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Autore: AlexVause    14/10/2013    6 recensioni
Spesso, le situazioni in cui siamo immersi, ci portano a gesti che in altri casi mai avremo compiuto.
Ci sono giorni in cui, guardando negli occhi una persona, vedi solamente un ostacolo...altri giorni invece, in quegli occhi ti ci perderesti.
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Swan Queen
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amarsi e perdersi per poi ritrovarsi. Destino.'
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Capitolo 12
 
Una nube color porpora, comparve nel salotto di casa Charming.
Stavano ancora tutti dormendo, stanchi da quanto era accaduto il giorno precedente.
A passi lenti la creatura si avvicinò alla camera dove riposavano Emma, Regina ed Henry.
Era immobile, in piedi vicino al letto.
La guardava dormire serena. Sarebbe durato ancora per poco quel sonno così tranquillo.
Decise che era arrivato il momento di vendicarsi.
- Regina.
Non vi fu risposta.
- Regina.
Ancora il nulla.
Con la punta del bastone, picchiettò la donna che dormiva beatamente fra la figlia dei Charming e il figlio di dodici anni.
Il sindaco iniziò a destarsi finché non aprì gli occhi vedendola.
- Oddio!
Regina sobbalzò dalla sorpresa, seguita dagli altri due che si svegliarono all'istante.
- Voglio anch'io vestirmi strana.
La mora cercava di metterla a fuoco.
- Cosa?
Voce ancora impastata dal sonno.
- Sei Malefica?
Fu la domanda di Henry.
- Esatto!
- Figo!

Le due madri lo guardarono malamente.
- Mi dispiace mia assonnata amica, ma è giunto il momento di vendicarmi.
- Vuoi uccidermi davanti a loro?

Henry si strinse alla madre adottiva.
- Cosa? Ma no! Voglio che tu, renda realtà tutti i miei desideri.
Rispose la strega, gesticolando teatralmente per dare enfasi alla frase.
- In pratica...devo fare tutto ciò che vuoi?
- Esatto.

Ne seguì una pausa.
- Va bene. Uccidimi.
Disse Regina, sdraiandosi nuovamente per dormire.
- Regina! - Mamma!
Dissero nello stesso istante Emma ed Henry.
- Non ti preoccupare, arriva subito.
Emma rassicurò ironicamente Malefica, andando poi a scuotere la sua quasi compagna.
- Dai Regina...che mai sarà!
Cercò di convincerla lo Sceriffo.
- Che ore sono?
Chiese la mora.
- Ora di...come la chiamate voi...
Schioccò le dita come per chiamare a se la parola.
- ...colazione?
Regina si mise a sedere.
- E va bene.
Emma si scostò lasciando uscire dal letto Regina.
Passi pesanti e veloci, scesero dalle scale.
James comparve in boxer, armato di spada, all'entrata della camera da letto.
- Oddio!
Esclamò vedendo Malefica voltarsi a guardarlo.
- Se sei qui per la tua vendetta, ripensaci. Ci sono altri modi per sistemare le cose fra te e Regina.
La strega e il sindaco alzarono entrambe un sopracciglio, ma prima che potessero rispondere al principe, piccoli passi lo raggiunsero.
- Oh...Oddio!
Disse Snow allarmata vedendo tutti svegli e il marito armato.
- Se vuoi vendicarti di Regina, fallo, ma fuori da casa mia.
Gli occhi di Regina divennero due fessure mentre fissava la figliastra prima di lasciare la stanza.
- Sto collezionando un "Oddio" dopo l'altro. Inizio a pensare che si saluti così, in questo strano luogo.
Sorrise Malefica, facendo l'occhiolino ad Henry che rise.
- Oddio anche a voi Biancaneve e James.
Emma si alzò dal letto.
- Vuole vendicarsi si, ma non come pensate...
Guardò il padre che abbassò la spada.
- ...o sperate.
Guardò in malo modo la madre.
- Vanno a fare colazione da Granny.
- Oh...ok.

Disse Snow.
- Posso venire anch'io Emma? Ti prego.
Henry trascinò l'ultima parola per impietosire la madre.
- No. Devi prepararti per andare a scuola.
- Credi sia il caso?
Chiese Biancaneve dubbiosa.
- Dobbiamo pur sempre andare avanti con le nostre vite. Non possiamo rinchiuderci qui dentro nell'attesa di attacchi, che forse avverranno o forse no, perché Cora forse è sparita o forse no e perché avrà scagnozzi...
- O forse no?
Completò Malefica con un sorriso.
- Già.
Rispose James.
- Teniamoci in contatto spesso durante la giornata.
- Certo.

