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Autore: Hungergameslover    13/10/2013    3 recensioni
Ciao a tutti :) questa è una storia interattiva. Tuffatevi nella lettura della prima edizione degli Hunger games...chi sono i protagonisti? cosa gli succederà?
Se non vi piace il primo capitolo non soffermatevi perché via via i capitoli sono sempre scritti meglio. Recensite in molti, sapete sicuramente quanto è bello per un autore ricevere dei commenti ^.^
Bene, finisco augurando una buona fortuna a chi prova a leggere .<
Baooo
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                          Il mondo è un libro, e chi non viaggia legge solo una pagina.

                 

Uscivo dal municipio accompagnata da due Pacificatori che mi portavano chissà dove, questo non mi preoccupava poiché ormai sapevo di essere nelle loro mani.
Quello che mi preoccupava erano le parole del presidente e cercavo di fissarmele bene in testa.
"Ti consiglio di fare come ti ho appena detto altrimenti di addio alla tua lingua".
Mi girava la testa e avevo poche energie visto che non avevo mangiato molto.
"Devi spiegare a loro come devono fare per sopravvivere e prepararli nelle fasi che dovranno compiere a Capitol prima dei giochi. Devi saper tirare fuori la personalità di ogni tributo cercando di valorizzarla".
Tutto questo era troppo per me, in fondo ero solo una ragazzina, una normale ragazzina di undici anni.
Ma purtroppo dovevo ubbidire altrimenti avrebbero usato le maniere forti per farmi ubbidire.
Una lacrima uscì dal mio occhio, la guerra non era servita a niente anzi aveva solo peggiorato le cose.
"Dipendono da te, la loro sopravvivenza é nelle tue mani".
Questa frase mi faceva male al cuore, io avrei voluto aiutare tutti, ma ventitré sarebbero morti lo stesso, non per colpa mia ma per colpa sua.
Cercai di pensare a Wilkie, che sarebbe dovuto essere arrivato a casa a momenti. 
Mi ritrovai dentro un treno di lusso.
Mi avevano tenuta ancora per qualche giorno: avevano detto che avrebbero mandato un treno in tutti i distretti che avrebbe prelevato i tributi dai vari distretti. Aggiunsero inltre che, una volta presi tutti i tributi - anche io - il treno si sarebbe recato a Capitol City.
Dopo che salii, il treno partì.
"Appena il treno partirà dovrai raggiungere il primo vagone e cominciare il tuo lavoro, ricordati che non hai tanto tempo e ogni giorno devi visitare i tributi di ogni distretto".
Che lavoro impegnativo!
Sbuffai e mi guardai intorno, la sala era grande e luccicava per quanto era pulita e decorata con pietre di lusso.
Le parole del presidente erano piantate nella mia testa come un chiodo.

Avevo lo sguardo perso nel vuoto, battei la mano sul davanzale che mi stava accanto e il vaso che era poggiato lì cadde e si frantumò con un suono cristallino.
Questo mi fece tornare con i piedi sulla terra: avevo rotto un vaso!
Presa dal panico raccolsi velocemente i pezzi del vaso e li poggiai sul tavolo.
"Che faccio ora?" pensai.
Li presi di nuovo e li buttai dalla finestra.
Mi guardai intorno, speravo che nessuno se ne fosse accorto.
"Allora, verso dove devo andare?" chiesi ad alta voce, visto che avevo sentito una presenza alle mie spalle.
"Verso la porta in direzione opposta al senso del treno in movimento e poi sempre dritto"
Mi girai di colpo, quella era la voce di Snow!
Tremai all'idea di essere osservata continuamente.
"Sei il presidente Snow?" chiesi al giovane che avevo davanti.
"In persona. Sa,i ho visto quello che hai fatto al vaso"
Che rabbia, quello Snow era peggio di uno stalker.
"É stato un'incidente" mi giustificai.
"Forse, ma potevi non buttare i pezzi dal finestrino ed essere meno impulsiva"
"Forse, ma ora devo andare" risposi col coraggio di un leone e mi mossi verso la porta mentre si sentiva la sua risatina.

