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Autore: IluvCh_    12/10/2013    0 recensioni
...in principio fu sogno,dopo divenne realtà...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Era notte,dai monti corvini situati a nord si intravedevano delle strane luci che si alternavano freneticamente;rosso,verde, giallo, blu, brillavano in quella notte buia,come una miriade di gemme preziose,che una volta stagliate nel cielo scompaiono senza lasciare traccia. Quel luccichio rapì il giovane Aaron dal suo sogno notturno e a dire la verità gli fece solo un favore,perché quella notte non aveva avuto altro che incubi che non sarebbe stato in grado neanche di raccontare,immagini sfuocate,prive di senso e soprattutto spiacevoli che avevano come argomento centrale quasi sempre la scomparsa dei suoi genitori. Il ragazzo aprì gli occhi e fissò il soffitto,ansimante per essere fuggito da quel brutto sogno....benché fosse notte fonda,quegli strani lampi illuminavano la sua stanza quasi ad intervalli regolari; inizialmente lo sguardo del giovane non fece caso ai lampi di luce e iniziò a fissare le travi di legno del soffitto,che erano perfettamente incastrate tra di loro e quasi senza accorgersene iniziò a seguire con gli occhi una venatura molto sottile che sembrava essere in disparte rispetto alle altre,isolata,solitaria, che percorreva tutta l'asse di legno per poi ritornare al punto di origine. Ad un tratto l'attenzione del ragazzo però fu colta dallo strano luccichio proveniente dall'esterno ,così,una volta allontanati dalla mente i suoi pensieri e una volta essersi scrollato via di dosso quella strana sensazione di intontimento che si crea col sonno ,Aaron si affacciò alla finestra della sua camera e nel vedere quegli strani bagliori,incuriosito,per non dire stregato indossò le scarpe senza neanche annodare i lacci, un maglione fatto di lana molto spessa dai colori sgargianti e uscì dalla sua camera facendo attenzione a non fare rumore mentre passava innanzi alla camera da letto di suo nonno,che si trovava un paio di metri prima delle scale. Questa era una cosa molto facile per Aaron innanzitutto perché aveva percorso quelle scale tutti i giorni sin da quando era un bambino e quindi riusciva ad orientarsi benissimo anche al buio,sia perché per Aaron questo è stato da sempre un gioco o meglio una sfida; lui si immedesimava nel personaggio di un libro che aveva ricevuto in dono dal nonno per il suo undicesimo compleanno. La storia parlava di un uomo armato di una spada incantata che si ribellava e combatteva contro uno stregone che aveva un esercito di guerrieri piegati al suo volere con la magia e usava questo imponente esercito per mettere in atto un vero e proprio regime del terrore; prima di fare questo però il personaggio principale aveva dovuto affrontare mille traversie in vulcani traboccanti di lava,paludi dagli odori malsani sommerse da acque velenose e picchi di montagne ghiacciati;e così era Aaron,sprezzante del pericolo ,ora intento a schivare tutti le assi di legno situati sul vecchio pavimento del secondo piano che lui conosceva bene, e sapeva che una volta calpestate producevano un sonoro “crack”!. Nonostante qualche asse calpestata comunque Aaron era riuscito nel suo intento e raggiunta la porta della cucina uscì correndo, lasciando dietro di se la porta aperta e tanta polvere sollevata da quelle suole eccessivamente consumate e logorate dal tempo. Arrivato ai piedi della montagna,con uno scatto improvviso iniziò a percorrere un terreno accidentato,che dopo non molto cambiò completamente fisionomia, infatti si ritrovò a correre attraverso un fitto bosco schivando, tronchi eretti,altri caduti in seguito alle brutte tempeste degli anni passati e liane,che ormai avevano avviluppato ogni cosa creando così uno spesso mantello di foglie sul terreno e sui tronchi. Queste liane miste ad edera,assieme all'oscurità della notte sembravano, come pensava Aaron, spostarsi per intralciargli il cammino di proposito. Una volta arrivato molto vicino a quelle luci si fermò di scatto e iniziò a procedere con passo calmo come un predatore che aspetta pazientemente il momento giusto in cui uscire allo scoperto per agguantare la propria preda ,quando d’improvviso udì una risata, che al primo sentirla pareva fosse un misto di malinconia e nello stesso tempo di gioia, che gli fece venire i brividi,da capo a pedi. Aaron allora si rannicchiò a terra e iniziò a camminare a gattoni, muovendosi lentamente fino a confondersi con alcuni cespugli di more che si muovevano assecondando una leggera brezza che soffiava a quell’altitudine,sbucciandosi così i palmi delle mani e le ginocchia. Ad un tratto il suo viso fu travolto da un ondata di calore che proveniva da un bel fuoco acceso alimentato da alcuni grossi ceppi di quercia,al cui fianco vi era un vecchietto con una barba così bianca che sembrò al giovane Aaron quasi argentea,in testa un cappello bianco di forma cilindrica con il bordo superiore e quello inferiore dove poggiava la testa di colore blu scuro e indossava una tunica blu notte con una fascia all'altezza del bacino anche essa bianca. Era questo strano personaggio che emetteva quei suoni cosi gelidi,a cui alternava strane frasi e gesti,forse appartenenti ad un rituale, al giovane Aaron sconosciuto. La cantilena di quel vecchietto,smise d’un tratto,quando le fronde degli alberi iniziarono ad agitarsi,quest'ultimo quasi come scosso da un inspiegabile paura ,iniziò a farfugliare qualcosa tra sé e sé a voce molto bassa e con un ritmo accelerato ,il ragazzo riuscì a capire solo alcune parole:

<> disse l'anziano arricciando maggiormente le rughe presenti sul suo volto…Quelle parole riecheggiavano nella mente ragazzo come un presagio oscuro e maligno,e spontaneamente salirono a galla tante domande: chi sta arrivando?,perché bisogna sbrigarsi? e mentre pensava , osservava quell’anziano, che con mani tremanti alzava un libro ben rilegato,e pronunciava una formula di cui il ragazzo riuscì a sentire solo poche parole confuse. Immediatamente il vecchio venne avvolto da una luce quasi paradisiaca,della durata di un lampo, che si esaurì intorno ad un libro che teneva in mano,dal quale partirono alcuni raggi di luce indirizzati al cielo,tranne uno,che il vecchietto strinse nella propria mano e che infilò in tasca prima che potesse schizzare via. Terminato questo procedimento,gli occhi di Aaron erano ancora accecati da quella luce e nel tentativo di tenersi in equilibrio schiacciò alcune foglie secche,che in quel silenzio agghiacciante produssero un suono molto aspro. Improvvisamente il vecchietto si ammutolì e girandosi di scatto verso il luogo dove era nascosto Aaron, dapprima chiuse gli occhi quasi strizzandoli, poi emise un sorrisetto e continuò le sue oscure pratiche. Il ragazzetto era diventato pallido come un foglio di carta,aveva sentito quasi una lieve pressione nella sua mente, sulla sua fronte brulicavano le gocce di sudore, per non parlare poi del cuore che batteva con un intensità tale che gli pareva fosse in procinto di scoppiare. Ben presto però l’anziano terminò di professare quel rito,scavò una buca e vi mise il libro ben rilegato,ricoprendola con molta più terra di quanta ve ne era prima e prese un altro libro tra le mani, questo invece malconcio e impolverato. Sicuro probabilmente di aver compiuto il proprio dovere,e con un ghigno di soddisfazione corse verso una costruzione di pietra, dalla forma molto insolita infatti era quasi sferica,senza finestre e con il tetto fatto di rovi, che probabilmente era la sua casa; Quando era lì lì per aprire la porta, una folata di vento lo sorprese,facendolo cadere a pancia in su. Inizialmente Aaron si meravigliò di non vederlo rialzato,ma immediatamente capì il perché,infatti dal cielo scese una creatura mostruosa,alla cui vista gli occhi del ragazzo non vollero credere poiché era una creatura che pensava esistesse solo nelle fiabe,un mostro di proporzioni gigantesche,con ali che erano il doppio del corpo e che appunto con il loro piegarsi producevano quelle folate di vento,il corpo era ricoperto da una folta pelliccia di colore marrone con alcune macchie bianche,le quattro zampe erano poderose e con artigli ben affilati,la testa era come quella di un falco, dal becco ricurvo ed estremamente appuntito ,e poi gli occhi,solo ad osservarli, Aaron si sentì terrorizzato al pensiero che sarebbe potuto diventare lo stuzzichino di quel mostro. Non occorrevano altre prove, quello era un grifone! Una creatura tremendamente orrenda ma nello stesso tempo ricca di fascino. La sua bellezza venne enfatizzata maggiormente quando atterrò con uno schianto sonoro e le poderose zampe,al contatto con il suolo si ingrossarono mettendo in evidenza tutta la muscolatura evidentemente allenata per i continui atterraggi;non appena il grifone si avvicinò, Aaron poté vedere che sulla sua groppa,vi era una figura che dai lineamenti sembrava essere umana, interamente ricoperta da un armatura metallica, che scintillava sotto la luce della luna e degli astri situati intorno ad essa.

<< Dimmi dov’ è >>

disse quel personaggio alzando una mano ed indicando il vecchietto

<< Lui lo cerca da tanto tempo ed ora....>>il suo accento era molto strano, quando parlava emetteva strani sibili ;ma d’un tratto il suo discorso venne troncato da un secco

<>

pronunciato dal vecchietto e da alcune parole che farfugliava mentre cercava di rialzarsi per scappare,anche se piano a piano quei versi si tramutarono in urla di dolore,ed infatti il poveretto stava bruciando sospeso in aria. La tortura non durò molto, ben presto il vecchio divenne solo un ombra tra le fiamme,e smise di gridare. 

  
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