Confermò Emma.
Snow si mise a preparare la colazione.
- Allora...Malefica...come hai passato la notte al Granny's?
Chiese lo Sceriffo curiosa.
La Strega si sedette su di uno sgabello.
- Confondo ancora il giorno con la notte. Sai...nelle caverne il tempo scorre senza ore ne giorni.
- Dovrai procurarti degli abiti per questo posto. Se vuoi posso prestarti qualcosa nel frattempo.

Si offrì Biancaneve.
- Senza offesa ma...no.
- Certo...con Regina fino in fondo.

Brontolò fra sé la donna ai fornelli.
Emma finse di tossire.
Malefica indossava uno splendido abito lungo in stile nobiltà medievale, di due tonalità di viola.
- Uhm...com'è che diceva quella ragazza? Obsoleta. Si diceva che sono obsoleta.
Emma rise.
- Te l'ha detto Ruby?
- Ha due strisce rosse sui capelli. Che ragazza strana.

La strega si fece pensierosa.
- Non mi vestirete come lei vero?
- Tranquilla lei è unica nel suo genere.

Rise Snow.
Regina era pronta. Uscì dal bagno.
- Andiamo.
Malefica si alzò dallo sgabello.
- Magia?
- Piedi.

Rispose il Sindaco.
Si diressero verso la porta, ma prima di uscire la Malefica si voltò.
- Una puntualizzazione principessa. Sempre.
Detto ciò se ne andarono.
- Credevo non avesse sentito.
Cercò di scusarsi Snow con la figlia.
- A volte non so chi è più infantile fra te e Regina.
 
Erano sedute ad un tavolo.
Davanti a loro tè e torta di mele.
Con qualche difficoltà, Regina era riuscita a prestare dei vestiti a Malefica.
Da parte della strega vi furono non poche proteste per quei vestiti "strani".
- Non l'hai fatta tu questa torta, vero mia velenosa amica?
Regina fece una smorfia.
- Spiritosa.
La mora guardò l'amica. Sguardo serio.
- Posso farti una domanda?
- Prego.

Le fece cenno di continuare.
- Perché sei qui?
- Spiegati.
- Qui con me.
- Oh. Mi chiedi perché non mi vendico davvero?

Silenzio.
- Ho covato molto odio verso di te, non te lo posso nascondere. Con gli anni era mutato in apatia.
Diversamente da te Regina, sono a conoscenza, che la vendetta nei tuoi confronti non mi procurerebbe sollievo alcuno. Certo, non nego che almeno all'inizio potrei sentirmi sollevata, ma poi?

Ti sembrerà assurdo, ma mi sono mancate le nostre chiacchiere.
- Sei sempre stata un passo avanti a me, Malefica.
- Solo perché non ti sei mai soffermata abbastanza su ciò che possedevi.

- Il nulla?
- Un padre che ti amava.

Regina non rispose.
- E un'amica che ti ascoltava.
Il Sindaco alzò le spalle.
- Che avrei dovuto fare?
- Dimenticare la corona. Farti da parte e iniziare una vita tua dopo aver ucciso il Re. La tua vendetta l'avevi avuta. Occhio per occhio. Non era il fidanzato, ma sempre qualcuno che le stava a cuore. Lasciavi il regno a sua figlia e potevi ricominciare da capo.

Regina strabuzzò gli occhi. Non poteva ascoltare oltre.
- Stai scherzando spero! Lasciare tutto a lei. E i miei sacrifici?
- Capisco cos'hai passato...
- No. Non capisci, altrimenti non mi diresti certe cose.

La mora sentiva il sangue ribollire.
- Un giorno aprirai gli occhi amica mia e capirai i tuoi errori.
- So già di aver sbagliato.

Disse il Sindaco a denti stretti sporgendosi verso la Strega.
Malefica spostò il suo corpo in avanti. I loro volti vicinissimi.
- Ma non te ne importa.
Scandì la frase sussurrandola.
Nonostante la voce bassa, il tonò risultò ugualmente duro.
Fra le due parvero volar scintille, da uno sguardo all'altro.
- Mi scusi.
Il sindaco e la Strega si voltarono verso chi le aveva disturbate.
- Si?
La madre superiora Reul Ghorm, era in piedi a fianco del tavolo.
- Noi sorelle vorremo organizzare un mercatino come opera di beneficienza per raccogliere fondi.
Il ricavato verrà destinato a ricostruire la zona portuale di Storybrooke e risistemare la biblioteca con annessa torre dell'orologio.
- Ups...

