Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Segui la storia  |       
Autore: IsAry    12/10/2013    0 recensioni
Leonardo, in una notte solitaria, si imbatte nei Foot Ninja intenti a recuperare un antico manufatto. Quali sono le loro intenzioni? E chi sono la giovane miko dagli splendidi quanto inusuali occhi azzurri? E chi è il misterioso ninja nero? Nuove sfide e nuovi misteri per le nostre amate tartarughe, insieme ad una vena... romantica!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il capitolo è particolarmente lungo perchè in realtà sarebbero due separati, ma ho preferito concluderla tutta in una volta. Spero sia piaciuta e grazie a tutti.


Capitolo Ventuno

“Ahahahahah!!!!! Credete veramente che un poco di magia possa aiutarvi in questo scontro? Eravate tutti morti nel momento in cui avete deciso di combattere contro di me!”
Lo spirito del metallo continuava a sbeffeggiarli nonostante il suo tono non fosse piu sicuro come all’inizio, era incrinato da una lieve traccia di timore.
“Questo lo dici tu!” esclamò Leonardo, la cui voce era unita a quello del suo spirito protettore.
“TI impediremo di prendere potere e sarai sconfitto!” disse a sua volta Raffaello.
“Non credo proprio, ma stavolta non delegherò qualcuno al mio postò.” Ribattè lo spirito iniziando a muoversi ed allontanandosi dalla sua solita posizione: sopra la testa di Miyuki: “Combatterò io contro di voi, così eviterò altri impedimenti al completamento del rituale.”
“Questo è ancora da vedere!” esclamò Michelangelo partendo all’attacco.
Facendo roteare i suoi nunchaku, il minore dei fratelli fu in grado di creare dei turbini d’aria che colpirono in pieno il loro avversario facendolo indietreggiare.
“Che forza!!!” Esclamò l’arancione esaltato da questa sua nuova capacità.
“Dunque, grazie agli spiriti degli elementi possiamo controllare nuovi attacchi legati a questi.” Ragionò sorpreso Donatello studiando il suo bastone e chiedendosi come avrebbe potuto fare.
In risposta al suo quesito silenzioso, il suo spirito mosse le braccia della tartaruga facendo piantare il Bo nel pavimento creando come un terremoto che colpì lo spirito nemico.
“Ok, credo di aver capito.” Ammise felice il genio della famiglia.
“Dunque io, controllo il fuoco, eh?” chiese retoricamente Raffaello iniziando a far roteare i suoi sai che presero immediatamente fuoco. Aspettandosi un risultato simile, iniziò una corsa verso il suo nemico colpendolo in pieno con le lame infuocate facendolo cadere in ginocchio.
“E tu che dicevi che non avevamo speranza.” Lo derise il rosso creando nuove fiamme dal movimento del metallo.
“Credo tocchi a me sperimentare.” Disse infine il maggiore posizionandosi di fronte all’avversario che nel frattempo si era rimesso in piedi.
“Non riuscirai ad avvicinarti anche tu, non mi farò piu cogliere impreparato.” Lo sfidò allora lo spirito.
“Non credo sarà necessario.” Ammise Leonardo che incrociò davanti a se le lame: “Credo di aver capito come funziona.” E con quelle parole spalancò le braccia allontanando le katana e creando una vera e propria onda d’acqua che investì in pieno lo spirito che barcollò pericolosamente.
“Avete fatto presto ad imparare.” Ringhiò il ferito arrabbiato: “Ma non servirà a nulla.”
La battaglia riprese, questa volta tutti e quattro i fratelli attaccarono in contemporanea, ma lo spirito del metallo non si fece trovare impreparato e cominciò a rispondere agli attacchi.
Sembrava una situazione pari, nessuno riusciva a prevalere sull’altro, ma al tempo stesso nessuno dava l’impressione di provare stanchezza.
Intanto che la battaglia infuriava, le urla di Miyuki riempivano ancora l’aria sotto gli sguardi atterriti di Karai, Splinter e Usagi.
“Vorrei essere piu d’aiuto.” Ammise il samurai frustrato.
“Purtroppo non possiamo fare nulla, non siamo in grado di contrastare quello spirito.” Disse scoraggiata a sua volta Karai mentre lentamente si stava riprendendo dal forte colpo subito.
“Non possiamo nemmeno tentare di avvicinarci a Miyuki, ci respingerebbe.” Riflettè il maestro di ninjitsu.
“Mi sento così inutile e colpevole.” Ammise la giovane ninja abbassando lo sguardo.
“Non devi Karai, hai fatto del tuo meglio per aiutarla.” La rassicurò Splinter tornando con lo sguardo alla battaglia.
Karai continuava a guardare la lotta davanti a se chiedendosi cosa poteva fare prima di essere illuminata da un’idea.
“Forse c’è ancora qualcosa che possiamo fare.” Disse incominciando a scivolare lungo la parete per non farsi vedere dal nemico, gli sguardi confusi del topo e del samurai su di lei.
“Cosa hai in mente?” chiese poi Usagi notando che si stava chinando su un kunai abbandonato sul pavimento accanto a Shredder ancora immobilizzato.
“Non sono certa che funzioni, ma oramai le abbiamo provate tutte.” Aggiunse la guerriera mentre la sua mano si chiudeva intorno all’impugnatura.
Nel mentre, la battaglia infuriava ancora in mezzo. Le quattro tartarughe riuscivano a tener testa senza problemi allo spirito del metallo, ma al tempo stesso quest’ultimo non mostrava grande fatica nel difendersi.
“State cominciando a stufarmi, moscerini!” gridò ad un certo punto il nemico lanciando un attacco piu potente degli altri che fece indietreggiare i suoi avversari che però non si arresero.
“A me sta scocciando lui.” Ammise Raffaello creando altre ondate di fuoco con i suoi sai.
“Bei tempi quelli delle scaramucce contro i ninja di muso di latta.” Sospirò con fare nostalgico Michelangelo.
“Be, mettiamola così, questo è un allenamento piu… intenso.” Esclamò Donatello schivando un altro attacco.
Leonardo non disse nulla, era concentrato: con un occhio teneva d’occhio il suo avversario, non poteva permettersi di farsi cogliere impreparato, ma con l’altro osservava le intenzioni di Karai non capendo cosa volesse fare.
