Fanfic su artisti musicali > Blink-182
Segui la storia  |       
Autore: Layla    14/10/2013    2 recensioni
"Jack impallidisce e mi lascia da sola, tanto lo becco a letteratura inglese dopo.
“Sei veramente poco sensibile, DeLonge.”
La teppista della scuola – Maria Gonzalez, detta Ginger– mi rivolge di nuovo la parola.
“Scusa?
“Ho detto che sei poco sensibile, DeLonge.”
“Perché Gonzales?”
“Perché non vedi un ragazzo meraviglioso, anche se ce l’hai sotto il naso.”

Ava DeLonge/Jack Hoppus
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Epilogo:San Diego, California.

 

Tornare a San Diego non è stato facile.
Al nostro arrivo in aeroporto c’erano quasi tutti: mio padre, mia madre, Jonas, Mark e Skye, della famiglia Barker nemmeno l’ombra.
Immagino che mio padre abbia vietato a Landon di avvicinarsi a me, cosa inutile dato che non ho intenzione di rivedere quel ragazzo più dello stretto necessario.
Lo vedrò a scuola forse o forse no. Visti i guai in cui si caccia continuamente mi hanno detto che Travis è indeciso se continuare a farlo frequentare la nostra scuola o spedirlo in una scuola privata severissima, se non all’accademia militare.
La cosa non mi causa nessun dispiacere, Landon mi ha presa, usata e buttata via.
La mia cotta per lui si è sciolta come neve al sole e la mia amicizia anche, stando così le cose i Somewhere in Neverland hanno un problema: non hanno più un batterista.
Io e Jack abbiamo già affisso l’avviso a scuola, speriamo che qualcuno si presenti ai provini, io non voglio smettere di suonare nella band.
La musica è l’unica cosa che mi è mancata di questo posto, quando ho finalmente potuto suonare di nuovo la mia chitarra è stato come ritrovare una vecchia amica, mi sono sentita benissimo.
Finalmente ho ritrovato una parte di me stessa che mancava, mi sono detta ed è così, non posso stare troppo a lungo senza la musica. A Montreal Derek stava riparando una chitarra per me, perché stressavo tutti.
Con mia madre le cose si sono messe a posto quasi subito, è bastato un abbraccio e l’ho perdonata all’istante, so che lei ha capito tutto: dalla storia con Landon alla mia fuga da casa.
Povera mamma, chissà che spavento si è presa! Non era nemmeno del tutto d’accordo con la punizione che mi aveva dato mio padre.
Mio padre..
Al momento i nostri rapporti sono educati più che altro, dell’antica complicità è rimasto poco.
Nel cuore ho un grumo di rabbia e dolore che non riesce a sciogliersi, per farla breve non riesco ancora a perdonarlo per come mi ha trattata dopo avermi beccata con Landon.
Non me l’aspettavo, era sempre stato un padre affettuoso e giocherellone con me, non mi è piaciuto scoprire questo lato di lui.
Jack dice che sono troppo severa nel giudicarlo e che era davvero preoccupato per la mia sparizione, il senso di colpa non lo lasciava vivere.
“Tu non c’eri Ava, ma ti posso assicurare che era fuori di testa dalla paura.
Quando non era in qualche sperduto villaggio messicano, suonava continuamente la tua chitarra per sentirti vicina.”
Io ho alzato un sopracciglio quando me l’ha detto. Mio padre che suona la mia chitarra?! Impossibile!
Jack sembra incredulo davanti al fatto che non gli credessi. La vecchia Ava l’avrebbe fatto probabilmente, la nuova Ava sa che le persone possono mentire, nascondere bene i loro veri sentimenti, fare qualcosa solo per soldi o chiederti soldi per poter fare anche le cose più ovvie.
Stare per strada mi ha temprato e levato parecchie illusioni sulla bontà della gente, ad alcune persone sono grata – le suore, quelle che stavano alle mense dei poveri, a qualche barbone – a Derek voglio bene, ma suppongo che lui sia quella che chiamano eccezione alla regola.
In ogni caso, ora sono in casa da scuola, mia madre mi ha lasciato delle lasagne nel forno a microonde e io le ho scaldate e mangiate.
Sto per salire in camera mia – per fare i compiti e cercare disperatamente di recuperare quello che ho perso durante il mio stare a Montreal durante le vacanze di Natale – quando sento una melodia familiare.
Qualcuno sta suonando la mia chitarra! Jonas è un microbo morto!
Entro in camera come una furia – decisa a dare una lezione a mio fratello – ma quando vedo chi la sta suonando quasi cado per terra per lo shock: è mio padre.
Smette non appena mi vede e appoggia la chitarra sul letto, come se avesse preso la scossa, e mi guarda colpevole.
“Papà, come mai stavi suonando la mia chitarra?”
Articolo io a fatica, forse è meglio se mi siedo sulla sedia della scrivania.
