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Autore: LizzieCarter    14/10/2013    3 recensioni
"Si china a terra e raccoglie un libro che ha urtato col piede avvicinandosi al bagagliaio aperto.
 -Un ponte per Terabithia?- chiede, con una sfumatura indecifrabile nel tono divertito [...]; sorride, sembra stia per dire qualcosa, ma poi si limita ad avvicinarsi e a riporre con delicatezza il libro nello scatolone che tengo in mano..."

Un'appassionata di libri in fuga dal passato,
un ragazzo che non è solo un attore famoso,
un giardino sempre misteriosamente fradicio,
una coinquilina stalker,
dei chiassosi polletti,
la storia di un'intrepida panettiera,
una nuova Terabithia...
"- E' meglio...- si schiarisce la voce, lasciandomi le mani per infilarsi un paio di guanti di pelle chiara; - E' meglio se ti tieni bene-.
Annuisco contro la sua spalla, sobbalzo lievemente quando lui toglie il cavalletto e fa partire la moto con un rombo, e poi... poi c'è solo il vento sul mio viso.
Cosa estremamente poetica, non fosse che mi sono mangiata metà dei miei capelli!"

[con illustrazioni all'interno :)]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo ponte per Terabithia'
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Discoteca1 Sento la musica rimbombarmi sotto le scarpe già in strada; il cuore mi salta in gola, come se volesse fuggire il più distante possibile da quel pulsare techno.
Lancio un'occhiata a Kellie, che ondeggia su dei tacchi alti più o meno quant'è lungo il mio femore. E' strizzata in un top attillato e in un paio di shorts argentati, nonostante qui fuori non ci siano più di dieci gradi.
Josh procede di mezzo passo avanti a noi, facendosi strada lungo il viottolo affollato. Abbiamo dovuto fare quasi un chilometro a piedi  perchè i parcheggi nei dintorni erano già tutti occupati e io mi chiedo come faccia Kellie a non zoppicare su quei trampoli se persino i miei piedi, infilati in delle banali zeppe alte pochi centimetri, stanno protestando già da un po'.
Fortunatamente, grazie alla fama di Josh, non dobbiamo far la fila fuori al freddo. Lo vedo gesticolare mentre parla con un buttafuori, che gli dà una pacca scherzosa sulla spalla e poi fa segno di sì con la testa.
Josh si gira verso di noi con un sorriso e ci fa cenno di seguirlo all'interno.
E' strano vederlo così in tiro, coi capelli lucidi di gel, la camicia bianca aperta sul collo e un gilet intonato ai jeans. Mi sembra impossibile vederlo a suo agio qui -mentre saluta amici, stringe mani, sorride- tanto quanto lo era in Kentucky, mentre io fatico ancora a trovare il mio posto a Union, la piccola città in cui abitiamo, e di certo non lo troverò mai qui.
Rimango un po' discosta, cercando di non impicciarmi nei discorsi che fa coi suoi amici; intanto, indago un l'ambiente con lo sguardo.
Il locale si chiama Milkshake, cosa che mi ricorda un po' la canzone di Kelis; in effetti, qui sembra proprio che ogni ragazza cerchi di dimostrare che "il suo milkshake è meglio di quelli delle altre".
L'intero locale è una girandola di toni violacei, sembra di essere all'interno di un vortice di yogurt ai mirtilli e le cameriere che sfrecciano ai bordi della pista da ballo sui pattini a rotelle non fanno altro che aumentare la vorticosità dell'insieme.
- Hey, vieni, ti presento i miei amici! - mi chiama Josh, prendendomi la mano e tirandomi in mezzo al gruppo in cui Kellie sta già sguazzando, completamente a suo agio, appostata in mezzo a due ragazzi biondi e piuttosto carini.
- Questa è Grace, la ragazza che è riuscita a conquistare le simpatie di Guendalina! - spiega Josh quando mi presenta. Mentre i suoi amici ridono, sbuca Avan con un bicchiere in mano.
- Come accidenti hai fatto? - borbotta, offeso; - La prima volta che ho parlato con Gwen, lei mi ha quasi dato una padellata in testa! - . In risposta, balbetto una battuta che riscuote un modesto successo, poi lancio uno sguardo implorante a Josh: Aiuto! Sono un disastro nelle pubbliche relazioni.

