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Autore: weretogether    14/10/2013    9 recensioni
Lui era li? Justin era li? Era tornato? E non era solo.
-Kristen?- pronunciò lui.
Maledizione, non doveva succedere. Maledizione, non poteva essere. Maledizione, non sarei dovuta venire. Ma lui cosa ci faceva li?
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Hai mai amato qualcuno così tanto da non riuscire a liberarti del suo ricordo? Kristen si. Kristen ci vive col ricordo di lei e Justin felici, ma quello che ancora non sa è che presto non sarà più solo un ricordo. A quanto pare il passato è deciso a tornare, ovviamente con i suoi vantaggi e svantaggi, ma che sia un bene o un male questo ancora nessuno lo sa.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(SE NON CHIEDO TROPPO, QUANDO FINITE DI LEGGERE IL CAPITOLO, POTETE DARE UN'OCCHIATA ALLO SPAZIO AUTRICE? E' IMPORTANTE. GRAZIE SE LO FARETE (: )

Capitolo 20.
''because..''

Quella notte non chiusi occhio, ero rimasta appoggiata contro la porta per un periodo di tempo che sembrava eterno e quando mi ero decisa a sdraiarmi sul letto il sole entrava già dalla finestra.
Ero finalmente riuscita ad addormentarmi quando bussarono alla porta.
-Kristen, vieni con noi?- mi chiese Pattie aprendo poi la porta quanto le bastava per guardarmi.
Mi sedetti sul letto e scossi la testa –no, non mi va, ma voi andate pure tranquilli.- sforzai un sorriso.
-perché? so che non siamo il massimo del divertimento, ma è Sabato, noi, compreso Justin, stiamo via per due giorni e i tuoi genitori non staranno in casa, non mi va di lasciarti qui da sola.-
-non ti preoccupare, non è per voi, è solo che sono stanca.- cercai di rassicurarla.- magari andrò da Izzy e comunque c’è Jon qui.-
-stanotte non hai chiuso occhio, vero?- mi chiese prendendo posto accanto a me sul letto.
Annuii –ho passato la notte in bianco.- dissi scrollando le spalle.
-allora, facciamo una cosa: o vieni con noi, o Justin resterà a casa a farti compagnia. non mi va di passare due giorni fuori e di saperti qui da sola.-
-Pattie io..- non feci in tempo a parlare che mi interruppe.
-allora, prepari il borsone o dico a Justin di disfare il suo?-
Sospirai. –faccio il mio.-
Lei mi sorrise e uscì dalla camera –ti aspettiamo sotto, facciamo colazione e poi si parte.-
Feci come mi aveva detto e, buttando a caso alcuni vestiti in un borsone, li raggiunsi in cucina.
Tra me e Justin c’era una strana tensione. Non eravamo riusciti a guardarci negli occhi e i nostri sguardi non si erano nemmeno cercati.
Sapevamo entrambi di aver sbagliato: lui per avermi baciata e io per aver ricambiato.
Quando finimmo di fare colazione, ormai pronti, uscimmo di casa, trascinandoci dietro i bagagli contenenti la nostra roba e prendemmo posto in macchina.
Justin era, ovviamente, accanto a me. Il suo sguardo era posato su di me, anche se cercavo di non farci caso.
-siete pronti?- ci chiese Jeremy.
Tutti annuimmo col capo.
-dimenticate qualcosa?- ci chiese per essere sicuro di non dover tornare indietro a metà strada o, una volta arrivati, di non dover sentire le lamentele di qualcuno.
–no- dicemmo tutti all’unisono.
-allora si parte.- sorrise.
-aspettate, ma dove andiamo?- chiese Justin.
-è una sorpresa.- disse Jeremy lanciando poi un’occhiata felice a Pattie.
Subito dopo mise a moto la macchina e in pochi istanti eravamo già partiti.
Presi l’ipod dalla borsa e, mentre scorrevo la playlist, mi accorsi che non era il mio.
-per caso hai tu il mio ipod?- chiesi un po’ insicura a Justin.
Lui annuì. –si, ieri sera l’ho preso per sbaglio. avevo dimenticato di dartelo.- disse poi uscendo il mio ipod dalla tasca e porgendomelo. Gli diedi il suo e, dopo aver infilato le cuffie, feci partire la riproduzione casuale e inizia a guardare fuori dal finestrino, immergendomi completamente nei miei pensieri.
Per tutta la notte non avevo fatto altro che pensare a quel bacio, e, anche in quel momento, la mia mente non riusciva a pensare ad altro.
I miei pensieri erano completamenti rivolti alla sera precedente e a quanto successo.
Quando le nostre labbra si erano unite una parte di me diceva che era la cosa migliore, diceva che era l’unico modo per essere felice, diceva che era tutto ciò di cui avevo bisogno, mentre l’altra mi ripeteva che era sbagliato, che non avrei dovuto farlo, che avrei ferito Susan.
Ammetterlo era piuttosto difficile, ma sapevo che quella di ricambiare il suo bacio era stata una pessima idea, perché sapevo quanto male avrebbe fatto a Jon e, soprattutto, a Susan.
Sentii una stretta allo stomaco quando mi resi davvero conto di ciò che avevo fatto e non potei fare a meno di sentirmi in colpa.
 