“Beh, è un’abitudine che ho preso quando tu non c’eri, mi faceva sentire meno solo.
Non lo farò più, promesso.”
Rimaniamo un attimo in silenzio.
“Ava, non puoi perdonarmi?
Non possiamo tornare come prima?”
“Non voglio che tu mi ferisca ancora e mi faccia sentire una puttana se faccio qualcosa con un ragazzo, Jack.”
Lui sospira.
“Ava, per me è difficile accettare che tu sia cresciuta. Tu per me sei e rimarrai sempre la bambina con le ginocchia sbucciate che veniva a farsi consolare da me perché non riusciva a imparare ad andare con lo skate. Faccio fatica a vederti come un’adolescente che ha certi bisogni.
Cercherò di essere meno invadente e più comprensivo, ma, ti prego, dammi un’altra possibilità.”
Non so cosa dire, così lo  abbraccio e ritrovo il padre che conoscevo, il mio porto sicuro.
“Sì, papà ti darò un’altra possibilità, basta che tu non impazzisca quando Jack verrà a casa.”
“Non lo farò, te lo prometto.
Perché non mi racconti un po’ quello che ti è successo durante la tua assenza?”
Io mi lancio in un racconto particolareggiato della mia fuga, di Derek, di Ashley e Mickey e della nostra casa a Montreal e di come vorrei fare qualcosa per ricambiare.
Lui ascolta e poi mi scompiglia i capelli.
“Qualcosa ci inventeremo, adesso cerchiamo di festeggiare il Natale bene, ok?”
“Ok.”
Sospiro io.
Spero non si dimentichi della sua promessa, mi sento molto in debito con quei tre ragazzi e in ansia per Ash e il bambino. Come faranno a crescerlo?
Riusciranno a pagare l’affitto senza il mio aiuto e mio padre farà veramente qualcosa per loro?
In passato non avrei dubitato delle sue parole, ora sono un po’ scettica, ho il sospetto che mi dica quello che voglio sentirmi dire solo per non vedermi scappare un’altra volta.
In ogni caso il giorno dopo è Natale ed è uno strano Natale, non siamo dalla nonna, ma a casa nostra insieme agli Hoppus. Mio padre dice che è per rinsaldare l’amicizia tra di loro, io sono convinta che abbia paura della reazione di mia nonna.
Non appena vedo Jack dimentico tutte le mi congetture, lo abbraccio e lo bacio, è sempre bello rivedere il proprio  ragazzo, no?
Mio padre mi lancia un’occhiata di rimprovero, ma mia madre gli rifila rapidamente una gomitata nello sterno facendolo piegare in due.
Ci sediamo tutti a tavola, iniziamo a mangiare e chiacchierare, c’è una bella atmosfera, quasi come quella che c’era prima che me ne andassi. Immediatamente mi vengono in mente Derek, Ashley e Mickey, come staranno festeggiando il Natale?
Spero bene.
Jack mi guarda interessato.
“Stai pensando a loro?”
Io annuisco.
“Se la caveranno e poi sbaglio o tuo padre ha promesso di aiutarli?”
“Non so se fidarmi. Penso mi prometterebbe la luna pur di farmi rimanere, qualcuno ha risposto al nostro annuncio per la band?”
“Un paio di persone, prima dell’ultimo dell’anno potremmo fare loro un provino.”
“Ok, sta bene.”
Continuiamo a mangiare.
Gli Hoppus rimangono fino alle quattro di pomeriggio, poi se ne vanno e io ne approfitto per uscire con Jack, ho voglia di stare da sola con lui.
Non appena abbiamo superato il nostro isolato alzo le mani in uno strano gesto di vittoria.
“Finalmente, non ne potevo più!”
“Perché? Tuo padre è stato bravo.”
“Se escludi le occhiate omicide che non è riuscito a trattenere un paio di volte, sì.”
Lui ride.
“Ava, è Tom DeLonge e questo significa che è geloso delle sue donne.”
Io sbuffo.
“Dai, non pensarci! Quella panchina riparata dalla neve sotto quel pino del parco aspetta solo noi.”
“Hai ragione!”
Mano nella mano entriamo nel parco silenzioso, solo i nostri passi fanno scricchiolare la neve, stranamente caduta per il Natale. Una volta era una piacevole novità, adesso ci sono abituata in un certo senso.
Ci sediamo e lui mi fa sedere in braccio a lui e appoggia la testa nell’incavo del mio collo.
“Mi sei mancata in questi mesi e mi sono dato dello scemo trecento volte al giorno per averti lasciato andare.”
“Adesso sono qui però e non ho intenzione di scappare, al massimo scappiamo insieme.”
Lui ride, alza il volto e mi bacia.
“Non riesci proprio a stare calma, eh Ava?
Prima la misantropia, ora questo volere scappare.”
“Sono un’adolescente nel pieno periodo delle cazzate, ricordatelo!”
“Giusto, sto con una ragazza pericolosa, me lo devo ricordare.”
“Uff, non è così difficile! Basta assecondarmi e poi saremo come Bonnie e Clyde!”
Lui sbuffa.
“Oh, è sempre stato il sogno della mia vita finire crivellato di proiettili!”
“Ma prima della morte avresti vissuto avventure incredibili!”
“Che ne dici di Bette Davis e Gary Grant?