Entrai in una stanzetta altrettanto grande e lussuosa di quella precedente, ma i muri erano gialli non come quella di prima, che era bianca.
La capitolina seduta sul divano si alzò di scatto.
"Eccoti qui, in ritardo ma ora ci sei piccolina. Quindi tu saresti Sharise Powell?"
"Certo che sono io, chi vuoi che sia?" risposi.
Questa capitolina era strana, l'avevo sempre pensato e mi trattava da bamboccia: ma io ero il Mentore dei tributi di quell'edizione! Mica poco direi per una ragazzina di undici anni!
"Potrebbe chiamare i tributi per favore, sa ho poco tempo disponibile"
"Aww... La piccola che si comporta da grande"
Questo era troppo.
"Basta trattarmi da neonata! Mi porti i tributi qui, e subito!"
"Non si fanno i capricci, te lo hanno insegnato i tuoi genitori?"
1...2...3... Cercavo di mantenere la calma contando quando Chiffon e Rimmel entrarono nella sala.
Chiffon mi guardava con aria sorpresa e interrogatoria.
Rimmel gli stava accanto e anche lei mi guardava ma non riuscivo a interpretare le sue emozioni, il suo sguardo era duro e fermo e i suoi occhi inespressivi come quelli delle bambole.
Si sederono e la capitolina cominciò a parlare a sproposito.
"Non sapete quanto siete fortunati, tutto questo lusso che vi viene concesso e poi diventerete famosi e qui il cibo é buonissimo. 
Non vi da adrenalina tutto questo, questi giochi sono meglio dei vecchi reality, quando uno sta per morire o sa che rischia di morire si comporta istintivamente e questo crea molta suspance. Pensate che tra circa due settimane sarete tutti morti" fece poi una risata nervosa e divertita "Comunque non preoccupatevi i giochi sono divertenti...."
"Che ci fai qui Sharise?" interruppe Chiffon. 
Per fortuna che lo aveva fatto perché quella capitolina avrebbe continuato per ore.
"Prima di tutto come fai a conoscermi? Secondo sono il vostro Mentore"
"Il nostro che?" chiese Rimmel.
"Sei conosciuta nel distretto, sei la combina guai di servizio " disse Chiffon ridendo in contemporanea con la domanda che fece Rimmel.
"Non combino guai" sbuffai "Mentore, quindi portatemi rispetto, il mio ruolo é aiutarvi nella preparazione ai giochi"
"Tu devi aiutare noi?! Ma fammi il piacere" disse Chiffon e rise, anche Rimmel rise ma senza scomporsi.
"Si io, quindi ti conviene mostrarti simpatico così da sperare che aiuti più te che gli altri, quindi non ti scavare la fossa da solo"
Chiffon mi guardò divertito ma tacque.
"Mica sta scavando?" disse Rimmel.
Ridemmo tutti tranne lei, che sembrava spaesata.
"Bella battuta Rimmel" disse Chiffon facendo l'occhiolino a Rimmel.
"Bando alle chiacchiere. Passiamo alle cose serie, vi spiego un po' come funzionerà la prima fase dei giochi"
Spiegai tutto senza tralasciare i dettagli, parlai della sfilata, dell'intervista, dell'addestramento e del voto individuale.
Riuscii a spiegare tutto e Chiffon mi interrompeva occasionalmente chiedendo approfondimenti mentre Rimmel se ne stava pacata e silenziosa.
"Rimmel, hai qualche domanda? Tutto chiaro?"
"Si, ma non capisco come tu ci possa aiutare in senso pratico"
"Vi guiderò in queste fasi a Capitol ma in arena dovrete cavarvela da soli, ricordatevi di sembrare simpatici, è importante trovare sponsor, perché sono gli unici che vi potranno aiutare durante i giochi stessi.
Comunque domani ci sarà la sfilata, quindi andate con i vostri stilisti a decidere la tenuta e pensate alle vostre capacità e ai vostri difetti, così poi ne parliamo e mi direte cosa avete intenzione di fare, ok?"
"Ok" risposero in coro i ragazzi.
"Bene, io vado! A domani."

Pv neutra
I ragazzi rimasero da soli, almeno apparentemente perché sapevano benissimo che delle telecamere erano sistemate ovunque ma ora non ci pensavano.
"Alleati, vero?" chiese il ragazzo
"Sicuramente. Come ci hanno detto di fare" rispose la ragazza decisa.
"Tu fai sempre quello che ti ordinano?"
"Certo. Per funzionare bisogna avere certe istruzioni e regole"
" Ho sempre pensato che tu fossi una ragazza fredda e insensibile, sai all'accademia davi questa impressione, tutti ti temevano ma credo che..." disse Chiffon sospirando.
"Sono così infatti" aggiunse la ragazza dura come sempre.
"Non ti credo. Lo ti si legge negli occhi"
I suoi occhioni verdi erano lucidi ed era incapace di aprire bocca.
"Non volevo metterti in imbarazzo, scusami. Vorrei solo conoscerti"
"Quindi essere in imbarazzo è questo. É quando diventi rossa in volto e ti si blocca il cuore con mescolata una sensazione di disagio? Vero?"
"Si"
Lui la guardò negli occhi mentre lei evitò il suo sguardo.
"Non ho voglia di parlare, non mi sto sentendo bene"
Stava per andarsene ma il ragazzo la prese per un braccio.
"Ti va se per un momento non siamo nemici? Lasciamo da parte gli Hunger Games"
"Non è possibile! É inutile legarsi, intanto dovremo ucciderci, che tu lo voglia o no, quindi non rendere le cose difficili" la ragazza pronunciò questa frase e poi si diresse verso la sua stanza.
Non capiva cosa le succedeva, perché il suo cuore batteva così forte, lei che pensava di essere cattiva e insensibile?
Il ragazzo era confuso, Rimmel era riuscita a tirar fuori la parte dolce di Chiffon che pensava aver annientato all'Accademia.
"Mai più una debolezza del genere" si ripromise Chiffon tornando in camera.

