Piana di Vigrid
-Asgard-
Morto senza poter morire realmente. Le labbra
di Avram si tendono in un sorriso mentre il primo
grido di Loki gli rimbomba in testa. Inspira profondamente la vittoria mentre il
vento che spingeva la nave verso la piana si ferma e l’erba smette di piegarsi
verso di lui.
Nala si guarda attorno, i grandi occhi rosa che riflettono il buio di cui sta scappando
si spaziano senza capire, prima di sollevarsi oltre il moncone del Bifröst
che si getta nell’ oscurità.
-E’ ferma.- mormora.
-Una nave senza il suo comandante può solo andare alla deriva.-
Nala torna a guardare il cielo mentre le palpebre di Avram
si sollevano e seguono lo sguardo della figlia. A differenza sua lui può
vedere, può sentire.
E’ dolore quello che sgorga dal corpo del Dio degli Inganni, ed è come miele
per i suoi sensi.
Sospira di piacere leccandosi le labbra
mentre Nala si volta a guardarlo tenendo le
sopracciglia corrugate.
-Nel momento in cui ti rendi conto che tutta la vita non è ancora che una lunga sequela di sbagli è lì che vive Hel, regina di morti senza onore.-
-Non capisco.-
-Loki sta rivivendo tutti i suoi sbagli in questo
preciso momento, dal primo all’ultimo e direi che ne avrà di cosette da ricordare il dio delle malefatte.- Una risata
roca , sgraziata come il latrato di un
cane, Nala sorride appena mentre Lenus si volta
sempre ridendo e strofinandosi le labbra con le dita callose .
-Il bambino esposto.-
Lenus lascia cadere il braccio lungo il fianco - Il
bambino che stava per essere fucilato.-
-Chi dei due vincerà la battaglia?-
Naglfar
Non si guarda
l’inferno negli occhi, ma Sif non riesce ad abbassare lo sguardo.
Il volto di Hel, letteralmente a metà fra la
perfezione e la dannazione suscita su di lei
un fascino perverso che non riesce ad ignorare. Abbassa lo sguardo per
qualche secondo, lo appoggia su Loki raggomitolato ai suoi piedi, poi lo solleva
di nuovo sulla dea di fronte a lei.
-Cosa…-
Hel alza gli occhi, blu come quelli di Loki, verso il viso di Sif. La
dea che si è fatta strada a spintoni fra i dannati per vedere cosa stava
succedendo e che alla vista di Loki a terra ha trattenuto il respiro,
probabilmente senza nemmeno rendersene conto.
-Cosa…-la sente ripetere confusa, a bassa voce -…Cosa?-
-…Gli ho fatto?- le chiede sommessamente,
quasi con dolcezza.
Perché il vero inferno è così, non sembra mai troppo crudele all’apparenza.
I dannati alle spalle di Sif rumoreggiano scontenti,
ma nessuno sembra essere preoccupato per le condizioni del dio che in preda a
tremori incontrollati sbava e risucchia aria dalle labbra contratti per
emettere grida strozzate.
La nave si è fermata, è questo il loro unico pensiero.
Sif si guarda attorno, torna ad Hel,
che si abbassa per accarezzare con la
mano putrida i capelli scuri di Loki. Glie li porta
indietro dal viso, come se lo amasse e
per un secondo, Sif ha la sensazione che non sia solo
una sua impressione.
-Gli sto mostrando i suoi sbagli .-
-Per lui.- mormora Sif.
-Per lui.- conferma Hel.
STARK
TOWER
Tony sa perfettamente che è quasi impossibile
dormire fra incubi, sobbalzi e risvegli
urlati. Gli incubi nella notte eterna del Ragnarök sembrano aver
preso una nuova sfumatura più realistica che lo fa tendere e gridare nel sonno
con tanta forza da attirare i vicini di stanza accanto al suo letto per
svegliarlo e avere la gola in fiamme.
Di solito è la strage di Beremenshir quella che
rivive, altre volte è Teresa che muore fra le fiamme o Yinsen
* che abbandona la vita senza rimpianti con un sorriso sulle labbra e una
raccomandazione quasi paterna.
Per questa ragione, quando l’incubo inizia, Tony non ha idea a cosa stia assistendo.
A notte fonde, sul ciglio di una strada
deserta, un uomo sta sistemando il suo taxi dopo l’ultima corsa. Fa freddo, il
tassista è chino sul sedile posteriore, sta raccogliendo a mano le cicche che
un cliente ha sparso per il poggiapiedi ignorando bellamente sia il
posacenere sul bracciolo della portiera
che quello sul sedile di fronte.
