Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: sakura182blast    05/04/2008    8 recensioni
E perché non dare una sbirciatina nella vita dei nostri cari Sakura e Shaoran alle prese con un figlio vero in carne ed ossa?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Li Shaoran, Nuovo personaggio, Sakura, Sakura Kinomoto
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tuttiii ^__^’’ (me è pronta per essere lapidata!) mi scuso per il ritardo ma tra una cosa e l’altra non ho più avuto tempo di scrivere capitoli per questa storia ç___ç me fa schifo!! Comunque ora prometto che cercherò di farmi perdonare, soprattutto per l’interruzione dell’altrastoria…=_=’’’

Alloooora, che dire per reinserirci un po’ nella trama? Touya sembra avere accettato la gravidanza di Sakura, quindi tutto dovrebbe essere tornato alla normalità, o forse no?

Ihih detto questo vi lascio al capitolo! Buona lettura ^__^

 

 

 

Shaoran’s Tortures Never Give Up =_=’’’

 

 

 

E così il peggio era passato. Touya sapeva della gravidanza della sorella ed aveva, anche se a malincuore, acctteto la situazione senza spaccare la faccia a Shaoran.

Passò circa una settimana da quel giorno, le nausee di Sakura si erano fatte più frequenti, le sue voglie sempre più strane ed i suoi sbalzi d’umore sempre più repentini, e tutto questo aveva fatto sì che Li si dimenticasse di fare una cosa abbastanza importante.

Quella sera tornò a casa dal lavoro stanchissimo, l’avevano abbastanza sfruttato in ufficio, e nonostante sperasse di mettersi a tavola per gustare una deliziosa cenetta sfornata dalle mani d’oro di Sakura sapeva già, molto tristemente, che non sarebbe mai andata così.

Quando sua moglie era incinta non aveva più cognizione di alcun tipo, era capace di infilare manciate di sale nell’acqua per la pasta e definirla poi ancora insipida, lo aveva imparato in quei lunghissimi nove mesi di travaglio con la piccola Keiko.

Varcò la soglia di casa e non appena mise piede nell’ingresso il telefono cominciò a suonare.

Trovandosi questo sul tavolino posto accanto alla porta Li lo afferrò per primo e rispose.

"Pronto?"

"Ciao, Shaoran. Sono tua madre, colei che non chiami più da circa un mese!" esclamò una voce adirata al di là della cornetta.

Il casano si battè una mano sulla fronte.

"Scusami mamma, ma sai, sono successe un po’ di cose e non ho trovato il tempo di chiamarti." Si giustificò lui togliendosi le scarpe ed avviandosi con il cordless in cucina.

"Lo so, me ne sono resa conto!"

"Che intendi dire?" le domandò Li raggiungendo la stanza dove Sakura, strano ma vero, sembrava essere intenta a cucinare qualcosa di commestibile.

"Intendo dire che non hai nemmeno trovato il tempo per chiamarmi ed avvertirmi che Sakura aspetta un altro bambino!" disse alterata Yelan.

Sakura si voltò verso la porta della cucina, dove Shaoran si era fermato, e salutò il marito con un cenno della mano, gesto che venne ricambiato da Li con un sorriso.

"Eh? Ah, sì, sì. Hai ragione." Proferì il ragazzo senza nemmeno aver ascoltato davvero la madre intanto che si avvicinava a Sakura.

Le diede un bacio a fior di labbra e gli chiese come stesse intanto che la madre ancora sbraitava dall’altra parte del telefono.

"Shaoran, ma mi stai ascoltando?!" gli chiese adirata.

"Sì, è stata una bella sorpresa anche per noi." Proferì di nuovo Li dando poi un altro bacio alla moglie.

La donna si rassegnò, capì che non era il caso di parlarne con lui.

"Passami Sakura, che sarà meglio secondo me!" gli ordinò scocciata.

Il ragazzo passò il telefono alla castana senza fiatare.

