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Autore: Jack Le Fleur    13/10/2013    0 recensioni
Lui stesso probabilmente era troppo. Troppo pigro, troppo stupido, troppo sfigato, troppo solo. Era sempre troppo, di un troppo talmente grande da risultare incompatibile con chiunque gli stesse intorno.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Troppo

Tirò un pugno al sacco davanti a lui. Le nocche delle mani schioccarono rumorosamente e per qualche secondo provò dolore, ma non importava. Tirò un altro pugno al sacco e poi ancora e ancora e ancora finché le mani non cominciarono a fargli male e la garza bianca che aveva intorno ai polsi non si sporcò di sangue.

Maledizione.

Appoggiò la fronte al sacco con le mani leggermente tremanti. Si era fatto male. Di nuovo.

Non sapeva contenersi, la rabbia era troppa e lui finiva ogni volta per fare, beh, troppo. Alla fine si ritrovò a pensare, appoggiato al sacco sporco di sangue e sudore della palestra, che tutto ciò che stava vivendo era troppo. Lui stesso probabilmente era troppo. Troppo pigro, troppo stupido, troppo sfigato, troppo solo. Era sempre troppo, di un troppo talmente grande da risultare incompatibile con chiunque gli stesse intorno. E così era la sua rabbia. Semplicemente troppa. Non sopportava la scuola perché sembrava che tutti si aspettassero così tanto, troppo, da lui; non sopportava i suoi compagni di classe perché alcuni erano troppo bravi a fare ciò che lui non sapeva fare e altri erano altrettanto bravi nello sfruttare il lavoro altrui a loro vantaggio; non sopportava la sua famiglia perché gli parlava come se lui avesse avuto degli obblighi nei loro confronti, come se il fatto che fosse lì, che fosse nato, fosse stato, in un certo senso, una sua scelta e che allora lui avrebbe dovuto essere il figlio perfetto, con gli amici perfetti, i voti perfetti, la ragazza perfetta.
Lui non era così. Lui non era perfetto: i suoi amici, per i pochi che aveva, erano dei pazzi e di certo non dei buoni esempi da seguire, la ragazza non ce l'aveva e probabilmente nemmeno ne voleva una, i voti erano quello che erano. E finiva per essere arrabbiato perché lui non poteva essere come tutti volevano che fosse. Semplicemente non ne era in grado e nessuno sembrava averlo capito.

Si tolse le fasciature e osservo con interesse le sbucciature sulle sue mani. In un certo senso gli piaceva farsi male. Non che si tagliasse o cosa, solo gli piaceva sentire la pelle bruciare e il sangue scorrere veloce quasi quanto la rabbia che aveva nelle vene. Lo faceva sentire vivo e perfetto. In quel momento, niente e nessuno poteva dirgli cos'era o cosa doveva essere.
C'erano lui e la sua rabbia, fianco a fianco, a combattere contro i problemi dell'adolescenza, contro il bullismo, contro i falsi amici, contro gli ipocriti e forse anche contro se stessi. Lui e la sua rabbia per qualche misero secondo erano invincibili.
E lui si sentiva bene. Tanto bene che forse era quasi troppo.








Angolo a caso

Salve! Torno dopo secoli (sai che bello) con questa cosa a cui non trovo un senso e che probabilmente risulterà incompleta a chiunque, ma non importa. Fatemi sapere cosa ne pensate se vi va.
Byee

  
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