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Autore: firephoenix    11/10/2013    6 recensioni
Arieccomi gente! Visto l'inaspettato successo di Maka Red Riding Hood ho deciso di cimentarmi in un'altra long simile dove Maka e gli altri personaggi di Soul Eater si ritroveranno catapultati niente meno che nel paese delle meraviglie! Già, già! Spero che vi piaccia! ;)
"Che diavolo sto facendo? Sono impazzita? Stressata mi passai le mani tra i capelli e sugli occhi e calpestai qualcosa di piccolo e tondo. Alzai il piede trovandomi davanti una piccola boccetta di vetro blu. La presi. “BEVIMI” c'era scritto sopra. Mi lasciai sfuggire una risata sarcastica mentre la soppesavo con la mano.
«Fanculo!» esclamai e la svuotai in un sorso."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi tormentai l'orlo della sottoveste, seduta sotto il mio albero verde, con lo sguardo fisso nel vuoto. Il sole stava cominciando a scendere e la temperatura si abbassava, eppure mi sembrava che i punti in cui Soul mi aveva afferrato il mento e sfiorato con le labbra bruciassero. Emisi un lungo gemito risvegliandomi dalla mia trans e sfregandomi con forza le mani fredde sulla faccia come per togliermi di dosso quella stupida sensazione.
Era parecchio che Soul era via e io non volevo farmi prendere da inutili paranoie così mi alzai in piedi e decisi di allenarmi un po' per scaldarmi.
Praticavo karate da qualche anno ormai, mi aiutava a calmare i nervi impegnata com'ero tra mio padre che si comportava da bambino e gli impegni scolastici.
Iniziai a tirare calci nell'aria. Mi sentivo un po' stupida a farlo in sottoveste, ma dopotutto non c'era nessuno che potesse giudicarmi.
Soul tornerà, me lo ha promesso.
Un calcio. Ripensai al nostro frettoloso e astioso dialogo: no, lui non aveva mai promesso. Un altro calcio.
Non ha alcun motivo per abbandonarmi.
Un pugno, un altro.
Non ha nemmeno alcun motivo per non farlo.
Destro, sinistro, calcio.
Non lo conosco. Perchè mi ha portato qui? Perchè se ne è andato?
Giravolta, calcio.
Se non torni ti uccido con le mie mani! Razza di cretino!
Con un urlo di rabbia colpii l'albero rosso sotto il quale si era seduto prima di andarsene.
«Sei ridicola»
Mi girai emettendo questa volta un urlo di disperazione. Soul di fronte a me ghignava con in mano un fagotto e delle coperte.
«Tu...» cercai di non piangere per la gioia mentre gli mollavo un destro sulla mascella. Lui, colto alla sprovvista, cadde a terra trascinandosi dietro ciò che portava con se.
«Tu sei completamente impazzita!» mi urlò rosso in viso.
«E tu sei in ritardo» lo guardai con durezza nascondendo in ogni modo la mia felicità.
«E io che mi aspettavo un abbraccio caloroso»
«Mi perdoni se non le ho riservato l'accoglienza che sperava, ma ero troppo impegnata a congelare mentre tu te la prendevi con comodo!»
Soul sbuffò e mi lanciò una coperta e una camicia da uomo che evidentemente gli apparteneva. La indossai grata di avere qualcosa che mi coprisse le braccia nude.
«Almeno un grazie me lo devi»
«Un gesto vale più di mille parole, no?» dissi io alludendo al mio destro sulla sua faccia.
«Tutto questo è molto poco fico» esordì lui concludendo il discorso, dopodiché ci sedemmo sulle nostre coperte nello spiazzo d'erba ad esaminare cosa Soul avesse racimolato.
Acqua, pane, del cioccolato, formaggio, pezzi di torta e boccette azzurre ormai troppo note. Storsi un po' il naso, ma non feci commenti, il mio stomaco parlò per me. Presi un pezzo di pane e lo morsi con gusto.
«Allora... dove siamo diretti?» chiesi poi al ragazzo di fronte a me.
«Pensavo di recarmi alla corte della Regina Bianca. Magari lei sa cosa sta succedendo... è ad una giornata di cammino da qui»
Annuii in silenzio. Che altro potevo fare?
Sbuffai infastidita cercando di sistemarmi i capelli sporchi che mi si appiccicavano alla pelle sudata per l'allenamento e la tensione accumulata durante il giorno. Non ero per nulla abituata ad averli sciolti.
«Tieni» alzai gli occhi giusto in tempo per vedere Soul strappare un pazzo di stoffa dal fagotto del cibo e porgermelo. Lo presi senza ringraziarlo e lo spezzai in due. Lui sembrò incuriosito sul momento, poi alzò quasi impercettibilmente le spalle e tornò a piluccare la sua razione di cibo. Io mi divisi i capelli in parti uguali e usai i lacci improvvisati per farmi dei comodi e pratici codini. Finita l'operazione sospirai soddisfatta. Era bello avere ancora qualcosa di me stessa anche in quel posto lontano.
Il mio buon umore si spense nel momento esatto in cui avvertii il grugnito di una risata soffocata di fianco a me.
«Che hai da ridere?» chiesi acida all'albino notando i suoi continui sguardi verso i miei capelli «Oh insomma! Vivi in un cavolo di paese dove la gente si tira le tazze da tè, cambia forma e ruba occhi e non hai mai visto una ragazza coi codini?»
E lui scoppiò a ridere come un deficiente. Lo guardai allibita. Sta cominciando a seccarmi.
«La vuoi piantare! Non sei divertente!» gli urlai addosso esasperata, ma non concludevo altro che non fosse farlo ridere ancora più forte. «Tu non sei normale! Sei veramente...» cercai di contenermi eppure, vedendolo lì a terra a ridere senza alcun motivo apparente in modo così buffo, mi fece venir da ridere anche a me.
«Finiscila!» gli tirai il fagotto vuoto in faccia cercando di non lasciare che i miei muscoli facciali si allargassero in un sorriso.
Perchè cavolo sto ridendo? È evidente che mi sta prendendo per il culo!
Soul usò il fagotto che gli avevo tirato per asciugarsi le lacrime del troppo ridere.
«Oh mi hai rotto, ok!» feci per sciogliermi i codini, ma in un baleno lui si avvicinò bloccandomi i polsi e fissandomi a pochi centimetri dal mio viso con sguardo serissimo. Se non fosse stato per le lacrime ai lati dei suoi occhi avrei potuto pensare di essermi sognata tutto. Per qualche secondo non ebbi il coraggio di parlare poi, prima di poter fare qualsiasi cosa, lui si staccò delicatamente e tornò sulla sua coperta trasformandosi nel grosso, peloso, gatto albino che avevo incontrato quel giorno.
«Dormiremo poche ore e poi ci sposteremo verso la corte della Regina Bianca. Non sono tranquillo qui. Siamo ancora troppo vicini ai soldati, ma hai bisogno di riposare quindi ripartiremo tra qualche ora» fece acciambellandosi.
Troppo vicini? HAI bisogno? Qualche ora? Ma che cacchio...
«Tu sei pazzo...» sussurrai sdraiandomi e guardandolo di traverso da sotto la mia coperta.
«Una volta ho sentito qualcuno dire che non si può vivere nel paese delle meraviglie se non si è folli almeno un po'»
Ebbi giusto il tempo di chiedermi se forse fossi folle anche io, poi sprofondai in un sonno senza sogni.