Malefica si sentì presa in causa ed abbassò lo sguardo. La distruzione di alcune case nell'area portuale era opera sua.
- Mi date il vostro consenso Regina o devo chiedere ai Reali?
Chiese la donna in piedi a fianco del Sindaco.
Se le avessero dato un pugno, avrebbe fatto meno male al suo orgoglio.
Lo sguardo di Regina si rabbuiò.
- Fino a che i Reali...
Pronunciò quella parola con disprezzo.
- ...non mi leveranno l'incarico, sono io il Sindaco. Comunque. Può iniziare i preparativi. Parli anche con Snow White. Potremo coinvolgere le classi dell'età di mio figlio.
- E una gara di torte. Ho sempre desiderato vederne una e partecipare.
Regina guardò stranita l'amica al suo fianco, per poi rivolgersi alla superiora.
- E una gara di torte. Che ne pensate?
- Vado subito a parlarne con la Principessa.
Fece una pausa.
- Un'ultima cosa. Il Signor Gold preme per l'affitto del teatro.
Una delle sorelle ha rivolto uno sguardo al bilancio, riscontrando alcuni errori.
Noi povere donne di chiesa, non abbiamo le credenziali per far fronte a tali controlli.
Conosce per caso qualcuno che ci può aiutare?
- Controllerò io personalmente.
- La ringrazio. Arrivederci.

La Superiora si congedò.
- Che personcina strana.
Commentò Malefica.
- Fonte di guai.
- Chi, lei?

Regina guardò seriamente l'amica, facendo cenno di assenso con la testa.
- Però! A volte i buoni possono essere una vera spina nel fianco.
- Possono essere anche più crudeli dei cattivi.

Disse il Sindaco pensierosa.
- Almeno noi siamo dirette. Uccidiamo e morta li.
Malefica rise tra se.
- Morta li...l'hai capita Regina?
La mora sospirò.
- Le caverne ti hanno fatto male, Malefica.
- Buongiorno!

Salutò Emma raggiante, arrivando al tavolo delle due.
- Buongiorno a te.
Ricambiò con ampio sorriso Regina.
- Come mai qui?
- Sono venuta a vedere, come se la passa il Sindaco.

Disse lo Sceriffo sorridendo.
- Henry è andato a scuola?
- L'ho accompagnato io.
- Malefica stai bene vestita così.

Commentò Snow, arrivando alle spalle della figlia.
- Scelta d'abiti molto faticosa.
Disse sbuffando Regina.
- Ne è valsa la pena però.
Disse la Strega ridendo.
- Snow ti devo parlare.
- A proposito di?

 Il Sindaco le fece cenno di sedersi a fianco a Malefica.
- Intanto vado a ordinare del caffè.
Disse Emma e in seguito si allontanò.
- Hai già parlato con Reul Ghorm?
- No, perché?

Chiese accigliata Snow.
- Chi è Reul qualcosa?
Si intromise la Strega.
- La personcina strana.
Le rispose Regina.
- Comunque. La madre superiora, vuole indire una specie di mercatino per beneficienza. Il ricavato verrà usato per riparare i suoi danni...
Indicò Malefica.
- ...e quelli causati da mia madre. Le ho suggerito di chiederti se si poteva coinvolgere la classe di Henry.
Snow era immobile. Fissava il Sindaco negli occhi.
- Perché non paghi tu? E' colpa tua ciò che è successo. In più dovremo riguardare la tua carica.
Regina non si mosse.
Malefica guardava l'amica con un sorriso sghembo di sfida. Quanto avrebbe resistito la sua amica, senza uccidere Biancaneve?
L'aria intorno a loro si fece pesante.
Gli occhi di Regina iniziarono a velarsi di un colore viola.
Ruby si accorse di ciò che stava per accadere e indicò la scena ad Emma che si voltò a guardare.
Regina si riscosse.
Sbatté ripetutamente le palpebre e la velatura di magia oscura nel suo sguardo scomparve.
- Non ci casco. Provocami quanto vuoi. Non ci casco.
- Cerchi di convincere me o te stessa?

