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Autore: kaos3003    07/04/2008    4 recensioni
Due anni dopo essere fuggito da Azkaban, Sirius Black è rinchiuso nella vecchia casa dei suoi genitori. Rimasto solo decide di passare la serata a modo suo, complice la vecchia foto di Moody.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autore e ringraziamenti: ammetto d'aver abbandonato il progetto iniziale a meno di un mese dalla scadenza per scrivere questa storia e ammetto di non esserne totalmente soddisfatta, ma ormai il dado è tratto e abbiamo passato il Rubicone, quindi andiamo avanti a testa alta.
Il personaggio di Sirius Black non mi garba troppo, deve essere una delle controindicazioni per le amanti di Piton. Anyway, queste erano le indicazioni e questo è ciò che la mia tastiera ha deciso di scrivere, se vi può consolare qualcosa della prima storia è rimasto, ma non dico nulla ;).
Un grazie speciale va certamente alla mia beta, Giev (o sour-climax, ormai quasi tutti abbiamo sdoppiamenti di personalità), sia per la sua disponibilità (sempre e comunque, lo vorrei sottolineare), sia per la sua competenza. Tu sai che ti adoro, vero?
Disclaimer: i diversi personaggi e le ambientazione che compariranno in questa storia appartengono alla loro creatrice JK Rowling e a tutti coloro che ne detengono diritti legali. Per quanto concerne la sottoscritta non vi è scopo di lucro alcuno.


Un vecchio cappotto beige rattoppato crollò sullo schienale della sedia di fronte a lui, seguito da un' ancor più vecchia sciarpa, dai colori rosso e oro, che sembrava essere stata banchetto per un gruppo di tarme. Aveva promesso che sarebbe stato via solo pochi giorni.

Mudunungus è finalmente riuscito a rubare l'appendiabiti dell'ingresso?” chiese, versandosi una generosa dose di sherry. “Eppure potrei giurare di averlo visto lì stamattina.”

Non provarci Felpato, non ho intenzione di tornare di là e scatenare le ire di tua madre.”

L'uomo si guardò attorno, posando lo sguardo sull'abito sudicio dell'amico e sulle troppe bottiglie sparpagliate sul tavolo.

Cos'è successo, Sirius?”

Dentro di sé era sicuro che Kreacher osservasse desolato la cucina, bisbigliando elogi alla sua vecchia padrona e dannandosi per il disgusto che, certamente, le avrebbero dato i piatti sporchi o ricolmi di avanzi di cibo che invadevano la tavola.

Sirius Black, ultimo discendente della rinomata casata, siede a quel tavolo da quando gli ibridi e la feccia che infestavano quelle mura hanno lasciato la casa, circondato da bottiglie di vino elfico che il padrone ha conservato con orgoglio nelle cantine per così tanti anni. E nemmeno si lava . “Oh, se solo la mia padrona lo potesse vedere; che grande delusione è stato”.

Credeva fosse questo ciò che passava per la testa di quel dannato elfo. Era sempre stato più fedele a sua madre che a suo padre e forse delle bottiglie nemmeno si curava.

Se gli avessero chiesto da quanto tempo esattamente fosse seduto lì, molto probabilmente non avrebbe saputo rispondere, o, quantomeno, avrebbe impiegato diversi minuti prima di riuscire a formulare una risposta coerente. Sospettava di aver bevuto troppo, ma non poteva guardare quella foto a mente lucida.

Maledizione a Moody e a quella sera di mesi prima, in cui l'aveva portata “immaginando avrebbe fatto piacere”.

Già, aveva fatto dannatamente piacere vedere quanto fosse caduto in basso, diventato inutile e solo un peso. Era una gioia vedere il suo migliore amico sorridere accanto al ratto che li aveva traditi.

Certi pensieri, pensò, erano talmente piacevoli da meritare un brindisi.



Un bicchiere”

Trovò fosse buona cosa brindare per primo a James Potter, e all'idiozia e ingenuità che un uomo può mostrare. E al migliore amico che potesse avere.