pv Sharise
'E uno! Si, uno su dodici...devo spiegare le stesse cose ancora undici volte. Non potrei sopportare di fare l'insegnante.
Eccomi in un lampo nel secondo vagone! Arrivo Tributi!'
La capitolina tutta finta era davanti allo specchio e si ammirava.
"Abbiamo visite vedo" disse con la sua voce stridula
"Sono Sharise Powell, il Mentore dei tributi"
"Ahh si! Ne ero al corrente! I ragazzi stanno lì seduti"
"Ok vado...Ciao ragazzi!" dissi agitando la mano.
"Ciaooooo" disse in modo ridicolo Tristan: lo faceva per prendermi in giro.
"Che ci fai qui Sharise?" chiese Astrid.
"Cosa? Mi conosci pure tu?"
"No, ma ti sei presentata alla capitolina e non sono sorda" mi rispose la ragazza.
"Se non sei sorda avrai sicuramente sentito che sono il vostro Mentore, quindi perché mi chiedi che ci faccio qui?"
Tristan scoppiò in una sonora risata mentre Astrid mi fissava.
"Mi sono sbagliata. Avrei dovuto impostare la domanda in maniera differente"
"Si è vero, magari con meno arroganza la quale caratterizza pure il tuo compagno"
Tristan stava per ridere ma nel sentire l'ultima parte della frase si fermò e disse " Senti ragazzina, sarai pure la cocca del Presidente, ma a noi non ce ne frega un beato cavolo, vedi di abbassare i toni pure te"
Questa era come una frustata.
"Abbiamo iniziato male. Scusiamoci a vicenda e poi lasciamo parlare Sharise" disse poco dopo Astrid.
"Ok scusatemi" dissi.
"Scusami pure tu" rispose Astrid e poi guardammo Tristan, che pareva non voleva scusarsi.
"Perché mi guardate? Io non ho fatto niente" disse lui sulla difensiva.
"Per favore Tristan"
"Ok, scusa se ti ho fatto capire quanto sei superficiale, quasi come Macie, la capitolina" disse il ragazzo.
"Ho sentito il mio nome o sbaglio?" disse allora Macie, che si stava facendo la manicure.
"No, sei così egoista che pensi di stare sempre al centro dell'attenzione" Tristan stava esagerando.
"Senti...." iniziò Macie
"Basta!" urlai.
Spiegai tutto urlando
"Chiaro?" conclusi rossa in volto.
"Si" dissero i ragazzi titubanti.
"Ok preparatevi, io devo andare. A domani!"
Ed uscii di fretta, volevo finire al più presto, ma sapevo che ancora avevo molto da fare.

Pv neutra
"Che tipetta Sharise, si vede che è del distretto 1" abbordò il ragazzo.
"Non siamo obbligati a parlare, sai certe volte è molte meglio il silenzio che sentirr certe cavolate"
"Hai ragione" rispose sospirando.
"Perché ti sei offerto?" ruppe il silenzio la ragazza
"Meglio il silenzio che fare l'impicciona"
"Ok come vuoi"
Fra i due si era creata tensione.
"Ma ero considerato sfigato in accademia?" chiese Tristan
"Direi di si" rispose sincera Astrid.
"Cosa dicevano di me?"
"Figlio di papà depresso per un caz--"
"Ok, ho capito" liquidò prima che potesse finire la frase.
"Io penso che nessuno sia depresso per niente"
"É vero, li odio quelli in accademia, sempre a giudicare.
Comunque anche se mi hanno obbligato i miei genitori non mi dispiace partecipare ai giochi" e abbassò lo sguardo.
"Ti capisco"
Gli occhi del ragazzo si illuminarono.
"Davvero?"
"Si"