Regina sorrise e si alzò.
Con un gesto fece apparire due cataste di fogli sul tavolo.
- Buon lavoro. Maestà!
Chinò il capo come segno di riverenza. Un ghigno di irritazione, dipinto sul volto.
- Andiamo Malefica.
Disse uscendo dalla tavola calda.
La Strega scomparve dal posto dov'era seduta, per apparire in piedi accanto a Snow White.
- Non aiuti nessuno così. Nemmeno te stessa.
Le mise una mano sulla spalla.
- E non ti scordare la gara di torte, Principessa.
Scomparve in una nube color porpora, lasciando Snow impietrita a chiedersi "Cosa stava facendo" ed Emma senza parole.
Lo Sceriffo era poggiata al bancone. Guardava la madre.
- Pensi di aver fatto la cosa giusta Mary Margaret?
La bionda estrasse dalla tasca dei jeans il cellulare e vi compose il numero di Regina.
- Io non credo.
Terminò la frase per poi avviare la chiamata al Sindaco, nella speranza di una risposta.
 
Un leggero bussare alla porta dell'ufficio, distolse Emma da ciò che stava facendo.
- Avanti.
Quei tacchi...li avrebbe riconosciuti ovunque.
- Buongiorno di nuovo.
Il Sindaco sorrise.
- Buongiorno a te.
Emma ricambiò dolcemente.
- Malefica?
Chiese la bionda curiosa.
- L'ho venduta.
- Fatto un buon affare?
- Vedremo...se entro sette giorni non la restituiscono...forse si.

Il Sindaco fece un sorriso sghembo.
- E' ad aiutare per la raccolta di beneficienza. Si sente responsabile dei danni.
- Forse perché lo è.  La facevo più malvagia.

Constatò Emma.
- E' sempre stata più saggia di me, nonostante gli errori che ha commesso in passato.
Regina andò accanto allo Sceriffo, dietro alla sua scrivania.
- Ti ho chiamata perché ho bisogno...
Il Sindaco si era chinata a guardare le carte, su cui stava lavorando la donna davanti a se.
Emma voltandosi con la sedia verso la mora, notò la scollatura. Il suo cervello si inceppò.
- Avevi bisogno di qualche firma?
Chiese Regina.
- S...
Il Sindaco mise l'indice sotto il mento della bionda per alzarle lo sguardo occhi negli occhi.
- Focus.
Emma si ridestò.
- Si. Scusa.
Regina fece una risata.
- Avevo bisogno che ci ripensassi. Snow non voleva dire ciò che ha detto.
Cercò di scusarsi al posto della madre.
- Non sta a te dirmi ciò. Tuo padre?
- A fare il bilancio dei danni.

La mora con la mano, chiuse magicamente la porta dell'ufficio.
I loro visi vicinissimi.
La mano del Sindaco, si spostò dal mento ai capelli della bionda, accarezzandoli dopo aver sfiorato delicatamente la guancia.
- E' un po’ difficile concentrarsi così.
Puntualizzò lo Sceriffo.
Emma allungò la mano per toccare la donna davanti a se, ma ella scomparve, comparendo dietro alla sedia dov'era seduta.
- No. Non ho detto che potevi toccarmi.
Le bisbigliò all'orecchio.
- Ma così non vale.
Protestò la bionda.
Le dita di Regina, scostarono i capelli dal collo di Emma.
Il loro posto fu preso dalle labbra della mora che le baciavano la base del collo delicatamente.
Allo Sceriffo sfuggì un gemito.
Le mani del Sindaco si poggiarono sulle spalle della bionda.
Scesero lentamente sulle braccia e poi l'abbracciò da dietro teneramente.
La guancia di Regina poggiata su quella di Emma.
- Hai un buon profumo.
Regina sorrise.
- Grazie.
Il Sindaco sciolse l'abbraccio, facendo scivolare le mani sulle gambe della bionda che si pietrificò.
Le carezze della donna. si spostarono dalle ginocchia verso l'interno coscia, molto lentamente, ma senza toccare la zona interessata.
Voleva farsi desiderare.
Il respiro di Emma era divenuto veloce.
Adorava le sue mani su di lei, le sue labbra...
Lo Sceriffo trattenne le mani di Regina con le sue e si alzò dalla sedia.
Portò le mani della mora a poggiare sul suo seno.
Il volto di Regina avvampò.
- E...
- E?
- Emma...
- Avevi detto che non dovevo toccarti. Perciò...

