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Autore: Alex Wolf    12/10/2013    8 recensioni
Dal primo capitolo:
« Eleonora » mormorò una voce fievole. Un fremito scosse il mio corpo e io mi voltai. Legolas mi fissò con i suoi occhi azzurri e le labbra socchiuse. Era bellissimo, ed era li in piedi di fronte a me… ma doveva essere tutto un sogno. Perché lui mi odiava, io l’avevo tradito e lui me l’aveva ricordato, gridandomi contro. « Legolas » mi uscì dalla bocca. « C’è n’hai messo di tempo a trovarmi. »
Consigliato per chi ha letto "When you let her go".
Storia ispirata al film: "Il signore degli anelli: le due torri".
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Just can’t let her go.   
 




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Quando la luce tornò a illuminare la piccolo stanza normalmente, Legolas aveva le lacrime agli occhi. Davanti a lui, stesa a terra in un lago di sangue, scuro e rosso, c’era lei. Le braccia a poca distanza dalla testa. Un piccolo cerchio dorato continuò a rotolare preciso sul pavimento di legno, poi tentennò un poco e infine si accasciò a terra, a pochi centimetri dal naso dell’elfo. L’uomo sopra di lui sospirò esausto, e lo lasciò andare: gettandosi a pancia in su al suo fianco. Il principe non perse tempo e si sollevò sui gomiti, strisciando fino alla ragazza. « Ele, ehy » sussurrò, smuovendola un poco. La paura l’assalì. E se fosse morta? Lui non se lo sarebbe mai perdonato. « Eleonora » ritentò. Lei tossì debolmente, e un altro fiotto di sangue nero le uscì dalle labbra. Il cuore del principe riprese a battere normalmente. Non si era neanche accorto che aveva smesso di farlo: era stato troppo impegnato a lottare contro l’allevatore e gridare il nome di lei per accorgersi d’altro. « Siano ringraziati i Valar. » Il biondo si lasciò sfuggire un sospiro leggero. « Oh, eccolo » ridacchiò una voce vellutata, distraendolo. I due uomini voltarono la testa di scatto e si ritrovarono a fissare un paio di stivali neri. Salendo con lo sguardo Legolas studiò i pantaloni di tessuto chiaro, coperti da una giubba azzurra e bianca. Arrivò infine al volto: lei aveva i capelli lunghi fino alle spalle, di un biondo chiaro e leggermente mossi. La mascella era incorniciata dalle loro onde, ma orecchie a punta riusciva a vedere la sua linea dolce e al contempo marcata, come quella di Eleonora. Le labbra erano piene e rosse come rubini, il naso era all’insù e posizionato perfettamente sotto gli occhi azzurri come lapislazzuli. Si rigirava fra le mani il piccolo cerchio d’argento, appartenuto alla ragazza che ora continuava a sputare sangue. Come risvegliatosi da un sogno il giovane s’inginocchiò lesto e fece fare lo stesso alla sua compagna della compagnia. « Chi sei? » ringhiò allora alla bionda, che ancora non aveva prestato loro attenzione. Lei sobbalzò leggermente voltandosi e sgranò gli occhi. Le sue labbra si piegarono ancora un po’ verso l’alto, mentre esaminava il corpo del principe, i suoi lineamenti e la stretta che aveva sul ventre di Eleonora. Piegò leggermente la testa e i corti capelli biondi le scivolarono tutti su una spalla. Solo allora Legolas venne travolto da una scintilla. I suoi modi di fare, il suo sorriso, gli ricordavano Eleonora. « Sono sua sorella » disse radiosa la bionda, indicando il corpo della mora. « Non si direbbe, vero? » « Sua sorella? » ripeté stranito lui. Eleonora, a suo sapere, non aveva sorelle: almeno, non li nella Terra