-Io vorrei proprio sapere se a casa loro fanno lo stesso.- borbotta a bassa
voce l’uomo di cui Tony, sotto la visiera del berretto da baseball che tiene
calato sul capo, riesce a vedere solo un ciuffo di capelli rossi che arriva e la punta di un naso aquilino.
-Amico esci da lì.-
Il tassista si irrigidisce, lascia
andare la cicca numero otto di nuovo sul tappetino e si tira su voltandosi
verso un ragazzetto di una quindicina d’anni che tiene fra le mani una pistola
grossa più o meno quanto lui. L’uomo alza le mani mentre il ragazzino trema e
sposta lo sguardo da lui al taxi.
-Dammi l’incasso.-
-L’ho già depositato.-
-Non dire balle.-
Ora che è dritto Tony riesce a vedere il tassista in
viso. Dimostra sui quarantacinque anni,
ha la barba e gli occhi verdi . Tony ha la sensazione di averlo già visto, ma
non ha idea di dove.
-Ascolta figliolo, non ho niente, davvero. -
Il ragazzino si passa una mano sulla testa rasata mentre guarda la vetrina
dell’agenzia taxi di fronte al quale il taxi è posteggiato. E’ arrivato tardi,
l’ha capito, ma non può tirarsi indietro. Sa che lo stanno guardando, che la
sua ammissione alla banda dipende tutto da questo.
Così solleva la pistola e spara.
Tony trattiene un urlo sorpreso mentre
l’uomo porta le mani al petto.
Il foro del proiettile si apre in una
rosa rossa sul beige del giaccone, il tassista lo fissa sorpreso prima di
alzare gli occhi sul suo assassino.
Occhi verdi, capelli rossi, ma dove l’ha già visto?
Tony guarda l’uomo cadere a terra e il suo assassino venire circondato dai suoi
compagni.
Stessa testa rasata, stesso giubbotto con un lupo stampato sulla schiena.
-Bestiale l’hai steso.- ride uno.
-Vediamo che ha nel portafoglio.-
Tony vorrebbe reagire, ma non riesce a muoversi. La giacca del tassista viene
aperta, ha su un bizzarro maglione con una renna
sopra, e sotto alla renna…
-Benji?-
C’è ricamato il suo nome.
-Oddio.-
Benjiamin Moore, il marito di Teresa, il patrigno di Noelle.
Tony
apre gli occhi con un urlo gorgogliato e immediatamente il freddo lo avvolge.
Un freddo innaturale, un freddo che Tony ha imparato a conoscere suo malgrado.
Si volta di scatto alzando la testa dal
cuscino.
Qualcuno è chino su di lui, qualcuno con una mano timidamente allungata .
Qualcuno la cui luce delle anime che sfrecciano nel cielo senza stelle del Ragnarök
passa attraverso.
Qualcuno che ha appena visto morire.
Tony si tira verso la spalliera con un verso strangolato -OH CRISTO!-
-Scusami non volevo spaventarti.-
Benjiamin tira indietro la mano e si raddrizza.
-SONO DIVENTATO UN FOTTUTO MEDIUM?- Prima Nala, ora Moore. Poi chi ? Il fantasma di
Cleopatra?
La risata di Benji è piacevole, bassa e roca - Le
porte dell’aldilà sono aperte l’hai dimenticato?-
Tony scrolla la testa.
-Tutti possono vedermi, tranquillo, non sei diventato Melinda Gordon *.-
Le labbra di Tony si piegano in un piccolissimo sorriso - Che vuoi Benji?-
Benji si avvicina la letto di Tony, come Nala indossa gli abiti con cui è stato ucciso, il giaccone
beige e il maglione con la renna - Prima di tutto scusarmi, non pensavo che
toccandoti ti avrei fatto vedere la mia morte.-
Tony annuisce - Per seconda cosa avvisarti.-
Tony corruga la fronte - Di cosa?-
-Lo stregone ha fermato l’avanzata della nave.-
Tony si raddrizza -Naglfar?-
Benji annuisce.
-Quell’uomo è un
fottuto genio!-
Tony balza giù dal
letto e Benji gira un po’ la testa per osservarlo.
C’è un ombra nei suoi occhi e non è solo quella della morte - Quando sorride è
uguale a te.-
Tony abbassa le braccia lentamente -Grazie.- mormora -Grazie per averla
cresciuta come io sicuramente non sarei stato capace di fare.-
Benji sorride mentre svanisce in una voluta di fumo
bianco. Una presenza gentile, come Nala, ma non tutte quelle comete che solcano il
cielo sono anime di gente buona morta per forza.
Tony corruga la fronte osservando il cielo.