Lasciò la frase in sospeso.
Emma spinse Regina contro l'archivio, una libreria che riempiva l'intera parete.
Le sue mani comandavano quelle della donna davanti a lei.
I suoi occhi color lago, persi in quelli profondi e scuri del Sindaco.
Una mano la fece poggiare sulla schiena. Tolse la propria mano per potersi alzare la maglia e accompagnò l'altra mano di Regina a contatto con la propria pelle... sulla pancia poi fino al reggiseno.
Regina era una statua.
- Sei così...calda.
Il Sindaco fece scivolare da se sotto la maglia, anche l'altra mano.
Un brivido di piacere la scosse interamente.
Regina andò ad insinuarsi sotto il reggiseno della bionda che chiuse gli occhi portandosi con il corpo più vicino alla mora.
Bussarono alla porta.
Appena Emma si sistemò, Regina sbloccò la porta tornando alla scrivania dello Sceriffo.
- Avanti.
Disse la bionda.
James entrò. Il volto serio.
- Immaginavo.
Disse l'uomo.
- Hai i bilanci dei danni?
Chiese Regina.
- Si. Ero andato in municipio per mostrarteli, ma la tua macchina non c'era. Immaginavo fossi qui.
- Oh...allora non sei stato correttamente informato...
- Regina.

Emma non voleva udire ciò che stava per dire la mora.
- ...non sono più il vostro Sindaco. Da oggi tua moglie si arrangerà.
James appoggiò i bilanci sulla scrivania.
La Evil Queen li prese scrutandoli e poi li dette di ritorno a Charming.
- Di cosa stai parlando?
Chiese il principe accigliato.
- Fotocopia e me ne vado.
Rispose Regina.
- Di che cosa stai parlando.
Ripeté Charming guardandola negli occhi.
- Mi occuperò solo dei bilanci della raccolta fondi e controllo registri contabili del teatro.
- Per quale motivo?

Si diresse verso la fotocopiatrice.
- Gold preme sull'affitto del teatro ma i conti non quadrano, indi per cui terrò d'occhio anche la parte burocratica per quanto riguarda la contabilità di questa raccolta fondi.
- E per il resto...cosa intendevi?
Regina prese i fogli fotocopiati e sospirò.
- Non mi riguarda più...
Si incamminò verso l'uscita.
-...parlatene fra di voi.
Il Sindaco fece un cenno di saluto con la testa e se ne andò.
- Che novità è mai questa?
Chiese James rivolto ad Emma.
- Mary Margaret. Ha detto che dovete riguardare la carica di Regina. Sicuramente la colpa è di ciò che sta accadendo fra noi.
- Motivo in più per parlarle non credi?
Emma riabbassò la testa sulle scartoffie rispondendo con il silenzio che calò fra lei e il padre.
 
Regina entrò in teatro e si recò nel sotterraneo.
Si mise a cercare i registri contabili.
Appena li ebbe trovati li poggiò su di una scrivania un po’ alta, si poteva benissimo stare in piedi a lavorare.
Cercò uno sgabello su cui sedersi. Non lo trovò.
Premette sull'interruttore per accendere calcolatrice e luce da ufficio, entrambe sulla scrivania, ma non accadde nulla.
Si chinò leggermente. La spina era staccata.
Alzando gli occhi al cielo, si accucciò sotto il tavolo.
- Si è ridotta a lavorare in uffici umidi, situati in scantinati scomodi e polverosi?
Fu colta alla sprovvista.
Udendo la voce di Gold, alzò la testa all'improvviso, sbattendola contro la scrivania.
Si rimise in piedi massaggiandosi la nuca.
- Cosa vuole, Gold?
Chiese Regina stancamente.
- Lo sa che bilanci e tutto ciò che li riguarda è compito mio.
- Mi è stato chiesto un favore.

Gold rise.
- Cerca un posto in paradiso?
La donna non rispose.
- Stia attenta alle cose in cui si impiccia, Regina.
- E' una minaccia?

L'uomo sorrise beffardo.
- Chi ha orecchie per intendere...
Uscì dalla porta lasciando il Sindaco sola fra le scartoffie.
Sospirò.
- Sono del parere che un combattimento contro Scilla e Cariddi sia meno faticoso di questa giornata. Dovrò provare.
Si rimise a controllare i conti.
Mentre controllava ogni dato e calcolo, Emma arrivò alle sue spalle abbracciandola da dietro.
Regina sorrise voltandosi.
- Ciao.
La salutò baciando lo Sceriffo.
- Sono passata a vedere come stavi.
Emma prese la mano di Regina e si sedette su di una poltrona in pelle consumata, vicino alla scrivania.
La fece sedere sulle proprie ginocchia, girata di fianco.
La mora nascose il viso nell'incavo fra il collo e la spalla della bionda.
Qualcun'altro stava assistendo alla scena senza essere visto.
- Hai intenzione di cambiare idea Regina?
- Su ciò che è accaduto oggi?
- Si.
- Dobbiamo proprio parlarne?
- Si.