Dovevo trovare una tattica migliore.
Aggiornai il mio quaderno, mi diedi una sistemata ai capelli e sospirai.
Ero pronta.
Un'altra stanzetta, due tributi e la stessa storia da raccontare.
Sapevo di non essere paziente, ma che ci potevo fare?
La capitolina appena mi vide mi venne incontro, il suono della sua gomma da masticare era rivoltante.
"sei in in ritardo clamoroso, il mio super orologio tecnologico dice che sei in ritardo di venti minuti! Cominciamo male signorina e questo lo dirò al presidente!" disse alitandomi in faccia un odore pungente di frutti, che identificai come tropicali.
"Non si azzardi" risposi fermamente.
"Cosa? Ripeta se ne ha il coraggio"
"Tipregonondirgliniente" supplicai da bambina qual' ero.
"Mi dispiace ma con me nessuno la passa liscia, le cose vanno fatte bene"
'Anche i suoi capelli andrebbero sistemati' avrei voluto risponderle, ma non mi andava di litigare.
"Scusi. Dove sono i tributi?" chiesi non vedendo nessuno.
"Ho concesso loro un po' di tempo libero visto che ritardavi. Guarda gli schermi lì in fondo, Razièl sta in camera sua e sta ballando, diciamo che ci sta provando - efece una risata tra il divertito ed il crudele - mentre Ashes sta in cucina e... aspetta cosa sta combinando?"
Si sentì un botto e del fumo uscì da una porta semiaperta.
"Direi che ha fatto in modo di mettere sotto sopra la cucina" affermai io.
"Questo l'ho potuto vedere benissimo pure io! Aspetta che la vado a prendere per dirgliene quattro" la capitolina si allontanò sui tacchi rumoreggianti.
Non potei resistere, volevo vedermi la scena. Per una volta che non ero io quella rimproverata me la sarei goduta.
La capitolina aprì la porta violentemente e urlò "Che accipicchia hai combinato?"
"Io?....ah ah ah...ma cosa è successo?....ah ricordo qualcosa aspetta"
Ashes che era chiara di pelle era macchiata di fuliggine nera da sembrare una ragazza di colore ed i capelli erano inceneriti.
"Sei completamente pazza! Come ti sei permessa di fare tutto ciò? Ora dammi una valida motivazione!" urlò la capitolina in preda all' isteria.
"Stavo facendo un esperimento... credo... ma non ricordo"
Si girò e mi vide.
"Che ci fai qui tu?" Mi volete far impazzire vedo" e girò i tacchi.
"Vieni con me Ashes" dissi.
"E... e... e.. tu-tu chi saresti?"
La presi per mano "Niente domande per ora, vieni con me prima che succedano guai..."
"Ho vinto il Kakome" ripeteva più volte ridendo.
Andammo nella stanza di Razièl. Bussai più volte quando finalmente Razièl aprì la porta, era sudato e si asciugò la fronte con un asciugamano.
"Che c'è?" chiese.
"Caro Razièl devi venire con me"
"Perché?" eraestremamente confuso.
"Ci sono pure io ehii" Ashes sventolava la mano per attirare l' attenzione.
"Non fare domande e vieni, mentre tu, cara Ashes, non ti preoccupare, so che ci sei"
Mi seguirono senza fiatare, nel senso senza parlare perchè sospiravano molto.
Ecco che arrivammo nella sala principale del vagone del distretto, c'era la capitolina che parlava con dei Pacificatori.
"Uhh eccoli lì tutti insieme appassionatamente!" urlò di gioia.
"Si e vorremo iniziare" dissi.
"Adesso volete iniziare eh, mi dispiace ma ora è troppo tardi, per punizione adesso Sharise se ne va nel prossimo vagone senza aiutarvi e sarete svantaggiati" e rise in modo crudele.
"Non é giusto" brontolò Razièl 
"Non é giusto lo dice lui" disse Ashes
"Bene Sharise ora puoi andartene"
Razièl mi guardava supplichevole e io dissi loro "Preparatevi che domani c'è la sfilata ed è importante fare buona figura per avere sponsor, domani vi spiegherò meglio".
Poi fui cacciata.

Pv neutra
"L'hai combinata grossa complimenti! Ora siamo svantaggiati per colpa tua" urlò il ragazzo appena la sala si svuotò, c'erano solo i due, anche se la ragazza era assente.
"No...ma... ehy... ma che dici?"
"Ma che dici tu! Ma per favore" Razièl era infuriato.
"Mamma mia! Sei sempre così stressante per caso?!"
"E tu sempre così svitata?!"
"Bene ora ci conosciamo" fece la ragazza.
"Per niente! A voi donne non vi capirò mai" rispose il moro ancora sudato
"Mi dà fastidio che mi paragoni alle altre, io sono unica!" ashes pareva quasi offesa.
"Fidati che non lo sei" 
"Sappi che ti comporti da cane bastonato e non ho altro da aggiungere"
E se andò.
"Aspetta. Perché devi avere te l'ultima parola?!" ringhiò Razièl ma Ashes era già uscita dalla stanza.
Razièl si sentì una nullità, pensava di essere destinato perdere.
Detestava questa situazione di svantaggio e impotenza, non voleva perdere tempo, e corse dal suo stilista.
Ashes invece era tranquilla, era contenta di aver trovato un modo semplice per creare un esplosione, bastava aggiungere la dose giusta della polverina che aveva in tasca per creare un esplosione fatale.