Remus sosteneva fosse da malati e lo aveva pregato di smettere, ma qualche volta, durante quell'estate, non aveva potuto fare a meno di entrare nella camera di Harry e guardare il suo figlioccio dormire; se non era costretto a vedere gli occhi verdi di Lily e quell'orribile cicatrice, riusciva quasi ad immaginare di avere ancora il proprio migliore amico.

Mentre scolava il primo bicchiere della serata pensò che Harry dormiva più o meno nella stessa posizione di James, il braccio destro sotto il cuscino e le coperte spinte fino alla vita.

Una settimana prima Harry lo aveva cercato via camino, voleva parlare di James e lui avrebbe solo voluto scappare per non doverlo ricordare e non dover dire a quel ragazzo che non valeva un centesimo del padre. Non lo pensava seriamente, ma a volte aveva la tentazione di dirlo.

Non avevano potuto parlare per molto con tutto il trambusto di Gazza, ma alla fine gli era grato per avergli regalato quei piccoli sprazzi di memoria: nemmeno si ricordava di quel suo abituale scompigliarsi i capelli, ma aveva visto giusto quando lo aveva immaginato con un Boccino in mano.

Il ragazzo era certamente rimasto addolorato dalla scena vista, ma lui e James avevano fatto tante cazzate da ragazzi, e non si trattava solo di gareggiare a chi l'aveva più lungo come la maggior parte degli adolescenti. Forse diventare Animagi era stata l'unica cosa sensata che avessero fatto per divertimento, o almeno lo era stata per Lunastorta.

Quasi gli cadde il bicchiere di mano pensando alle vere idiozie che combinate, come chiedere alla McGrannit di uscire per un pomeriggio ad Hogsmeade. Giusto all'ultima riunione Minerva si era detta disponibile; se James fosse stato lì lo avrebbe deriso per settimane.

Odiava il James della foto dell'Ordine, preferiva quello che aveva trovato in uno dei cassetti della propria stanza, quello che correva dietro a suo figlio su una scopa giocattolo mentre la moglie e gli amici li guardavano ridendo.



Due bicchieri”

Certamente ora doveva bere anche per Remus, forse l'unico che ancora lo sopportava in quella casa.

Era stato felice quando aveva accettato di vivere con lui, un po' perché sapeva che non si poteva permettere un vero affitto, un po' perché immaginava che non avrebbe girato troppo, vista la sua condizione. Evidentemente anche un lupo mannaro poteva essere più utile di lui.

Ecco l'unica parte di quella conversazione che non gli era piaciuta: era stato divertente ricordare il loro scherzo, anche se non ne andavano fieri, e i gesti di James, ma nemmeno quel bicchiere di vino riusciva a fargli mandare giù i sensi di colpa di Remus. A sentirlo sembrava quasi avesse l'obbligo di fermarli, ma non lo aveva fatto per codardia, per la troppa paura di rimanere solo e perché aveva decisamente faticato a fidarsi di loro.

Aveva odiato Remus quando aveva scoperto la sua natura di licantropo, lo avrebbe voluto fuori dalla scuola o ancor meglio sotto l'ascia di un boia del Ministero. Erano così che funzionavano le cose nel loro mondo e un licantropo era solo uno sporco assassino che traeva piacere dall'uccidere e ferire, un essere che voleva distruggere e fare del male. Voleva questo, fino a quando non aveva saputo che Remus era stato morso da bambino, senza nemmeno la possibilità di capire d'essere diventato un mostro e un pericolo per gli altri.

Alla fine, nemmeno lui si era dimostrato immune ai retaggi della cultura purosangue che sua madre e la zia Druella avevano tanto declamato durante l'infanzia sua e delle sue adorabili cuginette. Era difficile pensare che lui e Andromeda ne fossero in qualche modo sfuggiti, ma immaginava che Remus e Ted avessero i loro buoni meriti nel miracolo.

Remus... ancora lo vedeva come uno studente malaticcio dalla divisa un po' trasandata, impegnato ad impartire un minimo di disciplina a quelli che erano diventati i suoi migliori amici, ma con il pensiero già rivolto alla prossima uscita sotto la luna piena. Un ragazzo che si era trovato la spilla di Prefetto appuntata al petto nella vana speranza che riuscisse a controllarli. Era stato il primo uomo a credere nella sua innocenza.