Di fatti, la giovane ninja aveva ripreso ad avanzare lungo la parete tenendo ben stretto il pugnale fino a ritrovarsi alle spalle della sorella che ancora gridava in preda ai piu atroci dolori. Si accucciò leggermente e alzò la mano che teneva il kunai.
Il giovane leader si spaventò, cosa voleva fare a Miyuk?
Non riusciva a credere che volesse veramente pugnalarla alle spalle, ma la posizione che aveva assunto era inequivocabile.
Karai, con precisione degna del miglior ciecchino, prese con calma la mira regolarizzando il respiro ed evitando di scuotere troppo il corpo.
Poi scagliò il pugnale.
L’attacco non passò inosservato a nessuno e tutti si voltarono in quella direzione: la lama de kunai era passato vicinissimo alla pelle candida della sacerdotessa, ma ora era chiaro che quella non era la sua destinazione.
Il bersaglio era la corda che teneva insieme il ciondolo.
“Maledetta! Cosa credi di fare?!” gridò con tono spaventato lo spirito del metallo scagliandosi contro la giovane ninja che non ebbe però la forza di opporsi all’attacco.
“Non vincerai, mostro!” gridò sogghignando Karai certa che il suo gesto sarebbe bastato.
Leonardo però aveva capito quale fosse la mossa da fare e si voltò verso il fratello dalla benda rossa. “Raf…!”
“Ho gia capito!” esclamò quest’ultimo impugnando il suo sai e, scagliandolo con precisione, spezzò la corda nera facendo cadere il ciondolo a parecchia distanza dal luogo del rituale.
Lo spirito del metallo si voltò preoccupato e inorridì alla vista del ciondolo non piu intorno al collo di Miyuki.
“No!” esclamò dirigendosi verso la collana con il chiaro intento di prenderlo, ma le tartarughe furono piu veloci.
“Ragazzi, bloccatelo!” esclamò Leonardo dirigendosi anche lui verso il gioiello riverso a terra mentre gli altri tre circondavano il nemico sbarrandogli la strada.
“Hai fretta, amico?” gli chiese Raffaello colpendolo con i suoi sai dopo aver recuperato quello che aveva lanciato.
“Non si lascia una festa senza salutare, non lo sapevi?” Anche Don lo colpì in pieno con il suo Bo.
“E poi, il bello deve ancora venire!” due raffiche partirono dai nunchaku di Mik colpendolo in pieno.
Il giovane leader, nel frattempo, si inginocchiò accanto al ciondolo e, posando a terra una delle sue katana, prese l’altra per l’impugnatura con entrambe le mani.
“Addio, spirito!” gridò prima di calare la lama sul gioiello e rompendolo in migliaia di pezzi.
Un enorme onda d’urto si propagò per tutta la stanza creando una forte luce e scagliando tutti i presenti contro i muri che si incrinarono sotto il forte colpo.
I guerrieri ci misero parecchio a rimettersi in piedi e la forte illuminazione fu lenta a dissolversi, ma quando ciò avvenne, tutti notarono che lo spirito del metallo era scomparso e Miyuki era riversa a terra priva di sensi. Anche le colonne di luce che venivano prodotte dai quattro dischi elementari erano tornate dei loro colori originali uguali alle loro pietre.
Leonardo, ancora rafforzato dallo suo spirito protettore, non perse tempo e, rinfoderate le katana, raggiunse il corpo inerme della giovane prendendola tra le sue braccia e scrollandola per cercare di farle riprendere conoscenza.
“Miyuki! Miyuki, ti prego, apri gli occhi.”
La ragazza però non accennava a svegliarsi, il colorito delle sue gote sempre piu pallido e il respiro lieve.
Tutti si avvicinarono ai due tenendo lo sguardo fisso sulla giovane miko nella speranza di poter rivedere i suoi occhi dolci e azzurri.
Splinter si accucciò a fianco del figlio maggiore e posando le mani sul capo della ragazza. Leo gli rivolse uno sguardo spaventato.
“Maestro, perché non si sveglia? Siamo intervenuti troppo tardi?”
Il maestro ninja rimase in silenzio per alcuni secondi con gli occhi chiusi, poi guardò il figlio: “No, Leonardo, presto starà bene, anzi credo che presto riaprirà gli occhi.” Poi ritornò con gli occhi su Miyuki accarezzandole la fronte: “E’ solo molto stanca.”
Non appena Splinter terminò di parlare, le palpebre della giovane sacerdotessa ebbero un fremito prima di sollevarsi lentamente. I suoi occhi erano nuovamente normali e la prima cosa che fecero fu quello di posarsi sul volto della tartaruga dalla fascia azzurra.
“Leo?” chiese debolmente.
“Sei viva!” esclamò abbracciandola e affondando la faccia nei lunghi capelli neri: “Non ci speravo piu, amore mio.”
Con fatica, Miyuki ricambiò la stretta felice di poter ancora sentire le braccia del guerriero stringerla.
Quando si separarono, la giovane si voltò verso gli altri sorridendo dolcemente: “E’ bello rivedervi tutti.”
“Sei mancata a tutti sai?” disse Don piegandosi sulle ginocchia e appoggiando le mani su esse.
“Sempre a cacciarti nei guai, stai!” la prese allegramente in giro Raf incrociando e braccia dietro la testa.
“Ehi, vedi di riprenderti presto, eh? Devi ridarmi la rivincita ai videogiochi!” esclamò felice Mik ricevendo uno scappellotto dal rosso: “Ehi! Che ho detto stavolta?!”
Raffaello scosse semplicemente le spalle: “Niente, ma ci stava bene!”
Tutti scoppiarono a ridere felici che finalmente tutto fosse finito mentre Leonardo aiutava la ragazza a rimettersi in piedi.
“Miyuki, permettimi di presentati Miyamoto Usagi, è quel nostro vecchio amico di cui ti avevo parlato.” Disse il leader indicando il suo amico guerriero il quale si inchinò con rispetto insieme alla giovane.
“Hajimemashite, Miko-san.”
Poi voltandosi, Miyuki si ritrovò davanti Karai che la guardava con sguardo colpevole.
“Mi dispiace, Miyuki, ho sbagliato, avrei dovuto proteggerti.”
