gravemente ferito che portava la giovane donna
diventò
improvvisamente serio e corse all’interno della casa.
Lo
tirarono giù dal cavallo e lo adagiarono su
una lettiga di legno coperta con della paglia avvolta in un grande
lenzuolo,
poi lo portarono velocemente all’interno della costruzione.
L’edificio
era composto da una stanza dove
erano sistemati numerosi letti e una seconda più piccola,
adiacente alla prima,
che fungeva da studio per Traver.
Entrando
la ragazza vide i letti tutti
occupati da vari feriti, soprattutto donne, che non aveva mai visto.
<
Cos’è successo? Come mai tutte queste
persone si trovano qui? > chiese Krystal mentre attraversavano
la porta di
legno massiccio che portava allo studio.
<
I soldati hanno bruciato due villaggi ad
ovest della foresta. Ci sono stati alcuni morti e numerosissimi feriti.
Qui ci
sono solo i più gravi, gli altri li abbiamo sistemati nelle
tende insieme ai
profughi. I bambini sono tutti illesi, gli uomini anche
perché la maggior parte
era nei campi. Non ho mai visto tanta gente…dovremmo
costruire nuove case se
vogliono fermarsi qui, là fuori non è
più sicuro per loro… > gli rispose il
guaritore con voce stanca, adagiando la lettiga sul pavimento scuro.
<
Non è più sicuro per nessuno >
<
Se continua così la popolazione non
sopravvivrà a lungo, la povertà e le malattie
continuano ad aumentare… >
<
Lo so, dannazione, lo so! > scattò
lei, alzandosi in piedi. I
l
guaritore si stupì
nel vedere comparire sul volto della giovane, di solito sicuro e
inespressivo,
uno sguardo pieno di dolore. < Non possiamo fare nulla per ora.
Non siamo
ancora abbastanza, per proteggere tutti quei villaggi… tutta
quella gente… >
Traver
annuì, dispiaciuto del suo sfogo nei
confronti della ragazza.
La
giovane controllò
nuovamente il battito dello sconosciuto, poi cominciò ad
estrarre la freccia
con cura. Il mantello si sollevò e solo allora il guaritore
si accorse delle
ferite che aveva alla coscia e alla spalla.
<
Sei sempre la
solita! Perché non mi hai detto che eri ferita? Dei
immortali, quando imparerai
a pensare un po’ più a te stessa? >
sbottò l’uomo < Dammi prima che
facciano infezione! >.
<
Questo è il motivo
per cui non ti ho detto che ero ferita. Occupati di questo guerriero:
è molto
più grave di me. Penserò io a medicarmi le mie
ferite > disse Krystal
porgendogli la freccia e tamponando la ferita. < Ti preoccupi
troppo padre
> sorrise, alzandosi e uscendo dall’ospedale.
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Eccomi qui con un'altra storia... Scritta circa due anni fa e mai continuata per mancanza di tempo, come al solitoXD
L'idea che avevo della protagonista era molto stile "Impossible"...
In effetti nessuna persona potrebbe essere così buona verso gli altri, mettendo la propria vita dietro quella di uno sconosciuto, però volevo davvero creare l'Eroe per eccellenza: forte, valoroso, insomma perfetto!XD
Rileggedo quei pochi capioli scritti non sapevo se renderla anche impassibile di fronte a tutte le morti che provoca o più umana... Molto difficile come scelta visto che creare un personaggio con più sentimenti potrebbe provocare diversi cambiamenti alla storia... Mah, vedfremo come mi gira durante la prossima revisione XDXD
Un saluto a tutti e grazie della lettura^^
P.S. Ci tengo a scusarmi verso quelli che stanno leggendo "Patto col Diavolo" per i clamorosi ritardi ma in questo periodo ho un blocco dello scrittore per quanto riguarda quella storia, troppe idee da sistemare forse! XDXD