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Autore: Samurai Riku    12/10/2013    1 recensioni
«Caro Professor Layton,
spero che questa lettera non le arrivi con eccessivo ritardo.
Le scrivo dal sito archeologico che mi tiene occupato da più di un anno ormai; purtroppo non stiamo ottenendo molta fortuna, ma credo di essere arrivato finalmente vicino ad un’importante svolta.
Avrei bisogno del suo aiuto e di qualche consiglio, come esperto, si intende.
Spero di vederla presto,
cordialmente
Dr. Jerome Starling.»
Come sempre, tutto iniziò con una lettera…
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hershel Layton, Jean Descole, Luke Triton, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Caro Professor Layton,
spero che questa lettera non le arrivi con eccessivo ritardo.
Le scrivo dal sito archeologico che mi tiene occupato da più di un anno ormai; 
purtroppo non stiamo ottenendo molta fortuna, ma credo di essere arrivato finalmente vicino ad un’importante svolta.
Avrei bisogno del suo aiuto e di qualche consiglio, come esperto, si intende.
Spero di vederla presto,
cordialmente
Dr. Jerome Starling.»
 
Come sempre, tutto iniziò con una lettera…
 
 
-Yaawn…!!- Luke sbadigliò talmente forte che gli salirono le lacrime.
-Avrei dovuto preparare del caffè al posto del tè.-
-Sto bene, sto bene! Devo solo riprendermi, Professore.- alzò le braccia stiracchiandosi
-Spero solo che il treno non tardi.-
Quella mattina il Professor Layton aveva parcheggiato l’adorata automobile nei pressi della stazione centrale di Londra, e si era diretto con il piccolo assistente Luke Triton al binario sedici, ad attendere l’arrivo del l‘espresso delle 9.35.
In quella giornata d’estate le vie della capitalo britannica erano sature di colori e profumi, in netto contrasto con il solito e monotono clima nebbioso e umido che tanto caratterizza la città.
-Mi dica una cosa, Professore… che tipo è sua nipote?- domandò il bambino, volgendo lo sguardo al suo mentore.
-Tracey è una ragazza sveglia, perspicace, e… vivace! Ci scriviamo spesso, e sono anni ormai che ogni estate viene a stare da me per le vacanze; è una vera fortuna che io sia rientrato da poco dal mio viaggio in Egitto, o quest’anno non avrei potuto ospitarla. Un vero peccato che Emmy sia fuori città, sono certo che andrebbero molto d’accordo.-
Il treno entrò in stazione rallentando, stridendo sulle rotaie e sbuffando come un vecchio viaggiatore stanco e sollevato di aver finalmente fatto ritorno a casa.
C’era chi scendeva, chi saliva, amici e parenti che si incontravano, lavoratori troppo indaffarati per badare alla bellezza della giornata e a tutto ciò che la cada luce del sole portava con sé.
Un’allegra e giovane voce femminile si alzò sopra il generale brusio, arrivando dritta alle orecchie del Professore e dell’allievo -Zio Hershel!!-
Una ragazza di circa sedici anni si avvicinò ai due, agitando un braccio in segno di saluto e trascinando una grande valigia con l’altra mano. I profondi occhi neri si accesero in un sorriso appena avvistarono l’uomo, e accelerò il passo evitando ostacoli di bagagli ingombranti e persone.
-Ciao Tracey.- la salutò Layton, portando una mano alla tesa della tuba.
Lei lo abbracciò di getto, visibilmente felice come non mai.
-Hai fatto buon viaggio?- si premurò lo zio.
-Certamente! È andato tutto bene!!-
Luke rimase per un po’ in silenzio ad osservarla, giusto per farsi un’idea di che tipo era la nipote del Professore. In quei pochi secondi gli parve proprio che la breve descrizione fatta da Layton calzasse a pennello; il berretto simile al suo, ma nero, con un piccolo fiocchetto su un lato, assieme alla camicia bianca, la giacca color granata, i comodi pantaloni dello stesso colore e la borsa a tracolla marrone le davano un’aria arguta e pratica, come se fosse sempre pronta all’azione, in più il volto rotondo, i grandi occhi scuri e i capelli castani non troppo lunghi, raccolti in due codini la facevano apparire simpatica agli occhi del bambino, e be’… vivace era vivace!
La ragazza si volse verso Luke, rivolgendogli un grande sorriso -Tu sei Luke, vero? L’apprendista di zio Hershel!!-
-Ah, sì, sono io!!- imitò il gesto del Professore, tenendo la visiera del berretto azzurro, presentandosi -Luke Triton, piacere!-
-Tracey Layton!-
Hershel Layton sorrise. Sempre la stessa allegra Tracey, portata a Londra dall’estate, anche se sembrava che con il suo sorriso e inguaribile buon umore fosse l’estate ad essere portata in città da lei.
