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Autore: Stargirl1998    11/10/2013    6 recensioni
- Andiamo a cena? Mi dovrei trovare con gli altri al pub. Dovresti conoscerli visto che probabilmente sarai tu ad accompagnarci.-
- Perché sei così sicuro? -
- Le altre ragazze avevano la faccia perversa di una che si può infilare nella tua roulotte nuda nel pieno della notte. Non è una qualità che si apprezza, in genere, è inquietante. Tu sembri una seria e che lavora. Poi non mi dispiacerebbe neanche tanto se, durante l’anno, ti infilassi nuda nella mia roulotte, non so se mi spiego. -
Fanfic tanto stupida quanto gratificante, una scemenza che scrivo tanto per divertirmi... Recensite anche solo per dirmi che sono deficiente!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aidan Turner, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Mai stata a Londra?-
- Io a Londra ci vivo, da un anno, ma sono italiana.-
- Dal nome non si direbbe… Spaghetti! –
- E’ un diminutivo un po’ più… inglese… Io sarei Eleonora. Ma chiamami Ellie, per favore. Me l’hanno fatta talmente tante volte la battuta degli spaghetti che ormai non fa più ridere…. Fatti un repertorio nuovo! –
- Perché sei venuta? Dicono che in Italia ci sia crisi, ma da qui a emigrare ce ne! -
- Lì il lavoro di giornalista è molto più difficile da trovare, comunque sono tanti quelli che decidono di scappare, lì è dura sfondare. -
- Mai stato in Italia, è bella? –
- Molto, il mare e le città d’arte sono le più belle cose che si possono trovare. E non pensare che la pizza che fate qui sia un’imitazione attendibile perché ti prendo a calci…-
- Suscettibile… no, non ci credo. Eccoci. Conosci già tutti? -
- So i dati anagrafici e il loro curriculum. Per il resto è buio totale.-
Aidan sorride e mi apre la porta di un pub sul Tamigi, classico, con i tavoli posizionati lungo il muro e con vecchi ritratti di vecchi e defunti re alle pareti. Il cast sta seduto in un angolo a parte, ridendo e bevendo birra.
- Mai stata più in imbarazzo di adesso. -
- Disse la giornalista che con ogni probabilità ci starà attaccata al culo per un anno… -
Gli faccio la linguaccia, ricambia. Quello che fa la creatura che parla di se in terza persona, Andy, lo avvista e lo chiama, attirando l’attenzione su di noi. L’impulso di uscire dalla porta e andare a buttarmi in pasto ai corvi della Torre di Londra è sempre più forte. E’ qui dietro, se corri ce la fai.
- Hai portato la ragazza – dice Andy, sei fottuta, Ellie, ti hanno visto. Non far fiutare la paura.
- Sì, stavamo entrambi crepando di fame e abbiamo deciso di finire l’intervista primaria- dice Aidan sorridendo
- Ciao! – dice Martin, continuando ad arrivarmi alle spalle. Ho i tacchi. E’ scusato.
- Ehi…- Timida? Nooooo, Ellie.
- Sei sopravvissuta alla prima giornata! E nessuno ti odia! E inoltre hai più carattere delle prime dieci… E Aidan non ti ha bidonato! Cappero! Un segno del destino! -
Aidan ghigna, io mi limito a sfoderare il sorrisino da brava ragazza, cercando di non farmi odiare adesso, dato che mi ero salvata quella mattina.
- Sediamoci e ordiniamo, non ho mangiato oggi a pranzo e ora credo di potermi mangiare… - si guarda in giro e poi mi indica – …Ellie! -
Gli altri ridono, e anche io mi lascio scappare un risatina nervosa. Sono tutti dei dannatissimi uomini, con ogni probabilità berranno un sacco di birra e poi torneranno a casa in metro o in taxi con la faccia di chi è andato a sbattere contro un muro con una Ferrari… divertiamoci a guardarli mentre perdono l’ultimo briciolo di lucidità. Sorrido e mi metto a sedere tra Aidan e Dean, di fronte a Martin e Andy.

Un’ora dopo.