"Pronto?" rispose lei incastrando la cornetta tra l’orecchio e la spalle mentre girava con un mestolo del sugo di pomodoro.

"Ciao Sakura, sono io, Yelan." Proferì la donna gioiosa di parlare con la sua nuora di nuovo in dolce attesa.

"Ciao Yelan!...sì, sì, sto bene, e tu?...no, figurati, va tutto bene, le nausee sono fastidiose come al solito ma non è nulla di insopportabile." Proferiva la ragazza mentre sfaccendava con i fornelli.

Shaoran le si avvicinò da dietro e l’abbracciò accarezzandole il ventre che già iniziava a mostrare un minimo di rigonfiamento.

"Lo sai com’è fatto Shaoran, è peggio di un bambino dispettoso, ma…" Sakura posò una delle sue mani su quelle di Li, che ancora erano posate sul suo addome, e prese a carezzarne il dorso mentre ascoltava attentamente ciò che Yelan le stava dicendo.

"M-ma no, non ce n’è bisogno, ce la caviamo perfettamente e…..ah, avete già anche affittato un appartamento? Ma cosa……sì, è qui accanto a me, glielo dirò….va bene, ciao Yelan."

Sakura chiuse la conversazione e posò il cordless sul ripiano della cucina, osservando poi suo marito con sguardo preoccupato.

"Che hai?" le chiese ansioso lui. "Non ti senti bene?"

La ragazza scosse energicamente la testa.

"No, non si tratta di questo…ecco, tua madre mi ha detto che lei e le tue sorelle hanno intenzione di venire qui in Giappone per un po’…" gli disse lei stando un po’ sul vago.

Il ragazzo inarcò un sopracciglio, confuso.

"Un po’ quanto?" le domandò Li timoroso, però, della risposta.

"Ehm…fino a quando…non nasce il bambino…" ammise lei voltandosi di nuovo verso il fornello.

"Cosa hai detto?!" urlò Shaoran facendo rigirare Sakura nella sua direzione. "Resteranno qui per nove mesi interi?!"

"Giorno più, giorno meno…" sorrise la ragazza sarcastica.

A Li cascarono le braccia, non poteva crederci. Avrebbe dovuto sopportare sua madre e quelle sue rumorosissime sorelle per tutto quel tempo?

Sakura spense il fornello e finì di mescolare insieme gli ingredienti per la pasta.

"Dai Shaoran, non fare quella faccia, è pur sempre la tua famiglia, no?" proferì la castana mettendo in tavola la cena.

"Non diresti così se fossi nel tuo solito stato fisico!"

Il ragazzo si sedette a tavola disperato, prendendosi la testa fra le mani e borbottando parole incomprensibili.

Sakura gli sorrise, dandogli una pacca sulle spalle intanto che andava verso le scale per chiamare Keiko e Kerochan.

Rimasto solo nella stanza, il ragazzo si mise a fissare quell’invitante piatto di pasta al sugo fumante e decise di dargli un assaggio in anteprima, in modo da affogare i suoi dispiaceri nel cibo.

Non l’avesse mai fatto…

Quando Sakura tornò al piano di sotto suo marito era riverso inerme sul tavolo, con un espressione disgustata dipinta sul volto.

Gli corse incontro atterrita e lo scrollò per le spalle nel tentativo si svegliarlo.

"Shaoran, che cosa è successo?" le domandò visibilmente preoccupata.

"Sakura…" mormorò disperato lui, stringendo forte la forchetta che aveva nella mano destra. "Questa pasta…questa pasta…"

La ragazza osservò il piatto perplessa, infine afferrò la posata dalle mani del marito e se ne mise in bocca una bella forchettata.

Iniziò masticando velocemente, poi sempre più piano, fino ad arrestare completamente quel movimento.

