Perchè in fondo

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Perché in fondo il libro di macroeconomia era troppo pesante per essere portato da casa.
Perché in fondo il terzo caffè della mattinata continuava a non sortire nessun effetto.
Perché in fondo il professore a lezione aveva parlato per altre due ore ininterrottamente.
Perché in fondo il quaderno degli appunti era pieno di punti interrogativi e di puntini di sospensione.
Perché in fondo gli angoli di tutti i fogli erano stati riempiti di disegni geometrici, spirali e triangolini.
Perché in fondo le pagine che preferiva erano quelle dove Liam la aiutava a scarabocchiare qualcosa.
Perché in fondo i banchi erano troppo piccoli per riuscire a starci seduti senza sfiorarsi neanche una volta.
Perché in fondo le spalle del ragazzo erano troppo grandi per quei banchi così piccoli.
Perché in fondo l’ora, chiesta sotto voce, dopo tre secondi veniva dimenticata.
Perché in fondo si era accorta di essere rimasta troppo indietro con gli argomenti.
Perché in fondo se fosse tornata a casa avrebbe acceso il computer e non avrebbe aperto neanche mezzo libro.
Perché in fondo si erano concessi solo il tempo di una sigaretta prima di rinchiudersi in biblioteca.
Perché in fondo la signorina che prendeva i documenti in cambio delle chiavette degli armadietti le aveva sorriso sentendosi ringraziata.
Perché in fondo avevano trovato due posti vicini sullo stesso tavolo.
Perché in fondo nessuno dei due aveva una gran voglia di studiare veramente.
Perché in fondo mente la sua testa era poggiata sul legno del tavolo in segno di disperazione, lei guardava lui e lui guardava lei negli occhi.
Perché in fondo lo scaffale dove poter prendere il libro di macroeconomia era l’ultimo nascosto in un angolo.
Perché in fondo il suo cuore faceva un tuffo tutte le mattine quando lo vedeva scendere dall’autobus.
Perché in fondo l’essersi conosciuti per un caffè lanciato addosso sembrava molto una scena da film.
Perché in fondo il ripiano che ospitava il libro era veramente troppo alto per il suo metro e cinquantanove.
Perché in fondo non si vedeva una scaletta neanche a pagarla d’oro.
Perché in fondo dopo dieci minuti di assenza Liam si era iniziato a preoccupare.
Perché in fondo più allungava il braccio e più il libro sembrava allontanarsi.
Perché in fondo quella camminata strascicata alle spalle poteva essere solo la sua.
Perché in fondo per il suo metro e ottantasette quel ripiano era più che raggiungibile.
Perché in fondo la mano calda poggiata sul fianco non faceva così schifo.
Perché in fondo il petto che sfiorava le sue spalle mentre il braccio si allungava accanto al suo le fece venire la pelle d’oca.
Perché in fondo il suo profumo lo avrebbe riconosciuto tra mille.
Perché in fondo il sorriso che le riservò porgendole il libro era veramente spettacolare.
Perché in fondo lei non mosse un muscolo.
Perché in fondo era un anno che lui aspettava l’occasione.
Perché in fondo era un anno che lei se lo sognava.
Perché in fondo nessun libro sarebbe andato in giro a raccontare niente.
Perché in fondo le loro labbra erano esattamente come se le erano immaginate.
Perché in fondo sapevano tutte e due di sigaretta quindi non era un problema.
Perché in fondo Liam era piegato a metà e lei stava in punta di piedi.
Perché in fondo le mani dietro alla nuca venivano solleticate dai capelli quasi rasati.
Perché in fondo si riuscivano a sentire le curve, nonostante il maglione marrone sformato.
Perché in fondo gli amici lo stavano aspettando in un’aula per sapere l’esito dell’impresa.
Perché in fondo la sorellona avrebbe voluto sapere tutto nei minimi dettagli.
Perché in fondo con gli occhi chiusi riuscivano a sentire solo il battito del proprio cuore che sembrava impazzito.
Perché in fondo non sapevano cosa avrebbero deciso dopo.
Perché in fondo Liam il giorno prima le aveva fatto notare quanto fosse pesante il libro di macroeconomia.
 
 

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Perchè in fondo non sapevo che fare, perchè in fondo non so da dove mi sia uscita una cosa del genere, xmela