Stiamo tutti ridendo e scherzando da un po’, mi sono sciolta non appena hanno iniziato a parlare del libro. Da piccola l’avevo divorato e ora sono seduta a parlare con chi lo interpreterà. E’ una cosa molto figa.
Andy sta dicendo che gli dispiaceva che avessero tagliato qualche momento nella grotta di Gollum e che gli dispiaceva, ma che comunque era necessario, quando sento un peso caldo sulla mia spalla.
Aidan si è letteralmente addormentato su di me, con la bocca semi aperta sul mio golfino di cachemire.
- Lo uccido se me lo sporca, sapete?-
- Non è praticamente più in se. Credo abbia bevuto troppa birra mischiata allo stress della giornata, lo porto a casa.- dice Dean.
- Ti accompagno. Con tutto rispetto ormai ci sono un pochettino invischiata, e poi è la mia spalla, quella sotto la sua faccia. Devo anche andare. -
Elaboriamo un piano. Io voto per svegliarlo con calma per evitare che cada con la testa sul tavolo, ma Dean ha un’altra idea, che ha già sperimentato. Spero.
Dean si avvicina alla mia spalla in affitto, ben attento a fare piano, e poi a pochi centimetri dal suo/mio orecchio urla –Kili tira fuori l’arco! Stanno arrivando gli orchi! -
Aidan fa un salto di un metro e mezzo, sotto gli occhi lacrimanti di gran parte del cast. Io non ci sento più da un orecchio. Dean, domani ti chiedo dove e come e con chi hai perso la verginità. Me la paghi.
Aidan non è dello stesso avviso perché ride come un cretino da dieci minuti, poi, nota che sto raccogliendo le mie cose e salutando tutti, quindi decide di venire anche lui. Salutiamo e andiamo verso la linea della metro più vicina.
- Piaciuta la serata? -
- Sì, i ragazzi sono simpatici, ci lavorerò volentieri.-
- Dove abiti? -
- King Cross.-
- E sei ancora viva?-
- Pesanteee-
- Laggiù ci vivono tutti gli spacciatori di Londra!-
- Ed io.-
- Hai risvegliato il mio istinto cavalleresco. Ti accompagno a casa.-
- Aidan, sei ubriaco.-
- No, ho bevuto birra. Ti accompagno.-
- Vada. Ti offro un caffè a casa. Credo che tu possa crollarmi su un piede, o di nuovo sul mio maglione.-
-Grazie, domani ho l’intervista, devo essere sveglio.- dice con un sorriso stanco, io sono sempre più convinta che stia per addormentarsi di nuovo.
Scendiamo nel tunnel della metropolitana e timbriamo il biglietto al tornello, prendiamo il treno e ci sediamo nei vagoni quasi vuoti. Lui intreccia le mani sullo stomaco come quel pomeriggio e chiude gli occhi, appoggiando la nuca al vetro scuro.
Gli tocco il braccio, e lui apre gli occhi di scatto. Mi fissa negli occhi.
- Hai degli occhi strani…-
- Definisci “strani”, se è un insulto…-
- Sono occhi che non si vedono ogni giorno… verdi o azzurri?-
- La carta d’identità dice verdi… e ognuno esprime un opinione diversa.-
- Per te?-
- Non me ne frega gran che…-
- Non è vero, hai messo lo smalto azzurro alle unghie, per farle intonare agli occhi e, dato che lo hai messo azzurro, direi che li reputi azzurri.-
- Va bene, Sherlock… Cuffia?-
Gli porgo una cuffia del mio auricolare e lui la prende, infilandosela nelle orecchie. Parte “I’ll stend by you” e lui chiude gli occhi, tenendo il ritmo con le dita, che batte sul ginocchio. Io tengo d’occhio la fermata e lo guardo Mi prendo più tempo di quanto me ne sia preso quella mattina.
Decisamente più tempo di quanto me ne sia presa quella mattina. Fanno tempo a passare tre o quattro canzoni e io sto ancora lì a guardargli i capelli…
- Kings Cross-
- Aid-  ma da dove cazzo è uscito Aid?  –è ora…-
- Cazzo Ell… Era proprio il mio sogno dormire in metro…-
- Dai, ti offro un caffè…-
- Meglio…-

Saliamo le scale del palazzo dove abito. Aidan sembra più morto che altro e mi ripropongo di fargli un caffè forte…
Sfilo le chiavi dalla borsa e le infilo nella toppa, sotto il suo sguardo assonnato, apro la porta ed entro in casa, accendendo la luce accanto alla porta.
Aidan si guarda in torno, e poi si lancia sul mio divano, bisbigliando
– Caffè, Dio Santo, o muoio…-
Vado in cucina, e inizio a far scaldare la Moka. In casa mia solo caffè italiano. Con quello fa il giro dell’isolato. Di corsa.  Saltando e declamando “Lo Hobbit” in tedesco.
- Ecco Aid… No, vacca. -
Il suddetto attore è decisamente addormentato sul mio divano. Mi metto ad imprecare in italiano. Prendo il cuscino di Matt dall’armadio, tanto il coglione se spera di riaverlo è fatto, e glielo ficco sotto la testa, gli tolgo almeno le scarpe (divano nuovo) e gli butto addosso una coperta colorata di lana.
Mi spoglio in corridoio e mi infilo il pigiama, mi lavo i denti e mi strucco. Ficco la testa in soggiorno, per vedere il mio ospite profondamente addormentato. Momento di pietà. Mi avvicino.
- Aid. AID. AIDAN.- lui spalanca gli occhi.
- Metti una maglietta, erano del mio ex. Quando le hai messe togliti i pantaloni e rimani sotto le coperte. Il riscaldamento è momentaneamente sfasciato. -
Aidan è confuso, io gli dico di stare zitto e gli auguro la buona notte. Poi mi infilo sotto le coperte e inizio ad addormentarmi, con i rumori di Aidan che si prepara nella stanza accanto.

 
  
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