Per la prima volta arrivai in anticipo.
La bellissima sala era vuota e regnava il silenzio.
La grande tavola da pranzo era apparecchiata per tre e si poteva odorare nell' aria un profumino di arrosto e patate.
Mi saliva l'acquolina in bocca, ma era pur logico: avevo solo mangiato del pane scaduto circa due ore prima.
Erano le due meno un quarto, sarei dovuta essere ancora nel vagone tre. Ripensai a Razièl, mi dispiacque, perché lui sarebbe stato disposto ad ascoltarmi.
Mi guardai intorno quando entrò una cameriera, che non era chiaramente una senza voce per come era vestita.
"Tu sei Sharise?" mi chiese la ragazza dai capelli ricci.
"Si"
"Sei già qui? Comunque ora vado ad avvertire subito Annabel"
E sparì. Dopo un minuto la porta si aprì e la capitolina Annabel apparve.
"Ecco ti qui! Come mai così in anticipo?" mi domandò sorpresa.
"Adesso sono meno cinque, quindi non è poi così presto" ribattei pestando un piede.
"Si invece"
Che sfortuna! La capitolina super precisa mi era capitata quando ero in ritardo, mentre quella rilassata quando ero in anticipo. Ovviamente con la mia fortuna non poteva andare altrimenti.
"Lei per caso ha già mangiato?" chiesi speranzosa.
"No. Non vedi che stanno preparando il pranzo" Annabel sembrava confusa e scocciata.
"Si lo vedo, ma non capisco perché sia apparecchiato per tre, noi siamo quattro"
"Signorina, non sapevo che lei fosse così golosa, mi pare che lei abbia già mangiato"
"Io? Non è vero. Che dice?" quella sua frase mi aveva fatto restare di stucco.
"Me lo ha detto il presidente, quindi non insista"
"Allora dica al presidente che se non mi fa mangiare io non lavoro"
La capitolina mi guardò di traverso e prese una specie di telefono super moderno e scrisse qualcosa, dopo un poco disse "2737 vieni".
La cameriera di prima apparse "Cosa desidera signorina?"
"Aggiungi un posto a tavola cara" disse gesticolando.
"Ok come desidera" e corse in cucina.
"Il tuo desiderio è stato avverato ora ti tocca lavorare sodo, sai il presidente si aspetta molto da te" questa frase mi suonò più come una minaccia che altro.
Sussurrai una frase un po' volgare contro il presidente, e mi accorsi dalla faccia che Annabel aveva che mi aveva sentita.
"Perché? Ti ha fatto un favore, signorinella" disse con un tono disapprovatorio.
"É vero, per una volta si ma comunque..."
"Meglio tralasciare" e detto questo si aggiustò il cerone che aveva sulla faccia.
Una campanella suonò e Annabel mi fece segno di accomodarmi a tavola.
La tavola era enorme e ben apparecchiata con posate di lusso.
Al centro della tavola c'era una fontana di cioccolato e la tovaglia era accuratamente ridefinita.
Passarono ben dieci minuti sui trenta disponibili prima che Wave e Nymer comparissero.
Insieme a loro arrivarono gli antipasti di mare.
"Che delizia!" disse Wave contenta osservando i calamari in salsa di ostriche.
"Si, assolutamente vero! É quasi delizioso come te, sicuramente di meno, perché niente può essere paragonato a te" disse Nymer facendo un occhiolino in direzione della ragazza.
"Ragazzi sentitemi, non abbiamo molto tempo quindi dobbiamo parlare di cose serie" dissi, attirando l' attenzione.
"Scusami ma chi saresti?"chiese Wave
"Il vostro Mentore e vi dirò cosa fare"
"Nessuno mi dice cosa devo fare" mi rispose Wave in tono di sfida.
Nymer prese la situazione al volo.
"Mi scusi amabile signorina, questa ragazza -a cui mancano le buone maniere- intendeva dire che adesso ti ascolteremo" disse.
"Nymer ma che cavolo dici, non intendevo per niente quello!" urlò Wave, e tirò un pezzo di pane in faccia a quest' ultimo, che si levò delle briciole dai capelli.
Raccontai dello svolgimento dei giochi.
Wave mangiava in fretta e furia assaporando con gusto ogni pietanza che si trovava sul suo piatto, mentre Nymer mangiava con calma, svuotando in maniera pulita il piatto.
"Grazie per i consigli, adesso vedrò come fare: anzi ho intenzione di fare tutto istintivamente e di non programmare niente" mi apostrofò Wave con la bocca piena.
"Fai come vuoi cara, sono i tuoi giochi" risposi mentre ci servivano delle ciambelline calde da inzuppare nella fontana.
"Io invece accetto volentieri dei consigli" disse Nymer congiungendo le mani ed incrociando le dita.
"Bene Nymer, pensa un po' a quello che sai fare e hai tuoi difetti e poi mi dirai, ti aiuterò a trovare una tattica"
"Grazie mille cucciola" mi disse con uno sguardo che mi fece avvampare
"Cucciola?" disse Wave ridendo per la mia faccia.
L'orologio suonò le due e mezza e mi alzai da tavola.
"A domani ragazzi"
"A domani" risposero in coro.