 

Mi svegliai lentamente prendendo coscienza del mio corpo a mano a mano che mi stiracchiavo indolenzita. Scostai la coperta e mi misi a sedere; solo allora mi accorsi di un paio di cose che avrei dovuto notare subito: era giorno e Soul non c'era. Il cuore sembrò salirmi in gola come spinto da una molla. Mi misi in piedi improvvisamente sveglissima guardandomi attorno. Avevo ancora addosso la sua camicia e ne arrotolai nervosamente le maniche troppo lunghe. Stavo per chiamare a squarciagola l'albino quando una voce giunse da sopra la mia testa:
«Sei sveglia finalmente!» alzai lo sguardo per trovarmi a fissare due occhi felini colore del sangue a pochi millimetri dal mio viso.
«Soul!» tenni il “grazie a Dio non te ne se sei andato” per me. Avevo un orgoglio da preservare «Non dovevamo dormire poche ore? È mattina! I soldati...»
«Non ti preoccupare i soldati non si sono fatti vedere. Ho provato a svegliarti stanotte, ma russavi come un trattore, così ho fatto la guardia»
Arrossii.
«Cosa? Io non russo! Potevi almeno...» ma lasciai cadere la frase. Era meglio così dopotutto. Soul riprese forma umana e mi si piazzò davanti col suo ghigno sghembo.
«Pronta per il viaggio?»
Annuii e, raccolte coperte e fagotto, partimmo verso il confine della foresta.

 

