Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: LordOwl    13/10/2013    0 recensioni
Soliloquio introspettivo, un micropasso che magari forse un giorno userò all'interno di qualcosa di più importante ed elaborato, per il momento un pensiero che fila anche da solo. in particolare scritta in doppia lingua, italiano e inglese, un po' per gusto personale, un po' per versatilità.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Come ti senti?” mi chiesero, “Come una luce inattinica.” Risposi. “Una luce inattinica?” “Si, sai quelle grandi lampade rosse,quelle usate nelle camere oscure per sviluppare vecchie foto.”
Era sicuramente quello il modo migliore che avevo per esprimere quale fosse il mio stato d’animo in quella situazione. E c’era qualcuno, qualcuno che sapeva accendere l’interruttore, una grande luce, brillante cominciava a splendere dentro di me, ma all’esterno nient’altro che un flebile, rosso, tiepido barlume che non permetteva altro che lo svilupparsi di immagini, per quanto attinenti alla realtà, pur sempre fittizie. La resistenza della mia lampadina messa costantemente a dura prova dal perpetuarsi di luce e ombra,caldo e freddo, acceso e spento,lavoro e riposo, impotenza e noia. Massacrato dall’idea di non poter regalare al mondo tutti i colori dello spettro, essere relegato a un solo, ininfluente colore, bello a vedersi ma impossibilitato a intervenire effettivamente a qualche livello. Paradossalmente utile per nient’altro se non la sua inutilità. Il desiderio di poter essere giallo, verde, blu, arancio o di potersi accendere e spegnere a proprio piacimento: di agire,e di decidere quali debbano essere,e quali effettivamente saranno le conseguenze delle proprie azioni. Ero costretto a osservare  lo svilupparsi di tutte quelle meravigliose storie di fronte a me, continuamente,ignare e incuranti che fossi acceso o meno, il mio intervento non poteva incidere affatto su di loro. Per viverle veramente, bisognerebbe essere il fotografo,Io,però non ero nient’altro che uno strumento.
 
 
“How are you?” they asked, “How a safelight.” I said. “A safelight?” “Yeah, you know, those big, red lights used in darkrooms to develop old pictures.”It surely was the best way to meant what my feelings were in that situation. There was actually, someone, who was able to turn on that light, that big, bright light began to shine inside of me, however outside nothing but a weak, red, warm glimmer, just aloud the development of pictures, so close to reality, but finally ever fake. The resistance of my bulb was hardly tried out by the continue alternation of light and shade, hot and cold, on and off, strain and rest, powerlessness and boredom. Wiped out by the impossibility to gift to the world the whole choice of colors, withdrew by one single, un-weighting color, good at seeing but unable to participate actively on something at any level. Paradoxically useful for nothing else that for being un-useful at all. The wish of being yellow, green, blue or orange, or be able to switch on and off by yourself: to act and to decide what should going to be, and what actually going to be the consequences of your actions. I was forced to look the develop of all of those marvelous stories right in front of me, continuously, unaware and unconscious of my presence there my intervention couldn’t act on them in any way. To truly live them, deep with my heart, I should have been the photographer ,but I , unfortunately, am just a tool.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: LordOwl