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Autore: larrjsharmony    13/10/2013    1 recensioni
"Il disturbo borderline è definito come disturbo caratterizzato da vissuto emozionale eccessivo e variabile, e da instabilità riguardanti l'identità dell'individuo. Uno dei sintomi più tipici di questo disturbo è la paura dell'abbandono. I soggetti borderline tendono a soffrire di crolli della fiducia in se stessi e dell'umore, ed allora cadere in comportamenti autodistruttivi e distruttivi delle loro relazioni interpersonali."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Behind enemy lines.


 

"La psicopatia è un disturbo mentale caratterizzato principalmente da un deficit di empatia e di rimorsoemozioni nascosteegocentrismo ed inganno. Gli psicopatici sono fortemente propensi ad assumere comportamenti devianti e a compiere atti aggressivi nei confronti degli altri, nonché a essere orientati alla criminalità più violenta. Spesso sembrano persone normali: simulano emozioni che in realtà non provano, o mentono sulla propria identità."

(justin)

Justin camminava per il corridoio del campus con la solita aria normale. Ogni cosa di lui -dal sorriso spontaneo, ai grandi occhi marroni al suo vestiario semplice- urlava di essere normale. Molti, in quell'istituto di sociopatici, schizofrenici, depressi e psicopatici, si chiedevano come fosse possibile che un tipo così nella norma come lui potesse stare lì dentro. A parte l'omicidio.
Ma c'era una cosa che non tutti sapevano: lui sorrideva, sorrideva a tutti con il suo sorriso migliore, un sorriso che faceva svenire. Poi andava nella sua stanza e recuperava il contenitore delle scarpe, nel quale teneva sempre i topi che catturava e ne sceglieva uno, il più bello. Prendeva il coltellinosvizzero che nessuno era ancora riuscito a scoprire e squartava il topo. Gli piaceva vederlo soffrire, gli piaceva sentirlo squittire di sofferenza. Gli piaceva esattamente come gli era piaciuto uccidere Jason in terza media. Jason era il suo gemello. Lo aveva spinto, facendolo cadere da una finestra del terzo piano.
Una volta uno psichiatra dell'Istituto lo aveva definito “psicopatico” e Justin aveva annuito sorridendo. In effetti aveva senso: lui non provava nulla, neanche il rimorso che avrebbe dovuto attanaglirgli lo stomaco dopo aver ucciso Jason.
Il ragazzo si diresse verso la sala della socializzazione, una sala nella quale si doveva imparare a convivere con gli altri, a fidarsi gli uni degli altri e vi erano ammessi soltanto i soggetti ritenuti “stabili”. In tutto l'Istituto vi erano state ammesse soltanto quindici persone, tra cui lui stesso.
Quando vi mise piede si rese conto che infondo alla stanza c'era la ragazza nuova, Clary Benneth. Stava parlando con Mary Rose Stewart, la sociopatica schizzata che una volta lo aveva scoperto mentre sventrava un topo bianco. Lo raccontò varie volte, ma nessuno le credette mai: era pazza, chi crede ai matti?
Clary era seduta nell'ultimo banco e ,non appena Mary Rose le fece un cenno, lei lo guardò e poi abbassò lo sguardo, il volto nascosto dai lunghi capelli castani come a volersi proteggere da tutto il resto.
Iniziò a camminare nella sua direzione e si fermò davanti al banco.
-Questo è il mio posto.-sorrise.

 

 

 

(clary)
Ero arrivata al nuovo Istituto da poco più di un'ora e già escogitavo un piano per poter scappare. Solo un'estate, mi avevano detto ma sapevo che non sarei uscita da quel manicomio se la dottoressa non mi avrebbe ritenuta guarita e stabile.
Non appena arrivata al campus ero stata spedita nel dormitorio femminile, stanza 206. Avevo incontrato la mia compagna di stanza, Isabelle Bass, una ragazza irlandese dai riccioli rossi e gli occhi azzurri come il cielo in estate. Soffriva semplicemente di disturbi alimentari, così avevo deciso che mi sarebbe stata simpatica.
-Ecco, questa è l'aula di sociologia.-mi aveva detto, indicando una stanza piuttosto piccola lungo il corridoio bianco gesso. Sembrava davvero un manicomio.-Io adesso ho educazione fisica, ma tranquilla, in estate facciamo soltanto conversazione, non succederà nulla.- mi rassicurò con un sorriso stampato sul volto e
poi si allontanò, senza darmi tempo di poter rispondere.
Presi aria. Entrai a testa bassa in classe e notai che dovevano esserci non più di 20 banchi, tutti già occupati da altri ragazzi. Gli unici posti liberi si trovavano in fondo all'aula, così si diresse li. Mi diressi li e mi sedetti, in attesa dell'arrivo della professa...controllai l'orario: la professorezza Ramonez.
-Ehi, ehi tu, tu con la maglietta rossa.-mi sentii chiamare. Voltai lo sguardo e mi ritrovai a guardare una ragazza magrolina, con i capelli odiosamente ossigenati.-Sei nuova, vero? Bhè, quel posto non è per te.-mi disse nervosamente, come se avesse paura di quello che stava dicendo.
-Uhm... non lo- iniziai, ma la bionda non mi fece finire.
-Quello è pericoloso.-mi indicò con lo sguardo un ragazzo biondo fermo alla porta, che guardava verso di me.
Abbassai immediatamente la testa, i capelli mi caddero ai lati del volto, come una tendina.
-Questo è il mio posto.- quando sentii quella voce non faticai a acapire di chi si trattasse. Alzai lo sguardo e vidi il ragazzo che qualche secondo prima fissava me e la bionda ossigenata. Visto da vicino era maledettamente bello e sembrava maledettamente normale, come se si imponesse di essere così.
Troppo perfetto per essere vero, pensai tra me e me.
-Oh, si scusa, non lo sapevo.- mentii frettolosamente e feci per alzarmi.
-Calma, ci sono due banchi. Se vuoi stare seduta con me, puoi rimanere, oppure...-mi indicò gli altri banchi, tutti rigorosamente occupati, come a dirmi: se trovi
un altro posto, fa pure.

Feci un respiro profondo e mi calmai. Non appena lui si sedette restai immobile.
Non importava la sua bellezza o la sua apparenza da bravo ragazzo, la parole della bionda ossigenata mi rimbombavano in testa. Quello è pericoloso.
-Non credere a quello che ti dice Mary Rose.- iniziò lui, indicandomi la bionda.
Deglutii
-Non sai neanche quello che mi ha detto.- trovai la forza di ribbattere.
-Mi stavate osservando, scommetto che quella schizzata ti ha detto chissà cosa.- ipotizzò lui, osservandola. -Comunque io sono Justin.-si presentò.
-Io sono C-Clary.-dissi intimorita.
Il resto della lezione passò normalmente, finchè Justin non mi chiese:-Perchè sei qui?-
Cosa avrei dovuto dirgli? Imbrogliare a tal proposito sarebbe stato inutile. Indicai i suoi polsi ricoperti di piccole cicatrici bianche.
-Per il tuo stesso motivo.- gli disseìi e lui sembrò capire.
Poi aggiunse:-Anche i tuoi hanno tentato di ucciderti dopo che tu hai ucciso tuo fratello?-
Mi portai una mano alla bocca.
Complimenti Clary, ottimo lavoro.






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#spazioautrice
salve c:
questa è una delle mie prima fan fiction dal tema "serio"
spero che vi piaccia e che recensiate, che sia una recensione poistiva che negativa(sbagliando si impara, no?lol)
Ora scappo, alla prossima
-langdon.

  
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