You're my Bette Davis; I'm your Cary Grant.
“Lets make love all night; forget about the prohibition.” 
“The great depression's over, lets have a drink to that. “
“We'll stay young forever, living in a Silver Screen Romance.

Concludiamo insieme una canzone dei Good Charlotte e poi scoppiamo a ridere nello stesso momento.
“Anche così va bene, ti amo, Jack!”
“Anche io, Ava!”
 

Il giorno dopo Natale lo passiamo da mia nonna e come previsto rimprovera Tom per essere il solito impulsivo ed esagerato e poi rimprovera me per aver ereditato questo tratto del suo carattere.
Finite le prediche ci offre un pranzo da urlo, è sempre stata brava a cucinare, ma questa volta ha superato sé stessa. Non ho mai mangiato cose così buone.
“Spero che nessuno decida di scappare di casa l’anno prossimo.”
“Quello dopo posso?”
Lei mi guarda e il sorriso sparisce dalla mia faccia, mi dico che è meglio evitare altre battute del genere, sono fuori luogo.
“Beh, sarebbe una fuga legale. Andrai all’università.”
“Devo? Papà ha avuto successo e una bella vita anche senza fare l’università.”
“Il fatto che tuo padre sia stato fortunato non ti autorizza a non andarci.”
“Ok.”
In fondo potrebbe essere divertente andare all’università, potrei trovare un batterista alla band nel caso fallissi ora.
Il resto del pranzo prosegue tranquillamente, l’argomento della mia fuga viene totalmente accantonato e si parla di altro.
È un clima sereno, natalizio e mi piace molto.
A fine pasto ci scambiamo i regali e io ricevo da mio padre la sua vecchia chitarra rossa e bianca, piena di adesivi, mi metto a urlare dalla gioia e gli salto praticamente in braccio.
“Grazie papà! È un regalo meraviglioso!
Non vedo l’ora di poterla suonare!”
Lui sorride.
“Ti lamentavi sempre che non ti lasciavo usare le mie chitarre, adesso questa è tua e spero ti porti tanta fortuna.”
Le lacrime iniziano a scendere senza controllo dai miei occhi, ci abbracciamo e in questo momento sento che tutto è andato a posto tra di noi.
Abbiamo fatto pace.
Alle cinque arriviamo a casa e sul cellulare arriva un messaggio di Jack, mi dice che ha fissato le prove per i batteristi per domani alle dieci di mattina nel suo garage.
Credo che a qualcuno cadrà la mascella quando si vedrà ammesso a casa Hoppus.
“Che succede, Ava?”
“No, nulla. Jack mi ha appena avvisata che domani ci saranno i provini per i batteristi e mi sono immaginata la mascella di qualcuno cadere vedendo dove proveranno.”
Mio padre scoppia a ridere.
“Mark sarà felice di avere tanti ammiratori, gli è sempre piaciuto parlare con i fan.”
“Tu no, tesoro. Tu sei timido quando si tratta di parlare con loro.
“Ognuno è fatto a modo suo.”
Mio padre scrolla le spalle e si siede a guardare la tv.
Io sono eccitata ai limiti del possibile, prima la chitarra, poi il messaggio di Jack, la band sta ritornando!
Il mio pensiero va per un attimo a Landon, poi se ne torna sulla prova dei batteristi. Landon mi ha ferita e usata, ha mostrato di non tenere alla band e di non tenere nemmeno a me come amica, per me ha cessato di esistere.
Che esca con le sue sgualdrine, noi andremo avanti senza di lui!