Lo sherry che riempiva una delle bottiglie sulla tavola gli ricordava troppo gli occhi ambrati di Remus, e forse per lui avrebbe dovuto brindare con una burrobirra, visto che odiava l'alcol.



Una macchia sanguigna sul muro di pietra e cocci di vetro sul pavimento.

Immagino di poter dire tre bicchieri”

Be', a questo punto gli venne in mente che un momento da ricordare era certamente quella volta che James lo aveva sbattuto al muro nell'ufficio del preside.

Silente li aveva costretti ad aspettarlo lì mentre scortava Mocciosus in infermeria, e James aveva chiaramente mostrato quanto avesse gradito il suo scherzo. “Sei un idiota, a Remus non pensi, se lo avesse morso il Ministero lo avrebbe condannato a morte”. Aveva continuato ad urlare per ore, e ad ogni frase corrispondeva un pugno contro il suo stomaco. Il giorno dopo Madama Chips aveva avuto di che imprecare contro loro e le loro malefatte.

Quella volta aveva seriamente pensato che James facesse tutto troppo facile. Cazzo, avevano un lupo mannaro nella scuola... Ok, si divertivano una volta al mese a correre per il parco e la cittadina di Hogsmeade, ma gli aveva dimostrato che era pericoloso e che dovevano raccontarlo a qualcuno.

Quando Silente era entrato non aveva nemmeno tentato di fermarli, ma si era solo premurato di avvertirli che Mocciosus aveva acconsentito a tenere la cosa per sé. E lo aveva messo in punizione per il resto dell'anno, visto che non avrebbe avuto modo di spiegare una sospensione senza svelare il piccolo problema di Remus.

James non gli aveva rivolto la parola per una settimana, e quando Remus era tornato nella Sala Comune, talmente preoccupato per loro da non essere passato in infermeria a farsi medicare i brutti graffi che aveva in viso, si era fatto schifo da solo.

Nemmeno si chiese come questo bicchiere fosse finito contro il muro.



Quattro bicchieri”

E non si potevano scordare i Malandrini e le loro folli idee.

Gli faceva piacere sapere che la mappa non era rimasta ad ammuffire nell'ufficio di Gazza, ma era finita nelle mani di uno dei loro “eredi”... L'unico erede fino ad ora, e forse per sempre. Gli faceva piacere aver mostrato, seppur in modo poco ortodosso, la Stamberga Strillante e il passaggio per Hogsmeade a colui che avrebbe dovuto portare avanti la loro tradizione.

Non ricordava bene come fosse cominciata la loro storia. Forse nel momento in cui avevano accettato Remus e la sua natura, forse quando erano riusciti nella trasformazione in Animagi per non abbandonare un licantropo... O forse già nel loro primo viaggio in treno, quando lui era letteralmente inciampato su James, e Remus aveva messo la testa fuori dal vagone per vedere chi facesse tutto quel rumore.

Era stato bello vivere circondati da un alone di fama e gloria, anche se solo per qualche anno. Un campione di Quidditch, un discendente di una delle più prestigiose famiglie magiche, scavezzacollo, ma tanto brillante, e un ragazzo circondato da un'aura di mistero, abituato a scomparire una volta al mese per quella che tutti immaginavano essere l'ennesima tragica vicenda famigliare.

Effettivamente non aveva mai capito bene cosa centrasse Peter con loro.

Erano stati quattro disgraziati che, per la maggior parte delle persone, non avrebbero mai combinato qualcosa di buono nella vita, ma si erano dannatamente divertiti, sentenziò alzando il bicchiere, prima di scolarsi il suo vino.



Cinque bicchieri”

E se si brindava ai Malandrini, era equo brindare anche a Piton, che amava esibire la sua soave arguzia ad ogni riunione; un uomo che ancora non aveva trovato uno shampoo adatto e un buon medimago disposto a rifargli il naso.