"Accidenti…" proferì la giovane con le lacrime agli occhi. "È disgustosamente dolce…"

"Non sarà perché hai confuso il sale con lo zucchero?" le domandò ironico il guardiano delle carte che si era rassegnato anche per quel giorno ad ordinare l’ennesima pizza d’asporto del mese.

Sakura si avvicinò al ripiano della cucina e sollevò il barattolo che conteneva il sale da cucina, infilandovi dentro la punta del dito per poi estrarla ed assaggiarne il contenuto.

"Oh no…" disse la castana abbattuta. "Quando ho messo sale e zucchero nei rispettivi contenitori ho invertito i barattoli…"

Keiko la fissò sconvolta, non poteva davvero credere che anche quella sera la cena era saltata.

"Ma mamma! Io sono ‘tufa di mangiare pizza!" si lamentò la bambina sedendosi goffamente sulla seggiola davanti a quella del padre.

"Oh insomma, non è colpa mia, io sono incinta, sapete?!" esclamò scocciata Sakura intanto che rimediava all’errore madornale che aveva fatto, rimettendo sale e zucchero nei barattoli corretti.

"Non dare la colpa alla tua condizione se sei così imbranata!" disse sicuro Kero prima di avvicinarsi al frigorifero per estrarre qualcosa da sgranocchiare in attesa dell’ormai solita pizza serale.

"Come la volete stavolta?" domandò Shaoran alzandosi in piedi per raggiungere il telefono e chiamare la pizzeria d’asporto che ormai li conosceva bene.

 

 

Quella notte aveva fatto relativamente freddo, nonostante ormai l’estate si stesse avvicinando sempre di più, così si era aggiunta un'altra tortura al povero Shaoran in quei giorni di gestazione della sua Sakura: i piedi congelati della sua adorata mogliettina piazzati proprio sopra la sua pancia.

Era un suo vizio, che sicuramente non avrebbe perso mai, quello di usare suo marito come piccola stufa umana nelle notti fredde.

Non contenta così, però, a metà nottata, dato che asseriva di continuo di essere in preda al freddo totale, si avvinghiò a Li come una cozza fa con lo scoglio, finendo, nel sonno, per addormentarsi sdraiata addosso a lui.

Dato che, infine, continuava ad agitarsi anche da addormentata, per Shaoran fu impossibile dormire oltre quella notte, ma la cosa non gli dispiacque affatto.

Aprì gli occhi la mattina successiva, quando la sveglia suonò. Evidentemente infine era riuscito a dormire.

Sakura era ancora lì, nella stessa posizione, addormentata accoccolata sul suo petto.

Molto lentamente, Shaoran la sollevò e la fece ricadere dolcemente sul materasso, in modo da non svegliarla, infine le baciò la fronte carezzandole i capelli.

Quando le sue labbra incontrarono il suo volto, però, si rese subito conto che qualcosa non andava: infatti era molto più calda del solito.

Poggiò una mano sulla sua fronte, scostando di mezzo la frangia. Sicuramente aveva la febbre.

Al contatto con la mano fredda di Li Sakura si risvegliò di soprassalto, facendo sobbalzare il cinese che ancora la guardava apprensivo.

"Scusa se ti ho svegliata,tesoro. Ma…ti senti bene?" le domandò preoccupato sedendole accanto.

Kinomoto si guardò attorno frastornata, massaggiandosi la nuca con movimenti circolari del palmo della mano.

"Non proprio…mi gira la testa…" ammise lei chiudendo gli occhi.

Il ragazzo notò solo allora che il suo viso era notevolmente arrossato.

"Hai la febbre, Sakura." Constatò lui passandole una mano sul volto.

"La tua mano è gelida…" sussurrò la giovane tremante a causa di un brivido che le aveva percorso la schiena.

"Tu invece sei bollente. Oggi resti a casa, chiamo io la tua collega per dirle che sei malata."

Questa volta Sakura non aveva nemmeno la forza di ribattere, la salute del suo bambino veniva ovviamente prima della propria, quindi decise di dare ascolto a Shaoran e non aggravare la sua situazione.