di Mezzo. « Lei non ha… sorelle. » « Non hai visto come si veste? E’ per forza mia sorella » ribatté Eleonora, passandosi la mano sulle labbra per pulirsi dal sangue. Staccò le mani di Legolas con poca delicatezza e si alzò in piedi, traballante. « Non ho bisogni di te » bloccò subito l’elfo, con un cenno sgarbato della mano, che stava correndo a sorreggerla. Lui si bloccò, allibito dalla freddezza della voce di lei: che ora sembrava ghiaccio scheggiato, e rimase fermo. Si domandò come mai non gli avesse mai parlato di quella ragazza. Si domandò come mai non l’avesse mai vista. Si chiese perché ora Eleonora era così fredda: più fredda del solito. « Legolas ti presento Isil » li presentò la castana, come se gli avesse letto nel pensiero. Il giovane rimase muto, ad osservarle. « Cos’è nel pacchetto “escodalpettodimiasorellasquarciandolo” erano inclusi anche i vestiti? » domandò ironica Eleonora. La bionda lanciò una mano in aria, dietro la sua testa e l’anello le luccicò sul dito. « Sai, l’originalità non è fatta per tutti. Non è così, sorella? » Isil fece schioccare la lingua. I suoi occhi da felino balenarono con la luce. « Cosa vuol dire che ti è uscita dal petto? E perché l’hai chiamata Isil? Tu sei Isil! » si incuriosì il biondo. « E’ una storia lunga, principino » risposero all’unisono le due. Gring, dietro la ragazza bionda alzò un sopracciglio, incrociando le braccia al petto divertito. I segni della lotta cominciavano a essere evidenti, sul suo viso e sulle sue braccia. « Ascolta, ragazzo » intervenne l’uomo. « Ti ricordi la storia di Isil la guerriera, no? Quella che diceva che sarebbe risorta e blablabla? Ecco, lei ora è qui, in vita, e sta per compiere il suo destino, da bravo ero che è. E ancora blalabla » indicò la stanza con un ampio gesto delle braccia, che poi finì sulla figura della giovane donna. « Impossibile. Isil è Eleonora. » « Tutto è possibile » rispose duramente la castana, sentendosi chiamata in causa. « Ascolta, Legolas » aggiunse poi, poggiandosi una mano sulla fronte. « Tutto questo è strano, lo so. Ma… Oh, al diavolo. Legolas Verdefoglia occupati di lei, ok? E accertati di starne fuori il più possibile, da questa faccenda » gli indicò sgarbatamente la sorella. « Io vado a cambiarmi. Ah! Dimenticavo, non una parla su questa storia » lo minacciò uscendo dalla casa. Lui fece per rincorrerla ma l’umano lo bloccò, sbarrandogli la porta. « Come ti ho detto prima, ragazzo: è la sua battaglia, non intrometterti. » « Invece tu puoi? Perché? » ringhiò frustrato Legolas. « Perché so cosa prova, ragazzo! E tu farai meglio a starne fuori. » « Come posso capirla se tutti mi allontanate da lei? » una vena sul collo gli pulsò. Gring fece per rispondere, ma Isil si parò fra loro: poggiando una mano sul volto del biondo. Lui la fissò negli occhi, e per uno strano motivo si rilassò: come se dentro di essi potesse leggervi tutto quello che voleva. E in quel momento vi leggeva sincerità e calma, che si ripercuotevano su di lui. « Va da lei, Giring » mormorò all’uomo, che annuì con un cenno della testa e uscì dalla casa. I due rimasero soli, a fissarsi. « Ti spiegherò tutto durante il viaggio verso Helm , Legolas » poggiò anche l’altra mano sulle guance accaldate dell’elfo. « Ma devi stare calmo, e non agitarti. » Poi piegò un poco la testa per guardarlo negli occhi, che lui aveva abbassato. « Va bene? » « Si » alzò le spalle, accompagnando quel gesto con un sospiro marcato carico di apprensione.