-Lascia che porti la tua valigia fino alla macchina, Tracey.-
-C’è ancora quel macinino?- commentò, ma appena avvertì lo sguardo di disapprovazione dello zio corse subito ai ripari -… cioè, quella splendida auto d’epoca!- sorrise nervosamente.
-Sì, c’è ancora.-
Luke rise divertito -Aspetti Professore, lasci fare a me!- si offrì da bravo piccolo gentleman prendendo il bagaglio della ragazza -Un vero gentiluomo deve sempre aiutare una fan.. ciul… la…!! Si sforzò con tutto se stesso, ma riuscì a mala pena a sollevare la valigia -Aaaah… ma ti sei portata dietro la casa?!-
-Ahahaha!-
Layton prese la valigia -Ti rifarai più tardi, Luke.- gli sorrise.
-Uff…-
-Non crucciarti, piccolo gentleman!- Tracey gli rivolse un sorriso, strizzando l’occhio
-Andiamo!-
-Sì!- ci voleva ben altro per abbattere Luke.
Il Professore sistemò la valigia nel bagagliaio dell’automobile, salì al posto di guida, seguito da Luke, che occupò il posto accanto, e Tracey, che si sistemò dietro. Mise in moto e partì diretto verso casa.
-Non avete proprio una bella cera.- disse Tracey.
-Abbiamo fatto le ore piccole!- rispose Luke -Siamo stati tutta notte in Università a sistemare l’ufficio del Professore!-
-Ah, e vi è bastata una sola notte?- scherzò la ragazza, conoscendo bene il disordine dello zio.
-Eheheh, serviva proprio una pulita! I suoi archivi erano tutti sottosopra, Professore!- disse l’apprendista, con un tono quasi di rimprovero nei confronti del suo mentore.
-Hai ragione, Luke.-
-Sì, l’ordine non è mai stato un punto forte dei Layton.- Tracey incrociò le braccia al petto, chiudendo gli occhi con aria soddisfatta -Allora una volta a casa vi preparo una buona tazza di tè!-
Layton la guardò attraverso lo specchietto retrovisore -Sei… sicura, Tracey?-
Luke non capiva l’apparente incertezza nel suo tono di voce.
-Non devi preoccuparti zio Hershel, sono migliorata!-
-… c’è qualche problema con il tè, Professore?-
-Oh, be’…- Layton non era certo il tipo che metteva in difficoltà una fanciulla, ma conosceva fin troppo bene la straordinaria incapacità della nipote di preparare un tè decente.
-Ho un rapporto complicato con la bevanda nazionale, Luke.- ammise Tracey, annuendo ripetutamente. Almeno ne era cosciente -Ma ora ho questa!!- dal taschino della giacca estrasse una piccola agendina, morandola tutta orgogliosa.
-Cos’è?-
L’aprì arrivando a due pagine scritte fitte, fitte -Le ricette per fare un ottimo tè! Con questo non posso sbagliare!-
Layton sospirò -Speriamo bene…-
 

Il Professore parcheggiò davanti casa, meravigliandosi di fronte ad un tale fermento di volanti della polizia a sirene spiegate.
Luke scese dall’auto, guardandosi attorno confuso -Ma cosa…?-
Tracey lo seguì -Cosa succede, zio?-
Layton spostò lo sguardo dalle volanti all’ingresso della propria abitazione -Non capisco…-
Appena varcarono la soglia vennero accolti dall’irruento ispettore Grosky -Finalmente è
tornato, Professor Layton!-
-Buongiorno ispettore. Potrei saper cosa sta succedendo in casa mia?- nonostante l’assurdità della situazione Hershel Layton non perse la calma e le buone maniere.
Tracey osservò con attenzione l’ispettore di polizia, rispondente al nome di Grosky; nel complesso appariva buffo, con quella capigliatura improponibile e la giacca tirata dal torace muscoloso, ma una particolare luce nei piccoli occhi le diceva che sapeva perfettamente come svolgere il proprio lavoro al meglio. Era il bagliore della verità.
-Glielo spiego subito.- rispose l’ispettore, facendo cenno a Layton di seguirlo, alzando poi un palmo in direzione di Luke e Tracey, come monito -Aspettate qui, ragazzi.-
I due si scambiarono uno sguardo confuso e preoccupato.
Grosky lo portò all’ingresso dello studio, indicando con un ampio movimento del braccio la stanza messa a soqquadro popolata di agenti in uniforme alla ricerca di prove e indizi -Succede questo, Professor Layton. Una cosa chiama omicidio.-
-… cosa?-
Ai piedi della scrivania, vicino alla sedia ribaltata, stava steso a terra il corpo di un uomo, immobile, inerte, gli occhi chiusi in un sonno perenne. Il gilet viola che indossava sopra la camicia era leggermene strappato, e un paio di bottoni erano saltati via, il pantaloni presentavano evidenti segni di colluttazione con i mobili, e gli occhialetti da vista le cui bacchette si perdevano tra i folti capelli ricci castano chiaro erano storti sul naso, rotti.