Ma la ragazza non voleva sentire le sue scuse e si avvicinò alla ninja per poi abbracciarla forte. Karai, inizialmente un po’ sorpresa, ricambiò la stretta felice.
“Ti ho sentita quando hai tentato di risvegliarmi e te ne sono grata. Arigatou, onee-san.”
“Ora possiamo tornare tutti a casa, ma prima credo sia il caso che tu metta fine al rituale prima che faccia altri danni.” Le disse Splinter quando le due si separarono e posandole una mano sul braccio.
“Che ne facciamo di lui, sensei?” chiese Raffaello avvicinandosi a Shredder ancora sdraiato sul pavimento.
“A lui ci penso io.” Disse subito Miyuki alzando una mano dalla quale si sprigionò un leggero lampo di luce che colpi immediatamente il loro nemico in armatura.
“Che cosa hai fatto?” chiese curioso Leonardo alle sue spalle.
Lei si voltò sorridendogli e scrollando le spalle: “Diciamo che per un po’ di tempo si godrà la vista del pavimento in legno.” Poi si gettò di nuovo tra le braccia del suo amato ninja scambiandosi un rapido bacio a fior di labbra.
“Ora credo sia il caso fermare i dischi e poi possiamo andare.” Disse ancora risoluta la ragazza avvicinandosi al luogo del rituale.
Una volta a pochi centimetri di distanza, però, la terra cominciò a tremare.
“Ma che diavolo…?” esclamò sorpreso Raffaello barcollando nel tentativo di mantenersi in piedi.
“Un terremoto?!” chiese Michelangelo cadendo a terra con un tonfo.
Non ebbero bisogno di accertarsi di cosa si trattasse perché una risata malvagia si propagò per la stanza.
“Forse mi avete sconfitto, ma non uscirete da qui vivi e la vostra amata città vi seguirà nella tomba!” esclamò la voce dello spirito del metallo.
“Che cosa ha intenzione di fare?” si domandò preoccupato Donatello.
“Questo mi sembra abbastanza chiaro!” disse Mik guardando in viso i fratelli e gli amici che ricambiavano spaventati a loro volta.
“Ma come lo fermiamo?” chiese Leonardo sentendosi impotente.
“Non possiamo fare nulla, sta usando i suoi poteri e noi non possiamo fermarli.” Ammise Karai con tono rassegnato.
“Ma non possiamo arrenderci!” esclamò arrabbiato Raffaello: “Non possiamo farlo vincere?”
“E come possiamo fare?” chiese allora Usagi guardando Splinter.
“Non ne ho idea.” Ammise il maestro di ninjitsu onestamente.
Calò momentaneamente il silenzio, l’unico rumore era il rimbombo di quella specie di terremoto.
“Voi non potete.” Disse infine Miyuki dopo una lunga riflessione: “Ma io si.”
Tutti si voltarono a guardarla sorpresi e a prendere la parola fu Splinter: “Cosa hai in mente?”
“No!” esclamò con tono spaventato Karai che sapeva esattamente cosa avesse in mente.
“E’ l’unico modo.” Disse seriamente la miko alla sorella.
“Non te lo permetterò!” rispose la ninja facendo un passo avanti arrabbiata.
“Perché non vuoi capire che non abbiamo altra scelta?!” esclamò la sacerdotessa alterandosi a sua volta.
“Scusate, volete mettere al corrente anche noi?” chiese Raffaello che come gli altri aveva seguito il breve battibecco tra le sorelle.
Miyuki si rivolse agli altri: “Con i miei poteri e i dischi elementari posso provare a contrastare il potere dello spirito del metallo.”
“E noi sicuramente vi aiuteremo, amata Sacerdotessa.” La voce dello spirito dell’acqua esordì all’improvviso mentre si materializzava accanto al suo protetto abbandonando il suo corpo come fecero anche gli altri tre.
“Arigatou.” Rispose la sacerdotessa con un lieve inchino.
“Ma non capisco una cosa” si intromise Leonardo rivolgendosi a Karai: “Perché sei contraria alla cosa? Salverà tutta New York.”
“Ma lei morirà!” esclamò con enfasi e preoccupazione la ninja facendo voltare tutti verso la giovane miko con aria preoccupata.
“Cosa significa, Miyuki?” chiese allora il leader spaventato.
Lei non potè far altro che sospirare chiudendo momentaneamente gli occhi, per poi aprirli e fissarli in quelli della sua tartaruga.
“Non posso impedire l’esplosione, ma posso contenerla.” Spiegò tentando di mantenere la calma.
“E…?”
Sospirò ancora: “E non posso farlo dall’esterno, ma solo tra i quattro dischi elementari.”
“Ma sei impazzita?!” chiese allora spaventato l’azzurro comprendendo cosa ciò significasse mentre gli altri non intervenivano certi che quello fosse un momento che dovevano affrontare da soli.
“Non c’è soluzione differente. Devo farlo o moriremo tutti.” Gli rispose lei sviando lo sguardo.
“No, troveremo un altro modo.” Insistette il ninja: “Non puoi rischiare tanto.” La riprese scrollandola per le spalle.
“Quale modo?!” chiese allora lei disperata mentre gli occhi le si riempivano di lacrime: “Non senti che le scosse diventano sempre piu forti, non possiamo perdere altro tempo a cercare di trovare un altro modo!”
“Non permetterò che tu rischi la tua vita.” Insistette lui tremando.
“Moriremo tutti, altrimenti.” Mormorò ancora la ragazza guardando il pavimento.
Leonardo, incapace di controllarsi, abbracciò stretto la ragazza, non voleva lasciarla andare e sentì il corpo di lei rilassarsi tra le sue braccia e circondandolo a sua volta con le sue.
“Me lo avevi promesso, Miyuki.” Mormorò tra i suoi capelli dove depositò anche un bacio: “Avevi promesso che non ti avrei persa.”
“Mi dispiace.” Mormorò lei singhiozzando: “Mi dispiace tanto.”
“Non lo fare, amore mio.” Le bisbigliò all’orecchio.
Lei si allontanò leggermente guardandolo negli occhi senza però abbandonare quel caldo rifugio. Poi lo baciò all’improvviso con trasporto.
“Ti amo.” Disse con emozione quando finalmente si separarono, poi fece forza sul petto del ninja allontanandolo da se: “Ma non ho altra scelta.”