Potrebbero esserci i suoi genitori là mezzo o
Obadiah.
-Sta attento Tony, non tutti là fuori sono anime buone. Questo contrattempo ha reso molti furiosi.-
Tony si volta di scatto, ma Benij è già sparito.
STARK
TOWER
Un refolo d’aria fredda come una carezza fra
i capelli, Noelle solleva la testa dal cuscino e si
gira . L’ombra confusa china su di lei
si dissolve in lucciole bianche che s’involano verso il soffitto e la ragazza
non può fare a mano di stropicciarsi gli occhi con il dorso della mano.
Il sedativo che Sharon le ha somministrato prima di andare a letto era un po’
troppo forte forse. Si tira a sedere in mezzo al letto, intorpidita a parte la natica destra. Quella la sente
andare in fiamme fin troppo bene per l’iniezione.
Scosta le coperte e il brivido di freddo
è istantaneo, diverso però da quello che l’ha svegliata.
Non ha idea di chi l’ha finalmente salutata e
forse è meglio così.
In cucina Bruce sta mangiando rumorosamente
da un barattolo. Noelle arrotonda entrambe le
sopracciglia mentre osserva il dottore fissare cupo il cielo oltre il vetro
della finestra. La sveglia sul comodino batte le tre del mattino,ma non è la
sola che non riesce a dormire a quanto sembra.
-Cos’è?-
Bruce si volta verso di lei battendo le ciglia.
-Pesche sciroppate credo.-
-Credi?-
-O sono sciroppate o sono andate a male.-
-Più ti conosco più mi chiedo come tu abbia
fatto ad arrivare all’età adulta.-
L’acqua che scorre nel lavello non copre il tono perplesso nella voce di Noelle,
Bruce incrocia le braccia sul tavolo e la guarda sciacquare il barattolo.
Erano pesche essiccate, non sciroppate.
-Non vedo bene senza occhiali.-
-E il sapore?- Noelle lo guarda da sopra una spalla.
-Non era male, un po’ aspro.-
Le labbra della ragazza si piegano in un sorriso fugace che cerca di nascondere
girando la testa e tornando a ripulire
il barattolo di plastica dura. Bruce conosce quella tecnica, sta cercando di
fare l’arrabbiata anche se non ci riesce.
-Non dovremmo parlare?-
-Di cosa?-
-Tu vuoi sempre parlare, anche senza un motivo.-
-Non in questa particolare situazione.-
Bruce gira la testa poggiando la guancia sull’avambraccio sotto il mento - Non con te vorrai dire.-
-Anche.-
Sono in silenzio da un paio di minuti , ma Noelle ha la sensazione che siano passate ore.
-HAI INTENZIONE DI RIMANERE IN SILENZIO A LUNGO?-
Bruce finge meravigliosamente di sobbalzare, anche se stava contando sulla
lancetta dell’orologio accanto al frigo e le rivolge la migliore delle sue
espressioni perplesse.
-Di cosa?-
-DEL FATTO CHE HAI DETTO CHE SEI INNAMORATO DI ME E
POI TE NE SEI ANDATO VIA PER ESEMPIO?-
Bruce si chiude nelle spalle - Non ti credevo più interessata all’offerta.-
Noelle si strofina la fronte con il palmo della mano -
Ora lo uccido.- borbotta fra sé e e sé.
-Non ne avresti mai il coraggio.-
-Non sottovalutare una donna al primo giorno di ciclo.-
Le labbra di Bruce si increspano leggermente, Noelle
non sa se per il disappunto o per un sorriso trattenuto, ma sa che lo adora quando fa così. Si alza poggiando le mani sul tavolino, le si avvicina, ma il
suo sguardo viene catturato da qualcosa dietro di lei.
Noelle lo vede sbiancare prima che il finimondo
inizi.
-Bruce?-
Vetri che scoppiano, raffiche di vento e luce.
Noelle è sul pavimento, Bruce è seduto di fronte a
lei e si sta tenendo la testa con una mano. - Che è successo?- biascica , ma il
dottore non le risponde. Sta guardando qualcosa di fronte a lui.
Qualcosa? No, qualcuno.
Qualcuno a cui è possibile guardare attraverso.
FINE CAPITOLO.
Nella speranza che vi ricordiate ancora di questa storia, un saluto dalla
vostra devotissima Ino chan.
NOTE E DISCLAMERS.
·
Yinsen: è il dottore che aiuta Tony nella sua fuga del campo di prigionia in Afghanistan.
·
Melinda Gordon: Melinda Gordon è
la medium protagonista della serie televisiva Ghost
Whisperer - Presenze.