Luke e Tracey si erano avvicinanti di soppiatto, incuriositi dalla situazione, ma appena videro ciò che si celava in quella stanza indietreggiarono, e la ragazza strinse a sé il bambino, impedendogli di guardare.
Mentre degli agenti coprirono il corpo, assicurandolo su una barella, l’ispettore Grosky prese un taccuino, rivolgendosi al Professore -Si chiamava Starling, Dottor Jerome Starling. Le dice nulla, Professore?-
Layton si spostò verso la cucina, allontanando la nipote e l’allievo -Era… un archeologo, come me.-
-Lo conosceva?- Luke rivolse lo sguardo al mentore.
Annuì -Fu lui a contattarmi il mese scorso, mi chiese di raggiungerlo in un sito archeologico in Egitto.-
Il bambino parve rifletterci sopra -… da cui è tornate due settimane fa.-
-Esatto.-
Grosky appuntò qualche nota -Ieri dove si trovava?-
-In Università.-
-È un interrogatorio?!- inveì subito la ragazza.
Il Professore la calmò, posando una mano sulla sua spalla -Tracey, per favore. L’ispettore deve fare queste domande, è il suo mestiere.-
Il tono sereno dello zio non bastò a placare i bollenti spiriti della giovane, che non schiodava gli occhi dall’ispettore.
-Saranno quasi due giorni che non faccio ritorno a casa, ispettore.-
-Mh, mh.- continuò a scrivere.-
-Posso confermarlo!!- scattò Luke -Sono stato con il Professore tutto il tempo!!-
-Davvero?- domandò Grosky.
-Ah, io… mh…- Luke ci pensò su, e non parve proprio convinto -non proprio tutto il tempo…-
-Ieri Luke mi ha raggiunto in Università sul tardo pomeriggio.-
-Quindi non ha un alibi sicuro, Professor Layton.-
Tracey fronteggiò Grosky -Aspetti un momento!!- non c’era verso, neanche Hershel Layton riusciva a tenerla a bada.
Grosky spostò lo sguardo da lei al Professore -Chi è questa ragazza?-
-È mia nipote, ispettore. È arrivata a Londra questa mattina.-
-Sta per caso accusando mio zio?!-
-Ascolta un po’, ragazzina, è evidente che in questa abitazione è avvenuto un misfatto, ed è compito di Scotland Yard scoprire il prima possibile chi è il colpevole, senza escludere nessuna pista!!- rispose solerte Clamp Grosky.
-Ma…!!-
-Non può pensare che zio Hershel possa…!!-
Luke e Tracey non volevano sentir ragioni; Layton li avvicinò a sé, rivolgendo loro uno sguardo quieto, e sicuro -Non c’è bisogno di perdere la calma. L’ispettore fa solo il suo lavoro, e ha ragione, bisogna seguire ogni pista, e per quanto mi dolga ammetterlo, al momento le prove sono contro di me.-
-… ma zio Hershel!!-
-Se la ragione è dalla nostra parte non c’è nulla da temere, ricordatelo.-
Annuirono mesti.
Grosky ripose il taccuino -Professor Layton, deve seguirmi in centrale.-
-Certo, come vuole ispettore.-
Luke afferrò la manica della sua giacca, cercando di trattenere le lacrime che spuntarono agli angoli degli occhi -Non è giusto!-
-Tranquillo Luke, sono sicuro che andrà tutto bene.- posò una mano sulla testa del bambino, per rassicurarlo, sorridendogli, poi si rivolse alla nipote -Mi dispiace Tracey, le tue vacanze hanno avuto un inizio movimentato… oh!- rimase un attimo sorpreso quando lei lo abbracciò forte.
-Ti tireremo fuori da questa situazione. È una promessa zio Hershel.-
Ricambiò l’abbraccio -No ho dubbi.-
Il Professor Layton, e il corpo del Dr. Jerome Starling lasciarono l’abitazione, assieme all’ispettore Grosky e qualche agente, mentre il resto della squadra finiva di perlustrare ogni stanza.
Luke e Tracey rimasero sull’uscio ad osservare le volanti allontanarsi.
-Non è stato mio zio… è impossibile.- disse, serrando i pugni.
-Lo so…- il piccolo apprendista si sistemò per bene il berretto, ricacciando indietro le lacrime -Dobbiamo provarlo alla polizia.- detto questo uscì, tornando alla macchina, aprendo la portiera che dava sui sedili posteriori, tirando giù la valigia del Professore.
Tracey lo seguì -Cosa cerchi?-
-L’agenda del Professore. Sarà un tipo disordinato, ma si segna sempre con chi lavora.- frugò nel contenuto della valigia finchè non estrasse un libretto, iniziando a sfogliarlo
-Dunque, vediamo… Starling, Starling, eccolo qui! Dr. Jerome Starling, 325 Hellery Road.- se lo appuntò sul suo quaderno.
-Sarà la nostra prima tappa, Luke!- esclamò con grinta la ragazza.
  
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