Si rannicchiò in posizione fetale stando al centro del letto e chiuse gi occhi. La testa ora le martellava ed aveva tantissimo freddo, così iniziò a tremare come una foglia.

Li la coprì e scese al piano di sotto, armandosi di telefono e di termometro.

Intanto che risaliva le scale compose il numero di Haruko, la collega di Sakura, e le spiegò tutto per filo e per segno.

Fortuna che quella ragazza era solare con tutti, così asserì che non c’era problema per lei, poteva tranquillamente sostiuire Sakura nel suo turno di lavoro.

Salì gli ultimi scalini con uno scatto e raggiunse la ragazza in camera da letto.

Si era addormentata di nuovo, sonno dovuto alla debolezza, e tremava più di prima, stretta nelle pesanti coperte.

Le provò la temperatura, constatando spiacevolmente che sfiorava all’incirca i 39 gradi.

La svegliò di nuovo, facendole delle leggere carezze sul capo.

"Sakura? Come ti senti? Dimmi qualcosa." La esortò lui.

La ragazza aprì stancamente gli occhi fissando quelli castani di Shaoran.

"Non mi sento molto bene…" ammise lei cercando con la sua mano quella di lui.

Li gliela strinse, guardandola apprensivo richiudere gli occhi e sprofondare di nuovo in un sonno leggero.

Indugiò qualche istante scrutando il suo viso, infine si decise e compose il numero del suo ufficio.

Rispose quell’odiosa segretaria del vice presidente della compagnia.

"Ufficio del signor Hakuraze. Mi dica." Disse con quell’odiosa vocina stridula.

"Sono io, Mariko, Shaoran."

"Ah, Shaoran. Come mai hai chiamato?" rispose di nuovo con tono di sufficienza.

Maleducata e sfacciata come al solito. Se ancora lavorava lì era perché aveva un gran balcone ed un paio di gambe chilometriche.

"Mia moglie sta male, oggi non vengo in ufficio, non la posso lasciare a casa da sola." Dichiarò deciso Shaoran accarezzando la mano di Sakura che era ancora stretta nella sua.

"Lo sai che Hakuraze non ne sarà affatto contento…"

"Non me ne frega niente di lui, Sakura sta male ed io a casa da sola non ce la lascio!" esclamò seccato Li.

"Va bene, va bene Shaoran. Come vuoi. Spero che guarisca presto. Ciao." E riattaccò secca la cornetta del telefono.

Il ragazzo posò il corldess sul comodino e sistemò meglio Sakura, che si era addormentata in una brutta posizione.

Andò in camera di Keiko e la svegliò, preparandola poi per andare a scuola.

"E la mamma?" domandò la bambina mentre il ragazzo le allacciava i bottoni del grembiulino rosa.

"Ha la febbre Keiko, si è ammalata ancora." Le disse lui chinandolesi accanto ed allacciandole le scarpe.

"È per colpa del bambino che ‘ta nella pancia della mamma?" chiese di nuovo lei portandosi un indice al mento.

"C-come?" proferì Shaoran perplesso alzando il capo di scatto. "N-no tesoro…almeno, non penso…"

"Cattivo bambino che fa ammalare la mia mamma!" esclamò risoluta la bambina pestando un piede.

"M-ma Keiko! Non puoi dire così!" ribattè il padre fissandola scandalizzato. "Forza andiamo a scuola!" disse infine, cercando di sviare l’argomento.

Il ragazzo fece scendere la bambina dalle sceale, chiedendole di aspettarlo davanti alla porta, infine tornò per un attimo nella stanza dove ancora stava Sakura.

La giovane era ancora piegata su sé stessa, il suo petto si alzava e si abbassava velocemente, segno che il suo respiro si era fatto più corto.

