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Autore: Dynamis_    13/10/2013    4 recensioni
Colpa, espiazione, dannazione. È questo il destino del marionettista di Sunagakure no Sato, il quale, dopo la sua morte, si risveglia in un luogo dal quale non è più possibile far ritorno. Egli decide di accettare la propria condizione e di continuare a vivere la vita ultraterrena nel peccato. Dopotutto, all'inferno tutto è concesso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akasuna no Sasori , Deidara | Coppie: Sasori/Deidara
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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“Quando giungon davanti a la ruina,
quivi le strida, il compianto, il lamento;
bestemmian quivi la virtù divina.

Intesi ch'a così fatto tormento
enno dannati i peccator carnali,
che la ragion sommettono al talento.”

(Divina Commedia - Inferno, V canto vv.34-39)


Schiudo gli occhi. Mi viene difficile anche articolare questo pensiero. Come è possibile - per me - possedere ancora la facoltà della vista, riuscire a discernere i colori, le varie sfumature di questo inferno? Non sono forse morto? Il posto in cui mi trovo, questo pozzo senza fondo di tenebra e vuoto, come può esser percepito? Come posso sentirne il profumo?
I miei passi echeggiano attorno, non riesco a scorgere la fine di codesto ottenebramento, varie sensazioni pervadono la mia mente ma non posso porvi ordine - non ne sono capace.
Morte.
È con essa che sono riuscito a ottenere l'eternità che ho tanto agognato? È con questa misera condizione che ho raggiunto la bellezza eterna?
I miei ideali, il mio credo stesso si è frantumato, disperso in quell'attimo di esitazione precedente la mia morte.

Eppure ...

Ho condotto la mia vita accecato dalle passioni, scosso dalle emozioni che non ero capace di controllare. Son divenuto una marionetta e non più un marionettista, incapace di guidare così il mio destino, i miei fili sono stati abilmente manovrati da altre persone, i fili che mi guidavano erano di un chakra così sottile che non sono stato nemmeno capace di accorgermene. Manipolato e corrotto, mi son fatto largo tra le vicissitudini terrene guardando adesso la realtà con occhi diversi e ho capito personalmente cosa ci fosse di sbagliato nel mio operare, quale fosse l'unica pecca. Non è stata la mia arte a fallire ... Sono stato io stesso.
Creatura misera, incompleta. Quanto è stato tragico il mio destino, totalmente in bilico tra umanità e incorruttibilità. Quale errore feci nel supporre di poter diventare essere immutabile, suprema espressione artistica, rifiutando così la mia vera essenza!
E adesso, con la mia fine, mi ritrovo a comprendere quanto sia stato scosso dall'ebrezza di una vana consolazione, una mera illusione poiché ho malamente pensato di poter mettere da parte ciò che più contraddistingue non esseri senzienti. Il mio errore, il più grande e irrimediabile, è stato proprio questo. Confido nelle nuove generazioni e accetto la mia sconfitta, magari così riuscirò ad aver pace una volta per tutte.

Ancora pochi passi e noto una figura in lontananza. Lui, espressione dei miei desideri inconsci, oggetto della mia brama. Cosa ci fa lui qui, così presto e inaspettatamente? È questa la mia punizione. Colui a cui sono stato più vicino si trova stretto nella morsa della morte.
I suoi capelli, grano mosso dal vento, i suoi occhi, mare privo di increspature, mi spingono - come in un sogno, un incubo forse - ad avanzare. Perché cotanta bellezza e purezza è stata così vincolata? Dev'essere lui a pagare il fio per le mie tante colpe?
Se questo è l'inferno, non potrebbe esservi nulla di più atroce nel vederlo qui, trepidante, in mia attesa.
Il suo volto si fa più vicino, l'espressione squassata da un dolore che non gli appartiene, le labbra protese verso le mie, ma lo fermo appena in tempo. Sento una voce uscire dalle sue labbra, una voce cristallina e limpida come la ricordavo ma più esperta e consapevole.

« Siamo dannati, creature scellerate e pietose. Quale miglior modo esiste per schernire la nostra condizione se non quello di renderci ancor più corrotti suggellando tutto con un bacio? Siamo all'inferno, meglio andare sino in fondo. »

Quale miglior pace dell'essere dannati con la persona che si ama? Mischio il calore delle tue labbra con il mio, le nostre lingue si cercano, così come le nostre mani, le dita intrecciate le une alle altre: lussuria, passione, eccesso. Siamo dannati, corrotti e miserabili. Tentiamo di aggrapparci ancora all'umanità che ci è stata preclusa. Cosa abbiamo di umano oltre alle nostre incessanti passioni e pulsioni?
Sì, è proprio un destino pietoso il mio, ma ormai, dato che tutto ci è concesso - come mi hai suggerito-, andrò sino in fondo.


   
 
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