Regina iniziò a baciare il collo di Emma.
- Tu giochi sporco.
Lo Sceriffo si scostò abbracciando la mora.
Le accarezzò il viso. Carezza delicata mentre si guardavano negli occhi.
- Sei così bella Regina.
Il Sindaco, una mano sul colletto della giacca della bionda, la tirò a se baciandola.
Emma la strinse forte.
Era così bello averla così vicina, sentirla sua.
Le loro bocche si cercavano dolcemente.
Erano perse l'una nell'altra.
I loro respiri erano diventati un tutt'uno seguiti dai cuori che correvano impetuosi.
Regina si staccò.
- Shh...ferma un secondo.
Una porta che si apriva l'aveva messa in allarme.
Un mugugno melodico proveniva dal corridoio. Stava venendo verso di loro.
Il Sindaco si alzò in piedi tornando alla scrivania.
Belle entrò nell'ufficio.
- Salve!
Salutò raggiante le due donne.
- Ciao Belle.
Ricambiò Emma.
- Emma...tuo padre ti cerca. Sta sistemando il palco per la presentazione e ha bisogno di una mano.
- Ah...Eh...arrivo subito.

Belle salutò con un cenno della mano Regina e si incamminò nel corridoio.
Emma diede un bacio fugace al Sindaco che si rimise al lavoro con le scartoffie.
- Mi prometti che riprenderemo da dove abbiamo lasciato?
La mora a quella domanda sorrise.
- Promesso.
Emma corse fuori dall'edificio.
Una persona nascosta nell'ombra attese che si allontanasse per andare a fare una visita alla Evil Queen.
camminando lungo il corridoio e avvicinandosi furtivamente all'ufficio, la vide.
Eccola...in piedi vicino al tavolo. Le dava la schiena.
Emma nel frattempo arrivò da suo padre.
- Mi hai mandata a chiamare?
James sorrise alla figlia.
- No tesoro.
Emma ebbe un sospetto che le fermò il respiro.
- Ma già che sei qui...
- Devo andare.

Lo Sceriffo si voltò e correndo tornò da Regina.
- Oh...Ok...
Disse James stranito, guardando il punto dove prima c'era la figlia.
Il Sindaco era ancora intento a controllare i bilanci, quando sentì gridare il suo nome.
Si voltò e vide Mary Margaret che a passo svelto la raggiunse dandole un ceffone.
Regina rimase allibita da quel gesto.
Si toccò la guancia arrossata.
- Ma cosa...
La matrigna era senza parole.
- Cosa credi di fare?
Snow era senza controllo dalla rabbia.
Spinse il sindaco addosso alla scrivania, con forza.
- Cosa stai architettando ancora? Pensi di farmi del male usando mia figlia?
Il tono della voce era al massimo.
- Cosa? No!
Biancaneve l'afferrò dalla giacca.
- Non ti credo più Regina. Eri perdonabile finché te la prendevi con me, ma adesso si tratta di MIA figlia!
- Non voglio fare del male ad Emma.

Regina non voleva reagire.
- Taci!
Emma entrò di corsa.
- Cosa stai facendo Mamma!
Il cuore di Snow ebbe un sussulto a quel nome. Mamma.
Si voltò verso la figlia. Lacrime sul suo volto.
- Che cosa stai facendo Emma.
- Seguo il mio cuore.

Biancaneve piangeva.
- Perché lei...perché...
Emma afferrò le mani della madre,
- Ascolta...so badare a me stessa. Regina mi sa dare tanto.
Snow si staccò dalla figlia quasi inorridita per ciò che aveva sentito.
- Io non...non posso ascoltare oltre.
Detto ciò corse fuori dall'ufficio e se ne andò lasciando le due nel più totale silenzio.
Emma si avvicinò a Regina, ancora poggiata alla scrivania.
- Mi dispiace Emma.
Lo Sceriffo sorrise.
- Le passerà... vedrai.





Note di Alex: Ecco un pò di pace...forse...per la coppietta :P
Fatemi sapere cosa ne pensate :D
Alla prox!
  
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