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Autore: lady hawke    12/10/2013    1 recensioni
Breve (?) serie di raccontini su Donna e Tenth, sulla loro convivenza nel Tardis e sulle loro avventure su e giù per lo spazio-tempo.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Donna Noble
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Benvenuti nella raccolta! Sappiate che io sono una grande fan di Donna e Ten come partners in crime, e che, quando mi capitano prompt simpatici, amo immaginarmi piccole, sciocche avventure con loro due come protagonisti. Non aspettatevi pubblicazioni fisse o regolari. Lascio tutto un po' al caso e all'ispirazione, sperando di divertirvi! Prompt: Casa sull’albero. Personaggi: Ten. Parole: 394

Casa sull'albero

Il Dottore aveva un approccio tutto suo, alle cose. Ogni volta che si rigenerava, del resto, diventava un uomo del tutto nuovo, letteralmente. Lo era nel corpo e nella mente, anche se la sua memoria riemergeva sempre intatta. Cambiava, naturalmente, il suo modo di affrontare le cose, il suo modo di comportarsi e il suo modo di parlare. Donna criticava tendenzialmente ognuno di questi aspetti.
L’unico motivo per cui non si erano ancora decapitati a vicenda era che entrambi erano abbastanza irritanti da sapere di avere diverse cose da farsi perdonare. Ma c’erano anche volte in cui tacere alle frecciate dell’altro diventava davvero difficile.
“Sai, Donna, se questo TARDIS fosse una casa sull’albero non sono certo che ti darei il permesso di salire.”
“Il tuo ultimo atterraggio è stato su un albero” fa notare la donna. Ricorda ancora lo sballottamento e la paura che la nave spaziale precipitasse in malo modo. “Ed io c’ero.”
“Non è la stessa cosa.” Il Dottore s’affaccenda in girò, controllando i comandi del loro mezzo di trasporto. “Non ho mai avuto una casa sull’albero.” Dice poi improvvisamente, assai dispiaciuto.
“Com’è possibile, chiunque ne ha avuta una. Perfino io.”
“Oh, davvero?”
“Sì, e non ti avrei fatto salire.”
Il Signore del Tempo sembra assai deluso, e per un secondo assume l’espressione di un cucciolo abbandonato. Tacciono entrambi per un attimo, poi Donna riprende il discorso: “Con tutti gli anni che ti porti dietro, con tutti i viaggi che hai fatto, davvero non ne hai mai avuto una?”
“No…” risponde. Poi si gratta la testa e guarda in alto, là dove c’è il suo infinito guardaroba e… tutto il resto.
“Però potremmo costruirne una qui dentro.”
“Ti prego, no.”
“Sarà divertente!”
E’ un attimo, e Donna non ha più tempo di replicare. Il Dottore è preda di quella sua solita frenesia che lo porta a lanciarsi nelle cose con l’entusiasmo di un bambino. Dal nulla compaiono chiodi e martello.
“Dobbiamo solo prendere un po’ di legname qua e là, sarà un attimo.”
“Già, un attimo…” Donna si maledice,  pensando che avrebbe proprio dovuto rimanere zitta, ma è una cosa che non le riesce quasi mai. Così, affranta, comincia a contare gli attimi, sperando che il suo compagno di viaggio non si dia martellate sulle dita, perché non ce la farebbe a trasformarsi non solo in una babysitter, ma anche in un’infermiera.


 
  
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