Una settimana prima avrebbe voluto prenderlo a calci, e sapeva che Harry sarebbe stato solo uno stupido pretesto. Mentre ingoiava lo sherry scadente che ormai sostituiva il pregiato vino da decine di galeoni la bottiglia, pensava a come fosse possibile che un mago capace come Silente si facesse ingannare da Mangiamorte come Mocciosus.

Quel vecchio si fidava troppo delle persone, ed era sicuro non fosse solo una sua fissazione. Piton aveva sempre avuto amici fra quella gentaglia: Mulciber, Avery, tutta gente che poi era entrata nelle file di Voldemort; perché per lui avrebbe dovuto essere diverso?

Ricordava ancora il giorno in cui aveva chiamato Lily “mezzosangue”. Lei lo aveva difeso dopo l'ennesimo scherzo, era sicuro che fra loro ci fosse qualcosa e spesso li aveva persino visti parlare assieme, ma lui l'aveva offesa nel peggiore dei modi. James l'avrebbe ucciso quel pomeriggio, se solo lei non lo avesse ripreso.

Sperava di non aver mentito ad Harry perché, considerò portando in controluce il calice, sì non andava fiero di alcuni dei suoi tiri a Piton, ma non voleva negare che quel maledetto se li meritasse, la maggior parte delle volte.

Mentre si versava un altro bicchiere, Sirius pensò che potevano andarsene al diavolo lui e le sue dannate pulizie.



Sei bicchieri”

E se si nominava Piton, era giusto ricordarsi di Voldemort, di quella fottuta guerra e del Ministero.

Quindi, a quella stessa fottuta guerra che gli strappava quanto avesse di più caro, e giocava con il Ministero un ruolo da prima donna nella sua reclusione. Oh, questo non era certo da dimenticare.

Ma la guerra non aveva ancora avuto un suo cazzo di squillo di tromba, riflettendoci, e stando ai resoconti di Piton, Voldemort non aveva ancora intenzione di esporsi in prima persona, e per loro diventava sempre più difficile combattere Mangiamorte e impiegati del Ministero allo stesso tempo... Proteggere Harry da quello che sembrava il mondo diventava sempre più difficile.

Mangiamorte travestiti, dissennatori, delegate del Ministero con un disperato bisogno di un club sado-maso... Il resto dell'Ordine aveva di che sbizzarrirsi. E nel frattempo la speranza di catturare Minus e riacquistare la sua libertà si faceva sempre più fievole.

Aveva seriamente sperato che Harry venisse espulso da Hogwarts quel settembre. Se ne era vergognato, ma lo aveva voluto fino a starne male e quando lo avevano assolto... Be', non ricordava bene, ma il mattino dopo Remus aveva un livido sotto l'occhio sinistro, e avevano litigato... Merlino, era dai tempi della scuola che non litigavano così... Be', più o meno non si vedevano dai tempi della scuola, considerò vuotando la bottiglia di sherry con un solo sorso.



Sette bicchieri”

Be' meglio continuare i festeggiamenti, considerò aprendo una nuova bottiglia e versandosene una generosa dose. Ora toccava al ritratto di sua madre e alle cazzate sul sangue puro e sulla feccia umana che tanto amava urlare e che avrebbero reso fieri la sua nipotina Narcissa e il relativo consorte.

Ormai aveva rinunciato a togliere quel maledetto quadro o a sciogliere l'altrettanto maledetto incantesimo di adesione permanente, rassegnandosi ad usare la massima cautela nell'ingresso. L'ultima trovata di Molly era stata togliere la zampa di troll per evitare urla e strepiti ogni volta che Tonks vi inciampava, peccato l'Auror avesse deciso di sostituirla con qualsiasi cosa trovasse, perfino con l'orlo del proprio mantello.

Nemmeno Kingsley era riuscito a trovare una spiegazione sufficientemente esauriente del perché fosse diventata Auror.