“No! Miyuki, non…” cominciò a protestare il leader cercando di riavvicinarsi, ma la miko, con due rapidi gesti delle mani, li fece scomparire.
“Mi dispiace…” mormorò ancora fissando il punto in cui, fino a pochi secondi prima, c’era Leonardo.
Si voltò osservando il quadrato del rituale dove era stata prigioniera fino a poco prima e che probabilmente sarebbe stata la sua tomba.
“Non abbiate paura, sacerdotessa, vi aiuteremo in questa impresa.” Disse ancora lo spirito dell’acqua.
La miko si voltò a guardarlo rendendosi conto di quanto assomigliasse alla sua tartaruga e sorrise inconsciamente. In un certo senso, era come se lui fosse rimasto li con lei.
“Vi ringrazio.” Disse poi mentre camminava verso i quattro dischi e posizionandosi nuovamente al centro tra essi inginocchiandosi.
I quattro spiriti presero posto ognuno sopra il proprio disco facendosi inglobare dal fascio di luce facendone aumentare sempre piu l’intensità.
Miyuki chiuse gli occhi e strinse le mani davanti al petto tenendo racchiuso tra i palmi il ciondolo contenente il fuoco sacro. Fece richiesta al suo vecchio alleato di tutto il suo potere che non si fece attendere e ben presto la ragazza se lo sentì scorrere nel corpo piu potente che mai.
“A noi due, spirito del metallo.”

“Miyuki! NO!” gridò sconvolto Leonardo quando riapparvero in strada a poca distanza dal grattacielo.
Si mise a correre, aveva intenzione di rientrare nel grattacielo e raggiungerla, non poteva permetterle di fare quella sciocchezza.
Ciò che non aveva calcolato, era la barriera protettiva che avvolgeva la costruzione e lo sbalzò indietro tra i suoi fratello.
“Leo? Stai bene?” chiese Donatello accucciandosi al suo fianco.
“Starò bene solo quando Miyuki sarà qui con noi al sicuro.” Esclamò arrabbiato alzandosi di nuovo in piedi e riprendendo a correre, ma il risultato fu nuovamente lo stesso e si ritrovò steso a terra.
“Non possiamo fare piu niente, Leonardo. Ha fatto la sua scelta.” Disse con voce incolore Karai, ma le lacrime che le rigavano le guance tradivano il suo stato d’animo.
“No! Non lo accetto!” esclamò Leo scattando in piedi con l’intenzione di scagliarsi contro la barriera.
“Smettila!” gridò allora Raffaello colpendolo in pieno volto con un pugno.
Il leader si voltò a guardare il fratello sconvolto e sorpreso: “Ma cosa…?”
Lo sguardo del rosso trasmetteva tutto il dolore che provava a sua volta, specchio di quello ben visibile sulle facce degli altri.
“Non fare lo scemo, non possiamo fare piu niente! Miyuki si è sacrificata per tutti noi, si è sacrificata per te!” Raf gli si avvicinò con maggior calma posandogli una mano sulla spalla: “Non rendere vana la sua morte.”
Il leader abbassò lo sguardo sapendo perfettamente che suo fratello aveva ragione, ma il suo cuore non poteva accettarlo.
Rivolse lo sguardo alla cima del grattacielo mentre gocce salate calavano dai suoi occhi bagnandogli le guance e con la mente le rivolse le ultime parole che avrebbe voluto dirle: “Ti amo.”

In un altro luogo…
Un soldato nella sua armatura splendente entrò correndo nella sala del trono avvicinandosi al lato opposto dove c’era la persona che cercava attirando su di se gli sguardi degli altri presenti.
“Daimyo, mio signore.” Disse inchinandosi anche se la fretta era ben visibile nei suoi movimenti.
“Cosa succede?” chiese distogliendo lo sguardo dai documenti che stava studiando con attenzione.
“Stanno per partire.” Rispose semplicemente, ma ciò bastò per far capire al Daimyo di cosa si trattasse.
Il signore del luogo si alzò immediatamente dalla sua seduta e con altrettanta fretta scese i pochi gradini.
“Dove sono?”
“All’ingresso, partiranno a breve.”
“Li devo raggiungere.” Concluse il Daimyo cominciando a correre fuori dalla stanza seguito dal suo servitore.

Lo sguardo dei cinque mutanti e dei loro amici era fisso sul grattacielo del Foot Clan che continuava a tremare come sotto le scosse di un terremoto, ma grazie ai poteri di Miyuki i danni si limitavano a quel edificio.
Lo stato d’animo di tutti era uguale: un forte senso di impotenza e tristezza albergava in loro per non poter evitare il sacrificio della giovane sacerdotessa.
“Non riesco ad accettare che siamo impotenti davanti a tutto questo!” esclamò disperato Leonardo cadendo in ginocchio e battendo i pugni sull’asfalto
Raffaello, che ancora era alle sue spalle, posò una mano sul suo guscio tentando di dargli conforto, anche se sapeva bene che era tutto inutile.
“Miyuki….” Mormorò il giovane leader mentre le lacrime continuavano a scendere incontrollate, ma in quel momento non gli importava.
Con un forte boato, incominciarono a crollare alcune parti del palazzo rovinando a terra e alzando enormi polveroni. Lentamente lo scheletro della struttura cominciò a rivelarsi agli occhi di tutti mentre un folto numero di curiosi si riversava nelle strade e le sirene di ambulanze e polizia riempivano l’aria.
“Dobbiamo nasconderci.” Disse Splinter guardingo facendo segno agli altri di seguirlo sulla cima di un tetto li vicino.
“Andiamo fratello.” Disse Raffaello esortando il maggiore a spostarsi, il quale sembrava non voler reagire a nulla, ma come un automa seguì il fratello.
“Sta implodendo su se stesso.” Constatò Donatello: “Miyuki, con i suoi poteri, sta invertendo la potenza dell’esplosione.”
“In parole semplici?” chiese Michelangelo guardando la tartaruga confuso.
“Quando l’esplosione avverrà, il palazzo crollerà su se stesso senza investire ciò che c’è intorno.” Spiegò allora il genio.
“Quante possibilità ci sono che le persone all’interno sopravvivano?” domandò allora Usagi temendo la risposta.
