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Autore: PandaPlaysFlute    13/10/2013    1 recensioni
Mikoto convinta ad usare la sua anima nuova, e consumarla, raggiungerà Gaya.
Vivrà la sua avventura.
La sua vita si intreccerà con quella di Kuja, di Gidan e del resto del gruppo.
"Loro sono solo dei recipienti. Io parlo di te e di me." (Mikoto, Final Fantasy IX, CD 3)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kuja, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest, Spoiler!, Violenza
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-Dietro la porta-

-Manterrai la promessa?- Chiese il jenoma biondo che si trovava davanti a Kuja, guardandolo con ostilità.
-Certamente. Vai tranquillo!- Lo rassicurò Kuja.
Il teletrasporto si attivò, portando gli ospiti fuori dalla sua stanza.
Kuja rise.

 
Che branco di idoti!
 
Si ritrovò da solo nella sua stanza, aveva previsto di riposarsi prima del suo incontro con il fratello, ma l'imprevisto con Garland e  l'aver portato con sè Mikoto gli avevano fatto impiegare più tempo di quanto avesse creduto. 
Non amava mostrarsi stanco o ferito, ma l'importante era portare a termine i suoi piani, comunque di situazioni spiacevoli ne aveva affrontate di peggiori, e poi Gidan non sembrava essersi accorto delle sue condizioni.
Si sdraiò sul suo letto cercando di riposarsi, ma la sua mente restò intrappolata in troppi pensieri.
Gidan era andato a recuperare la pietra Gulgu ad Oeilvert.
Andare a Oeilvert non gli scocciava solamente per quella barriera che impediva l'uso della magia, era un luogo legato a ricordi spiacevoli.
Era il primo luogo di Gaya che aveva visto, era stato sbattuto lì da Garland.
Le immagini di quel giorno comparirono nella sua mente, come se le avesse vissute da qualche giorno.

-Avanti, sali sulla piattaforma di teletrasporto.-
-Va bene- Kuja aveva risposto all'ordine.
Poi, improvvisamente, si era ritrovato su una piattaforma che si muoveva a velocità folle, seguendo una spirale verso l'alto.
Si trovava in un luogo tetro, antico, in rovina.
Non che fosse abituato ad un clima allegro nei suoi primi quattordici anni di vita su Tera.
Quando la piattaforma si fermò cominciò ad esplorare quel luogo dimenticato da tutti in cerca dell'Invincible, l'idrovolante che gli sarebbe servito per la sua prima missione.
Vagare per quel luogo inquietante era stato un vero incubo, si era ritrovato a combattere contro mostri  insensibili ai suoi poteri, che per di più gli ponevano davanti immagini di se stesso contro cui combattere.
Aveva dovuto fare i conti con la sua immagine per la prima volta, trovandosi davanti a se stesso, un jenoma ragazzino, con la coda, che non si distingueva dagli altri se non per i colori più chiari della carnagione e dei capelli.
Aveva dovuto fare i conti con la sua identità di creatura di Garland.
Passò per un luogo decorato da grottesche maschere senza espressione, rovinate, crepate.
Infine, percorse dei bui sentieri in cui gli ologrammi raccontavano la storia dei pianeti, di Tera e di Gaya.
Giunto all'esterno, aveva visto per la prima volta la luce del Sole.
Sotto alla luce del rosso tramonto di Oeilvert trovò l'Invincible.
-Bene, l'hai trovato, ora sali a bordo e completa la tua missione!-
-Cosa?- Disse Kuja ad alta voce, guardandosi in giro per scorgere la figura del suo creatore.
-Devi andare a Madain Sari e distruggere tutto, la gente di quel luogo è una minaccia per Tera e per il nostro futuro. Non puoi averlo dimenticato.- Lo rimproverò la voce dell'amminostratore stellare.
Fu in quel momento che scoprì che Garland poteva contattarlo mentalmente quando voleva, aveva il perfetto controllo della vita di ogni jenoma.
Kuja non era mai stato ingenuo, anche nei primi quattordici anni della sua vita, passati su Tera sotto la strettissima sorveglianza di Garland, non si era mai bevuto ogni cosa che il vecchio gli aveva detto.
Non aveva mai accettato di essere stato creato per servirlo, però aveva ascoltato tutto, aveva imparato ad analizzare ogni informazione.
Fu quel giorno che Kuja decise di informarsi su Gaya per ogni cosa che Garland gli aveva detto, cominciò proprio ad informarsi su Madain Sari e gli spiriti dell'invocazione.
Fu quel giorno che il quattordicenne Kuja capì di avere qualche possibilità di ribellione.

Quei momenti erano vividi nella sua mente, eppure erano passati dieci anni.
I suoi pensieri vennero interrotti da un rumore dietro la porta della sua stanza, la aprì.
-Ma cosa succede?- Chiese scocciato al mago nero di guardia alla porta.
Il mago lo informò che Mikoto era venuta più volte durante la notte a chiedere di poter parlare con lui e che vagava liberamente per la reggia da qualche ora.
-La prossima volta può entrare.- Dichiarò Kuja, rinunciando all'idea di riposarsi.
Provò una strana sensazione di conforto pensando a Mikoto dopo essere emerso dal tuffo nel suo passato, forse perchè Mikoto rappresentava una novità e non aveva ancora deciso cosa fare di lei.
Doveva forse affidarla a Son e Zon perchè le togliessero lo spirito di Alexander, oppure era meglio mettere alla prova le sue capacità e valutarla come possibile alleata?
 
Mikoto comparve sulla soglia della camera del fratello.
-Entra...- La invitò lui.
La ragazza osservò la stanza, notò una parete ricoperta da una grande libreria, ci si posizionò vicino, aderendo alla parete.
Lanciò un'occhiata nervosa in giro, la stanza era così grande, eppure non sapeva dove mettersi.
Lesse velocemente qualche titolo dei libri posizionati negli scaffali.
La storia perduta di Madain Sari, Il potere dello stato di trance, I viaggi di Ipsen.
Naturalmente non ne conosceva nessuno, appartenevano alla cultura di Gaya, di cui lei non sapeva nulla.
-Sei venuta per curiosare nella mia stanza o volevi dire qualcosa?- La richiamò Kuja.
-Kuja, non mi piace stare qua...- Si decise ad annunciare.
-Cosa c'è che non va?- La guardò perplesso.
-E' peggio della luce blu.- Aggiunse lei per farsi comprendere meglio, intanto lo osservò attentamente.
Non le sembrava che si fosse ripreso molto dal combattimento con Garland, le sembrò più stanco di qualche ora prima, quando nel pomeriggio era stata accompagnata nella sua stanza.
Kuja si sfiorò il mento con le dita, pensieroso.
-E dove vorresti andare?-
Mikoto sorrise.
-Un posto come il villaggio che ho visto quando ti ho seguito...-
Kuja rimase pensieroso, ricordava di aver trovato Mikoto sull'Invincible quando era andato a Toleno, fortunatamente lei sembrava non portare rancore per ciò che era successo quella volta.
Il villaggio di  cui parlava la jenoma doveva essere Dali, e attraversare il mare per arrivare al continente della nebbia era fuori discussione.
Oltretutto l'idrovolante lo aveva affidato a Son e Zon perchè portassero Gidan nel continente dimenticato, quindi il loro unico mezzo di trasporto poteva essere Silver Dragon.
-Un posto con un mulino!- Azzardò Mikoto, sperando di vedere Kuja entusiasta.
-Forse cambiare un po' atmosfera può far bene...- Osservò il jenoma.

 
Grazie per avere letto, a presto. ^_^
  
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