Quel giorno di quasi vent'anni fa non avrebbe pensato di trovarsi nuovamente prigioniero in quella casa, impegnato com'era a gridare a sua madre che era una vecchia strega assuefatta da idee morte da tempo ed incapace di accettare la cosa, di non preoccuparsi, sarebbe rimasto il piccolo e perfetto Regulus a portare avanti il buon nome della famiglia. Era sempre stato migliore di lui, certo, tanto migliore da farsi uccidere a diciotto anni perché fuggiva da Voldemort come un codardo.

Si era sempre chiesto quanto avesse goduto la “dolce” Walburga, mentre incendiava il suo nome nel tarlato arazzo con l'albero genealogico dei Black e sopravviveva per sei anni al suo principino.

Poco gli importava cosa pensava di lui, aveva cominciato ad apostrofarlo come una vergogna per la famiglia, e un fallimento, subito dopo lo smistamento a Grifondoro, o almeno così Sirius pensava di ricordare. Quello che realmente lo disturbava era il ricordo di una donna ancora capace di rimboccare le coperte e di leggere un libro di fiabe, che assomigliava in maniera preoccupante a sua madre.

Quando avevano pulito la stanza dei suoi genitori, Molly era scesa a cercarlo tenendo fra le braccia un vecchio carillon con dentro una stella ed una corona di sette stelle di cartone. L'aveva fatto un bambino di tre anni per la sua mamma, ammalatasi da poco, ispirandosi alla ninna nanna che gli cantava ogni sera.

Prima di versarsi nuovamente da bere, Sirius aprì il carillon che né lui né sua madre avevano avuto il coraggio di gettare.



Otto Bicchieri”

E un brindisi era d'obbligo a Peter, lo schifoso parassita che lo aveva fatto sbattere per dodici anni ad Azkaban, e che aveva reso possibile quella discutibile serata.

Se provava a ricordare quel giorno di quattordici anni prima, tutto quello che vedeva era uno schifoso ratto di fogna urlare in una strada affollata che lui aveva tradito Lily e James, per poi inscenare la propria morte. Se non fosse stato tutto così veloce non avrebbe nemmeno dovuto fingere.

Hagrid gli aveva confessato, pensava più per farlo sorridere che per deriderlo, che nemmeno Madama Rosmerta ricordava Peter come qualcosa di diverso da un ragazzetto sempre alle costole sue e di James. Quella sera si era quasi spaccato le nocche contro le pietre della propria stanza, chiedendosi quanto fossero idioti per aver preso nel loro gruppo un individuo simile, che bramava il potere in ogni sua forma, a cui era sempre piaciuto avere amici forti e potenti che lo proteggessero senza nemmeno pensare che potesse vendersi.

Forse Silente aveva ragione, forse doveva instaurare un dialogo minimo con il ritratto di sua madre, se non altro per farsi spiegare l'incantesimo per incenerire in modo tanto preciso quella sudicia faccia dalla vecchia foto dell'Ordine che aveva davanti.

Era evaso fondamentalmente per vendetta, e perché non lo voleva vedere troppo vicino ad Harry. Non si era sbagliato, a Giugno non aveva fatto nulla per aiutare quello che era il figlio di uno dei suoi migliori amici. No, quel codardo lo aveva guardato urlare di dolore legato ad una stupida lapide, mormorando ringraziamenti al proprio signore per una cazzo di mano in argento.

Sirius strinse il bicchiere, immaginando fosse la testa di quel ratto.



Nove Bicchieri”

Guardando nuovamente la foto, Sirius capì a chi avrebbe dedicato il suo prossimo bicchiere: a Silente e al suo Ordine. E alla sua inutilità.

Per quanto lo seccasse, Silente aveva ragione; quella battuta di Malfoy dimostrava solo che Minus aveva già raccontato tutto sulla sua natura di Animagus al suo padrone, e che il suo travestimento era quanto di più inutile ci fosse per l'Ordine. Poi Malocchio aveva portato quella foto, credendo di fare un favore, e tutto era peggiorato.

Metà di quelle persone erano morte tentando di fermare Voldemort, e quelle che ora combattevano rischiavano ogni giorno di morire o di passare per pazzi visionari e traditori, e lui poteva solo vantare di aver spolverato alla meglio quella mensola in soggiorno, che tanto disturbava le notti di Molly Weasley.