“Sono" mormorò il viola abbassando lo sguardo: “Pari a zero.”
E con quelle parole, la condanna di Miyuki fu definitiva.
All’improvviso, però, un vortice di luce apparve davanti ai loro occhi sorprendendoli e da esso si materializzarono alcune figure, ma la forte intensità dell’illuminazione non permetteva di vedere dettagli che permettessero loro di riconoscerle.
“Ma chi…?” chiese sorpreso Raf alzando le mani davanti gli occhi per proteggerli.
“Non sarà un attacco di qualche tipo?!” esclamò esasperato Michelangelo.
Prepararono tutti le loro armi pronti a lottare, ma non appena i nuovi arrivati si rivelarono, furono tutte rinfoderate.
“Daimyo, amico mio.” Disse allora Splinter con tono realmente sorpreso avvicinandosi al diretto interessato per stringergli la mano.
“Splinter, sono felice di rivederti.” Rispose il Daimyo e ricambiando la stretta del topo mutante una volta che lo ebbe raggiunto.
Alle spalle del signore del Battle Nexus, vi erano molte altre persone: un numero elevato di guardie armate fino ai denti e due figure incappucciate. I loro volti non erano riconoscibili, ma attraverso il tessuto scuro delle mantelle erano visibili due generi di abiti estremamente diversi: il primo indossava una divisa ninja, dai colori chiari tra il bianco e l’azzurro, i piedi scalzi coperti solo per una parte della pianta da candide bende; il secondo aveva una lunga tunica orientaleggiante anche se il mantello ben chiuso attorno al corpo impediva di vederla nei dettagli, ai piedi un paio di infradito tipiche del Giappone con le calze.
“Avrei però preferito che ci rivedessimo in una situazione migliore.” Disse ancora il Daimyo lanciando un occhiata preoccupata al grattacielo.
“Gia.” Rispose Splinter: “Siamo stati incapaci di impedire il sacrificio della sacerdotessa.” Aggiunse certo che sapesse di chi stavano parlando.
“Mio signore.” Disse all’improvviso una delle due figure incappucciate, quella con sotto la tunica, con voce femminile e facendo un passo avanti.
Il Daimyo si voltò a guardarla e con un secco cenno del capo acconsentì a quella richiesta muta.
Allora, la sconosciuta fece alcuni passi avanti affiancando Leonardo ancora in inginocchiato e piangente con lo sguardo rivolto all’edificio.
I due si scambiarono una rapida occhiata e il giovane leader fu certo di aver intravvisto al di sotto del cappuccio un paio di limpidi occhi azzurri dall’aria determinata, prima che il volto in cui erano incastonati si voltasse verso il palazzo.
Anche se i presenti non poterono vederlo, la donna abbassò le palpebre raccogliendo tutta la concentrazione di cui aveva bisogno, poi sollevò lentamente le braccia sopra la sua testa con i palmi ben aperti e rivolti verso l’alto, dalle sue labbra cominciò ad uscire una lenta litania composta da parole che ricordavano molto il giapponese antico.
All’improvviso, dal suo corpo cominciò a sprigionare un intenso potere che l’avvolse completamente in un alone di luce.
“Che sta facendo?” chiese Karai sorpresa facendosi avanti di alcuni passi.
“Non lo so.” Ammise Usagi che si trovava al suo fianco.
Le tartarughe non riuscirono a spiccicare parola presi ad osservare quella figura che sprigionava sempre piu energia mentre l’altra figura gli si avvicinava. Quando poi lei crollò in terra sulle ginocchia, l’altro gli posò le mani sulle spalle.
“Prendi forza da me, se ne hai bisogno.” Disse il secondo incappucciato rivelando una voce maschile.
“Ma chi sono?” chiese Michelangelo a Donatello il quale rispose con una scrollata di spalle e uno sguardo stupito non sapendo cosa rispondere.
“Fidatevi di loro, amici.” Disse semplicemente il Daimyo e nessuno ebbe il coraggio di ribattere, tutti rimasero in osservazione.
Poi la donna, senza muovere un muscolo, scomparì nel nulla e tutti rimasero stupiti, tranne il Daimyo e l’uomo che si limitarono ad alzare lo sguardo verso la cima del grattacielo, imitati poco dopo dagli altri.

Miyuki si ritrovava in mezzo ai quattro dischi elementari sprigionando tutto il suo potere con l’aiuto dei quattro spiriti, ma si sentiva sempre piu debole e lentamente si accasciava in terra.
Aveva oramai raggiunto il suo scopo, aveva imprigionato grazie alla sua magia lo spirito del metallo legando il suo destino a quello del palazzo che stava crollando. Sarebbe stato distrutto e questa volta sarebbe stato per sempre.
“Resistete, mia signora.” Disse la voce dello spirito dell’acqua esortandola.
“Sono sempre piu debole.” Mormorò lei, ma sapeva che non poteva lasciarsi andare e strinse i denti per resistere, doveva evitare la distruzione della città.
Tutto il grattacielo cominciò a tremare ancora di piu incominciando a cedere e a cedere verso il basso. Un asse del soffitto sopra di lei si ruppe cominciando a precipitare, ma intorno a lei vi era uno scudo magico che la protesse.
“Miyuki.”
La ragazza alzò la testa di scatto, si era sentita chiamare da una voce sconosciuta.
No, si sbagliava, non era del tutto sconosciuta. Aveva un vago ricordo di quella voce, come legata a un passato molto lontano, un passato che non ricordava nemmeno le appartenesse.
Ma nella stanza, o per lo meno in ciò che rimaneva di essa, non vi era nessuno, era sola con i dischi elementari prossima oramai alla morte.
“Non morirai Miyuki.”
Ancora quella voce, una voce di donna, una voce calda che sapeva di famiglia.
“Chi sei?” chiese facendo ricorso a un briciolo di energia che le rimaneva, ma la voce era appesantita dalla stanchezza.
Davanti ai suoi occhi incominciarono a formarsi alcune lucine che inizialmente prese per scherzi della sua vista affaticata, ma presto cominciarono a prendere forma e presero le sembianze di una donna.
Portava un mantello sulle spalle a cui fece calare il cappuccio rivelando il capo e al di sotto era ben visibile una tunica da miko come la sua, bianca e rossa; i capelli erano lunghi fino alla fine della schiena, lisci e neri, gli occhi azzurri come acqua.