Pv neutra
I tre finirono di mangiare in silenzio quando Wave cominciò a parlare.
"Ti credi tanto figo e bello, ma ti sbagli caro. E non pensare che non mi sono accorta che ci provi con tutte" Wave era quasi arrabbiata con Nymer.
"Tu sei tanto sicura di quello fai, ma credimi, non basterà per farti vincere" rispose Nymer all' insulto.
"Provarci con tutte neanche, credimi"
"Ragazzi per favore, non si alza la voce a tavola" disse Annabel con una tranquillità quasi comica.
"Sta zitta tu!" era stavolta Nymer ad urlare.
"Come? Senti..." Annabel era chiaramente messa a dura prova da quei due tributi.
"Io faccio quello che voglio, non sei l'unica che può farlo cara Wave" disse Nymer guardando nella direzione di Wave
"Allora non avete capito, voi non potete fare quello che volete. Io sono la vostra responsabile quindi..."
"Infatti, se vuoi fallo. Io ti ho solo avvisato in qualche modo di non provarci con me che mi irrita" Wave riprendeva in mano il controllo della situazione
"Non ci stavo provando, te lo sei immaginata" rispose Nymer sulla difensiva
"Ma fammi il piacere di non raccontare baggianate"
"Ragazzi mi avete sentita o no?" Annabel aveva serrato i pugni, ma teneva ancora duro.
"Spero che la tua testa cocciuta si frantumi con il colpo di cannone che sentenzierà l' inizio dei giochi!!!" urlò Nymer con rabbia.
"Ah si?! Io spero che il tuo sorrisino da provocatore che hai sul volto sia rimpiazzato da urla di di dolore che ti farò provare nell' arena!!!" urlò Wave lanciando un piatto verso Nymer che schivò abilmente, mostrando pronti riflessi.
"Ragazzi basta!!! Vi scatenerete nell' arena, ma qui bisogna avere un comportamento civile come a Capitol City!!!" urlò Annabel con tutto il fiato che aveva in gola
"Non me ne frega un cazzo di Capitol!"grugnì Wave.
Nymer prese una ciambella con sopra della cioccolata calda e la gettò per sbaglio sulla capitolina.
"Nymer che hai fatto?" disse Annabel che si era ricomposta ma che stava per mettersi a piangere: il suo nuovo completo verdo muschio si era rovinato!
"Miravi me per caso?"disse ferocemente Wave prendendo un'altra ciambella e tirandogliela addosso, non riuscendo a prenderlo nemmeno sta volta.
"Si, e sta volta ti prendo" e prese tre ciambelle.
La guerra a colpi di ciambelle si scatenò tra le lacrime e gli urli della capitolina, che si lamentava che il suo prezioso vestito era macchiato e che le stava colando il trucco.


Non ero arrivata nemmeno alla metà dei tributi che mi sentivo indolenzita e sonnolente.
Questa storia di essere mentore era davvero stressante.
Ma almeno ero sazia. 
Ripensai al presidente, a quando mi era comparso di fronte all'inizio del viaggio, così giovane, forte, regale e bello... si, era decisamente un ventenne molto bello. E poi quando mi aveva permesso di mangiare era stato così gentile... Ma che stavo dicendo? Ero forse impazzita? Forse stare in mezzo a tutti quei matti mi sta facendo male.
Arrivai nel vagone del distretto 5 e mi ritrovai faccia a faccia con i due tributi. Nimue e Julian si guardarono con un segno d'intesa. Ammetto che mi fecero un po' paura.
"Ummm...ummm... Li-be-ra-mi"sentii, era la capitolina che scalciava in un' anta dell' armadio.
"Adesso mi dovete delle spiegazione" dissi mettendomi le mani sui fianchi cercando di assumere un' aria autoritaria.
"Subito... ti dirà tutto Nimue" mi rispose Julian che rideva come un matto.
"Beh diciamo che abbiamo legato la capitolina perché ci stava decisamente rompendo. Vuoi fare la sua fine?" aggiunse Nimue con un' alzata di sopraccigli.
ero veramente spaventata, divenni rossa ed iniziai a sudare.
"No" risposi, ed uscii dalla stanza correndo con la mia lentezza da lumaca handicappata. Riuscii a sentire Nimue ordinare a Julian di prendermi.
In pochi secondi Julian mi raggiunse e con una forza incredibile mi prese e mi sollevò. Avevo fatto in tempo però ad urlare il nome del presidente.
Mi ritrovai nel vagone del quinto distretto con le braccia legate.
"Come mai così tranquilla piccola Mentore" disse Nimue.
Non parlai, anzi non respirai.
"Rispondi cazzo" disse Julian
"Cosa dovrei fare?" chiesi io.
"Magari provare a liberarti, sarà più divertente da vedere" fece Nimue sollevando gli angoli della bocca.
"Io non ho paura" 
"Ma brava, che piccola soldatina" disse Julian osservandomi da vicino.
"Dicci come fare per vincere" disse con tono di minaccia.
"No" sussurrai velenosamente.
La porta si aprì di colpo e comparvero una decina di Pacificatori ed il presidente Snow.
Nimue era rossa dalla rabbia, il suo piano stava, fallendo mentre Julian alzò subito le mani in segno di arresa.
Il presidente mi si avvicinò e mi liberò personalmente.
"Cosa facciamo a questi maleducati?" chiesero i Pacificatori al presidente appena lui ebbe liberato la capitolina.
"Direi una punizione esemplare" disse la capitolina irritata ed estremamente spettinata.
"Che ne dice signorina Powell?" chiese allora il presidente rivolgendosi direttamente a me.
"Ma che ne so... Non sono mica io il presidente" risposi e il presidente rise.
"Perché non un handicap nei giochi? O un digiuno? O possiamo tagliar loro la lingua forse?" disse la capitolina improvvisamente vivace.
"Sono contraria. Già partecipare ai giochi è una punizione in sè e per sè" dissi
"Lei è troppo buona signorina. Volevano farle del male, quei due, non vorrebbe forse farglielo lei stessa?" mi chiese il presidente, sussurrando la frase con una voce suadente.
"No" risposi ferma ignorando i brividi che mi percorrevano la schiena.
"Bene facciamo come vuole allora. Ragazzi ringraziatela perché per questa volta la passate liscia,quindi sarete solo seguiti da un Pacificatore ognuno ventiquattro ore su ventiquattro. Ora possiamo andarcene... se ti serve aiuto Sharise chiamami" mi disse il presidente con tono improvvisamente confidenziale.
I pacificatori lasciarono i ragazzi e se ne andarono... tutti tranne due ovviamente.
"Vi meritavate una tortura sappiatelo" disse la capitolina "sono veramente delusa"
Nimue di colpo saltò addosso alla capitolina ma fu fermata con una sedativa sparato dal Pacificatore.
"Ummm... Bene. Non rimane molto tempo quindi ascoltami Julian e poi racconterai tutto a Nimue. Ok?"
"Ok" rispose turcidandomi con gli occhi,e spiegai tutto.
"L'orologio é suonato ora vado. A domani."conclusi dopo aver parlato per un quarto d'ora di fila senza essere interrotta. 