Non aveva nulla contro Tonks... Andromeda era stata la sua cugina preferita dopotutto, ma avrebbe dovuto esserci lui a combattere piuttosto di un'Auror imbranato che solo per la grazia di Merlino non era stata bocciata al corso di segretezza e inseguimento. Ai loro tempi, lui e James erano stati due fra i migliori, nel dipartimento.

Cazzo, perfino un gruppo di ragazzini era riuscito a fare più di lui in quella guerra.

Fuggendo da Azkaban non aveva nemmeno pensato di correre verso un'altra prigione. Nella sua mente c'era solo l'immagine del primo Ordine della Fenice, combattimenti e fughe da Mangiamorte, non certo liberare lo scrittoio dell'ingresso da dannati Mollicci.

Era uno della vecchia guardia, ma contava meno di zero, decise sbattendo il bicchiere vuoto sul tavolo e afferrando nuovamente la bottiglia.



Dieci bicchieri”

E infine a chi ancora in quella foto non c'era, ma lo tormentava ugualmente: a Harry Potter e al maledetto Ragazzo-Che-Era-Sopravvissuto.

Portandosi il bicchiere alle labbra Sirius cercò di ricordare, senza astio e senza troppo rancore, quella serata di mesi prima in cui aveva comunicato con il suo figlioccio via camino.

Il pericolo sarebbe stato pepe per James”.

Non aveva voluto dirgli quelle parole, sapeva quanto Harry tenesse alla sua considerazione. Eppure quando lo aveva visto alla Stamberga e quando lo aveva aiutato a fuggire con Fierobecco, gli era parso tanto simile al suo migliore amico, mentre quella sera tutto quello che aveva visto era una copia di Lily Evans con i tratti di James Potter.

Non che non le avesse voluto bene alla fine, ma da quando si era messa con James lo spirito dei Malandrini si era notevolmente raffreddato e le loro scorribande si erano fatte sempre meno frequenti, fino a quando non si erano trovati solo lui e Remus, una sera, in quel dannato parco.

Poteva essere un comportamento indegno per un uomo adulto che avrebbe dovuto curarsi degli interessi di un ragazzo orfano, ma mentre finiva il suo bicchiere, Sirius si trovo a chiedere all'alcol che gli scorreva in corpo come sarebbe stato se fosse sopravvissuto James al posto del figlio, e se veramente sarebbe stato tanto brutto uno scambio.



E con questo sono undici.” mormorò guardandolo bere l'ultimo bicchiere d'alcol. Non era troppo strano che gran parte del liquido avesse macchiato la veste del mago. “Decisamente hai bevuto troppo. Vieni, ti accompagno di sopra.”

Remus si passò un braccio dell'amico sulle spalle e praticamente lo trascinò di peso fino alla sua camera, lungo scale e corridoi in cui i ritratti dei vari avi e prozie li fissavano arcigni, portandosi una mano al naso. Ormai per lui era un'abitudine rimettere a letto un Sirius Black in quelle condizioni se rimaneva da solo troppo a lungo, e soprattutto in quei momenti sperava il Ministero scoprisse la verità e lo lasciasse libero di muoversi.

Prega Merlino che Severus non sia ancora arrabbiato per la scorsa riunione, altrimenti la sua pozione sarà decisamente disgustosa.”




Note finali: la storia è stata scritta sulla traccia propostami da Sorella Erba nella terza edizione del Fan fiction exchange e queste erano le indicazioni date
Dalle 3 alle 5 cose che vorresti la fanfiction contenesse: Sirius Black, Marauders, mistero, Hogwarts.
Dalle 3 alle 5 cose che non vorresti la fanfiction contenesse: Pairing canon e/o yuri.
Rating: tutti i rating.
La fanfiction che vuoi ricevere può o non può contenere riferimenti e spoiler a Harry Potter e i Doni della Morte? No.
La storia che Sorella Erba ha scritto sulle mie indicazioni (non trovate delizioso questo scambio?) la trovate qui e qui.
   
 
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