Le sembrava di vedersi allo specchio, come se vedesse se stessa invecchiata di alcuni anni.
Ma chi era?
“Sono una persona a te molto vicina, mia cara e ti aiuterò ad uscire viva da qui.” Disse la donna avvicinandosi al luogo del rito e alla giovane sempre piu debole.
“Una persona… a me vicina?”
Questa volta la nuova venuta non rispose, si limitò ad inginocchiarsi al suo fianco e a prenderle il volto tra le mani.
“Come sei cresciuta, piccola mia.” Disse con voce calda accarezzandole con dolcezza le gote.
Miyuki sbarrò gli occhi capendo chi si trovava di fronte, come se il tocco delle sue mani glielo avesse sussurrato in un orecchio.
“Ma… mma?” domandò incredula e ricevendo come conferma uno sguardo pieno d’amore.
Allora la donna si rimise in piedi e le allungò una mano per aiutarla a fare altrettanto.
Miyuki non perse tempo e strinse la sua mano in quella della madre, fece forza sulle sue gambe rimettendosi in posizione eretta. Poi la donna prese anche l’altra mano e la strinse alla sua facendo indietreggiare la figlia per ritrovarsi entrambe al centro, tra i dischi elementari.
“Unendo i nostri poteri riusciremo nel nostro intento e saremo salve.”
“Mi fido di te, mamma.” Disse la giovane miko animata da un nuovo filo di speranza accompagnando i movimenti della madre che aveva sollevato tra di loro le mani intrecciate e incominciò a recitare in una lingua a lei sconosciuta.
O almeno così credeva, dato che, senza rendersene conto, si ritrovò anche lei a ripetere quelle parole a tempo con l’altra sacerdotessa.
Le luci dei quattro dischi divennero ancora piu intense allargandosi sempre di piu all’interno del quadrato e avvolgendo completamente le due donne in una colonna unica.

E il palazzo crollò sotto lo sguardo sconvolto di tutti i presenti.
Coloro che erano ignari della realtà degli eventi parlottavano tra di loro spaventati e sollevati al tempo stesso per il miracolo avvenuto: non vi erano stati danni ad altri palazzi circostanti; polizia e personale medico si prodigò immediatamente nella ricerca di superstiti; le tv nazionali e non riprendevano il tutto in diretta per informare i cittadini dello stato di quanto accadeva.
Nel mentre i mutanti e i loro amici ancora rifugiati sul tetto osservavano il tutto con un dolore al cuore sempre piu forte e potente esternando il tutto con scie salate lungo le guance.
“E’ finito. E’ tutto finito.” Si limitò a dire con tono cupo Splinter chiudendo gli occhi in preghiera per l’anima di Miyuki.
Nel silenzio che era calato tra loro, un grido straziante si alzò nell’aria facendo tremare tutti: l’urlo apparteneva a Leonardo che si accasciò ancora di piu a terra singhiozzante. Non gli era mai piaciuto esternare in quel modo i suoi sentimenti, farsi vedere debole dagli altri, ma in quel momento non gli importava. La sua Miyuki era morta, solo quello riusciva a pensare.
I suoi tre fratelli, colpiti a loro volta dalla perdita anche se in maniera meno violenta, si avvicinarono a lui e lo strinsero in un abbraccio che tentava di trasmettere conforto.
Gli unici che non si erano scomposti piu di tanto al crollo erano il Daimyo e l’uomo incappucciato che sembravano in attesa di qualcosa.
E qualcosa di fatti avvenne.
All’improvviso, dalle macerie, si alzarono verso il cielo quattro colonne di luce di altrettanti colori, azzurro, rosso, viola e arancione, e nel momento in cui si unirono, un unico raggio candido curvò di lato puntando verso il tetto in cui si trovavano tutti loro.
“E ora che facciamo?” disse spaventato Michelangelo: “Sta puntando dritto su di noi?”
“Non sarà di nuovo quel rompiscatole dello spirito del metallo?!” ringhiò Raffaello estraendo i suoi sai pronto al combattimento.
“Non preoccupatevi.” Esordì il Daimyo osservando lo strano evento magico che si verificava: “Nemmeno i cittadini di New York City sono in grado di accorgersi di quello che sta accadendo, non è pericoloso.”
“Ma cos’è?” chiese Karai rimasta ormai a bocca aperta.
“Lo vedrete.” Aggiunse l’uomo con il mantello.
E tutti rimasero in osservazione seguendo il percorso della colonna di luce che ben preso colpì la superficie in cemento, ma non portò alcun danno ne vi fu un tremore che tradisse lo schianto.
La colonna persistette ancora per alcuni secondi, poi si diradò lasciando i presenti esterrefatti: davanti a loro si erano materializzate due donne quasi del tutto identiche tra loro se non fosse stato che una era chiaramente piu vecchia dell’altra. La piu anziana era la donna che poco prima si era smaterializzata, a tradirla il mantello ancora legato sulle spalle; l’altra era…
“Miyuki!” esclamò decisamente sollevato e incredulo Leonardo rialzandosi in piedi e correndo verso la ragazza che a sua volta gli si fece incontro. Lui la prese di slancio per la vita facendola volteggiare in circolo mentre lei gli stringeva le braccia intorno al collo.
Quando la tartaruga la depositò nuovamente con i piedi in terra, si abbracciarono nuovamente felici prima di scambiarsi un dolce bacio pieno di felicità.
Anche tutti gli altri presenti erano felici e ben presto si avvicinarono alla giovane miko per accoglierla come meritava per aver salvato tutti.
“Ma come hai fatto?” le chiese Karai che fu l’ultima a stringerla a se.
Miyuki le sorrise dolcemente prima di rivolgere lo sguardo all’altra donna: “Mi ha aiutato mia madre. Con l’unione dei nostri poteri, siamo riuscite ad uscirne vive.
Tutti rivolsero l’attenzione all’altra sacerdotessa, ma nessuno si rese conto dello sguardo sbigottito di Splinter che facendo alcuni passi avanti, mormorò: “Non è possibile… Tang Shen? Sei tu?”