Justin’s pov.
 
Lo sguardo di Kristen era fisso fuori dal finestrino. Da quando le avevo restituito il suo ipod e aveva indossato le cuffie sembrava assente, quasi i suoi pensieri la stessero mangiando piano piano e lei non se ne accorgesse nemmeno.
Quella mattina lei era strana e io sapevo anche il motivo.
Ero certo che stesse pensando al bacio della sera prima. Pensava a lei, a me, a noi. Pensava a quanto male avrebbe fatto quel bacio alle persone che ci stavano vicine e quanto poco ne aveva fatto a noi, a me e lei messi insieme.
Quando capii che fissarla non sarebbe servito a farla tornare alla realtà, indossai anche io le cuffie e lasciai che le note della canzone che era appena partita calmassero tutto ciò che avevo dentro.
 
Quando riaprii gli occhi un enorme cartello con su scritto ‘Los Angeles’ si presentava ad ogni chilometro facendo, insieme a tutte le persone che si trovavano in autostrada, il conto alla rovescia per i chilometri che mancavano alla fine di quella tortura.
-cosa ci facciamo qui?-
-shh.- mi riproverò mia madre. –Kristen dorme.-
Mi girai a guardarla. Aveva gli occhi chiusi, l’ipod in mano e la guancia sinistra premuta contro il finestrino.
Lentamente mi spostai sul sedile centrale e feci in modo che appoggiasse il suo viso alla mia spalla.
Restammo in quella posizione finché, un quarto d’ora dopo circa, non arrivammo.
Quando la macchina si fermò, Kristen dormiva ancora, così fui costretto a scuoterla un po’.
-siamo arrivati.- le sussurrai.
Pian piano aprì gli occhi e, quando capì d’essere appoggiata a me, velocemente si ricompose.
Si guardò un attimo intorno e, a differenza mia, capì subito dov’eravamo.
-cosa ci facciamo qui?- chiese scendendo dall’auto.
Mia madre le sorrise dolcemente –è stata un’idea dei tuoi genitori.-
Kristen abbozzò un sorriso, poi annuì col capo e, dopo essere scesa, prese il suo borsone.
Io feci lo stesso e la seguì.
-mamma, dove siamo?- chiesi.
Poco dopo la porta di casa si spalancò e uscirono il padre e la madre di Kristen.
Allora questa era casa che avevano a Los Angeles!
-mamma, papà.- gridò Kristen non appena li vide.
I suoi genitori le corsero incontro e l’abbracciarono, di sicuro era un modo per farla tornare a casa, o, meglio, per farle capire che sarebbe potuta tornare.
Dopo che si staccarono e salutarono anche noi, ci accolsero in casa e ci mostrano le nostre stanze.
La mia era l’ultima del corridoio. Era attaccata a quella di Kristen ed era di fronte a quella di Nathan.
Quando salimmo per sistemare la nostra roba in camera, mi scontrai con Kristen che, però, fece finta di niente.
Avrei voluto parlarle, ma c’era davvero qualcosa da dire?
 