Il giorno dopo mi alzo prestissimo, alle sei per la precisione. L’unica volta che mi sono alzata così presto è stato quando mio padre mi ha portato a Disneyland e non riuscivo a stare a letto per l’eccitazione.
Oggi è la stessa cosa, mi faccio una lunga doccia, faccio colazione, guardo una replica mattutina di Naruto e poi mi alzo lentamente dal divano.
Esco, fumo lentamente una sigaretta e poi non so cosa fare.
Preparo la colazione per tutti e vengo ringraziata, finalmente arrivano le nove e mi sembra un orario decente per cambiarmi e andare da Jack.
Mi metto un paio di jeans scuri e stracciati, una maglia a righe nere e bianche con lo scollo ampio e una felpa dei Rancid. Carico in macchina la chitarra acustica, la mia nuova chitarra elettrica , ampli, jack e tutti quello che serve.
Arrivo a casa del mio ragazzo alle nove e mezza e non appena lo vedo ci baciamo appassionatamente, poi lo prendo per mano e lo trascino alla macchina.
“Guarda che regalo mi hanno fatto!”
Con aria di trionfo tiro fuori la chitarra rossa di mio padre lasciandolo di stucco.
“Vuoi dire che quella meraviglia adesso è tua?”
“Esattamente, Jack.”
“Dio, è meraviglioso!”
Entriamo in casa e ci buttiamo sul divano, alterniamo il giocare alla play con baci e dispetto sotto lo sguardo benevolo di Mark.
“Skye, non sono assolutamente adorabili?”
“Sì, ma se continui a fissarli così sembri un guardone.”
Mark sbuffa, fa qualche passo per allontanarsi, poi nota la chitarra.
“Tom ti ha finalmente concesso di usare una delle sue chitarre?”
“Non proprio, me l’ha regalata.”
Mark mi guarda incredulo.
“Papà, potresti prendere esempio da lui.”
“Assolutamente, no.”
Jack sbuffa e incrocia le braccia, io gli do un bacetto sul naso e il malumore gli passa subito.
Alle dieci suona il campanello, si presentano due ragazzi: uno alto e magro, con dei lunghi capelli scuri raccolti in un coda e uno con una faccia da bambino, piccoletto, con i capelli biondi e gli occhi blu.
Li accompagniamo in garage e ascoltiamo come suonano, il moro sembra a disagio e non riesce a combinare granché, alla fine ammette che gli piacerebbe di più suonare in un gruppo metal.
Ora resta solo il biondino che ci offre un’ottima prestazione, niente di troppo complicato, ma perfetto per un gruppo punk da garage senza troppe pretese.
“Come ti chiami?”
Gli chiedo curiosa.
“Benji Raynor.”
Io e Jack sgraniamo gli occhi nello stesso momento.
“Raynor?!”
“Uhm sì. Perché siete così sconvolti?”
“Non sarai il figlio di Scott, il primo batterista dei blink?”
Lui sorride.
“Sì, sono io. Che cosa curiosa riformare i blink, eh?”
“Abbastanza, chissà cosa diranno i nostri?”
Lui alza le spalle.
“Chissenefrega,no?
In fondo sono cose passate.”
“Come sta tuo padre?”
“Se vuoi sapere se beve ancora, è da sei mesi che non tocca alcool, alla fine io e mamma siamo riusciti a riportarlo sulla retta via.”
“Beh, buon per voi, magari anche i nostri saranno felici di saperlo.”
“Non lo so, cosa ne dite se proviamo?”
“Io dico che è una buona idea.”
Esclamo spavalda. Ci mettiamo ai nostri strumenti e cominciamo a suonare una cover dei My Chemical Romance, giusto per ambientarci. Funzioniamo bene come gruppo, pensavo peggio.