La donna si limitò a rispondere con un sorriso e a spiegare ci pensò il Daimyo: “Si, mio caro e vecchio amico. E’ la Tang Shen che hai conosciuto anni fa, la precedente sacerdotessa in carica e quindi madre della giovane Miyuki.”
“Ma Tang Shen non era…?” cominciò a chiedere Leonardo che nel frattempo aveva ripreso tra le braccia la giovane miko.
“La mia compagna, si, e segretamente anche moglie.”
A parlare fu l’uomo ancora incappucciato che però abbassò il telo con un movimento fluido rivelando un volto decisamente maschile e orientali, capelli corti e neri come gli occhi a mandorla.
“Maestro Yoshi!” esclamarono sorpresi i cinque mutanti spalancando gli occhi.
Splinter, incredulo, si fece avanti lentamente fino a ritrovarsi di fronte a colui che era stato per molto tempo il suo mentore quando ancora era un piccolo topolino. Le mani gli tremavano per l’emozione mentre i suoi occhi si intrecciavano a quelli del suo antico maestro.
“Splinter, vecchio amico, ero venuto a conoscenza della tua mutazione e sono felice di poterti rivedere.” E con quelle parole lo abbracciò. Il topo mutante, dopo un momento di esitazione, ricambiò la stretta felice.
Quando si separarono, Splinter con un cenno della mano indicò i suoi figli: “TI prego, permettimi di presentarti i miei giovani allievi: Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo.”
I quattro ninja si inchinarono in segno di rispetto onorati di conoscere il sensei del loro sensei.
“E’ un onore conoscervi, ragazzi. Ho avuto modo di seguire alcune vostre imprese e ho potuto notare la vostra bravura nel ninjitsu.”
Poi Splinter, ancora in cerca di spiegazioni, si voltò verso il Daimyo: “Ma come è possibile?”
“Vedi vecchio mio, tutto è cominciato quando Shredder ha attaccato la casa del tuo maestro e dell’allora in carica sacerdotessa. Voleva rapire la loro giovane figlia, all’epoca ancora un’infante di pochi mesi. Voleva crescerla e tenere sotto controllo le sue capacità. Uccise Tang Shen sapendo bene che con lei ancora in vita il titolo di sacerdotessa non sarebbe mai passato in mano alla bambina, così la pugnalò e le strappò dal collo il ciondolo del fuoco sacro che in seguito avrebbe donato alla ragazza. Diede fuoco alla casa in modo tale che Yoshi credesse alla morte di entrambe.”
Tutti avevano ascoltato con molta attenzione, sulle guance di Miyuki erano scese alcune lacrime che Leonardo si premurò di asciugare prima di abbracciarla di nuovo sotto lo sguardo felice della madre.
“Il resto della storia non serve che te la racconti, la conosci meglio di me.” Continuò il signore del Battle Nexus: “L’unica cosa che ancora devo dirti è che prima che venissero distrutti, recuperai i cadaveri di entrambi e con la mia magia fui in grado di riportarli in vita e di guarirli completamente. Purtroppo questo a richiesto molti anni e quando Tang Shen ha riaperto gli occhi ha subito predetto qualcosa del futuro: il momento che abbiamo appena vissuto. Perciò abbiamo aspettato tutto questo tempo prima di farli rivelare per evitare che il futuro potesse cambiare, magari in peggio.”
Nessuno aggiunse qualcosa al racconto, rimasero tutti a riflettere su quelle parole.
La prima a muoversi fu Miyuki che, lasciando per un momento il rifugio che le braccia della sua tartaruga le offrivano, si avvicinò titubante ai suoi genitori che continuavano a guardarla sorridenti. Ci fu solo un attimo di esitazione, poi i tre si strinsero in un abbraccio caloroso come mai avevano potuto fare.
Si separarono quando all’improvviso al loro fianco si materializzarono i quattro spiriti degli elementi, due per lato, e tutti si voltarono a guardarli curiosi.
“Mia signora.” Disse facendo un passo avanti lo spirito dell’acqua in direzione della giovane miko e inchinandosi subito imitato dagli altri tre: “I dischi elementari sono stati distrutti e noi vorremmo mettere a vostra disposizione le nostre conoscenze per aiutarvi ad accrescere i vostri poteri da poter usare per fare del bene.”
“Per me sarebbe un vero onore.” Rispose Miyuki sorridente inchinandosi leggermente.
“E io ti darò una mano, se lo vorrai.” Disse Tang Shen poggiando le mani sulle spalle della figlia: “Ma questo impone una cosa, mia cara.”
“Quale madre?” chiese la ragazza volgendo lo sguardo sulla donna.
“Che tu ti trasferisca con noi nel Battle Nexus, solo li potrai esercitare la tua magia nella sua completezza.”
Miyuki spalancò occhi e bocca per la sorpresa: “Ma io…”
Era combattuta, voleva veramente migliorare le sue capacità come sacerdotessa, sarebbero sempre potuti tornare utile, ma ciò significava separarsi da Leonardo.
Rivolse uno sguardo alla tartaruga ninja che la osservava attentamente e lentamente gli si avvicinò.
“Devi andare.” Le disse lui tentando di mascherare quanto in realtà gli costassero quelle parole.
“Ma io non voglio separarmi da te, ci siamo ritrovati da poco e…” cominciò a protestare lei.
“No, non devi pensare a questo. E’ un tuo dovere migliorare oltre necessario. E poi…” e le accarezzò dolcemente una guancia: “So come raggiungere il Battle Nexus, non sarebbe per me troppo difficile venirti a trovare.”
Lei sorrise: “Lo faresti davvero?” chiese lei un poco piu sollevata.
“Si, per te questo ed altro.” Rispose lui baciandole le labbra e stringendola a se con forza e delicatezza al tempo stesso, volendo imprimere nella sua mente quell’ultimo ricordo che l’avrebbe accompagnato per qualche tempo.
Quando si separarono, Leo strinse il volto della giovane tra le mani fissando lo sguardo in quello di lei: “Ti amo.”
“Ti amo anche io, Leonardo.” E si abbracciarono ancora.
“Ora ci conviene andare.” Disse allora il Daimyo riaprendo il portale per l’altra dimensione: “E’ stato un vero piacere rivederti, Splinter.”
“Il piacere è stato tutto mio.” Rispose il topo mutante.