 
 
°    °
 
 
 
Quando fui davanti alla casa di Gring, vi trovai attaccati allo steccato due cavalli: un giovane castrone baio: con tutte e quattro le zampe fasciate da balzane bianche, e con una grossa lista sul muso, che gli copriva anche il naso, che sarebbe stato la mia cavalcatura. E uno stallone nero, di Gring. Mi affrettai a sfare i nodi che lo tenevano fermo e lo feci voltare, indirizzandolo verso l’uscita della città. Gring si avvicinò a corsa, e fece lo stesso. « Sei stata dura, con lui » mi disse, come a congratularsi con me quando montammo in sella. « Lo so. Dovevo » mi limitai a rispondere. Mi sentivo distrutta: sapevo che non era solo a causa della separazione da Isil. Era colpa dell’elfo. Era sempre colpa sua. Dannazione! Aveva voluto salvarmi, senza neanche sapere da cosa. Mi era venuta accanto, cercando di sapere se ero viva. Mi aveva stretto a lui, e io non ero mai stata più felice, o protetta. Ma lui doveva odiarmi, quella era la mia missione. E, sebbene credessi che fosse stupido tutto quello, che almeno un po’ di felicità la meritavo anche io, dovevo portarla a termine. « E continuerò a trattarlo così, finché non arriverà a uccidermi. » « Allora dovrai fare molto di più di quello, Eleonora. » Ci unimmo alla folla di contadini fuori dalle mura. Davanti a noi si apriva una distesa sconfinata di erbaccia secca e sabbia. « E allora cosa dovrei fare, Gring? » Chiesi retoricamente. « Feriscilo. Feriscilo dove gli farà più male. Lasciagli una cicatrice interna: una di quelle che non si dimenticano facilmente, mai. Feriscilo nel profondo dell’animo… » « Mi stai dicendo che devo ferirlo… al cuore? Dovrei ferire i suoi sentimenti? » Sussultai alla verità di quella frase. « Esatto, bambina » mi lodò. Voltò la testa verso di me, sorridendo compiaciuto dal mio ragionamento. « Ma » esitai. Non mi sembrava giusto ferirlo dove era più fragile. A quanto ne sapevo l’avevo già ferito in passato, e non volevo farlo di nuovo. « Pensala così, Eleonora: dopo avrà accanto Isil, per sempre. Non sarà mai più solo, il bene regnerà con lui in eterno. » E di me che ne sarà? Sarò costretta a vagare per le terre dei morti alla ricerca di un po’ di carità, per tirare avanti? Mentre quello che rimarrà del mio cuore, e della mia anima, verrà risucchiato in un baratro senza ritorno di dolore e tristezza? « Hai ragione » annuii. « Ma diciamocelo… chi mi vorrebbe come ragazza? Seriamente, Gring. Tutti si aspettano di trovare mogli ubbidienti, che si occupino dei figli e della casa. Io non sono così. Sebbene Isil era il mio “io” guerriera, e ora se n’è andata da dentro di me, sento ancora la voglia di combattere dentro le vene. Non sono fatta per un ragazzo che mi voglia tranquilla… insomma, potrei staccargli le dita della mano. » « Allora magari ti servirebbe un vecchio amico. Uno di quelli nella tua stessa situazione, che non voglia una donna tutto fare, ma una con carattere… » « Si? » risi. « E chi sarebbe lo stupido che ci cascherebbe? » « Io. Io lo farei perché so cosa ti aspetta, e ti capisco Eleonora. » Smisi di ridere e bloccai il cavallo paralizzata da quella risposta. « Tu? Ok, andiamo Gring. Vedi di non scherzare. » « Ma io non sto scherzando » rispose serio. « Ma se sembri mio nonno! » esclamai sotto voce, turbata. Poi mi allungai verso di lui e mormorai: « Voglio ferire Legolas, e lo so che fra voi due non scorre buon sangue, ma non voglio ucciderlo. » Oh meglio, non voglio baciarti! Mi escludo da questo! Col cavolo che ti bacerò o farò la dolce con te. No. No. No e poi NOOO! « Lo so. Ma è lui che deve uccidere te. E pensa quale sarà la cosa bella: questo viaggio sarà movimentato e divertente » rise. Io non ci trovo nulla da ridere. Pensai, scocciata. Tornai a issarmi in sella e feci avanzare il mio cavallo al passo, con la gente. « Allora, giovane? Affare fatto? » Tentennai un poco e poi, mentre dentro di me l’ultimo briciolo di intelligenza veniva schiacciato dal senso del dovere, risposi con un cenno affermativo