Dopo un paio d’ore la porta del garage si apre e Mark fa la sua comparsa.
“Allora, ragazzi, trovato il batterista?”
Noi annuiamo.
“È lui, si chiama Benji Raynor.”
“Raynor?”
“Sì, sono il figlio di Scott.”
Mark si appoggia pericolosamente a una parete e guarda Benji come se fosse un alieno.
“Certo che la vita è strana.”
Borbotta tra sé.
“Beh, divertitevi, anzi no, cosa sto dicendo?
Jack, dobbiamo andare dai nonni. Sali e fatti una doccia.
Ava, ha chiamato tuo padre e ha detto che oggi dovete andare a pranzo dai genitori di Jen.”
Io sospiro.
“Quindi non ci rimane altro che smontare gli strumenti e metterci d’accordo per le prossime prove.”
“Esattamente.”
“Ok, visto che Mark dice che questa sessione è finita cosa ne dite del 29 o qualcuno ha impegni?”
Sia Jack che Benji scuotono la testa.
“Bene, e che il 29 sia. Adesso vado, ciao ragazzi!”
Jack e Benji mi aiutano a caricare in macchina le cose, io sono felice mentre guido verso casa mia.
Lentamente le cose si stanno sistemando, ora devo solo sperare che mio padre si ricordi di Ashley, Mickey e Derek.
Mi mancano e vorrei che anche loro si sistemassero, non voglio essere io l’unica fortunata del gruppo.
Arrivata a casa sento mio padre e mia madre confabulare tra di loro, smettono non appena arrivo io, che strano.
Cosa staranno combinando?
La cena dai nonni e le prove vanno bene, Benji si integra perfettamente con me e Jack, sembra nato per suonare con noi.
Mark ci chiama scherzosamente i blink 2.0, mio padre dice che il destino alle volte è davvero strano. In ogni caso tra di noi va bene ed è solo questo che conta.
La vigilia dell’ultimo giorno dell’anno mi sveglio piuttosto tardi e mentre scendo le scale per fare colazione sento delle voci familiari, ma che non possono essere qui,
Ash, Mickey e Derek dovrebbero essere a Montreal.
Mi affretto a scendere le scale e li trovo in salotto, li abbraccio tutti e tre.
“Come mai siete qui?”
Ashley sorride.
“Tuo padre ha offerto a Mickey il posto di giardiniere e io mi occuperò della casa quando sarò in grado di farlo.”
“Ma è meraviglioso! Grazie, papà!”
“Di nulla, piccola.”
“E tu Derek?”
“Visto che tu mi hai detto che sa fare più o meno di tutto ho deciso di dargli una possibilità come apprendista tecnico del suono degli Ava.”
“Grazie mille, papà!”
Abbraccio di nuovo Derek che sorride.
Ecco così è tutto perfetto.
Qualche mese dopo mi rendo conto che è effettivamente perfetto, Mickey e Ashley si sono ambientati benissimo e tra qualche giorno Ash partorirà e mio padre sembra soddisfatto di Derek.
C’è anche un’altra persona soddisfatta di lui: Ginger.
I due hanno iniziato a uscire insieme e sembra che la cosa funzioni, così come la mia con Jack.
La band va alla grande.
Meglio di così non poteva andare e io finalmente mi sento felice.
Che bello!

Angolo di Layla

Ringrazio staywith_me e DeliciousApplePie per le recensioni.

Ringrazio per aver messo questa storia tra le preferite: Carousel, DeliciousApplePie, Destroyer Cactus e _Stupid Wise_.

Ringrazio per aver messo nelle seguite: FamousLastWords, LostinStereo3 e Rachel DeLonge.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Blink-182 / Vai alla pagina dell'autore: Layla