Dopo qualche altro minuto di convivenza forzata, mi rifugio in bagno. Rimango davanti allo specchio per la durata di almeno due canzoni, a fissare il mio volto rosso riflesso nello specchio: i capelli ribelli che mi si arricciano sulla fronte sudata, la mascherina sul naso -importuna come un cammello sul monte Everest-, il trucco troppo pesante firmato Kellie e i miei vestiti da bambina. Sono fin troppo consapevole degli aloni di sudore che mi lampeggiano da sotto le ascelle.
Irritata, tolgo il coprispalle, lo ficco in borsa e mi lego i capelli, poi esco.
Raggiungo il tavolo dov'erano seduti Josh e gli altri, ma lo trovo deserto. Mi sento persa.
E adesso dove sono finiti tutti?
Riconosco Kellie in mezzo alla pista che balla a sandwitch coi due biondini di prima, poi Josh che,
poco distante, balla in modo buffo, ma non privo di fascino, con una ragazza dai capelli arancioni.
Senza sapere bene cosa fare, mi avvicino al bancone con l'intenzione di chiedere se preparano anche panini e lì trovo Avan che mi sorride amichevole, cosa che contrasta un bel po' con la sua aria da bel tenebroso.
Mi ci siedo accanto e ruoto sullo sgabello, trovandomi gomito a gomito con lui.
- Dov'eri scomparsa? Ci stavamo preoccupando - scherza, facendo un cenno al barista.
- Ero in bagno a cercare di dimenticare tutto questo viola - confesso con una smorfia. Il barista ci raggiunge e pianta senza riguardo gli occhi nella mia scollatura vuota. Mi affretto a tirare su il top di lustrini neri che mi ha prestato Kellie, rossa in viso. Il top ha una bella scollatura; io purtroppo, però, non ho niente da esporci.
Avan fa un fischio per richiamare il barista all'ordine e ordina un drink, poi mi chiede se voglio qualcosa.
-Tanto Josh ha detto che offre lui - spiega. I suoi occhi scintillano divertiti quando ordino una coca cola.
- Cos'è, sei incinta? Perchè stavo proprio pensando di invitarti a ballare, ma se sei già impegnata...-.
Scuoto veloce la testa. - No, no, è che non apprezzo la filosofia degli alcolici - ci tengo a precisare.
Lui scrolla le spalle, poi entrambi sorseggiamo in silenzio i nostri drink, pescando ogni tanto una patatina dalla terrina che ci ha portato Omar, il barista, poco fa.
- Ma come fanno? - domando all'improvviso.
- A far cosa? - chiede lui, scrutandomi coi suoi occhi scuri.
Deglutisco, lo sguardo fisso su Kellie attorniata dai ragazzi, poi su Josh, che lascia tranquillamente che la tipa arancione gli si strusci addosso.
- Ad esseri così disinvolti, a stare così vicini ad una persona pur sapendo di puzzare di sudore, o di avere l'alito che sa di alcool.
- L'hai detto -, replica lui. - L'alcool è la risposta. Bevi un paio di bicchierini e sei a posto -.
- E come mai tu non ti stai scatenando, allora? - lo rimbecco.
- Aspettavo la persona giusta - risponde, sollevando un angolo della bocca in un mezzo sorriso.
Il mio sguardo corre a Josh che balla in pista, stavolta con una brunetta. Alzo un braccio per attirare l'attenzione di Omar.
- Cosa mi consigli per la prima volta? - domando, decisa, ad Avan.