del capo. Non ci credo, l’ho fatto davvero! Stupida, stupida, stupida! « Quando… si comincia? » Il mio cuore batteva lento, quasi si stesse strascicando a stento su un sentiero arido e deserto. Era, dunque, quello che si provava a tradire una persona che ami? Una Sensazione di aridità, debolezza e tristezza che si andava propagando dal cuore a tutto il resto del corpo? Una morsa letale di ghiaccio e fuoco che trasformavano la bocca dello stomaco in pietra? « Subito, Eleonora. Vieni, raggiungiamo gli altri cavalieri in testa alla colonna » e detto questo spronò il cavallo al galoppo. Lo guardai allontanarsi e, dopo aver alzato gli occhi al cielo e essermi offesa, gli andai dietro. Sorpassai di gran carriera quasi tutta la fila, per poi affiancare Aragorn, ed essere affiancata a mia volta da Gring. Qualche ora dopo eravamo ancora in viaggio, e il sole ci colpiva come faceva con le pietre. Era snervante, specialmente perché Legolas ci fissava, oppure si metteva a parlare sorridente con Isil ( che si era già fatta conoscere da tutti, o quasi ). « E’ vero, non si vedono molte donne fra i nani » stava dicendo Gimli. Eowyn l’ascoltava, e io non potevo pensare ad altro ( in quell’istante raro in cui mi distraevo ) al fatto che la stesse sfinendo.  « In effetti: sono talmente simili nella voce e nell’aspetto, che spesso vengono scambiate per uomini nani! » continuò il piccolo guerriero, uscendosene con una risata. « Hanno la barba » disse Aragorn a Eowyn per farla sorridere, e con un cenno della mano mimò la lunghezza di una di queste. Io e la principessa sorridemmo assieme, trattenendo una piccola risata. « Questo, a sua volta, ha dato origine alla credenza che non esistono donne fra i nani. E che i nani, ecco, spuntino dalle buche del terreno » concluse Gimli, e Eowyn rise divertita a voce alta. Io fissai per un attimo i due, e poi diedi un colpetto di gomito al re di Gondor. Aragorn mi guardò sorridendo e mi fece l’occhiolino. Io ricambiai divertita. « Il che naturalmente è ridicolo » il nano mosse l’ascia e il cavallo nitrì, spaventato. La ragazza si lasciò sfuggire un sospiro sorpreso, quando l’animale le scappò di mano, con il nano ancora sopra che dopo pochi metri si ritrovò a terra. « Primo strike! » gridai, mentre dalla mia bocca usciva una sonora risata. « Vado a recuperarlo » dissi spronando il cavallo. Quando arrivai accanto ai due, la nipote del re rideva ancora, mentre Gimli si metteva a sedere. « Dai Gimli, salta su » allungai la mano nella sua direzione, ma un’altra fece lo stesso. Alzai gli occhi verso la figura difronte a me. Isil sorrideva, quasi beffandosi di me. Eravamo così diverse, noi due: io vestivo con colori scuri come la notte, e portavo capelli corti e castani raccolti sempre. Lei, invece, indossava abiti chiari, aveva capelli mossi e biondi e i suoi occhi, al contrario dei miei, erano come ghiaccio. Ma le nostre idee erano le stesse. Il nano ci fissò, quasi fosse sconvolto e aprì la bocca. « Gimli, ti presento mia sorella: Isil. Isil, lui è Gimli » borbottai rizzandomi in sella. Barba rossa, il soprannome del nano, rimase incantato a osservare gli occhi azzurri della giovane, che sorrideva dolcemente. Avevo trovato un’altra discordanza fra me e “mia” sorella: lei era adorabile… Legolas l’avrebbe adorata. Scossi il capo, sentendo il mal umore penetrarmi nelle ossa e ripresi il mio cammino, da sola. Non mi importava di Gring, del piano o di qualsiasi altra cosa. Dovevo schiarirmi le idee. Mentre procedevo cauta e silenziosa un cavaliere si mise al mio fianco. Non mi voltai nemmeno per guardarlo negli occhi: mi era bastato scorgere il manto del suo cavallo per riconoscerlo. « Solo, perché? Eleonora, dimmi perché? » mi implorò a bassa voce. Il mio cuore si arrotolò su se stesso. « Non ho niente da dirti » risposi acidamente.  «  Stai facendo la bambina » mi attaccò. « Perché non vuoi lasciarmi avvicinare a te? Ho sbagliato, è vero, hai ragione. Ma se tu non mi dai la pos… » « E’ questo il punto, Legolas » sussurrai io, impotente. Dio, mi sentivo così fragile e scoperta al suo fianco. « I-io » radunai il poco coraggio che avevo, e anche il fiato. « Io sto con Gring, Legolas. E tu non puoi farci nulla. » Vidi le sue pupille farsi piccole, e la vena sul collo pulsare. « Dimmi che scherzi! Con quello? » si voltò indietro per esaminare l’uomo. Quindi tornò a guardarmi, sbattendo le palpebre. « Scherzi, non è così? E’ uno scherzo di cattivo gusto, lo sai, no? » « Non è uno scherzo » continuai imperterrita a mentire, senza riuscire a guardarlo. « Ti prego, dimmi che invece lo è: quello potrebbe essere… il tuo bis bis nonno! » « E invece non lo è! » replicò Gring, per se stesso. Alzai la testa di scatto, sorpresa di trovarmelo accanto e di sentire la sua mano attorno al mio fianco. Mi sentivo così violata, come quando Boromir mi aveva baciata contro il mio volere. Oh, Boromir. Mi ritrovai a pensare, e il mio umore venne calpestato definitivamente dagli zoccoli del mio cavallo. « Tu, al contrario, invece potresti esserlo, principino » lo schernì. Mi morsi il labbro per non rispondergli male. Gring stava prendendo troppo la mano con quella storia, ed era cominciata solo da poche ore. « Non hai il diritto di rispondergli così, allevatore » sputò velenosa Isil, spuntando al fianco del principe. « Scusami, Isil » abbassò la voce Gring. Lei lo ghiacciò con uno sguardo e aggiunse: « La tua ora non è lontana Gring. Pochi giorni ancora, se continui di questo passo. E rivolgiti al principe e a me dandoci del “lei”. » Pur sapendo che non avrei dovuto, sentii il cuore alleggerirsi. « Scusatemi, mia signora » strascicò tra i denti l’uomo. « Così va meglio. » La bionda, anch’essa su un cavallo dal bianco manto rivolse un’occhiata al giovane principe di Bosco Atro: « Torniamo dagli altri, Legolas? » Il modo in cui lo disse mi fece salire la collera. Era così… mieloso. Com’era possibile che la mia “io” guerriera fosse mielosa?! Tzé. Forse era dovuto al fatto che lei fosse il bene, e io il male. Non potevo saperlo. Legolas mi rivolse un’altra occhiata, poi scostò il viso verso la giovane nuova arrivata e annuì seguendola. Il mio cuore smise, letteralmente, di battere. Trattenni il respiro e poggiai una mano sopra la stoffa, proprio dove il cuore e la strinsi. « E’ normale » disse ad un’tratto Gring, staccandosi da me. « Stai ripudiando l’amore che provi nei suoi confronti, stai uccidendo tutti i tuoi sentimenti e perciò, essendo tu la parte “malvagia” di Isil, il tuo cuore si ferma. Se fossi stata il bene avresti provato dolore, sentimentalmente parlando, logico. Invece sei capitata nella squadra sbagliata, e ti tocca soffrire il doppio. » « Riprenderà mai a battere? » chiesi. « E chi lo sa. Il mio non l’ha ancora fatto: ed è fermo da quasi 270 anni » alzò le spalle.  Stai sbagliando, Eleonora. E tu lo sai. La voce di Titano si dissolse nella mia mente. Strozzai le lacrime, sul nascere, e guardai fisso davanti a me. Ero pentita. Ero stata stupida ad accettare: ma solo così avrei portato Legolas ad odiarmi. E più mi odiava, prima mi avrebbe uccisa. Dopo tutto era quello lo scopo della missione: essere uccisa. Lui deve uccidermi, se non mi odia non lo farà mai. Risposi. Potrà odiarti in eterno: ma tu sai benissimo che lui non accetterà mai di fare una cosa simile. E chiuse la comunicazione.
 
 
Eccomi, solo per voi. Beeene. Siamo in viaggio verso il fosso di Helm e iniziano le peripezie. Che ne pensate della soluzione che ha preso Ele nei confronti di Legolas? E di Gring che mi dite: vi piace, o il suo comportamento è sospetto? Aspetto con asia le vostre recensioni ^.^ ( Per chi se lo chiedesse sto meglio J ). P.s: avete visto che “When you let her go” è arrivata a 98 recensioni *-* Grazie mille a tutti|e ( c’è qualche buon anima che non ha mai lasciato una recensione li, e che la vorrebbe lasciare ora per arrivare alle 100 :3 ).


P.s: Ecco una foto del nostro Titano.


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