Pv neutra 
Nimue si svegliò massaggiandosi il punto della schiena dove si era ficcato il dardo sedativo e guardò confusa Julian che era corso nella stanza di Nimue appena potè.
Julian era in piedi e la guardava dura.
"Cosa cosa é su-successo?" chiese Nimue intontita.
"Il tuo piano non ha funzionato. Siamo sul treno diretto per Capitol ed abbiamo rischiato grosso"
"Davvero?! Ahahahaha"
"Perché ridi?" Julian era basito.
"Perché non ci hanno fatto niente" disse la ragazza con una scrollata di spalle.
"Ti va di sapere cosa ci ha detto il nostro mentore?" prose Julian
"Cosa?" Nimue era incuriosita.
"Il funzionamento dei giochi e dei consigli"
"Ok dimmi" disse con voce pacata rialzandosi grazie alla mano di Julian, tesa appositamente per lei.
"Non ti dirò niente" rispose Julian con una pacca sulla schiena della ragazza, che rischiò di cadere per la forza che ci aveva messo il ragazzo.
"Perché?" Chiese Nimue arrabbiata.
Julian non rispose e stava per andarsene, ma Nimue lo prese per la maglietta e lo fece cadere a terra.
"Ora mi dici tutto, parola per parola" lo minacciò Nimue avvicinando la sua faccia a quella del ragazzo.
"Scherzavo. Stavo facendo finta di andarmene" disse Julian ridendo mentre si rialzava.
Nimue tolse il piede che aveva messo sopra il suo torace per tenerlo ferme e rise di gusto.