Pochi minuti dopo, siamo in pista e io cerco di scatenarmi. Lui mi balla di fronte, ogni tanto percorre con lo sguardo tutta la mia figura, dall'alto in basso, e mi sorride. Mi prende la mano e mi fa fare una piroetta. Rido, ne faccio fare una a lui, poi lo lascio avvicinare un po' di più. Non lo allontano quando mi cinge la vita con le braccia.
Mi sento la testa stranamente leggera; la mia pelle è coperta da una sottile, fresca patina di sudore, ma non mi importa.
- Allora, c'è qualcosa tra te e Josh? - mi domanda Avan a bruciapelo, la curiosità dipinta in volto, cercando di sovrastare con la voce il volume della musica.
Scuoto la testa e, quando sento un'ondata di calore incendiarmi il viso, mi chiedo se
forse non ho bevuto troppo.
- Proprio no! Perchè? -. Lui mi ondeggia attorno, la mano calda contro il mio fianco, i capelli lunghi a circondargli il viso pensoso sotto il bizzarro cappello a paglietta che porta.
- Non lo so, parla in un modo di te... che gli fa accendere gli occhi ogni volta -.
Lo guardo un'istante, la mente offuscata dai fumi dell'alcool. - Vado a bere un'altro bicchiere. Potrebbe volerci un po' - lo avverto, decisa. Lui annuisce, sorride, poi si gira e subito un paio di ragazze lo avvicina.
Torno al bancone, guardo un attimo i bicchierini di vodka che ne riempono la superficie, guardo le facce delle tipe che li tengono in mano, e opto per una birra.

Cerco una macchia bianca nella massa pulsante illuminata a lampi dalle luci psichedeliche violette. Una volta individuato Josh, mi butto nella massa ondeggiante a ritmo di musica, mi infilo nei pertugi tra una persona e l'altra, allontano con un cenno di diniego un paio di ragazzi dallo sguardo perso che cercano di avvicinarmi, poi finalmente lo raggiungo.
- Josh - chiamo, ma la musica copre la mia voce. La moretta è andata, adesso è il turno di una rossa naturale, il vestito così corto da sembrare una maglietta... una maglietta corta.
- Josh - lo chiamo di nuovo, la mente allo stesso tempo annebbiata e più lucida che mai.
Come in sogno, vedo il mio braccio tendersi davanti a me, illuminato di viola, e agganciare un passante dei suoi jeans. Sorpreso, Josh si gira verso di me. Mi guarda, una domanda inespressa dipinta in volto. Mi guarda anche la rossa; il mio sguardo le risponde che è ora di smammare.
Poi sorrido, incerta, cercando di imitare le tipe che ho visto ballare prima con lui, e gli cingo il collo con le braccia. Ci stiamo muovendo a tempo di musica , ma Josh è un po' fuori tempo. Sembra sorpreso, interdetto.
- Hey - sussurro, avvicinando le labbra al suo orecchio e solleticandogli il collo con le dita.
- Grace? -
- Sì? - sprofondo il viso contro il suo collo, cercando di sentirmi il più ubriaca possibile, di reprimere qualsiasi possibile traccia di razionalità. Mi sto comportando come una facilotta? Il mio cuore batte forte; sia lui che la mia mente rispondono di sì.
Josh preferisce così?
Cuore e mente non sanno cosa rispondere.
- Sei ubriaca? -.
Alzo il viso di scatto; i suoi occhi si piantano nei miei, tristi. Contengono un'accusa, una sfiducia che non posso reggere.
- Non... non ci riesco - la voce mi si incrina. Non so se sono ubriaca oppure no, ma anche il solo averci provato mi fa sentire come se non avessi più nessuna possibilità con lui.
Mi dileguo.
Sto correndo ai margini della pista, facendomi largo a gomitate verso il bagno, quando mi scontro con Avan.
- Hey baby! - mi saluta lui. - Andato a buon fine il piano? -.
Mi passo le mani sul viso, poi alzo lo sguardo. - Tutto il contrario - rispondo, seria.
- Ora, però, mi serve un favore: devo camuffarmi -. Lo guardo, speranzosa.
Avan capisce senza bisogno di altre spiegazioni, si toglie la paglietta dal capo e me la calca in testa. Mi lancia uno sguardo strano, quasi di rammarico, ma non ne capisco il motivo.
Tenendo la tesa del cappellino ben calata sul viso, lo saluto e poi, finalmente, raggiungo il bagno.

