CAPITOLO UNO. Stretta fra le sue braccia fissava attenta la parete rovinata della sua sporca Cella. Con lo sguardo apatico studiava quella lunga crepa che sembrava dividere la stanza in due ambienti, ogni tanto allungava la mano e ne seguiva la linea irregolare. L'intonaco grigio si sgretolava sotto il suo indice, ma lei non se ne preoccupava: avrebbe volentieri fatto cadere tutta la struttura se avesse potuto, e anche vedere quella polverina cadere stanca sul pavimento le dava una grande soddisfazione. Quando era arrivata quella crepa già c'era, e mai si erano preoccupati di sistemarla. Chissà quante crepe, in quante Celle, in quanti Dipartimenti c'erano in tutto il Paese. E chissà quante ne avevano sistemate. Pensandoci bene, probabilmente zero. Zero, come la considerazione nei confronti di tutte le Anime presenti nei vari Dipartimenti, o perlomeno nel Dipartimento 339.
Silenziosa si alza e si avvicina invece alla Branda Comune, il letto in cui dormiva insieme alle altre nove Anime. La sistemazione prevista era quella: cinque ragazzi e cinque ragazze per Cella, tutti e dieci ogni notte soffocati dal respiro degli altri nella Branda Comune, un materasso lungo tutta la parete principale della Cella. Per la verità nessuno si lamentava poi tanto, alla fine lo spazio c'era per tutti, e bastava pensare alle Anime del Dipartimento 321 per consolarsi (per così dire), che nella stessa Branda dormivano in quindici dopo l'incendio che mangiò quasi un terzo dell'intero Dipartimento. Quel terzo arso dagli stessi Forni del Dipartimento non fu mai ricostruito. I Forni (tra le Anime venivano chiamati così) erano luoghi che si supponeva esistessero ma che nessuno poteva dire di aver davvero visto. Diverse sono state le Anime che hanno provato a cercarne uno, e probabilmente l'hanno trovato, perché non sono mai più tornati. Dopo anni di vita dentro queste Celle tutti i ragazzi sapevano come funzionavano le cose, anche non avendo mai avuto vere e proprie prove o conferme da parte dei Migliori: chi disubbidiva, chi imbrogliava, chi si ribellava finiva nei Forni, secondo molti grandi stanze di metallo che venivano surriscaldate tramite delle condutture appositamente progettate, le Anime sbattute dentro, nude. La fine che facevano quei poveri ragazzi è piuttosto semplice da intuire... Nessuno però aveva mai detto niente a riguardo, tranne un ragazzo che sosteneva di aver sentito una voce flebile ma straziata che piangeva "i Forni esistono!" vicino alla Sala dei Mestieri. Anche lui scomparso misteriosamente il giorno successivo.
La ragazza è sulla Branda Comune che pensa a che fine hanno fatto tutti e nove i suoi compagni di nottate in quella stanzetta umida. Ogni anno i suoi compagni cambiavano, ed essendo solo il 13 Febbraio faceva ancora molta fatica a ricordarne i ruoli e gli orari. 13 Febbraio 2325. Avresti mai detto che sarebbero bastati poco più di 300 anni per arrivare a questo?
"Anima 348999?" La ragazza si gira.
"Si, sono io. Non ricordo il tuo Numero" dice lei incuriosita, ma comunque diffidente: in realtà non ricordava di averla mai vista. Un'Anima bionda, alta e slanciata la guarda fuori dalla Cella con aria arrogante. Sembrava una di quelle Anime così maledettamente fedeli al Regime... erano semplici di riconoscere. Già solo il fatto di chiamarti per Numero era un indizio evidente della loro fede nell'ideologia del Dipartimento. La bionda si avvicina.
"Anima 365784" le tende una mano "non ti ricordi del mio Numero perché effettivamente non ci siamo mai viste. Sono della Cella 4206. Sai, la Cella in fondo al corridoio F del piano 4, Ala 2. Devi seguirmi."
Mai, MAI fidarsi dell'Ala 2. Le parole di Vinny stampate nella mente.
"Hai la Carta?" che fosse vero il fatto che dovesse seguire quell'Anima molesta poteva confermarlo solo la Carta, un foglio ufficiale firmato dal Migliore della proprio Cella "Senza Carta non ti seguo neanche morta".
"Caratterino acceso eh..." ridacchiò l'Anima bionda. "Torno presto, ti porto la Carta". Girò i tacchi e se andò. Ironia della sorte, Vinny si scontra con lei che continua a filare dritta come se niente l'avesse urtata. Vinny sgrana gli occhi, prima guarda la bionda, poi la sua amica.
"Quella era Anima 365784, la conosco, è dell'Ala 2, cosa ci faceva qui? Che cosa ti ho detto sull'Ala 2, Wendy?!". Wendy si lasciò uscire una risata, si stese sulla Branda e guardò Vinny divertita, mentre lui si accendeva di rabbia alla sua presa in giro. "Se ogni volta che cerco di proteggerti devi prendermi per il culo puoi anche andare a farti fottere, carina. Qui sto benissimo anche senza la tua inutile presenza."
Ancora sorridente lei si alza "Tranquillo, gli ho chiesto la Carta. Grazie Papino". Un'altra presa in giro. Vinny la guardò infuriato per l'ennesima battutina e andò nel corridoietto alla fine della Cella, dove c'era il Cucinotto. Wendy si ristese sulla Branda aspettando. Aspettando Vinny, l'Anima Bionda o magari il suo Migliore. Chi aspettava non lo sapeva neanche lei. Ma nel 2325 una delle poche cosa di cui non ci avevano privato era l'attesa. E da tutti era tenuta come uno dei doni più cari.