La sera dopo.
 
Erano tutti andati a fare un giro nel centro di Los Angeles mentre io e Kristen eravamo rimasti a casa.
O meglio, Kristen era voluta rimanere a casa e io ero stato costretto a farle compagnia.
Ma questo mi avvantaggiava un po’.
Erano due giorni che mi evitava. Tra noi non c’era stato niente. Nessuno sguardo, nessuna parola.
Quando entrai in salotto, se ne stava sdraiata sul divano, con un pacchetto di patatine in mano a guardare la tv.
-ehi.-
Il suo sguardo si spostò su di me per una manciata di secondi, poi tornò sul televisore.
-non mi saluti nemmeno?-
Niente, nessuna risposta.
-Kristen, mi rispondi?- le chiesi.
I suoi occhi erano puntati sul televisore, di tanto in tanto prendeva qualche patatina dal pacchetto e la mangiava. Il suo petto si alzava e si abbassava regolarmente, nessuna ciocca di capelli le copriva il viso. Era li e si comportava come se non esistessi.
Quando nemmeno la terza volta mi rispose, presi il telecomando che si trovava sul tavolinetto di vetro che stava tra il divano e la televisione e la spensi, sicuro che questo l’avrebbe fatta parlare.
Lei, invece, non si scompose. Iniziò a fissare il nulla e continuò a mangiucchiare le sue patatine.
-la smetti di fare la bambina e mi dici cosa ti prende?-
A quelle parole si alzò in piedi, lasciando che il pacchetto che stava posato sulla sua pancia cadesse, e mi si avvicinò.
-mi prende che per colpa nostra ora le persone a cui teniamo di più soffriranno.-
-che vuol dire che soffriranno?-
-vuol dire che..- si interruppe per un attimo mentre sembrò realizzare quanto le stessi dicendo.- tu non hai intenzione di dire a Susan del bacio?-
Scossi leggermente la testa –perché dovrei?- le chiesi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Kristen diventò rossa in viso e sembrava poter sputare fuoco per tutta la rabbia che le ribolliva nelle vene -hai anche il coraggio di chiedermi perché dovresti? perché mi hai baciata cazzo.- mi urlò contro.
-non è un obbligo dirglielo.-
-non è un obbligo?-
-no, non lo è mai stato.-
-sai cosa sei?-
-cosa sono?-
-sei uno stronzo.- sputò fuori. –e mi fai schifo. perché che razza di persona sei se non dici alla tua fidanzata che hai baciato un’altra? anzi, che razza di persona sei se baci un’altra ragazza quando sei fidanzato?-
-perché ne stai facendo un dramma?-
-perché io sarei potuta essere al posto di Susan, perché lei ci soffrirà se glielo dirai e ci starà ancora più male se non lo farai.- disse mentre iniziava a piangere. –chissà quante volte hai baciato altre ragazze mentre stavi con me.- lo sdegno traspariva sempre più dalle sue parole.
-non puoi dire una cosa del genere.-
-ah no? e io come faccio a sapere che eri sincero? come faccio a sapere che non hai mentito anche a me?-
Non dissi niente.
Kristen non pensava quello che stava dicendo, perché lei sapeva che l’amavo davvero.
-perché mi hai baciata, Justin? perché l’hai fatto?- mi chiese.
Le lacrime le bagnavano le gote e io, in cuor mio, speravo d’essermi immaginato quella domanda.
Restò ferma a guardarmi in attesa della mia risposta.
Già, perché l’avevo baciata?
-non importa ora.-
-e allora quando importerà? quando Susan sarà di nuovo con te, al tuo fianco? quando ti sarai dimenticato di quanto è successo ieri sera?-
-non importa perché è stato uno sbaglio.-