Mi infilo in fretta e furia nel cubicolo che sembra il più pulito, abbasso la tavoletta della tazza e mi ci accascio sopra. Mi prendo la testa tra le mani, Sospiro.
Che cavolo mi è venuto in mente, a provare a ubriacarmi?
Cosa che , in primo luogo,
non ha funzionato perchè non riesco a convincermi ad essere così irresponsabile da bere fino a perdere il controllo delle mie azioni; e che, in secondo luogo, non poteva funzionare perchè mi rifiuto di credere che Josh possa apprezzare qualcosa del genere.
Ma allora perchè si circonda sempre da ragazze alticce? E loro come fanno a essere così disinibite se non sono davvero ubriache?
Gemo, portando le ginocchia al petto e nascondendoci la testa in mezzo.
Ottimo, ho bevuto abbastanza da sentirmi accaldata e da sudare senza un motivo ed avere l'alito che puzza di alcool, ma non tanto da dimenticare quello che è appena successo: lo sguardo incredulo, deluso di Josh, le ragazze con cui stava ballando...
Mi premo il viso tra le mani, cercando di scacciare i capelli dal viso, e alla fine risolvo raccogliendoli tutti e incastrandoli sotto il cappello di Avan.
E' inutile: io non sono fatta per questo ambiente.
Il mio posto è quel piccolo paesino del Kentucky, con una coinquilina assatanata, un cane con istinti suicidi e, soprattutto, il vicino di casa che non è una superstar ma una persona qualunque; qualcuno che si rifugia in una capanna sbilenca che ha costruito da bambino invece che comprare una villa con piscina.
Non so come faccia Josh a vivere in mezzo a tutto questo e poi a tornare a casa, alla normalità, e comportarsi come una perona comune. Io sono qui da appena qualche giorno e già inizio a comportarmi come se l'unico modo per avviciare un ragazzo fosse essere ubriaca: che schifo.
Non sono mai stata così schifata da me stessa in tutta la mia vita. Cosa penserebbe Mary Margaret?
Dio, sono così schifata che potrei vomita...
un conato mi blocca la gola, e io mi tappo svelta la bocca con le mani.
No.
Nononono.
Avanti, non ho bevuto così tanto!
Un altro conato. Sento le budella torcersi nello stomaco.
Dai, stomaco, mica dicevo sul serio quando dicevo che potrei vomitare!
Con un verso di frustrazione, mi alzo in piedi ed esco. Non ho nessuna intenzione di rimettere, proprio no, quindi vado a sciacquarmi il viso.
Mi guardo allo specchio. Con quel capellino e le guance arrossate sembro un Jason Mraz trans e ubriaco, e la cosa  non mi fa
certo star meglio.
Una ragazza entra proprio nel momento in cui un altro conato mi fa piegare sul lavandino, e mi lancia uno sguardo che dice "Pivella".
Ok, no, pessima idea. Nessuno deve vedermi in questo stato. Torno a rinchiudermi nel mio cubicolo, mi accuccio davanti alla tazza, alzo la tavoletta e mi prendo la testa tra le mani. Mi impongo di respirare lentamente, cercando di costringermi a credere che non mi viene da vomitare, e il mio sguardo si fissa su un disgustoso puntolino marrone che spicca sulla ceramica bianca del WC.
Ovviamente non è d'aiuto.
- Grace - la porta che sbatte mi fa fare un salto di paura.
Kellie. Che diavolo ci fa qui?
Rimango in silenzio accucciata a terra, sperando che se ne vada. Lei esita qualche istante, poi sento il ticchettio dei suoi passi che si avvicina e un pugno battere forte sulla mia porta.
- Andiamo, Grace, so che sei lì: ho riconosciuto le scarpe che ti ho prestato e mi scoccerei davvero tanto se le sporcassi di vomito! -.
- Io non ho vomitato - mi inalbero-
- Non ancora, ma potresti - insiste, puntigliosa.
- No che non posso. Non c'è nessuna possibilità che... - mi fermo a riflettere.
- Io non ho nessuna possibilità - sussurro poi, premendomi il cappellino sulla testa.
- Di cosa accidenti stai parlando? - sento la voce di Kel appena fuori dalla porta.
Quella ragazza deve avere l'orecchio bionico.
- Hai sentito - replico io, fissando risentita la macchia marroncina nel WC.
Rimaniamo entrambe in silenzio per qualche istante. Poi Kellie bussa forte, insistente, alla porta, come a richiamare la mia attenzione.
Grugnisco in risposta.
- Lo sai cos'è una ship? - chiede.
-Una... nave? * -.
Kellie sbuffa da dietro alla porta.
- E' quando pensi che due persone che non sono fidanzate starebbero davvero bene assieme - spiega, paziente.
- E questo apporto culturale che fine ha, Wikelliepedia? - mormoro, scorbutica. - Non sono davvero dell'umore per ascoltare pettegolezzi su star, adesso -.
- Io shippo te e Josh -.
Per tutta risposta, muggisco come uno gnu ferito a morte.
- No, ascolta, tutte le coppie che io abbia mai shippato poi sono finite assieme: Brad e Angelina, Dori e Wess... -.
- Josh e Jennifer? - le ricordo, sarcastica.
- Non avevo previsto la variabile Grace! - scatta lei, battendo un piede a terra, indispettita.
- Be' ti conviene continuare a non considerarla, adesso che Grace ha mandato tutto a monte - mugugno io in risposta.
- Questo vuol dire che Josh ti piace? - domanda lei, trionfante. Oltre la porta, vedo le sue scarpe alzarsi in punta di piedi per la felicità.
- Perchè sono sicura che anche tu piaci a lui! Anche Jen lo dice! E lei lo conosce da più di un anno!-
- Ah be', allora... - commento, sarcastica.
Kel tamburella con le dita sulla porta, spazientita.
- Vedrai se non si realizzerà anche questa ship - esclama con voce davvero minacciosa.
Trascorre qualche altro minuto di silenzio, poi aggiunge - Comunque ero venuta a chiamarti: dobbiamo tornare a casa -.
Oh no.
In macchina con Josh.
Oh noooooooo.
In macchina con Josh che pensa che sia ubriaca.
Nooooooooooo.
- Ehm, mi porta a casa Avan -, improvviso, pronta a tutto pur di scampare a Josh.
- Avan è andato via dieci minuti fa -.
Accidenti.
Kel batte sulla porta col palmo della mano.
-Grace, avanti! Non so cosa sia successo tra te e Josh e perchè stasera siate così strambi, ma dobbiamo andare! Non ho intenzione di passare il resto della serata così: se non esci entro dieci secondi io esco a ballare e dico a Josh che venga a prenderti lui! -.
Medito qualche sitante, poi, di malavoglia, apro la serratura. - Andiamo -.
Kel mi abbraccia forte. - Ricordati che io vi shippo - mi sussurra all'orecchio, prima di trascinarmi fuori.