«Allora... com'è questa Regina Bianca?» chiesi a Soul per rompere quel silenzio imbarazzante creatosi tra di noi fin da quando eravamo partiti. C'erano stati dei momenti in cui, quando per sbaglio le nostre mani si sfiorarono per la troppa vicinanza, rimpiangevo il fatto che l'albino non fosse rimasto in forma di gatto.
«È buona, gentile, giovane... un'onesta sovrana a cui tutti gli abitanti sono affezionati» il mio stomaco si strinse. Da come ne parlava sembravano molto legati.
«L'hai già conosciuta di persona, immagino»
«Oh si, da piccoli... ha la mia età»
Sussultai.
«Ma è una Regina? Come può essere così giovane?»
«Qui non badiamo a questo. Lei è brava e lo fa volentieri. Non è obbligata. È questo che conta»
Annuii pensierosa stringendomi nella camicia di Soul. Camminavo a testa bassa per evitare che qualche sasso mi graffiasse ulteriormente il piede fasciato e cercando di pensare che mancava poco alla nostra meta. Che non ci sarebbero stati più problemi poi. Che magari sarei tornata a casa. Chissà se Marie e BJ si sono sposati? E mio padre? Sarà preoccupato per me? Pff... che domande...
«Maka, guarda» la voce di Soul interruppe i miei pensieri; alzai lo sguardo di fronte a me e rimasi senza fiato: la foresta dalla quale eravamo sbucati si interrompeva bruscamente, lasciando spazio ad un'infinita distesa di erba verde che sembrava brillare sotto i raggi del sole. In fondo al prato lucente si ergeva un enorme castello bianco incastonato in un'alta e imponente montagna di uguale colore. La sterminata pianura era percorsa da diversi fiumi sgargianti di ogni sorta di colore che parevano scintillare per effetto del sole come pietre preziose. Mi avvicinai affascinata a uno di essi e, sfiorandone la superficie arancione, notai che scorreva al contrario: invece di scendere dalla montagna alla pianura, saliva fino al castello disperdendosi tra colonne e strutture marmoree.
«Com'è possibile?» sussurrai ritraendo di poco la mano.
«È proprio come sembra... tutti i fiumi scorrono dalla foresta al castello» mi spiegò Soul «scambiano i colori con gli alberi del bosco e li portano fino alla Montagna Bianca...»
«Dove si mischiano creando il bianco, certo...» guardai il castello in lontananza quasi accecata dalla sua candida bellezza ripensando a quando, alle elementari durante l'ora di arte, mi avevano insegnato come, se si mischiavano tutti i colori principali, il risultato fosse il bianco.
«Secchiona» ghignò Soul. Mi guardai attorno ancora una volta incredula di tanta bellezza.
«Tutto questo è... è...»
«Meraviglioso?» guardai l'albino: sotto la luce del sole i suoi capelli risaltavano quasi come il castello alle mie spalle.
«Già... non si può certo dire che chi ha dato il nome a questo paese fosse una persona incoerente...»
«Coraggio non imbambolarti» fece poi Soul muovendosi verso il castello «la nostra meta non è vicina come sembra»


E, per quanto mi costasse ammetterlo, aveva ragione. Era ormai mezzogiorno passato, come indicava il sole sulle nostre teste, e, nonostante avessimo camminato già parecchio, il castello in lontananza non sembrava avvicinarsi di un metro.
Di comune accordo io e Soul avevamo deciso di saltare la sosta pranzo e di mangiare durante la strada per non perdere tempo.
Ogni tanto mi capitava di lanciare occhiate al ragazzo di fianco a me, chiedendomi chi fosse davvero. Il ragazzo gentile che ogni tanto trapelava, quello scontroso o forse quello strafottente e menefreghista che sembrava prevalere sugli altri? Mi tornò in mente il modo in cui la sera prima mi aveva afferrato i polsi perchè non mi sciogliessi i codini. Forse era solo un pazzo; e allora eccomi al punto di partenza, a chiedermi cosa mi spingesse a fidarmi di lui.
Guardai per l'ennesima volta il paesaggio mozzafiato per distrarmi da quei pensieri e una domanda mi sorse spontanea.
«Credi davvero che i soldati di Death The Kid ci stiano ancora cercando?»
«Ne sono sicuro»
«Ma... perchè?» forse era una domanda stupida. Adesso mi prenderà per il culo...
E invece il suo tono arrivò più serio di quanto mi sarei mai aspettata:
«Non so... le persone che sono state portate via da Kid e poi Liz e Patty... rapite in modo così strano ed improvviso... l'altra notte pensavo se ci fosse un motivo del perchè tutte queste persone possano essere state portate ipoteticamente nello stesso luogo...»
«Dici che abbiano un qualcosa che le unisce? Una sorta di punto in comune?»
Soul ghignò.
«Oh si, lo hanno... ed è così poco cool che io non ci sia arrivato subito, ma...» il ghigno dell'albino sparì alla stessa velocità con la quale gli si sgranarono gli occhi cremisi «Corri!» urlò prendendomi per mano e trascinandomi con se in una folle corsa. Guardai velocemente dietro di me e sussultai.
Ci hanno trovati.

 

 

 


Salve salvinooooo

Sorry, I'm late! *Cita con orgoglio la frase di Regina in Once Upon A Time*
Oook gente! Sono tornata! Meglio tardi che mai, no?
Bè, che dite? Ammetto che è un po' inutile per la trama, ma ci tenevo a fare un capitolo only SoMa :) sono troppo carini <3 Vaaaabbè ma questa è la mia opinione mentre io voglio sapere la vostra! In più ho bisogno di sapere che ve ne pare del paesaggio “meraviglioso” perchè è tipo la prima volta che mi capita di inventare e descrivere un paesaggio e non so se ho trasmesso bene ciò che immaginavo :/
Grazie di tutto in anticipo ;)

XOXO
firephoenix

 

  
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