-sai che c’è, Justin? c’è che credevo che fossi ancora il Justin che amavo, credevo che non fossi cambiato, credevo che nonostante tutto fossi ancora lo stesso Justin, ma no, non è così e questi mesi passati lontano dal mondo con te come unico pensiero sono stati tutti una fregatura. avrei dovuto fare altri progetti e tagliarti fuori, avrei dovuto chiamare Jon prima e dirgli che mi mancava, almeno lui sarebbe tornato. avrei dovuto voltare pagina molto tempo prima.-
-e ora? hai voltato pagina?-
-l’ho appena fatto.-
-non puoi tagliarmi via ora, non dopo che siamo diventati amici, non dopo che sono tornato, tornato per restare.-
-non puoi chiedermi di tenerti nella mia vita, non ora, perché io ci ho provato ad essere tua amica, sono perfino arrivata a desiderarlo, ma non è così che si fa. ed ora che sei qui, di fronte a me, ora che mi sono davvero resa conto di che razza di persona sei, non ti permetterò di continuare a starmi  né accanto, né dentro, perché ti porto nel cuore da troppo, ed è ora di smetterla.-
-vuoi sapere perché ti ho baciata? vuoi davvero saperlo?- dissi alzando il tono di voce.
-si che voglio saperlo.- urlò.
Il cuore iniziò a martellarmi nel petto, sapevo che era ora di dirlo, sapevo che non mi sarei più potuto tirare indietro.
-ti ho baciata perché ti amo ancora.-
Quando l’eco di quelle parole rimbombò nella stanza, sembrarono sconcertare entrambi.
Ed ora che lei se ne stava in silenzio, mi sentii in dovere di non dire niente.
-cosa hai detto?- ripeté con un filo di voce.
-ti ho detto che ti amo ancora e, se proprio ci tieni a saperlo, non ho mai smesso di amarti.-
-non ti credo.- disse ritrovando il coraggio che, qualche istante prima, sembrava averla abbandonata.
-dovresti invece, perché non ho mai amato nessuna come amo te.-
-allora perché sei andato via con Susan? perché mi hai lasciata qui da sola?- si sedé sul divano, quasi non avesse più le forze per reggersi in piedi.
-se non credi che ti amo allora è inutile dare spiegazioni sul perché sono andato via.-
-dovremmo smetterla di farci del male.- disse mentre continuava a piangere.
-si, dovremmo smetterla.- dissi per poi salirmene al piano di sopra, chiudermi in stanza, sdraiarmi sul letto, indossare le cuffie e sperare che una bella canzone potesse impedire alle lacrime di uscire.
 
**
Qui c'è il capitolo 20!
(NO, NON E' UNO SCHERZO, HO DAVVERO AGGIORNATO! AHAH (: )

Allora, inizio col dire che so che sono passate due settimane da quando ho aggiornato l'ultima volta,
ma la scuola mi tiene impegnatissima e raramente riesco a trovare il tempo per scrivere e, quando lo trovo, 
sono quasi sempre senza ispirazione.

Ad ogni modo, penso che sia arrivato il momento che aspettavate (dopo il bacio). 
Bene, ora sapete perché Justin si comportava così.
So che come capitolo fa schifo, ma non sono riuscita a fare molto.

Un'altra cosa: volevo ringraziare tutte quelle che leggono e recensiscono, quelle che leggono la fan fiction ma che non hanno il tempo per recensire e quelle che hanno la storia nelle preferite e\o seguite.

Ultima cosa: da poco ho iniziato a scrivere un'altra fan fiction, se vi va, passate a dare un'occhiata.
Mi farebbe molto piacere se mi diceste cosa ne pensate, quindi, se vi interessa, qui c'è il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2140215&i=1
E, ovviamente, ringrazio tutte le ragazze che seguono questa fan ficiton e che hanno deciso di leggere anche quella.
Grazie :). 
  
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