Il mondo é popolato da pazzi, sono gli umani. Ne ero convinta da quel giorno, chissà perché?! Comunque avevo fatto meno della metà ma ero distrutta. Pensai al presidente, le sue parole mi rimanevano sempre impresse, non so perché. "Se ti serve aiuto Sharise chiamami"
'Basta pensare a lui, non se lo merita, é una persona cattiva anche se in fondo é un umano e ha diritto di sbagliare.'
Rimmel, Chiffon, Astrid, Tristan, Ashes, Razièl, Wave, Nymer, Nimue, Julian e ora Gal e Pablo ma poi pure altre dodici persone che avrei dovuto aiutare per poi vederli morire a uno uno tra di loro, tutto questo mi sembrava un miraggio irreale ed era, secondo me, meglio prenderla come un gioco per non soffrire troppo. 'Quanto vorrei stare al distretto a fare le mie birichinate e stare con la mia famiglia...'
Un'altro vagone, una sala di lusso e la capitolina che mi viene incontro.
"Ohh eccoti qui piccola Charis"disse
"Mi chiamo Sharise signora"
"Ah scusa Saris"
"SHARISE"
"Non urlare cara, ci sento benissimo e mi chiami signorina perché non sono sposata anche se ormai ho un bel po' di anni" 
"Quanti?" chiesi chinando il capo con fare innocente.
"Ehi. Non ti hanno insegnato le buone maniere, non si chiede l'età ad una donna"
"Scusa, non lo sapevo"
"Scatto matto" disse ad un tratto Gal alzandosi dalla sedia del tavolino in fondo alla sedia.
Il Pacificatore di fronte alla ragazza rimase perplesso per qualche minuto e poi si ritirò a testa china.
"Quindi tu saresti il nostro mentore. Piacere di conoscerti Sharise"
"Piacere mio" risposi stringendole la mano
"Vado a chiamare il giovane Pablo" disse la capitolina 
"Ho notato le tue abilità nel giocare a scacchi" dissi guardando la scacchiera.
"Si, me la cavo"
Si sentì un tonfo, "Ma che succede?" chiedo preoccupata
"Non ti preoccupare. Niente di grave. Si tratterà solo di una mossa poco ragionata. Cavallo"
"Cavallo?"
(Cavallo: possibilità di movimento particolare e vantaggioso se si sa come usare le proprie abilità altrimenti facile da annientare)
"Scusi stavo pensando ad alta voce. Comunque secondo me Pablo a colpito in pieno la capitolina"
"Che vuoi dire?"chiesi
"Voglio dire che se qualcuno non interviene perderemo il nostro tempo senza combinare niente di utile"
"Vado a vedere allora"
"Stai attenta, prima di entrare nella stanza aspetta un altro tonfo. A te la scelta, credermi o no"
Mi avviai verso la stanza di Pablo pensando a quanto fosse strana Gal ma non so perché quando arrivai davanti alla porta aspettai l'ipotetico tonfo. Dopo pochi secondi ci fu veramente e solo allora aprii la porta. Uno scatolone era piazzato davanti all'ingresso e non mi permetteva mi vedere l'interno.
"Pablo! Ci sei?"
"Si. Chi è?"
"Il tuo Mentore"
"Ah sei Charis!"
"No sono Sharise"
"Ah davvero la vecchia mi ha detto diversamente"
"A proposito della vecchia, dov'è?"
Il ragazzo all'improvviso atterrò sulla scatola davanti a me proveniente da chissà dove lassù.
"Non l'ho vista. Perché?"
"Diciamo che é sparita cercandoti"
"Ma che ne so che fine a fatto, magari e morta di vecchiaia mentre andava al bagno"
"Ahaha no. Comunque vieni con e poi parliamo di quello che stavi combinando"
"Per prima cosa manco nei tuoi sogni seconda stavo solo esplorando"
"Ti conviene venire perché tra pochi secondi io vado nel salotto e dico tutto quello che bisogna sapere suo giochi che tu ci sia o no"
Ripensai alla frase di Gal e superai il primo scatolone. Lui mi guardava perplesso. Mi venne un colpo al cuore, la capitolina era spiaccicata sotto un altro scatolone altrettanto grosso senza specificare il sangue che c'eta intorno e la pelle della sfortunata che era diventata viola.
""É stato un incidente" soffiò.
Questa risposta mi ricordò la mia quando avevo rotto il vaso.
"Forse, ma ti rendi conto della gravità della situazione?"
"Si ma ripeto che é stato un incidente"
"Potevi almeno dirmelo subito invece di far finta di niente"
Non mi rispose e ripensai a Gal, come faceva a sapere quello che era successo? Poi mi immagininai al posto della capitolina, quella sarebbe stata la mia fine se non avessi creduto a Gal
"Vieni Pablo" dissi in modo tranquillo che Pablo ne approfittò obbedendomi, magari si sarebbe salvato da punizioni o da una ramanzina.
"Ah eccovi qui finalmente" disse Gal appena arrivammo nella sala.
Spiegai loro tutto quello che dovevo dire.
"Ragionate bene su quello che ho detto e a domani" conclusi.


Pv neutra
La ragazza non voleva che ci fosse troppo svantaggio quindi cominciò a dire "Sai che ti ritrovi a giocare contro una regina"
"Ma che dici!"
"Ti senti in grado?"
"Stai tentando di intimidirmi! Sappi che non funziona"
"Non vedo l'ora di giocare"
"Anche io"
"Bene. Sarà una partita interessante"
"Si credimi"
La ragazza si avviò verso la sua stanza e poco dopo anche Pablo.
Pablo aveva trovato cose molte interessanti e utili che mostrerà solo nel momento adeguato.



Ehy eccomi con un nuovo capitolo completo quindi recensite e fatemi sapere cosa ne pensate :) 
La sponsorizzazione è terminata e ho anche fatto l'estrazione quindi so già le sorti del gioco e mentre voi per saperle vi tocca leggere :)
Ringrazio mysoul per essere tornata ad aiutarmi e le chiede di scusarmi se la stresso ma ci tengo a che non passi troppo tempo.
Grazie a tutti per la vostra pazienza e perchè state leggendo e recensendo la mia storia.

Comunque vi spiego la scelta dell'immagine: diaciamo che il pesce mi ha fatto pensare a Sharise che deve andare da un vagone all'altro ahah :)
a presto hungergameslover
  
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