Li andò in bagno e recuperò una salvietta, che bagnò con dell’acqua fredda; ritornò poi nella stanza e si avvicinò al letto, posandole il canovaccio fresco sul viso.

"Proprio nei momenti meno consoni ti vai sempre ad ammalare, vero?" proferì sommessamente il ragazzo, tremendamente preoccupato per lei.

Se ne andò, esitando un altro attimo sulla porta mentre fissava Sakura rigirarsi stancamente nel letto, infine scese gli scalini intraprendendoli a due a due e raggiunse la bambina al piano di sotto.

"Andiamo Keiko!" esclamò lui aprendole la porta di casa.

La piccola scese la gradinata davanti a casa trotterellando ed era già pronta ai soliti passi mattutini per andare a scuola, ma vide che il padre raggiungeva il portone del garage ed estraeva un mazzo di chiavi, infilando una di queste nella serratura.

"Cosa fai, papà?" domandò perplessa raggiungendo il ragazzo.

"Oggi niente passeggiata, Keiko. Andiamo in macchina, ci mettiamo meno tempo." Asserì lui, aprendo l’auto con il telecomando elettronico.

Keiko corse entusiasta verso la Volvo del padre, completamente tirata a lucido come sempre, e stette bene attenta a non ammaccare o sporcare nulla della sua preziosissima macchina.

"A ‘cuola in macchina!" esclamò contenta alzando le braccia una volta sedutasi sul sedile anteriore.

Li le allacciò la cintura di sicurezza, infine con un bel rombo fece partire il motore, mise la marcia ed uscì dal garage.

 

Tornando indietro decise di fermarsi in una farmacia e di comprare a Sakura delle aspirine, in modo da farle passare in fretta questa brutta influenza.

Era a poche centinaia di metri da casa quando il suo cellulare cominciò a squillare.

Pensando che a casa potesse essere successo qualcosa, afferrò allarmato il telefono richiando di andare anche fuori strada.

"Sì?"

"Shaoran, sono io." Dichiarò una voce di donna.

"M-mamma? Come mai mi chiami a quest’ora del mattino?" le chiese il ragazzo rilassandosi sul sedile.

"Semplicemente per avvertirti che io e le tue sorelle stiamo per arrivare a Tomoeda." Asserì Yelan.

"Come?" proferì Shaoran incredulo. "Ma quando?!"

"Esattamente fra venti minuti."

Li sbiancò di colpo, quella era la notizia più brutta che gli potesse dare.

Sua madre era già arrivata a Tomoeda e vi si sarebbe fermata per più di nove mesi.

"Venti minuti…" ripetè il castano ancora sconvolto.

"Esatto! Non sei felice, Shaoran? Ora avrai un po’ più di tempo per stare insieme alla tua famiglia! Ed intanto noi potremmo prenderci cura di Sakura."

Doveva essere un incubo. Sì, non c’era altra spiegazione logica! Eppure…il telefono fra le sue mani aveva consistenza, la voce di sua madre la sentiva nitidamente…ed ecco un’ulteriore tortura che Li avrebbe dovuto aggiungere alla sua lunga lista.

Stavano per iniziare i nove mesi più lunghi di tutta la sua vita.

 

 

 

 

 

Muhaha! Come sono malvagia, faccio sopportare a Shao per almeno nove mesi sua madre..XDXDXD me crudele!

Secondo voi cosa potrà capitare ora? Beh…questo non lo so nemmeno io XDXDXD vedremo un po’ quando lancerò il mio cervello allo sbaraglio sulle pagine bianche di word che cosa ne uscirà ^__^

Ringrazio specialmente Monny e Robby, Yumemi, Sakura93thebest, Piajoe22, Ichigo_91, Lady Marion, Sakura Bethovina, Sakura93 e DarkSelene89Noemi per aver recensito lo scorso cap e soprattutto per avere così tanta pazienza con me! >__< grazieee!

Al prossimo aggiornamento, taooooo!! XDXD

   
 
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