“Le porte del Battle Nexus saranno sempre aperte per voi.” Poi rivolse l’attenzione a Usagi: “Torni con noi, Miyamoto-san?”
“Si, mio signore.” Rispose il coniglio samurai prima di salutare i suoi amici mutanti e seguire il Daimyo e la sua guardia al di là del portale scomparendo nel nulla.
Anche i genitori di Miyuki, dopo aver salutato tutti, si avvicinarono al portale e attesero la loro figlia insieme ai quattro spiriti degli elementi.
“Grazie di tutto, ragazzi.” Disse la giovane miko rivolta ai fratelli di Leonardo.
“Questo ed altro per te, sei oramai una di famiglia.” Disse sorridente Raffaello.
“Grazie, davvero.” Mormorò lei emozionata.
“E poi, non ci tiriamo mai indietro quando c’è un amico in difficoltà.” Aggiunse Donatello.
“E torna presto a trovarci, abbiamo una battaglia ai videogiochi da fare.” Concluse Michelangelo.
“Piu che volentieri, Mik.” Disse lei divertita prima di voltarsi verso Splinter: “Maestro Splinter, la ringrazio per l’ospitalità e l’aiuto che mi avete dato.”
“E’ stato un vero piacere, mia cara, e Raffaello a ragione, oramai sei una di famiglia per noi.” E cogliendola alla sprovvista l’abbracciò.
“Abbraccio di gruppo!” gridò allora il minore dei quattro fratelli e tutti si strinsero intorno alla sacerdotessa e al maestro di ninjitsu in un grande abbraccio caloroso.
“Grazie mille, tornerò appena possibile.” Disse lei quando si separarono e sorridendo prima di rivolgersi a Karai.
“Allora te ne vai?” disse la ninja cercando di trattenersi.
“Devo allenarmi e credo che anche tu abbia un compito da svolgere.” Rispose la giovane ragazza.
“Si, hai ragione.” Poi le due si abbracciarono di slancio: “Mi mancherai.” Mormorò l’ex braccio destro di Shredder.
“Mancherai anche a me, onee-san.” Rispose la miko tradendosi con alcune lacrime: “Ma verrò a trovare anche te non appena ne avrò la possibilità.”
Si separarono e si guardarono negli occhi: “Ci conto, chiaro?”
E scoppiarono tutte e due a ridere come facevano un tempo quando ancora erano piccole e lontane da quelle dure realtà.
La giovane sacerdotessa si voltò di nuovo verso le tartarughe con l’intenzione di salutare di nuovo Leonardo il quale sembrava avere le stesse intenzioni.
“Ti scriverò, comunque. Potremo mandarci messaggi tramite il mio fuoco sacro.” E chiudendo a coppa le mani, la miko si concentrò per alcuni secondi e con la sua magia creò un secondo ciondolo simile a quello che ornava il suo collo, ma di fattura piu spessa, piu adatta al collo maschile. Con rapidi gesti, lo legò intorno al collo della sua tartaruga preferita, poi si strinsero di nuovo l’uno all’altro scambiandosi un altro bacio.
“A presto.” La salutò allora lui e con lo sguardò la seguì per tutta la strada che fece nel raggiungere i suoi genitori e gli spiriti per poi voltarsi di nuovo verso di loro.
“Salutatemi April e Casey, ringraziateli da parte mia e chiedetegli scusa per tutti i problemi che gli ho portato.” Attraversarono il portale e sparirono oltre esso che si richiuse alle loro spalle.
Mantennero per alcuni secondi il silenzio mentre tutti tennero lo sguardo fisso nel punto in cui erano scomparsi tutti.
“E’ veramente finito tutto, quindi.” Disse Raffaello stiracchiandosi.
“Si direi che possiamo tornare a casa.” Aggiunse Splinter incominciando ad incamminarsi verso il tombino piu vicino.
“Ho decisamente voglia di farmi una bella dormita.” Ammise Donatello, sbadigliando.
“Perché invece non ci mangiamo una mega pizza? Credo proprio che ce la meriteremmo, no? Dovremmo festeggiare?”
“Per una volta, sono d’accordo con te, figliolo.” Ammise il maestro di ninjitsu: “Potremmo raggiungere i nostri amici April e Casey.”
“Non è una cattiva idea, sono sicuro che vorranno sapere come sono andate le cose.” Concluse il genio della famiglia.
I tre poi si voltarono indietro a guardare Leonardo e Raffaello: il primo era ancora immobile a guardare il punto in cui era sparita la donna che amava, il secondo gli si stava avvicinando posandogli poi una mano sulla spalla.
“La rivedrai, presto.” Lo confortò il rosso.
Il leader annuì: “Lo so.” Poi guardò il fratello: “Ma mi manca gia.”
Il piu focoso della famiglia gli sorrise ricambiato subito dal fratello e entrambi raggiunsero gli altri.
“Allora, sbagli o si parlava di pizza?” chiese allegro Leonardo guardando il fratello minore.
“Ora parli la lingua giusto, fratello!” esclamò Michelangelo cingendogli il collo con il braccio: “Io la voglio completa di tutto: salsiccia, funghi, peperoni, acciughe, patatine fritte, wuster…”
“Mik, smettila che mi farai venire il volta stomaco.” Esclamò colpendo il fratellino alla nuca Raffaello.
“E perché? Non sei mica tu che deve mangiarla. Tu se non riesci a tenere tanto puoi prenderti una margherita.” Rispose l’arancione con una scrollata di spalle.
“Figliolo, sei sicuro che poi non starai male?” chiese leggermente preoccupato Splinter.
“Maestro, si fidi, il mio stomaco ha visto di peggio.” Rispose fiero di se il piu giocherellone delle quattro tartarughe.
“Se è per questo, il tuo stomaco ha anche assaggiato del detersivo alieno.” Lo prese in giro Donatello facendo riferimento a una loro passata avventura.
Michelangelo sbiancò al ricordo: “Bleah!” esclamò poi facendo scoppiare a ridere tutti quanti mentre prendevano a correre liberi per i tetti di New York felici che la loro vita stava per tornare alla normalità.
Il sole stava tramontando all’orizzonte occidentale, un’altra giornata stava per avere fine e con il nuovo dì sarebbe ricominciato un periodo di meritata pace.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: IsAry