In macchina è stato super imbarazzante. Ho iniziato ad evitare lo sguardo di Josh appena Kellie ed io siamo uscite dal bagno e l'abbiamo trovato davanti alla porta con un' espressione illeggibile in volto; non l'ho più guardato in viso per tutto il tragitto fino all'auto e, una volta saliti, ho finto subito di addormentarmi in un angolino del sedile posteriore. E' quello che fanno gli ubriachi, giusto? Non si addormentano all'improvviso ovunque?
In macchina, ho sentito Josh chiedere a bassa voce a Kellie come stavo, ma appena siamo arrivati a casa ho finto di svegliarmi e sono corsa a chiudermi in camera, evitando qualsiasi possibile conversazione. Ho intenzione di non uscire di qui mai più.



Buonaseeeera! Ehm, ecco l'aggiornamento! Purtroppo per voi, se non l'avete capito, nemmeno questo è il capitolo in cui giunge il tanto meritato bacio (mhuahahah); anzi, nuvole di tempesta si profilano all'orizzonte, quindi prendete tanti ventilatori e cercate di soffiarle via *M*/!
Che altro? Ho iniziato l'università, e pensavo che avrei avuto un sacco di tempo per scrivere durante le lezioni, e invece...!
COMUNQUE, don't worry: continuerò a scrivere a casa V_V
E a voi la scuola come va? Superiori, medie, università, scuole serali...? Forza e coraggio che sono quasi arrivate le vacanze di Halloween :D!
Dio santo, e pensare che l'anno scorso avevo iniziato a scrivere un extra su Halloween o_o Magari quest'anno è la volta buona che lo pubblico D;!
Ci leggiamo presto <3!
Baci,
Liz

*SHIP = "barca" in inglese :3



   
 
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