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Autore: ElevenJade    15/10/2013    0 recensioni
Segreti di famiglia, oscure figure e mondi paralleli...Quando in gioco c'è la salvezza dell'umanità e la posta è davvero alta, l'unità fa davvero la forza? Sangue e magia si scontrano, in un crescendo di suspense e attrazione, per proseguire una faida in corso da secoli.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Gli stretti vicoli del borgo accoglievano la tenue luce dei lumi a olio, penetrando la misteriosa oscurità. Leggere folate di vento accarezzavano le alte mura di pietra, e strisciavano su di esse provocando deboli spifferi che rompevano il silenzio. Dalle finestre più alte delle case filtrava un velo di luce soffusa che illuminava il terreno acciottolato tipico di Siena, e lasciava pezzi di penombra tra l'uno e l'altro. 
Camminando, tirai fuori dalla tasca dei jeans il mio lettore viola, indossai le cuffie e subito partirono le note di Get Out Alive; non era la prima volta che ricorrevo al supporto della musica per superare momenti di difficoltà, e quello di poco prima era senz'alto stato uno di quei momenti. Si dice che la cena sia un buon momento di ritrovo per una famiglia, ma quella sera a casa mia l'atmosfera era tesa come una corda di violino: avevo discusso animatamente con i miei genitori, ma purtroppo era stato inevitabile; da qualche settimana mi sentivo...strana. Già, non sapevo come altro definirlo. Sentivo che c'era qualcosa che non andava in me. Avevo perso l'appetito, dormivo poco o niente, cosa che mi aveva procurato due enormi borse sotto gli occhi...Poi le cose erano peggiorate: avevo cambi repentini di umore e mi si erano formate, sparse su tutto il corpo, cinque macchie sottocutanee simili a grossi lividi, con l'unica differenza che erano rosse, come il sangue rappreso. Avevo anche una gran sete, continuamente, ma ogni volta che cercavo di placarla, sfortunatamente mi rendevo conto di non esserci riuscita, e il peggio era che non capivo di che cosa avevo disperatamente bisogno; dopo un po' finalmente mi passava, ma il senso di vuoto rimaneva ed ero ancora più stranita. Dal canto loro Gloria e Ivan, i miei genitori, non muovevano un dito, ed erano sempre casualmente vaghi ogni volta che mi trovavo nei paraggi. In più di un'occasione mi avevano dato l'impressione che mi stessero nascondendo qualcosa, ma nonostante le mie condizioni peggiorassero di giorno in giorno, loro continuavano a tacere. Persino Christian, mio fratello maggiore, sosteneva che nell'ultimo periodo ero cambiata in modo preoccupante e aveva proposto di farmi ricoverare in ospedale, o quantomeno di farmi visitare da uno specialista, ma loro per tutta risposta avevano bocciato l'idea, giustificandosi col fatto che molto probabilmente a breve sarebbe finito tutto. 
Bingo. Così dicendo si erano traditi da soli, dandomi automaticamente la conferma che in effetti conoscevano la causa di tutti i miei malesseri, anche se cercavano in tutti i modi di dimostrare il contrario. E io mi sentivo sempre più tradita e frustrata. Poco prima avevo provato a chiedere spiegazioni, ma loro avevano minimizzato e chiuso la questione con un'unica frase concisa: Vera, abbi fede. La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce. E' logico che se un vaso viene riempito d'acqua fino ad essere colmato, quello sarà destinato a traboccare. Io ero stata riempita di menzogne e adesso traboccavo di rabbia, frustrazione, incertezza. Ero stufa. Era evidente che mi stava accadendo qualcosa, ma i miei genitori erano disposti ad offrirmi solo conforto. No, quello che desideravo realmente era una sola spiegazione sensata; basta con i giochi di parole e la falsa indifferenza, volevo una risposta, e la volevo al più presto. Mi fermai un momento e sospirai. Come recitava la canzone dovevo uscirne viva, da tutto e tutti. 
Ricacciai indietro le lacrime e mi sedetti sul ciglio di un portone, spensi il lettore e lo infilai di nuovo in tasca, poi appoggiai la testa al muro e chiusi gli occhi; rimasi così per qualche istante, l'aria era piuttosto fresca per la fine di Settembre ma era comunque piacevole sulla pelle, e desiderai solo che il tempo si fermasse.


Dopo un po' di tempo immersa nei miei pensieri, qualcosa di brusco mi riportò alla realtà. Mi accorsi che il vento aveva cominciato a soffiare più forte, e i suoi fischi squarciavano la notte silenziosa. Per un breve istante fui percorsa da un brivido; una folata di vento si abbatté su di me violentemente scompigliando i miei lunghi capelli, ma nonostante tutto restai seduta, immobile. Le luci delle lanterne vicino a me iniziarono a baluginare come fossero impazzite, e nello stesso momento scorsi un'ombra che si dileguava furtiva tra i vicoli. Mi accovacciai, le costole premute contro le cosce, le ginocchia raccolte sotto il mento, e mi guardai attorno, in preda al panico. Ma che diavolo stava succedendo? Il vento era impetuoso, e in quegli attimi mi fece raggelare l'anima. L'ombra continuò a sfrecciare dietro ad ogni vicolo, e udii dei tuoni riecheggiare in lontananza; sentii una lacrima scendere veloce sulla guancia, quindi iniziai a tremare come una foglia, pregando con tutta me stessa che qualunque cosa stesse accadendo in quel momento finisse al più presto. Nel medesimo istante in cui il vento raggiunse il picco di potenza, tutte le luci lungo i vicoli esplosero, provocando scintille e frantumando in mille pezzi i vetri delle lanterne. L'oscurità mi avvolse nel suo mistero, e tutti i rumori intorno cessarono all'istante; ora, il completo silenzio mi faceva ancora più paura. Il mio respiro era affannato dal panico, e continuai a guardare da ogni parte, circospetta; sentivo il petto vibrare per il battito del cuore accellerato. Quella improvvisa calma era a dir poco inquietante.
D'un tratto, un nuovo lampo accecante illuminò il vicolo, e rimasi sconvolta nel vedere a qualche metro da me una figura incappucciata che mi fissava con due scintillanti occhi verdi. In quel breve istante lessi in quegli occhi mistero, malvagità e freddezza, ma anche tormento, confusione e smarrimento. Ne rimasi scioccata, ma allo stesso tempo attratta...
Chiusi gli occhi. Quando li riaprii ero sempre immersa nel buio, ma tra un lampo e l'altro notai che la figura era sparita. Estremamente sollevata mi rialzai, ancora un pò tremante, e corsi via nella notte buia.

 

 

 

 

  
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